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Continuity
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Non sempre nelle serie televisive è presente la continuity. Molti telefilm degli anni '70, '80 e '90
presentavano una continuity molto debole, in quanto erano costituite da una serie di episodi
autoconclusivi, che condividevano tra loro solo la presenza dei personaggi principali. Dagli anni
2000 in poi sono stati invece prodotte serie con maggiore collegamento tra le trame dei singoli
episodi, o addirittura serie con un'unica trama che si dipana attraverso i successivi episodi,
tanto che risulta impossibile apprezzare lo svolgimento della storia se non si seguono gli
episodi nel giusto ordine. Esempi di questo tipo di produzioni televisive, caratterizzate da forte
continuity, sono Lost o Il Trono di Spade.
Il maggior problema di lunghe serie televisive è il gran numero di informazioni che vengono
date durante un episodio di una serie o addirittura di un'altra serie; alcuni telefilm infatti hanno
numerosi e accaniti fan, che prendono nota di ogni dettaglio di ogni episodio e, confrontandolo
con un altro, trovano una contraddizione. L'esempio classico di questo caso è Star Trek, per cui
è stato addirittura coniato l'acronimo YATI, Yet Another Trek Inconsistency (Un'altra
incongruenza di Star Trek).
Nei fumetti la continuity è l'unità di tempo, luogo e azione in cui si svolgono gli eventi; il termine
serve a creare una linea spazio-temporale consistente in cui l'azione si svolge. È una sorta di
sottotrama che serve a collegare tra loro i diversi episodi di una pubblicazione, o anche gli
episodi di diverse pubblicazioni che condividono lo stesso universo narrativo. Pioniera della
continuity nei fumetti è stata la Marvel Comics: Tutti i fumetti di tale casa editrice condividono,
fin dagli esordi, lo stesso universo narrativo, e ciò che succede in un fumetto Marvel ha effetto
sugli eventi di tutte le altre collane della stessa casa editrice. Visto il successo di tale struttura
narrativa, anche le altre case editrici si sono adeguate e la continuity è diventata una
caratteristica della maggior parte dei fumetti.
È stata coniata anche l'espressione "Fuori continuity", che indica la non appartenenza (prodotta
volutamente, o per descrizione di eventi incoerenti tra loro) di un numero o di un albo alla
successione degli eventi principale che si stava narrando; esempi principali di questo termine
sono state le cosiddette "storie immaginarie" di Superman negli anni '50 e, più di recente, le
storie What if...? Marvel Comics e gli Elseworlds DC Comics. Un uso particolare di continuity è
la cosiddetta "retcon": si tratta di storie o episodi che riscrivono lo svolgimento di eventi passati,
modificandone spesso gli effetti anche sul presente.
Questo uso di consequenzialità permette le contaminazioni tra serie differenti note come
crossover.
Un tipico esempio di fumetto in cui la continuity è stata violata, almeno nei primi tempi, è Tex:
nel numero 17 della serie gigante Tex, già vedovo, discute con il figlio dell'imminente scoppio
della Guerra di secessione americana, mentre nei numeri 113-114 (e in altri successivi) Tex,
rievocando il suo passato con i pards (tra cui suo figlio adolescente), ricorda quando, non
ancora sposato, fu implicato direttamente in tale guerra.
Canone
Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 28 dic 2022 alle 11:00.
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