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GIUS'EPPE LUGLI

LA TECNICA EDILIZIA
ROMANA
CON PARTICOLARE RIGUARDO A

ROMA E LAZIO

VOLUME II

T A V O L E

ROMA MCMLVII
PRESSO GIOVANNI BARDI
EDITORE

Reprinted with the permission of the Originai Publisher.

JOHNSON REPRINT CORPORATION JOHNSON REPRINT COMPANY LTD.


Ili Fifth Avenue, New York, N.Y. 10003 Berkeley Square House, London W. 1
Hanno contribuito alle spese di redazione e di stampa del presente
volume di tavole:

II Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale


delle Accademie e Biblioteche).

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche.

L'Accademia Nazionale dei Lincei.

L'Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia


e Storia dell'Arte in Roma.

L'Istituto di Topografia Antica dell'Università di Roma.

Il Premio Marzotto (Valdagno 1953)-


CAPITOLO I

OPVS SILICEVM
(OPERA CICLOPICA O POLIGONALE)

TAVOLE I-XXIV
TAV. I

SPONTANEITÀ DELL'OPERA POLIGONALE

La maniera di costruire a blocchi di pietra, più o meno squadrati e levigati, usu-


fruendo per quanto sia possibile del materiale locale, è propria di tutti i tempi e di
tutte le civiltà. Non costituisce quindi un sistema specifico del mondo antico e non
ha nulla a che vedere con una presunta civiltà dei Pelasgi o di altre genti mediter-
ranee dell'età protostorica e storica. A dimostrare la spontaneità del sistema, sorto indi-
pendentemente presso vari popoli, senza alcun rapporto nè di età nè di luogo, e la sua
efficienza ancora ai giorni nostri, si danno i seguenti esempi :
1 - Muro di fortificazione dell'antica città precolombiana di Cuzco nel Perù
(detto la Pietra dei dodici angoli) con bastione protettivo (Baselli - Lima).
2 - Rampa settentrionale di Tirinto, la città dell'Argolide rinomata per le sue
formidabili mura a terrazze (Deutsch. Arch, lnst., Athen).
3 - Nuraghe di Paddaggiu presso Castelsardo (Sassari), con la caratteristica
muratura a piccole pietre piuttosto uniformi e disposte ad anelli (Alinari 32536).
4 - Muro di protezione della linea ferroviaria presso i Bagni della Porretta
(Bologna).
TAV. II

PARETI AFFIANCATE DIFFORMI

i - 2 - CIRCEI. — E s t e r n o e i n t e r n o d i u n t r a t t o d i m u r o n e l
lato nord-ovest. Esterno della III maniera e interno della I maniera. Spessore
del muro circa m. 1,80. Infarcimento intermedio di sassi più piccoli. In alcuni massi
della facciata esterna si nota un listello marginale (anathyroùi) di livellamento e acco-
stamento {Forma ìtaliae, Cìrceii, I zona, figg. 22 e 25).
3 - 4 - COSA. (Ansedonia). — P a r t i c o l a r i d i u n a t o r r e d e l l a t o o c -
c i d e n t a l e . Nella facciata esterna (3) i blocchi sono ben levigati, a lati rettilinei ed
esattamente combaciami, disposti secondo piani di posa orizzontali (IV maniera).
Nella facciata interna (4) i blocchi sono lasciati come provenivano dalla cava (I ma-
niera) essendovi addossata la terra che riempiva la torre fino ad una certa altezza. Il
filare più alto faceva da coronamento.
Tav. II
TAV. Ili

ESEMPI DI MANIERE DIVERSE

i - 2 - CORI. — Questa vetusta città dell'Antico Lazio, gelosa custode della sua in-
dipendenza, è forse la più importante per lo studio dell'opera poligonale, perchè offre,
nel paramento esterno, tutte le tre maniere principali, dalla I più rozza alla III
più perfetta. Nella I (i) si noti la diversità di volume dei massi e la loro posa in
opera senza alcuna norma; nella III (2) il combaciamento dei blocchi diventa per-
fetto, a lunghi lati comuni, con tasselli di riempimento dei piccoli spazi vuoti. La I
maniera si trova prevalentemente nella recinzione più esterna della città, la III in quella
più interna e nell'acropoli, dimostrando ampliamenti e rafforzamenti successivi.
Nella III maniera si osservi la differenza di volume fra i blocchi del gruppo di
sinistra e quelli del gruppo di destra, i quali dimostrano due cantieri differenti di la-
voro, che per completare la muratura intermedia hanno dovuto usare blocchi più pic-
coli e quindi più facilmente adattabili negli angoli e nei lati.
Tav. Ili
TAV. IV

LA I MANIERA POLIGONALE

1 - CIRCEI. — M u r o d i c i n t a d e l l a c i t t à b a s s a . Lato rivolto verso


la marina. Appartiene probabilmente, sia per il tipo di muratura e sia per le vicende
storielle della città, ad una fase più antica della costruzione dell'acropoli (Forma Italiae,
Circeii, I zona, fig. 6).
2 - MONTE CARBOLINO, tra Norma e Sermoneta. — P a r t i c o l a r e d'i u n a
d e l l e t e r r a z z e di fortificazione del colle. Opera di età preromana, da mettersi
forse in relazione con alcuni sepolcri rinvenuti presso l'Abbazia di Valvisciolo. (Men-
garellt).
3 - AGRO TIBURTINO. — V i a a n t i c a d i C a r c i a n o diretta a Gericomio,
fra Monte Arcese e Valle Pussiana. Rozza sostruzione in primitiva opera poligonale
di calcare locale (« Papers British School», III j 1906], p. 194, fig. 36.
4 - « LA CIVITA » presso Artena. — F r o n t e d e l l a g r a n d e t e r r a z z a
i n t e r n a , presso il lato occidentale delle mura. Muratura contemporanea a quella
della città, la cui identificazione è dubbia (« Supplem. Papers Amerìc. School Rome »,
I [1905], p. 100, fig. 11).
Tav. IV
TAV. V

LA II MANIERA POLIGONALE

1 - ARPINO. — L a t o n o r d - o v e s t d e l l e m u r a , presso la porta di


Campagna - Massi trapezoidali di volume irregolare con superficie leggermente bom-
bata (Alinari 32708).
2 - AMELIA. — L a t o o c c i d e n t a l e d e l l e m u r a . Blocchi di-volume dif-
forme, con pareti in parte levigate e in parte rustiche e con numerose .« zeppe » di
calzatura (Moscioni 21584).
3 - PALESTRINA. — F i a n c a t a s e t t e n t r i o n a l e d e l m u r o d i r a c c o r d o
fra la ditta e l'acropoli. Grandi massi a pareti tangenti con incastri e triangoli di sutura.
4 - SEGNI. — M u r o s u p e r i o r e d i r e c i n z i o n e della pendice occidentale
del Monte Lepino. Grandi massi lavorati solo in superiìcie con numerose « zeppe » di
calzatura.
Tav. V
TAV. VI

