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Lezioni 14-25 - Appunti di lezione 14-25

History Of Antique And Medieval Architecture (Sapienza - Università di Roma)

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Lezione 14 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

Il Funzionamento Di Un Arco
Differente da quello del sistema trilitico proprio dell'architettura Greca.
Nel sistema Greco abbiamo due Piedritti verticali e un elemento orizzontale poggiato su essi, tutti i
pesi e i carichi verticali sono trasmessi alle fondazioni ortogonalmente, vi è la tendenza
dell'Architrave, ovvero dell'elemento trasversale, a non resistere nella zona delle fibre inferiori allo
sforzo di trazione, i Piedritti verticali assorbono solo i carichi direttamente sulla linea verticale, però
l'elemento trasversale è soggetto anche uno sforzo di trazione, nella zona delle fibre anteriori, tende
quindi a spezzarsi.
In un arco i singoli Conci cuneiformi sono sollecitati solo a compressione uno sforzo al quale resistono
perfettamente.
I Conci trasmettono sui Piedritti verticali una spinta obliqua dotata quindi di una componente
orizzontale, all’altezza dell'imposta si viene a generare una forza obliqua che può essere scomposta in
una forza orizzontale e una forza verticale.
Le luci possono diventare molto più ampie con utilizzo dell'Arco, i Piedritti tendono ad essere tuttavia
rovesciati dalle spinte che si vengono a generare all'imposta, nell'arco l'uso di sequenze di archi fa sì
tuttavia che le spinte laterali si annullino a vicenda.
terminologia convenzionale dell’arco:
❖ Arco a tutto sesto
Si ha un Concio in chiave che ha una funzione strutturale fondamentale (trasmette i carichi trasmessi
verticalmente ai conci simmetrici), intorno simmetricamente si dispongono i conci in forma di ¼ di
circonferenza questo sistema prende il nome di Controchiave (tutti i conci lavorano solo a
compressione fino ad arrivare alla linea di imposta dell’arco dove si va a formare una forza obliqua +
scomponibile in una orizzontale e una verticale), tra ogni concio vi sono giunt che li separa, l’altezza
dalla linea di imposta dell’arco al concio in chiave prende il nome di Freccia, la parte esterna dell’arco
prende il nome di Estradosso, mentre la parte interna prende il nome di Intradosso, l’ampiezza
dell’arco prende il nome di Luce, il sistema verticale prende il nome di Piedritto, lateralmente a
quest’ultimo vi è l’elemento denominato Spalla muraria, l’elemento che poggia sulla linea di imposta
viene chiamato Peduccio o Punto di innesto, nella zona laterale dell’arco vi si trova la Zona del
rinfianco che aggiunge un carico verticale che contribuisce a contrastare la forza laterale che si genera
dalla linea di imposta.
L’arco porta ad una vera e propria rivoluzione della cultura architettonica grazie ad una flessibilità
strutturale amplissima e piena di implicazioni estetiche assolutamente nuove, messa a frutto dalla
pragmatica mentalità Romana.

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Il Funzionamento Statco Dell’Arco

L’equilibrio Di Un Arco
Condizione necessaria per la stabilità di un arco è il calcolo del cosiddetto terzo medio, ovvero il
calcolo della linea di forza obliqua che deve cadere nel nucleo di inerzia, il nucleo viene calcolato
dividendo per 3 lo spessore murario e nella sezione centrale deve ricadere la risultante della forza
obliqua.
Nell’arco grazie alla forma dei conci trapezoidali che lavorano per reciproco contrasto, il peso di ogni
concio a partire dal concio di chiave si sommano con il peso del muro sostenuto dall’arco, fino a
scaricarlo sui Piedritti.
La risultante di due forze applicate data dalla diagonale del parallelogramma formato da due vettori:
forza di gravità o peso del muro e peso del concio precedente.

Costruzione Degli Archi


Per costruire gli archi si ricorreva ad una centinatura linea che poteva poggiare fino a terra, oppure
essere incastrata all’altezza della linea di imposta.
Piattabanda: arco schiacciato, al di sopra di esse abbiamo sempre un arco di scarico per evitarne il
crollo
I primi archi erano costruiti con blocchi di tufo, si usarono poi i cocci in pietra, e il calcestruzzo che

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rassodato formava un arco monolitico.


Nella sua costruzione si partiva dalla linea di imposta fino ad arrivare al concio in chiave.
● Volta a Botte: si ottiene traslando un arco che chiameremo direttrice lungo una linea
orizzontale di imposta continua che chiameremo generatrice la struttura voltata è a
considerarsi come una serie di archi disposti in sequenza lungo la generatrice
Si genera dall’intersezione di due volte a botte lungo le due generatrici:
● Volta a crociera: la volta è determinata delle parti esterne dell’intersezione, chiamate unghie.
● Volta a padiglione: la volta è determinata delle parti interne dell’intersezione, chiamati fusi.

Strutture Murarie
Le tecniche variano con il tempo, in particolare una tappa fondamentale fu l’invenzione del
cementizio a partire dal II secolo a.C. e spesso dufono adattati nei differenti luoghi a seconda dei
materiali da costruzione più facilmente reperibili.
le strutture murarie di articolano in:
● Opera poligonale: una tecnica di costruzione diffusa nell’Italia centrale e meridionale tra il VI
e I Secolo a.C. consiste nella sovrapposizione di massi di grandi dimensioni poco o nulla
lavorati e apparecchiati a secco senza il ricorso a Malte.
● Opera quadrata: è una tecnica di costruzione che consiste nel mettere in opera su filari
regolari blocchi squadrati in forma parallelepipeda e di altezza uniforme.
In ambito Romano la tecnica viene utilizzata già a partire dal VI secolo a.C. e si affina
progressivamente con una maggiore regolarità nel taglio e una disposizione più articolata dei
blocchi.
L'uso continua anche dopo l'introduzione dell’opus caementicium per tutta l'età Imperiale,
affiancato alle altre tecniche.
Con l’introduzione dell'opera cementizia però la muratura in blocchi continua ad essere
utilizzata come paramento esterno.
● Mattoni crudi e cotti
● Muri con nucleo cementzio e cortne di:
○ pezzi di pietra
■ (opus incertum): è un sistema di costruzione che si presenta all'esterno sotto
la forma di un paramento in blocchetti di pietra, levigati in superficie e rozzi
verso l'interno, per essere poi Collegati con cementa nell'opera sacco
■ (opus caementcium): rappresenta una vera e propria rivoluzione, è
caratterizzata da una mescolanza di malta e cementa, ossia di pietre grezze o
frammenti di pietra spezzati, frammenti di laterizi, ciottoli di fiume, ghiaia.
La malta a sua volta è costituita da una mescolanza di acqua, calce, sabbia
e/o pozzolana.
L'introduzione del cementizio per la costruzione di edifici risale agli inizi del II
secolo a.C., in origine si trattava di una tecnica economica che veniva
utilizzata solo per costruzioni private e per riempimenti ed utilizzava una
malta ancora non perfezionata; i Romani si accorsero utilizzando una polvere
particolare per la calce, di origine vulcanica chiamata pozzolana, che il
conglomerato cementizio acquistava una straordinaria esistenza, diventava

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una sorta di monolite ed aveva anche proprietà idrauliche.


Una Malta che contiene pozzolana si definisce Infatti idraulica perché può
indurire anche a contatto con l'acqua con malte e di questo tipo fu possibile
realizzare porti, moli, ponti, acquedotti e il comportamento delle malte è
molto simile a quello delle odierne ma di cemento.
■ (opus retculatum): L'opera reticolata utilizzata a partire dalla fine del II
secolo a.C. e soprattutto in età Augustea anche dopo l'introduzione
dell'Opera testacea se ne continuò l'uso ancora nella seconda metà del II
secolo d.C. con ammorsamenti in mattoni sugli spigoli (‘’opus
Mixtum’’), inizialmente consistente in una variante più accurata dell'opus
incertum.

Roma Arcaica E Repubblicana


RomaRegia
(dal 753 al 509 a.C.)
Ricorda come data proprio precisa di fondazione della città il 21 aprile del 753 a.C. è lo stesso Vitruvio
a riportare questa data, data in cui secondo la tradizione Romolo il mitico fondatore della città di
Roma, figlio di Rea Silvia, avrebbe tracciato i confini del primo recinto sacro della città sul Colle del
Palatino, la cosiddetta città quadrata, come riporta la tradizione questa sarebbe la mitica fondazione
della città di Roma, definita mitica perché non si hanno certezze documentate di questo atto
fondativo, viene riportata dalle fonti letterarie. Vi sono dei resti archeologici che possono avvalorare
questa cosiddetta ‘’nascita della città’’ ma bisogna attenersi esclusivamente a queste fonti
tradizionali. Più noto è il periodo successivo che sempre la stessa tradizione riporta della successione
di ben sette re ci sarebbe stato un mitico periodo monarchico della città di Roma, sarebbe andato dal
753 a 509 a.C. documentato da notizie archeologiche, quindi una maggiore documentazione relativa
al VI secolo quando Servio Tullio intraprende la costruzione della prima cinta muraria.
Nel 509 a.C. viene datata La cacciata da Roma dell'ultimo re di origine Etrusca Tarquinio il Superbo,
viene quindi fatto risalire a questa data l’inizio della repubblica coincide con questa data la
consacrazione con del tempio di Giove, il più importante tempio di Roma, posto sulla sommità del
Campidoglio (Giove Capitolino).
La nascita di questa città viene favorita da diversi fattori: un'ottima posizione geografica come già
detto il primo recinto murario, secondo la tradizione, sarebbe stato tracciato sul Colle Palatino questo
in prossimità del Colle del Campidoglio erano separati da una zona pianeggiante corrispondente al
cosiddetto Foro Boario che era in prossimità dell’isola Tiberina, che rappresentava uno straordinario
luogo di scambi commerciali fra il meridione (occupata dai coloni Greci) e il settentrione (occupata
dai coloni Greci) della penisola Italica.
Il primo nucleo fondativo della città viene collocato sul Palatino, successivamente si estende sugli altri
colli che avevano una conformazione orografica, caratterizzati da fianchi tufacei molto ripidi e una
parte alta piatta, e si prestavano molto bene all’insediamento abitativo e non solo, infatti erano luoghi
ideali anche per questioni belliche, creando delle posizioni difensive ottime.
Conformazione geologica del Campidoglio: si innalzava su due sommità, divise da una sella che oggi
corrisponde alla piazza del Campidoglio, sulla sommità meridionale vi era il Tempio di Giove
Capitolino sulla sommità settentrionale che oggi è attualmente occupata dalla basilica dell’Ara Coeli e
dal Vittoriano si innalzava la vera rocca, l’Arc con funzioni difensive per tutto il tempo della repubblica.

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Lezione 14 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

Vi sorgeva il tempio della Virtus e quello di Giunone Moneta, cioè tra ‘’ammonitrice’’.
Tempio di Giove Ottimo Massimo Capitolino
Iniziato da Tarquinio Prisco ca. 582-578 a.C. con la costruzione di un enorme Terrapieno sull'altura
meridionale del Campidoglio.
I lavori furono ripresi e condotti a termine da Tarquino il superbo con l'intervento di artisti Etruschi.
Fu inaugurato nel 509 a.C., anno di instaurazione della Repubblica, da M. Orazio Pulvillo.
La documentazione pervenuta dei Templi Tuscanici ed Etrusco-Italici Avviene sempre tramite Vitruvio
egli descrivere la tipologia templare Tuscanica rispetto a quelli dell'architettura templare Greca.
Secondo Vitruvio la base quadrangolare aveva proporzione del rapporto di 5:6 ed era organizzato
secondo una griglia modulare di 10 x 12 moduli.
si differenzia dal tempio Greco innanzitutto per la frontalità, non è periptero, non abbiamo una
peristasi che gira intorno a tutta la costruzione, ma gira soltanto intorno a tre lati, l’intercolumnio è
airostalo ovvero molto distanziato, la Cella è una Cella tripartita dedicata a tre divinità, la triade
Capitolina. l’ordine architettonico è un ordine Tuscanico, le colonne sono senza scanalature, lo
sviluppo dello spazio frontale non aveva un tamponamento.
Il tempio ‘’caratterizzato da una pianta di larghezza poco inferiore alla lunghezza, con la metà
anteriore occupata dal portico colonnato e la metà posteriore costituita da tre celle, per tre diverse
divinità, o da una sola Cella fiancheggiata da due alano ambulacri aperti’’.
Con il termine templum si indicavano gli spazi sacri orientati secondo i punti cardinali, secondo il rito
dell'inauguratio.

Le caratteristiche che distinguono i templi Etruschi e Italici definiti così come termine più generale
sono la pianta tendente al quadrato nei templi Tuscanici è che nei templi Etrusco-Italici conserva
comunque una lunghezza considerevole
● Presenza di uno zoccolo o podio.
● Accesso frontale con gradinata assiale.
● Parte anteriore e profonda, aperta in facciata.
● Orientamento a Ponente.
● Statua di culto in fondo alla Cella.
Per comprendere meglio l’architettura del periodo illustriamo i maggiori eventi della Roma
repubblicana:
● 509 a.C., Cacciata da Roma di Tarquinio il Superbo, inizi della Repubblica inaugurazione del
tempio di Giove Capitolino.
● 496 a.C., Inizio dell’espansione Romana in Italia.
● 390 a.C., Saccheggio della città (Galli di Brenno) e ricostruzione
● 323 a.C., Inizio del periodo ellenistco, (morte di Alessandro Magno).
● 295 a.C., Roma sottomette l’Etruria.
● 274 a.C., Conquista della Magna Grecia.
● 264-202 a.C., I e II guerra punica.
● 189 a.C., Conquista dell’Asia.
● 146 a.C., Distruzione di Cartagine, presa della Grecia.
● 82-79 a.C., Silla (400.000 abitanti)
● 60 a.C., I triumvirato (Pompeo, Crasso, Cesare

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Lezione 15 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

Foro Regio (Romano)


Coclea Maxima: sbocca sul fiume Tevere, era un canale di drenaggio delle acque costruito da
Tarquinio Prisco per bonificare la valle paludosa, parte dalla Suburra fino ad arrivare al Foro Boario
passando per tutta la valle; significativo dal punto di vista costruttiva in quanto costruito in forma di
volta nella parte sotterranea e al suo sbocco una forma ad arco a tripla ghiera, intorno al 600 a.C.
viene bonificata la valle, a partire da questa data, sorgono durante il regno di Roma, tutti e tre
Etruschi, sorgono una serie di edifici in una zona ormai bonificata e pavimentata in tufo, di questi
edifici ad oggi esistono pochissimi resti, sono i primi resti del Foro, tra questi ricordiamo:
● Volcanale: uguale alle pendici del Campidoglio era un antichissimo Santuario dedicato al Dio
Vulcano.
● Tullianum: carcere Mamertino ai piedi del Campidoglio.
● Rupe Tarpea: era originariamente Dov'è ora L'Ara Coeli e qui i prigionieri venivano gettati
davanti al pubblico (delimitava l’Arx).
● Comitum: il luogo dove si tenevano le assemblee cittadine (ovvero L'altra faccia del Senato,
attualmente qui sorgono i musei Capitolini).
● Curia Ostlia: qui era il Senato Romano (Probabilmente dove ora la chiesa dei SS. Luca e
Martina).
Argiletum: la strada più importante del Foro Romano, strada che proveniva dalla Suburra, (area oggi
delimitata da via Cavour e dalla parte opposta da via Panisperna).
Lo Sviluppo del Foro Romano nei primi due secoli di età repubblicana non è particolarmente rilevante
ma dal terzo secolo a.C. si ha un'accelerazione dello sviluppo con la costruzione di nuovi edifici,
basiliche e templi.
Fasi di sviluppo edilizio:
● VI secolo, monumenti arcaici: Comizio, Curia delle ostili e, Tempio di Vesta.
● IV secolo, monumenti repubblicani: Tempio Concordia, Rostra.
● Dal II secolo a.C., monumenti tardo repubblicani: due punti Basilica Porcia, Emilia,
Sempronia, Olimpia; (in età Cesariana e Augustea verranno sostituiti con nuovi edifici).
Prima della costruzione del Tabularium (I secolo a.C.) il Foro tardo repubblicano si presentava con una
grande piazza.
La realizzazione del Tabularium, edificio con funzione di archivio, è da riCollegarsi ad un più ampio
progetto di sistemazione urbanistica ed architettonica del Colle Capitolino dopo che nell'83 a.C. un
incendio aveva distrutto il tempio di Giove Ottimo Massimo; costituisce la prima significativa
esibizione del motivo dell'Arco inquadrato, destinato ad una lunghissima fortuna, Come nucleo
semantico essenziale della riconoscibilità del peculiare linguaggio dell'architettura Romana, un
sistema trilitico inquadra un sistema arcuato, si tratta di un sistema architettonico autenticamente
originale, creato dai Romani, in cui l’ordine architettonico viene ridotto a ornamento, viene utilizzato
per inquadrare il sistema arcuato che costituisce la vera struttura dell’architettura, la grande
innovazione.
Dal punto di vista architettonico si presenta sotto forma di un colonnato, trabeato (quindi con
Architrave fregio e cornice), che all'interno presenta un arco. È un'invenzione formale che sarà ripresa
in un numero enorme di architetture Romane, come il Colosseo, i circhi, etc. vediamo sommati due
Mondi, il mondo del sistema trilitico ed il mondo degli archi, legato alle porte urbiche.
Nell’ipotesi di PierLuigi Tucci il Tabularium viene costruito come sostituzione del tempio Juno
Moneta.

