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Il ruolo dell'interprete è stato quindi presente sin dall'inizio nella società umana e da
sempre esistono persone con più intuito per apprendere le lingue. La traduzione
scritta, seppur antica, viene preceduta dall'interpretazione orale, nonostante la
mancanza di suoni, parole e indizi su essa.
Le prime fonti
Le prime fonti di interpreti nella storia, seppur superficiali, risalgono alle tombe degli
antichi egizi. Le fonti disponibili non sono molte a causa della concezione xenofoba
che le culture antiche avevano nei confronti degli altri popoli. Li consideravano barbari
e non riconoscevano il valore né delle culture né delle lingue straniere. In caso di
guerra, i popoli vinti erano costretti ad imparare la lingua dei vincitori. Ad esempio,
nonostante il latino fosse la lingua ufficiale di Roma, le lingue del popolo erano
numerose e mischiate, e molte persone arrivavano a conoscerne due o tre. Il latino era
una lingua prestigiosa che rappresentava l'unificazione sotto l'impero di Roma. Nel
caso romano, lo Stato pagava degli "interpreti" (termine in realtà utilizzabile solo dopo
gli anni '50, periodo in cui si è stabilita la professione) per gestire la pubblica
amministrazione e l'esercito. Nel mondo antico gli interpreti servivano anche in ambito
commerciale. Fino al medioevo le informazioni sono molte poche, ad esempio
sappiamo grazie ad alcuni cronisti francesi che nel corso delle crociate venivano
utilizzati degli interpreti, ma non abbiamo precisazioni.
Il periodo rinascimentale
Solamente dopo il medioevo, l'interesse per le lingue e le culture diverse aumentò,
grazie alle scoperte scientifiche e alle esplorazioni geografiche. Fino al 1500
l'interpretazione non era mai stata considerata come una professione ma come una
capacità secondaria che le classi sociali alte richiedevano alla gente comune. Gli
interpreti erano in genere schiavi, burocrati o soldati. Potevano essere di entrambi i
sessi, a patto di possedere le conoscenze adeguate. Erano coraggiosi e sapevano i
luoghi, i costumi e le lingue degli indigeni. Erano mediatori e traducevano in
simultanea utilizzando lo chuchotage. Erano essenziali per capire la lingua e i costumi
"nuovi" e spesso facevano parte delle negoziazioni di pace.
Nella religione l'interpretazione viene usata dagli ebrei dopo che la lingua ebraica non
è più stata veicolare. Durante l'esilio babilonese molti ebrei furono costretti a parlare
in aramaico, considerata la lingua della diplomazia, e tradussero i testi religiosi
dall'ebraico all'aramaico. Lo scopo di queste traduzioni era pedagogico, e non sempre
veniva fatto per tradurre dalla lingua X alla lingua Y, ma anche per semplificare le
parole del rabbino nella stessa lingua, ovvero riformulare lo stesso concetto in modo
più semplice. Dopo l'esilio babilonese, l'interpretazione consecutiva venne applicata
con la Torah fino al dodicesimo secolo, usando l'aramaico, il greco e l'arabo.
Il '700 e l'800
Con i secoli a venire gli interpreti hanno poi preso parte negli affari di Stato e in
ambito militare. Nelle ambasciate, ad esempio, doveva sempre esserci gente pronta a
comunicare con le autorità locali.
Nel '700 e nell'800 le lingue più richieste erano l'inglese, il francese, l'olandese e lo
spagnolo. Uno dei primi esempi di diplomazia fra due lingue e due popoli fu l'acquisto
della Louisiana da parte degli Stati Uniti dai francesi di Napoleone, svoltosi in una
negoziazione bilingue francese-inglese.
Nel 1870 a Firenze fu firmato un trattato in inglese e in italiano per la frontiera di non
so cosa (?)
Il periodo tra il 1700 e il 1800 fu colmo di contatti tra gli Stati Uniti e il resto del
mondo. Nel 1778 tra Stati Uniti e Francia ci fu un trattato commerciale che stabilì i
futuri scambi commerciali futuri tra i due paesi.
Nel periodo precedente alla prima guerra mondiale la forma di interpretazione più
usata era lo chuchotage simultaneo con due o tre persone. L'interprete doveva
mediare tra due persone con due diverse lingue, in entrambi le direzioni, e doveva
garantire la comunicazione fluida. Questo processo viene chiamato liaison (legame).
Allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1915, ci furono nuove esigenze. Con la
pace di Parigi il francese divenne sempre più importante, e veniva parlato in Europa
durante i negoziati diplomatici (ad esempio, i diplomatici di Baviera furono costretti ad
impararsi il francese). Non tutti i paesi alleati conoscevano il francese, e quindi
aumentò la necessità di interpreti disposti a lavorare con qualunque combinazione
linguistica che includesse il francese. Il mestiere di interprete iniziò a prendere una
vera e propria forma in questo periodo storico, e l'ambiente di lavoro era ancora
sconosciuto. La nascita della presa di appunti per aiutare la memoria risale a questo
periodo, dando vita all'interpretazione differita, che ora chiamiamo interpretazione
consecutiva.