LA III MANIERA POLIGONALE

1 - FERENTINO. — T r a t t o d i m u r o p r e s s o la P o r t a S a n g u i n a r i a .
E' particolarmente interessante il collegamento dei blocchi che formano gli stipiti della
porta (più grandi e meglio squadrati) con quelli del pieno del muro. L'arco della porta
e la sopraelevazione delle mura in opera quadrata di travertino appartengono al
restauro del 100-90 a. C.
2 - COSA. — L a t o o c c i d e n t a l e . La parte inferiore va attribuita alla colonia
romana del 273 e vi si osservano i triangoli di statura. Verso la metà del sec. a.C.
il muro fu rialzato con blocchi più grandi e più regolarmente tagliati, formati di un
calcare più scuro e più compatto.
3 - FONDI. — T r a t t o d i m u r o c o n t o r r e . E' un'opera poligonale tarda,
artificiosa nella perfezione delle giunture e nel taglio armonioso dei massi (250 circa
a. C ) ; una torre rettangolare è collegata col muro continuo, rinforzata nella età sii-
lana con muro in opera incerta.
4 - PALESTRINA. — P i c c o l o t e r r a z z a m e n t o nell'interno della città, in cui è
evidente l'intenzione di fare dell'opera poligonale in un tempo in cui essa era già in
disuso, per uniformarla al taglio rustico della roccia (fine del II sec. a. C).
Tav. VI
TAV. VII

LE GRANDI FORTIFICAZIONI DELLA III MANIERA

1 - NORBA. — Quantunque le perfette giunture dei blocchi, gli incastri razionalmente


eseguiti, le pareti esterne levigate facciano attribuire tutta la fortificazione di Norba alla
III maniera, tuttavia la irregolarità dei volumi e il carattere un po' rustico della mu-
ratura ricordano ancora la II, per il qual motivo Norba, colonia romana in territorio
Volsco, si può datare agli ultimi decenni del IV sec. a. C. (circa 330).
2 - ALATRI. — II raffronto con Norba mostra che Alatri, ricca città degli Ernici,
è posteriore a Norba di alcuni decenni (circa 300 a. C ) . L'opera poligonale vi rag-
giunge la sua massima perfezione, specialmente nel grande terrazzamento dell'acro-
poli, alta e massiccia muraglia, dove i massi combaciano fra loro senza lasciare alcuno
spazio vuoto e la parete cade a piombo, levigata e rettilinea.
Tav. VII
TAV. Vili

LA IV MANIERA POLIGONALE

1 - POGGIO MIRTETO. — M u r a g l i o n e d i v i l l a presso S. Valentino con resti di


edificio superiore.
2 - VIA TIBURTINA. — G r a n d e p i a t t a f o r m a d i v i l l a sulla via di Carciano.
{Ashby).
3 - VALLATA DI TERRACINA. — B a s a m e n t o d i v i l l a i n località M o n t i c c h i o
{Forma ltaliae, Anxur - Tarracina, II zona, fig. io).
4 - FORMI A. — B a s a m e n t o d i v i l l a in località detta Le Murelle o Mura del
Solaro.
La IV maniera poligonale si può considerare come il punto di congiunzione fra
l'opera poligonale e l'opera quadrata, poichè, mentre la irregolarità dei blocchi, il fra-
zionamento dei piani di posa e la pietra calcarea adoperata richiamano ancora la ma-
niera poligonale, la orizzontalità dei piani stessi e la forma parallelepipeda dei bloc-
chi sono proprie piuttosto dell'opera quadrata. Si notino nelle figure i e 4 la anathy-
rosis, cioè la fascia che limita il bugnato di ciascun blocco, e in tutti gli esempi la bu-
gnatura rustica, più 0 meno accentuata, e la obliquità dei giunti verticali.
Tav. Vili

:
TAV. IX

DOPPIA CORTINA CON MURATURA DIFFERENTE

1-2 - G R O T T E DI TORRI IN SABINA. — G r a n d e b a s a m e n t o d i v i l l a ,


costruito all'esterno in opera poligonale della III maniera e all'interno in opera incerta
con sassi piuttosto grandi, cementati con malta abbondante. Le due murature sono con-
temporanee (seconda metà del II sec. a . C ) .
3 - ALBA FUCENSE. — T o r r e d e l l a t e r r a z z a i n f e r i o r e , detta il Borgo
o il Fortino; il paramento esterno a poligoni essendo in parte caduto, ha lasciato sco-
perto il nucleo interno in opera cementizia (fine del II o inizio del I sec. a.C).
4 - TERRACINA. — V i l l a d i G a l b a , sulla via Appia superiore, fra Terracina
e Fondi. Angolo del basamento in opera poligonale della IV maniera, mista con gros-
solana opera cementizia (metà II sec. a.C. - (Forma Italiae, Anxur, Tarracina, zona VI,
%• I 5)-
5-6 - TIVOLI. — V i a d i C a r c i a n o . Cisterna rettangolare a due vani, intra-
mezzati da pilastri con archi. Parete esterna in opera poligonale della IV maniera;
interna in opera cementizia a piccole scaglie, con scomparti in opera reticolata (Parser).
Tav. IX
TAV. X

TASSFXLI TRIANGOLARI DI CALZATURA

Sono usati nella II e nella III maniera, ma prevalentemente nella III, per riem-
pimento degli spazi rimasti vuoti fra tre blocchi vicini, regolarizzando così1 le frat-
tura delle pareti. Appaiono collocati durante la posa in opera dei blocchi stessi, perchè
penetrano in profondità ingrossandosi nell'interno, per il qual motivo si sono conser-
vati. Si trovano in tutte le regioni d'Italia, fino in Sicilia (Monte Castellacelo).
1 - PALESTRINA. — Fiancata orientale dell'Acropoli.
2 - PIRGI. — Muro settentrionale.
3 - CORI. — Terrazza mediana.
4 - SPOLETO. — Lato occidentale delle mura.
Tav. X
TAV. XI

RIPRESE DI MURATURA E INCONTRI DI MAESTRANZE

1 - FIESOLE. — In questo tratto di parete, che in verità appartiene più all'opera


quadrata che non alla poligonale, si osserva, a destra, un restauro più tardo, eseguito
con blocchi più piccoli rispetto ai grandi massi della muratura originale. (Soprint.
Antichità Etruria).
2 - NORBA. — Incontro di due maestranze provenienti da punti opposti. Si noti la
diversa maniera di lavoro, con la stessa pietra e nella stessa età. (/. Gismondì).
3 - COSA. — Nella parte inferiore del muro (273 a.C.) si osserva un incontro di
due maestranze non felicemente risolto. I due filari della parte superiore appartengono
ad un restauro più tardo, fatto con altra pietra e con altro taglio (metà II sec. a.C).
Cfr. tav. VI, fig. 2.
4 - CORTONA. — Collegamento di muratura continua — più piccola e più ser-
rata — con la muratura più robusta di un pilone angolare, a blocchi alternati per
lungo e per alto.
5 - FERENTINO. — Acropoli. Procedimento di sutura simile al precedente.
Tav. XI
TAV. XII

PSEUDO-ARCHI NELLA MURATURA PIENA

Nella maggior parte dei casi la formazione dell'arco è puramente occasionale;


quando è intenzionale essa deriva dal metodo di collocare prima un blocco isolato, e
quindi di girarvi intorno con gli altri, a combaciamento. Gli pseudo-archi sono propri
della III maniera, ma qualche esempio sporadico si trova già nella I (fig. i):
1 - CORI. — Forma grossolana di arco intero.
2 - SEGNI. — Due archi affiancati.
3 - FONDI. — Arco ellittico, quasi completo.
4 - ALBA FUCENSE. — Arco pieno a conci radiali.
5 - SEGNI. — Esempio tipico di pseudo-arco.
6 - ALBA FUCENSE. — Arco dritto e arco rovescio combacianti. Alba Fucense è
la città che offre il maggior numero di pseudo-archi.
Tav. XII
TAV. XIII

