Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La base del diritto dei beni culturali era che le cose d’arte erano cose rare e di
particolare pregio per il loro valore estetico → bello e raro
Questa idea durò molto nel tempo, ed è anche quella che poi farà unire il paesaggio
alla disciplina dei beni culturali. Naturalmente la legislazione segue le vicende dei
tempi: dopo la Prima Guerra Mondiale va a perdersi l’importanza dell’arte, e
l’interesse per i beni culturali tramonta, rivolgendosi a problemi più impellenti.
Fine anni Trenta
Solo alla fine degli anni Trenta abbiamo l’emanazione di due leggi destinate a durare
nel tempo:
● L. 1089/1939 : tratta di beni di interesse storico-artistico
● L. 1497/1939 : parla delle bellezze naturali
Queste leggi sono note come “Leggi Bottai”, l’allora ministro del Governo Mussolini
il quale aveva un particolare interesse nella materia e si impegnò per la tutela dei beni.
Esse sono anche chiamate “leggi gemelle”, poiché una tratta dei beni fisici, l’altra del
paesaggio, delle bellezze naturali. Le Leggi Bottai sono improntate alla protezione del
bene dall’azione dannosa dei privati più che alla conservazione dei beni stessi →
stretto legame tra bene e proprietà privata.
Le Leggi Bottai ebbero molta fortuna, tant’è che non furono quasi mai modificate, fino
al 1999 quando furono inglobate in un Articolo più ampio ma con le loro stesse basi.
In particolare le Leggi Bottai si concentrano soprattutto sul trasporto dei beni, mentre
“tralasciano” il concetto di conservazione.
Anni Quaranta
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Secondo questo articolo, la Repubblica:
● Promuove la cultura → progresso
● Tutela il patrimonio storico artistico
La promozione del progresso comporta la salvaguardia del patrimonio culturale visto
come identità di una collettività.
Segue che il legame tra patrimonio culturale e identità di una collettività è stato
sviluppato dalla dottrina. Un bene culturale non è altro che una testimonianza
materiale avente valore di civiltà; è una cosa materiale che contiene un valore →
manifestazione della civiltà e dunque dell’identità di una collettività.
Da questo punto della storia il bene culturale passa da valore estetico a testimonianza
di civiltà, ed emerge un concetto ampio di tutela, non solo come conservazione ma
anche come fruizione.
Si completa il passaggio da una visione privatistica (proprietà privata) a una visione
pubblicistica dei beni culturali.
Il bene culturale contiene un interesse pubblico (interesse culturale nelle sue varie
manifestazioni: storico, artistico ecc.). Questo interesse è curato dall’amministrazione
pubblica (Ministero della Cultura e/o Regioni).
Anni Sessanta
Nel 1964 fu instaurata la Commissione Franceschini, una commissione di studio che
doveva:
● Fare una ricognizione del patrimonio
● Verificare le esigenze di tutela
● trovare soluzioni e rimedi possibili
Lo studio si conclude con una serie di raccomandazioni in relazione a:
● Tutela dei siti archeologici
● Dispersione dei beni mobili
● Monumenti in stato di abbandono
● Carenze nella manutenzione e nella sicurezza dei MUSEI
● Archivi e biblioteche
La legislazione
La legge del 1939 fu cambiata solo nel 1999, quando divenne un Testo Unico dei Beni
Culturali; in seguito fu stabilito un Codice dei beni culturali e del paesaggio nel 2004
(D.lgs. 42/2004), il CBC.
Secondo Art. 117, la tutela dei beni culturali è di competenza esclusiva statale, mentre
la valorizzazione è una competenza concorrente Stato-Regione.
L’interesse che fa divenire bene una cosa contiene vari aspetti culturali e la sua
sussistenza deve essere individuata dalla PA attraverso un procedimento
amministrativo. Quindi una cosa diviene bene culturale quando riveste un interesse
giuridicamente qualificato e accertato dalla Pubblica Amministrazione.
I procedimenti di identificazione non sono tutti dello stesso tipo né si concludono con
il medesimo tipo di atto: non è sempre necessario (beni per cui l’interesse è
riconosciuto direttamente dal legislatore), dipende dal tipo di soggetto a cui il bene
appartiene e consiste in una dichiarazione della sussistenza dell’interesse culturale
(interesse pubblico).
