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Il Funzionamento Di Un Arco
Differente da quello del sistema trilitico proprio dell'architettura Greca.
Nel sistema Greco abbiamo due Piedritti verticali e un elemento orizzontale poggiato su essi, tutti i
pesi e i carichi verticali sono trasmessi alle fondazioni ortogonalmente, vi è la tendenza
dell'Architrave, ovvero dell'elemento trasversale, a non resistere nella zona delle fibre inferiori allo
sforzo di trazione, i Piedritti verticali assorbono solo i carichi direttamente sulla linea verticale, però
l'elemento trasversale è soggetto anche uno sforzo di trazione, nella zona delle fibre anteriori, tende
quindi a spezzarsi.
In un arco i singoli Conci cuneiformi sono sollecitati solo a compressione uno sforzo al quale resistono
perfettamente.
I Conci trasmettono sui Piedritti verticali una spinta obliqua dotata quindi di una componente
orizzontale, all’altezza dell'imposta si viene a generare una forza obliqua che può essere scomposta in
una forza orizzontale e una forza verticale.
Le luci possono diventare molto più ampie con utilizzo dell'Arco, i Piedritti tendono ad essere tuttavia
rovesciati dalle spinte che si vengono a generare all'imposta, nell'arco l'uso di sequenze di archi fa sì
tuttavia che le spinte laterali si annullino a vicenda.
terminologia convenzionale dell’arco:
❖ Arco a tutto sesto
Si ha un Concio in chiave che ha una funzione strutturale fondamentale (trasmette i carichi trasmessi
verticalmente ai conci simmetrici), intorno simmetricamente si dispongono i conci in forma di ¼ di
circonferenza questo sistema prende il nome di Controchiave (tutti i conci lavorano solo a
compressione fino ad arrivare alla linea di imposta dell’arco dove si va a formare una forza obliqua +
scomponibile in una orizzontale e una verticale), tra ogni concio vi sono giunt che li separa, l’altezza
dalla linea di imposta dell’arco al concio in chiave prende il nome di Freccia, la parte esterna dell’arco
prende il nome di Estradosso, mentre la parte interna prende il nome di Intradosso, l’ampiezza
dell’arco prende il nome di Luce, il sistema verticale prende il nome di Piedritto, lateralmente a
quest’ultimo vi è l’elemento denominato Spalla muraria, l’elemento che poggia sulla linea di imposta
viene chiamato Peduccio o Punto di innesto, nella zona laterale dell’arco vi si trova la Zona del
rinfianco che aggiunge un carico verticale che contribuisce a contrastare la forza laterale che si genera
dalla linea di imposta.
L’arco porta ad una vera e propria rivoluzione della cultura architettonica grazie ad una flessibilità
strutturale amplissima e piena di implicazioni estetiche assolutamente nuove, messa a frutto dalla
pragmatica mentalità Romana.
L’equilibrio Di Un Arco
Condizione necessaria per la stabilità di un arco è il calcolo del cosiddetto terzo medio, ovvero il
calcolo della linea di forza obliqua che deve cadere nel nucleo di inerzia, il nucleo viene calcolato
dividendo per 3 lo spessore murario e nella sezione centrale deve ricadere la risultante della forza
obliqua.
Nell’arco grazie alla forma dei conci trapezoidali che lavorano per reciproco contrasto, il peso di ogni
concio a partire dal concio di chiave si sommano con il peso del muro sostenuto dall’arco, fino a
scaricarlo sui Piedritti.
La risultante di due forze applicate data dalla diagonale del parallelogramma formato da due vettori:
forza di gravità o peso del muro e peso del concio precedente.
Strutture Murarie
Le tecniche variano con il tempo, in particolare una tappa fondamentale fu l’invenzione del
cementizio a partire dal II secolo a.C. e spesso dufono adattati nei differenti luoghi a seconda dei
materiali da costruzione più facilmente reperibili.
le strutture murarie di articolano in:
● Opera poligonale: una tecnica di costruzione diffusa nell’Italia centrale e meridionale tra il VI
e I Secolo a.C. consiste nella sovrapposizione di massi di grandi dimensioni poco o nulla
lavorati e apparecchiati a secco senza il ricorso a Malte.
● Opera quadrata: è una tecnica di costruzione che consiste nel mettere in opera su filari
regolari blocchi squadrati in forma parallelepipeda e di altezza uniforme.