SPERONI ANGOLARI E SPIGOLI

1 - TERRACINA. — B a s t i o n e d i S . F r a n c e s c o , piccola acropoli. Età : della


colonia romana (329 a . C ) : III maniera (Forma Italiae, Anxur-Tarracina, zona III,
fig. 8; cfr. fig. 9).
2 - AMELIA. — S p e r o n e d e l l a c i t t à b a s s a . Ili maniera con blocchi a
taglio piuttosto quadrangolare. Triangoli di calzatura (Moscioni 21584).
3 - CIRCEII. — L a t o s u d - o v e s t d e l l ' a c r o p o l i . Sperone proteso verso il
mare, visto in sezione (Forma Italiae, Circeii, I zona, fig. 20; cfr. col. 18, fig. h).
4 - NORBA. — T e r r a z z a m e n t o nell'interno della città : spigolo della IV ma-
niera, collegato, a destra, con parete della III. A sin. ripresa più tarda di muratura
più piccola, fatta «a macera » (Gismondi).
5 - ALBA FUCENSE. — S p i g o l o d e l l e m u r a , a nord della porta Massima.
E' frequente la disposizione ad arco. Muratura originale del 303 a.C.
Tav. XIII
TAV. XIV

TORRI E BASTIONI

1 - NORBA. — E' l'unica torre di tutta la fortificazione (detta « La Loggia »), si-
tuata nel lato orientale e notevolmente sporgente dal muro di cinta (Moscioni 9046).
2 - FERENTINO. — La rotondità dello spigolo tra il lato ovest e il lato sud delle
mura mostra già la conoscenza delle regole della castrametatio : come sempre, negli
spigoli delle porte e nelle pareti in declive vi è la tendenza ai piani orizzontali con
massi più grandi.
3 - NORBA. — Sperone o torre di protezione della porta maggiore (A), con un
collegamento più accurato dei blocchi, che ne seguono la forma ricurva (Moscioni 9043).
4 - COSA. — Una delle torri quadrate del lato occidentale, strutturalmente legata
al muro di cinta. Costruzione originale del 273 con restauro più tardo della parte
superiore.
5 - CIRCEII. — Veduta esterna dello sperone, riprodotto in sezione nella tavola
precedente (fig. 3) - (Ibid., I zona, fig. 21).
6 - SEGNI. — Torrione fiancheggiante una posterula nel lato orientale delle mura,
con strada laterale (presso la via del Trivio).
Tav. XIV
TAV. XV

BASAMENTI DI TEMPLI

1 - NORBA. — T e m p i o d i G i u n o n e L u c i n a . Grande basamento com-


posto di un muro perimetrale in opera poligonale della III maniera, con riempimento
interno di terra e sassi, senza malta. Nel lato corto di sud-est era la scala. Non riman-
gono avanzi della sopraelevazione (Mengarellì).
2 - COSA. — T e m p i o D . Basso podio composto di due assise di massi oblun-
ghi, sul quale si elevano, in notevole ritiro, le pareti della cella, costruite in blocchetti
parallelepipedi cementati con malta. I due sistemi di muratura sembrano contemporanei
(Americ. Acad. Rome).
3 - SEGNI. — C a p i t o l i u m . Sopra un alto podio in opera poligonale a riseghe,
tra la II e la III maniera, si innalza il muro della cella in perfetta opera quadrata,
appartenente ad un restauro del ioo circa a.C; il podio è notevolmente più antico e
risale forse alla fondazione del tempio, verso l'inizio del V sec. a.C. {Alìnari 35973).
Tav. XV
TAV. XVI

SOSTRUZIONI DI STRADE

1 - MONTE S. ANGELO. — S t r a d a d i S a s s u l a . Poderosa sostruzione in opera


poligonale della IV maniera, con forte bugnato e anathyrosis. Speroni di età più tarda
in opera cementizia (Ashby).
2 - V I A APPIA. — Muro sostruttivo presso Casale Sanguigno, con bugnato e ana-
thyrosis. Deve ritenersi più antico del tratto riprodotto nella fig. 3 {Forma Italiae,
Anxur-Tarracina, VI zona, fig. 25).
3 - V I A APPIA. — S o s t r u z i o n e p r e s s o l a « P i a z z a d e i P a l a d i n i » .
Disposizione prevalentemente a piani orizzontali con taglio dei blocchi a squadra e
superficie esterna leggermente bombata. Lavoro eseguito a segmenti (Forma Italiae,
Anxur-T arracina, VI zona, fig. 22).
4 - VIA FLACCA. — T r a S p e r l o n g a e G a e t a . Ardita costruzione ante-
riore forse alla via Appia, ritagliata sul fianco del monte e sostenuta a valle da un
muro di massi più voluminosi in basso e più piccoli in alto.
Tav. XVI
TAV. XVII

TERRAZZAMENTI MONTANI

1 - PALOMBARA. — M o n t e T i u t i l l o . Una delle terrazze che solcano longi-


tudinalmente il monte nei lati sud ed ovest. Massi grezzi della I maniera ad un solo
filare (Ashby).
2 - TERRACINA. — P i a n o d i R o j a . Lungo terrazzamento agricolo della I ma-
niera, opera forse dei coloni romani del 329 a.C. Al di sopra passava una strada di
centuriazione.
3 - LAGO ALBANO. — A r g i n e . Si trova quasi al livello dell'acqua, stabi-
lizzato dallo scavo dell'emissario, quindi posteriore a questo (396 a.C). E' un raro
esempio di opera poligonale (III maniera) in territorio latino (« Bull. Arch. Com. »
1920, p. 182, fig. 53).
4 - Ti VOLI. — M o n t e G e n n a r o . Particolare di uno dei numerosi gradoni
per uso agricolo esistenti sul monte; è caratteristico per la bugnatura rustica e per la
disposizione quasi orizzontale dei blocchi dovuta alla forte spinta del terreno retrostante
(Venanzi).
Tav. XVII
TAV. XVIII

PORTE DI CITTA' IN OPERA POLIGONALE

1 - SEGNI. — P o r t a S a r a c i n e s c a , a stipiti inclinati e architrave monoli-


tico. E' l'esempio più noto ed anche il più perfetto del genere. Serviva di passaggio ad
una via di campagna fra la seconda e la terza cinta muraria.
2 - SEZZE. — P o s t e r u l a d e l l a t o occidentale a stipiti inclinati e
architrave monolitico; in parte interrata.
3 - PALESTRINA. — P o s t e r u l a d e l l ' a c r o p o l i , a sezione ogivale. Resta
soltanto lo stipite di destra con massi appiombati ad assise orizzontali {Ashby).
4 - ARPINO. — P o r t a d e t t a d e l l ' A r c o , a sezione ogivale completa, con
massi a sporto, fuori centro. Aperta in un fianco delle mura, con pareti in opera po-
ligonale della II maniera {Ashby).
5 - MOZIA. — P o s t e r u l a a d o g i v a a l l u n g a t a , con stipiti discosti e
copertura monolitica. Assise orizzontali (PACE, Sicilia A., II, p. 414).
Tav. XVIII
TAV. XIX

