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Fabietti
Riassunti di “Storia
dell’Antropologia
Culturale”
Alessandro
L'ANTROPOLOGIA AMERICANA
DOPO MORGAN
La tendenza era a considerare l'indiano come oggetto di scienza
invece che come oggetto di sterminio, inoltre la società indiana
era semplicemente un modello di civiltà arcaica conservatosi
ancora oggi. Lo studio della società indiana proseguì poi con
tecniche di indagine fuorvianti, come interrogare solo gli
anziani, conferire un'oggettività assoluta alle informazioni
raccolte o come enfatizzare eccessivamente tutti gli aspetti
cerimoniali o religiosi. Ma lo stesso la civiltà americana si
arricchì in questo periodo di pregevoli opere di carattere
etnografico.
EMPIRISMO ED EVOLUZIONISMO
Dopo Morgan l'antropologia americana continuò tra empirismo ed
evoluzionismo.
LA RPOSPETTIVA GENERALIZZANTE
Negli anni '20 l’antropologia americana era ampiamente dominata da
Boas. Ma già negli anni '30 i suoi allievi si erano divisi:
Kroeber e Lowie da una parte e la Benedict e la Mead dall'altra.
Processi culturali contro cultura e personalità. Nascono i due
indirizzi neoevoluzionismo e materialismo culturale.
LA FASE AURORALE
Il lavoro etnografico
Il lavoro sul campo continuava a portare nuovi spunti di
riflessione sia per quelli che facevano le ricerche, sia per
quelli che facevano poi gli studi teorici sui dati raccolti. E
spesso i dati raccolti costituivano una confutazione di precedenti
teorie. Il lavoro sul campo è stato quello che ha dato
un'originalità all'antropologia, rispetto alla sociologia e alla
psicologia. Questo sviluppo era conseguenza di un sempre maggior
bisogno di verificare le supposizioni antropologiche, sempre più
ardite.
LA TRADIZIONE BRITANNICA
Dalla "survey" alla monografia etnografica
Fu inglese l'idea di impiantare delle "survey" sul campo per
raccogliere dati in maniera sistematica, con la collaborazione di
tutti, missionari, commercianti, etnologi, governanti... Emergeva
così la figura dell'antropologo professionale, che raccoglieva i
dati dei corrispondenti in madrepatria. Ma la ricerca sul campo fu
stimolata moltissimo dalla spedizione di Haddon, biologo, Rivers,
psicologo e Seligman, medico. Fu una spedizione che ebbe effetti
travolgenti per l'antropologia. Rivers elaborò una metodologia per
ricostruire i gradi di parentela degli indigeni. A questa
spedizione ne seguirono molte altre. E' in questo frangente che
l'antropologia britannica abbandona definitivamente la
comparazione delle popolazioni mondiali, a favore di una ricerca
più monografica, svolta popolazione per popolazione. Così la
survey diventava troppo superficiale, serviva una ricerca più
diretta e tematica. Col metodo della monografia si arrivò infatti
a risultati molto più esatti e approfonditi. La ricerca
monografica ebbe inoltre l'effetto di cambiare radicalmente l'idea
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La lezione di Malinowski
Malinowski ebbe la dote di dare un'incredibile stimolo alla
ricerca, grazie all'impressione di incompiutezza delle sue opere.
Al loro interno non c'è mai un'asserzione, solo delle osservazioni
plausibili, sempre con un'impressione di non essere ancora state
del tutto dimostrate, il che stimolava i suoi successori a
studiarle.
Dall'Oceania all’Africa
Dopo un inizio prevalentemente rivolto all'Oceania, l'antropologia
si rivolge all'Africa: l'interesse era quello di scoprire gli
effetti dell'impatto di una cultura su un'altra. La generazione
successiva a Malinowski apporta molti cambiamenti allo studio,
anche a quello monografico appena nato. L'interesse non è più la
cultura stessa, ma anche la storia di questa cultura, e la
monografia non presenta più la determinata cultura in tutte le sue
svariate particolarità, bensì la cultura come cosa unitaria, a
partire da un nucleo iniziale di ricerca, che poteva essere la
parentela, o la organizzazione politica o chissà che altro.