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Lezione 15 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

Foro di Cesare
Cesare incarica Cicerone (importante avvocato Romano) di acquistare per suo conto un’area a ridosso
del Foro Romano ai piedi del Colle Capitolino; si tratta di un'area di 160x75m. prima occupata da
costruzioni private. Fu acquistata da Cesare a partire dal 54 a.C. con una spesa totale tra i 60 e i 100
milioni di sesterzi.
La costruzione era destinata ad esaltare la dea progenitrice della stirpe Giulia: Venere genitrice, è di
riflesso lo stesso dittatore, la cui statua equestre al centro del Foro assumeva posizione sacralizzante.
Il Foro ebbe gli inizi degli espropri nel 54 a.C., fu inaugurato nel 46 a.C., con parti ancora da terminare
nel 44 a.C.; completato da Augusto, ci sarà un rifacimento sotto Traiano, ed infine restaurato poi da
Diocleziano del post incendio nel 283 d.C..
La tipologia del Foro attinge ad una Tipologia ellenistica, si nota una grande piazza rettangolare
circondata da portici che si dispongono sopra il lati, questi portici sono divisi in due navate; il filare di
colonne interne che suddividono lo spazio porticato in navate ha un intercolumnio dimezzato rispetto
al colonnato (la peristasi) che delimita lo spazio scoperto rettangolare, ciò viene fatto per dare
maggiore permeabilità visiva all'interno, l'accesso al Foro è dal Vicus (l'argiletum la strada
proveniente dal Suburra), sulla parete di fondo abbiamo un edificio templare dedicato a Venere
genitrice, al lato in una forma semi circolare si individua una latrina pubblica di età cesariana.
Nel 50 a.C. viene Colpita da un incendio la Curia hostilia ovvero il luogo dove si riuniva il senato,
Giulio Cesare viene incaricato di ricostruire la Curia che verrà costruita annessa al suo Foro, questa fu
un'azione politica di straordinaria importanza che vede la sudditanza del Senato.
La Curia julia sostituisce la Curia Hostlia, inaugurata nel 29 a.C. a completamento del Foro di Cesare
viene ricostruita da Diocleziano e restaurata nel XX secolo.
Il tempio di Venere genitrice fu votato da Cesare nel 48 a.C. prima della battaglia di Farsalo,
ricostruito da Traiano nel 113 d.C. e restaurato da Diocleziano dopo l'incendio 283 a.C.; la sua
tipologia presenta delle importanti variazioni rispetto alla tradizione ellenica, non è presente un
Crepidoma, ma è sopraelevato sopra un podio, questa è una caratteristica tipologica dei templi
Tuscanici (Etruschi), la peristasi corre solamente su tre lati, quindi si ha una tipologia periptera Sine
Postico (senza il colonnato nella parte retrostante), per accedere al tempio bisogna arrivare sul podio,
attraversando delle scale laterali, il tempio non è raggiungibile frontalmente, sul fronte è presente
una fonte; il pronao è molto ampio, caratteristica determinata dai templi Tuscanici, è un tempio
ottastilo, nella Cella sono presenti dei colonnati a ridosso dei muri perimetrali; un'ulteriore
innovazione importante è rappresentata dalla parete di fondo della Cella essa ha una forma absidale,
questa infatti è la prima volta che appare un abside all'interno di una Cella.
Il colonnato esterno composto da rocchi di marmo bianco di Lumi (odierna Carrara parentesi) e di una
trabeazione con fregio a girali floreali.
Il timpano era fiancheggiato da statue acroteriali raffiguranti probabilmente le vittorie alate.
L'interno della Cella, pavimentata con lastre rettangolari di giallo antico bordate da fasce di
pavonazzetto (marmo bianco con macchie violacee), aveva le pareti decorate da due ordini
sovrapposti con fusti delle colonne in marmo portasanta nell'ordine superiore e ancora in
pavonazzetto in quello inferiore, la cui trabeazione era decorata da uno splendido fregio con amorini.
Con la caduta dell’impero Romano ci fu molta devastazione, nel medioevo sui fori sorgono capanne,
abitazioni, carriaggi di bestiame, etc.

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Lezione 15 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

274 a.C., Conquista della Magna Grecia.


A partire da questa data vi sono influssi diretti del mondo Greco ed ellenistico che costituiscono per
Roma una componente culturale sempre più rilevante.
Il poeta latino Orazio (primo secolo a.C.) scrisse: "Graecia capta ferum vincitorem cepit" (la Grecia
conquistata conquistò a sua volta il vincitore).
Nell'architettura Romana di età tardo repubblicana, ci fu una grande influenza di gusto ellenistico, Nel
Foro Boario fra il II e il I secolo a.C. vennero eretti due importanti edifici di culto di gusto ellenistico,
quali: il tempio di Portuno altrimenti noto come tempio della Fortuna virile e il tempio circolare di
Ercole Vincitore o Olivario altrimenti noto come tempio di Vesta.

Foro Boario
Il primo nucleo fondativo della città di Roma è sul Colle Palatino ai suoi piedi vi il guado sul fiume in
corrispondenza dell'Isola Tiberina dove si collocava un porto (porto di Tiberino), accanto situava il il
primo Foro di Roma, il Foro Boario, luogo di scambio, qui i Romani controllavano il mercato del sale.

Tempio di Ercole vincitore o Olivario (detto anche tempio di Vesta)


Risale intorno al 120 a.C..
Tempio circolare periptero di ordine corinzio (diametro di 14,8 m.), con peristasi di 20 colonne
scanalate, attualmente priva di trabeazione.
Si tratta del più antico edificio a Roma costruito interamente in marmo pentelico, è attribuito
all’architetto Greco Ermodoro di Salamina di Cipro (scultore Skopas minore).
Si pensa che i materiali sono direttamente provenienti dalla Grecia.
Probabilmente il cantiere consistette nel montaggio di sculture già pronte.
Il committente fu Marcus Octavius Herrenus, commerciante di olive arricchitosi con il commercio
decide così di intraprendere la costruzione di un edificio dedicato ad Ercole oleario ritenuto il dio
protettore del mercato oleario.
questo tempio rappresenta una grande svolta in campo architettonico che vede sostituirsi l’influenza
Etrusca con quella Greca.

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Lezione 16 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Tempio di Portuno
Dio dei porti, risalente al 75 a.C. era già noto come Tempio della Fortuna Virile.
il tempio fu trasformato nella chiesa di S. Maria Egiziaca.
Si tratta di un tempio ionico tetrastilo pseudoperiptero, fonde caratteri Tuscanici (ampiezza del
pronao) e Ellenistici, presenta colonne pienamente in tondo e colonne addossate ai muri perimetrali
della cella, le colonne all’angolo della cella e quelle presente non pronao sono in travertino, mentre
quelle addossate sono in tufo dell'Aniene, le parti tufate probabilmente erano intonacate per ricreare
un effetto marmoreo.
Ha dimensioni 10.5 x 19.2 m., le colonne sono ioniche scanalate con capitelli e basi in travertino, il
podio è rivestito con lastre di travertino stuccato.

Santuari Laziali
In età tardo-repubblicana (c. metà II - metà I secolo a.C.) si sviluppa un tema architettonico molto
particolare, quello dei santuari costruiti su terrazzamenti sostruiti, sorgono in area centro-Italica;
sono realizzazioni il cui modello compositivo risale ad architetture ellenistiche dell’Egeo orientale,
queste realizzazioni si distinguono per il ricorso di una tecnologia edilizia autenticamente Romana:
l’opera cementizia, questa tecnologia consente realizzazioni architettoniche con grande economia di
costi e grande economia di organizzazione di cantiere.
Con il termine "Santuario" oggi definiamo quello che gli antichi Romani chiamavano genericamente
"templum" o "aedes": un luogo di culto consistente in uno spazio orientato, ritualmente dedicato ad
una divinità, normalmente edificato per ospitare la statua di culto.
I santuari laziali:
● Santuario di Giove Anxur a Terracina.
● Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli.
● Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina (poche decine di km. dalla città di Roma).

Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina


Palestrina possiede un nucleo antico al centro della città che mostra il Foro dove si trovava la
cattedrale di Sant'agapito è costruita sull’antico Foro prenestino, ed il Santuario.
In età tardo-repubblicana il centro di preneste è una città molto ricca, è oggetto di un’imponente
Ristrutturazione urbanistica e monumentale riguardante la città nel suo complesso che investì, oltre
al Santuario della Fortuna Primigenia, gran parte degli edifici pubblici sia di carattere civile sia sacro
che formavano il Foro (Santuario Inferiore).
Il Santuario superiore, si articola in una serie di terrazze artificiali realizzate sul pendio del Monte
Ginestro, Collegate da rampe e da scalinate che permettevano ai fedeli l'ascensione verso l'alto, dove
si trovava il tempio Rotondo della Dea Fortuna.
Vi è quindi una parte inferiore corrispondente al Foro, la parte che sovrasta il Foro è organizzata
secondo terrazzamenti, l’ingresso si ha lungo un asse ortogonale all'asse delle Terrazze, vi sono delle
rampe in forma di criptoportico che consentono l'ascesa alla terrazza Superiore che prende il nome di
terrazza degli emicicli, qui si trova anche il pozzo delle Sortes Luogo che aveva un significato regola
oracolare, da qui si ascendeva alla terrazza della Cortina per proseguire poi ad una Cavea con un
colonnato anulare, nella parte posteriore del colonnato vi si trovava il vero e proprio tempio dedicato
alla Dea Fortuna.
Nell'area del Foro preesisteva un antico tempio Tuscanico dedicato a Giove Imperatore, risalente al IV
secolo, alle sue spalle, su un livello più alto, ai piedi del Santuario superiore, fu costruito un grande
complesso di edifici, con il dislivello nascosto da un colonnato a due piani, l'inferiore di ordine dorico

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Lezione 16 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


e il superiore di ordine corinzio.
La basilica del Foro: (sebbene noto come Apri regolette area sacra"), era un edificio a pianta
rettangolare diviso internamente in quattro navate da tre file di colonne con capitelli Italo Corinzi, e
due file centrali dovevano essere a doppio ordine e nelle pareti del piano superiore si aprivano
probabilmente delle finestre che illuminavano l'ambiente; si tratta di un quadruplice porticato, quindi
l'aggregazione di più porticati ciò rendeva necessario la sopraelevazione delle navate centrali per
consentire l'illuminazione dell'edificio; dall'aggregazione di Stoà nascerebbe l'organismo
architettonico della Basilica.
Antro delle sort: Luogo dove si svolgevano dei riti oracolari sul lato opposto si vedeva la sala absidale
(probabilmente dedicata ad Iside).
Il complesso del cosiddetto santuario inferiore comprendeva: una sala rettangolare, con semi colonne
lungo le pareti, conclusa sul fondo da un'abside a semicupola nella quale servivano cinque nicchie.
Il pavimento dell'abside era il meraviglioso Mosaico Nilotico.
La parete sud della sala presentava una grande porta ad Arco con due nicchie laterali, forse per
l'alloggiamento di statue, inquadrate ciascuna da una coppia di semi colonne in tufo con capitelli
Corinzio-Italici.
Immediatamente sopra il Foro troviamo il muro di sostruzione.
Il santuario superiore era un opera poligonale, in calcestruzzo, qui si faceva un largo uso degli ordini
architettonici, uno di questi era l'arco inquadrato (lemma architettonico da questo momento in poi
sempre utilizzato in architettura).
La tecnica cui fanno ricorso per la costruzione dei terrazzamenti è la tecnica della sostituzione cava, si
tratta di Terrazze la cui sostruzione è rappresentata da cavità risolte architettonicamente in forma
strutturale di volte a botte disposte in sequenza, (la stessa tecnica viene utilizzata nell’anfiteatro
flavio, tramite volte a botte in sequenza che vanno a creare la fondazione), si ha quindi un
terrazzamento cavo e non su terrapieni (regola terzo medio).
Dietro il porticato-emiciclo superiore esisteva un edificio rotondo con un diametro dei modi di circa 5
m. si ipotizzava che avesse la funzione di Faro.
Il livello di terrazzamento superiore è ora corrispondente al palazzo della famiglia Barberini in quanto
nella barocca diventa un architettura palaziale, la Cavea dell'originario colonnato anulare È diventata
la Cavea antistante al palazzo, anch'essa sorretta dalla stessa teoria di volte a botte.

Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli.


Anche se ispirato alle architetture santuarie ellenistiche.
Si innalzava fuori dalla città di Tivoli sul versante sud della Forra dell’Aniene, nel tratto tra Cascatelle di
Tivoli (a monte) e la località Acquoria (a valle). Il grande organismo inglobò la Tiburtina Valeria,
principale raccordo tra l'Abruzzo e il Lazio, incanalata in una monumentale galleria in muratura
voltata cosiddetta "via Tecta", sì volle costruire su questo tratto della via Tecta in quanto era
considerata una strada sacra.
Dedicato ad Ercole, questa figura in area laziale è da riCollegarsi alla protezione della Transumanza dei
Pastorizia, una divinità che aveva questa specificità culturale, diversa da quella vista in Grecia in cui ad
Ercole si accomuna il mito dell'eroe.
Vi è un grande organismo architettonico sviluppato su due terrazzamenti una maggiore è l'altro
secondario che iglobava nel terrazzamento sostruito sotterraneo la Via Tecta; nel trattamento
superiore vi è un Tempio in asse con un teatro che ne definiva la simmetria, Tutto intorno porticati
caratterizzati dallo stesso schema del Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina ovvero un
ordine che inquadra l'arco, articolati dall’ordine dorico; la costruzione si data al I secolo a.C..

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Lezione 16 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


La costruzione si sviluppa su più livelli di camere voltate che si dispongono trasversalmente rispetto al
percorso della via Tecta (voltata).
L'edificio templare riunisce caratteri dell'architettura Ellenistica e Etrusco-Italici, Non vi è un
crepidoma ma è presente un podio, un basamento di 65x40 m.
Giovanni Battista Piranesi avanza un rilievo della villa di Mecenate a Tivoli nel XVIII secolo oggi il sito
viene chiamato santuario di Ercole in quanto ha cambiato denominazione archeologica.
Pirro Ligorio un architetto antiquario (seconda metà del 500) che succederà a Michelangelo nella
direzione del cantiere apostolico del Vaticano, rileva questa architettura, molti architetti si
interessarono a questa sostruzione a più livelli sul lato della forra dell’Aniene, ogni livello di
sostruzione si compone di camere voltate che si dispongono in profondità ortogonalmente, nella
parte inferiore si hanno delle vere e proprie contraffortature a cui corrispondono nei livelli alti
un'articolazione di colonne dell’ordine Dorico.
anche Palladio, Antonio da Sangallo il Giovane (si parla di architetti operanti nel XVI secolo), si
interessano al sito facendone un rilievo, si devono a loro i primi rilievi di questa architettura.

