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MASACCIO

1 Masaccio e Masolino
Masaccio, nato nel 1401 a San Giovanni Valdarno, si impose come un'importante figura artistica a Firenze durante il
Rinascimento. Per affermarsi, collaborò con il pittore più anziano Masolino da Panicale. Nel 1423, mentre Gentile da
Fabriano terminava l'Adorazione dei Magi, Masolino dipinse una Madonna col Bambino per celebrare un matrimonio,
utilizzando lo stile del Gotico internazionale.

LA SANT’ANNA METTERZA
Masolino dipinse anche la Sant'Anna metterza per la chiesa di Sant'Ambrogio, aiutato da Masaccio. Le figure del gruppo
centrale della Madonna con il Bambino mostrano uno studio delle forme tridimensionale, influenzato dalla prospettiva di
Brunelleschi e Donatello. Questo contrastava con l'arte del Gotico internazionale, che era più piatta e priva di concretezza
anatomica.

2 La Cappella Brancacci
Masolino e Masaccio rappresentavano due mondi profondamente diversi e apparentemente inconciliabili, che per
necessità dovettero incontrarsi nella loro impresa più grande: la decorazione di una cappella nella chiesa fiorentina del
Carmine, che apparteneva al mercante di seta Felice Brancacci. Qui la personalità del maestro più giovane finì per
dominare su quella del più anziano.

STORIA DELLA CAPPELLA


Il lavoro fu avviato verso il 1424 e prevedeva di raccontare sulle pareti un ciclo di Storie di San Pietro, cui la cappella era
dedicata. L'aspetto attuale della Cappella Brancacci è frutto di una serie di secolari stratificazioni. Gli affreschi delle vele e
delle lunette sono andati distrutti in seguito a una ristrutturazione del 1746-1748. Nei primi anni Ottanta del Quattrocento,
Filippino Lippi completò il registro più basso. Masolino e Masaccio non avevano portato a termine il loro impegno: il primo
aveva abbandonato il cantiere fin dall'autunno del 1425, mentre Masaccio fu impegnato in un polittico per la chiesa del
Carmine di Pisa.

ADAMO ED EVA
L'uno di fronte all'altro, nel registro superiore della parete d'ingresso, sono rappresentati due episodi della Genesi: la
Tentazione di Adamo ed Eva da parte del serpente e la Cacciata dal Paradiso terrestre. Masolino raffigura la Tentazione
con Adamo ed Eva ritratti nudi, ma paradossalmente quasi senza corpo, mentre Masaccio rappresenta la Cacciata in
modo molto diverso, con Adamo ed Eva che escono dal Paradiso attraverso un portale e camminano in un paesaggio
brullo e concreto. Le figure di Masaccio sono tormentate da un estremo dolore, simile ai Profeti scolpiti da Donatello.
L'influenza di Donatello sulla formazione di Masaccio è evidente nelle sue rappresentazioni dei personaggi.

IL TRIBUTO
Nella scena del Tributo, Masaccio applica le novità prospettiche brunelleschiane per creare una scenografia unica e
tridimensionale. La storia è divisa in tre momenti: Cristo al centro, accerchiato dagli Apostoli e bloccato dal gabelliere,
indica a Pietro di andare a pescare la moneta necessaria per pagare la tassa. I tre episodi sono allestiti in un paesaggio
collinare con un vero cielo atmosferico e ombre reali proiettate a terra. Masaccio ha dotato gli apostoli di aureole in
scorcio, sottolineando ulteriormente la sua solerzia spaziale e tridimensionale.

UN'OMBRA MIRACOLOSA E UN GIOVANE INFREDDOLITO


Nella Cappella Brancacci, le ombre diventano protagoniste nel miracolo di San Pietro che risana con la propria ombra.
Questo brano presenta uno spoglio paesaggio urbano in prospettiva e rappresenta Firenze contemporanea come la
scena in cui si dipana la storia della salvezza. Il verismo di Masaccio si riflette anche nell'episodio del Battesimo dei
neofiti, dove sono rappresentati corpi nudi attentamente indagati nelle loro anatomie e sensazioni. Masaccio introduce
anche un giovane che trema di freddo, segnando un punto di non ritorno nella storia dell'arte occidentale.