L'INDIRIZZO AMERICANO
Da Schoolcraft a Boas
In America non era assolutamente praticata la divisione del lavoro
tipica dell'antropologia britannica: i questionari erano quasi del
tutto inutilizzati e tutta la ricerca era incentrata sul lavoro
dell'antropologo stesso che per lo più lavorava a contatto con le
tribù indiane. Schoolcraft si dedicò per lo più alla raccolta di
materiale, per lo più linguistico. Raccolse elenchi di termini e
miti e leggende indiane, il che è poi stato di grande aiuto ai
suoi colleghi successori. E' stata una delle più grandi imprese
etnografiche americane. Fu fondato il Bureau of American
Ethnology. Franz Boas, che aveva già lavorato presso gli Eschimesi
e in Oceania, fu reclutato per una ricerca etnologica. Questa e le
altre spedizioni che lo portarono alla notorietà portavano tutte
la sua precisa impronta metodologica: era un particolarista, cioè
studiava le culture nella loro particolarità e si rifiutava di
paragonarle fra loro. Però, a differenza dei particolaristi
britannici, non pensò mai a riunire tutte le sue ricerche in
qualcosa di unitario, ma si limitò sempre e solo ad esporne i
risultati separatamente. Manca la prospettiva globale necessaria
al lavoro monografico, così come lo si intendeva in Inghilterra.
L'ETNOGRAFIA FRANCESE
Gli inizi
L'etnologia francese era molto intimamente legata alla filosofia e
aveva interessi più che altro intellettualistici e speculativi.
Nell'ultimo decennio del 1800 nel primo del 1900 praticamente
nessuno si dedicò all'etnografia.
L'ANTROPOLOGIA ECONOMICA
ANTROPOLOGIA FRANCESE
CARATTERISTICHE GENERALI
La convinzione comune a tutti era che nelle società primitive si
potessero studiare i fenomeni nei loro aspetti più semplici.
Credevano tutti nella possibilità dell'esistenza di una scienza
etnologica. La necessità era stata quella di studiare il primitivo
come oggetto molto lontano dall'osservante, cioè l'etnologo. Ora
questa prospettiva viene a cadere, dato il forte coinvolgimento
emotivo dell'etnologo, di fronte alla distruzione delle società
primitive.
L'ANTROPOLOGIA INGLESE
L'EVOLUZIONISMO VITTORIANO
LA CONGIUNTURA SCIENTIFICA
La convinzione inglese era che la società britannica fosse al
massimo grado di civilizzazione mai raggiunto dall'uomo. Un forte
contributo alla scientificità dell'antropologia fu dato dallo
studio della preistoria e dalla filologia. Gli studi preistorici
misero in evidenza il fatto che l'uomo esisteva già molto prima
del 4004 a.C.. La tesi, dimostrata interpretando i reperti
archeologici come misuratori di progresso, era che esisteva una
via che portava dallo stato selvaggio alla civiltà. I reperti
archeologici servivano per confrontare la vita dei popoli
primitivi con quella di popoli tuttora esistenti. La filologia
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FUNZIONALISMO E COLONIAISMO
L'antropologia andava esorcizzata dall'accusa di essere figlia
dell'imperialismo. Dopo una prima fase autocelebrativa della Gran
Bretagna come stato più progredito del pianeta, si passa al
paradigma struttural funzionalista, che anche se non è esattamente
autocelebrativo è pur sempre una dimostrazione che rende
automatica la decisa supremazia della cultura occidentale su tutte
le altre culture mondiali. Infatti la società occidentale
strutturalisticamente ed evoluzionalisticamente analizzata non
presenta problemi e conflitti interni. In realtà però gli
strutturalisti facevano solo un discorso di struttura sociale non
sottoposta a trasformazioni, invece di celebrare il discorso
evoluzionista applicato alla cultura, discorso tanto caro ai
colonialisti britannici che volevano costituire un'élite bianca.
