Sei sulla pagina 1di 1

Filippo Brunelleschi

Brunelleschi nacque a Firenze nella seconda metà del ‘300. Dopo la formazione come orafo e scultore,
fece domanda di iscrizione all'Arte della Seta e nel 1401 fu designato maestro e partecipò al concorso per
la seconda porta del Battistero di Firenze, che vinse a pari merito con lo scultore Lorenzo Ghiberti, ma
rifiutò di collaborare con lui e gli lasciò l'incarico di realizzare tutta l'opera. Utilizzando i principi ottici e
geometrici su cui si basavano i dispositivi prospettivi di Brunelleschi, gli artisti della sua generazione
furono in grado di produrre opere di sorprendente realismo.

Cupola di Santa Maria del Fiore

L’impresa che ha reso Brunelleschi universalmente noto è la cupola della Cattedrale di Santa Maria del
Fiore a Firenze per la quale lavorò dal 1404 fino al 1446, anno della sua morte. Il Duomo era stato
realizzato a partire dalla fine del ‘200 (1296) su progetto di
Arnolfo di Cambio ma la costruzione si era interrotta
all'altezza del tamburo ottagonale, (struttura architettonica
sulla quale si imposta la cupola) forato da otto grandi finestre
circolari (òculi) che danno luce all’interno, perché notevoli
difficoltà tecniche ed economiche avevano impedito di
edificare la grande cupola.
Brunelleschi propose di costruire una cupola autoportante,
cioè capace di sostenersi da sé durante la costruzione, senza
richiedere l’aiuto di armature provvisorie di legno (céntine), la
cui realizzazione, peraltro, sarebbe stata improponibile sia per
l’altezza dell’imposta della cupola, sia per la quantità di
materiale necessario.
Egli propose quindi una cupola, sormontata da una lanterna
cuspidata che aveva
una funzione
prettamente
strutturale, a due
calotte ogivali di
pietra e mattoni, sorrette e rafforzate da otto grandi costoloni in
pietra, che partono ciascuno dagli otto angoli dell'ottagono del
tamburo. Altri costoloni più piccoli interni alle calotte sono
collegati agli otto esterni tramite archi orizzontali: a questa
struttura principale sono ancorate le due calotte ogivali, disposte
con la tecnica a spinapesce.
La tecnica a spinapesce, dedotta dall’opus spicatum romano
(tipo di paramento costituito da laterizi collocati di taglio
secondo la disposizione di una lisca di pesce o di una spiga di
grano), consiste nel disporre dei ricorsi di mattoni verticalmente
che hanno la funzione di ripartire in modo uniforme il peso, di seguito ad altri collocati di piatto. In tal
modo l’intera doppia cupola è attraversata da un insieme di «eliche murarie» che stringono la muratura
raccogliendosi alla base della lanterna.

Potrebbero piacerti anche