3 Il Polittico di Pisa
Nel 1426, Masaccio venne commissionato per creare un polittico per la chiesa di Pisa, dedicato ai santi Giuliano e Nicola.
L'opera è giunta in frammenti dispersi e si ipotizza che le figure fossero unificate in uno spazio unico, con uno sfondo
tridimensionale.

LA PREDELLA
La base del polittico era costituita da una predella composta da cinque pannelli, narrando storie dei santi sopra di essi.
Nell'Adorazione dei Magi, presente nel pannello centrale della predella, si possono notare dettagli realistici come
paesaggi, ombre, aureole in prospettiva e un'attenta disposizione delle figure nello spazio.

MASACCIO E GENTILE: DUE MADONNE


Un confronto tra la Madonna di Masaccio nel polittico di Pisa e quella di Gentile da Fabriano rivela differenze di stile e
linguaggio. Mentre l'opera di Gentile è caratterizzata dall'eleganza delle figure e lo sfarzo dei tessuti, quella di Masaccio si
distingue per l'uso di una luce luminosa, una composizione più tridimensionale e una figura del Bambino simile a un
piccolo Ercole.

LA CROCIFISSIONE DI CAPODIMONTE
La Crocifissione, che faceva parte del polittico di Pisa, mostra una luce simile a quella presente nell'Adorazione dei Magi.
Masaccio utilizza gesti potenti, come le braccia aperte della Maddalena e la disposizione dei piedi di San Giovanni, per
esprimere la terza dimensione. Inoltre, la figura di Cristo è raffigurata senza collo, in un scorcio realistico della sua testa
senza vita.

4 La Trinità di Santa Maria Novella


Nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, Masaccio utilizzò la prospettiva per affrescare una parete, creando
un'architettura illusoria che sembrava aprire una cappella completa. Al centro di questa sorta di arco trionfale, un Padre
eterno gigantesco sorregge e mostra la croce su cui pende il Figlio, mentre la colomba dello Spirito Santo si getta verso
lo spettatore. Ai piedi della croce, la Vergine e San Giovanni collegano l'immagine della Trinità a quella della
Crocifissione. Ai piedi dell'affresco, in una posizione di adorazione eterna, premono Berto di Bartolomeo, un architetto che
ha lavorato alla costruzione della cupola di Brunelleschi, e sua moglie Sandra. Sotto di loro, presumibilmente sotto
l'altare, era presente una mensa che conferiva all'intero affresco il senso di un retablo, o addirittura di una vera e propria
cappella funeraria, in quanto lì venivano celebrate le messe in memoria dei committenti e dei loro discendenti, sepolti
sotto il pavimento della navata. Nel registro inferiore, e quindi sotto l'altare, si trova uno scheletro, che fa riferimento a
quello di Adamo (tradizione vuole che fosse sepolto sotto il Calvario), e proclama che la passione, la morte e la
resurrezione di Cristo hanno sconfitto la morte di ogni uomo. Questa morte fisica, tuttavia, rimane nell'esperienza
quotidiana, come suggerito dallo scheletro attraverso un'iscrizione: "Io fu' già quel che voi siete, e quel ch'io son voi ancor
sarete". Masaccio infrange la tradizione medievale di rappresentare devoti e committenti come figure sottodimensionate
rispetto a quelle divine. Per lui, la realtà e la prospettiva hanno più importanza delle gerarchie convenzionali, poiché nello
spazio tridimensionale, le figure umane e divine devono rispettare i rapporti proporzionali imposti dalla prospettiva.
L'architettura della cappella sembra influenzata da Brunelleschi, con l'utilizzo di elementi antichi come paraste scanalate,
colonne con capitelli ionici, archi a tutto sesto e volte a botte decorate a lacunari. Masaccio sembra ben consapevole
delle sperimentazioni di Donatello nel Convito di Erode.

EPILOGO ROMANO DI MASACCIO


Dopo la realizzazione della Trinità, Masaccio si trasferì a Roma per ricongiungersi a Masolino, che era tornato
dall'Ungheria, e lavorare insieme a commissioni provenienti dall'entourage di Papa Martino V. Tuttavia, Masaccio morì
prematuramente prima del 18 novembre 1429. Nel frattempo, alcuni maestri toscani erano già stati colpiti dalla sua
rivoluzione artistica.

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