Però l'atteggiamento di superiorità con cui anche oggi gli
occidentali frequentano il Terzo Mondo per interessi politici o
economici dimostra come in ogni caso anche l'evoluzionismo
antropologico abbia a che fare con l'incomprensione di una
diversità culturale dall'Occidente. La Gran Bretagna ha fatto
anche il grave danno di applicare la Indirect Rule che consiste
nel decentramento del potere investendo i capi delle tribù del
potere metropolitano. Così ha dato origine al tribalismo, che è la
lotta delle tribù per assumere questo potere.
così diverse eppure così unite. Ogni cento anni circa le forme di
stato (egualitario e aristocratico) si alternavano tumultuosamente
sulla scena, dal che si poteva dedurre che nessuno dei due sistemi
era stabile, ma il complesso dei due sistemi era la cultura del
popolo.
ANTROPOLOGIA ITALIANA
DEMOLOGIA ED ETNOLOGIA
DEMOLOGIA
Ernesto de Martino sosteneva che la corrente demologica era
prevalsa su quella etnologica data la breve durata del periodo
coloniale italiano. Il fatto è che comunque l'Italia era in
ritardo rispetto alle altre correnti antropologiche perché si era
unificata da poco. Quindi tutti erano tesi alla ricerca delle
radici, e non alla ricerca delle cause del progresso. In realtà in
Italia c'era una ricerca del concetto di popolo e di nazione che
non aveva nulla a che fare con quella di altri paesi, visto che
comunque tutti erano coscienti della forte eterogeneità delle
tradizioni italiane. All'inizio, verso la metà del secolo scorso,
le ricerche avevano cominciato ad orientarsi alla lirica,
raccogliendo cioè tutte le canzoni popolari. Cosa che ha fatto
Costantino Nigra, che ha raccolto i Canti popolari piemontesi. I
risultati della raccolta erano che l'Italia si divideva in due
aree culturali fondamentali: quella superiore che si estendeva
dall'Appennino tosco emiliano in su e quella inferiore, che si
estendeva dall'appennino tosco emiliano in giù. Nell'area
superiore le liriche erano prevalentemente storico romanzesche,
mentre nell'area inferiore erano per lo più lirico amorose.
Giuseppe Pitrè è invece l'effettivo iniziatore degli studi
demologici in Italia. Ha scritto la Biblioteca delle tradizioni
popolari siciliane, in venticinque volumi, che raccoglie tutti i
proverbi, i canti, i giochi, ecc. della tradizione siciliana. A
lui fa seguito Giuseppe Cocchiara, che comincia a risentire delle
influenze sia di Croce che dell'antropologia britannica. Analizza
alcuni aspetti dell'immaginario popolare e colto siciliano.
ETNOLOGIA
Questo campo fu sempre sottomesso alla demologia. Comunque anche
in Italia ci furono degli esploratori etnografi, che però non si
riunirono mai in un discorso scientifico comune, come era avvenuto
in Francia, in Inghilterra o in America. Lamberto Loria è uno di
questi, ma dopo aver speso la vita a viaggiare in tutto il mondo,
al suo ritorno in Italia, fonda la Società di Etnografia Italiana.
Ma il discorso centrale restava sempre e comunque la storia del
diritto che veniva affrontato con studi storico giuridici.
Raffaele Pettazzoni è stato il principale promotore degli studi
demologici in Italia. Carlo Conti Rossini e Enrico Cerulli
studiarono le popolazioni extraeuropee dandogli un carattere
unitario. Vingi Grottanelli studiò la popolazione etiope. Ma il
problema fondamentale era che tutta questa etnologia veniva a
nascere durante il regime fascista e ne era totalmente schiava.
Quindi questi dignitosissimi antropologi cercavano di dimostrare
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L'ANTROPOLOGIA MARXISTA
ENGELS E MORGAN
Morgan si era avvicinato moltissimo ad Engels sul discorso della
proprietà. Il concetto di proprietà è destinato a scomparire
progressivamente perché man mano che la società si complica
l'interesse sociale prevale su quello del singolo. queste tesi
erano state dichiarate da Engels come veramente comuniste.