PORTE DI CITTA' IN OPERA POLIGONALE

1 - ALATRI. — P o r t a m a g g i o r e d e l l ' a c r o p o l i , coperta in piano con


un grande architrave monolitico. L'interno, in notevole pendenza, è formato da tanti
segmenti, architravati nello stesso modo {Alinari 35978).
2 - ALATRI. — P o r t a m i n o r e d e l l ' a c r o p o l i , oggi richiusa. Sul robusto
architrave, saldamente innestato sugli stipiti, sono scolpiti tre falli a ventaglio {Ali-
nari 35981).
1 - SEGNI. — P o r t a d e l l o S t e c c a t o . Ha gli stipiti leggermente incli-
nati per ridurre la lunghezza dell'architrave. Si apre presso un risalto delle mura, nel
secondo recinto del lato orientale.
4 - ALATRI. — T r e n i c c h i e , forse con carattere votivo, a fianco della porta
maggiore dell'acropoli. E' interessante la fattura degli stipiti in cui l'opera poligonale
delle pareti diventa opera quadrata.
5 - NORBA. — P o s t e r u l a con architrave di fortuna, aperta nel lato nord-
ovest, al filo del muro {Gismondi).
6 - COSA. — Porta nord-est. Era fornita di una camera interna e si chiudeva per
mezzo di una saracinesca manovrata dall'alto. Il blocco superiore, leggermente ricurvo
nell'intradosso, mostra che era coperta ad arco.
Tav. XIX

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TAV. XX

FOGNE E CUNICOLI

1 - CORI. — II « p r e c i n z i o n e » . Scolo d'acqua piovana, con muratura


della II maniera; copertura architravata ad incastro.
2 - VOLTERRA. — T r a t t o d e l l e m u r a p r e s s o S a n t a C h i a r a . Boc-
chettone di scolo con piano esterno sporgente per allontanare dal muro il deflusso del-
l'acqua.
3 - MARCELLINA. — C o l l e C i g l i a n o . Cunicolo di drenaggio in una piat-
taforma di villa della III maniera (« Papers British School » III, [1906], fig. 26).
4 - V IA SALARIA. — P o n t e d e l D i a v o l o . Canale di scolo del terra-
pieno retrostante al poderoso manufatto di età repubblicana (« Papers British School »
III [1906], fig. 4).
5 - VIA APPIA. — V i a d o t t o d i I t r i . Canale di scolo a sezione ogi-
vale tronca. Opera originale del 312 a.C. (Ashby).
6 - ALBA FUCENSE. — Sbocco del cunicolo praticabile, proveniente dal centro della
città, con pareti a piccoli blocchi poligonali e copertura a lastroni orizzontali. Il Promis
lo ritiene un passaggio strategico.
Tav. XX
TAV. XXI

FALLI E SCULTURE RUSTICHE

i - 2 - GROTTE DI TORRI IN SABINA. — S p i g o l o d i u n a g r a n d e p i a t t a -


f o r m a di v i l l a . Nel lato nord sono scolpiti tre falli a ventaglio; in quello ovest
si vede in alto un altro fallo e in basso un animale, forse un leone. Il loro scopo apo-
tropaico è evidente, soprattutto dato il luogo in cui si trovano, cioè in una specie di
sperone rivolto verso la campagna (Ashby).
3 - ALATRI. — M u r o d e l l a c i t t à b a s s a . Sileno o altra figura ani-
malesca in atto di danzare (CANDIDI-DIONIGI, Viaggi, tav. 42).
4 - CESI. — B a s a m e n t o di villa detto «La Cittadella», in contrada
Casa dei Fiorentini. Fallo.
Tav. XXI
TAV. XXII

ESEMPI VARI DI OPERA POLIGONALE

1 - POPULONIA. — Esempio caratteristico di mura etrusche del tipo più antico, a


grandi scaglie di pietra, allettate secondo strati orizzontali discontinui (Soprint. Anti-
chità Etruria).
2 - VETULONIA. — Tratto di mura simile al precedente. Vi è ancora di più accen-
tuato il diverso volume dei massi, posti in opera come provenivano dalla cava {Soprint.
Antichità Etruria).
3 - PIRGI. — Grandi massi esattamente combacianti e ben levigati secondo la
moda della III maniera, con frequenti triangoli di calzatura. Partic. del lato nord.
4 - ROSELLE. — Interno della fortificazione più antica in opera poligonale a massi
informi della I maniera. Lato est (Ashby).
5 - ORBETELLO. — Lungo argine (oggi tagliato in due) in buona opera poligo-
nale della III maniera, databile all'età romana. Piega su ambedue i fianchi prose-
guendo per notevole tratto (Alinari 21863).
Tav. XXII
TAV. XXIII

ESEMPI VARI DI OPERA POLIGONALE

1 - SASSULA. — II Nibby ha identificato questa antica città della bassa Sabina con
una poderosa cinta muraria di quasi un miglio di lunghezza, divisa talvolta in due
ripiani, che presenta al di sotto una buona opera poligonale della III maniera e sopra
un innalzamento in opera incerta di età più tarda (II-I sec. a.C.) (Ashby).
2 - SPOLETO. — Le mura della colonia romana del 240 a.C, che si conservano
ancora in più punti al di sotto di quelle medievali, appartengono ad un tipo inter-
medio fra la II e la III maniera con frequenti schegge di calzatura e massi di vario
volume.
3 - MÒNTECASSINO. — Sul colle che sovrasta l'antica città di Cassino rimangono
numerosi avanzi di mura poligonali della III e IV maniera, con scopo piuttosto agri-
colo, per terrazzamenti e ville, anziché difensivo (Alinari 11444).
4 - PIETRABBONDANTE. — Vi si colloca la città sannitica di Bovianum Vetus, della
quale sono stati recentemente scavati un teatro e un tempio. Il teatro presenta una
singolare attrezzatura in magnifica opera poligonale che va considerata come uno degli
ultimi esempi di questo sistema (fine del I sec. a.C).
Tav. XXIII

fvcr.r-.ra
TAV. XXIV

ESEMPI VARI DI OPERA POLIGONALE

1 - MONTE MASSICO ( C a m p a n i a ) . — Su ambedue i versanti, il monte è solcato da


basse terrazze e da recinti delle due prime maniere, che vengono ritenuti opere di for-
tificazione di età preromana (?). (Soprint. Antichità Campania).
2 - CASTEL DI SANGRO. — Pagus di età sannitica, saldamente fortificato con un
muro continuo della II maniera ad un solo filare di blocchi, addossato al terrapieno
(« Monum. Lincei» X [1901], p. 255, fig. 9).
3 - ; TERMINI IMERESE. — M o n t e C a s t e l l a c c i o . Questo rozzo muro che
sbarra un'insenatura fra due speroni del.monte, fa parte di tutto un sistema di opere
artificiali, che difendevano probabilmente l'acropoli di una città primitiva (Soprint.
Antichità Sicilia Occid).
4 - CEFALÙ. •— Muro di recinsione di un'area sacra, costruito fino ad una certa
altezza in opera poligonale a bugnato rustico, e al di sopra in opera quadrata: i due
sistemi sembrano contemporanei (« Notizie Scavi » 1929, tav. XI).
Tav. XXIV
CAPITOLO I I

