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Diritto dei BC

Evoluzione normativa dei beni culturali


Il diritto dei beni culturali è un diritto pubblico perché quei beni contengono l’interesse
culturale della collettività.
Le forme di protezione delle opere d’arte risalgono perfino ai tempi degli Antichi
Romani, ma nei primi del Novecento si iniziano ad avere le prime vere norme tutelari.

Leggi del primo Novecento


Manca il rapporto tra lo Stato come “protettore” del bene culturale e l’idea generale
era che il bene è di un proprietario preciso. Nel 1902 e nel 1909 nascono le prime leggi
che hanno cercato di porre un rimedio ma con una disciplina frammentata.
Il nostro sistema di tutela dei beni culturali è molto legato all’intervento dello Stato
come pubblica amministrazione.
Oggi quello che chiamiamo “patrimonio culturale” è composto da:
● beni culturali
● paesaggio
Entrambi prevedono un intervento pesante della pubblica amministrazione, ma perché
i beni culturali sono legati al paesaggio?
Questo fattore ha motivi storici: la legislazione del primo Novecento era frammentaria,
ovvero era costituita da singole leggi che cercavano di dare ordine o fornire protezione
nella materia, limitate però a beni che seguivano dei valori particolari (es: pineta di
Ravenna).
Il concetto di proprietà privata, però, ai tempi era ancora molto forte, vista come la
conquista di un’opera d’arte, quindi lo Stato non intervenne molto da quel punto di
vista e si temeva che certi beni venissero persi o rovinati. Per questo si iniziò a mettere
dei paletti, delle regole.

La base del diritto dei beni culturali era che le cose d’arte erano cose rare e di
particolare pregio per il loro valore estetico → bello e raro

Questa idea durò molto nel tempo, ed è anche quella che poi farà unire il paesaggio
alla disciplina dei beni culturali. Naturalmente la legislazione segue le vicende dei
tempi: dopo la Prima Guerra Mondiale va a perdersi l’importanza dell’arte, e
l’interesse per i beni culturali tramonta, rivolgendosi a problemi più impellenti.
Fine anni Trenta
Solo alla fine degli anni Trenta abbiamo l’emanazione di due leggi destinate a durare
nel tempo:
● L. 1089/1939 : tratta di beni di interesse storico-artistico
● L. 1497/1939 : parla delle bellezze naturali
Queste leggi sono note come “Leggi Bottai”, l’allora ministro del Governo Mussolini
il quale aveva un particolare interesse nella materia e si impegnò per la tutela dei beni.
Esse sono anche chiamate “leggi gemelle”, poiché una tratta dei beni fisici, l’altra del
paesaggio, delle bellezze naturali. Le Leggi Bottai sono improntate alla protezione del
bene dall’azione dannosa dei privati più che alla conservazione dei beni stessi →
stretto legame tra bene e proprietà privata.
Le Leggi Bottai ebbero molta fortuna, tant’è che non furono quasi mai modificate, fino
al 1999 quando furono inglobate in un Articolo più ampio ma con le loro stesse basi.
In particolare le Leggi Bottai si concentrano soprattutto sul trasporto dei beni, mentre
“tralasciano” il concetto di conservazione.

Seconda Guerra Mondiale


Anni bui per l’arte, in questi anni furono disperse diverse opere d’arte a causa delle
azioni belliche e i beni culturali vengono abbandonati, poiché superflui alle
problematiche di allora. Questo si manifesta ancor più nel Dopoguerra, nel quale ci si
dovrebbe occupare della ricostruzione: in questo periodo non si pone abbastanza
attenzione dei beni, anzi alcune strutture storiche furono riutilizzate per costruire nuovi
edifici.

Anni Quaranta
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Secondo questo articolo, la Repubblica:
● Promuove la cultura → progresso
● Tutela il patrimonio storico artistico
La promozione del progresso comporta la salvaguardia del patrimonio culturale visto
come identità di una collettività.
Segue che il legame tra patrimonio culturale e identità di una collettività è stato
sviluppato dalla dottrina. Un bene culturale non è altro che una testimonianza
materiale avente valore di civiltà; è una cosa materiale che contiene un valore →
manifestazione della civiltà e dunque dell’identità di una collettività.
Da questo punto della storia il bene culturale passa da valore estetico a testimonianza
di civiltà, ed emerge un concetto ampio di tutela, non solo come conservazione ma
anche come fruizione.
Si completa il passaggio da una visione privatistica (proprietà privata) a una visione
pubblicistica dei beni culturali.

Il bene culturale contiene un interesse pubblico (interesse culturale nelle sue varie
manifestazioni: storico, artistico ecc.). Questo interesse è curato dall’amministrazione
pubblica (Ministero della Cultura e/o Regioni).

Anni Sessanta
Nel 1964 fu instaurata la Commissione Franceschini, una commissione di studio che
doveva:
● Fare una ricognizione del patrimonio
● Verificare le esigenze di tutela
● trovare soluzioni e rimedi possibili
Lo studio si conclude con una serie di raccomandazioni in relazione a:
● Tutela dei siti archeologici
● Dispersione dei beni mobili
● Monumenti in stato di abbandono
● Carenze nella manutenzione e nella sicurezza dei MUSEI
● Archivi e biblioteche

La legislazione
La legge del 1939 fu cambiata solo nel 1999, quando divenne un Testo Unico dei Beni
Culturali; in seguito fu stabilito un Codice dei beni culturali e del paesaggio nel 2004
(D.lgs. 42/2004), il CBC.

Secondo Art. 117, la tutela dei beni culturali è di competenza esclusiva statale, mentre
la valorizzazione è una competenza concorrente Stato-Regione.

Il legislatore non dà una definizione ma una qualificazione(interesse storico, artistico


etc.).
La cosa diventa bene se ha un valore che testimonia la civiltà di una collettività. Quel
valore è l’interesse qualificato che si riscontra in capo ad un dato gruppo sociale.