In ambito Romano la tecnica viene utilizzata già a partire dal VI secolo a.C. e si affina
progressivamente con una maggiore regolarità nel taglio e una disposizione più articolata dei
blocchi.
L'uso continua anche dopo l'introduzione dell’opus caementicium per tutta l'età Imperiale,
affiancato alle altre tecniche.
Con l’introduzione dell'opera cementizia però la muratura in blocchi continua ad essere
utilizzata come paramento esterno.
● Mattoni crudi e cotti
● Muri con nucleo cementzio e cortne di:
○ pezzi di pietra
■ (opus incertum): è un sistema di costruzione che si presenta all'esterno sotto
la forma di un paramento in blocchetti di pietra, levigati in superficie e rozzi
verso l'interno, per essere poi Collegati con cementa nell'opera sacco
■ (opus caementcium): rappresenta una vera e propria rivoluzione, è
caratterizzata da una mescolanza di malta e cementa, ossia di pietre grezze o
frammenti di pietra spezzati, frammenti di laterizi, ciottoli di fiume, ghiaia.
La malta a sua volta è costituita da una mescolanza di acqua, calce, sabbia
e/o pozzolana.
L'introduzione del cementizio per la costruzione di edifici risale agli inizi del II
secolo a.C., in origine si trattava di una tecnica economica che veniva
utilizzata solo per costruzioni private e per riempimenti ed utilizzava una
malta ancora non perfezionata; i Romani si accorsero utilizzando una polvere
particolare per la calce, di origine vulcanica chiamata pozzolana, che il
conglomerato cementizio acquistava una straordinaria esistenza, diventava
Vi sorgeva il tempio della Virtus e quello di Giunone Moneta, cioè tra ‘’ammonitrice’’.
Tempio di Giove Ottimo Massimo Capitolino
Iniziato da Tarquinio Prisco ca. 582-578 a.C. con la costruzione di un enorme Terrapieno sull'altura
meridionale del Campidoglio.
I lavori furono ripresi e condotti a termine da Tarquino il superbo con l'intervento di artisti Etruschi.
Fu inaugurato nel 509 a.C., anno di instaurazione della Repubblica, da M. Orazio Pulvillo.
La documentazione pervenuta dei Templi Tuscanici ed Etrusco-Italici Avviene sempre tramite Vitruvio
egli descrivere la tipologia templare Tuscanica rispetto a quelli dell'architettura templare Greca.
Secondo Vitruvio la base quadrangolare aveva proporzione del rapporto di 5:6 ed era organizzato
secondo una griglia modulare di 10 x 12 moduli.
si differenzia dal tempio Greco innanzitutto per la frontalità, non è periptero, non abbiamo una
peristasi che gira intorno a tutta la costruzione, ma gira soltanto intorno a tre lati, l’intercolumnio è
airostalo ovvero molto distanziato, la Cella è una Cella tripartita dedicata a tre divinità, la triade
Capitolina. l’ordine architettonico è un ordine Tuscanico, le colonne sono senza scanalature, lo
sviluppo dello spazio frontale non aveva un tamponamento.
Il tempio ‘’caratterizzato da una pianta di larghezza poco inferiore alla lunghezza, con la metà
anteriore occupata dal portico colonnato e la metà posteriore costituita da tre celle, per tre diverse
divinità, o da una sola Cella fiancheggiata da due alano ambulacri aperti’’.
Con il termine templum si indicavano gli spazi sacri orientati secondo i punti cardinali, secondo il rito
dell'inauguratio.
Le caratteristiche che distinguono i templi Etruschi e Italici definiti così come termine più generale
sono la pianta tendente al quadrato nei templi Tuscanici è che nei templi Etrusco-Italici conserva
comunque una lunghezza considerevole
● Presenza di uno zoccolo o podio.
● Accesso frontale con gradinata assiale.
● Parte anteriore e profonda, aperta in facciata.
● Orientamento a Ponente.
● Statua di culto in fondo alla Cella.
Per comprendere meglio l’architettura del periodo illustriamo i maggiori eventi della Roma
repubblicana:
● 509 a.C., Cacciata da Roma di Tarquinio il Superbo, inizi della Repubblica inaugurazione del
tempio di Giove Capitolino.
● 496 a.C., Inizio dell’espansione Romana in Italia.