Sostanzialmente Engels riprende le tesi di Morgan e sostituisce
all'evoluzionismo un po' di storia e filosofia del progresso, come
miglioramento dei mezzi di sussistenza. Morgan aveva sostenuto una
corrispondenza tra le diverse epoche storiche (di progresso) e
l'evoluzione dei mezzi di sopravvivenza, e anche questo discorso
viene molto utile ad Engels per congiungere la storia alla
preistoria. La preistoria era la felicità amorale per via della
promiscuità delle donne, e ora doveva venire la felicità morale,
del proletariato, dopo l'infelicità morale del matrimonio
borghese, che era una forma di prostituzione legalizzata.
UN INNESTO FILOSOFICO
La rivalutazione del Capitale avviene su questi punti:
1. Marx inaugura una nuova conoscenza del sociale fondata sul
processo produttivo.
2. Marx non è interessato a scrivere una linea teorica di sviluppo
della storia, ma la logica di funzionamento del modo di produzione
capitalistico. Il modo capitalistico è un modo di produzione.
L'ANTROPOLOGIA PSICOANALITICA
L'ILLUMINISMO
Con le nuove scoperte geografiche e con la riapertura del mondo ai
commerci, gli europei si trovarono a confronto con civiltà molto
diverse dalla loro e dovettero confrontarsi con esse. La prima
idea che si sviluppò a partire dal mistero delle diversità
culturali, fu che tutti gli uomini erano nati allo stato di natura
e poi si erano evoluti verso la civilizzazione e avevano raggiunto
diversi livelli di progresso.
DARWINISMO SOCIALE
Nel 1800 era opinione comune (con la sola grande eccezione del
marxismo) che le culture si evolvessero parallelamente, e fossero
indice dello sviluppo biologico della razza a cui appartenevano,
così la razza occidentale (bianca), era vista come la più evoluta
anche dal punto di vista biologico, oltre che culturale. Queste
opinioni furono definite "darwinismo sociale", ma erano
preesistenti alle opere di Darwin. Per esempio i concetti di
sopravvivenza del più adatto e lotta per la sopravvivenza erano
già stati coniati in antropologia. Spencer fu un grande
sostenitore, oltreché uno degli inventori, del darwinismo sociale:
diceva che tra le culture c'era sempre una lotta in cui vinceva il
più forte (quindi la cultura occidentale era la più forte), e
anche fra i singoli individui era sempre una lotta per la
sopravvivenza (quindi i poveri e i disoccupati non andavano
aiutati perché così si allungava solo la loro agonia prima di
essere eliminati dalla selezione naturale).
L'EVOLUZIONISMO MARXISTA
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DIFFUSIONISMO
E' un'altra reazione all'evoluzionismo e dice che l'uomo tende ad
imitare i suoi simili. Da questo nascevano le differenze e le
somiglianze culturali tra i popoli. Affermavano anche follie tipo
che tutte le civiltà derivavano dall'Egitto.
CULTURA E PERSONALITA'
Le teorie di Freud e il particolarismo di Boas hanno dato origine
ad uno studio di cultura e personalità. Era lo studio delle
implicazioni psicologiche della cultura. Ruth Benedict e Margaret
Mead studiarono l'apprendimento della cultura nell'infanzia e le
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IL NUOVO EVOLUZIONISMO
Dopo la Seconda Guerra Mondiale molti antropologi si dimostrarono
insoddisfatti del contro evoluzionismo. Cominciarono allora la
ricerca sui testi passati per rivalutare le tesi dei vecchi
antropologi. Leslie White riprende le tesi di Morgan. Julian
Steward, fondatore dell'ecologia culturale, affermò che la
cultura, la tecnologia e le differenze e le somiglianze culturali
potevano anche essere originate da condizioni ambientali, quali il
suolo, la temperatura e il clima. L'archeologia americana aveva
infatti dimostrato che in molte cose culture del Nuovo mondo e del
Vecchio mondo si assomigliavano molto. Questo era una palese
lacuna del modello diffusionista. Le civiltà cinese, egiziana,
mesopotamica e peruviana si assomigliano enormemente: come
giustificarlo? L'evoluzionismo era una buona teoria per
giustificare questi percorsi culturali simili, però non si poteva
sostenere che tutte le civiltà si evolvevano allo stesso modo,
attraverso le stesse tappe e verso gli stessi risultati.