L’interesse che fa divenire bene una cosa contiene vari aspetti culturali e la sua
sussistenza deve essere individuata dalla PA attraverso un procedimento
amministrativo. Quindi una cosa diviene bene culturale quando riveste un interesse
giuridicamente qualificato e accertato dalla Pubblica Amministrazione.
I procedimenti di identificazione non sono tutti dello stesso tipo né si concludono con
il medesimo tipo di atto: non è sempre necessario (beni per cui l’interesse è
riconosciuto direttamente dal legislatore), dipende dal tipo di soggetto a cui il bene
appartiene e consiste in una dichiarazione della sussistenza dell’interesse culturale
(interesse pubblico).

Una volta che un bene viene dichiarato tale l’eventuale diritto di proprietà del privato
viene automaticamente limitato, il quale non potrà più disporne liberamente, ma dovrà
dichiarare ogni spostamento e ogni utilizzo particolare.

Individuazione dei beni culturali


Il bene culturale è una cosa che contiene un valore specifico che viene scoperto piano
piano dal legislatore che lo sta valutando.
L’interesse culturale che caratterizza un bene è considerato pubblico, quindi sotto la
giurisdizione della pubblica amministrazione, la quale deve anche individuare cosa
contiene questo interesse. Non tutti gli oggetti con valori storici o artistici ha un
interesse pubblico: serve qualcuno che lo dichiari ufficialmente.
Il CBC afferma che l’interesse che fa divenire bene una cosa contiene vari aspetti
culturali e la sua sussistenza deve essere individuata dalla PA attraverso un
procedimento amministrativo. Questo procedimento non segue interamente l’iter
solito: la disciplina dei beni culturali è settoriale e la legge applicata è diversa, più
specifica (la legge generale si applica laddove manchi la disciplina di un determinato
aspetto).
Una cosa diviene bene culturale quando riveste un interesse giuridicamente qualificato
e accettato dalla PA. Dichiarare o accertare l’interesse culturale di una cosa spetta alla
Stato, in particolare al Ministero della Cultura.

Art.10, Comma 1
Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli
altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a
persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici
civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico

Art.10, Comma 2
Sono inoltre beni culturali:
a. le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato,
delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed
istituto pubblico;
b. gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti
pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico;
c. le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli altri enti
pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico (...)

Art.10, Comma 3
​Sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista
dall'articolo 13:
a. le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico,
archeologico o etnoantropologico particolarmente importante, appartenenti a
soggetti diversi da quelli indicati al comma 1;
b. gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono interesse
storico particolarmente importante;
c. le raccolte librarie, appartenenti a privati, di eccezionale interesse culturale;
d. le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse
particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica,
militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e
della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia
delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;
d-bis) le cose, a chiunque appartenenti, che presentano un interesse artistico,
storico, archeologico o etnoantropologico eccezionale per l’integrità e la
completezza del patrimonio artistico della nazione;
e. le collezioni o serie di oggetti, a chiunque appartenenti, che non siano
ricomprese fra quelle indicate al comma 2 e che, per tradizione, fama e
particolari caratteristiche ambientali, ovvero per rilevanza artistica, storica,
archeologica, numismatica o etnoantropologica rivestano come complesso un
eccezionale interesse
I soggetti che non sono pubblici o equiparati ad essi, e posseggono cose di interesse,
non necessariamente possiedono un bene: questo deve essere dichiarato.

Per un privato possedere un bene culturale certificato è molto limitante: venderlo,


spostarlo, espatriarlo diventa un procedimento molto complicato.

L’interesse culturale, quindi, non sempre necessità di un accertamento perché, per


esempio nel comma 2, non c’è nessuna dichiarazione e le cose sono esentate da
qualsiasi procedimento.
Possiamo riconoscere tre intensità di interesse culturale di un bene:
1. Semplice (c. 1-2)
2. Importante (c. 3)
3. Eccezionale (c. 3)

Il soggetto proprietario è rilevante perché:


● Se privato il bene può essere dichiarato bene culturale solo se l’interesse è
importante o eccezionale (necessaria la dichiarazione)
● Se pubblico bisogna riconoscere un’ulteriore sotto distinzione
○ C.2 : nessuna dichiarazione (automaticamente beni culturali)
○ C.3 : dichiarazione se il bene ricade nel paragrafo D o E

Ci sono due criteri alla base dell’individuazione del l’interesse culturale:


● Criterio Soggettivo : che distingue gli enti pubblici, gli enti privati senza scopo
di lucro e altri privati
● Criterio Oggettivo : si innesta sul primo ed è inerente alla qualità della cosa e
distingue
○ Cose di interesse semplice
○ Cose di interesse particolarmente importante
○ Cose di interesse eccezionale

Procedimenti di individuazione
Il CBC prevede due tipi di procedimento:
● Verifica (art.12)
● Dichiarazione (art.14)

Art.10, Comma 5
Non sono considerati beni culturali (indipendentemente dal proprietario) le cose che
sono opera di autore vivente o la cui esecuzione risalga:
● a meno di 70 anni (benic.1e3 lett.a)ede)
● a meno di 50 anni (beni c. 3 lett. d-bis)

Verifica
Le cose indicate all'articolo 10, comma I, che siano opera di autore non piu' vivente e
la cui esecuzione risalga ad oltre settanta anni, sono sottoposte alle disposizioni della
presente Parte fino a quando non sia stata effettuata la verifica di cui al comma II.
I competenti organi del Ministero, d'ufficio o su richiesta formulata dai soggetti cui le
cose appartengono e corredata dai relativi dati conoscitivi, verificano la sussistenza
dell'interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico nelle cose di cui al
comma I, sulla base di indirizzi di carattere generale stabiliti dal Ministero medesimo
al fine di assicurare uniformità di valutazione.

Il codice consente che il proprietario pubblico possa chiedere la verifica di sussistenza


di un bene, una conferma del suo interesse culturale.
La verifica viene normalmente richiesto dal proprietario, ma può essere iniziato anche
dai componenti del Ministero.