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Lezione 17 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Santuario di Giove Anxura a Terracina
(I secolo a.C.)
Non si hanno certezze sulla dedicazione, da alcuni ritrovamenti recenti si pensa possa essere dedicato
a Venere piuttosto che a Giove, per convenzione storiografica si continua a chiamarlo come Santuario
di Giove Anxura, i monti Ausoni arrivano a toccare il mare; tra questi Monti vi è il Monte Sant'Angelo
che domina dall'alto dei suoi 227 metri la città di Terracina, è la parte più avanzata; l'altura ha
costituito, sin dai primi tempi storici, un formidabile sbarramento naturale alle comunicazioni umane
sulla costa Laziale.
alla fine del IV secolo a.C. il tracciato della via Appia superò a nord il Monte Sant'Angelo e,
probabilmente nello stesso periodo, la sommità dell'altura venne destinata a scopi religiosi.
In età Sillana (primi decenni del I secolo a.C.) avvenne la ricostruzione in forma monumentale
dell'antica area di culto; venne edificato su una preesistenza. Il complesso comprende una terrazza
superiore, detta "campo trincerato", ad uso prevalentemente militare, una terrazza mediana, che
ospita il grande Tempio è l'edicola oracolare (si dispone secondo un orientamento non congruente
rispetto all’ortogonalità del terrazzamento, la motivazione è da riCollegarsi alla volontà di mantenere
l’orientamento del tempio arcaico), ed una terrazza inferiore (mostra una grande platea, sostruita
verso il paesaggio, costruito anch’esso come i santuari di Tivoli e Palestrina, su una volta longitudinale
che viene contraffortata da una serie di volte a botte con generatrice ortogonale), sulla quale poggia il
grande basamento sostitutivo, tutt'ora ben conservato.
Tutte le strutture vennero costruite facendo ricorso al cementizio rivestito di epoca incerta.
Anche questo santuario prende come modello l’architettura Ellenistica.
Il tempio con un pronao Pseudo Periptero Sine Postico in quanto non si ha la peristasi sul lato
posteriore è riconducibile a caratteri Etrusco-Italici.
sul retro del tempio vi è un'edicola Oracolare luogo dove corrisponde un masso in cui l’oracolo faceva
i suoi Vaticini, molto probabilmente corrispondeva una parte sottostante sotterranea in
corrispondenza della volta longitudinale, cavità che veniva utilizzata per delle processioni rituali.
Dall’attuale conformazione del sito si denota che l’opera ha un nucleo cementizio e il paramento in
Opus Incertum (costituita da blocchi lapidei irregolari e sbozzati).
Le sostruzioni cave sono di fatto una tecnica di fondazione.
Il percorso dove si sviluppa la volta longitudinale è tamponato e finestrato alcune di queste volte
sono passanti.

Roma Augustea
Il principato di Augusto (14 a.C - 37 d.C)
Dopo la morte di Cesare nel 44 a.C. ucciso dai congiurati Bruto e Cassio che rimproverano di aver
pianificato una successione dinastica, infatti nel 45 a.C. aveva adottato un nipote: Ottaviano; al
momento della morte egli si trovava in Grecia per via di una campagna militare, ricevuta la notizia
della morte, ritorna dalla Grecia a Roma, riuscendo tuttavia a tenere testa a Marcantonio il quale gli
contende la discendenza, trattandolo con disprezzo; Ottaviano sarà comunque in grado di tenere
testa al contendente, si apre quindi un duro scontro tra i due, che vede delle battaglie che durarono
fino a circa il 43 a.C., lo scontro termina con un'alleanza tra i due, che determinerà il cosiddetto II
Triumvirato; i territori vennero spartiti insieme ad una terza figura quella di Lepido, anch'esso
Cesariano, Ottaviano si assegna l’area occidentale, mentre Marcantonio quella orientale.
Ottaviano riesce ad entrare nelle grazie del Senato e di Cicerone che viene visto come un monarca

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Lezione 17 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


che si era insediato ad Alessandria nella corte di Cleopatra.
Ottaviano riesce a convincere il Senato a dichiarare Guerra all’Egitto e a Marcantonio, si arriva quindi
alla fine dell’ultimo regno Ellenistico (regno Tolemaico) con la morte di Cleopatra e Marcantonio.
Ottaviano figlio adottivo di Cesare ottenne dal Senato Romano il titolo di Augusto (protetto dagli dei),
il titolo di Princeps che conferiva una dignità pari a tutto il senato ma con un'importanza prevalente,
ed il titolo di Imperator.
il Principato Augusteo rappresenta di fatto la prima forma di governo dell’impero, egli non introduce
una serie di riforme costituzionali, dimostra grandissimo rispetto per le forme repubblicane, il
passaggio al vero e proprio impero sarà graduale, il principato determina la fine di Roma
Repubblicana con la decadenza della repubblica di fatto già avviata da Cesare.
Tutto ciò avrà grande ricaduta sull’architettura e sulle arti che diventeranno strumento di propaganda
e del potere, Augusto attraverso l’architettura e la scultura celebrerà se stesso e la sua famiglia.
Sarà tuttavia molto cauto.

Genealogia di Roma e dei Iuli


Roma Gens Iulia
● Marte + Rea Silva ● Venere + Anchise
● Romolo ● Enea
● Summi viri ● Ascanio/Iulo
● Stato ● Gens Iulia
● Cesare
● Augusto (figlio adottivo)
Secondo la tradizione Roma è fondata da Ha come capostipite Iulo, la Genealogia viene
Romolo figlio dell’unione tra Marte (Divinità) e divinizzata da Cesare nel quale rivendica con la
Rea Silva costruzione del tempio di Venere Genitrice nel
● Foro di Cesare una discendenza dagli Eneadi
divinizzando la famiglia
Secondo lo storico Romano Svetonio, Augusto si vantava di aver trasformato Roma da una città di
mattoni crudi in una di marmo.
Il suo motto: "marmoream se relinquere, quam latericiam accepisse" (ho trovato una città di mattoni
e ho lasciato una città di marmo), è una delle frasi più famose, spesso confermata dalle scoperte
archeologiche e dalle diverse fonti storiche.

Foro di Augusto (inaugurato nel 2 a.C.)


Augusto volle coordinarsi con il Foro di Cesare acquistando delle aree addossate al suo Foro.
l’asse del Foro di Augusto è ortogonale all’asse del Foro di Cesare, Abbiamo un grande spazio
scoperto di forma rettangolare, circondato da due ali porticate, secondo gli scavi archeologici, le due
ali porticate si dilimitavano in quattro esedre, le due esedre sul lato verso il Foro di Cesare molto
probabilmente sarebbero da ricondursi ad un edificio basilicale (Ipotesi), sulla parte terminale sulla
parete di fondo del Foro viene costruito un edificio templare, questa parte ha un andamento
irregolare dato che il Foro si andava a incuneare nella vallata compresa tra Foro di Cesare e la
Suburra, e dalla necessità di evitare una preesistenza sulla quale insisteva una cloaca fognaria. Per
questo Foro Augusto non volle espropriare terreni per non andare incontro al di sdegno del Popolo
Romano. Sul suo lato sorge la Cloaca Maxima (Opera fognaria di Bonifica del Foro Romano risalente al
sesto secolo avanti Cristo).
Il tempio è un edificio Periptero Sine postico con cella absidata, sui due lati fronteggia dei percorsi che
andavano a sboccare sulla suburra, una delle due Esedre confina con un edificio (un edificio

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basilicale) che Augusto non era riuscito ad acquistare. Le due esedre sono diaframmate da pilastri con
addossate delle semicolonne.
A questo cantiere lavorarono anche delle maestranze provenienti da Atene in quanto Augusto aveva
rapporti continui sia con la città di Atene che con la città di Alessandria.
Coperti da un controsoffitto a volta sospeso alle capriate in legno del tetto, i portici presentavano
esternamente, al di sopra della trabeazione, un attico scandito da Cariatidi, copie di quelle
dell’Eretteo di Atene, e tra esse, Clipei decorativi con teste di Giove. L'invenzione di questo attico può
essere stata dovuta alla necessità di nascondere la volta interna e per controbilanciare la mole del
tempio.
Il Foro ha un importante significato politico; La battaglia contro Marcantonio si conclude con la
vittoria di Roma nella battaglia di Azio Con l'annessione all'impero romano dell'impero Tolemaico
ovvero l’Impero d'Egitto.
L'attico è decorato con pilastrini emergenti sui quali sono impostate delle Cariatidi copiate da quelle
della loggia dell’Eretteo, tra questi pilastrini sull'attico questa decorazione con clipei con teste di
Giove Ammone (divinità egizia), che ne stanno a indicare il dominio di Augusto sulla Grecia su Atene e
il dominio di Augusto sul Alessandria d'Egitto, la decorazione del Foro di Augusto quindi va
interpretata politicamente.
L'esedra si apriva sul muro di fondo del portico per mezzo di una fila di pilastri con semicolonne in
marmo Cipollino, ripreso nella pavimentazione degli intercolumni, È all'ordine superiore con colonne
scanalate in africano, parzialmente inglobato nella muratura.
il muro di fondo dell'esedra era articolato da semi colonne in Cipollino all'ordine inferiore è in giallo
antico all'ordine Superiore.
Nei due Portici erano disposte le statue dei fiumi Vieri ovvero i personaggi più importanti della
Repubblica di Roma.
L'aula del Colosso che si apriva per mezzo di Due Colonne alla terminazione del portico settentrionale
del Foro di Augusto, conserva quasi per intero l'originaria pavimentazione in lastre rettangolari di
giallo antico e pavonazzetto e parte della decorazione delle pareti laterali, articolate da lesene. riga
sotto alla parete di fondo si addossa va il basamento per la statua colossale raffigurante
probabilmente il genio di Augusto. sulla parete di fondo, dietro alla scultura, Il rivestimento in
semplici lastre di marmo bianco era stato dipinto con la raffigurazione di un tendaggio di colore
azzurro decorato da Motivi in rosso è in oro, che accentuava la policromia dell'ambiente, integrando
la decorazione dipinta con il rivestimento marmoreo.
A dividere il Foro dal quartiere della suburra c'era una parete tufacea Un muro molto alto che aveva
la funzione di proteggere i fuori dall'opera devastatrice degli incendi.
Il tempio del Foro di Augusto era il Tempio votato ha la divinità di Marte ultore (votato nel 42 avanti
Cristo, alla vigilia della battaglia di Filippi per vendicare l'uccisione di Cesare, e inaugurato nel 2 a.C.).
Tempio di ordine Corinzio, mostrano la capacità delle maestranze nell’opera di intaglio notevolmente
perfezionata.
I capitelli sono copiati da quelli della Tholos di Epidauro ( rappresentavano un dettaglio importante
per le maestranze romane), presenta una trabeazione con una cornice corinzia, con una dentellatura
tipica, un’importante innovazione rispetto alla trabeazione ionica.
All'interno della cella è articolato sulle due pareti da un ordine ionico composito con capitelli corinzi,
sulla parete di fondo è presente un abside sopraelevata su alcuni gradini.
Si conservano ancora oggi ai Mercati Traianei alcuni frammenti di questi capitelli, al posto delle volute
dell’ordine ionico, esibiscono dei Pegasi alati (attributi di Marte), questa scelta fonda il suo significato
su un'analogia tra la morte di Cesare e la Morte di Romolo (anch'esso ucciso dal senato e assunto in

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Lezione 17 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


cielo dai Pegasi alati di marte), si vuole ricordare quindi la morte di Cesare ucciso dai congiurati
membri del senato.
Raffaello venne incaricato dal pontefice Leone X di studiare l’antica Roma e Farne il rilievo, giungono
così al giorno d’oggi numerose restituzioni dei Fori, fu il primo commissario preposto all’antichità di
figura rinascimentale, inaugura un processo di attenzione e rispetto delle preesistenze antiche.
In età medievale, venne convertito ad un tempio dedicato alla SS. Annunziata che venne poi rimosso
dopo gli scavi degli anni 30.
Intervent di Augusto al Foro Romano
Rifacimento delle basiliche forensi e della Curia Senatus.
Sotto Cesare e Augusto, la costruzione della Basilica Giulia e il rifacimento della Basilica Emilia, che
delimitavano i lati lungo la piazza, diedero tuttavia al Foro una certa regolarità.
La Basilica Julia
Fu iniziata dal 54 a.C., insieme al nuovo Foro di Cesare e al restauro della Basilica Emilia.
L’opera fu portata a termine da Augusto.
Si presenta con un doppio giro di navate concentriche, esternamente nella facciata si nota la
sovrapposizione di due loggiati articolati dall’ordine architettonico che inquadrano le arcate secondo
il lemma che fu introdotto in età Sillana nella facciata del Tabularium; la navata centrale viene
sopraelevata rispetto a quelle laterali per far si che la basilica possa prendere luce.
La Basilica Emilia o Paulli
Basilica a tre navate concentriche e a tre livelli interni, è stata rivestita sul fronte lungo il Foro e per
metà dei suoi lati corti da un portico a due piani costruiti da arcate inquadrate da un ordine dorico;
l’interno si sviluppava su tre livelli, con la navata centrale sopraelevata rispetto alle altre.
opera iniziata da Cesare e completata da augusto: il Teatro di Marcello, realizzato sui margini
meridionali del rione Campo Marzio in un'area che tradizionalmente veniva destinata alle
rappresentazioni sceniche, sorgono di fianco l’uno all’altro numerosi teatri; il primo teatro di Roma fu
il Teatro di Pompeo, costruito in muratura e diventa Capostipite di questa generazione Architettonica,
i teatri erano generalmente in carpenteria linea, ciò avveniva per motivi politici in quanto si qui si
radunava il popolo per assistere a delle rappresentazioni, ed i Patrizi temevano rivolte civili e conflitti,
dopo la rappresentazione il teatro veniva poi smontato.
Pompeo riuscì a costruire il teatro inserendo nella Cavea un tempio dedicato a Venere Vincitrice in
corrispondenza nella parete di fondo nel colonnato superiore, convincendo così il Senato.
il Teatro Romano è un'opera interamente artificiale, consiste in una struttura gradonata che poggia su
dei muri radiali raccordati da strutture voltate, si fa ricorso alla stessa tecnica utilizzata per la
costruzione dei Santuari Laziali, in questo caso le camere voltate si sviluppano nella profondità
dell’organismo architettonico secondo setti radiali e con la volta in andamento obliquo, su questa
volta viene appoggiata la gradonata.
Teatro: impianto Semicircolare.
Anfiteatro: impianto Circolare.
Il Teatro di Marcello
(22-13 avanti Cristo), è il secondo teatro in muratura di Roma, dopo quello di Pompeo, (55 avanti
Cristo) fu iniziato da Cesare è dedicato da Augusto al nipote.
Si trova ai piedi del Campidoglio e in prossimità del fiume Tevere.
Forma Urbis: Pianta Catastale in tasselli marmorei, che costituivano la parete di un ambiente del
Templum Pacis costruito da Vespasiano, un ambiente che aveva la funzione di ufficio del Catasto.
Il Teatro viene dedicato a Marcello, nipote di Augusto, in quanto morto prematuramente in
circostanze sconosciute presso Baia (localita Campana).

