Il seicento è conosciuto come il secolo del barocco che si sviluppa
principalmente nella città di Roma poiché la chiesa era la principale
committente e poiché vennero fatte diverse iniziative artistiche per ospitare il giubileo del 1600. In questo periodo si sviluppano diverse correnti artistiche tra le quali il naturalismo, il classicismo ideale e il realismo. Annibale Carracci nasce a Bologna nel 1560 e nel 1582 fonda nella città, assieme al fratello Agostino e al cugino Ludovico, l’accademia privata del naturale per formare i pittori. Questa accademia sarà presa come esempio da altre accademie. Gli allievi di questa accademia studiavano le varie discipline (anatomia, matematica, geometria) per migliorare la loro pittura. Poi si passava allo studio dal vero, all'osservazione della natura e allo studio delle grandi opere del passato. L'Accademia cambiò il nome in Accademia dei desiderosi per far capire che erano desiderosi di apprendere e successivamente in Accademia degli incamminati per far capire che il percorso per diventare pittori era lungo e di cile. Nel 1595 si reca a Roma e il suo stile cambia. Il genere a cui appartiene il mangia fagioli è la scena di genere. Questo genere si ha quando vengono rappresentati personaggi comuni mentre compiono gesti comuni. Il soggetto rappresentato viene spesso espresso all'interno del titolo. Viene rappresentato un uomo, intento a mangiare una zuppa di fagioli, all'interno di un luogo spoglio e povero. L'uomo indossa abiti semplici e porta un cappello di paglia. Viene rappresentato mentre si porta un cucchiaio di fagioli alla bocca e dal cucchiaio scende un po' di brodo. Nella mano sinistra tiene il pane e mostra le unghie sporche. Davanti a lui è presente una torta di verdure, dei cipollotti, del pane e una brocca di vino con un calice. Il tutto viene rappresentato in maniera realistica senza l'intento di idealizzare o di deridere la gura. A Roma viene incaricato di decorare la galleria del palazzo della famiglia Farnese la quale possedeva una grandissima collezione di opere antiche. Annibale si occupa sia della decorazione della volta che delle pareti. La galleria ha una pianta rettangolare allungata. Sui lati lunghi vi sono nestre mentre sui lati corti porte. Le pareti lunghe sono scandite in campate da lesene con capitelli dorati e le campate ospitano opere, nestre o porte. Sopra vi sono decorazioni a stucco o nti dipinti incorniciati da cornici di stucco. La volta della galleria è uguale a quella della Cappella Sistina ovvero a botte con testate a padiglione. Nell'intradosso crea una nta pinacoteca. La volta è divisa da una cornice architettonica sostenuta da nte statue che rappresentano telamoni (maschi che portano un peso) oppure erme (pilastri con la sommità a forma di testa o di busto umano). Dipinge inoltre nte trabeazioni doriche che si scorgono solamente in corrispondenza degli angoli. La cornice architettonica si staglia su uno fi fi fi fi ffi fi fi fi sfondo azzurro in modo da ngere uno sfondamento prospettico. Sopra ogni cornicione in corrispondenza degli angoli si trova una balaustra sulla quale è presente una coppia di Amorini che lottano. Nel lati lunghi, tra i telamoni e le erme, nti medaglioni di bronzo ossidato sostenuti da gnudi e puttini oppure dipinti con nte cornici in marmo. Inoltre vengono rappresentati nti quadri (nove): due in ogni testata, uno al centro della volta con due più piccoli ai lati e uno in ognuno dei lati lunghi. Carracci usa la tecnica del quadraturismo che consiste nel ngere uno sfondamento prospettico attraverso l'utilizzo di elementi architettonici visti di scorcio. All'interno dei dipinti vengono rappresentate scene di amori tra dei. Questo aspetto può sembrare strano poiché l'opera è stata commissionata da un cardinale però egli commissiona quest'opera in occasione delle nozze del fratello e la cultura classica era apprezzata dagli aristocratici. Gli Amorini negli angoli rappresentano la lotta tra amor sacro e profano. Il dipinto rappresenta il corteo nuziale in occasione del matrimonio tra Bacco e Arianna. Arianna aveva aiutato Teseo ad uscire dal labirinto dopo aver scon tto il Minotauro però viene abbandonata nell'isola di Nasso dove incontra Bacco e lo sposa. I due sposi vengono ra gurati su due carri. Bacco viene ra gurato su un carro dorato. Nella mano destra porta un Tirso mentre nella mano sinistra un grappolo d'uva. In testa porta una corona e sulle spalle porta la pelle di un felino perché si pensava che fossero ghiotti d’uva. Il suo carro e trainato da tigri e la sua postura ricorda la posizione di uno gnudo. Arianna invece viene rappresentata su un carro d'argento trainato da Caproni e un amorino la incorona con una corona di stelle. Il corteo nuziale è costituito da ninfe e satiri che cantano, suonano, ballano e portano vivande. Sulla