Il procedimento di verifica si utilizza solo sui beni di proprietà pubblica, i quali si


presume abbiano già un interesse pubblico. I beni perciò si presuppongono vincolati
fino a che non si sia concluso il procedimento e quest’ultimo serve per svincolarli.
Le caratteristiche del procedimento:
● può essere d’ufficio o su iniziativa di parte
● è di competenza del Ministero della Cultura
● si svolge sulla base di indirizzi di carattere generale fissati dal Ministero
● si basa sulla presentazione di schede con i dati descrittivi del bene
● il procedimento non è disciplinato se non per il termine (120 gg.), si applicano
dunque le norme generali della legge 241/90

Infine si possono ottenere due esiti:


1. NEGATIVO : le conseguenze cambiano in base all’Ente proprietario
a. Stato o altri Enti Territoriali : il bene viene sdemanializzato, anche se
non obbligatoriamente poiché è una scelta dell’Ente (può mantenerlo nel
demanio per un certo numero di anni)
b. Altri Enti Pubblici o Privati : esclusione dell’applicazione delle norme
del CBC
2. POSITIVO : accertamento dell’effettiva sussistenza dell’interesse culturale e
applicazione delle norme del CBC e il bene diventa un Bene Culturale a tutti gli
effetti

Dichiarazione
Art.14, Comma 1
Il soprintendente avvia il procedimento per la dichiarazione dell'interesse culturale,
anche su motivata richiesta della regione e di ogni altro ente territoriale interessato,
dandone comunicazione al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della
cosa che ne forma oggetto.
Con questo articolo capiamo come il procedimento coinvolga sia l’amministrazione
pubblica che il proprietario (solitamente privato). La dichiarazione viene compiuta dal
Ministero della Cultura tramite un suo organo periferico, ovvero la sovrintendenza.
Il procedimento di dichiarazione termina in modo sfavorevole per il privato, il quale
perde la libertà decisionale del bene, che viene vincolato.

Art.14, Comma 2
La comunicazione contiene gli elementi di identificazione e di valutazione della cosa
risultanti dalle prime indagini, l'indicazione degli effetti previsti dal comma 4, nonché
l'indicazione del termine, comunque non inferiore a trenta giorni, per la presentazione
di eventuali osservazioni.
La comunicazione di avvio deve contenere tutti gli elementi previsti dall’art. 6 L.
241/90 ma in più (c. 2 ) anche gli elementi di valutazione della cosa risultanti dalle
prime indagini: Esiste dunque un pre-procedimento volto a capire in via preliminare se
esistano elementi della cosa che indichino la presenza dell’interesse culturale.

Art.14, Comma 4
La comunicazione comporta l'applicazione, in via cautelare, delle disposizioni previste
dal Capo II, dalla sezione I del Capo III e dalla sezione I del Capo IV del presente
Titolo.
Nel momento in cui il privato riceve la comunicazione d'inizio del procedimento, il
bene viene considerato Culturale: segue, in via cautelare, tutte le regole del CBC e
viene considerato un bene culturale fino a prova contraria.

Art.14, Comma 5
Gli effetti indicati al comma 4 cessano alla scadenza del termine del procedimento di
dichiarazione, che il Ministero stabilisce ai sensi delle vigenti disposizioni di legge in
materia di procedimento amministrativo.

L’amministrazione competente ad emanare la dichiarazione (provvedimento) è il


Ministero. Tuttavia l’istruttoria è condotta dalla Soprintendenza che, tenuto conto delle
osservazioni delle parti, forma una bozza di provvedimento (proposta). La bozza è
trasmessa alla Commissione regionale per il patrimonio culturale che è competente ad
emanare la dichiarazione.
La dichiarazione deve essere notificata al proprietario: il provvedimento è dunque un
atto recettizio. Per i beni immobili bisogna fare richiesta di trascrizione nei registri
immobiliari e al catasto su richiesta del Soprintendente: la trascrizione ha effetto per
tutti i successivi proprietari.

Provvedimento di vincolo
Il termine “dichiarazione” viene utilizzato quando l’amministrazione riconosce
determinate caratteristiche in una certa situazione, indica dei provvedimenti che non
creano niente di nuovo nel sistema giuridico ma riconoscono delle caratteristiche in
capo ad un certo soggetto, ad una certa cosa.
Questo accertamento comporta degli effetti innovativi, chiamati “costitutivi” (qualcosa
anche cambia/aggiunge qualcosa nel sistema giuridico).
Il sistema di vincolo, quindi, accerta l’esistenza del bene, ma l’attività
dell’amministrazione non si ferma lì, in quanto bisogna cambiare il sistema giuridico:
è un accertamento costitutivo.
La scelta dell’amministrazione di vincolare o meno qualcosa viene fatta basandosi su
criteri tecnici: i provvedimenti di dichiarazione e tutti quelli relativi ai beni culturali
sono provvedimenti a discrezionalità tecnica.

Quali sono le limitazione che vengono poste sulla cosa vincolata?


Possiamo riconoscere due tipi di limitazione:
1. Manutenzione del bene : il proprietario non può fare sul bene degli interventi di
manutenzione o modifica che potrebbe fare come qualsiasi altra cosa
2. Vendita del bene : sia dentro che fuori lo Stato

Tutela dei beni culturali


Art.3, comma 1
La tutela consiste nell'esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette,
sulla base di un'adeguata attività conoscitiva, ad individuare i beni costituenti il
patrimonio culturale ed a garantirne la protezione e la conservazione per fini di
pubblica fruizione.
Possiamo capire che la tutela è composta da: individuazione, protezione e
conservazione. In particolare la conservazione deve avere il fine di pubblica fruizione,
in quanto il bene contiene un interesse pubblico e quindi deve essere goduto dalla
collettività.

