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Caravaggio

Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 - Porto


Ercole, 18 luglio 1610) é un pittore.
Michelangelo Merisi pittore di origine lombarda figlio di un architetto. La sua era una
famiglia abbastanza agiata, della piccola nobiltá locale. Nel 1577 la famiglia Merisi, per
sfuggire della peste si trasferisce da Milano a Caravaggio.
Artisticamente, Caravaggio si forma a Milano, dove nel 1584, a 13 anni, entra nella
bottega di Simoe Peterzano, un maestro assai conosciuto, e rimane alcuni anni presso
di lui.
Al compimento di ventuno anni di etá, alla fine del 1592, il giovane Michelangelo,
rimasto orfano, vende tutti i suoi beni e parte per Roma dove rimane sino al 1606.
Giunto a Roma, Caravaggio é gia un artisa formato. Nonostante questo, passa da una
bottega all’altra, finché, probabilmente nel 15934, riesce ad inserirsi nella bottega di
Giuseppe Cesari, detto il Cavalier D’Arpino, un pittore che a Roma godeva di una certa
fama.
Caravaggio vi rimane poco tempo, e dopo una malattia, a causa della quale viene
ricoverato all’osepedale, decide di mettersi in proprio. Dipinge mezze figure, teste. Si
tratta di cose a un buon merrcato da vendere a qualche borghese, mercante o
straniero di passaggio.
Nel 1606, durante una partita di pallacorda, il tennis di allora, per un fallo avenuto nel
gioco, é convolto in un litigio e uccide un avversario, un certo Ranuccio Tomassoni da
Terni.
Dalla parte di Caravaggio muoiono anche due suoi compagni e ci sono altre tre morti
dalla parte del Tomassoni.
Nello scontro anche Caravaggio é gravemente ferito a testa.
Dopo questo, viene condannato alla pena di morte. La decapitazione. Per non essere
preso, Caravaggio comincia a scappare. Chiuse questa “peregrinazione” quattro anni
dopo.
Dopo essersi stabilito per un anno a Napoli, fu costsretto a riparare a Malta, onde
sfuggire all’estradizione che ne aveva chiesto lo Stato pontificio.
Qui rimase per un certo tempo ma poi, per contrasti avuti con l’Ordine dei Cavalieri di
Malta, fu costretto a fuggire nuovamente.
Si portó in Sicilia dove si spostó tra Siracusa, Messina e Palermo. Nell’ottobre del 1609
fu di nuovo a Napoli e qui, dopo alcuni mesi, fu riconosciuto da alcuni Cavalieri di
Malta e ferito in un agguato.
Una delle opere simbolo del periodo di latitanza a Napoli é David con la testa di Gollia,
olio su tela della fine del 1609, che Caravaggio invia al cardinale Scipione Borghese, il
potente nipoto del papa Paolo V, sperando nella grazia.
É conservato nella Galleria Borghese di Roma.
La testa di Gollia é un ritratto di Caravaggio.
Ma qualcuno, a Roma, si adoperava per la grazia. Quando si diffonde la notizia che il
papa gli ha perdonato l’omicidio, ancora convalescente, si rimette in viaggio, giunge a
Porto Ercole, tappa intermedia per ritornare a Roma.
Ma qui viene arrestato per sbaglio e rilasciato dopo due giorni. Quando esce, gira per
la spiaggia quasi impazzito per aver perso il suo vascello con tutto quello che aveva, e
delirante di febbre muore sulla spiaggia, il 18 luglio 1610. Si concludeva cosí, a meno di
quarant’anni, la vita di uno dei piú grandi pittori mai esistiti, che passerá alla storira
come il prototipo dell’artista meledetto.
La poetica della sua pittura si basa sullo studio diretto del modello in posa.
Con questa sua pratica pittorica il pittore elimina due fondamenti su cui reggeva l’arte
rinascimentale:
 La prioritá dell’invenzione, intesa come immaginazione.
 Quella del disegno, inteso come progetto.
Invece di usare questo, lui dipingeva la realtá, non inventava volti. Anche, usava
direttamente il colore senza disegno.
Nei quadri di Caravaggio un’attenzione particolare é sempre la riservata alla luce.
Stilisticamente egli inventa l’abolizione dello sfondo per circondare le immagini di
oscuritá.
Ottiene cosí un effetto molto originale: le sue immagini sembrano sempre apparizioni
dal buio. Le figure appaiono graze a sprazzi di luce: una fiaccola, uno spiraglio di
finestra aperta.
I volti di Caravaggio sono espressivi, drammatici.
La fortuna di Caravaggio inizia quando incontra il Cardinale Francesco Maria del
Monte, nel 1595, uomo di cultura e raffinato collezionista nota il suo talento e lo ospita
nel suo palazzo, aiutandolo ad entrare in relazione con importanti famiglie romane e
ottenere incarichi prestigiosi.
Canestra di Frutta
Realizzato nel 1597 – 1601 olio su tela oggi conservato nella Pinacoteca Ambrosiana di
Milano.
L’opera venne commissionata dal cardinale Del Monte al fine di farne dono al cardinale
Borromeo.
Il soggetto é una natura morta. “Natura morta” é qualsiasi pittura che ha come
soggetto cose inanimate.
Il realismo dell’immagine é davvero sorprendente: non vi é alcun particolare che non
sia di una precisione estrema.
Ma ció che piú impressiona é il particolare della mela bacata e di come ha risotto il
problema della prospettiva (avendo una figura frontale).
La Capella Contarelli