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Una frase riportata da Virgilio nell’eneide pronunciata da Anchise nel mostrare ad Enea, agli inferi, tra
i tuoi discendenti, Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto; cita: “Heu, miserande puer, si qua
fata aspera rampas, Tu marcellus Eris.” (O, giovine degno di pietà, se solo tu potessi rompere il tuo
fato crudele, tu sarai Marcello).
La facciata del teatro, di andamento curvilineo, si articolava con la sovrapposizione degli ordini
architettonici; al piano basamentale dorico, e ionico al piano superiore, con la sintassi inquadrante
arco (Schema costruttivo utilizzato a partire dal Tabularium).
La cavia di forma semicircolare era su sostruzioni: muri semianulari e radiali in blocchi di tufo, in
opera reticolata e in laterizio, formavano l'intelaiatura sulla quale si appoggiavano le coordinate in
marmo bianco.
impianta i muri quel Velini si dividono in tre zone:
● L'esterna corrisponde a l'ambulacro esterno.
● La seconda riservata i fornici con funzioni differenziate ogni sei, che garantivano gli accessi ai
vari livelli.
● La terza costruita da ambienti non illuminati, molti dei quali Probabilmente erano magazzini.
frontistante vi si trova la zona destinata allo spettacolo inquadrata da due zone basilicali (spazio
riservato agli attori).
In età medioevale quest’edificio diventa una vera e propria fortezza, venendo occupato dal palazzo
Savelli, poi degli Ostini, fu restaurato nel 1926-32 (in età rinascimentale) dall’ingegnere Pietro
Fidenzoni. In quell’occasione furono ritrovate all’interno dei fornici del teatro tre colonne angolari del
tempio di Apollo Medico o in circo, del 34 a.C., rialzate sull’angolo verso la nuova Via del Mare e non
su quello originario.
La cavea è attualmente interrata.
Ara Pacis (fuori programma)
30 a.C.. Originariamente situata nel centro del Rione Campo Marzio, in prossimità della via flaminia,
negli anni 30 viene spostata a ridosso del tevere nei pressi di piazza Augusto Imperatore, venne
costruita una Teca sotto progetto di Vittorio Motturgo, per custodire il monumento Augusteo, in
seguito demolita; oggi il monumento è conservato all'interno di un nuovo edificio; Augusto fece
innalzare un monumento formato da un altare circondato da un recinto sul quale sono rappresentati
in rilievo i membri della famiglia Imperiale, ciò per celebrare la sua dinastia e la sua azione politica,
era in relazione con un colossale Obelisco (un immenso orologio solare lo Gnomone che nel giorno
del compleanno di augusto proiettava la sua ombra sull’altare dell’Ara Pacis.
Mausoleo di Augusto
28 a.C. Costruito in prossimità dell’Ara Pacis, per dimostrare al senato che Augusto aveva intenzione
di costruire la sua sepoltura a Roma mentre Marcantonio la sta progettando ad Alessandria, al ritorno
della sua vittoria della Battaglia Navale di Anzio, dove sconfisse le ruote di Antonio e Cleopatra,
consolidando il suo potere è divenendo il leader indiscusso del nascente Impero Romano.
in età Rinascimentale viene trasformato in un giardino Pensile, il modello compositivo è di riferimento
greco al Mausoleo di Alicarnasso.
La “Globalizzazione” di Augusto nelle Gallie: Arco di Orange.
L'arco, eretto negli anni 20-25 dopo Cristo, è dedicato a Tiberio, segnava l'ingresso della città romana
di Arausio (oggi Orange) in Gallia e scavalcava la via Agrippa, una strada che portava verso Roma.
L'arco è il più antico a tre fornici costruito.
fortificato in epoca medievale, l'arco fu liberato dalle strutture che gli erano stati addossate
nell'ottocento.
È decorato con sculture che narrano le vicende militari dei Romani, interessante data la presenza di

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Lezione 17 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


un attico molto alto, e per il prospetto laterale che presenta un frontespizio interrotto nel
l'intercolumnio centrale da un arco (motivo che avrà grande successo in età Barocca).
Frontone Siriano
Una possibile origine dello schema di un frontone in cui si apre un archivolto, può essere ricercata in
alcuni progressi tecnici di età Augustea, osservabile Ad esempio in un due templi della penisola
iberica:
● Il tempio di Diana a Mèrida (Augusta emerita)
● il tempio di Augustobriga (talavera la Vieja) in Lusitania.
Un arco, originariamente forse nascosto nella struttura del Frontone, permetteva di sgravare dal
notevole peso di quest'ultimo l'architrave del intercolumnio centrale, ed eventualmente di ampliarlo.

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Lezione 18 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

Dinasta Giulio-Claudia (14-68 d.C.)


Augusto (14 a.C. - 37 d.C.) (Gens Iulia)
Tiberio (42 a.C. - 37 d.C.) (Gens Claudia)
Caligola (37-41 d.C.)
Claudio (41-54 d.C.)
Nerone (54-68 d.C.)

Le opere pubbliche di Claudio (41-54 d.C.)


Sale al potere in tarda età, circa 50 anni, ricordato per aver sposato in quarte nozze Agrippina, madre
di Nerone ed uccisa da quest’ultimo.

Porta Maggiore (52 d.C.)


Per consentire all'acquedotto Claudio di scavalcare con il duplice fornice monumentale le vie
Prenestina e Labicana (oggi via Casilina).
Tecnica architettonica del bugnato rustico, diffusa a Roma ed Ostia in fase Giulio-Claudia, prima metà
del I secolo d.C.: i blocchi litci non vengono levigat ma appena sbozzat.
Tomba di Eurisace, preesisteva alla costruzione della porta e si trovata lungo una delle due strade;
Eurisace era un Fornaio romano, nel fregio viene narrata a procedura di lavorazione del pane.
È molto probabile secondo gli archeologi che durante la fase di montaggio degli elementi
architettonici, i capomastri abbiano apprezzato il risultato estetico dell'opera ancora da sbozzare.
l’imperatore Claudio espresse una particolare preferenza per questo tipo di sbozzatura rustica, ciò è
presente in diverse opere architettoniche costruite sotto l’impero di Claudio.

Tempio del Divo Claudio (Claudianum)


Si tratta di una grandiosa costruzione iniziata da Agrippina Minore, nel 54 d.C. per onorare il marito
Claudio divinizzato dopo la morte, ma Nerone, figlio di Gneo Domizio Enobarbo, precedente marito di
Agrippina e adottato da Claudio, modificò la parte settentrionale dell’area inglobandola nella sua
Domus Area.
I primi due livelli loggiati erano definiti in Bugnato Rustco.

Nerone Claudio Druso Germanico Cesare


Figlio di Agrippina, adottato da Claudio, successe al trono imperiale dopo la dinastia di Claudio, grazie
a vari avvenimenti, tra cui omicidi.
Nel 64 d.C. la Città di Roma fu devastata da un incendio, ad oggi è ignota la causa, molte accuse
furono mosse verso Nerone, l’incendio durò mesi, da luglio a settembre, furono distrutte ben sette
regioni su quattordici.
Tacito e Svetonio lasciarono testimonianze:
‘’Non si sa se dovuto al caso o alla perfidia del principe, ma certamente più grave e più
terribile di ogni altro che si sia abbattuto su Roma per violenza del fuoco.’’
Tacito
‘’In quella circostanza Nerone si trovava ad anzio e non ritornò a Roma finché il fuoco non si
avvicinò a suo palazzo con il quale aveva messo in comunicazione fra loro i giardini di
mecenate e il Palatino. Tuttavia non potè impedire che il fuoco inghiottisse il palatino, il suo

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Lezione 18 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


palazzo e ogni altra cosa intorno.’’
Tacito
‘’Nerone stava a guardare questo incendio dalla torre di Mecenate e, allietato, come diceva,
dalla fiamma, cantò la distruzione di Troia in costume teatrale.’’
Svetonio
‘’si diffuse la voce che, nel momento in cui la città era in preda alle fiamme, egli era salito sul
palcoscenico del palazzo imperiale e aveva cantato la caduta di Troia, raffigurando in quella
antica sciagura il presente disastro.’’
Tacito
Nerone aveva in mente la regolarizzazione del tessuto urbano, prima dell’incendio la tessitura
abitativa della città di Roma era fatta da edifici per lo più in legno, le architetture non avevano dignità
monumentale.
L’incendio potè assecondare il suo grande piano della ricostruzione di Roma.
Sul Colle Palatino avevano la residenza coloro che avevano il compito di governare, a partire da
Romolo; in quest'area vi si trovavano resti di costruzioni che avevano una loro dignità architettonica e
dal punto di vista del loro significato, risalenti fino all’età arcaica.

Domus A - Transitoria? (56 - 104 d.C.)


La Domus è al di sotto della cosiddetta Cenatio Iovis della Domus Flavia.
i tratta di una costruzione che aveva tutte le premesse per poi essere una Domus Aurea.
Gli ambienti sono opulenti.
C’è un ninfeo concepito come la frons scaenae di un teatro con giochi d’acqua per intrattenere
Nerone e i suoi ospiti.
Di fronte, un padiglione sostenuto da colonne di Porfido dove Nerone amava sdraiarsi, al centro di
una serie di sale lussuosamente decorate.

Domus Aurea (64-68 d.C.)


‘’Il nuovo palazzo si estendeva dal Palatino fino all’Esquilino… Per capire la sua estensione e la
sua magnificenza basterà dire questo: una statua colossale alta 120 piedi, immagine di
Nerone, poteva entrare nel vestibolo della casa; l’ampiezza di questa era tale da includere tre
portici lunghi un miglio e uno stagno, anzi quasi un mare, circondato da edifici grandi come
città. Alle spalle ville con campi, vigneti e pascoli, boschi pieni di ogni genere di animali
domestici e selvatici. Nelle altre parti era tutto coperto d’oro, ornato di gemme e di
conchiglie. Le sale da pranzo avevano soffitti coperti di lastre d'Avorio mobili e forate in modo
da permettere la caduta di fiori e di profumi. La più importante di esse era circolare è ruotava
continuamente, giorno e notte, come la terra. I bagni erano forniti di acqua marina e
solForosa.
Quando Nerone inaugurò la casa, alla fine dei lavori, se ne mostrò soddisfatto e disse che
infine cominciava ad abitare in una casa degna di un uomo.’’
Svetonio, Nerone, 31
Si trattava di un vero e proprio parco urbano formato da Padiglioni, Nerone immaginava di partire per
la rigenerazione dell’intera città da un fulcro che doveva essere la sua residenza personale.
Con il termine Domus Aurea si intende il complesso residenziale di Nerone nella sua globalità e non
solamente il padiglione estivo sul Colle Appia.
Nerone per la progettazione e costruzione di questo complesso palaziale ha un modello, quello della
città di Alessandria, così com’era stata progettata dall’architetto Dinocrite.
La Domus Area arrivava fino a toccare il Foro Romano, in sua prossimità Vi era una grande costruzione

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Lezione 18 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


porticata e una statua colossale di nerone raffigurato con una corona dorata (raggiera) in testa,
Nerone divinizzato a Dio Sole.
Sul Colle Palatino sotto la residenza che costruiranno i Flavi, Nerone Costruisce altri edifici che
faranno parte della D.A.
Il Templum dedicato a Claudio individua i suoi resti nel Complesso dei Santi Giovanni e Paolo a Villa
Celimontana.
L’edificio che attualmente si conosce con il nome di Domus Aurea in realtà era un padiglione che
faceva parte del complesso generale Neroniano che occupava il Colle Celio, parte dell'Esquilino, il
Colle Palatino e parte del Foro Romano, fino ad arrivare lungo il fiume, a settentrione e a oriente
toccava i Colli dell’Urbe.
In particolare la residenza di Nerone giunse a comprendere il palatino, Il Colle Oppio e parte del Celio,
per un'estensione di circa 80 ettari. La maggior parte della superficie era occupata da giardini con
padiglioni. Nella piccola Valle tra i tre Colli, esisteva un laghetto, in parte artificiale, sul sito nel quale
sorse più tardi il Colosseo.
Nerone commissionò anche una colossale statua in bronzo di 37 metri raffigurante se stesso e, vestito
con l'abito del Dio sole Romano Apollo, il Colossus Neronis, che fu posto di fronte all'entrata
principale del palazzo sul Palatino.
Padiglione sul Colle Oppio.
Essenzialmente una villa per feste, aveva uno sviluppo longitudinale, una grande stecca articolata.
Si Ergeva su terrazzamenti, la sua parte sinistra è notevolmente diversa dalla parte destra, si nota una
grande diversità di impostazione, Nerone si avvalse dell’opera di due architetti Celere e Severo, gli
archeologi in passato attribuiscono questa differenziazione tra le parti a due mani diverse di
architetti, successivamente gli scavi portano alla luce un’altra parte del padiglione, si denota qui la
simmetria e gli storici ipotizzano una probabile ricongiunzione ad una fase precedente, alcuni
archeologi riconducono a questa costruzione la Domus Transitoria, che altri localizzano sul Colle
Palatino.
Si pensa che la parte della struttura dov’è presente il Peristilio (che prende poi il nome di Ninfeo di
Polifemo) fosse in realtà una struttura preesistente.
Il padiglione estivo della Domus Aurea fu decorato da Fabullus (o Amulius) pittore molto affermato.
‘’Dipingeva poche ore al giorno, ma anche questo con solennità, sempre vestito in toga,
anche sulle impalcature. La Domus Aurea fu come la prigione dell’arte sua; fuori di là non
esiste molto altro di lui.’’
Plinio
La Sala Ottagona
Si tratta di uno dei primi edifici ad impianto centralizzato della storia dell'architettura, con degli
ambienti satelliti disposti radialmente.
Gli architetti celere e Severo disegnarono due delle sale da pranzo principali in modo che
fiancheggiassero un cortile ottagonale, sormontato da una cupola con un gigantesco oculo centrale
che lasciava entrare la luce del giorno.
La cupola completamente in cementizio ed impostata su di un ottagono di base, nella prima parte
segue un andamento a spicchi ottagonali (come la cupola del Brunelleschi di Santa Maria del Fiore a
Firenze), mentre nella seconda parte assume la forma circolare.
La sala affacciava su un lato verso i giardini mentre dall’altra parte vedeva degli ambienti voltati a
botte, l’osservatore che si trovava in questo ambiente non riusciva a percepire bene la delimitazione
dello spazio per via del fatto che ogni lato della sala apriva su degli ambienti satelliti (si ha quindi una
dilatazione spaziale in senso radiale) che si sviluppavano in profondità, aperture risolte dal punto di

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vista architettonico da piattabande di straordinaria ampiezza.
Piattabanda: struttura arquata schiacciata su una retta, rispetto all’arco presenta una maggiore
difficoltà dal punto di vista statico.
Svetonio definisce gli architetti di Nerone Magistri Ac Machinatores, più che architetti erano veri e
propri scenografi, avevano non solo il compito di realizzare belle architetture ma anche grandi effetti
grazie allo strumento dell’architettura, si pensa che questa sala fosse stata concepita come una sorta
di Templum, uno spazio sacrale, ordinato secondo i punti cardinali, dal loculo centrale doveva entrare
in alcuni particolari giorni dell’anno la luce solare che andava a colpire la zona del ninfeo dove
scorreva dell’acqua così da creare un effetto di arcobaleno.
L’incendio si data nel 64 d.C. ma Nerone muore nel 68 d.C. ciò nonostante l’opera fu costruita e
decorata da straordinarie pitture.
l’aula era coperta da un padiglione resecato un alto con un oculo centrale (calotta); il peso va a
caricare i pilastri contraffortati dagli spazi voltati retrostanti.
Intorno all’Aula Ottagona e prima degli spazi satelliti si svolgeva un percorso anulare, (Ambulacro) che
in corrispondenza dei nodi pilastrati genera degli spazi triangolari definiti da archeggiature che
andavano ad agganciare i pilastri alle strutture retrostanti; questo percorso era scoperto, risolto nella
zona della copertura da una sorta di bocche di lupo che facevano filtrare la luce consentendo
l’illuminazione di questi spazi satelliti.
Sala della sfinge, Scoperta nel 2019, sala della D.A. decorata da Fabullus, indicata come pittura del 4°
stile per la presenza di figure architettoniche lineari.

Dopo la morte di Nerone, il terreno della Domus Aurea venne ‘’restituito al popolo romano’’ dagli
imperatori successivi.
In circa un decennio la dimora neroniana venne spogliata dei suoi rivestimenti preziosi: i canteri per
le terme di Tito erano già avviat nel 79 d.C., per la costruzione la Domus viene totalmente interrata.
Vespasiano utilizzò lo spazio in cui era stato scavato il lago artificiale per costruire l’Anfiteatro Flavio,
con il Colossus Neronis nei suoi pressi. Anche le terme di Traiano ed il Tempio di Venere e Roma
risiedono nel terreno occupato della Domus. In quarant’anni, la Domus Aurea fu completamente
obliterata, sepolta sotto nuove costruzioni, ma paradossalmente questo fece modo che i ‘’grotteschi’’
dipinti potessero sopravvivere; la sabbia funzionò come le ceneri vulcaniche di Pompei, proteggendoli
dal loro eterno nemico, l’umidità.
Il padiglione sul Colle Oppio
80 d.C.: terme di Tito.
104 d.C.: incendio.
109 d.C.: inaugurazione terme di Traiano.
Fine XV secolo: riscoperta del padiglione.
Metà XVII secolo: scavi.
La Domus Aurea fu scoperta in età rinascimentale quando una persona cadde in un pozzo rimanendo
stupefatta in quanto si trova in un’architettura interamente decorata e conservata in ottime
condizioni, queste pitture vennero chiamate grottesche in quanto l’uomo cadde in una cavità
naturale.
I successori vollero far sparire tutto ciò che fu realizzato da Nerone, sotto il profilo ambizioso di
ristrutturazione dell’urbe egli non fu un cattivo imperatore, in quanto il progetto immaginava una
città di Roma rifondata sulla città di Alessandria.
Dopo l’incendio Nerone volle anche costruire sul Palatino, qui recentemente è stata scoperta una
straordinaria architettura che gli archeologi indicano con la Sala Rotante della residenza Neroniana di

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cui parlava Svetonio.
La ‘’Stanza Rotante’’ di Nerone.
Una stanza rotante per banchetti e feste che imitava il movimento della terra, con il pavimento
poggiato sull'acqua, per riflettere la smania di potenza di Nerone ‘’Elios’’.
La struttura è stata scoperta per caso durante i lavori di consolidamento della soprintendenza
speciale per i beni architettonici in un'area del Colle Palatino chiamata Vigna Barberini. Gli studiosi
finora avevano identificato la sala da pranzo chiamata ‘’coenatio rotunda’’ nella Sala Ottagonale del
Colle Oppio e non sul Palatino, ‘’snobbando’’ erroneamente il racconto degli antichi.
La struttura consiste in: una sorte di Torre eretta a picco sulla Valle del Colosseo, che all'epoca era
occupata da un lago artificiale, consentendo una panoramica a 360° del Campidoglio all'Aventino, dal
Celio al Colle della Velia.
La struttura è databile dopo l'incendio del 64 d.C. e prima della Damnatio Memoriae di Nerone,
cominciata con i Flavi, che spazzano via tutto punto dalle strutture rinvenute, gli archeologi hanno
ipotizzato una stanza rotonda dal pavimento di legno appoggiata a una ruota del diametro di 12 metri
e con un pilastro di 4 metri, che ruotava su se stessa giorno e notte attraverso cuscinetti a sfera e con
il pavimento poggiato sull'acqua.
Quello che emerge dallo scavo è un possente Pilone circolare, una sorta di Torre di 4 metri di
diametro rivestita di mattoni laterizi alta circa 10 metri, Presumibilmente il perno della ‘’Coenatio
rotunda’’ .
alla torre è Collegato un sistema di doppia archi a raggiera (di cui ne sono visibili sette, quattro al
livello superiore e tre livello Inferiore) che presumibilmente sostenevano una piattaforma circolare di
almeno 16 metri di diametro.
Il cosiddetto piano mobile di appoggio ha rivelato la presenza singolare di tre cavità semicircolari di
23 cm di diametro, che hanno fatto ipotizzare meccanismi sferici su cui poggiava il pavimento di legno
in grado di farlo muovere, spinto da un sistema idraulico.
Nerone aveva due architetti eccezionali che, per citare le fonti, facevano quello che in natura era
impossibile, Severo e Celere.
Nel pilastro centrale vi era una scala a chiocciola.