Protezione (Art.20-28 CBC)


Art.10, comma 1 e 2
I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi
non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare
pregiudizio alla loro conservazione.
Gli archivi pubblici e gli archivi privati per i quali sia intervenuta la dichiarazione ai
sensi dell'articolo 13 non possono essere smembrati

La salvaguardia del bene, ovvero la limitazione degli interventi, consiste in:


● Divieto : non si può fare nulla di ciò che è vietato
● Autorizzazione : si può fare solo quello che è autorizzato
A) L’articolo 20 prevede una norma generale che viete una serie di interventi a gravità
decrescente (indipendentemente dalla loro reversibilità)
● Distruzione : totale dispersione del bene
● Danneggiamento : modificazione dello Stato del bene
Il divieto si estende anche alle condizioni omissive del proprietario (ordinaria
diligenza) → non far nulla perché il bene non so deteriori, il proprietario deve attivarsi
per proteggere il bene culturale.
L’uso incompatibile con la destinazione bene vuol dire che il modo in cui viene fruito
il bene deve essere subordinato alle sue possibilità (affresco in discoteca → le luci e le
vibrazioni lo rovinano)

B) l’articolo 20 prevede una norma spicciare (c.2) dedicata agli archivi e vieta lo
smembramento
L’archivio è protetto non solo nella sua materialità ma anche nella sua destinazione
unitaria
L’archivio è considerato come un UNICUM e l’unitarietà è quella che ne costituisce il
valore.

Art.21, comma 1
Sono subordinati ad autorizzazione del Ministero:
a. la rimozione o la demolizione, anche con successiva ricostituzione, dei beni
culturali;
b. lo spostamento, anche temporaneo, dei beni culturali mobili, salvo quanto
previsto ai commi 2 e 3;
c. lo smembramento di collezioni, serie e raccolte;
d. lo scarto dei documenti degli archivi pubblici e degli archivi privati per i quali
sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13, nonché lo scarto di
materiale bibliografico delle biblioteche pubbliche, (...) e delle biblioteche
private per le quali sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13;
e. il trasferimento ad altre persone giuridiche di complessi organici di
documentazione di archivi pubblici, nonché di archivi privati per i quali sia
intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13.

Art.21, comma 2, 3 e 4
Lo spostamento di beni culturali, dipendente dal mutamento di dimora o di sede del
detentore, è preventivamente denunciato al soprintendente, che, entro trenta giorni dal
ricevimento della denuncia, può prescrivere le misure necessarie perché i beni non
subiscano danno dal trasporto.
Lo spostamento degli archivi correnti dello Stato e degli enti ed istituti pubblici non è
soggetto ad autorizzazione, ma comporta l'obbligo di comunicazione al Ministero.
Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, l'esecuzione di opere e lavori di qualunque
genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente. Il
mutamento di destinazione d'uso dei beni medesimi è comunicato al soprintendente
per le finalità di cui all'articolo 20, comma 1.

Segue che l’autorizzazione consegue a procedimento amministrativo dietro


presentazione di un progetto o descrizione.

Art.22, comma 1, 2 e 3
Il procedimento inizia su istanza del proprietario che deve presentare un progetto o
una mera descrizione tecnica (interventi semplici) alla Soprintendenza
La Soprintendenza può chiedere chiarimenti o nuovi documenti al privato oppure
disporre accertamenti tecnici (attività della PA)
Il termine per la conclusione del procedimento (120 gg.) è sospeso. Nel caso di
accertamenti non può essere sospeso per più di 30 gg.

Il procedimento si conclude con l’emanazione del provvedimento di autorizzazione,


che può contenere prescrizioni (discrezionalità tecnica).

Art.27
Nel caso di assoluta urgenza possono essere effettuati gli interventi provvisori
indispensabili per evitare danni al bene tutelato, purché ne sia data immediata
comunicazione alla soprintendenza, alla quale sono tempestivamente inviati i progetti
degli interventi definitivi per la necessaria autorizzazione.
Il provvedimento giunge dopo l’intervento urgente e dunque avrà un effetto retroattivo.
Caso problematico: l’autorizzazione dovrebbe essere preventiva per consentire la
salvaguardia (protezione) del bene.

Conservazione
Gli obblighi conservativi si realizzano in una serie di interventi:
● Volontari
Art.31, comma 1
Il restauro e gli altri interventi conservativi su beni culturali ad iniziativa d3
proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo sono autorizzati ai sensi
dell’articolo 21.
Gli interventi devono essere autorizzati, ma devono essere sempre ad iniziativa
del proprietario che, quando chiede l’autorizzazione, può anche richiedere che il
Sovrintendente sulla possibilità di ottenere contributi statali o agevolazioni
fiscali.
Art.35, comma 1
Il Ministero ha facoltà di concorrere alla spesa sostenuta dal proprietario,
possessore o detentore del bene culturale per l'esecuzione degli interventi
previsti dall'articolo 31, comma 1, per un ammontare non superiore alla metà
della stessa. Se gli interventi sono di particolare rilevanza o riguardano beni in
uso o godimento pubblico, il Ministero può concorrere alla spesa fino al suo
intero ammontare.
La concorrenza alla spesa dipende dai fondi a disposizione del Ministero che
vengono stanziati annualmente.
● Imposti
Art.32, comma 1
Il Ministero può imporre al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi
titolo gli interventi necessari per assicurare la conservazione dei beni culturali,
ovvero provvedervi direttamente.
Si tratta di esecuzione coattiva della pretesa dell’amministrazione, l'autotutela
esecutiva. Ciò comporta l’attivazione di un procedimento pubblico, gestito dalla
Soprintendenza in due tappe:
1. Pre-procedimento in cui la Soprintendenza redige una relazione tecnica
in cui stabilisce quali sono gli interventi da eseguire per la conservazione
del bene
2. Procedimento vero e proprio : la comunicazione di avvio e la relazione
tecnica vengono consegnate al proprietario e fissazione di un termine per
la presentazione di osservazioni (max. 30gg). Il Soprintendente assegna
un termine per la presentazione di un progetto in conformità alla
relazione.
Qui si hanno due possibilità:
● Il proprietario presenta un progetto : la Soprintendenza lo approva
o compie delle modifiche fissando un termine (PDF)
● Il proprietario rimane inerte, oppure non si adegua alle modifiche
o il progetto viene respinto : in questo caso si ha un’esecuzione
diretta
Art.34
Le spese e gli interventi imposti sono a carico del proprietario ma
il Ministero può partecipare secondo gli stessi criteri usati per gli
interventi volontari.
● Interventi di particolare rilevanza
● Bene in un o godimento pubblico
In caso di esecuzione diretta il Ministero stabilisce la quota a
carico del proprietario e provvede alla riscossione

Vincolo Indiretto
Art.45, comma 1 e 2
Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad
evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, ne sia
danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di
decoro.
Le prescrizioni di cui al comma 1, adottate e notificate ai sensi degli articoli 46 e 47,
sono immediatamente precettive. Gli enti pubblici territoriali interessati recepiscono le
prescrizioni medesime nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici
L’articolo 45 prevede, per i beni immobili, una modalità di tutela che non incide
direttamente sul bene oggetto di protezione ma sui beni “vicini”. È un vincolo
“accessorio”, non è obbligatorio, ma, come i vincoli naturali o paesaggistico, in caso di
sua emanazione supera tutti gli altri vincoli: se un immobile viene riconosciuto come
bene culturale ma un privato sta costruendo un edificio accanto, questo è obbligato a
fermare i lavori ed eventualmente demolire la struttura, senza indennizzo.

