Sei sulla pagina 1di 27

Legislazione dei beni culturali

Diritto dei beni culturali


Università degli Studi di Roma La Sapienza (UNIROMA1)
26 pag.

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
Capitolo 2: LE FUNZIONI
LE FUNZIONI E GLI ISTITUTI

Le attività che le amministrazioni pubbliche esplicano in tema di beni culturali trovano la loro disciplina
nel:

- Parte prima del Codice dei beni culturali Æ capi II-VII del Titolo I;
- Parte seconda del Codice dei beni culturali Æ titoli II-III.

Sono articolate per istituti.

Si è soliti parlare di funzioni per indicare i complessi di attività che le amministrazioni pubbliche espletano
in ordine ai beni culturali; complesso di attività il cui tratto caratterizzante è costituito dalle finalità generali
che li ispira.

La prima funzione a emergere da un punto di vista temporale è quella della TUTELA: è stato il motivo
ispiratore degli iniziali interventi legislativi nel campo dei bei culturali, ed è alla base della legge Bottai
(Legge n° 1089 del 1939).

Origine:

x XV secolo Æ prime disposizioni in tema di tutela Æ bolle papali volte a evitare il danneggiamento
di edifici e lo spoglio di marmi dalle chiese.
x XVI-XVII secolo Æ alcuni provvedimenti adottati in Toscana.
x 1820 Æ editto emanato dal cardinale Pacca, sotto il pontificato di Pio VII Æ primo provvedimento
organico di salvaguardia, nel quale, oltre a norme restrittive dell’esportazione delle raccolte
artistiche, furono dettate misure per la conservazione e il restauro di beni e per la catalogazione delle
cose d’arte presenti nelle chiese e negli edifici assimilati, da realizzarsi tramite una denuncia alla
Commissione delle belle arti.
x COSTITUZIONE DEL REGNO D’ITALIAÆ in coerenza con l’ideologia dell’epoca, imperniata
sull’intangibilità della proprietà, il legislatore unitario fu alieno dal dettare norme che potessero
comportare vincoli per le facoltà dei proprietari di cose d’arte:
1. restò dunque in vita la preesistente formazione dei singoli Stati;
2. il Codice Civile del 1865 stabilì che erano da considerare nulle le disposizioni testamentarie
con le quali si imponeva all’erede il vincolo di conservare e trasmettere a un terzo il bene
ricevuto (nullità dei fedecommessi);
3. inoltre, come misura di tutela, si previde la possibilità di espropriare i monumenti la cui
conservazione fosse a rischio per incuria dei proprietari.
x LEGGE 12 GIUGNO 1902, n° 185 Æ primo esempio di legislazione organica dello Stato
unitario:
1. si stabilisce l’inalienabilità di alcuni beni culturali;
2. viene istituito un catalogo nazionale;
3. si proibisce l’esportazione dei beni menzionati nel catalogo.
x LEGGE 20 GIUGNO 1909, n° 364 Æ legge ROSADI Æ sostituisce la legge precedente, e
rappresenta l’archetipo della legge Bottai. La legge Rosadi conteneva:
1. Divieto di modificazione e restauro senza autorizzazione;
2. Diritto di prelazione e di acquisto coattivo nei casi di circolazione ed esportazione;
3. L’inalienabilità delle cose d’arte appartenenti a enti pubblici;
4. Soggezione al regime vincolistico delle cose di interesse artistico ecc.
x LEGGE DEL 1939, N° 1089 Æ legge BOTTAI Æ Nella legge 1º giugno 1939, n.1089 (Legge
"Bottai"), a lungo restata il testo di riferimento per la tutela e la protezione dei beni culturali in Italia,

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
si parlava tuttavia di "cose d'arte", comprendendo quindi solo beni significativi dal punto di
vista estetico e solo beni costituiti da oggetti materiali.
x La disciplina contenuta in questa legge e nel d.p.r. 1409 è transitata, nei suoi aspetti fondamentali,
nel TU (d.lgs. 1999, n° 490), e da questo nel CODICE del 2004.
x CORTE COSTITUZIONALE Æ qui la disciplina della tutela trova fondamento all’art. 9 Cost.

Articolo 9 della Costituzione:

la Repubblica:

1. Promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.


2. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

In tempi più recenti è emersa la funzione di VALORIZZAZIONE, che mette in evidenza un approccio
volto non solo a assicurare la conservazione dei beni culturali, ma anche a promuoverne le potenzialità
come fattori di diffusione dei valori della cultura in cerchie sempre più ampie di cittadini.

Origine:

x Il termine valorizzazione, associato ai beni culturali compare per la prima volta in un testo normativo
della legge 26 aprile 1964, n° 310, istitutiva della Commissione Franceschini (Commissione di
indagine per la tutela e la valorizzazione delle cose di interesse storico, archeologico e artistico, e del
paesaggio).
x È annoverato poi tra i compiti assegnati al neo costituito Ministero per i Beni culturali e ambientali,
all’articolo 1 del d.p.r. 3 dicembre 1975, n° 805 (tutela e valorizzazione).

TENTATIVI DI DEFINIRE LE FUNZIONI:

x D.lgs. 112/1998:
- Tutela Æ ogni attività diretta a riconoscere, conservare e proteggere i beni culturali;
- Gestione Æ ogni attività diretta, mediante l’organizzazione di risorse umane e materiali, ad
assicurare la fruizione dei beni culturali;
- Valorizzazione Æ ogni attività diretta a migliorare le condizioni di conoscenza e
conservazione dei beni culturali e a incrementarne la fruizione.

Primo Problema: tale indicazione si rivelò insoddisfacente sotto molti aspetti, perché vi era una
notevole sovrapposizione o gioco di rimando fra le funzioni così definite:

x Gestione e valorizzazione sono entrambe finalizzate alla fruizione, anche se la prima è


volta ad assicurarla e l’altra ad incrementarla;
x Le loro attività erano pressoché coincidenti: la prima riguardava manutenzione, sicurezza
e integrità dei beni dei beni; l’altra si occupava del miglioramento della conservazione
fisica dei beni e della loro sicurezza, integrità, valore.
x Ambedue le funzioni a loro volta richiamavano la tutela.
x Pertanto, le funzioni erano definite in termini circolari.

Secondo Problema: le funzioni così definite non trovavano pieno riscontro nel Tu:

x Il Tu sostituì al binomio tutela/valorizzazione il binomio


conservazione/valorizzazione (conservazione Æ controlli, restauro e altri

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
interventi di protezione; valorizzazione Æ espropriazione, fruizione e uso
individuale).
x Il Tu assegna alla valorizzazione un significato più specifico e ristretto, legato al
bene e all’uso dello stesso, non prendendo in considerazione quegli aspetti di
organizzazione non strettamente connessi al bene.
x Dottrina giuridica: in questo clima di incertezza normativa si collocano i tentativi da parte della
dottrina giuridica di precisare i contenuti delle funzioni:
x Tutela Æ considerata come tutela conservativa (conservazione = salvaguardia sia
dell’integrità fisica che del valore culturale del bene). Momento preliminare alla
conservazione è il riconoscimento del bene culturale (mediante individuazione).
x Valorizzazione Æ due formulazioni diverse (residuale l’una, volta a sviluppare e garantire
la fruizione collettiva l’altra) Æ comprende tutte le misure pubbliche precipuamente
finalizzate a favorire il godimento del bene da parte della collettività Æ valorizzazione =
funzione aperta e dinamica (dinamica perché esposta alle trasformazioni che l’evoluzione
sociale induce sulle modalità e sulle preferenze del pubblico nel godimento dei beni
culturali).
x Gestione Æ insieme delle forme e delle modalità di utilizzo della cosa da parte di colui che
ne ha la disponibilità in termini civilistici, ossia di chi dispone del bene patrimoniale sotteso
a quello culturale.
x Nuovo articolo 117 Cost.: dopo la riforma del Titolo V, operata nel 2001, le funzioni in tema di
beni culturali sembrano polarizzarsi nella tutela e nella valorizzazione:
x Tutela: diretta principalmente a impedire che il bene possa degradarsi nella sua struttura
fisica, e quindi nel suo contenuto culturale; la prima attività è quella di riconoscere il bene
culturale come tale.
x Valorizzazione: diretta soprattutto alla fruizione del bene culturale.
[Di gestione non se ne parla, dunque è stata prospettata la tesi che la valorizzazione
comprenda in senso residuale ogni attività diversa dalla tutela, e quindi anche la gestione.]

La Corte Costituzionale considera


tanto la tutela quanto la valorizzazione
delle materie-attività nelle quali, a
differenza delle materie-oggetto,
assume rilievo il profilo finalistico
della disciplina.

x Codice dei Beni culturali: vengono individuate come funzioni la tutela e la valorizzazione,
chiamate a realizzare finalità comuni in attuazione dell’art. 9 Cost. Æ preservare la memoria della
comunità nazionale e del suo territorio e promuovere lo sviluppo della cultura.
x La funzione di tutela è espressa nell’art. 3:
- comma 1: esercizio delle funzioni e disciplina delle attività dirette, sulla base di
un’adeguata attività conoscitiva, a individuare i beni costituenti patrimonio
culturale e a garantirne la protezione e la conservazione per fini di pubblica
fruizione.