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Lezione 19 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini

Età dei Flavi


69-79 d.C. Vespasiano
79-81 d.C. Tito
81-96 d.C. Domiziano
Dopo la morte di Nerone si chiude la dinastia Giulio-Claudia, si sviluppa l’edilizia pubblica (Colosseo) e
viene avviata la massima impresa urbanistica della Roma Imperiale aprendo al fianco del Foro di
Augusto il Templum Pacis e il Foro transitorio e progettando sul lato opposto il Foro che sarà poi
opera di Traiano.
Alla morte di Nerone segue una guerra civile che durerà circa un anno, questo periodo viene
chiamato Anarchia Militare, si esprime al massimo il potere delle legioni militari, si arriva nel 69 d.C.
alla nomina di quattro imperatori differenti, ciascuno nominato da una differente legione: Galba
Vitellio Vespasiano e un quarto.
Sarà Vespasiano ad avere la meglio, appartiene ad una famiglia relativamente modesta del Reatino, è
il capostipite di una nuova dinastia che governa Roma per circa 30 anni.

Il Foro della Pace (Templum Pacis o Foro di Vespasiano), 75 d.C.


Edificato per volere dell’imperatore Vespasiano per celebrare la vittoria di Roma nella prima guerra
Giudaica, il Tempio della Pace fu definito da Plinio il Vecchio, nella sua opera Naturalis historia, come
uno dei monumenti più belli del mondo. ad oggi, ne rimangono alcuni resti.
A partire da questa sconfitta inizia quella che noi conosciamo come diaspora degli ebrei, Tito infatti in
seguito distrugge il tempio di Gerusalemme.
Più che di un Foro, si trattava di un santuario dedicato alla pace, si trattava di un grande recinto che
occupava un’area corrispondente a circa due ettari, al centro del portico meridionale vi era un’area di
culto, era affiancata da due sale a sinistra e due a destra, la cui destinazione potrebbe essere stata
quella di biblioteca (almeno nella fase iniziale: Flavia).
Il recinto presentava quattro esedre sui lati, sul lato opposto dell'aula il Templum Pacis si chiudeva
con una recinzione articolata all’interno da un portico.
lo spazio scoperto era lastricato solo sul lato d’ingresso mentre nella gran parte dello spazio scoperto
vi erano delle fontane con delle siepi, il resto era in terra battuta.
Il tempio consisteva in un’unica aula absidale e diaframmata, si ha una tipologia templare totalmente
diversa dagli altri tempi, il Pronao e le ali del portico erano allineati, ciò fa dedurre che il Tempio
aveva anche una funzionalità che non fosse semplicemente quella del culto, infatti probabilmente
proprio nell’aula di culto si conservavano anche gli arredi sacri del tempio di Gerusalemme,
probabilmente poteva essere una sala espositiva del ‘’bottino di guerra’’ portato a Roma.
I porticati molto probabilmente avevano la funzionalità di esporre la statuaria antica, statue
provenienti dall’oriente o dalla grecia, l’edificio probabilmente aveva una funzione museale.
Dal cortile scoperto si traguardava l’interno della cella e la Dea Pax (Dea della Pace).
Le fontane erano dei bassi podi in travertino di pianta rettangolare rivestiti in marmo, lunghi e stretti,
sulla cui superficie scorreva costantemente un leggerissimo velo d’acqua; lungo le fontane si
trovavano siepi fiorite.
Nell’aula alla destra dell’aula di culto, era affissa la Forma Urbis Romae, ossia la grande pianta di
Roma(18x13 metri) incisa su marmo per volontà e al tempo dell’imperatore Settimio Severo, che fece
restaurare il complesso dopo il violento incendio del 192 d.C.. Al tempo di papa Felice IV (526-530)
nell’aula accanto a questa, ed è ancora esistente, la Basilica dei Santi Cosma e Damiano.
Il complesso entrò a far parte dei cinque Fori Imperiali, il terzo in ordine cronologico dopo i Fori di

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Lezione 19 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Cesare (46 a.C.) e di Augusto (2 a.C.).
Italo Gismondi ricostruisce la città di Roma antica grazie ai frammenti rinvenuti della Forma urbis.
Il Foro della pace era caratterizzato, oltre che dal Tempio, dalla presenza di una ricca Collezione di
sculture e dipinti che, insieme ad una famosa biblioteca letteraria (la Bibliotheca Pacis), ne faceva una
sorta di ‘’polo culturale’’ e di contenitore delle opere dell’ingegno umano.
Adrino si ispirò per la Biblioteca ad Atene (132 d.C.) al Templum Pacis.

Arco di Tito
Fatto costruire fra l’81 e il 96 da Domiziano in onore del fratello Tito vittorioso sui Giudei.
Arco ad un unico fornice centrale, sormontato da un alto attico con targa dedicatoria, l’archivolto
presenta una decorazione molto ricca; sui due lati del fornice vi sono due decorazioni.
Il corteo trionfante di Tito, seduto seduto su una quadriga guidata dalla dea Roma e accompagnato
dai senatori e dal popolo, mentre dall’alto la Vittoria alata incorona l’imperatore; l’ingresso nel corteo
nella porta Triumphalis, che è raffigurata all’estrema destra, di scorcio.
nella scena si vedono gli inservienti che avanzano con la fercula, le portantine su cui sono posti gli
oggetti portati via dal tempio di Gerusalemme (un candelabro a sette braccia, Menorah, la tavola con
i vasi sacri, le tombe d’argento) e le tabelle con i nomi di popoli e città sconfitti. il movimento procede
lungo una grande curva convessa, che fa sì che le figure più a sinistra siano frontali, quelle al centro di
profilo, quelle che già stanno entrando nella porta trionfale di schiena.

Domiziano
Uno dei due figli di Vespasiano ad egli si deve una svolta in senso assolutistico del governo a Roma, si
proclamerà Dominus Ac Deus (signore e Dio), segna un punto di svolta in senso assolutistico
rivestendosi di una sorta di aura sacrale e divina.
Palazzi imperiali sul Palatino
Colle sacro di Roma, sede del potere, è il Colle sul quale Romolo traccia il primo recinto sacro della
città di Roma.
il Colle è vicino al tevere in una posizione che consentiva il controllo dell’unico guado presente
nell’isola tiberina: il porto Tiberino.
Il Colle Palatino presentava tre sommità:
Il Cermalus: un declivio che scendeva verso il lato del Foro Boario
Palatium
Velia: sella che univa il Colle con l’Esquilino.
La Repubblica segnò la trasformazione del Palatino in un quartiere residenziale della classe dirigente
romana.
Dopo che Augusto elesse a propria dimora il Colle, altri imperatori seguirono la sua strada.
Sorsero così, uno dopo l’altro:
● Il palazzo di Tiberio.
● Il palazzo di Nerone (la ‘’Domus Transitoria’’ e la ‘’Domus Aurea?? si estendevano fin qui).
● Il palazzo dei Flavi (la ‘’Domus Flavia’’ e la ‘’Domus Augustana’’).
● Il palazzo di Settimio Severo (‘’Domus Severiana’’).
A domiziano di deve la costruzione di una grandiosa struttura palaziale che occupò gran parte del
Colle.

Palazzo di Domiziano
Su progetto dell’architetto Rabirio (81-96 d.C.)

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Lezione 19 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Fu uno dei progetti più grandiosi realizzati sul Palatino: da quel momento il Colle (appunto Palatium)
assunse la sua fisionomia imperiale, interamente inglobato nella dimora dell’imperatore: la sede del
potere.
Fu opera inizialmente di Vespasiano e poi di Domiziano, Che affidò l’audace progetto all’architetto
Rabirio.
Il palazzo domizianeo accolse corpi di fabbrica risalenti anche ad epoche precedenti (età di Nerone) e
la novità dovette consistere nell’aver concepito un edificio unitario, immenso ed altissimo che
dominava la città.
Il palazzo della Dinastia Flavia sul Palatino
Era composto:
● In una parte destinata alla vita ufficiale dell’imperatore (la cosiddetta Domus Flavia), con
grandi aule per le udienze e grandi sale per banchetti pubblici.
● In una seconda parte destinata alla vita privata con un piano inferiore (la cosiddetta Domus
Augustana).
● Un grande giardino decorato con statue (il cosiddetto Stadio).
Domus Flavia
Era la parte ‘’pubblica’’ e ufficiale del palazzo di Domiziano sul Colle Palatino.
Includeva una serie di ambienti destinati alla rappresentanza, in altro troviamo un Aula Regia alla sua
sinistra una Basilica, nella parte opposta un grande ambiente destinato ai banchetti (Cenatio iovis) la
quale guardava su due corti porticate di impianto ovale con due fontane. tutti questi ambienti di
rappresentanza ruotavano intorno ad un fulcro centrale rappresentato da una fontana di forma
ottagona.
La Domus rappresenta un vertice nello sviluppo della tipologia della residenza principesca.
L’interno di queste sale si presentava con una sovrapposizione di ordini architettonici, decorazioni
sfarzose, marmi policromi e decorazioni pavimentali molto ricche.
Le pareti dell’Aula regia erano articolate da un ordine architettonico che creava delle vere e proprie
nicchie con edicole, i due lati sull’asse longitudinale presentano due absidi.
La Basilica era divisa in tre navate dall’ordine architettonico.
La Cenato iovis Di circa 870 metri quadri, si apriva con grandi finestre verso due aree a giardino
simmetriche, con Fontane ovali. essa poteva contenere 20 triclini (composizioni di tre letti disposti a
U) appunto e dunque un totale di 180 invitati (letto tratto-kleein ospita 3 persone), il letto di
Domiziano doveva trovarsi nell'abside, anche il Convivium (banchetto), come la Salutato era un
evento ufficiale, e veniva allestito in occasioni particolari dagli imperatori.
Le fonti certamente distorte, narrano che Nerone avesse intenzione di avvelenare l'intero senato al
banchetto e che Caligola usasse torturare e terrorizzare nei modi più vari i suoi ospiti altolocati.
Domiziano tendeva a distanziarsi dai convitati e ad osservarli in silenzio. Ma alcuni storici tendenziosi
raccontano che su alcuni senatori servì la cena su Barei recanti i loro nomi in un triclinio allestito a
lutto.
Abbiamo un'organizzazione diversa rispetto a quella dell’Aula regia, l’ordine architettonico sporge
dalle pareti e ne da dinamismo, sopra l’ordine dei plinti con statuaria, al di sopra finestroni.
Successivamente a ridosso dello Stadio verrà costruita la Domus Severiana e si chiude il ciclo delle
residenze imperiali sul Palatino

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Lezione 20-21 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Colosseo
Iniziato da Vespasiano nel 71/2 d.C. e inaugurato da Tito nell’80 d.C.
La Domus Aurea riconvertita ai pubblici divertimenti.
Si tratta di un edificio dedicato allo svago e all’intrattenimento del popolo romano, qui si svolgono i
giochi dei Gladiatori.
L’area scelta per la costruzione coincide con il Lago Artficiale della Domus Aurea. La dinastia Flavia
inizia l'opera di Damnatio Memoriae a danno di Nerone con l’intento di cancellare qualsiasi traccia
lasciata da questo predecessore che si era inimicato il popolo romano.
La costruzione di questo edificio pubblico ha un importante significato politico in quanto i Flavi
vogliono dimostrare al popolo romano la loro volontà politca di restituire al popolo una porzione
dell’area urbana usurpata da Nerone per la costruzione della sua residenza privata.
Nelle sue vicinanze vi era la colossale statua di Nerone che originariamente si ergeva al centro
dell’edificio porticato, che aveva un forte valore decorativo ed è probabile che ci fosse la volontà di
non offendere una famiglia aristocratica romana: la gens Giulio-Claudia; il colosso fu distrutto
probabilmente tra il IV e il V secolo, non si sa se per via di un terremoto o per via del sacco di Roma.
La tpologia Architettonica
La tipologia non era del tutto nuova, l’idea di un edificio dedicato allo svago con pianta ovale non era
del tutto di identità nuova, l'anfiteatro più antico era quello di Pompei che si data 150 anni prima, di
fatto però l’edificio del Colosseo rappresenta dal punto di vista architettonico una grande innovazione
per la sostanziale differenza nelle gradinate sostenute da concamerazioni voltate differentemente dal
terrapieno di Pompei.
Il colosseo ha un’anima realizzata con archi e sostegni di travertino. Si tratta di uno schema
costruttivo riconducibile a quello del Teatro di Marcello, qui applicato su un campo di 360°.
La struttura
Consiste in uno scheletro portante in travertno, fatto di pilastri, lo si nota nella facciata pilastrata
curvilinea esterna, e nelle pilastrature nei due ambulacri interni. La cavea è sostenuta da volte a
botte, volte a crociere, e archi che poggiano su queste pilastrature connesse a setti radiali in
muratura; le volte a botte su piante trapezoidale sono inclinate.
Per le volte si ricorre all’opera cementizia, per le pilastratura al travertino.
Nell’attico vi erano delle antenne, infisse in mensole, con la funzione di sorreggere un grande velario
che veniva sollevato da argani.
Nel livello sotterraneo venivano preparati i giochi che successivamente venivano svolti nell’arena,
erano organizzati in quattordici corridoi posti simmetricamente ai due lati del grande corridoio
centrale; alle estremità si trovano le ‘’camere di manovra’’: ambienti simmetrici che ospitavano
grandi montacarichi delimitati da gallerie convergenti, l’apparato tecnico era coperto dall’arena in cui
si aprivano diverse botole, la comunicazione dai sotterranei all’arena avveniva tramite questi grandi
montacarichi che permettevano il collegamento verticale dal sotterraneo al livello superiore.
inizialmente le strutture sotterranee erano in legno, da domiziano vennero sostituite con quelle in
muratura.
Con il Colosseo si ha codificazione definitiva del sistema arquato inquadrato da ordini architettonici
sovrapposti. La facciata è costituita dalla ripetizione in serie, lungo il perimetro dell’ellisse, di ottanta
elementi semplici composti dall’arco inquadrato nell’ordine architettonico.
Leon Battista Albert analizza gli ordini architettonici osservando proprio l’edificio del colosseo
descrivendo la sovrapposizione degli ordini nel suo trattato dell’architettura.
Il colosseo presenta al livello inferiore un ordine Tuscanico (differente dall’ordine ionico per la

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Lezione 20-21 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


presenza di una base), al livello superiore presenta un ordine ionico, al terzo livello si denota un
ordine corinzio, al quarto livello è presente un ordine composito.
● Primo ordine Tuscanico: l’architrave è a tre fasce, piuttosto che liscio e monolitico, mentre il
fregio non ha né metope né triglifi.
● Secondo ordine Ionico: il capitello è molto semplificato essendo privo di decorazioni
nell’echino e non recando traccia di spirali nelle volute.
● Terzo ordine Corinzio: la cornice è dentellata, con rosette fra un dentello e l’altro, mentre il
capitello ha foglie lisce e molto ricurve.
● Quarto ordine Composito (corinzio semplificato): il fregio invece che liscio è occupato dalle
mensole a gola rovescia, elementi che, di regole, si collocano nella sottocornice (soluzione
non canonica da ricondurre alla volontà di una migliore resa visiva in lontananza allo stesso
modo le semplificazioni dei capitelli con foglie lisce).
Il Colosseo in base alla funzione dell’ambiente presentava differenti decorazioni, l’anfiteatro era
suddiviso in settori, per la realizzazione dei percorsi d’accesso si seguivano criteri di maggiore
decoratività, per gli ambienti destinati esclusivamente funzionale questo tipo di accuratezza non era
prevista.

