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SALAVARE MASACCIO

Pittore centrale per la formazione dell’arte moderna - primi anni 20 del 400 – Firenze

Cappella Brancacci
- Massaccio fiorentino, si ritrova a Firenze nel pieno del Rinascimento. Proposta pittorica
innovativa.
Muore molto giovane = genera una mitologia – rimane nei grandi della storia
- cappella Brancacci, non sono isolati, sono all’interno di un contesto. Sguardo globale ->
dobbiamo contestualizzare l’opera e artista
- contestualizzare opera e artista = cappella si trova a Firenze – Santa Maria del Carmine (piazza
del Carmine) = zona ancora popolare. La cappella è stata “separato” dal resto della Chiesa (pagare
il biglietto) = idea di separare un ambiente rispetto tutto il contesto (no!) = no separare, ma unire.
Forme tardo barocche causa ammodernamento della Chiesa. La navata maggiore viene “tagliata”
da uno spazio latitudinale che è il transetto, all’estremità di esso cappella Brancacci.

Massaccio, allora 23 anni, venne coinvolto in questa impresa da Masolino da Panicale (suo
maestro, artista più vecchio e affermato) = apprendista e il maestro che lavorano sugli stessi
ponteggi (opera affresco). Masolino si accorge che quello che il Masaccio stava partorendo era
qualcosa di rivoluzionario.
- committente = Felice Brancacci, mercante di seta (borghese).
- opera rappresenta le storie di San Pietro, primo grande principe della Chiesa che i due pittori
raffigurano. Protagonista di grande storia sia in rapporto alla predicazione di Cristo che quella sua,
dopo la morte di Cristo (miracoli, evangelizzazione popoli,…)

Si parte dall’origine:
storia di Adamo e Eva = cacciata dal paradiso terrestre. Confronto immagini (vedi slide) =
differenze tra la rivoluzione del Massaccio e una pittura che apparteneva a un mondo che stava
tramontando.
Pittura di Masaccio = vibrante che rappresenta con grande realismo e naturalismo i corpi e la loro
espressività. Rappresenta con grande acume quel momento.
Pittura Masolino = vediamo due damerini che rappresentano il mondo della grande tradizione
tardo-gotica (mondo medievale fatto di eleganza, sinuosità che non aveva più il diretto contatto
con la natura-realtà).
Sono momenti diversi, ma Masaccio raffigura il momento della cacciata. Volto sfigurato da dolore
della perdita. Rappresentazione integrale della realtà, senza compromessi. Solo Giotto aveva
provato a farlo, dobbiamo tornare a Giotto per avere un paragone

- particolare con San Pietro che battezza = accoglie i nuovi neofili nella comunità dei cristiani. Il
nudo in ginocchiata stupendo, incontro fra tradizione classica e statue antiche e realtà. Uomo
dietro viene rappresentato in un gesto del tutto feriale = è infreddolito.
- particolare con San Pietro che guarisce con la propria ombra = in questa rappresentazione San
Pietro sembra avere meno dignità della rappresentazione di quelli che sono i marginali. Non solo
mettere sullo stesso piano, ma dare maggiore dignità a chi fino a quel momento non aveva avuto
un ruolo. Molto spesso autorappresentazione delle classi dominanti. Grazie a un meccanico
(lavoro meccanicamente con le mani) riesce a cambiare la visione del sacro = cambiare la visione
stessa di un’epoca.
- madre povera (particolare dell’affresco con la distribuzione delle elemosine) = marginale che
Masaccio raffigura con dignità e forza di essere quasi una madonna con il bambino. A lato, un
confronto, foto di Dorothea Lange (Migrant Mother) = grande crisi USA = donna migrante con un
bambino in braccio – grande forza espressiva, grande concretezza.
- particolare con Cristo che ordina di pagare il tributo a Cesare = viene chiesto a Cristo e discepoli
di versare un tributo per l’ingresso nella città. L’ordine che Gesù dà Pietro fu quello di prendere la
moneta nella bocca del primo pesce che Pietro avrebbe pescato. Abbiamo un episodio centrale
dell’emissario che chiede il tributo – Cristo che indica a Pietro di andare a pescare – Pietro che
pesca il pesce – pagamento del tributo. Masaccio ha messo sullo stesso piano tre episodi che
appartengono a tempi diversi. La forza del suo naturalismo, della concretezza e di rappresentare lo
spazio in maniera tridimensionale seconde le regole stabilite (Brunelleschi) rende questa sfasatura
non un disturbo della percezione dell’episodio, ma favorisce nella intuizione che abbiamo dei tre
momenti.
- confronto tra Masaccio – Masolino = Masolino è meno “spinto” nella rappresentazione realistica
dell’ambiente, nella rappresentazione coerente, in prospettiva in modo geometrico e razionale
dello spazio. Non sembra realmente uno spazio organizzato da leggi matematiche, ferree
(prospettiva brunelleschiana). I damerini al centro, come corpi non sembrano abitare i loro abiti
con la stessa forza plastica i personaggi del Masaccio occupano i loro mantelli. Differenza di colori,
gusto molto più decorativo.

