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IL CASTELLO DI ROVIGO:

PROGETTO DI RESTAURO E RIQUALIFICAZIONE

Torre Grimani
Torre Don

Torre Grimani

Torre Don
Torre ovest

Porta del Soccorso

Torre sud

Castello di Rovigo

Torre Don

Torre sud
Porta del Soccorso

Torre ovest

Torre Grimani

sopra la ripa della fossa Filistina, che le


correva per fianco lOriente, [il vescovo
Paolo] con lo aratro disegn il sacro solco
al Castello in forma rotonda, dellaltre pi
perfetta; et in oltre levato il sito con terra
cavata dalle fosse disegnatevi, diede
principio fabbricare il Castello
Andrea NICOLIO 1582

1630 Archivio di Stato di Venezia, Raccolta Terkuz 23

Alla met del Cinquecento il podest Antonio Calbo affermava


che la spesa da sostenersi per le nuove fortificazioni urbane non
sarebbe stata troppo alta per esservi un castello, et torre
disdotto, che sono utili, dove una infinit di pietre che far gran
parte della muraglia di essa fortezza, la qual cosa ser di gran
sparagno
Archivio di Stato di Venezia, Senato Terra, b. 46, 26 settembre 1555

Nel 1598, scomparso ogni interesse militare, il Magistrato sopra


Camere decise di concedere il castello, con tutti i corpi edilizi ed
ogni altro annesso, a titolo di livello perpetuo ai patrizi Nicol e
Francesco Don, dietro il pagamento annuo di 12 ducati.
Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche
costruzioni, b. 196/29, 18 aprile 1598.

19 gennaio 1770
Piero Don alla Congregazione Municipale:
Nel secolo decorso il Castello era chiuso anche dalla parte del
fiume con un muro simile a quello che lo cinge anche
presentemente negli altri lati. Li miei proavi lo demolirono, ed
impiegarono quei materiali nella costruzione delle casette che
vi esistono attualmente [] Nessuno fece la pi piccola
resistenza a quella demolizione, e quelle casette saranno state
sempre pi utili alla citt di quello che lo era quel muro
Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche
costruzioni, b. 196/29, 19 gennaio 1770.

Da un documento inedito del primo Seicento conservato presso


lArchivio di Stato di Venezia risulta che i Don avevano
costruito delle case nellarea del castello: vi sono poi da noi
state fabricate sopra 6 meze case
Archivio di Stato di Venezia, Archivio Don, Libro mastro della facolt di
Nicol Don [] Castello e case in Rovigo, castello e case a Lendinara, []
1612-1624, b. 183, c. 6 sin.

19 gennaio 1770
Piero Don alla Congregazione Municipale:
Sono cento ottantasei anni che questa famiglia possiede il
Castel vecchio di Rovigo, e lo possiede con titolo legittimo, e
con piena facolt di disporre di esso, e di tutto ci che in esso
compreso. Sopra di un tal fondamento ho io stabilito di
demolire quella torre, che ora in questione. Li Sig.ri
Regolatori dellanno passato mi si sono opposti. [] Confesso
il vero: una torre che non pu essere di nessun uso n
pubblico n privato, che mezza diroccata, e che va crollando
ogni giorno, io non vedo come possa decorare una citt. Per
me certo non so concepire in essa che un orrido oggetto
Archivio di Stato di Rovigo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche
costruzioni, b. 196/29, 19 gennaio 1770.

lanno 1771 venne in pensiere a suddetti N.N.H.H. di demollire


la maggiore delle suddette torri per aprofittarsi delle pietre. La
citt a cui serve di ornamento e decoro il detto Castello si
oppose con una lettera avvogaresca. [] Il castello viene
attualmente disfatto, avendo fatto li N.N.H.H. Donadi un
accordo con quelli che si prestano al disfacimento di divider le
pietre; e potete figurarvi con quanta furia operino per demolirlo
Archivio Comunale di Rovigo, Miscellanea rodigina, Minute di lettere, b.
9/21, cc. 1r-2r., 1794

Nel 1836 il Nob. Conte Marco Grimani, succeduto ai Co. Don


demoliva una parte della grossa mura del castello.
Pubblicato in BISCACCIA 1856, pp. 242-243; STRADA 1896, p. 63.