OPVS QVADRATVM
TAVOLE XXV-LX
TAV. XXV

STRUMENTI DI LAVORAZIONE DELLA PIETRA, RAFFIGURATI IN ANTICHI RILIEVI

1 - ROMA. — C i m i t e r o d i P r e t e s t a t o . Frontone di edicola funeraria, nel


quale sono scolpiti gli strumenti di lavoro di un architetto o di un marmorario: archi-
pendolo (in alto) per livellare i piani, modulo (unità di misura = i piede = mm. 296),
compasso, scalpello o cuneo, ascia bipenne da sbozzatore («Meni. Pont. Acc. Arch.»
IV [1938], tav. XXI).
2 - ROMA. — M u s e o C a p i t o l i n o . Lastra scorniciata, proveniente. da un se-
polcro della via Aurelia. Vi sono raffigurati: un archipendolo, un compasso e un mo-
dulo lungo mm. 297, diviso in quattro palmi (Comune di Roma).
3 - ROMA. — M u s e o C a p i t o l i n o . Cippo appartenente a liberti della gens
Aebutia. Il frontone, leggermente sporgente, contiene: filo a piombo, archipendolo,
compasso, squadra, col bordo di un'asta rialzato, modulo lungo mm. 297, diviso a sin.
in palmi, a destra in pollici e digiti (Comune di Roma).
4 - ROMA. — M u s e o C a p i t o l i n o . Cippo bisomo in pietra tenera di Cos-
suzio Cladio e Cossuzia Arescusa. Nel lato frontale sono scolpiti: modulo (mm. 296),
archipendolo (?), squadra, compasso a punte diritte, cuneo o scalpello, ascia da sboz-
zatore, compasso a punte ricurve (Comune di Roma).
5 - ROMA. — M u s e o C a p i t o l i n o . Frammento di colonnetta in marmo bigio,
rinvenuto nei pressi di Campo de' Fiori. Dentro una specie di scudo sono raffigurati,
dall'alto in basso: bipenne, compasso, archipendolo, un oggetto triangolare piatto ma-
nicato, che potrebbe essere una cazzuola da muratore, o una punta di vanga; cuneo
o scalpello, martello (Comune di Roma).
Tav. XXV
TAV. XXVI

STRUMENTI DI LAVORO E TRACCE DI LAVORAZIONE

1 - GROTTA CUMANA. — C u n e i per il distacco definitivo dei massi, scolpiti su di


una parete, in ricordo di quelli in ferro usati dagli operai della cava stessa (« Nuova
Antologia 1911, p. 596).
2 - POMPEI. — B l o c c o inserito nel lato sud-est delle mura sannitiche (II periodo).
Solchi del piccone in ambedue i sensi, formanti disegno a spina. Marchi di cava o
segni apotropaici in forma di losanga.
3 - GROTTA CUMANA. — Accetta a punta e taglio verticale, scolpita nella roccia. Ser-
viva per un primo lavoro di isolamento del blocco, che veniva poi approfondito me-
diante un piccone a taglio più lungo («Nuova Antologia» 1911, p. 596).
4 -' SIRACUSA. — C a s t e l l o E u r i a l o. Segni della punta del piccone per la
rifinitura dei blocchi già in opera (basamento di una torre).
5 - SIRACUSA. — B l o c c o s p o r a d i c o presso l'altare di Gerone. Solchi lasciati
dal taglio del male-e-peggio, o corto piccone, per lo spianamento della superficie. La-
voro eseguito a fascie dall'alto in basso.
6 - TERRACINA. — P i c c o l a e s e d r a s u l l a V i a A p p i a , presso il Pesco
Montano. Taglio del monte eseguito con il piccone a punta, manovrato obliquamente
in ambedue le direzioni. Verso la metà si legge la cifra XXX entro un cartello ansato,
che indica l'altezza raggiunta in quel punto nell'asportazione della roccia.
Tav. XXVI
TAV. XXVII

CAVE ANTICHE E METODO DI TAGLIO DEI BLOCCHI

1 - SIRACUSA. — G r o t t a d e i C o r d a r i . Questa latomia, aperta fino dal VI


sec. a.C, è importante, perchè mostra due periodi successivi di estrazione dei blocchi.
Nel primo periodo il taglio fu iniziato alla altezza dell'attuale copertura e proseguito
a fette verticali successive fino al pavimento e fino a formare la nuova parete, che si
vede ora in facciata nella fotografia; in un secondo periodo, fu ripreso, ma a metà al-
tezza di questa parete, a causa della grande profondità raggiunta dal taglio primitivo,
e fu così scavata una seconda grotta più bassa.
2 - ROMA. — C a v e d i G r o t t a O s c u r a . Lavoro eseguito in galleria, pro-
cedendo, nel senso della larghezza; blocchi già incisi e isolati per quattro lati. Si osservi
il distacco a superficie irregolare del lato corto posteriore dei blocchi già asportati.
3 - SELINUNTE. — C a v e d i C u s a , in località Campobello, dove fu cavato il
materiale per il tempio G. Rocchio di colonna già isolato per tre quarti; la figura umana
che vi è al di sopra mostra le sue grandi proporzioni (circa m. 3,50 di diametro). Le
cave furono in uso fra il 580 e il 409 a.C. (Loggì).
4 - CERVETERI. — C a v a d i p i e t r a allo scoperto, nell'area della necropoli
etrusca; si noti il modo di avanzare a gradoni e la differente altezza degli strati, do-
vuta alla varia destinazione dei blocchi che dovevano fasciare i tumuli.
Tav. XXVII
TAV. XXVIII

CAVE DI PIETRA, ANTICHE E MODERNE

1 - SIRACUSA. — G r o t t a d e i C o r d a r i . E' facilmente riconoscibile il sistema


adoperato per il taglio e il distacco dei massi, particolarmente nel lato posteriore. Dopo
avere isolato il lato superiore, il frontale e i due laterali, si procedeva, per mezzo di pic-
coni dal lungo taglio, ad incidere il lato posteriore; data la ristrettezza dello spazio, il
taglio avveniva sempre un po' inclinato, e questo spiega le leggere riseghe e l'inclina-
zione di tutta la parete.
2 - MARINO. — C a v e m o d e r n e d i p e p e r i n o . Il procedimento di lavoro
è esattamente lo stesso di quello adoperato dai Greci e dai Romani. Fino a qualche
tempo fa si eseguiva ancora il taglio in galleria; oggi si preferisce di farlo su grandi
banchi allo scoperto per motivi di sicurezza. Si osservi lo stesso procedimento a leggere
riseghe descritto di sopra.
Tav. XXVIII
TAV. XXIX

STRATIFICAZIONE DELLA ROCCIA E SPEZZAMENTO DEI BLOCCHI

i - CORTONA. — M u r a u r b a n e . La differente altezza e lunghezza dei fi-


lari che si osserva nelle mura di Cortona dipende dalla stratificazione geologica
della roccia che fornì il materiale sul luogo stesso. Le mura si possono datare fra
il IV e il III sec. a. C.
2 - TERRACINA. — P e s c o M o n t a n o . Si vedono qui chiaramente gli strati
sedimentari della pietra calcarea che fu estratta per la costruzione delle fabbriche della
città, approfittando dei piani di stratificazione.
3 - SEGNI. — M o n t e L e p i n o . Tratto di roccia preparato per il distacco
di un masso, con i fori per l'innesto dei cunei da ribattere, in modo da ottenere l'iso-
lamento definitivo.
4 - OSTIA. — F o r o . Blocco sagomato, rinvenuto dinanzi alla basilica e già
spezzato in grosse lastre dai depredatori dell'età di mezzo, mediante il sistema in uso
ancora oggi presso i cavatori di pietra. Nei lunghi solchi rettangolari si incastravano
4-5 lamine di ferro e fra queste si infilavano i cunei, che, più volte ribattuti, con-
ducevano al totale distacco.
TAV. XXX

