Sei sulla pagina 1di 5

BC nella prospettiva Internazionale

[Dott.ssa Ferrazzi]
Il movimento delle opere d’arte (dichiarate BC o meno) non è molto controllato,
nonostante le numerose leggi a proposito.
● Traffico illecito
● Riciclaggio di denaro sporco
● Organizzazioni criminali (stampo mafioso o terroristico)
● Terrorismo internazionale
● Conflitti armati
● Disastri naturali
● Protezione eredità culturale

La circolazione dei BC ha radici antichissime: i beni si sono sempre spostati nel


mondo (es: gli obelischi egizi a Roma) in modo lecito o no. Il mercato dell’arte
odierno ha acquisito una portata diversa, ampliandosi non solo ai collezionisti, ma
anche agli investitori.
I principali fruitori del mercato dell’arte sono
● Artisti
● Mercati d’aste
● Collezionisti
● Musei
● Curatori
● Autorità nazionali
● Organismi internazionali
● Studiosi
○ Archeologi
○ Storici dell’arte
○ Stimatori

Con così tante figure interessate al mercato d‘arte possiamo riconoscere diversi
interessi:
● Globali : si basa sull’accesso alla cultura, alla libera circolazione e alla certezza
del diritto (cornice giuridica)
● Nazionali : i beni culturali sono strettamente legati alla nostra identità culturale
(in Italia più che altro) e se venissero asportate diverse opere d’arte sarebbe
come un vero e proprio scandalo. Questa necessità porta alla protezione del
patrimonio culturale
● Particolari : essi costituiscono gli interessi dei singoli, ovvero dei proprietari,
degli artisti, degli studiosi e dei Beni Culturali stessi (se viene violata la
funzione di nascita di un bene e di conseguenza alla civiltà che l’ha creato)
Tutti questi interessi finiscono per scontrarsi inevitabilmente quando un’opera d’arte si
sposta a livello internazionale. Il traffico di opere d’arte costituisce una significativa
fonte di guadagni per organizzazioni criminali di stampo mafioso.

La Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio è una delle opere
perdute è più ricercate in tutto il mondo: rubata nel 1969 da un’associazione mafiosa,
tramite diverse testimonianze si è arrivati alle conclusione che sia stata bruciata ma
molti ne dubitano.

Negli ultimi anni la vendita illegale si è sviluppata in Internet: Facebook è la


piattaforma più utilizzata per lo smercio d’arte. Chiudendo gli account “di vendita” si
perderebbero del tutto le opere, mentre mantenendoli aperti permettono alle autorità di
tracciarle in qualche modo.

In generale possiamo riconoscere due mercati d’arte:


● Mercato “Bianco” (lecito)
● Mercato “Nero” (illecito)
● Mercato “Grigio” : vendita legale di oggetti trafugati illegalmente

I manufatti ritrovati illegalmente passano negli Stati Cuscinetto, che fungono da


“garanzia” per la legalità del movimento, per poi passare agli Stati venditori.

Caso Medici
Questo caso aiutò a collegare le attività dei tombaroli con i musei. Tutto inizia con la
vendita del Cratere di Eufronio (V secolo) nel 1972, per 1.000.000$: fino ad allora
nessuno aveva sentito parlare di quell’opera, nonostante il grande prezzo, e si inizia a
ipotizzarne il ritrovamento illecito.
In seguito furono scoperti due nomi: Gianfranco Becchina e Giacomo Medici. Essi si
"dividevano" i beni che entravano in Italia, il primo nel Sud il secondo nel Nord, per
poter falsificare la loro legalità (certificati di provenienza falsi) e poterli rivendere
tranquillamente. Con queste “tecniche” il bene inizia ad avere un valore di mercato, un
prezzo di base che porta poi al guadagno.
Con l’aiuto di Robert Hecht il loro mercato si sposta a livello internazionale e oggi
Beni che sono passati nelle mani di Becchina e Medici fanno parte dei più grandi
musei del mondo.
Le ricerche portano, nel 1995, al Porto Franco di Ginevra, ribattezzato il museo che
nessuno può vedere, visto il gran numero di opere ritrovate: 4mila opere e numerose
Polaroid.
Ancora oggi stanno circolando diverse opere trafugate da Giacomo Medici, anche se
archeologi e autorità nazionali sono in continuo movimento per tracciarli.
Si capì inoltre che il Cratere di Eufronio proveniva da una tomba a Cerveteri, poi passò
in mano a Medici, poi a Hecht il quale riuscì a venderlo al Metropolitan Museum di
New York.

Kim Kardashian e il Sarcofago


Fece scandalo Kim Kardashian che si scattò una foto al Met Gala nel 2018 con un
sarcofago pagato dagli organizzatori 4 milioni di dollari. Il vero scandalo è il fatto che
il manufatto era stato trafugato nel 2011 in Egitto, spedito negli Emirati Arabi Uniti
nel 2013 e inviato lo stesso anno ad Amburgo (tramite FedEx!). In seguito passa a
Christopher Kunicki, membro del Comitato della Société Française d'Égyptologie che
lo propose personalmente al Met, il quale lo comprò, appunto, per il suo evento.
Uno dei tanti campanelli d’allarme era il fatto che sulla licenza d’esportazione, datata
falsamente nel 1971, l’Egitto è indicato con un nome non ancora ufficiale.