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
- comma 2: l’esercizio delle funzioni di tutela si esplica anche attraverso
provvedimenti volti a conformare e regolare diritti e comportamenti inerenti al
patrimonio culturale.

Come tipologia di attività la tutela consiste dunque sia in regolazione [disciplina


normativa] e amministrazione giuridica [esercizio delle funzioni] dei beni culturali, sia in
intervento operativo di protezione e difesa dei beni stessi.

Tre finalità della tutela:

1. INDIVIDUAZIONE: qualificazione di una cosa come bene culturale.


2. PROTEZIONE: proteggono il bene culturale da attività nocive da parte dell’uomo.
3. CONSERVAZIONE: salvaguardano il bene culturale da eventuali fattori esterni
NATURALI.

L’articolo 3 ci dice solo la nozione di tutela. Per gli istituti in cui essa si articola tocca fare
riferimento a altre disposizioni interne al Codice, contenute nei capi del Titolo I, parte
seconda.

Nb: da notare che le finalità presenti nell’art. 3 Cod. erano presenti anche nell’art. 148 del
d.lgs. 112/1998; ma la differenza fra i due articoli consiste nel fatto che nel primo ogni
attività riconducibile a esse costituiva tutela, mentre nel secondo solo l’esercizio delle
funzioni e la disciplina delle attività Æ cioè fra le attività volte a riconoscere, conservare e
proteggere il bene culturale, compongono la tutela solo quelle che il legislatore a ritenuto di
disciplinare come in essa rientranti.

x La funzione di valorizzazione è espressa nell’art. 6:


- comma 1: esercizio delle funzioni e disciplina delle attività dirette a promuovere la
conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di
utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio steso;
- comma 2: comprende anche la promozione e il sostegno degli interventi di
conservazione del patrimonio culturale.

Come tipologia di attività la valorizzazione consiste dunque sia in disciplina normativa, sia
in amministrazione giuridica, sia in interventi operativi.

Tre finalità della valorizzazione:

1. PROMUOVERE LA CONOSCENZA del patrimonio culturale.


2. ASSICURARE LE MIGLIORI CONDIZIONI DI UTILIZZAZIONE E
FRUIZIONE (ossia l’uso individuale e collettivo).
3. SOSTENERE GLI INTERVENTI DI CONSERVAZIONE dello stesso
patrimonio.

Problema: sovrapposizione di ambiti fra tutela e valorizzazione:

- La garanzia della conservazione costituisce la finalità immediata della tutela, ma al


contempo la promozione e il sostegno degli interventi di conservazione rappresentano
ambiti/fini della valorizzazione.

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
- Assicurare le migliori condizioni di fruizione pubblica è una finalità propria della
valorizzazione ma la pubblica fruizione costituisce il fine ultimo della protezione e
conservazione, e quindi della tutela.
- Il fatto che la tutela risulti tipizzata comporta che gli aspetti della conservazione non
coperti dal Codice come istituti di tutela finiscono nella sfera della valorizzazione.
- La fruizione come fine ultimo della valorizzazione deve ispirare la tutela.

Gli istituti della valorizzazione sono individuati nel Codice, Titolo II parte seconda. Fra
queste disposizioni vi è l’art. 111, comma 1: le attività di valorizzazione dei beni culturali
consistono nella costituzione e organizzazione stabile di risorse, strutture o reti, ovvero nella
messa a disposizione di competenze tecniche o risorse finanziarie o strumentali, finalizzate
all’esercizio delle funzioni e al perseguimento delle finalità indicate all’art. 6.

Problema: ruolo che il Codice assegna alla fruizione: essa è menzionata sia come finalità
immediata della valorizzazione (art. 6, comma 1), sia come entità autonoma (art. 2, comma
4), sia insieme alla conservazione e/o valorizzazione (art. 1, commi 4,3,6).

Articolo 6, La valorizzazione consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a
comma 1 promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di
utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso , (( anche da parte delle persone
diversamente abili, )) al fine di promuovere lo sviluppo della cultura . Essa comprende anche la
promozione ed il sostegno degli interventi di conservazione del patrimonio culturale. (( In
riferimento al paesaggio, )) la valorizzazione comprende altresì la riqualificazione degli
immobili e delle aree sottoposti a tutela compromessi o degradati, ovvero la realizzazione di
nuovi valori paesaggistici coerenti ed integrati.
Articolo 2, I beni del patrimonio culturale di appartenenza pubblica sono destinati alla fruizione della
comma 4 collettività, compatibilmente con le esigenze di uso istituzionale e sempre che non vi ostino
ragioni di tutela
Articolo 1, Lo Stato, le regioni, le città metropolitane, le province e i comuni assicurano e sostengono la
comma conservazione del patrimonio culturale e ne favoriscono la pubblica fruizione e la
valorizzazione.
3,4,6
Gli altri soggetti pubblici, nello svolgimento della loro attività, assicurano la conservazione e la
A pubblica fruizione del loro patrimonio culturale.
r
Le attività concernenti la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale
t indicate ai commi 3, 4 e 5 sono svolte in conformità alla normativa di tutela.

Di per se questi elementi non sarebbero sufficienti a conferire alla fruizione un pari e distinto
rilievo rispetto alla tutela e la valorizzazione, sennonché il Codice ha dettato separate
discipline per la valorizzazione e la fruizione: art. 112:

a) I soggetti pubblici devono assicurare la valorizzazione dei beni presenti negli istituti
e luoghi della cultura nel rispetto dei principi fondamentali fissati dal Codice.
b) Si assegna alla competenza regionale la disciplina della valorizzazione dei beni
presenti in tali istituti e luoghi, salvo che per quelli nella proprietà e disponibilità
dello Stato.
c) Si stabilisce infine che per i beni culturali esterni a istituti e luoghi della cultura, la
valorizzazione venga assicurata compatibilmente con lo svolgimento dei compiti
istituzionali cui tali beni sono destinati.

Tali prescrizioni sono presenti anche nei primi tre commi dell’art. 102, muta solo il termine
di riferimento: non valorizzazione ma fruizione.

La scelta del Codice di disciplinare per questi aspetti in modo analogo ma distintamente la
fruizione e la valorizzazione ha spinto alcuni commentatori a ritenere che ormai la fruizione
si connoti come autonoma funzione rispetto alla tutela e alla valorizzazione, tanto sul piano
concettuale che su quello della disciplina normativa. E sicuramente l’intenzione dei
5

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
compilatori del Codice era questa, mossi dalla preoccupazione di non sottrarre allo Stato,
dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, la competenza normativa e amministrativa
in ordine a musei statali. Quello che conta però è capire se le intenzioni dei compilatori
hanno davvero reso la fruizione una funzione autonoma rispetto alla tutela e alla
valorizzazione: per ora si propende per una risposta negativa, in quanto la fruizione avrebbe
allora richiesto che si disciplinasse
disciplinassero le forme di svolgimento dell’attività,
attività, forme presenti nel
Codice, ma solo nell’art. 115, collocato nel capo dedicato ai Principi della
VALORIZZAZIONE IONE dei beni culturali.
culturali

Dunque la fruizione non è una funzione autonoma,


autonoma ma resta un aspetto, o me
meglio, una
FINALITA’’ della valorizzazione.
valorizzazione

x Rapporto tra le funzioni di Tutela e


Valorizzazione: il Codice mette in evidenza una
chiara gerarchia fra le due: il godimento pubblico
(valorizzazione/fruizione)
uizione) non può mettere a
repentaglio l’integrità
rità e la sicurezza del bene
(tutela).

____________________________________________
_________________________________________________________________
_____________________

PROTEZIONE
IONE E CONSERVAZIONE

Oltre alle forme di individuazione, volte al riconoscimento dei beni culturali, la tutela si occupa anche di
Protezione e Conservazione. Bisogna premettere che vanno ascritte all’ambito dellaa tutela anch anche la vigilanza
e l’ispezione, (rispettivamente artt. 18 e 19), poteri strumentali
str all’esercizio di tutte le funzioni di tutela:

- quello di vigilanza è attribuito


ribuito al Mibac, che può procedere anche mediante forme di intesa e
coordinamento conn le Regioni;
- quello di ispezione è assegnato ai soprintendenti, al fine di accertare l’esistenza e lo stato di
conservazione o di custodia
todia dei beni cultuali nonché l’ottemperanza alle prescrizioni di tutela
indiretta.

Il capo
po IIII del Titolo I, “Protezione e conservazione”, comprende
compre tre sezioni:

1) misure di protezione (artt. 20-28);


28);
2) misure di conservazione (artt. 29-44);
29
3) altre forme di protezione
zione (artt. 45
45-52).

¾ Misure di protezione:
x Finalità: salvaguardia dei beni culturali dall’uomo Æ misure che consistono anzitutto nel divieto o
autorizzazione di interventi sui beni:
a. Interventi vietati (art. 20):
ƒ Distruzione;
Incidono sulla struttura materiale del bene,
ƒ Danneggiamento; comportandone l’alterazione totale o parziale.