Una volta che un bene viene dichiarato tale l’eventuale diritto di proprietà del privato
viene automaticamente limitato, il quale non potrà più disporne liberamente, ma dovrà
dichiarare ogni spostamento e ogni utilizzo particolare.
Art.10, Comma 1
Sono beni culturali le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli
altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a
persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici
civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o
etnoantropologico
Art.10, Comma 2
Sono inoltre beni culturali:
a. le raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato,
delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed
istituto pubblico;
b. gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti
pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico;
c. le raccolte librarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli altri enti
pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico (...)
Art.10, Comma 3
Sono altresì beni culturali, quando sia intervenuta la dichiarazione prevista
dall'articolo 13:
a. le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico,
archeologico o etnoantropologico particolarmente importante, appartenenti a
soggetti diversi da quelli indicati al comma 1;
b. gli archivi e i singoli documenti, appartenenti a privati, che rivestono interesse
storico particolarmente importante;
c. le raccolte librarie, appartenenti a privati, di eccezionale interesse culturale;
d. le cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che rivestono un interesse
particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica,
militare, della letteratura, dell'arte, della scienza, della tecnica, dell'industria e
della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell'identità e della storia
delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose;
d-bis) le cose, a chiunque appartenenti, che presentano un interesse artistico,
storico, archeologico o etnoantropologico eccezionale per l’integrità e la
completezza del patrimonio artistico della nazione;
e. le collezioni o serie di oggetti, a chiunque appartenenti, che non siano
ricomprese fra quelle indicate al comma 2 e che, per tradizione, fama e
particolari caratteristiche ambientali, ovvero per rilevanza artistica, storica,
archeologica, numismatica o etnoantropologica rivestano come complesso un
eccezionale interesse
I soggetti che non sono pubblici o equiparati ad essi, e posseggono cose di interesse,
non necessariamente possiedono un bene: questo deve essere dichiarato.
Procedimenti di individuazione
Il CBC prevede due tipi di procedimento:
● Verifica (art.12)
● Dichiarazione (art.14)
Art.10, Comma 5
Non sono considerati beni culturali (indipendentemente dal proprietario) le cose che
sono opera di autore vivente o la cui esecuzione risalga:
● a meno di 70 anni (benic.1e3 lett.a)ede)
● a meno di 50 anni (beni c. 3 lett. d-bis)
Verifica
Le cose indicate all'articolo 10, comma I, che siano opera di autore non piu' vivente e
la cui esecuzione risalga ad oltre settanta anni, sono sottoposte alle disposizioni della
presente Parte fino a quando non sia stata effettuata la verifica di cui al comma II.
I competenti organi del Ministero, d'ufficio o su richiesta formulata dai soggetti cui le
cose appartengono e corredata dai relativi dati conoscitivi, verificano la sussistenza
dell'interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico nelle cose di cui al
comma I, sulla base di indirizzi di carattere generale stabiliti dal Ministero medesimo
al fine di assicurare uniformità di valutazione.
Dichiarazione
Art.14, Comma 1
Il soprintendente avvia il procedimento per la dichiarazione dell'interesse culturale,
anche su motivata richiesta della regione e di ogni altro ente territoriale interessato,
dandone comunicazione al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della
cosa che ne forma oggetto.
Con questo articolo capiamo come il procedimento coinvolga sia l’amministrazione
pubblica che il proprietario (solitamente privato). La dichiarazione viene compiuta dal
Ministero della Cultura tramite un suo organo periferico, ovvero la sovrintendenza.
Il procedimento di dichiarazione termina in modo sfavorevole per il privato, il quale
perde la libertà decisionale del bene, che viene vincolato.
Art.14, Comma 2
La comunicazione contiene gli elementi di identificazione e di valutazione della cosa
risultanti dalle prime indagini, l'indicazione degli effetti previsti dal comma 4, nonché
l'indicazione del termine, comunque non inferiore a trenta giorni, per la presentazione
di eventuali osservazioni.