Nel 1969, in Italia, nasce il TPC, il Comando dei Carabinieri per la Tutela dei Beni
Culturali: venne creata da quest’associazione un’app per il controllo (parziale) del
traffico di opere d’arte in Italia.

Le principali criticità del mercato sono l’anonimato dei compratori e il modo vago con
il quale sono descritte le opere trafugate nei certificati di circolazione (es: vaso di vetro
romano).

Quando parliamo di traffico di opere d’arte parliamo di:


● Furto
● Esportazione illecita

I livelli di intervento sono essenzialmente tre:


1. Statale
2. Unione Europea : esiste il principio del libero circolo delle merci, ed è vietato
porre dei limiti per quanto riguarda importazioni ed esportazioni. Nel caso di
protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale è però
possibile stabilire delle regole. Tuttavia, tali divieti o restrizioni non devono
costituire un mezzo di discriminazione arbitraria, né una restrizione dissimulata
al commercio tra gli Stati membri.
3. Internazionale : la questione in questo caso è particolarmente sentita, poiché le
normative di tutti gli Stati mondiali sono molto diverse tra loro. Solo
l’UNESCO si è mobilitato per il controllo del traffico illecito delle opere d’arte.
○ Convenzione UNESCO 1970 : concerne le misure da adottare per
interdire a impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento
di proprietà dei beni culturali
○ Convenzione UNIDROIT 1995 : sui beni culturali rubati o illecitamente
esportati

Negli anni Sessanta aumentano gli sciacallaggi dei siti archeologici, così come inizia
l’attività di Medici.

L’UNESCO ha tre pilastri principali:


1. Prevenzione : ruolo centrale, stabilisce che gli Stati si impegnano a
○ Istituire servizi nazionali di tutela patrimoniale (e finanziarli)
○ Adeguare la normativa per reprimere il traffico illecito
○ Programmare inventari aggiornati su base nazionale
○ Azione educativa
○ Certificati per l’esportazione e, di conseguenza, sanzioni
○ Registri per antiquari
○ Controllo scavi
2. Cooperazione Internazionale (solo per gli Stati che partecipano alla
cooperazione)
○ Vietare importazione di beni illecitamente esportati
○ Vietare l’esportazione di beni rubati
○ Possibilità di chiedere aiuto agli altri Stati membri se il Patrimonio
Culturale è a rischio saccheggio
3. Restituzione (prima enunciazione del principio) : questo pilastro è il più
“debole” :
○ Art.7 : beni provenienti da musei, monumenti pubblici civili o religiosi o
istituzioni similari e fanno parte dell’ inventario di tale istituzione
○ Art.13 : “Gli Stati parti della presente Convenzione s’impegnano inoltre,
nel quadro della legislazione di ciascuno Stato:
[...]
c) a consentire un’azione di rivendicazione dei beni culturali perduti o
rubati esercitata dal proprietario legittimo o in suo nome”

Si hanno, però, dei limiti:


● Ambito applicazione spaziale : tra Stati membri
● Non retroattività : non vale per gli eventi accaduti in precedenza a questa
regola
● Non direttamente applicabili → spazio per fragmentazione
● Ambito applicazione oggettivo → problema definitorio

Solo con la Convenzione UNIDROIT si iniziano a stabilire delle leggi concrete


riguardanti la Restituzione: quest'ultima diventa un obbligo generale e viene fondata
l’Azione di Restituzione, secondo la quale il proprietario può agire in prima persona.
L’UNIDROIT lavora pari passo con la Convenzione dell’UNESCO, la quale stabilì la
Prevenzione, ma se questa può contare 140 Stati membri, l’UNIDROIT ne conta solo
48, ulteriore limitazione per la Restituzione dei Beni Culturali.

Che cos’è un Bene Culturale a livello internazionale?


Un BC è un’opera d’arte rappresentante del momento storico, dell’ambiente culturale
o della politica legislativa del periodo della sua creazione. Esso viene definito dalla sua
tipologia, dal suo utilizzo nell’età di nascita, dal valore economico che possedeva
allora e dalla sua origine.
Secondo la Convenzione UNESCO del 1970:
Art. 1: ”Ai fini della presente Convenzione vengono considerati beni culturali i beni
che, a titolo religioso o profano, sono designati da ciascuno Stato come importanti per
l’archeologia, la preistoria, la storia, la letteratura, l’arte o la scienza e che
appartengono alle categorie indicate qui di seguito: [...]

Cultural Heritage : prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il


know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali
associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui
riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale.

Potrebbero piacerti anche