Nerva e gli imperatori Adottivi


(Età antonina, il periodo più florido e pacifico della vita dell’impero)
A partire da Nerva inizia l’età degli imperatori adottivi, viene adottato per la designazione degli
imperatori un nuovo criterio (suggerito dal senato), quello dell’adozione, all’imperatore spetta la
designazione del successore quando è ancora in vita, viene scelto tra i gli uomini più meritevoli e
degni di avere tale titolo imperiale; si adotta questo metodo per evitare le guerre dinastiche che
avevano caratterizzato il periodo Giulio-Claudio.
69-98 d.c.: Nerva.
98-117 d.c.: Traiano.
117-138 d.c.: Adriano.
138-161 d.c.: Antonio Pio.
161-180 d.c.: Marco Aurelio.

Nerva
Foro di Nerva (Foro Transitorio)
Iniziato dal suo predecessore Domiziano e inaugurato da Nerva nel 97 d.c..
Ha dimensioni relativamente contenuti, e uno dei suoi lati longitudinali confina con il Foro della Pace.
Dall’altra parte condina con il foro di Augusto e il Foro di Cesare.
L’area in cui sorge il Foro di Nerva era stata lasciata libera per via del motivo che su quest’area
correva un importante asse viario: la Argiletum che metteva in collegamento la Suburra e il Foro
Romano, nel sottosuolo vi era anche il condotto fognario della Cloaca Maxima.
Secondo gli studi si pensa che nella prima fase realizzativa del Foro di Nerva che si deve a Domiziano
venisse costruito sul lato verso la Basilica Emilia un tempio dedicato a Giano.
Domiziano per la realizzazione di questo Tempio si affidò al suo architetto Rabirio, successivamente si
decise per optare per un'altra opzione, il tempio rimase incompiuto, e si decise di costruire un tempio
sul lato opposto e fu dedicato alla Dea Minerva.
La superficie del Foro è però troppo esigua per realizzare due ali porticate, viene così realizzata una
Peristasi illusionistica, dato il fatto che si tratta di un colonnato sporgente addossato ai muri

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Lezione 20-21 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


perimetrali di recinzione.
La realizzazione di questi portici impone la demolizione del secondo emiciclo, viene mantenuto il
secondo ma per nasconderne la connessione con il tempio dedicato a Minerva sul lato verso la piazza
scoperta vengono eretti due grandi muri obliqui con portale sul lato destro, nella parte retrostante
una grande Esedra Absidata che prende il nome di Portcus Absidata.
Nella parte verso la suburra si denota il Pronao del tempio risolto in maniera simmetrica con i due
portali ai lati, dalla parte sinistra ceco data la presenza dell’emiciclo retrostante.
Le colonne della piazza sono connesse al muro di recinzione con dei tronchi di trabeazione che si
sviluppano parallelamente al muro di recinzione (creando l’illusione di un portico) e al di sopra questi
tronchi si denotano piedistalli con la statuaria, sotto di essi è presente il fregio decorato.
Il foro di nerva in età Medioevale riacquista la sua originaria funzione di collegamento tra Foro
Romano e Suburra.

Traiano (53-117 d.c.)


Successore di Nerva, traiano affida ad Apollodoro di Damasco (50/60-130 d.c.) architetto di origini
Nabatee, la realizzazione del Foro di Traiano, inizialmente pensato da Domiziano con l’idea di un
ampliamento dei Fori che avrà atto con il Foro di Nerva e il Foro di Traiano.
Traiano fa spianare la sella tra il Campidoglio e il Quirinale. in questo modo, Campo Marzio, che
prima era considerato esterno la città, viene annesso alla città. Il Foro di Traiano nasce non per una
volontà autocelebrativa, ma per aprire la Vallata del Campo Marzio all'urbanizzazione.

Foro di Traiano
(107-113 d.c.)
Ideato da Domiziano, ma opera a tutti gli effetti di Traiano.
Progettato da Apollodoro di Damasco, un architetto-ingegnere.
Fu finanziato con il bottino delle guerre contro i Daci.
Occupa un'ampia area a ridosso del Foro di Augusto e del Foro di Cesare, sul lato che si apre verso
Campo Marzio.
Esistono due ipotesi restitutive planimetriche del Foro, una con l’accesso sul lato che da verso Campo
Marzio, e l’altra con l’accesso sul lato verso il Foro di Augusto, la seconda portata avanti dagli
archeologi, recentemente la prima ipotesi è quella presa in considerazione.
L’ipotesi attualmente accettata vede l’accesso sul lato di Campo Marzio completato da una struttura
porticata di accesso con un Pronao Timpanato.
Nella restituzione dove l’accesso è presente dal lato della Corte Porticata nel lato del Foro di Augusto
si nota la chiusura verso Campo Marzio risolta tramite la costruzione di un Tempio dedicato a Traiano.
Le ipotesi sono ancora in discussione in quanto la parte in dubbio si troverebbe sotto la costruzione
ad oggi presente (Palazzo Bonelli o Palazzo della Provincia); ad incrementare la teoria dell'ingresso
dal lato di campo Marzio è inoltre la presenza del terzo Emiciclo sopravvissuto alla costruzione del
Tempio di Nerva, se si dovesse accettare l’ipotesi in cui l’originario Foro di Augusto che presenta
quattro Emicicli.
Analizzando partendo dal lato di Campo Marzio si ha il pronao d’accesso, per poi essere introdotti in
una zona caratterizzata dalla presenza sui due lati di una biblioteca latina e di una biblioteca greca
dove venivano rispettivamente conservati testi in lingua latina e greca, al centro un Peristlio
Colonnato addossato ad una delle pareti perimetrali di un grande spazio Basilicale Biabsidato
(Basilica Ulpia), vi era un asse longitudinale che affacciava su una grande corte scoperta delimitata da
ali porticate, la grande piazza scoperta era conclusa sul lato opposto rispetto alla basilica da un corpo

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di fabbrica ripartito con un colonnato addossato tripartito, organizzato in un corpo centrale e due
obliqui, si pensa che questa parte dell’edificio fosse destinato a conservare i bottini di guerra.
Il Peristlio che circondava la Colonna Traiana era di ordine corinzio.
La Colonna Coclide in quanto al suo interno si svolgeva, intorno ad un nucleo, una scala a chiocciola
che portava alla sommità, si sviluppava in altezza, la sua destinazione era funeraria, nel basamento
venne sepolto il corpo dell’imperatore, la sua altezza (riportata su un'iscrizione sulla colonna stessa)
stava ad indicare l’altezza dello sbancamento portato a realizzazione da Apollodoro di damasco per
Traiano, testimonia quindi anche l’altezza della preesistenza sella che era stata sbancata,
esternamente presenta una narrazione scultorea, il tema è la guerra dei Daci (Dacia: identificabile
nell’attuale Romania) e la vittoria di Traiano.
La biblioteca posta a occidente aveva un interno che si sviluppava su due livelli con una copertura
voltata, uno dei due muri coincideva con uno dei lati lunghi della Basilica.
Le Basiliche Romane avevano una funzione differente da quella conosciuta nell’ambito cristiano,
erano dei Poli Giudiziari, la loro funzione era civile e non religiosa, a differenza delle basiliche
cristiane si ha l’ingresso nell’asse longitudinale, in questa si entra dal lato trasversale.
Lo spazio interno è suddiviso in cinque navate concentriche, le due absidi sono separate dalle navate
in quanto diaframmate, la navata centrale era sopraelevata rispetto a quelle laterali, le colonne che
suddividevano lo spazio interno erano in granito grigio, nella zona balconata si possono notare le
finestre da cui filtrava la luce illuminando la navata centrale, la copertura della navata centrale molto
probabilmente era composto da un soffitto in carpenteria piano da cui si sviluppava la capriata; le
due absidi erano articolate da colonne addossate al muro curvilineo in marmo policromo giallo
antco e cipollino, i colonnati del lato corto erano probabilmente restituiti con una sorte di ponte che
lasciava intravedere l’interno dell’abside.
Esternamente sul lato della Basilica si ha la Piazza lastricata in marmo bianco, al centro vi era su un
piedistallo la statua di Traiano, la corte e delimitata sui due lati da ali porticate, sul lato della basilica vi
sono tre risalti colonnati in giallo antico che ne definiscono i tre accessi, le altre colonne che avevano
venature violacee, sono in pavonazzetto, il piano attico dei portici erano decorati da figure di Daci
alternate a clipei (scudi) con ritratti di Romani, ciò sta a simboleggiare il dominio di Roma sulla Dacia;
i percorsi porticati erano voltati.
Il foro aveva come fulcro una vasta Piazza rettangolare con Portici su due lati e una grande statua
equestre di Traiano, chiusa sul fondo dalla basilica Ulpia e pavimentata con lastre rettangolari di
marmo bianco.
Sul lato del foro di Augusto la piazza era chiusa da due ali oblique con colonne in marmo giallo antico
e cipollino sostenenti una trabeazione con fregio di Amorini tra cespi d’acanto che versano da bere a
grifoni.
I Mercat Traianei
L'emiciclo dei mercati traianei era concentrico rispetto a quello della basilica Ulpia, ciò che viene
definito come mercati erano ambienti a servizio del Foro di Traiano e ospitavano gli uffici del
funzionario preposto all’amministrazione del Foro, si pensava che fossero mercati per la presenza di
alcuni ambienti denominati Taberne, ed effettivamente alcune zone dei mercati erano usate come
magazzini all’ingrosso che servivano il Foro di Traiano, ma mai destinate allo scambio commerciale, è
stata rinvenuta una targa con l'iscrizione che testimonia di un funzionario.
I mercati fungevano anche come sostruzione delle pendici del colle Quirinale retrostante,
(Sostruzione: fondazione a cielo aperto, concamerazioni voltate scavate nella profondità della collina
che hanno la funzione di trattenere lo scivolamento della collina verso il basso), l’emiciclo si sviluppa
in altezza per due livelli, al secondo livello si può ammirare un ambulacro voltato continuo a botte che

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corre curvilineo, all’interno di questa volta si dispongono ortogonalmente ambienti a loro volta voltati
a botte la cui generatrice è ortogonale rispetto a quello dell’ambulacro.
I mercati si sviluppano su più livelli, precisamente sei, nel retro dell emiciclo dei mercati vi era via
Biberatica che originariamente proseguiva il suo andamento sino a campo marzio, successivamente
nel retro le costruzioni medioevali essendo stato accorpato alle costruzioni.
Ai lati vi sono due grandi aule voltate che hanno la funzione di tipo statico, fungendo da blocco
dell’intero sistema statico.
La soluzione che compare sul secondo livello della facciata dell’emiciclo dei mercati Traianei,
caratterizzata dalla presenza di frontespizi spezzati sulla trabeazione sarà rielaborata e riproposta
all’interno dei progetti di facciate di palazzi in età rinascimentali da Raffaello, questo sistema assume
una grande importanza, in quanto gli architetti dell'Ottocento ripropongono palazzi con edicole
timpanate con frontespizi alternativamente triangolari o semicircolari; questa soluzione viene dalla
facciata dei Mercati Traianei.
l’emiciclo al terzo livello consiste in edifici che si affacciavano sulla Via Biberatica.
Al di sopra vi è la grande Aula (si entra oggi da via IV Novembre: ingresso dei mercati traianei; l’antico
ingresso era verso Campo Marzio con un portale di modeste dimensioni), lateralmente vi è la
presenza di due percorsi scoperti con archeggiature.
La Grande Aula è composta da un grande ambiente centrale coperto da sei volte a crociera che
poggiano su delle mensole di travertino, al primo livello sulla grande aula affacciano una serie di
ambienti voltate a botte con generatrice ortogonale, (ambienti di contraffortamento), al secondo
livello gli ambienti affacciano su una balconata che guarda verso l’aula, questi ambienti voltati a botte
Hanno la funzione di assorbire i carichi delle crociere che scaricano su grossi pilastri e che sono
connessi ai retrostanti ambienti voltati da archi rampant.
Quest’aula può essere considerata la capostipite di varie architetture.
Le volte a crociera sono state tutte scalpellate in quanto in età medievale diventa proprietà dei conti e
nei secoli successivi si insediò il monastero di Santa Caterina.

Terme di Traiano
Anch’esso progettato da Apollodoro di Damasco, con questa realizzazione si arriva ad una nuova
tipologia architettonica, le prime terme usate dai Romani sono in territorio campano, nel III secolo
a.c. si realizzano piccoli bagni termali, successivamente a Roma a partire dall’età di Augusto queste
realizzazioni acquistano una loro importanza, ma è con questo progetto che si arriva ad una tipologia
definita.
Vengono realizzate utilizzando parzialmente come fondazioni le fondazioni della Domus Area, intorno
al 100 d.c. il padiglione della Domus viene colpito da un incendio, i resti vengono utilizzati per
sotterrare la Domus ed il padiglione viene interrato.
A ridosso delle terme viene ricostruita una cisterna che doveva alimentare il grande complesso
termale è chiamata Sette Sale.
il dimensionamento di tali terme è diverso dalle terme precedenti essendo molto maggiori.
Apollodoro disegna un grande recinto al cui centro si hanno spaziosi giardini e un blocco centrale, si
dispongono assialmente le sale balneari che prendono il nome di Natato, Frigidarium, Tepidarium e
Calidarium, caratterizzate dalla presenza di vasche d’acqua e dalla presenza di un impianto di
riscaldamento per la circolazione di aria calda alimentata nei sotterranei dagli schiavi e che passava
attraverso delle intercapedini e dei vespai, attorno a queste sale, palestre e altre sale adibite a
spogliatoi, il recinto presenta una grande abside su uno dei quattro lati, altre absidi si aprono lungo il
recinto, addossate al recinto funzioni di servizio. per la realizzazione di questo edificio vi è un ampio

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ricorso alle opus caementicium quindi opere in calcestruzzo. Gli ambienti interni erano incrostate di
marmi, i pavimenti anch'essi in marmi e vi erano pareti che si aprivano in grandi nicchie, creando
grande dinamismo nell’architettura. Le terme erano allestite con sculture di grandi rilievo.

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Concetto di tardo antco


A introdurre il concetto di tardo antico fu lo storico dell'arte Alois Riegl (1858-1928), uno degli
esponenti più importanti della scuola di Vienna, per spiegare le profonde differenze formali che
cominciano a essere individuabili, in campo artistico e architettonico, già a partire dal III secolo,
rispetto al periodo Augusteo.
Già a partire da alcune realizzazioni della dinastia Flavia si possono avvertire dei cambiamenti nella
produzione architettonica: inizia una nuova tendenza del linguaggio architettonico.

Il linguaggio dell'architettura
Caratteristica fondamentale dell'architettura tardoantica e l'attenzione per lo spazio interno.
L'ordine architettonico prende le sue caratteristiche di strutturare e sottolineare l'articolazione
spaziale è tende ad assumere un carattere prevalentemente decorativo subordinato alla
organizzazione globale degli spazi interni ed esterni.
Sviluppando la tendenza già in atto in epoca Flavia e Adrianea, si afferma un’architettura degli spazi
complessa ed articolata, basata su strutture murarie scavate in profondità nicchie e sulle volte a
concrezione.

L'architettura tardoantca
Si considera, sebbene con una certa difficoltà di delimitazione cronologica, come inizio
dell'architettura cosiddetta tardoantica, il periodo della Tetrarchia (fine terzo secolo).
Si può però ripercorrere la tendenza attraverso una serie di opere a partire dalla fine del II secolo.