13 ottobre 1836
Paolo Grisoldi alla Congregazione Municipale:
Essendomi trasferito nel locale della N.D. Marina Don e
avendo osservato che demolivano la mura della citt e si
profitavano di quei materiali istesi a inalzare la mura della
riviera del Adigetto; quindi sul momento isteso gli suspeso il
demolir la mura della R. Citt tanto mi facio dovere a rasegnare
il presente raporto alla mia superiorit perch prenda quelle
misure che creder in proposito.
ASRo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, b. 196/29.

ASRo, Archivio Storico Comune, Referati Pubbliche costruzioni, V, b. 196, f.


29 12, 1836, 12 marzo

Le condizioni conservative

Torre Grimani

Torre Don
Torre ovest

Porta del Soccorso

Torre sud

Castello di Rovigo

A1 - Aree di muratura con presenza di alghe verdi, muschi, licheni


(patina biologica)
Aree di muratura interessate dalla crescita differenziale di microrganismi e organismi
vegetali, come alghe verdi, muschi, licheni, ecc., privi di apparato radicale o con
apparato radicale inferiore (ife o rizine).
Lo sviluppo favorito dalla presenza di acqua che viene trattenuta dalle superfici
generalmente esposte a settentrione, battute dalle piogge e sottoposte ai venti
dominanti, o in zone d'ombra oppure perch l'apparecchiatura presenta delle riseghe o
piani orizzontali su cui si sono depositati strati incoerenti di materiale (polveri, argilla)
che hanno consentito l'accrescimento della vegetazione.
I fenomeni di biodeterioramento riguardano soprattutto l'aspetto delle cortine murarie
dal momento che l'apparato radicale, ove esistente, non provoca danni meccanici ma
pu innescare processi chimici tali da danneggiare l'apparecchiatura.

A2 - Aree di muratura con presenza di vegetazione arbustiva inferiore e


superiore con apparato radicale
Aree di muratura ricoperte da organismi vegetali (vegetazione arbustiva inferiore e
superiore, come l'edera o il fico) con apparato radicale.
Tali apparati (radici) sono accresciuti e si sono sviluppati sia in superficie che all'interno
della cortina muraria creando vere e proprie cavit grazie all'azione meccanica delle
radici. In molti casi stata compromessa la stabilit della muratura nella zona
interessata.
Sono presenti su tutte le cortine murarie della cinta, con un particolare sviluppo nella
zona esterna verso occidente.
In molti casi (forse per trattamenti diserbanti pregressi) si in presenza del solo fusto
di piante disseccate.

A3 - Aree di muratura che presentano interventi di sostituzione o


integrazione del giunto con malta cementizia
Aree di muratura che presentano interventi recenti di sostituzione o integrazione del
giunto con malta cementizia.
Si tratta di interventi si scuci-cuci della muratura realizzati per circoscrivere e limitare
l'eventuale crollo o la formazione di dissesti nelle murature della cinta muraria. In altri
casi sono state tamponate alcune buche pontaie o fori presenti nella muratura.
I quattro prospetti di torre Don, nella parte sommitale, sono interessati dalla ripresa
totale del giunto in seguito ad un intervento realizzato negli anni '70 del Novecento.

A4 - Elementi metallici inseriti nella muratura

Sono stati individuati tutti gli elementi metallici inseriti nella muratura.
In molti casi si tratta di elementi ossidati che hanno perso la loro funzione (perni
tendifilo, staffe, ecc.), in altri si tratta di capichiave di tiranti metallici annegati nella
muratura.
Nel caso degli elementi di ausilio si tratta di integrazioni non coeve alla fabbrica, ma
funzionali all'ammorsamento tra due pareti con evidenti problemi strutturali. In questo
caso si segnalata la loro presenza per un eventuale intervento di stabilizzazione
dell'ossidazione in corso.
Negli altri casi gli elementi sono relativamente recenti e corrispondono ad azioni
sporadiche.