Circolazione dei Beni Culturali


La circolazione ha diversi possibili criteri di classificazione:
● Proprietario (pubblico o privato)
● Acquirente
● Tipo di Bene (mobile, immobile, demaniale)
● Regime (alienabile, inalienabile) → scelta del CBC
Le disposizioni sulla circolazione del bene si applicano nella vendita, nella
concessione in uso e nella locazione.

Regimi dei Beni Culturali


I beni culturali possono essere:
● Inalienabili : non possono essere venduti
● Alienabili con autorizzazione : possono essere venduti ma serve
l’autorizzazione
● Alienabili con denuncia : possono essere venduti ma devi presentare la
denuncia all’amministrazione, la quale può eventualmente fermare l’attività, già
in corso

Queste possibilità dipendono da diversi fattori:


● Proprietario : pubblico o privato
● Tipo di bene : mobile o immobile
Art.53, comma 1 e 2
I beni culturali appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti pubblici territoriali
che rientrino nelle tipologie indicate all'articolo 822 del codice civile costituiscono il
demanio culturale.
I beni del demanio culturale non possono essere alienati, né formare oggetto di diritti
a favore di terzi, se non nei limiti e con le modalità previsti dal presente codice.

Art.54, comma 1 - Beni Demaniali


a. gli immobili e le aree di interesse archeologico;
b. gli immobili dichiarati monumenti nazionali a termini della normativa
all'epoca vigente;
c. le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e biblioteche;
d. gli archivi;
d-bis. gli immobili dichiarati di interesse particolarmente importante ai sensi
dell'articolo 10, comma 3, lettera d);
d-ter. le cose mobili che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non
risalga ad oltre settanta anni, se incluse in raccolte appartenenti ai soggetti di
cui all'articolo 53

Art.54, comma 2, punto C) - Beni Non Demaniali


Sono altresì inalienabili i singoli documenti appartenenti ai soggetti di cui all'articolo
53, (nonché gli archivi e i singoli documenti di enti ed istituti pubblici diversi da quelli
indicati al medesimo articolo 53)
I beni che sono di proprietà pubblica ma sono sottoposti a verifica non possono essere
“toccati”, rimangono congelati.

Art.55, comma 2, punto A) - Inalienabilità Temporanea


Sono altresì inalienabili le cose appartenenti ai soggetti indicati all'articolo 10,
comma 1, che siano opera di autore non più vivente e la cui esecuzione risalga ad
oltre settanta anni, fino alla conclusione del procedimento di verifica previsto
dall'articolo 12. Se il procedimento si conclude con esito negativo, le cose medesime
sono liberamente alienabili, ai fini del presente codice, ai sensi dell'articolo 12, commi
4, 5 e 6.
Sono i beni in attesa di verifica. Se il procedimento dà esito negativo il bene può
essere sdemanializzato e venduto liberamente
Art.55 - Alienabilità di immobili appartenenti al demanio culturale
I beni culturali immobili appartenenti al demanio culturale e non rientranti tra quelli
elencati nell'articolo 54, comma 1, non possono essere alienati senza l'autorizzazione
del Ministero.
L'alienabilità non fa del bene culturale un bene normale, esso rimane “vincolato”.

Regole comuni ai beni degli enti territoriali


I beni inalienabili sono però trasferibili da un ente territoriale ad un altro. Se non
appartengono allo Stato deve essere data semplice comunicazione al Ministero
(art.54). Se lo Stato è acquirente non serve autorizzazione (art.57).

Il procedimento di Autorizzazione
L’Articolo 55 porta ad un provvedimento favorevole emanato dalla Commissione
regionale per il patrimonio culturale su parere della Soprintendenza. L’autorizzazione
riguarda:
● Beni immobili demaniali
● Altri Beni Culturali non demaniali
● Beni Culturali di altri enti pubblici e di soggetti assimilati

Autorizzazione di tipo I - i beni immobili demaniali


Si ha un’iniziativa di parte (proprietario). La richiesta di alienazione deve essere
accompagnata da:
● Destinazione d’uso prevista
● Programma di misure per la conservazione
● Obiettivi di valorizzazione, modalità e tempi
● Modalità di fruizione pubblica
Si ha poi l’istruttoria, la valutazione della congruità e la compatibilità di tutti gli
elementi con le esigenze di conservazione e fruizione del bene.
Il provvedimento finale è emanato dalla Soprintendenza e può essere:
● Positivo : si ha l’autorizzazione
● Negativo : viene negata l’autorizzazione. Questo esito è spesso legato alla
destinazione proposta, che risulti:
○ Pregiudizievole per la conservazione
○ Pregiudizievole per la fruizione pubblica
○ Incompatibile con il carattere storico artistico
Tutte le prescrizioni e condizioni sono riportate nell’atto di alienazione e costituiscono
la Clausola Risolutiva Espressa. Il mancato rispetto delle prescrizioni comporta la
risoluzione del contratto a venir meno del passaggio di proprietà.
Art.56, comma 1, punto A
È altresì soggetta ad autorizzazione da parte del Ministero l'alienazione dei beni
culturali appartenenti allo Stato, alle regioni e agli altri enti pubblici territoriali, e
diversi da quelli indicati negli articoli 54, commi 1 e 2, e 55, comma.
A condizione che i beni medesimi non abbiano interesse per le raccolte pubbliche e
dall’alienazione non derivi danno alla loro conservazione e non ne sia menomata la
pubblica fruizione.