● 390 a.C., Saccheggio della città (Galli di Brenno) e ricostruzione
● 323 a.C., Inizio del periodo ellenistco, (morte di Alessandro Magno).
● 295 a.C., Roma sottomette l’Etruria.
● 274 a.C., Conquista della Magna Grecia.
● 264-202 a.C., I e II guerra punica.
● 189 a.C., Conquista dell’Asia.
● 146 a.C., Distruzione di Cartagine, presa della Grecia.
● 82-79 a.C., Silla (400.000 abitanti)
● 60 a.C., I triumvirato (Pompeo, Crasso, Cesare
Foro di Cesare
Cesare incarica Cicerone (importante avvocato Romano) di acquistare per suo conto un’area a ridosso
del Foro Romano ai piedi del Colle Capitolino; si tratta di un'area di 160x75m. prima occupata da
costruzioni private. Fu acquistata da Cesare a partire dal 54 a.C. con una spesa totale tra i 60 e i 100
milioni di sesterzi.
La costruzione era destinata ad esaltare la dea progenitrice della stirpe Giulia: Venere genitrice, è di
riflesso lo stesso dittatore, la cui statua equestre al centro del Foro assumeva posizione sacralizzante.
Il Foro ebbe gli inizi degli espropri nel 54 a.C., fu inaugurato nel 46 a.C., con parti ancora da terminare
nel 44 a.C.; completato da Augusto, ci sarà un rifacimento sotto Traiano, ed infine restaurato poi da
Diocleziano del post incendio nel 283 d.C..
La tipologia del Foro attinge ad una Tipologia ellenistica, si nota una grande piazza rettangolare
circondata da portici che si dispongono sopra il lati, questi portici sono divisi in due navate; il filare di
colonne interne che suddividono lo spazio porticato in navate ha un intercolumnio dimezzato rispetto
al colonnato (la peristasi) che delimita lo spazio scoperto rettangolare, ciò viene fatto per dare
maggiore permeabilità visiva all'interno, l'accesso al Foro è dal Vicus (l'argiletum la strada
proveniente dal Suburra), sulla parete di fondo abbiamo un edificio templare dedicato a Venere
genitrice, al lato in una forma semi circolare si individua una latrina pubblica di età cesariana.
Nel 50 a.C. viene Colpita da un incendio la Curia hostilia ovvero il luogo dove si riuniva il senato,
Giulio Cesare viene incaricato di ricostruire la Curia che verrà costruita annessa al suo Foro, questa fu
un'azione politica di straordinaria importanza che vede la sudditanza del Senato.
La Curia julia sostituisce la Curia Hostlia, inaugurata nel 29 a.C. a completamento del Foro di Cesare
viene ricostruita da Diocleziano e restaurata nel XX secolo.
Il tempio di Venere genitrice fu votato da Cesare nel 48 a.C. prima della battaglia di Farsalo,
ricostruito da Traiano nel 113 d.C. e restaurato da Diocleziano dopo l'incendio 283 a.C.; la sua
tipologia presenta delle importanti variazioni rispetto alla tradizione ellenica, non è presente un
Crepidoma, ma è sopraelevato sopra un podio, questa è una caratteristica tipologica dei templi
Tuscanici (Etruschi), la peristasi corre solamente su tre lati, quindi si ha una tipologia periptera Sine
Postico (senza il colonnato nella parte retrostante), per accedere al tempio bisogna arrivare sul podio,
attraversando delle scale laterali, il tempio non è raggiungibile frontalmente, sul fronte è presente
una fonte; il pronao è molto ampio, caratteristica determinata dai templi Tuscanici, è un tempio
ottastilo, nella Cella sono presenti dei colonnati a ridosso dei muri perimetrali; un'ulteriore
innovazione importante è rappresentata dalla parete di fondo della Cella essa ha una forma absidale,
questa infatti è la prima volta che appare un abside all'interno di una Cella.
Il colonnato esterno composto da rocchi di marmo bianco di Lumi (odierna Carrara parentesi) e di una
trabeazione con fregio a girali floreali.
Il timpano era fiancheggiato da statue acroteriali raffiguranti probabilmente le vittorie alate.