La comunicazione di avvio deve contenere tutti gli elementi previsti dall’art. 6 L.
241/90 ma in più (c. 2 ) anche gli elementi di valutazione della cosa risultanti dalle
prime indagini: Esiste dunque un pre-procedimento volto a capire in via preliminare se
esistano elementi della cosa che indichino la presenza dell’interesse culturale.
Art.14, Comma 4
La comunicazione comporta l'applicazione, in via cautelare, delle disposizioni previste
dal Capo II, dalla sezione I del Capo III e dalla sezione I del Capo IV del presente
Titolo.
Nel momento in cui il privato riceve la comunicazione d'inizio del procedimento, il
bene viene considerato Culturale: segue, in via cautelare, tutte le regole del CBC e
viene considerato un bene culturale fino a prova contraria.
Art.14, Comma 5
Gli effetti indicati al comma 4 cessano alla scadenza del termine del procedimento di
dichiarazione, che il Ministero stabilisce ai sensi delle vigenti disposizioni di legge in
materia di procedimento amministrativo.
Provvedimento di vincolo
Il termine “dichiarazione” viene utilizzato quando l’amministrazione riconosce
determinate caratteristiche in una certa situazione, indica dei provvedimenti che non
creano niente di nuovo nel sistema giuridico ma riconoscono delle caratteristiche in
capo ad un certo soggetto, ad una certa cosa.
Questo accertamento comporta degli effetti innovativi, chiamati “costitutivi” (qualcosa
anche cambia/aggiunge qualcosa nel sistema giuridico).
Il sistema di vincolo, quindi, accerta l’esistenza del bene, ma l’attività
dell’amministrazione non si ferma lì, in quanto bisogna cambiare il sistema giuridico:
è un accertamento costitutivo.
La scelta dell’amministrazione di vincolare o meno qualcosa viene fatta basandosi su
criteri tecnici: i provvedimenti di dichiarazione e tutti quelli relativi ai beni culturali
sono provvedimenti a discrezionalità tecnica.
B) l’articolo 20 prevede una norma spicciare (c.2) dedicata agli archivi e vieta lo
smembramento
L’archivio è protetto non solo nella sua materialità ma anche nella sua destinazione
unitaria
L’archivio è considerato come un UNICUM e l’unitarietà è quella che ne costituisce il
valore.
Art.21, comma 1
Sono subordinati ad autorizzazione del Ministero:
a. la rimozione o la demolizione, anche con successiva ricostituzione, dei beni
culturali;
b. lo spostamento, anche temporaneo, dei beni culturali mobili, salvo quanto
previsto ai commi 2 e 3;
c. lo smembramento di collezioni, serie e raccolte;
d. lo scarto dei documenti degli archivi pubblici e degli archivi privati per i quali
sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13, nonché lo scarto di
materiale bibliografico delle biblioteche pubbliche, (...) e delle biblioteche
private per le quali sia intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13;
e. il trasferimento ad altre persone giuridiche di complessi organici di
documentazione di archivi pubblici, nonché di archivi privati per i quali sia
intervenuta la dichiarazione ai sensi dell'articolo 13.
Art.21, comma 2, 3 e 4
Lo spostamento di beni culturali, dipendente dal mutamento di dimora o di sede del
detentore, è preventivamente denunciato al soprintendente, che, entro trenta giorni dal
ricevimento della denuncia, può prescrivere le misure necessarie perché i beni non
subiscano danno dal trasporto.
Lo spostamento degli archivi correnti dello Stato e degli enti ed istituti pubblici non è
soggetto ad autorizzazione, ma comporta l'obbligo di comunicazione al Ministero.
Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, l'esecuzione di opere e lavori di qualunque
genere su beni culturali è subordinata ad autorizzazione del soprintendente. Il
mutamento di destinazione d'uso dei beni medesimi è comunicato al soprintendente
per le finalità di cui all'articolo 20, comma 1.