MEZZI DI SOLLEVAMENTO RIPRODOTTI IN RILIEVI ANTICHI

1 - MUSEO LATERANENSE. — R i l i e v o c o n l a c o s t r u z i o n e d i u n s e -
p o l c r o . Decorava la tomba degli Haterii e raffigura il modo di sollevare i massi
per mezzo di una grande gru. Un lungo asse, tenuto nell'inclinazione voluta da nu-
merosi tiranti scorrevoli, sostiene un gruppo di carrucole, intorno alle quali gira più
volte una fune; un'estremità di essa è avvolta intorno ad una grande ruota di legno
azionata da numerosi operai nell'interno (Alinari n. 6387).
2 - PRATICA DI MARE. — L a s t r a f i t t i l e s c o l p i t a . Un operaio, ma-
novrando un paletto di ferro o di legno, dirige il movimento di un grande blocco
tenuto sospeso dai ferrei forfices; la tanaglia è legata all'estremità di una fune, la
quale pende da una « c a p r a » . Il blocco ha la forma della prua di una nave. (« Monum.
Antichi Lincei » XIII (1903), p. 169 e fig. 8).
3 - MUSEO N A Z . ROMANO. — R i l i e v o d a l p o r t o d i T e r r a c i n a .
Costruzione di un muro in opera quadrata con cornice e parapetto: vi assiste un im-
peratore, forse Traiano, contornato da ufficiali e ingegneri. Alcuni operai eseguono,
mediante l'ascia bipenne da sbozzatore, la levigatura dei massi; un altro operaio acco-
sta al posto stabilito un blocco già squadrato, stretto dai ferrei forfices, e sollevato me-
diante una « c a p r a » . (Forma Italiae, Anxur-Tarracina, tav. I).
4 - ARLES. — Museo. P i c c o l o r i l i e v o s e p o l c r a l e con gli strumenti
di lavorazione della pietra: squadra, cuneo o scalpello, modulo, ascia da cavatore, ar-
chipendolo, ascia da sbozzatore.
5 - ARLES. — Les Alyscamps. R i l i e v o r o m a n o , creduto di età merovingia,
con archipendolo, ascia e filo a piombo.
6 - CAPUA V. — R i l i e v o v o t i v o d a l l ' A n f i t e a t r o . A sinistra : grande
ruota per il sollevamento dei blocchi; gli operai, che si arrampicano sulle traversine
interne, fanno girare col loro peso la ruota e permettono l'avvolgimento intorno al
suo fusto della fune, che con un sistema di carrucole solleva una colonna. Il rilievo
è dedicato da un tal Lucceio Peculiare alle tre divinità : Minerva, Giove e Diana.
(Mostra della Romanità).
Tav. XXX
TAV. XXXI

SOLLEVAMENTO E COLLEGAMENTO DEI BLOCCHI

1 - ROMA. — P o d i o d e l t e m p i o d i M a r t e U l t o r e . I blocchi po-


sti per lungo presentano verso la metà, in alto, un foro per la presa con i ferri forfices;
quelli intermedi, per testa, hanno i fori per i perni verticali che li saldavano a quelli
del filare superiore.
2 - Esempio moderno di olivella in tiro (sollevamento di un pilastro sagomato,
in marmo), corrispondente esattamente al metodo usato dagli antichi. Olivella a 2
sbarre cuneate ed una intermedia piana, entro incasso riempito di sabbia ("Cozza).
3 - ALBA FUCENSE. — P o z z o r i t u a l e dinanzi alla basilica forense : è for-
mato di quattro lastre verticali di pietra, calate per mezzo dell'olivella o dei ferrei for-
fices a braccia divaricate (De Visscher).
4 - ROMA. — G r a n d e b l o c c o d i m a r m o con l'iscrizione di Lucio
Cesare, presso la basilica Emilia. Lato lungo superiore con il foro mediano per l'oli-
vella.
5 - POLA. — E d i f i c i o n e l F o r o fra i due templi (Curia ?). Tratto del
basamento settentrionale, con fori per l'olivella nel mezzo del lato superiore di ciascun
blocco, e grappe a coda di rondine nelle giunture di due blocchi affiancati. Il gradi-
no inferiore presenta una bugnatura a cuscino, con anathyrosis (Mirabella-Roberti).
6 - VIENNE (Gallia Narbonense). — T e a t r o . Il pavimento del pianerottolo
terreno è formato di lastre in piano, adagiate per mezzo dell'olivella. Questo sistema
si usava particolarmente per il collocamento in opera di lastre o blocchi per i quali
era difficile eseguire la manovra di fianco.
Tav. xxxr
TAV. XXXII

SOLLEVAMENTO E COLLEGAMENTO DEI BLOCCHI

1 - AGRJGENTO. — T e m p i o d i Z e u s O l i m p i o (480-430 a. C ) . I bloc-


chi enormi che formavano le pareti e la trabeazione dell'edificio erano sollevati col
sistema detto ad orecchioni, cioè mediante due solchi ad U scavati nelle pareti laterali
lunghe; entro questi solchi venivano collocate le funi che giravano poi nelle carrucole
sospese ai castelli lignei. I blocchi di maggiori dimensioni avevano due incavi abbi-
nati.
2 - SELINUNTE. — R o v i n e d e l T e m p i o E. (490-480 a. C). I grandi
rocchi delle colonne doriche e i capitelli presentano alcuni fori nelle superfici a con-
tatto, entro i quali erano incastrati i perni di legno che tenevano solidamente connesse
le varie membrature architettoniche.
3 - ROMA. — F o r o d i C e s a r e . Pilastro fra due taberne del recinto occi-
dentale. I fori che si vedono presso il margine superiore dei blocchi servivano per tenere
aderenti le lastre marmoree del rivestimento, mediante arpioni. I blocchi del pilastro
e i conci laterali delle piattebande sono in tufo, mentre quelli delle imposte e delle
chiavi sono in travertino per una maggiore resistenza al doppio carico verticale e
orizzontale.
4 - ROMA. — F o r o d i A u g u s t o . Fondazione dell'arco di Druso (o di
Germanico). I blocchi sono collegati con grappe in ambedue i sensi: nel primo e nel
secondo filare di sinistra si vedono gli incavi per l'assestamento dei blocchi superiori,
mediante paletti di ferro.
5 - ROMA. — M u r a « S e r v i a n e » s u l V i m i n a l e . I grandi blocchi
di peperino in parte erano collegati con arpesi in ferro, in parte presentavano nelle
pareti a contatto solchi a doppia coda di rondine, trovati vuoti. Il Boni pensa a in-
cavi inaugurali, ma è più probabile che vi fossero collocate grappe di legno, corrose
poi col tempo (« Notizie Scavi » 1910, p. 500).
Tav. XXXII
TAV. XXXIII