L'interno della Cella, pavimentata con lastre rettangolari di giallo antico bordate da fasce di
pavonazzetto (marmo bianco con macchie violacee), aveva le pareti decorate da due ordini
sovrapposti con fusti delle colonne in marmo portasanta nell'ordine superiore e ancora in
pavonazzetto in quello inferiore, la cui trabeazione era decorata da uno splendido fregio con amorini.
Con la caduta dell’impero Romano ci fu molta devastazione, nel medioevo sui fori sorgono capanne,
abitazioni, carriaggi di bestiame, etc.
Foro Boario
Il primo nucleo fondativo della città di Roma è sul Colle Palatino ai suoi piedi vi il guado sul fiume in
corrispondenza dell'Isola Tiberina dove si collocava un porto (porto di Tiberino), accanto situava il il
primo Foro di Roma, il Foro Boario, luogo di scambio, qui i Romani controllavano il mercato del sale.
Santuari Laziali
In età tardo-repubblicana (c. metà II - metà I secolo a.C.) si sviluppa un tema architettonico molto
particolare, quello dei santuari costruiti su terrazzamenti sostruiti, sorgono in area centro-Italica;
sono realizzazioni il cui modello compositivo risale ad architetture ellenistiche dell’Egeo orientale,
queste realizzazioni si distinguono per il ricorso di una tecnologia edilizia autenticamente Romana:
l’opera cementizia, questa tecnologia consente realizzazioni architettoniche con grande economia di
costi e grande economia di organizzazione di cantiere.
Con il termine "Santuario" oggi definiamo quello che gli antichi Romani chiamavano genericamente
"templum" o "aedes": un luogo di culto consistente in uno spazio orientato, ritualmente dedicato ad
una divinità, normalmente edificato per ospitare la statua di culto.
I santuari laziali:
● Santuario di Giove Anxur a Terracina.
● Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli.
● Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina (poche decine di km. dalla città di Roma).
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Roma Augustea
Il principato di Augusto (14 a.C - 37 d.C)
Dopo la morte di Cesare nel 44 a.C. ucciso dai congiurati Bruto e Cassio che rimproverano di aver
pianificato una successione dinastica, infatti nel 45 a.C. aveva adottato un nipote: Ottaviano; al
momento della morte egli si trovava in Grecia per via di una campagna militare, ricevuta la notizia
della morte, ritorna dalla Grecia a Roma, riuscendo tuttavia a tenere testa a Marcantonio il quale gli
contende la discendenza, trattandolo con disprezzo; Ottaviano sarà comunque in grado di tenere
testa al contendente, si apre quindi un duro scontro tra i due, che vede delle battaglie che durarono
fino a circa il 43 a.C., lo scontro termina con un'alleanza tra i due, che determinerà il cosiddetto II
Triumvirato; i territori vennero spartiti insieme ad una terza figura quella di Lepido, anch'esso
Cesariano, Ottaviano si assegna l’area occidentale, mentre Marcantonio quella orientale.
Ottaviano riesce ad entrare nelle grazie del Senato e di Cicerone che viene visto come un monarca
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Dopo la morte di Nerone, il terreno della Domus Aurea venne ‘’restituito al popolo romano’’ dagli
imperatori successivi.
In circa un decennio la dimora neroniana venne spogliata dei suoi rivestimenti preziosi: i canteri per
le terme di Tito erano già avviat nel 79 d.C., per la costruzione la Domus viene totalmente interrata.
Vespasiano utilizzò lo spazio in cui era stato scavato il lago artificiale per costruire l’Anfiteatro Flavio,
con il Colossus Neronis nei suoi pressi. Anche le terme di Traiano ed il Tempio di Venere e Roma
risiedono nel terreno occupato della Domus. In quarant’anni, la Domus Aurea fu completamente
obliterata, sepolta sotto nuove costruzioni, ma paradossalmente questo fece modo che i ‘’grotteschi’’
dipinti potessero sopravvivere; la sabbia funzionò come le ceneri vulcaniche di Pompei, proteggendoli
dal loro eterno nemico, l’umidità.
Il padiglione sul Colle Oppio
80 d.C.: terme di Tito.
104 d.C.: incendio.
109 d.C.: inaugurazione terme di Traiano.
Fine XV secolo: riscoperta del padiglione.
Metà XVII secolo: scavi.
La Domus Aurea fu scoperta in età rinascimentale quando una persona cadde in un pozzo rimanendo
stupefatta in quanto si trova in un’architettura interamente decorata e conservata in ottime
condizioni, queste pitture vennero chiamate grottesche in quanto l’uomo cadde in una cavità
naturale.