destra in secondo piano troviamo un grosso satiro seduto su un asinello che rappresenta il saggio Sileno ovvero il precettore di Bacco. I colori sono molto luminosi e le gure sono molto realistiche. In primissimo piano troviamo a sinistra un satiro e a destra una ninfa mentre in alto troviamo degli Amorini con vasi e ceste contenenti vivande per il banchetto nuziale. Caravaggio nasce nel 1751 a Milano e la sua formazione lombarda lo porta ad ammirare la realtà. I personaggi rappresentati nelle sue opere sono completamente diversi da quelli di Michelangelo e di Ra aello. Infatti questi indossano abiti di quel tempo. Si trasferisce poi a Roma dove entra in contatto con la classicità il suo opere di questo periodo sono in uenzate dal realismo e sono ricche di allegorie. Rappresenta principalmente nature morte, scene di genere e ritratti di giovani presi dal popolo vestiti all’antica. Nel 1595 Caravaggio ritrae il ragazzo morso da un ramarro. L'opera ra gura un giovane seduto ad un tavolo con davanti un mucchietto di ciliegie. Lui allunga la mano destra per fi fi fi fl ffi fi fi ffi fi fi ffi ff prendere una ciliegia e viene morso da un ramarro che era nascosto fra queste. Il ragazzo aggrotta le sopracciglia, alza la spalla destra, alza la mano sinistra e ha la bocca aperta. Sul tavolo oltre alle ciliegie vi è anche un vaso di vetro con all'interno una rosa. Un'altra rosa è presente nei capelli del ragazzo. L'opera racchiude vari signi cati: tra i piaceri della vita (ciliegie) si nascondono delle insidie (ramarro). Le rose recise rappresentano la giovinezza destinata a nire. Nel 1596 rappresenta la canestra ovvero un cesto di vimini. Il cesto è appoggiato sul bordo di un tavolo e contiene mele, uva e altri frutti. I vari frutti non sono perfetti ma sono bacati e marci. Ogni singolo oggetto viene realizzato in maniera realistica e l'imperfezione dei frutti sta indicare la morte che incombe. Verso la ne del 90 si dedica alla realizzazione di opere sacre. Rappresenta queste scene sacre come se fossero scene di genere. Non tutti però apprezzano queste opere. Caravaggio non voleva deridere la religione e voleva sottolineare il fatto che Dio si era manifestato le persone semplici e non ai ricchi. Proprio per questo motivo rappresenta persone semplici all'interno di luoghi altrettanto semplici. È molto interessato allo studio della luce che rappresenta la luce divina che l'unica manifestazione del divino all'interno delle sue opere sacre. La vocazione di San Matteo fa parte di un gruppo formato da tre dipinti per decorare la cappella di Cantarelli per la chiesa di San Luigi dei francesi a Roma. Il re di Francia era un ugonotto che si era convertito al cattolicesimo. L'opera viene commissionata dal Cardinale Cantarelli. Nel 1565 decide di trasformare la cappella dedicandola a San Matteo e inoltre il cardinale e il santo condividevano lo stesso rapporto con i soldi. I tre dipinti dovevano rappresentare la vocazione di San Matteo, la scrittura del Vangelo e il martirio di San Matteo. Però il cardinale morì nel 1585 e i parenti successivamente chiesero a Caravaggio di continuare l’opera. La conversione o vocazione di San Matteo viene ambientata in un interno dell'epoca (lo si capisce dai vestiti), all'interno del quale è presente una nestra. Sulla sinistra sono presenti cinque persone sedute ad un tavolo. Al centro di queste viene rappresentato Matteo. Alla sua destra due giovani e alla sinistra due uomini che stanno contando i soldi. Sulla destra vengono rappresentati Cristo e Pietro. Cristo indica Matteo (ricorda la creazione di Adamo) e Pietro replica il gesto di Cristo (Sta indicare che la chiesa fa da mediatore tra l'uomo e Cristo) e Matteo indica se stesso. Oltre Matteo anche i due giovani rispondono alla chiamata mentre gli altri due uomini continuano a contare i soldi. La luce proviene da destra. Con quest'opera Caravaggio vuole a ermare che chi segue gli insegnamenti di Dio avrà la grazia e la grazia e alla portata di tutti. La conversione di San Paolo o Saulo viene commissionata dal tesoriere Cerasi il quale aveva incaricato fi ff fi fi fi Caravaggio e Carracci di decorare una cappella presso la chiesa di Santa Maria del popolo. Sulle pareti laterali vengono rappresentate da Caravaggio la conversione di San Paolo e il martirio di San Pietro mentre sulla parete di fondo viene rappresentata l'assunzione della vergine da Carracci. Secondo gli atti degli apostoli Paolo era un persecutore dei cristiani e si stava dirigendo a Damasco a cavallo quando una luce accecante e una voce tonante, che gli dice Paolo Paolo perché mi perseguiti, lo fanno cadere da cavallo. Alcuni dei suoi compagni videro solamente la luce accecante mentre altri sentirono solamente il suono. In seguito a questo evento Paolo rimase cieco per tre giorni e subito dopo si convertì al