ƒ Usi non compatibili


compa con il carattere
storico o artistico dei beni culturali,
cultura Uso che non è consono alla dignità insita
nel valore culturale
rale del bene.
tali da recare pregiudizio alla loro
conservazione;
Bene viene dispers
disperso nei singoli elementi
ƒ Smembramento (nel caso degli archivi). materiali che lo compongono.
compo

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
b. Interventi soggetti ad autorizzazione (art. 21):
ƒ Rimozione dei beni culturali;
ƒ Demolizione dei beni culturali (anche se seguita da ricostruzione);
ƒ Spostamento dei beni culturali (per i beni mobili), anche temporaneo;
ƒ Smembramento di collezioni, serie e raccolte;
ƒ Scarto di documenti;
ƒ Esecuzione di opere e lavori di qualunque natura sui beni culturali.

Nb:

ƒ distinzione tra demolizione (soggetta ad autorizzazione) e distruzione


(vietata): la prima consente la successiva ricostruzione della cosa.
ƒ distinzione tra spostamento e rimozione: il primo riguarda una diversa
collocazione fisica di un bene mobile, il secondo invece un distacco fisico di
un bene culturale da un bene immobile (esempio una lapide da un muro).

Interventi di questo tipo necessitano dunque di atti di consenso Æ cioè atti con i quali
l’amministrazione consente l’utilizzo del bene asservito, dopo aver accertato che esso non
contrasta con l’interesse all’integrità e alla sicurezza del bene.

c. Interventi in materia di edilizia pubblica e privata: ricevono una apposita disciplina


procedurale:
ƒ l’autorizzazione va lasciata entro 120 giorni dalla presentazione della domanda,
salva la protrazione del termine per incombenti istruttori.
ƒ Scaduto il termine e decorsi 30 giorni dalla diffida a provvedere, contro il silenzio
serbato dall’amministrazione si può agire con il “silenzio - inadempimento”.
ƒ Qualora risulti dalla pronuncia del Mibac che l’opera non è in alcun modo
compatibile con le esigenze conservative del bene culturale, la procedura si
considera conclusa negativamente.
ƒ Una deroga alla disciplina dell’articolo 21 è prevista dall’art. 27: consente al
proprietario (possessore o detentore) l’esecuzione di interventi senza previa
approvazione, ma questa deroga deve sottostare a presupposti rigorosi:
ƒ Assoluta urgenza;
ƒ Interventi provvisori indispensabili;
ƒ Rischio di danni al bene;
ƒ Immediata comunicazione dell’esecuzione alla soprintendenza, alla quale
va inviato tempestivamente il progetto degli interventi definitivi per la
necessaria autorizzazione.
d. Sospensione o inibizione degli interventi (art. 28): sarebbe il “fermo lavori”,
provvedimento assegnato alla competenza del soprintendente. Può avere duplice natura:
1) Di autotutela, quando è volto ad assicurare l’osservanza della disciplina dettata in
tema di interventi. La sospensione vale, probabilmente, a seconda dei casi, fino al
rilascio dell’autorizzazione o alla revoca della misura sospensiva da parte del
sovrintendente.
2) Cautelare, quando tende a preservare da mutamenti la situazione di fatto della
cosa Æ avviene per tutti gli interventi relativi alle cose di cui all’art. 10 Cod., per
le quali non si sia già provveduto all’individuazione come beni culturali.
e. Archeologia preventiva (art.28): significativa novità rispetto al Tu. Si tratta della
possibilità per il soprintendente di richiedere, in occasione della realizzazione di lavori
pubblici, l’effettuazione a spese del committente di saggi archeologici preventivi su aree
che presentino un presumibile interesse archeologico, al fine di ridurre il rischio che
rinvenimenti archeologici, che intervengano nel corso dell’esecuzione dell’opera,
7

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
rendano necessarie modifiche significative ai lavori in atto, o addirittura ne
paralizzino il compimento.
Il soprintendente può disporre di approfondimenti dell’indagine archeologica, fino ad
avviare le procedure di individuazione, con la conseguente modifica sostanziale del
progetto o al limite la cancellazione dell’opera.

¾ Misure di conservazione:
x Finalità: salvaguardia del bene da fattori di tipo naturale, che possono compromettere l’integrità
fisica, ma anche ideologica (cioè del valore del bene culturale); di solito compito a carico del
detentore.
x Art. 29: la conservazione è assicurata da una coerente, coordinata e programmata attività di,
prevenzione, manutenzione e restauro: le prime due sono forme di tipo ordinario, e sono forme
preventive; la terza invece è una forma straordinaria, cioè interviene nel momento di massima
compromissione del bene:
a. Prevenzione Æ insieme di attività volte a contenere il rischio di un possibile
danneggiamento/deterioramento del bene culturale;
b. Manutenzione Æ tutte le attività/interventi che sono destinati a controllare le condizioni
dei beni culturali;
c. Restauro:
ƒ Presuppone una specifica competenza tecnica (mentre gli altri due interventi
possono essere anche fatti dal proprietario del bene).
ƒ Nella nuova versione del Codice, è prevista per i restauratori una più puntuale e
specifica competenza tecnica.
ƒ Restauro = RECUPERO del bene: vengono fatti dei progetti da parte dei
restauratori volti ad evitare interventi troppo invasivi, che danneggino la natura del
bene. Sono dunque interventi molto delicati e spesso lunghi, perché bisogna
prestare molta attenzione a non alterare l’integrità fisica e ideologica del bene (cfr.
lavori per la Cappella Sistina).
ƒ Ci sono due tipi di intervento di restauro:

Intervento di tipo strutturale e Intervento di tipo finalistico sul


diretto sul bene. bene.

Dunque presuppone la Mantenimento


FISICITA’ del bene. dell’INTEGRITA’ FISICA del
bene come presupposto
necessario per la conservazione
e protezione del valore
culturale in essa insito.

Dunque il restauro, indirettamente, svolge anche


una funzione di valorizzazione, cioè produce un
incremento della valorizzazione del bene.

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
ƒ Art. 29, comma 5: specificazioni sul restauro, e rinvio sui profili di competenza dei
restauratori Æ competenze che devono avere dei presupposti minimi, stabiliti con
un regolamento Æ atto normativo [  da atto amministrativo che è invece un atto
generale].
ƒ Anche laddove il restauro possa comprendere interventi di miglioramenti
strutturali, la finalità è pur sempre quella della migliore garanzia ella struttura, una
finalità conservativa, e solo eventualmente di valorizzazione.
ƒ Differenze tra restauro e prevenzione/salvaguardia: il restauro comporta azioni
sul bene stesso, mentre le altre due attività non comportano azioni sul bene, ma su
elementi a questo esterni che ne possono mettere in pericolo l’integrità.
ƒ Oltre a quanto detto in precedenza, l’art. 29 fissa come principi che:
1. Il Mibac definisca, anche con il concorso alle Regioni e la collaborazione
delle Università e degli istituti di ricerca, le linee di indirizzo e le norme
per la conservazione dei beni culturali;
2. Gli interventi di manutenzione e restauro sui beni culturali siano eseguiti
solo da restauratori;
3. Mibac e Regioni possano istituire centri cui affidare le attività di ricerca e
attuazione di interventi di conservazione.
Art. 30 Æ OBBLIGHI CONSERVATIVI: specifici obblighi di
comportamento che gravano sui soggetti pubblici: obbligo di garantire la
sicurezza e la conservazione dei beni di loro appartenenza Æ Stato, Privati
non profit, Enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, sono tenuti a svolgere
questa attività nel modo indicato dal soprintendente (ad esempio: obbligo
di fissare i beni culturali di appartenenza pubblica nel luogo di
destinazione, come indicato dal soprintendente).
Gli interventi conservativi sono di due tipi:

IMPOSTI VOLONTARI
(art. 21)

Sono sottoposti a previa autorizzazione: il


In assenza della iniziativa del proprietario,
soprintendete deve dichiarare se:
possessore o detentore, o comunque
1) L’intervento può essere ammesso a
indipendentemente da essa,
fruire di contributi statali;
l’amministrazione può attivarsi per
2) Ha carattere necessario per la
interventi sui beni culturali, interventi che
conservazione del bene.
devono avere finalità conservativa. Tali
interventi sono realizzabili Laddove il lavoro sia troppo costoso, il
Ministero può intervenire con un
1) direttamente dall’amministrazione;
finanziamento, completo o parziale. Questo
2) da questa possono essere posti a carico del
contributo può essere in conto capitale (e
proprietario (o di chi per lui).
allora è erogato alla fine dei lavori) oppure
in conto interessi( quindi sui mutui o altre
forme di finanziamento accordati da istituti
di credito, e allora è corrisposto direttamente
dall’amministrazione all’istituto).

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
Procedura per gli interventi imposti:

1. Richiesta preliminarmente la redazione da parte del


soprintendente di una relazione tecnica dei lavori da
eseguirsi, con la dichiarazione della necessità (a fini
conservativi) della loro esecuzione.
2. La relazione, insieme alla comunicazione di avvio del
procedimento, è inviata al proprietario (possessore o
detentore) che può presentare osservazioni entro 30 giorni.
3. Sulla base di queste, il soprintendente decide per
l’esecuzione diretta o indiretta dell’intervento, nel secondo
caso assegnando al proprietario un termine per la
presentazione di un progetto di lavori.
4. Se il progetto viene approvato, anche con modifiche,
all’esecuzione dei lavori provvede il proprietario;
5. Diversamente si da luogo all’esecuzione diretta.
6. Gli interventi conservativi, realizzati tanto in via diretta
che in via indiretta, sono posti a carico del proprietario,
con la possibilità che lo stato si addossi in tutto o in parte
l’onere della spesa.
7. Per i beni culturali restaurati o sottoposti ad altri interventi
conservatici a carico totale o parziale dello stato, o per i
quali siano stati concessi contributi, deve essere, secondo
l’art. 38., consentita l’accessibilità al pubblico, secondo
modalità da stabilirsi convenzionalmente tra il ministero e i
singoli proprietari.

