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A fine ‘500 alcuni artisti rifiutano gli stilemi del linguaggio manierista. ANNIBALE CARRACCI
E L’ACCADEMIA DEGLI INCAMMINATI
.Annibale Carracci, con il fratello Agostino e il cugino Ludovico, furono protagonisti della componente
classicista nella pittura del Seicento in suolo italico. Originari di Bologna, intorno al 1582-1586, fondarono il
primo esempio di scuola artistica denominata Accademia degli Incamminati. I Carracci operarono un rifiuto del
Manierismo, attingendo alla classicità di Michelangelo e Raffaello e al tonalismo veneziano. I tre artisti
consideravano lo stile manierista,un esercizio di pittura ormai privo di valore. Proposero, quindi, una rigorosa
osservazione dal vero e la conoscenza approfondita dell’arte classica Essi si riavvicinano alla natura e
ritornano alla natura tramite il disegno. Il disegno è uno strumento che cerca di essere
verosimile
IL MANGIATORE DI FAGIOLI
L’opera intitolata Mangiafagioli è considerata un capolavoro giovanile di Annibale Carracci. Il dipinto è, infatti, un importante esempio di pittura di
genere.
Annibale Carracci, Mangiafagioli, 1584 – 1585 ca., olio su tela. Roma, Galleria Colonna
IL COLORE E L’ILLUMINAZIONE
Il Mangiafagioli è dipinto con colori terrosi e tendenti al grigio. La composizione cromatica è, quindi, molto equilibrata. La luce sembra provenire da
sinistra e dall’esterno considerando le ombre proiettate sul tavolo.
LO SPAZIO
Il piano del tavolo, frontale al piano del dipinto e parallelo al bordo inferiore, crea immediatamente un senso geometrico dello spazio. Tale
dimensionamento è costruito anche dalla fuga prospettica della finestra della parete di sinistra con la forte ortogonale delle sbarre di legno incrociate.
LA COMPOSIZIONE E L’INQUADRATURA
La disposizione degli oggetti sul piano, nonostante il naturalismo della scena, è attentamente studiata. Le stoviglie e il vino, compresa la mano
sinistra, sono disposti su due file ordinate in primo e in secondo piano.
L’affresco commissionato dal cardinale Odoardo Farnese, è la parte centrale della volta della Galleria
Farnese a Roma, dipinta fra il 1597 e il 1600.Diversamente da altre scene, il Trionfo non è un quadro
riportato ma è inquadrato da una finta cornice architettonica che simula lo sfondamento del soffitto
verso lo spazio esterno.L’immagine procede da sinistra verso destra: Bacco, dio del vino, con la testa
cinta d’edera e il tirso in mano, avanza su un cocchio dorato trainato da tigri; al suo fianco Arianna
indossa una veste turchese che le lascia scoperte le spalle mentre un puttino le porge una corona di
stelle, ad evocare il diadema che Bacco lanciò in cielo e trasformò in costellazione.Al corteo
partecipano eroti, , satiri danzanti construmenti musicali, stoviglie, ceste colme di cibo sorretto da
asino.
CARAVAGGIO
CARAVAGGIO
Michelangelo Merisi, detto “Caravaggio” (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) è considerato uno dei più importanti pittori della storia
dell’arte italiana. La forte carica drammatica ed emotiva e la teatralità delle sue opere sono stati di ispirazione molti artisti del
baroccoeuropeo. Nonostante venga ricordato con il nome di“Caravaggio” (piccolo paese in provincia di
Bergamo), l’artista nacque a Milano. Caravaggio era il paese di nascita dei genitori. La sua carriera artistica
cominciò nella bottega dal pittore manierista Simone Peterzano, a Milano,Caravaggio, anno in cui si trasferì a Roma.
Il colore e l’illuminazione
Nel dipinto prevalgono colori caldi e la composizione cromatica è condizionata dal giallo ocra dello sfondo. Alcune foglie inoltre sono in controluce e
assumono una tonalità verde molto scura.
Lo sfondo chiaro, luminoso e bidimensionale mette in evidenza la frutta raccolta nella canestra. L’illuminazione è diffusa e rivela ogni particolare
presente sulla superficie dei frutti e la particolarità della buccia. Caravaggio riuscì quindi a creare una efficace illusione di tridimensionalità e solidità
delle forme.
La frutta non è rappresentata in perfetto stato, infatti le mele sono bacate.noltre, le foglie non sono classiche e perfette ma morsicate dagli insetti,
accartocciate e con macchie causate dalle malattie. Il cestino è dipinto alla stessa altezza dell’occhio dell’osservatore e, quindi, assume una
importanza monumentale.
I frutti, le mele, le pere, i fichi e anche l’uva sono dipinti con una tecnica attenta e quasi iperrealistica.
Ragazzo morso da un ramarro
Nel Ragazzo morso da un ramarro è evidente l'utilizzo pittorico del contrasto tra luce e
ombra. La figura del giovane, ritratto quasi frontalmente, emerge infatti da un fondo
bruno: improvvisi bagliori ne rivelano la mano destra, una spalla e il volto, la cui
smorfia di doloreè resa attraverso repentini passaggi chiaroscurali tra zone in piena luce
e altre lasciate in penombra. Anche il viso in primo piano è per il pittore un'occasione per
soffermarsi sulla resa di effetti ottici di grande virtuosismo: la luce infatti rivela la
trasparenza dell'acqua contenuta nella boccia, sul cui cristallo si riflette l'immagine della
finestra dalla quale probabilmente la luce proviene.
Dal punto di vista stilistico la natura morta in primo piano rivela l'attenzione per la
raffigurazione realistica. Come spesso nelle nature morte, essa ha però anche un
significato simbolico espresso da elementi iconografici riconoscibili: le ciliegie alludono
alla vanità dei piaceri, dietro i quali sta in agguato il dolore (rappresentato dal ramarro);la
rosa nel vaso e quella tra i capelli del ragazzo suggeriscono il tema della caducità della
giovinezza, destinata presto a sfiorire.
IL COLORE E L’ILLUMINAZIONE
La luce che proviene da una singola fonte luminosa diretta è la caratteristica principale del dipinto. I personaggi
sono illuminati a tratti e la scelta mette in evidenza i visi, i gesti e i dettagli che servono a Caravaggio per
caratterizzare la scena. Inoltre tale illuminazione crea grandi contrasti che mettono fortemente in evidenza alcune
parti e produce un potente chiaroscuro che modella i corpi.
I colori sono caldi e tendenti all’ocra, sulle pareti e gli arredi e parte degli abiti. Nelle vesti spiccano le parti in
rosso e giallo.