cristianesimo. Caravaggio rappresenta Paolo nell'istante in cui è caduto da cavallo. Paolo viene rappresentato supino con le mani aperte e sollevate come se si arrendesse a Dio. Vicino a lui il cavallo e poi lo scudiero che non sa cosa sta succedendo. Paolo sembra come schiacciato verso il basso. La scena è dominata dal cavallo collocato nello spazio creato dalle braccia di San Paolo. L'opera non ha uno sfondo. L'opera è una scena di genere e la componente divina è caratterizzata dalla luce accecante. Con quest'opera Caravaggio ci vuole dire che tutti possiamo seguire Cristo ma c'è chi lo fa e chi no. La morte della vergine fu l'ultima opera realizzata da Caravaggio a Roma. L'opera viene commissionata dalla congregazione dei carmelitani scalzi però viene ri utata. In quel periodo erano frequenti dibattiti riguardo la morte e l'assunzione della madonna. Infatti alcuni pensavano che fosse morta oppure altri pensavano che fosse stata assunta quando era ancora viva. La madonna viene rappresentata in una stanza nella parte bassa circondata dagli apostoli e dalla Maddalena. È appoggiata su un tavolo in diagonale, ha il ventre gon o e sopra di questo troviamo la mano destra mentre il braccio sinistro si trova su dei cuscini. I polsi e le caviglie sono scoperti. La Maddalena viene rappresentata piegata dal dolore con davanti un catino contenente acqua e aceto. L'opera non dava l'idea di dolore superato e non dava l'idea dell’ascensione della vergine. Si pensa che si sia ispirato ad una donna a ogata nel Tevere. In alto viene ra gurato un grande tendaggio rosso di sto a molto pesante e un apostolo lo scosta in modo da far entrare la luce divina. Dal 1606 Caravaggio inizia a scappare in varie città dove continuerà a dipingere e poi tornerà a Roma dove morirà di malaria nel 1610. Il termine barocco deriva dal portoghese che indica una perla irregolare. Nel corso del 500 il termine veniva utilizzato per indicare un pensiero loso co apparentemente complicato e articolato ma privo di contenuti. Durante l’epoca neoclassica il termine venne attribuito alla corrente artistica con senso dispregiativo per sottolineare l'eccessiva decorazione delle opere fi ff ff fi fi fi ffi appartenenti a quel periodo. Il barocco nasce a Roma intorno al 1620 e i decenni di maggior sviluppo sono quelli dal 1620 al 1680 che corrispondono al periodo di attività di Bernini. Successivamente si sviluppò negli altri paesi cattolici. In questo periodo la chiesa puntava a convincere gli eretici e dubbiosi attraverso l’arte. Queste esigenze si adeguano perfettamente alle caratteristiche della pittura barocca la quale puntava a colpire emotivamente e dava l'illusione di essere presenti all'interno della scena rappresentata. Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli nel 1598 ed era il glio di Pietro Bernini. Si trasferisce a Roma nel 1606 (anno di fuga di Caravaggio dalla città) dove approfondì lo studio delle opere della maniera moderna e delle opere antiche. Tra le sue prime opere troviamo gruppi scultorei per il cardinale Scipione borghese. Dal 1623 no al 1644 lavora per il Papa urbano ottavo e per la sua famiglia e si occupa dell'apparato decorativo di San Pietro. Dal 1644 al 1655 durante il papato di papa Pompili lavorò per le famiglie nobili romane mentre durante il ponti cato di Papa Alessandro Chigi torna a lavorare per la chiesa e si occupa della restaurazione di San Pietro. Il David di Bernini, realizzato sotto il cardinale Scipione borghese, si contrappone al David di Michelangelo. Infatti rappresenta il momento di massima espressione sica ovvero l'istante prima di lanciare la pietra con la onda. Le gambe sono divaricate con la destra in avanti. Il busto è in torsione verso destra, la testa è ruotata verso sinistra, tra le mani tiene la onda, si morde il labbro e aggrotta le sopracciglia dando l'idea di un'espressione concentrata. Dietro di lui a terra la corazza e la cetra. La posizione di David ricorda il Polifemo della galleria Farnese. Nell'idea del Bernini l'osservatore non doveva girare intorno all’opera ma doveva stare al posto di dove sarebbe stato Golia e quindi sentirsi in pericolo. Ciò si comprende dal fatto che il tallone sinistro è in gesso per mancanza del blocco però a lui non importava perché l'avrebbe addossata ad un muro e quindi non si sarebbe visto. Nell'Apollo e Dafne l'osservatore dovrebbe stare sul lato destro della composizione. Apollo si era innamorato di Dafne e lei aveva chiesto al padre un aiuto per fare in modo che lui smettesse di inseguirla. Allora il padre la trasforma in un albero di alloro. Bernini rappresenta il momento in cui Apollo raggiunge Dafne che è disperata perché Apollo l’ha raggiunta però allo stesso momento è stupita perché si sta trasformando in albero. La gura di Apollo ricorda quella dell'Apollo di Leocares. Apollo