- Norme particolari sono dettate in tema di interventi conservativi concernenti


beni culturali dello Stato o di enti territoriali:
ƒ Nel caso di beni statali, la progettazione ed esecuzione degli interventi è
affidata all’amministrazione o al soggetto interessato, ferma restando la
competenza del Mibac per il rilascio dell’autorizzazione sul progetto e la sua
vigilanza sullo svolgimento dei lavori;
ƒ Nel caso di beni degli enti territoriali, le misure conservative imposte sono
stabilite anche’esse previo accordo con l’ente interessato.
ƒ Nel caso dei beni culturali di interesse religioso, si prevede che
l’amministrazione provveda relativamente alle esigenze di culto, d’accordo
con le rispettive autorità.
- CUSTODIA COATTIVA: per i beni mobili è previsto questo istituto: il Mibac
può disporre i trasporto e temporaneamente la custodia di tali beni in pubblici
istituti, privandone della disponibilità il proprietario.
- COMODATO: art. 44 Cod. Æ consente ai direttori degli archivi e degli istituti che
abbiano in amministrazione o in deposito raccolte o collezioni artistiche di ricevere
in comodato, da privati proprietari, beni culturali mobili per consentire la
fruizione da parte della collettività:
a) si deve trattare di beni particolarmente importanti, o tali da integrare
significativamente collezioni pubbliche;
b) la loro custodia non deve essere troppo onerosa;

10

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
c) occorre l’assenso del ministero, che ne sopporta le spese anche di
conservazione;
d) il comodato non può durare più di 5 anni.
- DEPOSITO: i direttori possono ricevere in deposito beni culturali appartenenti a
enti pubblici, anche in questo caso con l’assenso del ministero; le spese di
conservazione e custodia sono a carico dell’ente depositante.
- Norme speciali in tema di ARCHIVI E DOCUMENTI: obblighi di tenuta in
orine, inventariazione, conservazione organica degli stessi (artt. 30 e 21). L’obbligo
è esteso anche a privati detentori di archivi di notevole interesse, e c’è la possibilità
che lo Stato possa intervenire finanziariamente a sostegno o copertura delle spese
occorrenti. Gli archivi non possono essere smembrati, e serve l’autorizzazione
dell’autorità di tutela per lo scarto dei documenti e per il trasferimento di archivi ad
altre persone giuridiche.
Norme ancor più specifiche valgono per gli archivi delle amministrazioni statali
e di organi costituzionali (art. 42: Presidenza della Repubblica, Camera, Senato e
Corte Costituzionale sono tenuti a curarsi dei loro archivi storici).

¾ Altre forme di protezione:


x Previste nella sezione III del capo III.
x Possono riguardare beni culturali individuati ai sensi dell’art. 10, o concernere beni culturali
considerabili solo in base all’art. 11.
x Tra queste altre forme di protezione, le misure più importanti, disciplinate agli artt. 45-47-49 sono
quelle di TUTELA AMBIENTALE: preservare la cornice ambientale di un immobile, ossia il
contesto originario dell’edificio, o quello sviluppatosi nel corso del tempo.
- Sul piano contenutistico, sono prescrizioni di tutela indiretta, perché esplicano effetti
giuridici in relazione a beni diversi da quelli oggetto di tutela.
- Sul piano finalistico, queste misure devono tendere a tutelare alcuni caratteri dei beni tutelati,
quali l’integrità, la prospettiva, il decoro, la continuità stilistica fra il bene e l’ambiente
che lo circonda.
- Varie disposizioni:

Art. 48 Serve l’autorizzazione per il prestito per mostre ed esposizioni di


beni culturali mobili, pubblici e privati.

Art. 49 Divieto di collocare o affiggere cartelli e altri mezzi di pubblicità tali


da arrecare danno all’aspetto, al decoro e al pubblico godimento del
bene.

Art. 50 Divieto di distaccare gli affreschi, se non con autorizzazione del


soprintendente.
Art. 51 Norme sugli studi d’artista.

Art. 52 Misure relative all’esercizio del commercio in aree di valore


culturale.

_______________________________________________________________________________________

11

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
CIRCOLAZIONE

Ci sono due tipi di Circolazione

NAZIONALE INTERNAZIONALE

Circolazione dei diritti: Circolazione dei beni:


trasferimento ei diritti Æ spostamento FISICO
atto traslativo. del bene: uscita o
entrata di un bene
culturale dal/nel
territorio nazionale.

¾ CIRCOLAZIONE NAZIONALE:

Ascrivibili all’area della tutela, ma connotati da finalità di garantire la fruibilità del bene culturale, risultano
gli istituti disciplinati dal Codice al capo IV, Titolo I, della parte seconda, sotto la rubrica “Circolazione in
ambito nazionaleӮ circolazione dei diritti relativi al bene culturale.

Come abbiamo già detto, la tutela consiste in un insieme di misure volte a contenere i rischi per l’integrità
fisica e simbolica del patrimonio, in ragione di abitudini sociali e comportamenti individuali.

I beni culturali sono beni di doppio valore:


1. Ideale;
2. Venale (cioè di mercato) Æ questo comporta il rischio di usura e dispersione a causa dei traffici
umani Æ preoccupazione che una circolazione priva di controlli possa fare danni irreparabili sul
patrimonio culturale! Ecco perché lo Stato deve provvedere a mantenere la conservazione:
a. Vigilando su qualsiasi trasferimento di opere d’arte in ambito nazionale;
b. Potendo intervenire sui beni di elevato interesse culturale, acquistandone la proprietà.
Nb: idea che la proprietà pubblica sia una migliore garanzia di tutela rispetto alla proprietà
privata.

La disciplina della circolazione dei diritti sul bene culturale varia in ragione della condizione giuridica
del bene, che a sua volta in larga misura dipende dalla natura pubblica o privata del soggetto che ne ha la
proprietà e dalla categoria cui il bene va iscritto.

12

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
CIRCOLAZIONE NAZIONALE:
art. 53 distingue se il bene è di
proprietà pubblica o privata.

I. BENI CULTURALI DI PROPRIETA’ BENI CULTURALI DI PROPRIETA’


PUBBLICA: STATO, REGIONI, ALTRI PRIVATA (artt. 59 s.s.):
ENTI TERRITORIALI [gli enti territoriali
sono Stato, Regioni, Province, Comuni, x Art. 59:
Città Metropolitane, e sono enti che si - Comma 1:“Gli atti che trasferiscono in
rivolgono o a destinatari ben determinati, tutto o in parte, a qualsiasi titolo, la
oppure operano in un certo territorio.] proprietà o la detenzione dei beni culturali,
sono denunciati al Ministero”.
BENI INALIENABILI: o Proprietà = titolo giuridico che il
soggetto ha sul bene; è il potere di
x Art. 53: USARE-GODERE-DISPORRE di quel
- comma 1: ci dice cos’è il demanio bene, perché se ne è TITOLARI.
culturale: i beni culturali che o Detenzione = potere di fatto che si ha
appartengono a Stato, Regioni e altri enti su un bene altrui, senza esserne
pubblici territoriali, e che rientrano nelle proprietari; potere di USARE-
tipologie dell’articolo 822 del Codice GODERE-DISPORRE di una cosa di
Civile, fanno parte del demanio proprietà di terzi, sapendo di doverne
culturale. Si rinvia al Codice Civile e rendere conto. Dunque materialmente
non all’articolo 10 del Codice dei beni ho il godimento, ma non ne sono
culturali perché non tutti i beni proprietario.
immobili sono da considerare o Possesso = chi si comporta di fatto da
demaniali, ma sono quelli che proprietario. Se io sono detentore di un
presentano interesse STORICO- bene non mio, e ne ho il possesso per
ARTISTICO-ARCHEOLOGICO, oltre un periodo di tempo lungo, questo
alle raccolte di pinacoteche etc. periodo ne determina l’acquisto da parte
Dunque i beni che fanno parte del mia (USUCAPIONE).
demanio culturale sono beni di interesse: o DENUNCIA: ha due finalità:
1. STORICO 1. Informare l’autorità pubblica sulle
2. ARTISTICO vicende circolatorie del bene;
3. ARCHEOLOGICO 2. Porre l’autorità pubblica in grado
4. MUSEALE di esercitare la prelazione quando
5. ARCHIVITICO ne ricorrono gli estremi.