MATERIALISMO DIALETTICO
Il materialismo dialettico è la teoria marxista rivalutata negli
anni '60 e '70. I suoi teorici sostenevano che la storia procedeva
nella sola direzione del comunismo e di una società non classista.
All'interno di ogni cultura ci sono delle contraddizioni, che
dialetticamente portano solo al comunismo.
MATERIALISMO CULTURALE
E' il frutto di un'altra elaborazione teorica delle teorie
marxiste. Lo scopo dell'antropologia è quello di spiegare le
differenze tra le culture. Il motivo sono le costrizioni simili
all'interno delle quali si trovano i vari popoli: tutti devono
procurarsi il sostentamento, riprodursi, avere un alloggio. Il
termine materialismo fa riferimento al fatto che le costrizioni
che provocano le somiglianze e le differenze culturali sono solo
materiali, e non morali e religiose. Ma l'antropologia non deve
diventare la scienza che sconfigge il capitalismo, come
sostenevano i materialisti dialettici. secondo loro l'antropologia
può avere varie strade e vari scopi e deve essere una scienza
della cultura. Inoltre considerano l'evoluzione della cultura non
come risultato di lotte, ma come il risultato della correzione di
errori.
STRUTTURALISMO
Intanto in Francia Lévi Strauss sosteneva che la cosa importante
per l'antropologia era capire le differenze e le uniformità
psicologiche nelle strutture di pensiero. Queste differenze
nascono dalle differenze nel cervello umano e da processi di
pensiero inconsci. Principalmente il cervello umano lavora a
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APPROCCI INDIVIDUALIZZATI
Ci sono stati degli antropologi che hanno sostenuto che l'unica
cosa che l'antropologia doveva studiare era l'emica di ogni
cultura. Solo per una espansione della conoscenza.
DETERMINISMO RAZZIALE
Nonostante il fatto che sia ampiamente dimostrato che nessuna
componente culturale dipende da differenze biologiche di carattere
razziale, molti antropologi, biologi e psicologi ancora si
appellano a queste teorie. Nel 1800 si diceva che l'intelligenza
era una caratteristica stabile indipendentemente dagli stimoli
culturali, sociali o famigliari. Per misurare il quoziente
intellettivo furono inventate in passato molte tecniche, che
prevedevano vari ragionamenti astratti, poi collegamenti,
classificazioni, rapporti ecc. Quando negli Stati Uniti
reclutarono i soldati da mandare sul fronte eseguirono i test
d'intelligenza per decidere dove mandare le reclute, e arrivarono
all'immancabile risultato di dimostrare che la razza nera,
culturalmente inferiore per ragioni sociali, era più stupida. Ma
in seguito a varie altre ricerche si arrivò a scoprire che i neri
del sud erano più stupidi di quelli del nord, dove erano andati a
scuola più a lungo e meglio... Ma i deterministi razziali allora
sostennero che i neri più intelligenti erano emigrati a nord,
mentre quelli più stupidi erano rimasti a sud. Ma un certo Otto
Klineberg dimostrò che la maggior intelligenza dei neri del nord
subentrava solo dopo che questi si erano stabiliti lì. Allora i
deterministi razziali decisero che al massimo la cultura poteva
influenzare il 3% del risultato, e non di più, e i neri erano
sotto di 15 punti, rispetto ai bianchi. Infatti secondo loro l'80%
del patrimonio intellettivo è ereditario. Naturalmente queste
informazioni non sono mai state provate, dato che quello che si
può fare con le piante, non si può certo fare con gli uomini.