A5 - Elementi lignei inseriti nella muratura

Si tratta di sporadici elementi lignei inseriti nella muratura.

A6 - Graffiti (scritte, disegni, ecc. realizzati con colori non solubili in


acqua)
In questa categoria sono state segnalate le forme di degrado derivanti da apporti
antropici come le scritte, i disegni realizzati con penne colorate e vernici non solubili in
acqua.

B1 - Singoli mattoni
polverizzazione

con

fenomeni

di

esfoliazione,

scagliatura,

Fenomeni puntali con mancanze che interessano i soli elementi laterizi, conseguenti ad
esfoliazione, scagliatura, polverizzazione, ecc., con perdita in profondit della materia e
della configurazione del singolo elemento.
Si tratta di degradazioni differenziali del laterizio dovute alla diversit degli elementi
stessi e del loro diverso comportamento in presenza di umidit o altri meccanismi che
scatenano il degrado.

B2 - Aree di muratura con perdita del giunto,


polverizzazione e
conseguente decoesione, sia in superficie che in profondit
Aree di muratura in generale buono stato di conservazione con la sola perdita del giunto
di malta per polverizzazione e conseguente decoesione; per una profondit anche
superiore ai 5 centimetri e iniziale pregiudizio per la stabilit della cortina muraria in
superficie.
Tale fenomeno presente sia sulle cortine spogliate da interventi antropici sia su quelle
che presentano tuttora il rivestimento originario.

B3 - Aree di muratura con distacchi e perdita di materia sulla superficie,


fino ad una testa del paramento murario. Fenomeno lieve
Aree di muratura con distacchi e perdita di materia sulla superficie con perdita di parte,
fino ad una testa, della cortina muraria per pi corsi.
Si tratta del degrado generale della muratura, sia del laterizio che del giunto con
fenomeni di decoesione superficiale, ma senza alcun pregiudizio della stabilit della
muratura.

B4 - Aree di muratura con distacchi e perdita di materia, di una o pi


teste del paramento murario, per pi corsi. Fenomeno grave
Aree di muratura con distacchi e perdita di materia sulla superficie con la mancanza di
una o pi teste della cortina muraria per pi corsi con problemi della stabilit della
muratura limitatamente a quella zona.

B5 - Brecce nella muratura con fenomeni di


compromettono la stabilit strutturale della muratura

distacco

che

Aree di muratura con fenomeni di decoesione e perdita in profondit di materia,


alterando la configurazione geometrica e compromettendo la stabilit della struttura.
Tali brecce, anche non passanti, si sviluppano sia in altezza che in larghezza; quelle
rilevabili al piede della muratura hanno uno sviluppo prevalentemente orizzontale.

B6 - Muratura di colmo con mattoni parzialmente degradati o sconnessa


per la presenza di vegetazione
Muratura di colmo della cinta con mattoni parzialmente degradati o sconnessa per la
presenza di vegetazione con apparato radicale che, esercitando una forte pressione,
tramite la penetrazione e l'ispessimento delle radici, ha sollevato alcuni corsi di mattoni
e decoeso la muratura stessa.

C1 - Lesioni

Parti di struttura muraria con lesioni o fratture che interessano tutta o parte della
sezione muraria.
In molti casi si tratta di lesioni che hanno formato con l'andare del tempo vere e proprie
brecce nella cortina muraria.