- Comma 2: i beni del demanio Quando va fatta la denuncia? Dopo l’atto


culturale sono inalienabili, cioè non di trasferimento.
possono formare oggetto di diritti a Quali atti sono soggetti a denuncia? Gli
favore di terzi, se non nei modi previsti atti che trasferiscono la proprietà, e gli
dal Codice Civile. INALIENABILITA’ atti che trasferiscono la detenzione:
Æ impossibilità che un bene culturale Esempio di atti che Esempio di atti che
del demanio culturale possa essere trasferiscono la proprietà: trasferiscono la
trasferito a terzi. Tale regola è ribadita x Vendita (cioè detenzione:
anche nel successivo articolo, 54. scambio di un bene x Locazione;
con i soldi); x Comodato;
x Permuta (cioè x Deposito;
x Art. 54, comma 1: riguarda i beni SUPER scambio di cosa x Conferimento ad un
DEMANIALI Æ cioè non possono MAI contro cosa; terzo del mandato ad
essere alienati. Questi beni sono: x Donazione; amministrare, con
1. IMMOBILI E AREE DI x Trasmissione obbligo di custodia e
ereditaria. manutenzione.
13

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
INTERESSE ARCHEOLOGICO o Il diritto di proprietà può essere PIENO
Æ sono messi all’inizio dell’elenco, o LIMITATO (per diritti di terzi:
e ciò è fatto per dargli una sorta di usufrutto, servitù di passaggio, enfiteusi
priorità rispetto a tutti gli altri beni; …)
2. IMMOBILI DICHIARATI
MONUMENTI Æ monumento è un - Comma 2: ci dice chi deve fare la
termine improprio: comprende tutti denuncia e che la deve fare entro 30
quei beni che in sé sarebbero privi giorni.
dei caratteri tipici dei beni storico- Chi fa la denuncia?
artistici, ma sono legati ad eventi 1. L’alienante;
particolari della storia del nostro 2. Il cedente la detenzione;
paese Æ dunque tutti gli edifici e 3. L’acquirente in caso di
luoghi che si collegano ad eventi trasferimento avvenuto al
della patria (cfr monumento è la termine di procedure di vendita
casa dove nacque Garibaldi). Questi forzata o fallimentare (vuol dire
monumenti sono quindi tutelati. che io potrei essere proprietario di
3. Altre categorie di beni (presenti un quadro di Van Gogh, ma non
nell’articolo). avendo pagato i miei debitori, il
quadro mi sia stato pignorato e poi
x sia stato venduto all’asta; è chi lo
INALIENABILITÀ compra che deve farne la denuncia).
CAUTELARE 4. L’acquirente in forza di sentenza
che produca gli effetti di un
contratto di alienazione non
concluso, Codice Civile, artt. 2932
e 1351 (io proprietario di un bene
Rappresenta una vera e propria novità culturale posso stipulare un
del Codice: prevede che le cose contratto con Mario, nel quale mi
appartenenti ai soggetti indicati all’art. impegno a vendere il mio bene
10, comma 1, che siano opera di autore dopo un arco di tempo
vivente e la cui esecuzione risalga a prestabilito e a un prezzo
determinato Æ contratto
oltre 50 anni, siano inalienabili fino a
preliminare, ovvero un contratto
quando non si sia concluso il che contiene tutto il contenuto di
procedimento di verifica previsto quello che sarà il futuro contratto
dall’art. 12. definitivo. Se però io, prima della
scadenza del tempo, ho avuto
L’esito della verifica, se positivo, un’offerta migliore, o
comporta la sottoposizione della cosa semplicemente non voglio più
alla disciplina di tutela; se negativo, vendere quel bene, posso rifiutarmi
comporta la fuoriuscita da detta di concludere la transazione
ultimandola con il contratto
disciplina, e in particolare la libera
definitivo. In questo caso però,
alienabilità, in quanto cosa non Mario ha tutto il diritto di andare
individuata come bene culturale. dal giudice, che emette sentenza di
un contratto non concluso, e in
forza della sentenza io sono dunque
BENI ALIENABILI obbligato a dare il mio bene a
Mario, che ne farà la denuncia).
x Art. 55: beni alienabili previa 5. L’erede o il legatario nel caso di
autorizzazione subordinata alla successione mortis causa.
sussistenza di stringenti garanzie: alcuni
beni del demanio culturale POSSONO Nb: bisogna aver riguardo di dove
ESSERE ALIENATI all’esito di un il bene si trova (se il bene si trova a
determinato processo Æ sarebbero tutti i Roma, la denuncia la devo fare a
beni immobili che appartengono al Roma). Inoltre ultimamente si è
demanio culturale, ma non fanno parte di orientati a ritenere che l’obbligo di
quelli citati precedentemente, e possono denuncia incomba ora anche sui
14

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
essere alienati con “concessione” del soggetti pubblici e sugli enti privati
Ministero”; senza scopo di lucro, allorché
1. Presupposti: la richiesta di compiano atti traslativi o costitutivi
alienazione va corredata della proprietà o della detenzione di
dall’indicazione della destinazione beni culturali.
d’uso prevista per il bene, e delle
misure di tutela e valorizzazione Dati da scrivere nella denuncia:
nonché le modalità di fruizione del ƒ Sono elementi indispensabili per
bene. indicare alla pubblica
2. Condizioni: il provvedimento di amministrazione il cambiamento
autorizzazione deve contenere della titolarità;
prescrizioni in ordine alle misure di ƒ Sono elementi indispensabili per
conservazione e alle modalità di far sì che lo Stato possa esercitare
fruizione pubblica del bene, e la prelazione, se di questa
pronunciarsi sulla congruità delle concorrono gli estremi.
misure di valorizzazione indicate. ƒ Una denuncia incompleta è come
Queste prescrizioni vanno riportate una denuncia non fatta Æ quindi
nell’atto di alienazione. questi elementi sono
3. Regime giuridico: l’alienazione ESSENZIALI per la VALIDITA’
comporta la sdemanializzazione del della denuncia stessa.
bene culturale, ma non lo sottrae Problema: ci si è chiesti se una
alla disciplina di tutela: cioè è denuncia tardiva (cioè incompleta)
venuto meno solo la non necessità potesse comunque essere idonea
dello statuto del bene pubblico ai Æ al tempo della legge Bottai era
fini della tutela, non l’interesse così, oggi NO.
culturale del bene!
x Art. 56: beni alienabili previa
autorizzazione subordinata alla
sussistenza di garanzie meno stringenti Æ
si tratta innanzitutto degli altri beni
pubblici: i beni mobili degli enti territoriali
e i beni mobili e immobili degli enti non
territoriali, sempre esclusi quelli
inalienabili; i beni immobili demaniali,
allorché siano utilizzati a scopo abitativo o
commerciale.
Nb: fermo restando che dall’alienazione
non deve derivare un danno alla
conservazione e alla pubblica fruizione
del bene, non sono richieste né
l’indicazione degli obiettivi di
valorizzazione attesi, né la valutazione degli
stessi obiettivi. Questi beni restano
sottoposti alla disciplina di tutela, in
particolare l’esecuzione di lavori e opere è
sottoposta ad autorizzazione preventiva.

II. BENI CULTURALI APPARTENENTI


A PERSONE GIURIDICHE PRIVATE
SENZA FINE DI LUCRO (compresi gli
enti ecclesiastici civilmente
riconosciuti): la loro ALIENAZIONE è
soggetta a autorizzazione ministeriale. Il
presupposto richiesto è stabilire che
dall’alienazione non derivi un grave
danno alla conservazione o al pubblico
godimento del bene.

15

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
INOSSERVANZA DELLE NORME PREVISTE IN TEMA DI
CIRCOLAZIONE DEI DIRITTI SUI BENI CULTURALI:

ƒ Nel caso delle alienazioni di beni demaniali nei casi vietati dall’art. 54 o
senza l’autorizzazione ministeriale nei casi ammessi dall’art. 55, o senza
la sussistenza dei requisiti o delle condizioni previste per il suo rilascio

NULLITÀ DI CARATTERE ASSOLUTO

ƒ Nel caso di alienazione degli altri di soggetti pubblici o di soggetti privati


non profit, senza l’osservanza della disciplina in tema di autorizzazione

NULLITA’ DI CARATTERE RELATIVO

ƒ Nel caso di omessa denuncia Æ trattasi di INEFFICACIA piuttosto che di


nullità.

ƒ Nel caso di commercio di beni alienabili, come opere di pittura, scultura,


grafica, oppure oggetti di antichità o di interesse storico archeologico, chi
vende è tenuto a rilasciare all’acquirente la documentazione attestante
autenticità, o almeno la probabile attribuzione di provenienza, del bene.

_______________________________________________________________________________________

16

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
1) Beni culturali che non
2) Beni culturali che possono
possono uscire dal
uscire, con autorizzazione,
territorio dello Stato (art.
dal territorio dello Stato (art.
65).
65, comma 3).

CIRCOLAZIONE 3) Beni culturali


6) Ritorno
INTERNAZIONALE: che hanno libera
internazionale
circolazione dei beni culturali in uscita dal
dei beni culturali
uscita dal territorio nazionale o territorio dello
rubati o
in entrata nel territorio Stato (art. 65,
illecitamente
nazionale. comma 4).
esportati.

5) Restituzione, 4) Esportazione
nell’ambito dei beni culturali
dell’Unione Europea, dal territorio
di beni culturali dell’Unione
illecitamente usciti Europea (artt. 73-
dal territorio di uno 74).
Stato membro (sez.
III).