L'architettura delle Province


● Baalbek: il santuario di Giove eliopolitano e il tempio di Venere.
● Lepts Magna: la città, il Foro e la basilica Severiana.
Sono opere estremamente significative di questa tendenza.
Complesso di Heliopolis (baalbek), I-III secolo d.c.
Baalbek è il moderno nome della città di Heliopolis
È un complesso architettonico che inizia con la realizzazione del tempio dedicato a Giove.
La denominazione indica la dedicazione al Dio sole Baal era appunto una divinità adorata in questa
area.
Per l'accesso al complesso si vede una costruzione formata da propilei datati circa all’inizio del III
secolo d.c., che introducevano a un cortle esagonale da questo cortile si entrava in un grande recinto
sacro formato da un portico a tre bracci (Temenos circa 150 d.c.), successivamente un tempio
dedicato a Giove Eliopolitano datato al I secolo d.c., All'esterno un tempio dedicato a Bacco risalente
alla seconda metà del II secolo d.c. e un tempio dedicato a Venere risalente al III secolo d.c..
Si tratta di una realizzazione diacronica, quindi con una crescita graduale.
Il tempio di Giove era un tempio periptero decastlo in ordine corinzio sopraelevato da un alto podio
di 13 metri riconducibile all’architettura romana, l’organizzazione tipologica è riconducibile ad un
tempio greco, al centro del Temenos vi è un altare turrito (forma di torre), nella zona di accesso la
corte esagonale (forma molto rara in architettura a differenza di quella ottagonale che è molto
comune dato il fatto che la geometria esagonale ha un solo asse di simmetria incontrando con il
secondo asso sugli angoli), i propilei sono sopraelevati e inquadrati da due architetture turrite.
Nell’architettura compare per la prima volta il cosiddetto arco Siriaco, la trabeazione continua
ininterrotta dalla linea rettilinea alla forma arcuata, i capitelli dei propilei erano in bronzo.
Il tempio di Bacco è di grande interesse per come è articolato il suo interno, vi è un'ampia cella le cui

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pareti perimetrali sono articolate da un ordine corinzio in aggetto, sulla parete di fondo vi è un
Adyton sopraelevato rispetto alla cella e raggiungibile da un’architettura timpanata; anch'esso un
tempio greco se viene trascurata la sopraelevazione, l’interno aveva una copertura piana e aveva un
ordine architettonico gigante in quanto abbraccia due livelli funzionali, si ha un forte risalto della
trabeazione che era continua con dei risalti.
L’adyton è inquadrato da due ambienti laterali ed è introdotto da un architettura con frontespizio
spezzato da una volte a botte.
Il tempio dedicato a Venere
L’idea del tempio di forma circolare con un vestibolo di forma rettangolare non è del tutto nuova, vi
sono tempi del genere nel complesso di Largo Argentina, era un idea che esisteva dall’età
repubblicana, ma qui ci è la presenza di un podio che sopraeleva il tempio circolare articolato da
concavità, l’ordine architettonico si articola in base a queste concavità; la trabeazione ha lo stesso
andamento del podio.
Questa architettura è di interesse dato il fatto che Borromini: uno dei tre maestri che dominano
l’architettura barocca del 700, la ripropone nelle forme a Sant’Andrea delle Fratte e nella lanterna di
Sant’Ivo alla Sapienza

Lepts Magna
antica e influente città della libia, fiorita prima sotto i Cartaginesi e poi , come provincia dell’impero
romano.
Terra di Settimio Severo (imperatore Leptitano: nato in africa)
La dinasta dei Severi
A questa dinastia militare, di breve durata, appartengono gli imperatori:
● Lucio Settimio Severo
● Antonino Caracalla
● Eliogabalo
● Alessandro Severo
Foro di Settimio Severo
Settimio Severo decide di arricchire la città di Leptis Magna, città che si trova sulla costa, con la
costruzione di un nuovo Foro che si data alla fine del II secolo-inizio III secolo.
Realizza sul modello dei Fori Imperiali un complesso costituito da:
Tempio
Piazza
Basilica
Il Foro era dominato ad un’estremità da un tempio sopraelevato, e a quella opposta, trasversalmente,
da una basilica. Nel portico intermedio vi era una fila di botteghe questo portico intermedio con
taberne aveva la funzione di nascondere l’orientamento della basilica.
Il tempio sorgeva su un alto podio, era circondato da portici, questo è uno dei primissimi esempi di
edificio pubblico con un recinto sacro delimitato da portici con arcate su colonne, infatti gli archi
poggiavano direttamente sull’abaco del capitello senza elemento di intermediazione che facesse da
filtro tra le due strutture.
In età Severiana vi è un nuovo lessico architettonico che si stacca dal classicismo Augusteo e Flavio.
La grande innovazione introdotta dai romani rispetto ai greci è che mentre i greci utilizzano sempre il
sistema trilitico i romani no, modificano il linguaggio facendo uso dell’arco mettendo a punto una
nuova sintassi con l’ordine architettonico che inquadra, in questa struttura però le arcate poggiano sul
capitello.

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La basilica presenta due absidi contrapposte ed è divisa in 3 navate, le due absidi sono sopraelevate e
il muro è articolate da nicchie che d’avanti presentano colonne ornamentali unite al muro retrostante
da tronchi di trabeazione, presentando un alternanza tra ordine gigante e colonne minori.
mettendo a confronto la basilica Ulpia e questa struttura troviamo la differenza delle absidi
schermate da filari di colonne trasversali, introduce quindi una concezione caratteristica dei templi
cristiani.
Arco di Settimio Severo
Dedicato appunto a Settimio Severo, l'arco è costituito da quattro imponenti pilastri che sorreggono
una copertura a cupola.
Ciascuna delle quattro facciate esterne dei pilastri era affacciata da due Colonne corinzie, tra le quali
avevano scolpite decorazioni in rilievo rappresentanti le saldissime virtù e le grandi imprese
dell'epoca dei Severi.

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Adriano imperatore cultore delle art 117-138 d.c.


Varius Multiplex Multiformis (Eclettico, Versatile, Multifunzionale)
[da Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano, 1951]

Villa Adriana a Tivoli


Adriano pretendeva di essere architetto, questa pretesa lo portò ad un conflitto con Apollodoro di
Damasco, egli ebbe tante occasioni di assistere alle discussioni tra Traiano ed apollodoro, in tali
discussioni egli più volte cerco di intervenire, Apollodoro considerava Adriano un dilettante essendo
lui un architetto-ingegnere anche in campo militare, in occasione del tempio di venere e Roma il loro
Conflitto scoppiò, Apollodoro rimprovera adriano di avere una predilezione sotto il profilo delle volte
ad Ombrello che chiamò zucche, essendo volte con spicchi.
Adriano fu l'ideatore del complesso residenziale a Tivoli, la scelta del luogo ne deriva da Vibia Sabina
essendo proprietaria di una villa di età sillana proprio nel territorio tiburtino.
Secondo le fonti Adriano per la realizzazione di questo complesso di edifici volle ispirarsi alle
architetture che aveva avuto modo di conoscere nei suoi viaggi.
A partire da un primo nucleo più antico (villa di età repubblicana inserita all’interno del palazzo
imperiale), sono tre le fasi costruttive del complesso:
● Prima Fase: va dal 118 al 125 d.c.
● Seconda Fase: dal 125 al 133 d.c. (fase più importante)
● Terza Fase: dal 133 al 138 d.c.
Il complesso trattava un gruppo di edifici, costruito nell’arco di un ventennio, le costruzioni si
adattano all’andamento frastagliato del terreno, e sono fra loro in parte interconnessi.
Le denominazioni che compongono il complesso residenziale extra-urbano tiburtino risalgono all’età
del XVI secolo e si devono a Pirro Ligorio architetto (succederà a Michelangelo nella direzione nei
cantieri apostolici) che per primo intraprende lo scavo archeologico.
Pecile
Grande quadriportico che si connette al palazzo attraverso lo snodo di un edificio a pianta circolare
che prende il nome di teatro Marittimo.
Consiste in un grande quadriportico circa 200 metri per i lati lunghi e 100 per i lati corti, racchiude dei
giardini e un vascone d’acqua (peschiera), un’ala del pecile è porticata anche dal lato esterno.
Una terrazza sopraelevata di circa 13 metri che è sostruita da una costruzione che si articola in tanti
ambienti voltati, questa sostruzione si collega ad un edificio denominato cento camerelle spazi d
servizio, è molto probabile che su questo lato funzionasse anche come protezione acustica del
complesso.
Pecile prende il nome dalla Stoa dipinta presso il tempio di Atene.
Il lato con il doppio portico prende il nome di Ambulato presenta un muro di spina che consentiva di
sfruttare al meglio il soleggiamento durante tutte le ore diurne, è realizzato in opus reticulatum, vi è
la presenza di fori che ne spiegano la presenza di travi utilizzate per sostenere le coperture a falda sui
rispettivi due lati del muro.
Teatro Marittimo
Fa da snodo tra il palazzo imperiale e il Pecile, non si tratta di un teatro ma di una costruzione
circolare ad isola dal diametro di circa 40 metri circondata da un fosso e completata da una struttura
porticata concentrica, la sua funzione originale potrebbe essere la parte più privata della residenza,
luogo in cui l'imperatore si rifugiava, la distribuzione dell’isola ne ripete quella canonica della Domus
romana ma convertita alla geometria circolare, non sono stati trovati resti di pontili in muratura, ciò

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rende probabile che si utilizzasse pontili pieghevoli riuscendo l’imperatore ad isolarsi in questo
edificio che concettualmente costituisce il centro dell’edificio.
Il cortile interno aveva delle fondazioni ad andamento introflesso verso il centro (circolare) era
immaginato dagli archeologi sia scoperto che coperto.
Il canale veniva utilizzato come natato in quanto il complesso presentava aule utilizzate come terme.
La peristasi circolare sono ioniche, probabilmente trabeati e per queste strutture si fa ricorso a
piattabande in laterizio.
Edificio e tre esedre (triconco)
Funzione probabilmente di vestibolo o triclinio
Presenta tre ali a esedre porticate che delimitano tre spazi scoperte
Sala dei pilastri dorici
Probabilmente la Basilica di una villa, presenta delle pilastrature doriche sormontate da una
trabeazione dorica.
L’ordine presenta un ordine architettonico d’invenzione, ne dorico, ne tuscanico, con architrave ionico
e fregio dorico. Sia ha una ibridazione di ordini.
L’architrave ionico si suddivide in fasce, al di sopra triglifi intervallati da rosette.
Nella struttura vi sono piattabande armate con barre metalliche, vi è un uso di ferri sagomati inseriti
nei blocchi di travertino, che seguono la forma delle piattabande e le conferiscono una maggiore
resistenza.
Non sono elementi di consolidamento, ma veri e propri elementi di progettazione.
l'armatura è applicata ai pulvini e vi è applicato un completamento in laterizio e un rivestimento
laterale e inferiore.
Ciò dimostra l’avanzamento della tecnica costruttiva dei romani (cemento armato).
Cortli (palazzo imperiale)
si estende per migliaia di metri quadrati si connette all’edificio della piazza d’Oro
Sul lato opposto rispetto al pecile.
Complesso delle grandi terme
(Più antico e risale all’era adrianea, prima fase costruttiva)
comprende diversi ambienti:
● Eliocamino: ambiente che consentiva la penetrazione dell’irraggiamento solare, si tratta di
una volta in concrezione con una gettata in calcestruzzo tra rivestimenti in opus testaceum
(rivestimento in laterizio cotto).
● Esedre.
● Passaggi.
● Vasca annessa al frigidarium.
● Esedra del frigidarium.
● Calidaria e tepidaria.
● Vani di servizio.
Piccole terme
Si trovano alcuni ambienti risolti in copertura da calotte che fanno pensare alle strutture ad ombrello
che Apollodoro di Damasco contestava ad Adriano definendole ‘’Zucche’’.
È un ambiente di geometria ottagonale con quattro lati inflessi verso l’interno e altri quattro rettilinei,
riconducibile all’impianto del teatro marittimo con la differenza che in quel caso era composto solo
da quattro lati.
I lati all’interno si percepiscono come lati convessi.
Questa soluzione che non aveva precedenti così detta a ombrello sarà ripresa da borromini che

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stonderà gli angoli di alcune sue costruzioni.
Piazza d’Oro
Tale edificio presenta soluzioni di straordinario interesse per lo studio realizzate in età barocca che
potrebbero aver preso ispirazione proprio da questa, sotto il pontificato di Urbano VIII nella Roma
barocca viene intrapresa una campagna di scavi, nel 1661 pubblicata la restituzione planimetrica di
questo complesso palaziale da parte di Francesco Contini.
L'edificio presenta un vestbolo coperto con una volta composta da spicchi (calotta a ombrello),
dall’altro lato una forma del tutto inedita, vi è un’alternanza con un ambiente centrale diaframmati
con andamento cruciformi curvilineo i cui incroci sono convessi.
Ciò viene riproposta da Borromini nella chiesa di San Camino alle Quattro Fontane.
Gli archeologi si sono ripetutamente cimentati nella ipotetica restituzione di una copertura per
questo ambiente, un'ipotesi è che fosse a cielo scoperto, nelle ipotesi di copertura in cui si ha una
copertura ad ombrello, si pensa che lo scarico dei pesi fosse affidata agli ambienti retrostanti
funzionando da camere strutturali di contraffortamento anche se cave.
l’ipotesi in cui si ipotizza una struttura di elevazione che risolvesse il passaggio da una struttura
cruciforme ad una calotta faceva notare che la calotta non poggiasse direttamente sulla struttura ma
fosse ‘’costruita’’ da una struttura ottagonale che scaricasse sulle aule cave sormontata da una
cupolare.
Al centro un quadriportico che presenta vasche d’acqua.
Canopo e Serapeum
È probabile che qui Adriano volle riproporre un ambiente conosciuto durante uno dei suoi viaggi: il
canale artificiale che collegava l’antica citta egizia Canopo, caratterizzata anche per la presenza di un
tempio dedicato a Serapide, con la città di Alessandria, questa deduzione si deve a Pirro Ligorio.
la costruzione consiste nel cosiddetto spazio del Canopo rappresentato da una grande vasca d’acqua
circondata da una struttura porticata dove compare uno schema che si riproporrà nelle architetture
successive (residenze tardo-imperiale a partire dal palazzo di Diocleziano) e non aveva precedenti,
formato da intercolumni alternativamente trabeati e arquati, analizzandone un trio vi si trova di
fronte la cosiddetta Serliana termine che si data all’età rinascimentale ed indica di Sebastiano Serlio
architetto attivo nella prima metà del 500 (XVI secolo), autore di un importante trattato
sull’architettura organizzato in 7 libri dove vi si trova questo tipo di schema che sarà noto come
schema a Serliana, in seguito può essere definito anche schema Palladiana (da Palladio architetto
rinascimentale).
Il tempio era un ninfeo ad esedra preceduto da un'ampia sala ad emiciclo che veniva utilizzata come
scenografica sala per banchetti, la calotte del Serapeum è ad ombrello e presenta spicchi alternati
piani a falda e convessi che partono da lunette.