arriva di corsa e scansa la mano come se fosse schifato. Le mani di Dafne germogliano e le sue gambe mettono radici. Bernini era stato incaricato di collocare un ciborio in corrispondenza dell’altare. E realizza un nto baldacchino monumentale in bronzo. Le colonne usate sono dette tortili decorate da api, simbolo della famiglia papale, le colonne sorreggono una fi fi fi fi fi fi fi fi trabeazione sopra la quale ci sono angeli in bronzo con corde che sorreggono drappi laterali. Dietro agli angeli volute a dorso di del no disegnate dal Borromini che si uniscono in alto a formare una palla con la croce. Per realizzare quest'opera venne preso il bronzo del Pantheon e rifuso tanto che venne coniata la frase "Le distruzioni che non hanno fatto i barbari le fece Barberini”. Bernini viene incaricato di realizzare il monumento funebre di Papa urbano ottavo. L'opera ricorda il monumento funebre presente nella sagrestia nuova. L'opera è policroma infatti la tomba, la gura del Papa e la morte sono in bronzo con dorature mentre il piedistallo e le statue allegoriche sono in marmo. Le statue allegoriche sulla sinistra rappresentano a sinistra la carità, rappresentata come una giovane donna con un bimbo in braccio e l'altro a anco e ricorda le gure popolari di Caravaggio, e a destra la giustizia che guarda verso l'alto ispirata con due bambini. Le due statue rappresentano le qualità del ponte ce. Sul sarcofago troviamo uno scheletro che scrive il nome di urbano ottavo sul libro dei morti. Lo scheletro è un elemento molto rappresentato nel seicento perché la chiesa punta sul ricordo della morte per convincere i fedeli a seguire la retta via e questa è una novità perché nel Rinascimento le tombe servivano a ricordare le virtù del defunto mentre nel corso del seicento per incutere timore. Lavora per la famiglia Cornaro in Santa Maria della Vittoria dove realizza la cappella funeraria della famiglia come se fosse un teatro. L'opera più importante rappresentata all'interno di questa cappella è l'estasi di santa Teresa (Aveva raccontato che in sogno le fosse apparso un angelo che l'aveva trapassato con una freccia e lei aveva provato sia piacere che dolore). Bernini realizza l'opera al centro della parete dietro l'altare e sembra una vera e propria scena di teatro. L'idea viene accentuata da nti palchetti dipinti dove si trovavano i membri della famiglia. Sopra una nuvola troviamo Santa Teresa semi svenuta con un abito dalla sto a pesante, tiene la testa reclinata all’indietro e gli occhi socchiusi. Sopra di lei un giovane angelo vestito di sto a leggera che solleva il lembo dell'abito di Santa Teresa che sta per tra ggere. L'opera è illuminata da una nestra nascosta alla quale sono aggiunte bacchette di bronzo dorato che ri ettono la luce proveniente dalla nestra. Le campate sono scandite da lesene e nella parte centrale troviamo delle colonne binate prospicienti lesene con frontoni grigi riccamente decorati con stucco. Sul pavimento troviamo una mattonella nella quale è rappresentato uno scheletro che prega. Sotto il ponti cato di Alessandro VIII Chigi ridisegna la pianta di San Pietro che modi ca da centrale a longitudinale e divide la piazza in due parti: il sagrato (parte trapezoidale con lati divergenti verso la facciata) è una parte ellittica per contenere i fedeli. La parte esterna è delimitata ff fi fi fi fi fi fi fi fi ff fi fi fl fi da un quadruplice colonnato di colonne tuscaniche talmente grandi da proteggere anche le carrozze dei pellegrini che giungevano in San Pietro. Alla piazza ci si arrivava da due stradine chiamate borgo vecchio e Borgo nuovo. Doveva essere realizzato anche un terzo braccio che però non venne mai costruito. In epoca fascista questa zona venne distrutta e si andò a rimuovere l'e etto sorpresa che creavano i due vicoli. Le caratteristiche principali dell'architettura barocca sono: la monumentalità, la dinamicità espressa attraverso l'uso di super ci curve alternate a super ci piane e ricchezza decorativa. Si prediligono chiese a pianta centrale coperte da cupole oppure piante longitudinali a navata unica coperte da una volta a botte. Borromini nasce nel Canton Ticino in Svizzera e poi si trasferisce a Milano dove si forma come scalpellino e poi si reca anche a Roma dove collabora con Bernini però poi le loro strade si dividono a causa delle loro idee diverse. Infatti Bernini preferiva utilizzare materiali più pregiati e realizzava opere policrome, invece Borromini preferiva utilizzare materiali più poveri e quindi era prediletto dagli ordini religiosi. Dal punto di vista compositivo ri uta la composizione modulare. La progettazione del convento di San Carlo alle quattro fontane si sviluppa nel corso di tutta la vita di Borromini tanto che morirà mentre stava realizzando la facciata. Per la realizzazione del chiostro parte