Autorizzazione di tipi II - beni culturali non demaniali


I beni culturali diversi dal demanio immobiliare (art.56) sono alienabili con
autorizzazione. L’amministrazione verifica che i beni non abbiano interesse per le
raccolte pubbliche dall’alienazione non derivi danno alla loro conservazione e alla
pubblica fruizione

Autorizzazione di tipo III - tutti gli altri beni culturali pubblici


Tutti gli altri beni culturali di soggetti pubblici ed equiparati sono alienabili con
autorizzazione. L’amministrazione verifica che dall’alienazione non derivi danno alla
loro conservazione e alla pubblica fruizione.

Circolazione dei beni culturali privati


Il bene culturale è vincolato, ma esso non sarà mai così limitante da impedirne la
vendita. Il proprietario privato che vuole vendere un bene non deve chiedere
l’autorizzazione, ma lo Stato vuole comunque mantenere sotto controllo il loro circolo,
quindi il privato deve fare la denuncia.

Alienabilità con denuncia


Art.59, comma 1 e 2
Gli atti che trasferiscono, in tutto o in parte, a qualsiasi titolo, la proprietà o,
limitatamente ai beni mobili, la detenzione di beni culturali sono denunciati al
Ministero.
La denuncia è effettuata entro trenta giorni.
Questa è indipendente dal tipo di proprietario e ha il fine di:
● Salvaguardare il bene
● Esercitare la prelazione artistica
La denuncia è presentata alla Soprintendenza del luogo dove si trovano i beni
(territorialmente competente) e deve essere presentata entro trenta giorni dall’atto di
vendita. Essa ha inoltre un contenuto obbligatorio previsto dalla legge (art.59, comma
4):
a. i dati identificativi delle parti e la sottoscrizione delle medesime o dei loro
rappresentanti legali;
b. i dati identificativi dei beni;
c. l'indicazione del luogo ove si trovano i beni;
d. l'indicazione della natura e delle condizioni dell'atto di trasferimento;
e. l'indicazione del domicilio in Italia delle parti ai fini delle eventuali
comunicazioni previste dal presente Titolo.

Il potere della Prelazione


La prelazione artistica è l’acquisto in via preferenziale del bene culturale del privato da
parte della Pubblica Amministrazione. Nella prelazione artistica la PA, per motivi di
interesse pubblico, acquista coattivamente il bene culturale attraverso un’attività di
“imperio”.
Il potere di prelazione spetta agli Enti territoriali nei confronti del bene venduto o
conferito in società al medesimo prezzo o valore di conferimento.

Procedimento
1. Denuncia di trasferimento
2. Immediata comunicazione alla regione e agli altri enti territoriali la vendita del
bene. Il titolare del potere è lo Stato che può rinunciare (entro 20 gg.) a favore
di altro ente territoriale.
Dal momento in cui è stata ricevuta la denuncia, il contratto resta una
condizione sospensiva per 60 gg. in cui il MIC può esercitare la prelazione e il
venditore non può consegnare la cosa.

Il problema del prezzo


Questo problema si pone quando:
● I beni culturali siano stati ceduti insiemi ad altri beni per un unico prezzo
● Donazione
● Permuta
In questi casi il prezzo è determinato dalla PA e proposto dal privato. Se il prezzo non
è accettato dal venditore, si designa un terzo d’accordo tra le parti, che decida un
prezzo. Se le parti non si accordano su chi nominare, il terzo è nominato dal presidente
del tribunale con spese a carico del venditore.
Circolazione Internazionale dei Beni Culturali
Non sempre il bene che esce dal territorio dello Stato avvengono perché c’è una
vendita: i beni possono spostarsi per mostre, musei, etc… temporaneamente.
Possiamo avere due casi:
● Uscita temporanea (prestito) : esposizione con data di termine
● Uscita definitiva (esportazione) : vendita estera o cambio di posizione voluta
dal proprietario

Art.64-bis
Il controllo sulla circolazione dei beni culturali ha il fine di proteggere l’integrità dei
beni e viene effettuato tenendo conto della normativa internazionale, UE e nazionale
(coordinata nel CBC).
Abbiamo quindi un interesse dello Stato nel controllare la circolazione di beni
culturali, in particolare all’estero, con l’obiettivo di mantenere all’interno dello Stato la
maggior parte del Patrimonio Culturale.

Uscita definitiva
Regola Generale : i beni culturali non possono uscire dal territorio dello Stato in via
definitiva

Art.65, comma 1, 2 e 3 - Esportazione Vietata


È vietata l'uscita definitiva dal territorio della Repubblica dei beni culturali mobili
indicati nell'articolo 10, commi 1, 2 e 3.

L’esportazione è autorizzata a:
● Cose di interesse culturale (di qualunque proprietario) di autore non più vivente
o con più di 70 anni e di valore superiore €13.500
● Archivi o documenti storici privati con interesse culturale
● Cose dell’Articolo 11, lett. f, g e h (fotografie, mezzi di trasporto, strumenti
scientifici di qualunque proprietario)
Quando il proprietario vuole portare fuori dal territorio statale la cosa di interesse
culturale può assegnarla all’interno dell’UE o al suo esterno. La documentazione
richiesta cambia in base alla situazione:
● Interno UE : Attestato di Libera Circolazione (Art.68)
● Esterno UE : Attestato di Libera Circolazione + Licenza Esportativa (Art.74)
L’ufficio competente di questi documenti è l’Ufficio di Esportazione.
Attestato di Libera Circolazione
Il procedimento dura un massimo di 40 gg.
1. Denuncia dell’intenzione ad esportare e presentazione delle cose da esportare
con dichiarazione del loro valore
2. Istruttoria dell’ufficio che deve coinvolgere la DG competente per la raccolta di
ulteriori informazioni ed elementi conoscitivi (comunicazione entro 3 gg. e
risposta entro 10 gg.)
3. Accertamento della congruità del valore e accertamento dell’interesse artistico,
storico, etc… della cosa
4. Emanazione (o diniego) di Attestato che vale 5 anni
5. Comunicazione all’interessato

Diniego di autorizzazione
L’ufficio può emanare un provvedimento negativo quando si riscontra un valore
artistico/storico tale per cui la cosa potrebbe essere in realtà un bene culturale.
Il diniego comporta l’avvio del procedimento di dichiarazione.