I successori vollero far sparire tutto ciò che fu realizzato da Nerone, sotto il profilo ambizioso di
ristrutturazione dell’urbe egli non fu un cattivo imperatore, in quanto il progetto immaginava una
città di Roma rifondata sulla città di Alessandria.
Dopo l’incendio Nerone volle anche costruire sul Palatino, qui recentemente è stata scoperta una
straordinaria architettura che gli archeologi indicano con la Sala Rotante della residenza Neroniana di
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Arco di Tito
Fatto costruire fra l’81 e il 96 da Domiziano in onore del fratello Tito vittorioso sui Giudei.
Arco ad un unico fornice centrale, sormontato da un alto attico con targa dedicatoria, l’archivolto
presenta una decorazione molto ricca; sui due lati del fornice vi sono due decorazioni.
Il corteo trionfante di Tito, seduto seduto su una quadriga guidata dalla dea Roma e accompagnato
dai senatori e dal popolo, mentre dall’alto la Vittoria alata incorona l’imperatore; l’ingresso nel corteo
nella porta Triumphalis, che è raffigurata all’estrema destra, di scorcio.
nella scena si vedono gli inservienti che avanzano con la fercula, le portantine su cui sono posti gli
oggetti portati via dal tempio di Gerusalemme (un candelabro a sette braccia, Menorah, la tavola con
i vasi sacri, le tombe d’argento) e le tabelle con i nomi di popoli e città sconfitti. il movimento procede
lungo una grande curva convessa, che fa sì che le figure più a sinistra siano frontali, quelle al centro di
profilo, quelle che già stanno entrando nella porta trionfale di schiena.
Domiziano
Uno dei due figli di Vespasiano ad egli si deve una svolta in senso assolutistico del governo a Roma, si
proclamerà Dominus Ac Deus (signore e Dio), segna un punto di svolta in senso assolutistico
rivestendosi di una sorta di aura sacrale e divina.
Palazzi imperiali sul Palatino
Colle sacro di Roma, sede del potere, è il Colle sul quale Romolo traccia il primo recinto sacro della
città di Roma.
il Colle è vicino al tevere in una posizione che consentiva il controllo dell’unico guado presente
nell’isola tiberina: il porto Tiberino.
Il Colle Palatino presentava tre sommità:
Il Cermalus: un declivio che scendeva verso il lato del Foro Boario
Palatium
Velia: sella che univa il Colle con l’Esquilino.
La Repubblica segnò la trasformazione del Palatino in un quartiere residenziale della classe dirigente
romana.
Dopo che Augusto elesse a propria dimora il Colle, altri imperatori seguirono la sua strada.
Sorsero così, uno dopo l’altro:
● Il palazzo di Tiberio.
● Il palazzo di Nerone (la ‘’Domus Transitoria’’ e la ‘’Domus Aurea?? si estendevano fin qui).
● Il palazzo dei Flavi (la ‘’Domus Flavia’’ e la ‘’Domus Augustana’’).
● Il palazzo di Settimio Severo (‘’Domus Severiana’’).
A domiziano di deve la costruzione di una grandiosa struttura palaziale che occupò gran parte del
Colle.
Palazzo di Domiziano
Su progetto dell’architetto Rabirio (81-96 d.C.)
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Nerva
Foro di Nerva (Foro Transitorio)
Iniziato dal suo predecessore Domiziano e inaugurato da Nerva nel 97 d.c..
Ha dimensioni relativamente contenuti, e uno dei suoi lati longitudinali confina con il Foro della Pace.
Dall’altra parte condina con il foro di Augusto e il Foro di Cesare.
L’area in cui sorge il Foro di Nerva era stata lasciata libera per via del motivo che su quest’area
correva un importante asse viario: la Argiletum che metteva in collegamento la Suburra e il Foro
Romano, nel sottosuolo vi era anche il condotto fognario della Cloaca Maxima.
Secondo gli studi si pensa che nella prima fase realizzativa del Foro di Nerva che si deve a Domiziano
venisse costruito sul lato verso la Basilica Emilia un tempio dedicato a Giano.