da una pianta a forma rettangolare che viene modi cata smussando gli angoli ottenendo così una specie di ottagono. Dove le smussature colloca due colonne di ordine tuscanico e ne mette altre due sui lati lunghi in modo che le loro proiezioni ortogonali sui muri del chiostro siano equidistanti e in corrispondenza di queste proiezioni mette delle lesene. Le coppie di colonne in corrispondenza degli spigoli smussati sorreggono un architrave e la reggono anche quelle sui lati lunghi. Le varie coppie sono collegate con archi in cui si alternano linee dritte e curve. Le coppie di colonne sono collegate tra loro da arcate. Le linee che collegano due colonne di una coppia sembrano rettilinee però in pianta risultano curve. Al secondo livello del chiostro troviamo una balaustra con colonne tuscaniche che sorreggono una trabeazione continua che riprende l'alternarsi di gure concave e piane del livello inferiore. Per la realizzazione della chiesa parte da una pianta a forma ellittica e traccia gli assi dell'ellisse che lo dividono in quattro parti. A quel punto schiaccia questi quattro archi di ellisse verso il centro formando così delle forme concave e convesse. I muri sono scanditi da semicolonne di ordine composito. All'estremità delle diagonali le colonne sostengono una trabeazione rettilinea mentre altrove è curva. Dove la trabeazione è rettilinea le volute sono rivolte verso l'alto e su queste si impostano i pennacchi della cupola ellittica. Sopra alle trabeazioni concave ci sono archi con intradosso a fi fi fi ff fi fi cassettoni. La cupola è ricoperta da cassettoni di forma ottagonale, esagonale e a croce che vanno progressivamente rimpicciolendosi verso l'alto dove si trova il lanternino ottagonale con pareti convesse. La facciata si articola su due livelli divisi da una cornice in forma di trabeazione sostenuta da colonne ispirata lo ionico e al secondo livello ci sono colonne ispirate al dorico. Il livello inferiore è suddiviso in tre campate da quattro colonne su piedistallo. Le due campate esterne sono concave mentre quella centrale è convessa. Ciascuna campata può essere suddivisa in due livelli: al livello inferiore troviamo colonne di ordine minore che sostengono una trabeazione curva e incorniciano nelle campate laterali delle nestre ovali mentre in quella centrale troviamo l'ingresso con gradini convessi; al livello superiore della campata troviamo nicchie rettangolari con vertici smussati nelle campate laterali che accolgono statue mentre la campata centrale è centinata. Nel livello superiore le colonne si impostano su di un piedistallo continuo nelle campate laterali mentre in quella centrale il piedistallo viene sostituito da una balaustra. Le tre campate del livello superiore sono concave e nella campata centrale troviamo una specie di baldacchino. Al di sopra della campata centrale troviamo un grosso medaglione e la facciata è coronata da una balaustra. La pittura barocca punta al coinvolgimento emotivo suscitando stupore, meraviglia attraverso le espressioni, i gesti, la prospettiva e la luce. Caratteristica tipica è lo sfondamento prospettico su cieli in niti. Rubens fu un pittore ammingo che soggiornò in Italia all'inizio del seicento per approfondire la propria conoscenza artistica con lo studio degli artisti precedenti e delle opere classiche. Gli viene commissionata per la chiesa di Santa Maria in Vallicella una pala d'altare che contenesse la rappresentazione della Madonna e dei santi di cui la chiesa aveva le reliquie. La prima versione viene ri utata perché la madonna non era esaltata e nella posizione in cui doveva essere messa aveva troppi ri essi per cui non si capiva facilmente. La seconda versione è costituita da un trittico realizzato su tavole di ardesia collocate su tre pareti della cappella. Nella parete di fondo vi è un quadro nel quadro per proteggere ed esaltare l'immagine miracolosa mettendo un foro ovale coperto da una tavola di legno rimovibile con sopra ra gurata la Madonna col bambino. Il foro è incorniciato da un gruppo di angioletti che sostengono la cornice. All'esterno viene rappresentato uno sfondamento prospettico con cielo e nuvole e un cerchio esterno di angeli. In basso vi sono degli angeli più grandi che adorano la cornice. Nelle pareti laterali dipinge santi che guardano la Madonna e si crea un gioco di sguardi e il presbiterio sembra una specie di palcoscenico. L'assunzione della vergine viene realizzata da ffi fl fi fi fi fi Giovanni Lanfranco, di origini padovane, nella cupola di Sant'Andrea della Valle. L'autore si era trasferito a Roma dove collaborò con Annibale Carracci. L'assunzione della vergine era un tema caro alle gerarchie ecclesiastiche perché contrastava l'idea protestante che Maria non fosse santa. La protagonista dell'opera è la Madonna posta nel cerchio più basso dell'imposta