Licenza di Esportazione
I controlli sulle esportazioni sono effettuati dallo Stato membro di esportazione
attraverso i servizi doganali. La licenza è solitamente rilasciata insieme all’attentato di
circolazione dagli Uffici di esportazione (elenco comunicato alla Commissione
Europea). Ha la durata di 1 anno.

Acquisto Coattivo
Il Ministero ha la possibilità di acquistare un bene (al prezzo dichiarato nella denuncia)
prima che finisca il procedimento di esportazione, quando questa cosa potrebbe avere
un particolare interesse.

Art.70
Ogni volta che la cosa viene presentata all’Ufficio esportazione per ottenere
l’attestato di libera circolazione, e prima del rilascio, l’Ufficio può proporre al
Ministero l’acquisto della cosa al valore indicato entro 90 gg. dalla denuncia
La proposta è comunicata contestualmente alla regione che potrebbe procedere
all’acquisto in caso il Ministero rinunciasse (simile alla prelazione artistica).
I beni rimangono custoditi presso l’Ufficio fino alla fine del procedimento.
Il termine per il rilascio dell’attestato si prolunga di 60 gg.
L’acquisto coattivo è diverso dalla prelazione artistica perché qui la manca la volontà
di vendere il bene
Contrappeso : possibilità del proprietario di rinunciare all’esportazione fino a notifica
dell’acquisto
In questo caso non parliamo di prelazione artistica perché in questo si presuppone un
trasferimento del bene e nell’esportazione non c’è necessariamente una vendita.

Esportazione Libera
Quando la cosa ha un valore inferiore a €13.500, con l’autore vivente o con meno di
settant’anni, il proprietario deve “solo” attestare che le cose hanno le caratteristiche
per cui possono essere esportate.

Uscita Temporanea dal Territorio


I beni culturali possono uscire temporaneamente dallo Stato. Possiamo riconoscere due
situazioni:
● Uscita per mostre ed esposizioni, salvo che:
○ I beni si possano danneggiare con lo spostamento
○ I beni costituiscano il fondo principale di una sezione di museo,
biblioteca o pinacoteca (Bacio di Hayez nella Pinacoteca di Brera)
● Altro
○ Mobilio privato dei diplomatici
○ Arredi delle sedi consolari all’estero
○ Necessità di interventi di manutenzioni speciali (es: disponibili sono in
uno Stato preciso)
○ Accordi con musei esteri in regime di reciprocità e per non più di 4 anni

Art.48 - Prestito per mostre


È soggetto ad autorizzazione il prestito per mostre ed esposizioni:
a. delle cose mobili indicate nell'articolo 12, comma 1;
b. dei beni mobili indicati nell'articolo 10, comma 1;
c. dei beni mobili indicati all'articolo 10, comma 3, lettere a), ed e);
d. delle raccolte e dei singoli beni ad esse pertinenti, di cui all'articolo 10, comma
2, lettera a), delle raccolte librarie indicate all'articolo 10, commi 2, lettera c),
e 3, lettera c), nonché degli archivi e dei singoli documenti indicati all'articolo
10, commi 2, lettera b), e 3, lettera b).
L'autorizzazione è rilasciata tenendo conto delle esigenze di conservazione dei beni e,
per quelli appartenenti allo Stato, anche delle esigenze di fruizione pubblica; essa è
subordinata all'adozione delle misure necessarie per garantirne l'integrità. I criteri, le
procedure e le modalità per il rilascio dell'autorizzazione medesima sono stabiliti con
decreto ministeriale.
Il rilascio dell'autorizzazione è inoltre subordinato all'assicurazione delle cose e dei
beni da parte del richiedente, per il valore indicato nella domanda, previa verifica
della sua congruità da parte del Ministero.
Uscita per mostre/esposizioni
Secondo l’Articolo 71 l’uscita temporanea richiede un attestato di circolazione
temporanea. Il procedimento consiste in:
1. Denuncia e presentazione delle cose all’ufficio esportazione con indicazione del
valore e del responsabile della custodia all’estero
2. L’Ufficio accerta la congruità del valore e detta le prescrizioni necessarie.
L'attestato indica anche il termine entro cui il bene deve rientrare (non più di 18
mesi)

Ricerche e scoperte
Gli articoli del CBC dall’88 al 93 si concentrano su ciò che la legge stabilisce in
materia di ritrovamenti e scoperte. Con questi termini intendiamo:
● Ritrovamento : quello che viene trovato durante un’attività di ricerca (cerco per
trovare)
● Scoperta : simile al precedente, ma totalmente accidentale, casuale (trovo
casualmente)

Appartenenza
Art.91 CBC
Le cose immobili previste dall’articolo 10 CBC da chiunque ritrovate nel sottosuolo
(particolare tutela dei beni archeologici) o sul fondale marino (nelle acque territoriali)
appartengono allo Stato e sono Beni Demaniali.
Le cose mobili previste dall’articolo 10 invece fanno parte del patrimonio
indisponibile.

Il Potere Ministeriale di Ricerca


Art.88
Le ricerche archeologiche e, in genere, le opere per il ritrovamento delle cose indicate
all'articolo 10 in qualunque parte del territorio nazionale sono riservate al Ministero.
Il Ministero può ordinare l'occupazione temporanea degli immobili ove devono
eseguirsi le ricerche o le opere di cui al comma 1.
L’idea di cercare in un determinato luogo per fare ricerca archeologiche è un’attività
propria del Ministero della Cultura. In caso di zone di particolare rilievo archeologico
il Ministero può ordinarne l’occupazione, ovvero la Pubblica Amministrazione utilizza
quel bene immobile in modo temporaneo (se fosse definitiva sarebbe un esproprio). In
questo caso il proprietario, che si vede parte del suo patrimonio limitato, ha diritto ad
un indennizzo.
Concessione
Art.89
Il Ministero può dare in concessione a soggetti pubblici o privati l'esecuzione delle
ricerche e delle opere indicate nell'articolo 88.
Se chi vuole scavare non è il Ministero, ma un altro soggetto (pubblico o privato) deve
richiedere al Ministero una concessione, tramite un procedimento a istanza di parte. Al
termine di questo procedimento il richiedente diventa concessionario (il quale può
essere anche il proprietario del terreno). Il Ministero, però, può porre dei termini
particolari, come il metodo per scavare.
La concessione può essere revocata:
● Quando il concessionario non rispetta le prescrizioni (in questo caso la revoca è
una sanzione)
● Quando il Ministero voglia sostituirsi nelle ricerche. In questo caso andranno
rimborsate al concessionario le spese sostenute fino ad allora.

