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Il tema immigrazione è stato toccato molto dagli esperti e dai mass media ma senza arrivare
veramente alla vera causa di ciò. A questo presupposto bisogna dare uno sguardo alla colonizzazione
avvenuta negli ultimi due secoli.
Viviamo in una società liquido-moderna fondate del consumismo e di conseguenza con presenza di
tanti rifiuti, questa visione rispecchia anche la popolazione dato che esistono molte persone che non
si sono adeguate al nostro sistema consumistico, questo fa si che gli “scarti umani “della nostra
contemporaneità costituiscano un facile bersaglio su cui scaricare le ansie e i timori di una collettività
precaria.
Ciò porta ad uno scarto del migrato ma allo stesso tempo una specie di integrazione dettata dal
nostro valore universale.
E’ opportuno quindi studiare le motivazioni del flusso migratorio che porta alla stigmatizzazione degli
immigrati.
Quando il diritto parla del trattamento di disuguaglianza lascia intendere che ci siano persone
antropologicamente inferiori, infatti nei diritti universali erano esenti i popoli orientali. La
rappresentazione di Tocqueville infatti ci spinge a pensare che il diverso viene trattato come un
bambino o come un barbaro, come successe nell’età moderna. Mentre nella visione di Francisco de
Vitoria si nota come se si creda che ci fosse solo una civiltà universale: quella cristiana occidentale,
tanto che le altre culture furono assoggettate durante il colonialismo. Infatti, per il mondo
occidentale fu molto difficile assimilare la differenza del “diverso”, tanto da creare violenza.