Domiziano per la realizzazione di questo Tempio si affidò al suo architetto Rabirio, successivamente si
decise per optare per un'altra opzione, il tempio rimase incompiuto, e si decise di costruire un tempio
sul lato opposto e fu dedicato alla Dea Minerva.
La superficie del Foro è però troppo esigua per realizzare due ali porticate, viene così realizzata una
Peristasi illusionistica, dato il fatto che si tratta di un colonnato sporgente addossato ai muri
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Foro di Traiano
(107-113 d.c.)
Ideato da Domiziano, ma opera a tutti gli effetti di Traiano.
Progettato da Apollodoro di Damasco, un architetto-ingegnere.
Fu finanziato con il bottino delle guerre contro i Daci.
Occupa un'ampia area a ridosso del Foro di Augusto e del Foro di Cesare, sul lato che si apre verso
Campo Marzio.
Esistono due ipotesi restitutive planimetriche del Foro, una con l’accesso sul lato che da verso Campo
Marzio, e l’altra con l’accesso sul lato verso il Foro di Augusto, la seconda portata avanti dagli
archeologi, recentemente la prima ipotesi è quella presa in considerazione.
L’ipotesi attualmente accettata vede l’accesso sul lato di Campo Marzio completato da una struttura
porticata di accesso con un Pronao Timpanato.
Nella restituzione dove l’accesso è presente dal lato della Corte Porticata nel lato del Foro di Augusto
si nota la chiusura verso Campo Marzio risolta tramite la costruzione di un Tempio dedicato a Traiano.
Le ipotesi sono ancora in discussione in quanto la parte in dubbio si troverebbe sotto la costruzione
ad oggi presente (Palazzo Bonelli o Palazzo della Provincia); ad incrementare la teoria dell'ingresso
dal lato di campo Marzio è inoltre la presenza del terzo Emiciclo sopravvissuto alla costruzione del
Tempio di Nerva, se si dovesse accettare l’ipotesi in cui l’originario Foro di Augusto che presenta
quattro Emicicli.
Analizzando partendo dal lato di Campo Marzio si ha il pronao d’accesso, per poi essere introdotti in
una zona caratterizzata dalla presenza sui due lati di una biblioteca latina e di una biblioteca greca
dove venivano rispettivamente conservati testi in lingua latina e greca, al centro un Peristlio
Colonnato addossato ad una delle pareti perimetrali di un grande spazio Basilicale Biabsidato
(Basilica Ulpia), vi era un asse longitudinale che affacciava su una grande corte scoperta delimitata da
ali porticate, la grande piazza scoperta era conclusa sul lato opposto rispetto alla basilica da un corpo
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Terme di Traiano
Anch’esso progettato da Apollodoro di Damasco, con questa realizzazione si arriva ad una nuova
tipologia architettonica, le prime terme usate dai Romani sono in territorio campano, nel III secolo
a.c. si realizzano piccoli bagni termali, successivamente a Roma a partire dall’età di Augusto queste
realizzazioni acquistano una loro importanza, ma è con questo progetto che si arriva ad una tipologia
definita.
Vengono realizzate utilizzando parzialmente come fondazioni le fondazioni della Domus Area, intorno
al 100 d.c. il padiglione della Domus viene colpito da un incendio, i resti vengono utilizzati per
sotterrare la Domus ed il padiglione viene interrato.
A ridosso delle terme viene ricostruita una cisterna che doveva alimentare il grande complesso
termale è chiamata Sette Sale.
il dimensionamento di tali terme è diverso dalle terme precedenti essendo molto maggiori.
Apollodoro disegna un grande recinto al cui centro si hanno spaziosi giardini e un blocco centrale, si
dispongono assialmente le sale balneari che prendono il nome di Natato, Frigidarium, Tepidarium e
Calidarium, caratterizzate dalla presenza di vasche d’acqua e dalla presenza di un impianto di
riscaldamento per la circolazione di aria calda alimentata nei sotterranei dagli schiavi e che passava
attraverso delle intercapedini e dei vespai, attorno a queste sale, palestre e altre sale adibite a
spogliatoi, il recinto presenta una grande abside su uno dei quattro lati, altre absidi si aprono lungo il
recinto, addossate al recinto funzioni di servizio. per la realizzazione di questo edificio vi è un ampio
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Il linguaggio dell'architettura
Caratteristica fondamentale dell'architettura tardoantica e l'attenzione per lo spazio interno.