della cupola, seduta su nuvole e vestita di rosso con un mantello azzurro. La veste rossa simboleggia la santità mentre il mantello azzurro l'umanità. È intenta a guardare verso l'alto; ha le braccia aperte ed è circondata da angeli. Nel primo cerchio troviamo santi e angeli in varie posizioni: si riconosce alla sinistra Sant’Andrea con i tronchi della sua croce che sta indicando la madonna ed è vestito di giallo con un mantello azzurro; alla nostra destra troviamo San Pietro vestito di azzurro con un mantello giallo e Mosè con le tavole della legge. La madonna guarda verso l’alto perché nel lanternino alla sommità della cupola viene rappresentato Cristo vestito di bianco che sta scendendo per accogliere la madonna. Nel secondo cerchio di nuvole vengono rappresentati angeli musicanti e tra i due cerchi di nuvole si nota il cielo azzurro. Mano a mano che si sale l'atmosfera è sempre più dorata e nell’apertura del lanternino ci sono angioletti che portano foglie, ori e festoni. Il trionfo della divina provvidenza viene realizzato da Pietro da Cortona in un salone di palazzo Barberini sotto il periodo del ponti cato di Papa urbano ottavo Barberini. Dipinge una complessa allegoria sulla divina provvidenza rappresentata da una donna che ha fatto eleggere al soglio ponti cio Papa urbano ottavo salvatore dell'umanità corrotta e rovinata. Per realizzare l’opera articola la volta in cinque parti dipingendo una nta cornice architettonica che si staglia contro il cielo azzurro. La cornice è composta da una parte rettilinea e ai vertici quattro nti medaglioni in bronzo dorato in riferimento alle quattro virtù cardinali. A partire dai medaglioni la nta cornice si collega ai vertici della stanza. I medaglioni sono circondati da gnudi e tritoni. Nei quattro settori trapezoidali perimetrali sono rappresentate scene che alludono al buon governo di Barberini. Nel riquadro centrale è rappresentato il trionfo della divina provvidenza. Questa è rappresentata come una gura femminile con un abito dorato e arancione circondata da un alone divino. Tiene in mano lo scettro con cui governa il tempo e siede sopra Kronos, con in mano la falce mentre mangia un glio, e alle parche, divinità che lano i destini degli uomini, per indicare che la provvidenza governa sul tempo e sul destino. Con la mano destra indica verso lo stemma dei Barberini verso il quale si dirige una gura con una corona di stelle che va a incoronarlo. Lo stemma è formato da tre api simbolo di operosità e concordia, con una corona d'alloro simbolo della gloria. Lo stemma è fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi sostenuto da tre gure femminili che rappresentano le virtù teologali. Al di sopra dello stemma troviamo altre due donne che alludono al papato. Quella sinistra è la religione che porta le chiavi all'autorità ponti cia mentre quella a destra è Roma con in mano la tiara del ponte ce. La gloria di Sant'Ignazio realizzata da Andrea pozzo rappresenta la più grande espressione del quadraturismo. Andrea pozzo realizza una nta prospettiva sulla volte a botte della chiesa di Sant'Ignazio a Roma. Sant'Ignazio aveva fondato l'ordine dei gesuiti che avevano portato la parola di Dio nei quattro continenti allora conosciuti. Pozzo aveva studiato il punto di vista dal quale l'osservatore doveva vedere l'opera che era stato segnato sul pavimento con un disco di marmo. Inoltre nge che non ci sia la volta ma che sopra la cornice a forma di trabeazione sostenuta da lesene ci siano pilastri che si alzano verso il cielo. Chi sta al di sotto ha l'impressione che ci sia un'architettura che si staglia verso il cielo in nito. Santi, angeli, profeti si muovono liberamente; al centro della composizione si vedono Cristo e Sant’Ignazio il quale riceve la luce e la ri ette verso i quattro continenti di cui era presente una rappresentazione simbolica ai quattro vertici della composizione. Voleva indicare che grazie alla predicazione dei gesuiti il Vangelo è arrivato in tutti i continenti. Rembrandt non fu mai interessato ad approfondire la conoscenza dell'arte classica e rinascimentale infatti non fece un viaggio in Italia però si tenne aggiornato sugli sviluppi artistici del suo tempo. Trattò generi e soggetti diversi anche insoliti per l'Olanda dove erano molto richiesti paesaggi, vedute, nature morte e scene di genere. Rembrandt realizza molti soggetti sacri, mitologici e molti autoritratti. Nelle sue opere ra guranti scene sacre non è presente il trionfalismo tipico delle opere sacre italiane. I soggetti di queste opere esprimono il dramma umano. Inizialmente viene in uenzato dal realismo olandese e poi dal barocco e durante il corso della sua carriera passa da una pittura dedicata alla descrizione della realtà ad una dedicata all'introspezione psicologica. Col passare del tempo lo stile delle sue