Pantheon
Presenta un pronao con un frontespizio triangolare, sul fregio compare una scritta: M AGRIPPA LF
COS TERTIUM FECIT (Marco Agrippa fece questo edificio).
L’edificio consiste in una completa ricostruzione di età adrianea, probabilmente come omaggio al suo
predecessore.
● 27-25 a.c.: Prima costruzione del console romano Macro Vipsanio Agrippa, architetto
preferito e genero di Augusto
● 80 d.c.: primo incendio
● 110 d.c.: secondo incendio
● 120-130 d.c.: Seconda ricostruzione forse per mano dell’architetto Apollodoro di Damasco

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● 607 d.c.: il tempio pagano viene donato al papa: diventa Santa Maria ad Martires.
Situato nel Rione Campo Marzio, ritengono che Romolo fosse asceso al cielo accompagnato da aquile
durante un violento nubifragio che colpì la città di roma proprio in questo luogo, da questo mito la
scelta del sito (Palus Pecora). Nella parte retrostante vi era il foro di agrippa.
L'ipotesi che il Pantheon di età Augustea consistesse in un tempio di forma rettangolare, di tipo
Greco, consacrato alle 7 divinità romane, e da ritenersi superata.
Oggi si ritiene che il tamburo su cui fosse impostato l'edificio adrianeo esistesse già dal I secolo d.c..
L’architettura consiste in un volume cilindrico (rotonda) coperta da una calotta emisferica, la rotonda
è preceduta da un pronao di tipo ellenico, ottastlo: pronao formato da 8 colonne in granito grigio, i
due elementi sono collegati da un avancorpo che si eleva in altezza rispetto al pronao anteriore.
Wilson Jones Ha individuato una circonferenza sull'asse delle colonne interne di 150 piedi, il quadrato
inscritto, ribaltato a nord, definisce il pronao.
Ciò denota il fatto che adriano si fosse attenuto a dettagliate regole geometriche che ne definivano
armonia, nello stesso quadrato ribaltato in verticale ritrova l’ingombro del timpano in mattoni alle
spalle del pronao.
Il volume interno è realizzato dalla compenetrazione tra una sfera è un cilindro, che ha la stessa
altezza.
‘’Volli che questo santuario di tutti gli dei rappresentasse il globo terrestre e la sfera celeste,
un globo entro il quale sono racchiusi i semi del fuoco eterno, tutti i contenuti nella sfera
cava.’’
M.Yourcenar, Memorie di Adriano
Il diametro della rotonda è di 43,44 metri.
lo spessore dell’anello raggiunge lo spessore di 8 metri, non è però un anello murario continuo e
pieno, è una struttura discontinua a sezione cava, in quanto vi è la presenza di esedre
alternativamente circolari e trapezoidali, tra queste esedre si può notare la presenza strutturale di 8
pilastri, in corrispondenza di questi pilastrature si sviluppano delle cavità per evitare problemi di
asciugatura.
A completamento esterno nel retro vi è una costruzione una costruzione absidata aggiunta
successivamente a rafforzamento della struttura che mostrava segni di cedimento.
I romani sapevano che per contrastare le spinte laterali di una cupola bisognava dimensionare uno
spessore murario enorme per far ricadere le risultanti all'interno della sezione.
Per la statica dell'edificio, non è necessario tuttavia che la sezione sia piena, bisognava far ricadere la
forza obliqua ricada nel cosiddetto nocciolo d'inerzia (calcolo terzo medio), per far si che ciò
accadesse gli architetti aggiunsero nel primo terzo della calotta dei gradoni che aggiungevano peso e
forza verticale, a raddrizzamento e compensazione delle spinte laterali che rovescerebbero verso
l’esterno la sezione muraria.
Nello spessore della rotonda Sono inclusi dei grandi archi di scarico, che indirizzano le spinte sui
pilastri della rotonda.
La sezione portante cilindrica è rinforzata da una serie di Archi radiali compresi tra i livelli superiori
della parete interna e della parete esterna.
La struttura è articolata in un sistema di volte e archi di scarico:
Colonne.
Architravi.
Piattabanda.
Arco di scarico.
Enorme arco di scarico (visibili anche esternamente).

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Lezione 23 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Altro arco di scarico.
La cupola Scarica il suo peso sull'intero spessore murario dei piloni.
A rendere possibile la costruzione di una tale struttura e anche la diversa composizione del
calcestruzzo di cui è fatta:
Nella parte inferiore: Prati di calcestruzzo con scaglie di Travertino in fondazione
proseguendo in elevazione:
Strat di calcestruzzo alternat con scaglie di Travertno e di tufo.
Strat di calcestruzzo alternat con scaglie di tufo e di mattoni.
Strat di calcestruzzo con scaglie di mattoni.
Strat di calcestruzzo alternato con scaglie di tufo e di mattoni.
Strat di calcestruzzo alternat con scaglie di tufo e di scorie vulcaniche.
La luce come elemento di progettazione e di grande importanza ne crea spazialità dandone qualità, il
Pantheon è concepito in modo tale che nel mezzogiorno dell’equinozio del 21 giugno il sole entrando
all’interno della rotonda colpisse il pronao abbagliando l’osservatore.
La copertura a due spioventi del pronao è realizzata con capriate lignee sostenute da muri in blocchi
con archi poggiati sopra le file di colonne interne.
Nello spazio del pronao sono presenti colonne di granito rosa.
Lo studioso Wilson Jones Ha ipotizzato che in origine le colonne di accesso, pensate da Apollodoro,
dovessero essere alte 50 piedi, ma che per le difficoltà di fornitura, l'architetto abbia optato per
colonne oltre 40 piedi già disponibili, osservando l’edificato si denota la presenza di un secondo
frontone timpanato nell’elemento di raccordo tra pronao e rotonda che ne suggerisce tale soluzione.
Lattico del Pantheon venne modificato nel XVIII secolo, in quanto si rimproverava di non aver
allineato l’articolazione dell’attico con l’ordinanza architettonica del livello inferiore.
Il monumento figura tra i monumenti più significativi dell’età romana nei trattati di Sebastiano Serlio,
Andrea Palladio e architetti rinascimentali che studiano l’antico.
Nel 600 sull’avancorpo compaiono due campaniletti che vengono costruiti su progetto di Gianlorenzo
Bernini, verranno in seguito demolit

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Lezione 24-25 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Tempio di Venere a Roma
Architettura templare dedicata a Venere e Roma, i resti si trovano ancora oggi di fronte al colosseo in
prossimità dell’arco di Costantno.
Per la realizzazione di questo tempio,(il più grande di Roma) fece spostare il colosso di Nerone che si
trovava nell’atrio della Domus Aurea, per il trasporto si fece ricorso dell’utilizzo di 24 elefanti.
‘’ Transtulit et colossum stantem… per Decrianum architectum de eo loco, in quo nunc
templum Urbis est… ita ut operi etiam elephantos viginti quattuor’’
Adriano volle mantenere questo colosso, probabilmente per identificare se stesso in tale scultura.
L’edificio era sopraelevato su una platea altra circa 13 metri rispetto all’anfiteatro Flavio e circa 3-4
rispetto alla via sacra, sui lati della platea erano presenti due portici con colonne lisce di granito, al
centro dei quali si aprivano dei propilei di ingresso.
L'accesso dal piazzale dell'Anfiteatro era assicurato da una doppia rampa di scale mentre sulla via
Sacra era presente una scalinata di undici gradini, la doppia rampa di scale ad oggi è ancora
riconoscibile.
Nella fase Adrianea il tempio è realizzato in blocchi di peperino foderat di lastre di marmo e
presenta una peristasi con doppia fila di colonne scanalate di ordine corinzio in marmo proconnesio,
dieci sul pronte e 22 sui lati.
Il tempio era rappresentato da una doppia cella, in quanto dedicato sia a Venere progenitrice della
dinastia imperiale, che a Roma; le celle sono pienamente simmetriche.
Nel 307 d.c., a seguito di un incendio, l'imperatore Massenzio ricostruisce le celle in laterizio
inserendone due absidi che terminano con l’ordine architettonico, restaura il pavimento e decora le
pareti con nicchie alternativamente semicircolari rettangolari inquadrate da colonne di porfido.
Le due absidi con copertura a volta a botto e decorazione a cassettoni, oggi visibili, si riferiscono a
questa fase.

Mausoleo di Adriano
(Castel Sant’angelo).

Il concetto tardo antco


L'architettura tardo-antica
Caratteristica fondamentale la cultura tardoantica e l'attenzione per lo spazio interno.
sviluppando Una tendenza già in atto in epoca Flavia ed Enea, si afferma un'architettura degli spazi
complessa ed articolata, basata sulle strutture murarie scavate in profondità nicchie e sulle volte a
concrezione.
Interruzioni ritmica della continuità della parete muraria ottenuta tramite sequenze di aperture,
esedre con risultati che mettono in evidenza i valori plastici e luministici.
L'ordine architettonico prende le sue caratteristiche di strutturare e sottolineare l'articolazione
spaziale e tende ad assumere un carattere prevalentemente decorativo subordinata l'organizzazione
globale degli spazi interni ed esterni.
Il mondo tardo-antco: il decentramento della tetrarchia nel 285 dopo Cristo
Già verso la fine del II secolo si delinearono gravi situazioni conflittuali nell'Impero.
Diocleziano (284-325) Riuscì a ridare stabilità allo stato, riorganizzando l'amministrazione, le finanze
l'esercito.
egli divide L'Impero in quattro parti (tetrarchia), assumendo come collega per il governo
dell'occidente, Massimiliano, riservando per te l'oriente è, garantendo la successione tramite
l'adozione di due ‘’Cesari’’ subalterni

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Lezione 24-25 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


Diocleziano è il decentramento delle sedi imperiali
Ordinamento tetrarchico:
Due Augusti cioè imperatori
● Diocleziano Giovio (284-325 abdicazione),
Roma e le province di Asia ed Egitto, con capitale nicomedia (antica città dell'Anatolia).
● Massimiliano Erculeo (286-310, padre di Massenzio)
Italia, Spagna e Africa proconsolari, con capitale a Milano.
I due August designano due Cesari per la successione Imperiale, dopo la morte:
● Galerio (305-11)
Grecia Ei Balcani, con capitale Tessalonica, l'odierna Salonicco.
● Costanzo Cloro (305-6, padre di Costantno)
Galliae Andria, con capitale a Treviri.
Quando Diocleziano decise di abdicare costringendo Massimiliano a fare altrettanto, seguì un lungo
periodo di guerre civili, da cui emerge la figura di Costanzo Cloro, padre di Costantno il Grande.

Quattro nuove sedi imperiali


Il palazzo di Diocleziano a Spalato, nei pressi di salona in Dalmazia (300-305 d.c.)
Diocleziano era di origine Dalmata, di umili origini, volle realizzare per se stesso un palazzo come
residenza privata, nella regione nativa.
Il palazzo fu fatto costruire dall'imperatore Diocleziano tra il 300 e 305 in uno dei punti più belli della
costa della Dalmazia, nei pressi di salonia.
Diocleziano, da un buon militare, più che ad una reggia pensò a un edificio imponente dalla forma
austera e militaresca.
Presenta uno schema di base di un accampamento (castrum) Romano.
Negli accampamenti delle città romane si chiamava Cardo la strada che attraversava da nord a sud.
Il cardo si intersecava con il decumano, cioè la strada che attraversava la campamento o la città in
direzione est-ovest.
Cardo e decumano divide un accampamento in quattro parti chiamate quartieri, rappresentate da
strade porticate e colonnate come le città ellenistiche.
Sul lato che affacciava verso il mare, vi era il palazzo vero e proprio dell’imperatore la residenza
imperiale composta da una basilica (o sala per le udienze) un atrio d’accesso agli appartamenti, una
loggia sul mare, un Triclinio (una struttura quadrata con i quattro angoli sfondati, vi è la presenza di
nicchie concave al posto degli angoli), e un grande vestbolo appena dopo l’ingresso,
L’ingresso dava su una vasta corte porticata denominata peristlio, un vasto spazio scoperto si tratta
della parte finale di una delle due vie colonnate, corrisponde all’asse del cardo, è delimitato sui lati
lunghi da colonne che faceva traguardare verso due grandi spazi scoperti centrati rispettivamente uno
da un edificio templare dedicato a giove, e sul lato opposto il mausoleo imperiale, sui due lati
formato da colonne arcate, sul muro di fondo una facciata Tetrastla, dal Propylon tetrastilo con
frontone Siriaco così accedeva una sala circolare cupolata con funzione di vestibolo, quindi in una sala
allungata che conduceva alla galleria a mare, ciò che oggi si vede è ciò che ne rimane, ovviamente
bisogna immaginare incrostazioni marmoree e ambienti sfarzosi, vi è presente sopra l’apertura un
arco di scarico, per deviare i carichi che lavorano a compressione, vengono trasmessi da concio a
concio fino a diventare nuovamente carichi verticali che gravano sulla sezione muraria piena, a sua
volta per alleggerire ulteriormente il gravare dei carichi vi sono delle nicchie di alleggerimento della
sezione muraria.
Il loggiato continuo della residenza è interrotto da una serliana che è caratteristico di queste

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residenze imperiali, altre due serliane sono presenti alle estremità del loggiato in connessione con le
torri angolari, formando una galleria aperta in facciata con una serie di arcate su pilastri decorati da
semi colonne che poggiano su modanature continue e risaltate in corrispondenza dell’ordine
(mensole).
Questa costruzione nel VII secolo 639 a.c. venne occupata dagli abitanti della città di Salona che
fuggivano da un incursione Slava, ciò farà si che la città moderna di Spalato si sviluppi al suo interno,
ad oggi le mura del palazzo si vedono fuse nella città; il nome deriva dalla contrazione di Salona e
Palatium ‘’palazzo di Salonia’’.
Sul lato opposto vi erano i quarteri assegnati alle milizie.
Le due vie colonnate che prendevano il nome di Via Praetoria (Cardo) e Via Principalis (Decumano),
intersecavano la cinta muraria, essendo una costruzione fortificata, in corrispondenza di queste
intersezioni vi erano le porte e i torrioni di difesa ottagonale, ad eccezione del lato del mare, le porte
avevano una sua denominazione: sul lato nord Porta aurea, decorata da arcate su colonne pensili
(perdute) che inquadravano nicchie con le statue di divinità, i piedistalli sull'attico ospitavano statue
di Giove ed è Tetrarchi, la novità lessicale sintattica non è rappresentata unicamente dall’arcata su
colonne, ma si trova rappresentata dall’appoggio delle colonne su mensole, a est Porta Argentea, a
ovest Porta Ferrea.
La cinta muraria presentava inoltre altre 10 torri di difesa sui lati sempre ad esclusione di quello che
affacciava sul mare.
Mausoleo
Costruzione sollevata su un podio a pianta Ottagonale verso l’esterno che si sviluppa su due livelli, e
all’interno una duplice geometria, un cerchio iscritto in un ottagono che si modula con delle nicchie
alternate da una forma circolare e una rettangolare che sono inquadrate da un doppio ordine di
colonne porfiretche aggettanti che ne articolano i due livelli, connesse alla parete retrostante con dei
tronchi di trabeazione a risalti, il mausoleo è circondato da un portico con una peristasi trabeata che
si interrompeva all’altezza del primo livello, preceduto da un pronao tetrastilo, con colonne su tre file.
Per l’alimentazione del palazzo viene costruito un acquedotto che porta l’acqua dalla sorgente più
vicina.
Al di sotto del mausoleo vi era una cripta.
Tempio di Giove
Trasformato in battistero nell’alto medioevo.
Il tempio originariamente presentava una facciata tetrastila con frontone, era rialzato su un podio, il
podio a sua volta tagliato da una scalinata, la cella era coperta da una volta a botte cassettonata.

Terme di Diocleziano
Gli edifici di fine 800 che si ergono sulla grande delimitazione della piazza a forma di semicerchio
(Piazza della repubblica) vanno a ricalcare le fondazioni dell’antico recinto murario del complesso
murario delle terme.
Vi è una costruzione circolare dedicata a San Bernardo situata di fronte alla chiesa di Santa susanna,
quella costruzione riutilizza le costruzioni antiche di un torrione angolare del recinto murario.
Il corpo centrale delle terme era circondato da ampi giardini, vede in sequenza sull’asse mediano tutti
gli ambienti riservati alle attività balnearie, vi è la natato grande spazio con vasche aperte, a seguire
il frigidarium secondo la stessa sequenza del complesso Traianeo, a seguire il tepidarium (acqua
tiepida), successivamente al calidarium (acqua calda), gli ambienti si differenziavano dalle diverse
temperature dell’acqua, sui due lati vi erano peristli ovvero cortili, che fungevano come palestre, gli
apodyterium ambienti utilizzati con la funzione di spogliatoio, lungo il recinto murario si trovavano

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Lezione 24-25 - Storia Dell’Architettura Antica e Medievale - Marisa Tabarrini


ambienti con destinazioni di tipo bibliotecario, tutti gli ambienti sono coperti da volte a crociera.
L’architettura termale ha un funzionamento termale che fornì le basi per le realizzazione di altre
strutture architettoniche.
L’organizzazione strutturale consentiva lo svuotamento delle pareti degli ambienti che diventano dei
tamponamenti.
Schema costtutvo del sistema termale ed equilibrio statco
L'ambiente principale voltato (tepidarium), viene fiancheggiato da ambienti laterali che assorbono le
spinte della copertura centrale, sono vere e proprie camere strutturali.
Per contenere le spinte della copertura centrale, i muri divisori degli ambienti laterali si comportano
come contrafforti o diaframmi esterni fino alle reni delle volte stesse, le coperture degli ambienti
laterali sono coperte a botte.
La sala centrale si eleva al di sopra di tutti gli ambienti circostanti per prendere luce dall'alto.
Il nucleo centrale del tepidarium, è coperto da un triplice sistema di crociere: le spine laterali esterne
vengono assorbite da un muro di diaframma esterno è normale alla sala; la sensibilità è aumentata
dal carico delle volte a botte tra setto murario (o diaframma) e setto murario.
Al di sopra delle pareti di contrafforte vi è un elemento di pinnacolo che aggiunge peso in modo da
aggiungere peso verticale, migliorando la stabilità dell’edificio.
La forma esedra ha anch’essa una funzione statica, essendo un arco rovesciato sul piano orizzontale.
I romani erano molto attenti ai dettagli, l’alternanza tra nicchie e circolari e quadrate ne è una
dimostrazione.

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