L'ordine architettonico prende le sue caratteristiche di strutturare e sottolineare l'articolazione
spaziale è tende ad assumere un carattere prevalentemente decorativo subordinato alla
organizzazione globale degli spazi interni ed esterni.
Sviluppando la tendenza già in atto in epoca Flavia e Adrianea, si afferma un’architettura degli spazi
complessa ed articolata, basata su strutture murarie scavate in profondità nicchie e sulle volte a
concrezione.
L'architettura tardoantca
Si considera, sebbene con una certa difficoltà di delimitazione cronologica, come inizio
dell'architettura cosiddetta tardoantica, il periodo della Tetrarchia (fine terzo secolo).
Si può però ripercorrere la tendenza attraverso una serie di opere a partire dalla fine del II secolo.
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Lepts Magna
antica e influente città della libia, fiorita prima sotto i Cartaginesi e poi , come provincia dell’impero
romano.
Terra di Settimio Severo (imperatore Leptitano: nato in africa)
La dinasta dei Severi
A questa dinastia militare, di breve durata, appartengono gli imperatori:
● Lucio Settimio Severo
● Antonino Caracalla
● Eliogabalo
● Alessandro Severo
Foro di Settimio Severo
Settimio Severo decide di arricchire la città di Leptis Magna, città che si trova sulla costa, con la
costruzione di un nuovo Foro che si data alla fine del II secolo-inizio III secolo.
Realizza sul modello dei Fori Imperiali un complesso costituito da:
Tempio
Piazza
Basilica
Il Foro era dominato ad un’estremità da un tempio sopraelevato, e a quella opposta, trasversalmente,
da una basilica. Nel portico intermedio vi era una fila di botteghe questo portico intermedio con
taberne aveva la funzione di nascondere l’orientamento della basilica.
Il tempio sorgeva su un alto podio, era circondato da portici, questo è uno dei primissimi esempi di
edificio pubblico con un recinto sacro delimitato da portici con arcate su colonne, infatti gli archi
poggiavano direttamente sull’abaco del capitello senza elemento di intermediazione che facesse da
filtro tra le due strutture.
In età Severiana vi è un nuovo lessico architettonico che si stacca dal classicismo Augusteo e Flavio.
La grande innovazione introdotta dai romani rispetto ai greci è che mentre i greci utilizzano sempre il
sistema trilitico i romani no, modificano il linguaggio facendo uso dell’arco mettendo a punto una
nuova sintassi con l’ordine architettonico che inquadra, in questa struttura però le arcate poggiano sul
capitello.
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Pantheon
Presenta un pronao con un frontespizio triangolare, sul fregio compare una scritta: M AGRIPPA LF
COS TERTIUM FECIT (Marco Agrippa fece questo edificio).
L’edificio consiste in una completa ricostruzione di età adrianea, probabilmente come omaggio al suo
predecessore.
● 27-25 a.c.: Prima costruzione del console romano Macro Vipsanio Agrippa, architetto
preferito e genero di Augusto
● 80 d.c.: primo incendio
● 110 d.c.: secondo incendio
● 120-130 d.c.: Seconda ricostruzione forse per mano dell’architetto Apollodoro di Damasco
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Mausoleo di Adriano
(Castel Sant’angelo).
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Terme di Diocleziano
Gli edifici di fine 800 che si ergono sulla grande delimitazione della piazza a forma di semicerchio
(Piazza della repubblica) vanno a ricalcare le fondazioni dell’antico recinto murario del complesso
murario delle terme.
Vi è una costruzione circolare dedicata a San Bernardo situata di fronte alla chiesa di Santa susanna,
quella costruzione riutilizza le costruzioni antiche di un torrione angolare del recinto murario.
Il corpo centrale delle terme era circondato da ampi giardini, vede in sequenza sull’asse mediano tutti
gli ambienti riservati alle attività balnearie, vi è la natato grande spazio con vasche aperte, a seguire
il frigidarium secondo la stessa sequenza del complesso Traianeo, a seguire il tepidarium (acqua
tiepida), successivamente al calidarium (acqua calda), gli ambienti si differenziavano dalle diverse
temperature dell’acqua, sui due lati vi erano peristli ovvero cortili, che fungevano come palestre, gli
apodyterium ambienti utilizzati con la funzione di spogliatoio, lungo il recinto murario si trovavano
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