ACCOSTAMENTO E IMPERNIAMENTO DEI BLOCCHI

1 - ROMA. — F o r o d i A u g u s t o . Piano superiore di un architrave mar-


moreo. A sin. si notano due solchi regolari a cuneo, entro i quali veniva colato il
piombo che doveva fissare il pernio metallico nella vaschetta terminale: gli altri incavi,
più rozzamente scolpiti, servivano per far leva con i paletti di ferro che in più dire-
zioni spingevano i blocchi superiori della trabeazione fino al punto voluto. Questo era
preventivamente disegnato con un piccolo solco, detto di fede.
2 - ROMA. — T e m p i o d i A n t o n i n o e F a u s t i n a . Incavo nel ; quale era
collocato il pernio, o arpione, metallico che teneva uniti orizzontalmente i due blocchi.
3 -.VIA PRENESTINA. — P o n t e d i N o n a . Piccoli incavi tondeggianti fra
blocco e blocco nei giunti orizzontali, per appoggiarvi i paletti di ferro durante la
manovra di accostamento del blocco superiore.
4 - VIENNE. — T e a t r o . Bell'esempio di anathyrosis, o fascia marginale,
delineata in un gradino per il perfetto contatto verticale di due blocchi contigui. La
parte intermedia è un po' incavata e lasciata grezza.
5 - ROMA. — P o r t a M a g g i o r e . Fori di appoggio per i paletti di acco-
stamento: i due più a sinistra, usati in serie, indicano un primo tempo del lavoro,
quando il blocco era ancora discosto; gli altri due, presso il margine inferiore del se-
condo filare, indicano l'ultima spinta per l'assestamento definitivo.
6 - PORTO OSTIENSE. — C o l o n n a d e l p o r t i c o d i C l a u d i o . Nel
rocchio inferiore rimane ancora una delle tre bozze perimetrali, che, per mezzo di
una fossetta, permettevano la manovra del paletto di assestamento. Non fu poi scal-
pellata per quella moda del rustico seguita nell'età di Claudio.
Tav. XXXIII
TAV. XXXIV

MANIERA GRECA DELL'OPERA QUADRATA

La maniera greca consisteva nel costruire un muro con blocchi ben squadrati e
allineati; si chiamava isodoma, quando i blocchi avevano tutti la medesima altezza,
e pseudo-isodoma quando le altezze dei filari erano, differenti. (Vitruvio n , 8, 5-6).
Per meglio collegare i blocchi della cortina esterna con quelli dell'interno, si colloca-
vano a date distanze alcuni blocchi col lato detto « contro » o « testa » in facciata e
i « versi » in profondità; essi erano detti diatoni; gli altri, posti per alto, cioè con
uno dei versi in facciata erano detti ortostati; spesso si alternavano due o tre file di
una medesima altezza con file o fascie di assestamento di altezza minore, ma di mag-
giore profondità (fig. 1).
Gli esempi che sono riprodotti nella presente tavola non hanno alcun rapporto
nè etnico nè cronologico fra di loro, ma solo tecnico; ciò vale anche per gli esempi
seguenti.
1 - PERGAMO. — Mura della città di Eumene (« Pergamon » I, 2, tav. 28).
2 - GELA. — Muro in località Capo Soprano, a ponente della città, con con-
trafforti interni (cfr. tav. LVII, 1). Ortostati in corrispondenza dei contrafforti. Il
loro colore più chiaro dipende dal verso della pietra tagliata.
3 - SELINUNTE. — Mura dell'acropoli presso la porta nord. Ortostati e diatoni
alternati.
4 - POMPEI. — Mura della città presso l'anfiteatro (II fase). Diatoni di legamento
a distanze irregolari.
Tav. XXXIV
TAV. XXXV

MANIERA ETRUSCA DELL'OPERA QUADRATA

1 - ORVIETO. — F a c c i a t e d i t o m b e . Sono costruite con grandi blocchi


parallelepipedi, di volume differente e collocati tutti nel senso della lunghezzza, come
d'uso nei monumenti etruschi {Moscioni n. 5134).
2 - VOLTERRA. — M u r a u r b a n e p r e s s o Santa Chiara. Furono
sottofondate nel Medioevo, quando il livello esterno fu abbassato. La parte superiore,
antica, ha i massi disposti a filari orizzontali, più o meno alti, a seconda della stra-
tificazione della roccia; sono frequenti gli scheggioni di pareggiamento e le zeppe di
calzatura fra blocco e blocco. Questi sono tutti disposti nel senso della lunghezza.
3 - CORTONA. — M u r a u r b a n e n e l l a t o o c c i d e n t a l e . La stratifica-
zione della roccia ha imposto l'altezza dei filari, la quale altezza si fraziona o si mol-
tiplica nello spazio di pochi metri. Il principio che regola la costruzione è ancora quello
dell'opera poligonale, cioè si fonda sul peso e sull'accostamento, senza la preoccupa-
zione di un collegamento razionale dei massi fra di loro.
4 - FIESOLE. — T r a t t o d e l l e m u r a , in opera quadrata. Le mura di
Fiesole presentano due o tre modi differenti di costruzione, dalla poligonale alla qua-
drata; quest'ultima segue piuttosto la maniera etrusca ed è prevalente nel lato orien-
tale. Taglio dei blocchi e loro giunture assai irregolari (Soprint. Ant. Etruria).
Tav. XXXV
TAV. XXXVI

OPERA QUADRATA DI ETÀ' ARCAICA IN ..ROMA

i - B a s a m e n t o d e l t e m p i o d i G i o v e C a p i t o l i n o . — Nucleo
interno in blocchi di tufo granulare (cappellaccio), cavato nelle falde del colle stesso.
L'altezza dei blocchi è uniforme (25-28 cm.), mentre la lunghezza è variabile. Non vi
sono tracce nè di perni nè di grappe; restano invece sulle pareti i'solchi di spiana-
mento fatti col piccone a punta {Comune di Rama).
2 - M u r a « S e r v i a n e » s u l l ' A r c e . — Furono scoperte nel 1930, ma fu-
rono purtroppo rimosse per la costruzione del Museo del Risorgimento e dell'attigua
scala. Erano formate da numerosi strati di cappellaccio, alternati un filare per testa
ed uno per verso. Appartenevano alla primitiva fortificazione del colle (Comune di
Roma).
3 " A g g e r e d e l l ' E s q u i l i n o . — Contromuro di sostegno del terrapieno
dell'Aggere, nel lato interno. Si vede all'angolo di via Gaeta ed è simile all'altro
della tav. XLI, fig. 4.
4 - T e m p i o d e i C a s t o r i . — Dentro il nucleo cementizio del tempio di
L. Cecilio Metello (117 a. C.) rimangono alcuni avanzi del tempo primitivo, dedicato
nel 484 a. C. dal figlio del dittatore Postumio. Sono in piccoli blocchi di tufo gra-
nulare, disposti tutti nel senso della lunghezza ed alti in media 28 cm.
Tav. XXXVI
TAV. XXXVII