Mantenimento in loco dei reperti


La Regione può chiedere che i ritrovamenti rimangano sul posto quando, per esempio,
rappresentano un potenziale luogo di turismo. La condizione è che l’ente disponga di
una sede idonea e che possa garantire la conservazione e la corretta custodia.

Sanzioni
Il Codice prevede sanzioni sia di ambito amministrativo sia sanzioni penali.

Cos’è una sanzione penale? La sanzione, in genere in tutto l’ordinamento giuridico, è


un concetto molto ampio, e può essere considerata la reazione del Diritto di fronte ad
un comportamento contro la legge. Il Codice Civile pone una legge generale: chiunque
causi un danno è tenuto a risarcirlo; i reati sono associati ad un certo tipo di sanzione
penale. Il diritto penale prevede due grosse tipologie di sanzioni:
● Sanzione che incide sulla libertà personale (arresto e reclusione)
● Sanzioni pecuniarie (versamento di somme di denaro) : si dividono
ulteriormente in ammende (grave) e multe (meno grave). Il legislatore sceglie
una range di prezzo minimo e massimo, mentre il giudice sancisce il prezzo
finale della sanzione
Entrambe i tipi di sanzione vengono registrate sotto il nome del colpevole.

Art.175
È punito con l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da euro 310 a euro 3.099:
a) chiunque esegue ricerche archeologiche o, in genere, opere per il ritrovamento di
cose indicate all'articolo 10 senza concessione, ovvero non osserva le prescrizioni
date dall'amministrazione
Art.176
Chiunque si impossessa di beni culturali indicati nell'articolo 10 appartenenti allo
Stato ai sensi dell'articolo 91 è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa
da euro 31 a euro 516, 50.
La pena è della reclusione da uno a sei anni e della multa da euro 103 a euro 1.033 se
il fatto è commesso da chi abbia ottenuto la concessione di ricerca prevista
dall'articolo 89.

Scoperte
Art.90
Chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili indicate nell'articolo 10 ne fa
denuncia entro ventiquattro ore al soprintendente o al sindaco ovvero all'autorità di
pubblica sicurezza
Chiunque fa una scoperta deve denunciarla e il soprintendente deve farne la
comunicazione.

Art.175
È punito con l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da euro 310 a euro 3.099:
b) chiunque, essendovi tenuto, non denuncia nel termine prescritto dall'articolo 90,
comma 1, le cose indicate nell'articolo 10 rinvenute fortuitamente o non provvede alla
loro conservazione temporanea

Lo scopritore ha poi un obbligo di conservazione:


[…] e provvede alla conservazione temporanea di esse, lasciandole nelle condizioni e
nel luogo in cui sono state rinvenute.
Chi scopre ha diritto al rimborso delle spese di conservazione.

e di custodia:
Ove si tratti di cose mobili delle quali non si possa altrimenti assicurare la custodia,
lo scopritore ha facoltà di rimuoverle per meglio garantirne la sicurezza e la
conservazione sino alla visita dell'autorità competente e, ove occorra, di chiedere
l'ausilio della forza pubblica.
Le spese di custodia verranno poi rimborsate interamente dal Ministero.

Premio
Art.92
Il premio è commisurato al valore della cosa (1/4) e spetta a 3 soggetti:
● Scopritore che ha ottemperato agli obblighi
● Concessionario (purché lʼattività di ricerca non rientri nei suoi scopi statutari o
istituzionali)
● Proprietario dellʼimmobile
Il premio è pensato anche per incentivare la denuncia delle scoperte.

Ci sono delle eccezioni:


● Se lo scopritore si è introdotto nel territorio del proprietario senza il permesso
di quest’ultimo
● Il premio non spetta al segnalatore, ovvero colui che non ha obblighi (come lo
scopritore) ma semplicemente avvista la cosa ma non adempie agli obblighi di
denuncia e custodia

I fondi per il premio, però, sono estremamente limitati e quindi il prezzo del premio
viene stabilito in seguito ad un lungo procedimento: il responsabile di tale
procedimento è la Soprintendenza, mentre l’autorità emanante è la Direzione
Archeologica Belle Arti e Paesaggio.

● Iniziativa : a istanza di parte da presentarsi entro il termine massimo di 10 anni


dal ritrovamento
● Termine : 180 giorni ma la Soprintendenza deve terminare l’Istruttoria entro
120 giorni
● Istruttoria : serve per stimare il valore del bene tramite tabelle ministeriali.
L’Istruttoria termina con una proposta di premio che la Soprintendenza invia
alla Direzione Generale del Ministero della Cultura

Se la DG esamina tutta la documentazione e la proposta della Soprintendenza entro 60


giorni:
● Proposta corretta : la DG invia la comunicazione al destinatario con la richiesta
di accettazione della determinazione del premio. Una volta ricevuta
l’accettazione la DG verifica la disponibilità dei fondi e liquida (paga) il premio
● Proposta respinta : la DG comunica di diniego di corresponsione del premio

Se i destinatari non accettano la proposta, la DG rimanda tutto alla Soprintendenza


perché la stima venga effettuata da un terzo designato dalle parti. Se le parti non si
accordano il terzo è nominato dal Presidente del Tribunale. Una volta ricevuta la stima
del perito la Soprintendenza invia tutto alla DG con il ricalcolo del premio. Se la
direzione accetta provvede alla comunicazione e richiesta di accettazione.

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