¾ CIRCOLAZIONE INTERNAZIONALE:

Se ne occupa il capo V del Titolo I della parte seconda, articolato in 5 sezioni:

1. Principi in materia di circolazione internazionale;


2. Uscita dal territorio nazionale e ingresso nel territorio nazionale;
3. Esportazione dal territorio dell’Unione Europea;
4. Disciplina in materia di restituzione, nell’ambito dell’Unione Europea, di beni culturali
illecitamente usciti dal territorio di uno Stato membro;
5. Disciplina in materia di interdizione dell’illecita circolazione internazionale dei beni culturali.

17

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
Circolazione dei beni culturali secondo la normativa dell’Unione Europea: fra i principi fondamentali
dell’Unione Europea c’è quello della libera circolazione delle merci, con i conseguenti divieti di dazi
doganali e di restrizioni quantitative (Trattato Ce, art. 23-28-29). La Corte di Giustizia ritenne che i beni
culturali dovessero, agli effetti del Trattato, essere considerate merci, e come tali soggetti alle norme
comunitario, salvo deroghe previste dal Trattato Æ art. 30 del Trattato: prevede che le disposizioni degli artt.
28-29 lascino impregiudicati i divieti o restrizioni alle esportazioni giustificati da motivi di protezione del
patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale Æ tutela del patrimonio.

Furono poi emanati:

x il regolamento (Cee) n° 3911/1992 del Consiglio: si disciplinò con esso l’esportazione di beni
culturali verso Stati terzi, per evitare che beni usciti illegalmente da uno Stato membro venissero
esportati all’esterno dell’Unione.
x la direttiva 93/7/Cee del Consiglio: si dettarono con essa regole per il recupero dei beni
appartenenti al patrimonio culturale di uno Stato dell’Unione illecitamente usciti dal suo territorio.

Premessa generale: art. 64-bis: principi fondamentali ispiratori ella normativa del Codice in tema di
circolazione internazionale dei beni culturali:

a. controllo sulla circolazione internazionale finalizzato a preservare l’integrità del patrimonio


culturale;
b. questo controllo va esercitato nel rispetto dei vincoli discendenti dall’ordinamento comunitario e
dagli impegni assunti con convenzioni internazionali;
c. i beni costituenti patrimonio culturale non sono assimilabili a altre merci.

1) Art. 65 (sezione I-bis): beni culturali sottoposti a un generale divieto di uscita definitiva dal territorio
dello Stato: riguarda innanzitutto:
a) Beni immobili indicati nell’art. 10, commi 1-3;
b) Le cose appartenenti a enti pubblici e privati senza fine di lucro, che siano opera di autore
non più vivente e la cui esecuzione risalga a oltre 50 anni, finché non si stata effettuata la
verifica.
c) Le cose a chiunque appartenenti che, pur rientrando nelle categorie indicate all’art. 10
comma 3, ma non ancora individuate come beni culturali, il ministero abbia preventivamente
escluso dall’uscita, per periodi di tempo definiti.

Nb: per i beni culturali e le cose oggetto di divieto di uscita definitiva, o sottoposti ad
autorizzazione (vedi sotto), è possibile l’uscita temporanea dal territorio nazionale per
mostri o altri eventi di alto interesse culturale, a condizione che ne siano garantite l’integrità e
la sicurezza. L’autorizzazione è richiesta all’ufficio competente, che fissa anche il termine
massimo per il rientro.

2) Art. 65, comma 3: autorizzazione per l’uscita definitiva di altre cose con rilievo culturale: esse sono:
a) Le cose appartenenti a privati, singoli e a persone giuridiche con fine di lucro, che siano
opera di autore non più vivente, con esecuzione risalente a oltre 50 anni, e che presentino
interesse culturale;
b) Gli archivi e i singoli documenti appartenenti a privati, che presentino interesse culturale;
c) Le cose rientranti nelle categorie dell’art. 11, comma 1, lettere f,g,h.

Attestato di libera circolazione: l’interessato deve richiedere questo certificato che lo autorizzi a far
circolare quel bene. L’ufficio emette, o nega, con atto motivato, l’attestato, che ha validità triennale.

18

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
In caso di diniego, il bene è sottoposto a procedimento di dichiarazione d’interesse e all’applicazione
delle misure di salvaguardia. L’interessato può presentare ricorso al ministero.

Ingresso nel territorio nazionale delle cose e dei beni indicati all’art. 65, comma 3, si richiede un
certificato che attesti il loro lecito ingresso in Italia.

3) Art. 65, comma 4: rende libera l’uscita definitiva di altre cose con rilievo culturale: esse sono le cose
indicate dall’art. 11, comma 1, lettera d., ossia le opere di pittura, scultura ecc, a chiunque appartenenti,
di autore vivente, o la cui esecuzione non risalga a oltre 50 anni.

4) Artt. 73-74 (sezione II): esportazione dei bei culturali dal territorio dell’Unione Europea: per evitare
che beni fuoriusciti illecitamente da uno Stato membro siano esportati all’esterno dell’Unione, passando
per il territorio di un altro Stato membro dalla legislazione meno rigorosa, il regolamento Cee
3911/1992 (dal quale riprendono gli articoli 73-74 Cod., sezione II) ha previsto che, ai fini
dell’esportazione verso paesi non dell’Unione dei beni culturali indicati in allegato, debba essere
presentata una licenza di esportazione rilasciata dallo Stato membro competente.

5) Art. 75 (sezione III): restituzione, nell’ambito dell’Unione Europea, di beni culturali illecitamente
usciti dal territorio di uno Stato membro e disciplina di reperimento della direttiva Cee 93/7 (succ.
mod.): la restituzione è ammessa:
a) Per i beni che sono appartenenti al patrimonio culturale dello Stato membro, e che rientrino
in una determinata categoria (indicata nella lettera A dell’Allegato A del Codice);
b) Per i beni che fanno parte di collezioni pubbliche.

Illecita è reputata l’uscita dal territorio di uno Stato membro avvenuta in violazione della legislazione di
tale Stato, oppure quella determinata dal mancato tempestivo rientro dopo un’uscita temporanea. In
presenza di questi presupposti, lo Stato richiedente (Stato membro da cui il bene è uscito) può esercitare
l’azione di restituzione nei confronti del possessore o detentore.

Nb: solo lo STATO da cui è uscito illecitamente il bene è LEGITTIMATO AD AGIRE, a


prescindere quindi dalla situazione proprietaria del bene medesimo.

Nel conflitto tra Stato richiedente e possessore o detentore del bene, riceve sempre tutela il primo: il
possessore, a condizione che provi di aver acquisito in buona fede il possesso del bene, ha solo titolo a
un equo indennizzo, che lo Stato richiedente deve corrispondere al momento della restituzione del
bene. Se il bene restituito non appartiene allo Stato, il Mibac provvede alla sua custodia fino alla
consegna all’avente diritto, il quale la può ricevere entro cinque anni dalla pubblicazione dell’apposito
avviso nella Gazzetta Ufficiale; decorso il termine, il bene è acquisito dal demanio dello Stato, per
essere assegnato a un museo, biblioteca o archivio dello Stato o di altro ente pubblico.

6) Art. 87 (sezione IV): richiama le norme della Convenzione dell’Unidroit sul ritorno internazionale
dei beni culturali rubati o illecitamente esportati: Convenzione:
x Adottata a Roma nel 1995;
x Ratificata dalla legge 7 giugno 1999, n° 213.
x La Convenzione ha lo scopo di prevedere una disciplina uniforme tra gli Stati aderenti in tema
di restituzione dei beni culturali rubati al legittimo proprietario e trasferiti all’estero e di
ritorno nello Stato di provenienza.
x Art. 87-bis: richiamata la Convenzione Unesco sulla illecita importazione, esportazione e
trasferimento di beni culturali.

_______________________________________________________________________________________

19

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
RITROVAMENTI E SCOPERTE

Capo VI, Titolo I, del Codice Æ disciplina il rinvenimento dei beni culturali:

Ritrovamento: esito di una attività indirizzata al rinvenimento


a) Sia come risultato
Scoperta: evento meramente accidentale

b) Sia come attività rivolta al rinvenimento Æ definibile come attività di ricerca Æ art. 88 Æ
oggetto di riserva a favore dello Stato:

- È una attività che comporta la ricerca sul campo.


- La riserva a favore dello Stato trova giustificazione nell’esigenza che sia valutata
l’opportunità di avviare una ricerca e che sia assicurato lo svolgimento della stessa in termini
idonei a garantire l’integrità.
- Problema: nella sua attuale strumentazione normativa, che di fatto garantisce al Mibac una
sorta di monopolio, collide con il principio di libertà scientifica.
- Occupazione temporanea: il Mibac può disporre di questa occupazione temporanea
dell’immobile interessato, con l’obbligo di indennizzare il proprietario per i danni che questi
subisca, ai fini dello svolgimento dell’attività di ricerca.
- Concessione: il Mibac può dare in concessione a un terzo l’attività di ricerca, ed emettere a
suo favore il decreto di occupazione. La concessione può essere revocata in caso di
inosservanza delle clausole fissate, oppure quando lo Stato vuol entrare in maniera più
diretta nella ricerca.
- Denuncia e conservazione temporanea: in caso di rinvenimento fortuito (scoperta), lo
scopritore a fare la denuncia, e agli obblighi di conservazione temporanea:
1) Denuncia: deve avvenire entro 24 h al soprintendente, sindaco, oppure una autorità di
pubblica sicurezza;
2) Conservazione: conservare il bene nelle condizioni e nel luogo dove è stato rinvenuto,
con il diritto di rimborso delle spese sostenute.
- Premio: a favore dello scopritore, del proprietario dell’immobile, o del concessionario
dell’attività di ricerca, è previsto un premio correlato al valore del bene ritrovato. Tale
premio può essere corrisposto anche mediante rilascio di parte dei beni rinvenuti.