Art.22, comma 1, 2 e 3
Il procedimento inizia su istanza del proprietario che deve presentare un progetto o
una mera descrizione tecnica (interventi semplici) alla Soprintendenza
La Soprintendenza può chiedere chiarimenti o nuovi documenti al privato oppure
disporre accertamenti tecnici (attività della PA)
Il termine per la conclusione del procedimento (120 gg.) è sospeso. Nel caso di
accertamenti non può essere sospeso per più di 30 gg.
Art.27
Nel caso di assoluta urgenza possono essere effettuati gli interventi provvisori
indispensabili per evitare danni al bene tutelato, purché ne sia data immediata
comunicazione alla soprintendenza, alla quale sono tempestivamente inviati i progetti
degli interventi definitivi per la necessaria autorizzazione.
Il provvedimento giunge dopo l’intervento urgente e dunque avrà un effetto retroattivo.
Caso problematico: l’autorizzazione dovrebbe essere preventiva per consentire la
salvaguardia (protezione) del bene.
Conservazione
Gli obblighi conservativi si realizzano in una serie di interventi:
● Volontari
Art.31, comma 1
Il restauro e gli altri interventi conservativi su beni culturali ad iniziativa d3
proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo sono autorizzati ai sensi
dell’articolo 21.
Gli interventi devono essere autorizzati, ma devono essere sempre ad iniziativa
del proprietario che, quando chiede l’autorizzazione, può anche richiedere che il
Sovrintendente sulla possibilità di ottenere contributi statali o agevolazioni
fiscali.
Art.35, comma 1
Il Ministero ha facoltà di concorrere alla spesa sostenuta dal proprietario,
possessore o detentore del bene culturale per l'esecuzione degli interventi
previsti dall'articolo 31, comma 1, per un ammontare non superiore alla metà
della stessa. Se gli interventi sono di particolare rilevanza o riguardano beni in
uso o godimento pubblico, il Ministero può concorrere alla spesa fino al suo
intero ammontare.
La concorrenza alla spesa dipende dai fondi a disposizione del Ministero che
vengono stanziati annualmente.
● Imposti
Art.32, comma 1
Il Ministero può imporre al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi
titolo gli interventi necessari per assicurare la conservazione dei beni culturali,
ovvero provvedervi direttamente.
Si tratta di esecuzione coattiva della pretesa dell’amministrazione, l'autotutela
esecutiva. Ciò comporta l’attivazione di un procedimento pubblico, gestito dalla
Soprintendenza in due tappe:
1. Pre-procedimento in cui la Soprintendenza redige una relazione tecnica
in cui stabilisce quali sono gli interventi da eseguire per la conservazione
del bene
2. Procedimento vero e proprio : la comunicazione di avvio e la relazione
tecnica vengono consegnate al proprietario e fissazione di un termine per
la presentazione di osservazioni (max. 30gg). Il Soprintendente assegna
un termine per la presentazione di un progetto in conformità alla
relazione.
Qui si hanno due possibilità:
● Il proprietario presenta un progetto : la Soprintendenza lo approva
o compie delle modifiche fissando un termine (PDF)
● Il proprietario rimane inerte, oppure non si adegua alle modifiche
o il progetto viene respinto : in questo caso si ha un’esecuzione
diretta
Art.34
Le spese e gli interventi imposti sono a carico del proprietario ma
il Ministero può partecipare secondo gli stessi criteri usati per gli
interventi volontari.
● Interventi di particolare rilevanza
● Bene in un o godimento pubblico
In caso di esecuzione diretta il Ministero stabilisce la quota a
carico del proprietario e provvede alla riscossione
Vincolo Indiretto
Art.45, comma 1 e 2
Il Ministero ha facoltà di prescrivere le distanze, le misure e le altre norme dirette ad
evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili, ne sia
danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e di
decoro.
Le prescrizioni di cui al comma 1, adottate e notificate ai sensi degli articoli 46 e 47,
sono immediatamente precettive. Gli enti pubblici territoriali interessati recepiscono le
prescrizioni medesime nei regolamenti edilizi e negli strumenti urbanistici
L’articolo 45 prevede, per i beni immobili, una modalità di tutela che non incide
direttamente sul bene oggetto di protezione ma sui beni “vicini”. È un vincolo
“accessorio”, non è obbligatorio, ma, come i vincoli naturali o paesaggistico, in caso di
sua emanazione supera tutti gli altri vincoli: se un immobile viene riconosciuto come
bene culturale ma un privato sta costruendo un edificio accanto, questo è obbligato a
fermare i lavori ed eventualmente demolire la struttura, senza indennizzo.