opere si fa meno dinamico e sempre più pacato. Riprende i grandi chiaroscuri utilizzati da Caravaggio e nelle sue ultime opere questi sono sfumati e rendono l'atmosfera più avvolgente. I suoi primi autoritratti mostrano un giovane spavaldo con lo sguardo sicuro e le forme solide mentre negli ultimi anni della sua vita lo sguardo si fa più pensoso, penetrante e sembra sopportare quello che è il peso dovuto ai dolori che ha so erto durante la sua vita. Nella sua deposizione di Cristo dalla croce il corpo di Cristo sembra un sacco e da l'idea della morte. Inoltre non è idealizzato e non ha niente a che fare con il divino. Rembrandt è famoso anche per i suoi ritratti di gruppo di cui il più importante è la ronda di notte che viene fi fi fl fi fl ff fi ffi fi fi realizzata in occasione della visita della regina francese Maria di medici ad Amsterdam. Viene commissionata dalla Gilda degli archibugieri con lo scopo di decorare le pareti della loro sede. A quel tempo la guardia civica non aveva più funzione militare ma organizzava periodicamente parate per le strade della città per esprimere solidarietà e queste si concludevano con una cena. Rembrandt rappresenta la compagnia del capitano coke, che si era distinto durante la guerra, ormai anziano. Il ritratto è insolito e lascia i committenti perplessi. L'opera è molto dinamica, caotica motivo per cui non tutti i personaggi si vedono chiaramente. Infatti i nomi delle persone ritratte vennero scritti su di uno scudo. Il numero ronda di notte venne dato in seguito poiché nel 700 per spostare l'opera venne data una vernice protettiva che annerì il ritratto e quindi sembrava appunto che fosse notte. Inoltre quando venne trasferita nella nuova sede venne eliminata una fascia verticale a sinistra e proprio per questo motivo la gura del capitano non è più al centro della composizione. Il titolo originale probabilmente era la compagnia del capitano coke. Il capitano è il personaggio principale; Indossa un vestito nero con una fascia dorata; nella mano destra tiene la spada e con la mano sinistra fa un cenno al suo luogo tenente di far iniziare la parata. Il luogo tenente vestito di bianco con la sinistra regge la spada. I membri della compagnia del capitano sono radunati all'esterno di un edi cio. Fra questi vediamo il tamburino che fa rullare il tamburo e tutti gli altri si preparano in modo confusionario, alcuni sventolando bandiere, altri preparando gli archibugi, altri armeggiando con le lance e inoltre viene rappresentato anche un cane che si spaventa e si accuccia. All'interno dell'opera vi è una grandissima dinamicità data dalle posizioni diverse dei personaggi rappresentati e anche dai gesti che compiono. È rappresentata anche una vivandiera la quale probabilmente si sarebbe occupata della cena dopo la parata infatti ha un pollo legato alla cintura. Le persone sono tutte disorientate dal colpo di un archibugio e non tutti i volti sono ben de niti. Tra questi volti pare che ci sia anche un autoritratto di Rembrandt. Rembrandt utilizza la luce per evidenziare ciò che gli interessa. La mano del comandante produce un'ombra sul luogo tenente per evidenziare il gesto compiuto però anche la vivandiera dovrebbe essere in ombra. Le varie fonti di luce sono illogiche e non sono usate con criterio. Tra i colori spiccano rosso e giallo. Le Fiandre erano un paese cattolico e si era riappaci cato con la Spagna per cui vi era una situazione completamente diversa rispetto alla Repubblica delle province unite. Le Fiandre erano una monarchia il cui re viveva a Bruxelles ed era glio del re di Spagna. Ci furono notevoli sviluppi artistici e i committenti erano la nobiltà e i ricchi mercanti e i generi più richiesti erano genere sacro, fi fi fi fi fi mitologico e storico e lo scopo di queste opere era quello di decorare edi ci privati. Le opere sacre venivano commissionate per a ermare ciò che è stato detto con la controriforma. Ebbe molta in uenza lo stile barocco. La città più importanti dal punto di vista artistico e Anversa e gli artisti principali sono Rubens e Van Dick. Rubens proveniva da una famiglia originaria di Anversa però nasce in esilio a Westfalia poiché il padre era stato esiliato in quanto calvinista. Quando il padre morì nel 1585 Rubens torna ad Anversa dove si forma come artista e si interessa lo studio di opere classiche rinascimentali. Tra il 1600 e il 1608 soggiorna in Italia dove visita Mantova, Genova e Roma. A Mantova diventa il pittore della famiglia Gonzaga e acquista la morte della vergine di Caravaggio. Durante il soggiorno studi alle opere degli artisti rinascimentali veneti come Giorgione, Tiziano, Tintoretto e veronese. Le caratteristiche delle sue prime opere italiane sono la dinamicità, la vivacità dei colori e Illuminismo. Nel 1608 ritorna ad Anversa e fonda un atelier. Nella sua deposizione