Nb: ricordarsi che, ai sensi dell’art. 91, i beni indicati all’art. 10, da chiunque e in qualunque modo ritrovati
(ritrovamento o scoperta), appartengono allo Stato.

______________________________________________________________________________________

ACQUISTI PRIVILEGIATI IN TEMA DI BENI CULTURALI

Acquisti privilegiati in tema di beni culturali: riferimento a una serie di istituti in forza dei quali lo Stato,
ma anche altri soggetti pubblici e talvolta privati, acquista la titolarità di beni culturali con strumenti giuridici
diversi da quelli previsti dal diritto privato.

Premesse:

1) la titolarità dei beni culturali nell’ordinamento italiano può essere pubblica o privata;
2) lo Stato e gli altri enti pubblici sono in grado, come i soggetti privati, di operare sul mercato dei beni
culturali, rendendosi acquirenti di essi.
20

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
Acquisto privilegiato: l’ordinamento mette a disposizione, specie dello Stato, degli strumenti particolari
che consentono l’’acquisizione, in questo senso “privilegiata”, di beni culturali, o di beni a questi connessi.

Tali strumenti particolari assolvono a una funzione mista (può essere di conservazione come di
valorizzazione). Di questi strumenti, il primo, consistente nell’ acquisto a titolo originario a favore dello
Stato dei beni rinvenuti a seguito di ritrovamenti o scoperte, è già stato trattato in precedenza (art. 91). Gli
altri strumenti sono costituiti da:

a. prelazione (artt. 60-62).


b. acquisto coattivo (art.70).
c. espropriazione (artt. 95-100)

¾ PRELAZIONE: la prelazione è un termine che ricorre in particolare nel diritto privato Æ


La prelazione è quel diritto, in capo ad un medesimo soggetto, ad essere preferito, rispetto ad un altro a
parità di condizioni, nella costituzione di un negozio giuridico. La prelazione può essere volontaria,
oppure legale. La prelazione non è altro che la preferenza di un soggetto rispetto a un altro.

La prelazione artistica NON è così Æ essa presuppone un contratto già stipulato, e lo Stato ha 60
giorni di tempo per esercitare la prelazione. Durante questi 60 giorni, io ho ancora il mio bene, non lo
posso vendere. Quindi la differenza con la prelazione normale è che qui non c’è l’intenzione di fare un
contratto, perché il contratto già c’è.

La prelazione dei beni culturali consiste nel potere da parte del Mibac, o in caso di rinuncia, di altro
ente territoriale interessato di acquistare beni culturali alienati a titolo oneroso o conferiti in società,
rispettivamente al medesimo prezzo stabilito nell’atto di alienazione, oppure al medesimo valore
determinato nell’atto di conferimento.

- Presupposti della prelazione artistica sono:


1) Un atto di alienazione a titolo oneroso, oppure di conferimento in società, d un bene
culturale;
2) Nel caso di bene soggetto a dichiarazione, l’intervenuta notifica della dichiarazione di
interesse.
- Cos’è un atto di alienazione? È un atto che trasferisce la proprietà del bene.
- Cos’è un titolo oneroso? Consiste nella previsione di un corrispettivo per il trasferimento della
proprietà.
- Alla base della prelazione c’è la volontà da parte del proprietario di dismettere il bene
culturale con corrispettivo. L’istituto determina una deviazione dell’effetto traslativo verso un
soggetto diverso da quello voluto dall’alienante.
- La sussistenza della volontà da parte del proprietario di dismettere la proprietà del bene
culturale segna la differenza rispetto all’acquisizione coattiva e all’ espropriazione, nelle quali
non ha rilievo la volontà del titolare di spogliarsi del diritto.
- La prelazione artistica non appare inquadrabile fra le dichiarazioni negoziali, ma consiste in un
atto amministrativo, di trasferimento unilaterale della proprietà, sulla base di una volontà del
proprietario di trasmettere la titolarità del bene ad altri.
- Va esercitata entro 60 giorni dalla data di ricezione della denuncia (cfr art. 59)
- Trattandosi di un atto amministrativo, l’atto di prelazione artistica richiede di essere motivato.
- Prelazione a favore degli enti territoriali minori: il soprintendente, ricevuta la denuncia, dà
comunicazione alla Regione, alla Provincia e al comune nel cui territorio si trova il bene. Tali
enti possono manifestare entro 20 giorni dalla denuncia la proposta di prelazione (indicando le
specifiche finalità di valorizzazione). Entro lo stesso termine di tempo, il Mibac può rinunciare
all’esercizio della prelazione, trasferendone la facoltà all’ente interessato che adotta il
provvedimento.
21

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
In pratica nella prelazione normale avviene questo: io sono un privato, voglio vendere un mio bene, e con
un atto di conferimento determino il diritto di prelazione di quel bene da parte di Mario (esempio: se io ho
un appartamento e lo affitto a Mario per 10 anni, e dopo 10 anni decido di venderlo, Mario deve avere il
diritto di essere preferito, in quanto probabile acquirente, rispetto ad un altro).

Nella prelazione artistica avviene questo: lo Stato (o se rinuncia, un altro ente territoriale, ma comunque
un ente pubblico) ha il POTERE di acquistare un bene culturale alienato (cioè che si vuole vendere) a
titolo oneroso (un bene si può dare via gratuitamente oppure a titolo oneroso, e quindi ricevendo in cambio
un compenso) o conferiti in società, allo stesso prezzo che è stato determinato nell’atto di conferimento
(cioè atto in cui si conferisce il diritto di prelazione) o nell’atto di alienazione (atto finale in cui quel bene è
venduto).

Nel momento in cui si fa la denuncia di quel bene, il soprintendente ne deve dare la comunicazione alla
Regione, alla Provincia e al Comune nel cui territorio si trova il bene, e questi enti hanno 20 giorni di tempo
per fare una proposta di prelazione; il Mibac può allora rinunciare, sempre in quest’arco di tempo di 20
giorni, all’esercizio di prelazione, e con un atto di conferimento la prelazione viene data all’ente
interessato. Sarà allora con quest’ente che avverrà l’atto di alienazione, atto conclusivo, e sarà quest’ente a
dover pagare il precedente proprietario.

¾ L’ ACQUISTO COATTIVO (art.70 Cod.): possibilità per lo Stato o la Regione di acquistare la cosa
in relazione alla quale è presentata richiesta di attestato di libera circolazione.
- L’acquisto coattivo non ha alla sua base una volontà manifestata da parte del suo proprietario di
dismettere la titolarità della cosa.
- L’acquisto coattivo avviene per il valore indicato nella denuncia presentata all’ufficio di
esportazione.
- Modalità: l’acquisto va deciso entro 90 giorni dalla denuncia, con atto da notificarsi
all’interessato; atto che deve essere motivato in rapporto alle esigenze di tutela e/o
valorizzazione che lo supportano.

¾ L’ ESPROPRIAZIONE (artt. 95 ss): tre distinte fattispecie:


1) Espropriazione dei beni culturali, art. 95:
- Può riguardare sia beni mobili che beni immobili;
- Può essere disposta sia a favore dello Stato, che di altri enti pubblici e privati senza scopo di
lucro;
- Funzione: interesse a migliorare le condizioni di tutela ai fini della fruizione pubblica dei beni.
2) Espropriazione per fini strumentali, art. 96:
- È prevista per cose immobili non consistenti in beni culturali, al fine di isolare e restaurare
beni culturali immobili, assicurarne la luce o la prospettiva, garantirne o accrescerne il
decoro o il godimento da parte del pubblico, facilitarne l’accesso.
3) Espropriazione per interesse archeologico, art. 97:
- Esecuzione di interventi nel campo archeologico o del ritrovamento dei beni, è la finalità di
questa espropriazione: utilizzabile quando gli interventi richiesti dall’attività volta al
ritrovamento di beni culturali comportino una modificazione non reversibile dello stato dei
luoghi.

Per le tre fattispecie espropriative, valgono regole diverse in tema di procedimento e di indennizzo.

_______________________________________________________________________________________

22

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
FRUIZIONE COLLETTIVA E USO INDIVIDUALE

Il Titolo II della parte seconda del Codice si occupa della funzione degli istituti di valorizzazione, ed è
suddiviso in questo modo:

ISTITUTI DELLA
VALORIZZAZIONE:

CAPO I CAPO II CAPO III

Principi Uso dei beni Principi della Consultabilità dei documenti e degli
generali (artt. culturali (artt. valorizzazione dei beni archivi e tutela della riservatezza
101-105) 106-110) culturali (artt. 111-121) (artt. 122-130)

L’uso da parte dei cittadini dei beni culturali può essere generale (fruizione collettiva) o individuale (uso
individuale).

x Fruizione collettiva: la disciplina della fruizione collettiva varia a seconda che i beni rientrino o meno
negli istituti e luoghi della cultura, e a seconda dell’assetto proprietario.
Art. 101: sono istituti e luoghi della cultura:
- Musei;
Il Codice non dà una nozione né di istituto né di luogo della
- Biblioteche; cultura, ma dalle entità ricondotte possiamo dedurre che essi
- Archivi; siano o contenitori di beni culturali, ( musei) o beni
- Aree e parchi archeologici; culturali essi stessi (cfr complessi monumentali).
- Complessi monumentali.