É la prima importante commissione che egli realizza a Roma.
La capella é sita nella chiesa di San Luigi dei Francesi, ed era stata acquista dal
cardinale francese Matteo Contarelli nel 1565. Il suo intento era di decorarla con storie
dedicate a san Matteo, di cui lui portava il nome.
Il piano iconografico fu da lui stesso definito: al centro vi doveva essere la pala d’altare
con l’effige del santo e ai due lati le immagini con la vocazione del santo e con il suo
martirio.
Dei lavori fu incarcato un pittore bresciano di nome Girolamo Muziano, il quale in
vent’anni non realizzó alcunché. Nel 1585 il cardinale morí e i suoi eredi decisero di
rivolgersi ad altri.
Caravaggio, nel giro di meno di due anni, consegnó le due tele raffiguranti la
“Vocazione di San Matteo” e il “Martirio di San Matteo”.
Il Martirio di San Matteo
Un dipinto a olio su tela databile al 1600-1601.
Questa composizione risulta un po’ sovraffollata. Il santo sta per essere ucciso affinché
San Matteo non proseguisse la sua opera di proselitismo.
Stupendo é il volto del carnefice. Un angeli si sporge da una nuvola per porgere a san
Matteo la palma simbolo di martirio.
Tutto intorno vi é un aprirsi della folla che assiste inorridita a quanto stá avvenendo.
Un angelo stá dando una palma a San Matteo. Nella religione cristiana, questo é il
simbolo del martirio.
Tra le persone ritratte si riconosce in fondo a destra un uomo con barba e baffi che
probabilmente é lo stesso Caravaggio.
L’intera scena é circondata dal buio come se il tutto stesse avvenendo di notte.
Vocazione di San Matteo
Realizzato tra il 1599 ed il 1600.
Il fascio di luce e la figura di Gesú, parzialmente coperta da quella di San Pietro, stanno
indicando San Matteo. San Matteo, al momento della chiamata di Gesú, era un
gabellier, cioé un esattore di tasse. Quando Gesú lo incontró, gli disse di seguirlo e san
Matteo abbandonó tutto per obbedirgli.
Caravaggio trasforma questo episodio in una scena dei suoi tempi. San Matteo, e gli
altri gabellieri seduti con lui a contare i denari raccolti, hanno abiti seicenteschi, ed
anche l’ambiente somiglia molto ad una taverna della Roma di quelli anni.
All’estrema destra vi sono Cristo, che tende il braccio verso Matteo e San Pietro,
ritratto quasi di spalle. Questi ribadisce il gesto di Cristo indicando a sua volta il
prescetto. Matteo reagisce accennando a se stesso con l’indice della mano sinistra. San
Matteo e i due giovani di destra si accorgono della presenza di Cristo. Il vecchio in piedi
e il giovane a capo tavola non si rendono conto di ció che stá succedendo. Caravaggio
immagina la luce provenire da una porta che dá sull’esterno.
La Pala d’Altare con San Matteo e l’Angelo
Fu realizzata nel 1602.
Caravaggio realizza una prima versione (andata distrutta nella Seconda Guerra
Mondiale), ma gli eredi la rifiutarono.
In questo quadro si vedeva San Matteo con l’aspetto di un popolano quasi analfabeta,
al quale l’angelo dirigeva la mano per farlo scrivere. Anche in questo casi ció che non fu
compreso fu l’eccessivo realismo del pittore. La seconda versione appare invece piú
accettabile. Qui il santo scrive da solo, mentre l’angelo gli dá dei suggerimenti. Qui il
santo ha l’aspetto di un vecchio saggio.
La Madonna dei Pellegrini
Anche conosciuta come la Madonna di Loreto é un dipinto a olio su tela, databile al
1604-1606 e conservato nella Cappella Cavaletti della basilica di Sant’Agostino a Roma.
Il dipinto ci mostra la Madonna vestita in abiti da popolana con Gesú Bambino in
braccio e due pellegrini davanti a lei, riconoscibili dalle mani giunte in atteggiamento di
preghiera e dai bastoni, nonché dalle vesti sdrucite e dai piedi nudi e gonfi messi in
primissimo piano.
Fu proprio a causa di questo particolare che, non appena il quadro fu messo sull’altare,
fu criticato.
Altro motivo di scandalo fu la casa cadente, con l’intonaco scrostato che scopre i
mattoni sottostanti: e qui, il Caravaggio vuiol ribadire l’adesione alla povertá assoluta
della Sacra Famiglia.
Si rappresenta alla Madonna come povera, e anche a i pellegrini. Anche fu criticato
perché la faccia della Madonna era di una nota prostituta dei tempi a Roma.
Morte della Vergine
É un dipinto a olio su tela realizzato tra il 1605 e il 1606. É conservato nel Museo di
Louvre a Parigi. É stata sicuramente una delle tele piú contestate tra quelle realizzate
da Caravaggio.
La tela era stata commissionata nel 1601 per la chiesa di Santa Maria della Scala, ma
Caravaggio la realizzó tra il 1605 e il 1606, poco prima quindi di fuggire da Roma per
l’accusa di omicidio.
L’opera non fu mai esposta e fu acquistata dal duca di Mantova Vincenzo Gonzaga.
Il motivo dello scandal, questa volta, é l’aspetto cosí realistico cosí realistico della
Vergine (forse una prostituta morta annegata, il ventre gonfio, i piedi sporchi). Il
drappo rosso che é rappresentato, é di colore rosso, rappresentando il modo tragico
della sua morte.

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