della croce si nota l'in uenza di Caravaggio sia per la compassione che per i contrasti luce ombra. Col tempo il suo stile si evolve e sviluppa un linguaggio personale, di grande capacità comunicativa ma con elementi che solo gli intellettuali riescono ad apprezzare. La grande fantasia soprattutto nelle opere profane dove inserisce elementi esotici e curiosi.infatti Anversa era un porto molto importante e quindi Rubens vedeva spesso animali e personaggi esotici. Il suo stile può essere de nito come barocco personale caratterizzato da luminosità e dinamicità. Le conseguenze della guerra è un'opera molto famosa realizzato da Rubens. L'opera viene commissionata negli anni 30 da un pittore ammingo che era pittore di corte dei granduchi Medici a Firenze. Tra il 1618 e il 1648 si veri cò la guerra dei trent'anni e quindi l'amico di Rubens amareggiato per le conseguenze della guerra le chiede di realizzare un dipinto. Inoltre Rubens vista la sua grande conoscenza e cultura fu anche chiamato a redigere un trattato di pace. Il dipinto contiene parecchi signi cati allegorici.al centro della composizione troviamo la gura di Marte con l'armatura che impugna lo scudo con la sinistra e la spada con la destra; si muove in maniera impetuosa verso destra preso da una furia distruttiva. Marte viene trascinato dalla furia Aletto, gura spaventosa con i serpenti al posto dei capelli e il colorito cadaverico, che rappresenta la discordia. Nella sua carica furiosa Marte travolge alcune gure: una donna con uno strumento musicale rotto indicare che la guerra distrugge l'armonia, una madre con un bambino che rappresenta la fecondità distrutta dalla guerra e un uomo con un compasso che rappresenta l'arte. Inoltre Marte calpesta anche un libro che rappresenta la cultura. La guerra distrugge tutto ciò che la pace fi fi fi fi fi fi fl fl fi ff fi aveva costruito.sulla sinistra vediamo Venere che cerca di trattenere Marte che si aggrappa al suo braccio destro; lui la guarda però procede nella sua carica. Sempre a sinistra la gura di cupido ci si aggrappa al mantello cercando di trattenerlo. Si vede una donna con un abito nero stracciato con le braccia rivolte verso l'alto e l'espressione spaventata: questa rappresenta l'Europa che corre disperata. Alla sinistra dell'Europa troviamo il tempio di giano con porte aperte che sta indicare che siamo in un periodo di guerra. L'opera è dinamica ed è caratterizzata da un movimento da sinistra verso destra evidenziato dalla posizione degli arti dei vari personaggi. Il 500 è conosciuto come il secolo d'oro dell'arte spagnola che ha sviluppi orientati verso il realismo grazie all'in uenza di Caravaggio. Il pittore più importante di questo periodo è Velasquez che il soggiornò anche in Italia. La Sme Nina s'è un ritratto di gruppo con l'artista stesso. L'autore mette insieme la scena di genere con il ritratto è l'autoritratto.al centro della composizione troviamo la glia del re Filippo Quarto, Margherita, all'epoca unica erede al trono a ancata da due damigelle che fanno una riverenza; una porge l'acqua in una brocca rossa mentre l'altra accenna un inchino. La fanciulla guarda verso di noi e sembra stia facendo la stessa cosa anche una delle due damigelle. All'estrema destra troviamo due nani di corte e il cane di Filippo Quarto che il nano scuote con il piede. In secondo piano sulla sinistra troviamo il pittore che guarda verso di noi mentre dipinge un quadro di cui vediamo il retro. Sulla destra due assistenti di corte, tutori delle damigelle di corte. Sul fondo si vede un uomo sulla porta che scosta una tenda e guarda verso di noi e probabilmente si tratta del responsabile del palazzo. La scena è ambientata nello studio del pittore nel Palazzo Reale alle cui pareti sono appesi dei quadri uno specchio. Sulla parete di destra si intravedono delle nestre. La profondità dell'ambiente e data dalla prospettiva lineare ma anche da quella aerea. Vi sono varie idee riguardo a che cosa stesse dipingendo l'autore all'interno del quadro. Una possibilità è che sta dipingendo quello che si vede nello specchio ovvero il ri esso di Filippo Quarto e della moglie. In questo caso il centro dell'opera e l'infanta Margherita ma il centro del quadro che l'autore sta realizzando sarebbe composto dai due reali che non sono presenti nel nell'opera che stiamo descrivendo. Un'altra ipotesi è che il pittore stia dipingendo l'infanta Margherita e dove ci siamo noi ci sia uno specchio quindi l'autore sta dipingendo Las Meninas e i reali probabilmente hanno fatto visita al pittore per vedere come stava procedendo il tutto. Con questo probabilmente Velasquez voleva indicare che la pittura mostra diversi punti di vista per cui non si capisce dove nisce la realtà e dove inizia la nzione. Il dipinto stesso ci fa ri ettere su questo. fi fi ffi fl fi fl fi fi fl