Il progetto

Rifacimento di stilature e stuccature in malta di calce dei


paramenti delle cortine murarie, da realizzarsi con il
preliminare accurato asporto delle malte di natura cementizia,
con microscalpelli, bisturi e spazzole di saggina o plastica, con
la rimozione delle parti di malta polverulente o in distacco, da
compiersi manualmente con l'uso di bisturi e piccole spatole,
con la rimozione degli eventuali residui di vegetazione morta,
delle erbe e pianticelle, con un accurato lavaggio preliminare
delle superfici con acqua accompagnato da leggera
spazzolatura con spazzole di saggina o plastica.
Le malte da impiegarsi nella ricostruzione saranno costituite da
un impasto di calce aerea, calce idraulica a basso tenore di
sali, sabbie di fiume e di campo, con l'aggiunta di eventuali
terre colorate, in modo da ottenere una grana e una
colorazione simile alle malte esistenti. Lo strato di malta finale
di stilatura dovr essere realizzato in leggero abbassamento,
evitando ogni sbavatura e qualsiasi imbrattamento dei laterizi
circostanti. Il tutto da eseguirsi in base alle indicazioni e
prescrizioni della D. L., compreso ogni altro onere.

LA PERDITA DEL POTENZIALE INFORMATIVO

LA PERDITA DEL
POTENZIALE
INFORMATIVO

1 FASE

2 FASE

1) DEMOLIZIONE
MALTE
2) SOSTITUZIONE
MALTA

LA CONSERVAZIONE
DEL POTENZIALE
INFORMATIVO

1) CONSOLIDAMENTO
MALTE
2) INTEGRAZIONE
MALTA

Il cantiere

La questione della stabilit delle torri Grimani e Don

Torre Grimani

Torre Don
Torre ovest

Porta del Soccorso

Torre sud

Castello di Rovigo

101
cm

COPERTURA TORRE GRIMANI

COPERTURA TORRE GRIMANI

Francesco Bernardelli, perito dei


Grimani, sostenne che si aggiunge
rendere considerabile, e spaventoso il
pericolo, che la facciata della Torre
stessa quale guarda verso lAdice
strapiomba, ed fuori di piombo piedi
n 5 e pi
ASRo, Archivio Storico Comune, Referati
Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 21 marzo
1771.

Giovanni Battista Padrin, perito della


municipalit, con maggior pacatezza,
indic di aver ritrovato la sudetta
Torre inclinata verso Mezzogiorno
dalla sua altezza di piedi 120 di
quadro, senza i Merli piedi 3, oncie 4,
il che attesa anche la sua larghezza di
piedi 30, riesce di niun pericolo
ASRo, Archivio Storico Comune, Referati
Pubbliche costruzioni, b. 196/29, 27 agosto

Anche torre Don si rastrema verso


lalto: pertanto i suoi entro o fuori
piombo risultano diversi da spigolo
a spigolo. Lo sbandamento del suo
asse centrale di 146 centimetri.
Il piede veneto corrisponde a
34,7735 centimetri. Unoncia
equivale ad un dodicesimo di piede,
un passo a cinque piedi.
Nel documento del Bernardelli Il
fuoripiombo superiore ai 173
centimetri;
Nella perizia del Padrin il
fuoripiombo, riferito allaltezza della
sola canna, di 116 centimetri.
Linclinazione ora misurabile
ammonta a 125 centimetri circa, se
riferita allintera altezza, a 115
centimetri se riferita alla sola
canna; la misura relativa allo
spigolo nord-ovest, lo stesso
considerato dal Padrin.

Il progetto di restauro del Castello, elaborato


allinterno
di
un
pi
vasto
progetto
di
Riqualificazione del centro storico di Rovigo e
recupero torri medievali, stato commissionato dal
Comune di Rovigo

Progettista Interventi
di restauro:
Mario Piana
con:
Edoardo Danzi, Alessandra Ferrighi

consulenti:

Serena Franceschi, Adelmo Lazzari


Massimiliano Lazzari, Federica Aimi,
Valeria Tomasi, Andrea Turato
Salvatore Valenzisi, Mauro Molon

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