Il procedimento di Autorizzazione
L’Articolo 55 porta ad un provvedimento favorevole emanato dalla Commissione
regionale per il patrimonio culturale su parere della Soprintendenza. L’autorizzazione
riguarda:
● Beni immobili demaniali
● Altri Beni Culturali non demaniali
● Beni Culturali di altri enti pubblici e di soggetti assimilati
Procedimento
1. Denuncia di trasferimento
2. Immediata comunicazione alla regione e agli altri enti territoriali la vendita del
bene. Il titolare del potere è lo Stato che può rinunciare (entro 20 gg.) a favore
di altro ente territoriale.
Dal momento in cui è stata ricevuta la denuncia, il contratto resta una
condizione sospensiva per 60 gg. in cui il MIC può esercitare la prelazione e il
venditore non può consegnare la cosa.
Art.64-bis
Il controllo sulla circolazione dei beni culturali ha il fine di proteggere l’integrità dei
beni e viene effettuato tenendo conto della normativa internazionale, UE e nazionale
(coordinata nel CBC).
Abbiamo quindi un interesse dello Stato nel controllare la circolazione di beni
culturali, in particolare all’estero, con l’obiettivo di mantenere all’interno dello Stato la
maggior parte del Patrimonio Culturale.
Uscita definitiva
Regola Generale : i beni culturali non possono uscire dal territorio dello Stato in via
definitiva
L’esportazione è autorizzata a:
● Cose di interesse culturale (di qualunque proprietario) di autore non più vivente
o con più di 70 anni e di valore superiore €13.500
● Archivi o documenti storici privati con interesse culturale
● Cose dell’Articolo 11, lett. f, g e h (fotografie, mezzi di trasporto, strumenti
scientifici di qualunque proprietario)
Quando il proprietario vuole portare fuori dal territorio statale la cosa di interesse
culturale può assegnarla all’interno dell’UE o al suo esterno. La documentazione
richiesta cambia in base alla situazione:
● Interno UE : Attestato di Libera Circolazione (Art.68)
● Esterno UE : Attestato di Libera Circolazione + Licenza Esportativa (Art.74)
L’ufficio competente di questi documenti è l’Ufficio di Esportazione.
Attestato di Libera Circolazione
Il procedimento dura un massimo di 40 gg.
1. Denuncia dell’intenzione ad esportare e presentazione delle cose da esportare
con dichiarazione del loro valore
2. Istruttoria dell’ufficio che deve coinvolgere la DG competente per la raccolta di
ulteriori informazioni ed elementi conoscitivi (comunicazione entro 3 gg. e
risposta entro 10 gg.)
3. Accertamento della congruità del valore e accertamento dell’interesse artistico,
storico, etc… della cosa
4. Emanazione (o diniego) di Attestato che vale 5 anni
5. Comunicazione all’interessato
Diniego di autorizzazione
L’ufficio può emanare un provvedimento negativo quando si riscontra un valore
artistico/storico tale per cui la cosa potrebbe essere in realtà un bene culturale.
Il diniego comporta l’avvio del procedimento di dichiarazione.
Licenza di Esportazione
I controlli sulle esportazioni sono effettuati dallo Stato membro di esportazione
attraverso i servizi doganali. La licenza è solitamente rilasciata insieme all’attentato di
circolazione dagli Uffici di esportazione (elenco comunicato alla Commissione
Europea). Ha la durata di 1 anno.
Acquisto Coattivo
Il Ministero ha la possibilità di acquistare un bene (al prezzo dichiarato nella denuncia)
prima che finisca il procedimento di esportazione, quando questa cosa potrebbe avere
un particolare interesse.
Art.70
Ogni volta che la cosa viene presentata all’Ufficio esportazione per ottenere
l’attestato di libera circolazione, e prima del rilascio, l’Ufficio può proporre al
Ministero l’acquisto della cosa al valore indicato entro 90 gg. dalla denuncia
La proposta è comunicata contestualmente alla regione che potrebbe procedere
all’acquisto in caso il Ministero rinunciasse (simile alla prelazione artistica).