Museo: struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per
finalità di educazione e di studio. Tale definizione riprende nella sostanza quella contenuta nell’art. 2
dello Statuto dell’Icom (International Council of Museum), adottato nel 1989, ma se ne discosta non
menzionando, fra le attività del museo, quelle di ricerca, e fra i suoi fini, quello di diletto dei visitatori.

Definizione nello Statuto dell’Icom: il museo è un’istituzione permanente senza scopo di lucro, al
servizio della società e del suo sviluppo; è aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le
testimonianze materiali dell’umanità e del suo ambiente: le acquisisce, le conserva, le comunica e,
soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto.

Biblioteca: struttura permanente che raccoglie, cataloga e conserva un insieme organizzato di libri,
materiali e informazioni, comunque editi o pubblicati su qualunque supporto, e ne assicura la
consultazione al fine di promuovere la lettura e lo studio.

Archivio: struttura permanente che raccoglie, inventaria e conserva documenti originali di interesse
storico e ne assicura la consultazione per finalità di studio e di ricerca.

23

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
Area archeologica: sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile, o di manufatti o strutture
preistorici o di età antica.

Parco archeologico: ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla


compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all’aperto.

Complesso monumentale: insieme formato da una pluralità di fabbricati anche in epoche diverse, che
con il tempo hanno acquisito come insieme un’autonoma rilevanza artistica, storica o
etnoantropologica.

Gli istituti e i luoghi della cultura:

a. se appartengono a soggetti pubblici Æ sono destinati alla pubblica fruizione ed espletano un


servizio pubblico
b. se appartengono a soggetti privati Æ quando sono aperti al pubblico, espletano un servizio
privato di utilità sociale.

gratuito
Accesso a istituti e luoghi pubblici della cultura
[Ovviamente l’ingresso è gratuito per le finalità di a pagamento
studio e ricerca].

Il Codice lascia ai soggetti proprietari (Stato, Regioni etc) la scelta fra la gratuità e l’onerosità.
Con il d. m. 507/1997, come da ultimo modificato nel 2005, lo Stato ha scelto il criterio del
pagamento del biglietto per l’ingresso a musei, aree e parchi archeologici, e complessi monumentali,
prevedendo la possibilità del libero ingresso solo nel caso di particolari avvenimenti, o quando gli
introiti siano inferiori alle spese di riscossione. I proventi derivati dalla vendita sono destinati a
interventi per la sicurezza e la conservazione degli istituti e luoghi e all’incremento della
valorizzazione del patrimonio culturale.

Le agevolazioni devono essere regolate in modo da non creare discriminazioni ingiustificate tra i
cittadini degli Stati membri dell’UE Æ d. m. 507/1997, art. 4 comma 3 Æ ingresso gratuito a favore
dei cittadini dell’Ue, di età inferiore ai 18 anni, e superiore ai 65, e a gruppi o comitive di
studenti delle scuole italiane e degli altri Stati Ue.

Per i beni dei privati, inseriti o meno in luoghi o strutture espositive o di consultazione, la condizione
normale non contempla il godimento pubblico. Ciò non impedisce che il proprietario possa
spontaneamente consentirlo, ma soprattutto che in determinate ipotesi la fruibilità collettiva costituisca
oggetto di un vero e proprio dovere giuridico:

o Art. 104: soggezione a visita pubblica, secondo accordi presi tra Mibac e proprietario, di
taluni beni ritenuti dal Mibac di interesse eccezionale, nonché delle collezioni.
o Art. 105: Mibac e Regioni hanno il compito di vigilare affinché siano rispettati i diritti di
uso e godimento pubblico (per la collettività).

x Accesso agli archivi: per gli archivi pubblici e privati, la disciplina sulla fruizione incrocia quella sul
diritto di accesso a documenti amministrativi e sulla tutela della riservatezza. Le norme specifiche sono
previste dagli artt. 122-127.
- Principio tendenziale (artt. 122-124-127) Æ libera consultabilità.
- Eccezioni al principio appena enunciato per alcuni documenti negli archivi di Stato e negli
archivi storici degli enti pubblici:
a) Documenti relativi alla politica estera o interna dello Stato, dichiarati di carattere privato; si
possono consultare 50 anni dopo la loro data.
24

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
b) Documenti contenenti dati relativi a provvedimenti di natura penale. Dato che prevedono
dati personali, si possono consultare dopo 40-70 anni.
- Nel caso degli archivi o di singoli documenti privati, dichiarati ai sensi dell’art. 13 Æ art.
127 Æ obbligo ai proprietari, possessori o detentori, di permettere agli studiosi la relativa
consultazione.

x Uso individuale: art. 106: possibilità che lo Stato, o altro ente pubblico, conceda l’uso dei beni che
ha in consegna dietro pagamento di un canone. Richiede però che l’uso individuale del bene sia diretto
a finalità compatibili con la loro destinazione culturale. Un esempio è l’affidamento di un immobile
a un’università perché ne faccia sede di studio, oppure a un comune o un ente privato perché lo esibisca
a sede di rappresentanza.
Altri usi individuali, ma di carattere non durevole, sono l’uso strumentale e precario (utilizzo di un
immobile per manifestazioni culturali, convegni, cerimonie) oppure la riproduzione (fotografica,
cinematografica ecc) del bene culturale.

_________________________________________________________________________________

ATTIVITA’ DI VALORIZZAZIONE

x Principi: i principi attengono in primo luogo alla competenza legislativa, in ordine alla disciplina di
valorizzazione: il Codice articola la competenza secondo un duplice criterio: criterio dell’assetto
proprietario e criterio della distinzione principi fondamentali/norme di attuazione:
- Per i beni culturali di appartenenza statale, spetta allo Stato la competenza legislativa di
principio e svolgimento;
- Per gli altri beni, allo Stato spetta di porre i principi fondamentali e alla Regione spetta la
normativa di attuazione.

Valorizzazione Æ principi molteplici:


a) Può essere di iniziativa pubblica o privata: nel primo caso, essa è retta dai principi di libertà di
partecipazione, pluralità dei soggetti, continuità di esercizio, parità di trattamento, economicità e
trasparenza della gestione; nel secondo caso, costituisce attività socialmente utile e presenta finalità
di solidarietà sociale.
b) La valorizzazione spetta al soggetto che ha la proprietà e la disponibilità del bene culturale, ma è
anche possibile per la parte pubblica concorrere alla valorizzazione di beni privati e di beni
pubblici in genere, e viceversa per la parte privata di partecipare alla valorizzazione di beni
pubblici e a quelli dei privati Æ sussidiarietà orizzontale.
c) Lo Stato e la Regione possono affidare compiti amministrativi in tema di valorizzazione agli enti
territoriali.
d) La valorizzazione va svolta in forme compatibili con la tutela.
e) La con sensualità è la forma operativa privilegiata, perché permette di condurre la valorizzazione in
maniera coordinata, armonizzata, e integrando gli interventi.
f) Il principio consensuale si traduce in accordi.
g) Livelli minimi uniformi di qualità della valorizzazione sono definiti con decreto del ministro previa
intesa in sede di Conferenza unificata.

x Ambiti: ambiti o aspetti della valorizzazione, indicati nel Codice:


- Promozione di attività di studio e ricerca;
- Diffusione della conoscenza del patrimonio;
- Sponsorizzazione di beni culturali;
- Accordi con le fondazioni bancarie.

_______________________________________________________________________________________
25

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)
SANZIONI AMMNISTRATIVE

Nel Codice, le troviamo al capo I, Titolo I, parte quarta. Ci sono due diversi complessi di misure:

1) Sanzioni amministrative in senso stretto: natura essenzialmente punitiva e si rivolgono direttamente


al responsabile della violazione di un precetto normativo. Sono commisurate al danno eventualmente
cagionato.

Esempio: Artt. 165-166: se vengono trasferiti all’estero beni culturali, violando le disposizioni in
tema di circolazione internazionale, si prevedono sanzioni amministrative di tipo pecuniario

2) Misure ripristinatorie o alternative: assolvono alla funzione di ristabilire l’ordine fattuale violato, e
tendono a riportare la “cosa” nella situazione anteriore alla violazione.

Esempio: Art. 160: se vengono violati gli obblighi di protezione e conservazione, si prevede la
misura ripristinatoria dell’esecuzione, a carico o comunque a spese del responsabile, di opere
necessarie alla reintegrazione. Qualora la reintegrazione non sia possibile, scatta la misura pecuniaria
alternativa, consistente nel pagamento di una somma pari al valore della cosa perduta o pari alla
diminuzione del valore che la cosa ha subito.

26

Document shared on https://www.docsity.com/it/legislazione-dei-beni-culturali-97/2733346/


Downloaded by: riccardo-colombi (ricky.colombi@gmail.com)

Potrebbero piacerti anche