Nel 1918, con l'armistizio della Germania, a svolgere il ruolo di interpreti furono
principalmente degli ufficiali di esercito senza nessuna esperienza, i quali dovevano
tradurre i discorsi frase dopo frase per una o due ore di seguito.
Jean Herbert fu uno dei primi interpreti "ufficiali". Prima della sua carriera di
interprete, era un docente di lingue in Svizzera. Ebbe la sua prima esperienza nel 1917
a Londra, dove partecipò in una negoziazione economica come interprete, utilizzando
il francese e l'inglese. Subito dopo iniziò a formarsi da solo come interprete lavorando
in diverse conferenze, per poi diventare l'interprete personale di Mussolini, Churchill,
Poincaré (chi cazzo è?) e altri politici importanti. Lavorò per tutta la seconda guerra
mondiale e una volta finita divenne interprete presso l'ONU e altre organizzazioni
internazionali. Herbert e altri pionieri iniziarono ad utilizzare l'interpretazione
consecutiva con la presa di appunti e ne perfezionarono la tecnica, che si diffuse
rapidamente.
Nel 1919 la creazione dell'OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) servì per
definire le combinazioni richieste dagli interpreti nel mondo del lavoro e aumentare le
lingue che conoscevano.
Il processo di Norimberga
Tra la prima e la seconda guerra mondiale i metodi di interpretazione più utilizzati
erano lo chuchotage e la consecutiva. Dopo il processo di Norimberga la simultanea di
conferenza ha iniziato ad affermarsi e si è iniziato a riconoscerne l'importanza e la
necessità. Nel processo di Norimberga venivano impiegati degli auricolari con quattro
canali, ciascuno per la lingua dell'ascoltatore: inglese, francese, tedesco e russo.
L'interprete aveva a disposizione un pulsante che attivava una luce per dire all'oratore
di parlare più piano o di ripetere una frase. La consecutiva veniva usata solamente
fuori dalle udienze per interrogare i sospettati o in situazioni di emergenza, in caso
non funzionassero gli apparecchi tecnici. La simultanea era garantita ad ogni udienza
da tre squadre composte da dodici interpreti. Uno nell'aula di tribunale, due in una
sala a parte disponibili in caso di emergenza e ad occuparsi in ufficio dei documenti
scritti e tre in riposo. (non mi tornano i conti)
Nel secondo dopoguerra ci fu una rottura col passato anche a livello linguistico, a
causa della cortina di ferro. La ricostruzione nel secondo dopoguerra fece sviluppare
un solido equilibrio linguistico: il russo era diventato la lingua ufficiale dell'est Europa,
mentre l'inglese, grazie al piano Marshall, divenne lingua ufficiale dell'Europa
occidentale. Anche la comunicazione multiculturale iniziò a svilupparsi, tramite un
contatto graduale tra i paesi alleati, gli ex nemici e la necessità di un'interprelazione
in ambito politico, commerciale e culturale.
Queste organizzazioni avevano bisogno di interpreti per le sei lingue ufficiali dell'ONU,
ovvero inglese, francese, spagnolo, russo, arabo e cinese. Con il patto di Varsavia del
1955 la creazione del blocco sovietico rese importante la combinazione linguistica
inglese/russo, ed era necessaria la massima riservatezza nella comunicazione. La
ricostruzione in Europa fu lenta e difficile, a causa dell'industria del carbone e
dell'acciaio, prima impiegata nella produzione di armi per la guerra ed ora costretta a
lavorare per la ricostruzione. Robert Schumann propose l'unione delle risorse di
carbone e acciaio, e questo portò alla creazione della CECA nel 1952 tra Francia,
Germania federale, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo. Jean Monet spronò i membri
della CECA a considerare la possibilità di una collaborazione economica, portando alla
creazione della CEE e dell'EURATOM nel 1957. Nacquero numerose altre
organizzazioni nell'ambito del commercio, dello sviluppo economico e della sicurezza
nazionale.
Nella seconda metà del novecento nacquero poi le prime scuole per interpreti:
• 1941 - Antoine Wielemans (?) fondò a Ginevra una scuola per interpreti dove
furono pubblicati due testi importanti per la consecutiva ("Manuel de
l'interprète" di Herbert e "Presa di appunti in interpretazione consecutiva" di
Rozan);
• 1953 - fondato un corso presso l'università di Trieste da Luzzato Fegiz (?), di cui
Herbert era responsabile.
Sono poi nate con il tempo delle associazioni di interpreti e traduttori: l'AIIC
(Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza), l'AITI (Associazione Nazionale
Traduttori e Interpreti) e l'Asso Interpreti (un'associazione nata da scuole private).