I beni rimangono custoditi presso l’Ufficio fino alla fine del procedimento.
Il termine per il rilascio dell’attestato si prolunga di 60 gg.
L’acquisto coattivo è diverso dalla prelazione artistica perché qui la manca la volontà
di vendere il bene
Contrappeso : possibilità del proprietario di rinunciare all’esportazione fino a notifica
dell’acquisto
In questo caso non parliamo di prelazione artistica perché in questo si presuppone un
trasferimento del bene e nell’esportazione non c’è necessariamente una vendita.
Esportazione Libera
Quando la cosa ha un valore inferiore a €13.500, con l’autore vivente o con meno di
settant’anni, il proprietario deve “solo” attestare che le cose hanno le caratteristiche
per cui possono essere esportate.
Ricerche e scoperte
Gli articoli del CBC dall’88 al 93 si concentrano su ciò che la legge stabilisce in
materia di ritrovamenti e scoperte. Con questi termini intendiamo:
● Ritrovamento : quello che viene trovato durante un’attività di ricerca (cerco per
trovare)
● Scoperta : simile al precedente, ma totalmente accidentale, casuale (trovo
casualmente)
Appartenenza
Art.91 CBC
Le cose immobili previste dall’articolo 10 CBC da chiunque ritrovate nel sottosuolo
(particolare tutela dei beni archeologici) o sul fondale marino (nelle acque territoriali)
appartengono allo Stato e sono Beni Demaniali.
Le cose mobili previste dall’articolo 10 invece fanno parte del patrimonio
indisponibile.
Sanzioni
Il Codice prevede sanzioni sia di ambito amministrativo sia sanzioni penali.
Art.175
È punito con l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da euro 310 a euro 3.099:
a) chiunque esegue ricerche archeologiche o, in genere, opere per il ritrovamento di
cose indicate all'articolo 10 senza concessione, ovvero non osserva le prescrizioni
date dall'amministrazione
Art.176
Chiunque si impossessa di beni culturali indicati nell'articolo 10 appartenenti allo
Stato ai sensi dell'articolo 91 è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa
da euro 31 a euro 516, 50.
La pena è della reclusione da uno a sei anni e della multa da euro 103 a euro 1.033 se
il fatto è commesso da chi abbia ottenuto la concessione di ricerca prevista
dall'articolo 89.
Scoperte
Art.90
Chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili indicate nell'articolo 10 ne fa
denuncia entro ventiquattro ore al soprintendente o al sindaco ovvero all'autorità di
pubblica sicurezza
Chiunque fa una scoperta deve denunciarla e il soprintendente deve farne la
comunicazione.
Art.175
È punito con l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da euro 310 a euro 3.099:
b) chiunque, essendovi tenuto, non denuncia nel termine prescritto dall'articolo 90,
comma 1, le cose indicate nell'articolo 10 rinvenute fortuitamente o non provvede alla
loro conservazione temporanea
e di custodia:
Ove si tratti di cose mobili delle quali non si possa altrimenti assicurare la custodia,
lo scopritore ha facoltà di rimuoverle per meglio garantirne la sicurezza e la
conservazione sino alla visita dell'autorità competente e, ove occorra, di chiedere
l'ausilio della forza pubblica.
Le spese di custodia verranno poi rimborsate interamente dal Ministero.
Premio
Art.92
Il premio è commisurato al valore della cosa (1/4) e spetta a 3 soggetti:
● Scopritore che ha ottemperato agli obblighi
● Concessionario (purché lʼattività di ricerca non rientri nei suoi scopi statutari o
istituzionali)
● Proprietario dellʼimmobile
Il premio è pensato anche per incentivare la denuncia delle scoperte.
I fondi per il premio, però, sono estremamente limitati e quindi il prezzo del premio
viene stabilito in seguito ad un lungo procedimento: il responsabile di tale
procedimento è la Soprintendenza, mentre l’autorità emanante è la Direzione
Archeologica Belle Arti e Paesaggio.