- Sant’Anna metterza = Masolino e Masaccio – Galleria degli Uffizi (dalla chiesa di Sant’Ambrogio a
Firenze) – 1424-25. Lavorano alla stessa tavola. Madonna con il bambino si caratterizza, rispetto a
Sant’Anna, per una forte espressività e monumentalità. Sant’Anna dipinta da Masolino, si discute
sugli angeli.

- Trinità – Masaccio (Firenze, basilica di Santa Maria Novella) = ricerca della prospettiva
brunelleschiana. No interno cappella. Rappresentazione tridimensionale dello spazio. Quella che
noi vediamo è una mensa che doveva realmente continuare con la spazio reale. Cristo crocifisso.
Trinità perché alle spalle di Cristo rappresentazione del padre eterno e spirito santo. la madonna e
San Giovanni Evangelista = due che assistettero fino alla fine alla crocifissione di Cristo. I due
committenti = architetto Berto di Bartolomeo e sua moglie Sandra = sono in piano inferiore, ma
sono della stessa grandezza degli attori sacri. Parificare gli umani agli attori delle storie sacre. In
questo caso, i due committenti nonostante si trovino in un piano inferiore, hanno la stessa dignità.
Al di sotto della mensa eucaristica, abbiamo un cadavere. Perché cadavere? Secondo una
tradizione, sotto al calvario, era sepolto Adamo. Lo scheletro potrebbe alludere ad Adamo, ma
iscrizione come una sorta di ammonizione. Tradizione di prepararsi al momento della morte, idea
della fragilità e fugacità della vita umana.

Nel corso del 600, la Cappella Brancacci rischia di essere distrutta. Sulla cappella aveva messo gli
occhi un certo Francesco Feroni, umili origini ma riuscì a fare molta fortuna attraverso la sua
spregiudicatezza divenendo mercante di schiavi. Riuscì ad acquisire il titolo di marchese attraverso
un esborso notevole di denaro, in altre parole si comprò il titolo. Feroni avrebbe voluta una
cappella funeraria e nella chiesa di Santa Maria del Carmine, una delle più importanti famiglie di
Firenze (corsini) avevano acquisito la loro cappella fatta decorare da due artisti che importarono il
barocco. Artisti: Giovanbattista Foggini (fiorentino formato a Roma con allievi di Bernini) e Luca
Giordano (pittore che esegue la cupola, l’affresco). Rappresenta una sorta di paradiso/gloria,
collegata alla rappresentazione del santo della famiglia: Andrea Corsini raffigurato nella pala
d’altare che in continuità con l’affresco sembra sia ascendendo al paradiso. Luca Giordano era un
pittore napoletano che aveva raggiunto una fama europea (Madrid). Era il monumento più
all’avanguardia, non solo per il prestigio dei committenti ma anche perché aveva importato a
Firenze un nuovo linguaggio.
- nella pala vediamo sant’andrea, ma non è un dipinto. È possibile nella tradizione barocca che
troviamo pale d’altare che siano rilievi, sculture. È la grande tradizione del barocco romano.

Feroni vuole una cappella in quel luogo, speculare a quella di Corsini. La voleva speculare. La
cappella speculare ai Corsini, era la cappella Brancacci di Masolino – Masaccio ma anche di
Filippino Lippi (completa la cappella dopo che i due pittori la lasciano incompleta). Nel registro
inferiore troviamo delle storie integrate da Lippi (Rinascimento maturo). Feroni non si fa scrupolo
di voler distruggere la cappella e poter avere la propria, ma doveva convincere i padri carmelitani.
Strumento = la corruzione non solo dei padri ma anche dei tecnici. I tecnici convincono i padri che
gli affreschi possono essere esportati, addirittura senza essere danneggiati. I carmelitani accettano.
La gran duchessa, Vittoria della Rovere entra in gioco. Ci fu una sollevazione popolare da parte
degli abitanti del quartiere, dei cittadini. Creano una lega di difesa riuscendo a convincere gli
accademici del disegno (la più importante istituzione del tempo). Una parte dell’intellettualità che
Feroni non era riuscito a corrompere. Successivamente si riesce a convincere la stessa gran
duchessa che da un punto di vista materiale-politico riuscirà a bloccare il tentativo di Feroni.
Feroni si farà costruire la cappella in un altro luogo, basilica della Santissima Annunziata =
monumento funebre, imbarcazione carica di schiavi che allude a quella che era stata l’attività che
lo aveva reso così ricco e potente.

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