BASAMENTI E FONDAZIONI A STRATI ALTERNI

1 - CAMPIDOGLIO. — P l a t e a d e l T e m p i o di G i o v e presso l'angolo


orientale (via di Monte Tarpeo), in tufo granulare; il filare leggermente sporgente
indica il piano di spiccato. Larghi interstizi rimangono fra i giunti verticali, e le super-
fici esterne sono in parte ancora grezze.
2 - PALATINO. — M u r a p r i m i t i v e d e l c o l l e . I pochi filari in cappellaccio
addossati alla roccia, a sinistra in alto, appartengono all'età regia e presentano già la
disposizione in chiave e Yanathyrosis. I filari in tufo semilitoide, che fasciano
all"esterno il muro precedente, appartengono alla cinta della metà del IV sec. a. C.
3 - PALATINO. — M u r a e s o s t r u z i o n i . Gli avanzi più importanti si tro-
vano presso le Scalae Caci, nelle pendici lungo il clinus Victoriae e sopra il Paeda-
gogium. Presso le Scale di Caco i filari sono accuratamente disposti per testa e per
lista, e i blocchi, in tufo di Grotta Oscura, sono regolarmente tagliati nelle misure
medie di 57 x 115. Nei blocchi disposti per lungo si nota lo stesso lavoro di spiana-
mento della superficie fatto con il piccone a penna, come nel blocco siracusano ripro-
dotto nella tav. XXVI, fig. 5 (Soprini. Antichità).
4 - ARDEA. — Basamento del tempio sull'acropoli. La disposizione dei filari è la
medesima della fig. 3; soltanto, trattandosi di fondazioni coperte, il taglio e la messa
in opera dei blocchi sono meno accurati. Nel primo blocco del secondo filare, dal
basso, è inciso un marchio di cava (Cf. « Notizie Scafi » 1944-45, pag. 88, fig. 9).
Tav. XXXVII
TAV. XXXVIII

ESEMPI DI OPERA QUADRATA ALLA MANIERA ROMANA

1 - OSTIA. — M u r o d e l p r i m i t i v o C a s t r o . E' costruito tutto con


materiale nuovo di cava, proveniente dalle colline di Fidene. I filari si alternano uno
per testa ed uno per lungo, ma tra i blocchi per testa ve n'è ogni tanto qualcuno
per lungo, e viceversa. Non si osservano grappe, nè segni incisi e sono dubbi alcuni
fori per il sollevamento. I giunti verticali sono talvolta obliqui e quelli orizzontali
leggermente sinuosi.
2 - LANUVIO. — B a s a m e n t o d e l c o s ì d e t t o T e m p i o d i È r c o l e .
Blocchi squadrati al filo e lasciati un po' ruvidi in superficie, con bordo marginale.
Si noti la considerevole lunghezza di alcuni blocchi collocati per lista e il taglio regola-
rissimo di quelli collocati per testa. Nel filare più basso i massi sporgenti erano rico-
perti dal terreno in declive. Nei tre filari mediani è una sutura mal riuscita.
3 - SEGNI. — Tratto delle mura presso la Porta Romana, rifatto nell'età delle
guerre civili in opera quadrata a strati alterni, su fondazioni precedenti in opera poli-
gonale.
4 - VICOVARO. — M u r a u r b a n e d e l l ' a n t i c a V a r i a . Bugnato ru-
stico a strati alterni con voluta omogeneità dell'altezza dei filari. Età fra i Gracchi e
Siila della nuova colonia romana.
Tav. XXXVIII
TAV. XXXIX

ESEMPI VARI DI OPERA QUADRATA

1 - ROMA. — C a r c e r e T u l l i a n o . Particolare della facciata in travertino,


con filari di altezza differente e giunti obliqui (IV-III sec. a. C ) .
2 - ROMA. — T e m p i o d i S a t u r n o n e l F o r o . Particolare del basamento
eretto da Q. Lutazio Catulo nel 42 a . C , in sostituzione di quello più antico del 493
a . C . I blocchi hanno altezze e lunghezze differenti e sono uniti senza arpioni. I fori
che delimitano un rettangolo reggevano forse un quadro marmoreo.
3 - TUSCOLO. — M u r o d e l l ' a c r o p o l i presso il teatro. Presenta caratteri di
alta antichità, sia per la vicinanza con la cisterna arcaica, sia per esservi addossato un
altro muro in opera poligonale, con inversione della cronologia abituale. Il sistema del-
l'opera quadrata è quello greco a ortostati e diatoni, i quali ultimi hanno una sezione
leggermente trapezoidale.
4 - ROMA. — B a s i l i c a E m i l i a n e l F o r o . Parete di una delle taberne
sulla via Sacra a filari regolari di tufo dell'Amene, appartenente al rifacimento della
facciata della basilica avvenuto negli ultimi decenni della repubblica.
5 - OSTIA. — P o d i o d e l t e m p i o d i È r c o l e . Molti templi di età
repubblicana hanno il podio formato all'interno di un grosso nucleo cementizio, e allo
esterno di un rivestimento di grandi lastre di pietra (peperino o travertino). Per ov-
viare alla mancanza di staffe di legamento, ogni 3 0 4 lastre poste in facciata (orto-
stati), se ne trova una dello stesso spessore posta per coltello (diatono) in ammorsa-
mento con l'opera cementizia. Il tempio ostiense di Èrcole, della fine del II sec. a. C.
ne costituisce uno degli esempi più caratteristici.
Tav. XXXIX
TAV. XL

LE MURA DI ROMA REPUBBLICANA, DETTE « SERVIANE »

1 - Questo magnifico tratto delle mura « Serviane », sul Viminale si è salvato


perchè Diocleziano vi gettò sopra la terra scavata per le fondazioni delle sue terme.
La facciata esterna, riprodotta nella figura, ha subito in seguito rabberciamenti e re-
stauri, per cui ha perduto quella regolarità che si vede invece in quella interna (Cf.
tav. seguente). Si osserva tuttavia la disposizione in chiave dei blocchi di tufo semi-
litoide di Grotta Oscura e la superficie levigata dell'alta parete, che va a poco a poco
restringendosi verso l'alto.
2 - Un altro bel tratto delle mura « Serviane » si è conservato sull'Aventino, ta-
gliato purtroppo in due per il passaggio della via di S. Anselmo. E' più recente, come
età, del precedente, perchè la muratura in opera quadrata di Grotta Oscura, con inter-
calato qualche masso di Aniene e di Monteverde, forma soltanto il rivestimento di uno
spesso strato interno di opera cementizia, nella quale si innestano i blocchi dei filari
collocati per testa; molti di essi sono bugnati a cuscino; tra i filari si nota un leggero
strato di calce.
L'arco, in tufo litoide, sembra essere stato inserito più tardi, come bocca di una
piazzola per macchine belliche.
Tav. XL
TAV. XLI

LE MURA DI ROMA REPUBBLICANA, DETTE « SERVIANE ;

i - A g g e r e E s q u i l i n o . — Particolare della parete interna del grande muro


in tufo di Grotta Oscura. Sopra alcuni filari più spessi, che fanno da. fondazione, si
eleva l'alta parete, che sorreggeva, verso la campagna, il terrapieno dell'aggere. I
blocchi sono disposti — ma non costantemente — per testa e per lungo e sonò lasciati
grezzi in superficie, perchè non visibili. Si notano alcuni segni di cava incisi nelle
testate.
2 - P e n d i c i d e l l ' A v e n t i n o . — Particolare del bel tratto di muro nella
via di S. Anselmo, descritto nella tavola precedente. Lato esterno piuttosto corroso.
Materiale delle cave di Grotta Oscura con qualche blocco sporadico di tufo litoide di
Monteverde (in alto).
3 - V i a C a r d u c c i . — Particolare del lungo muro in tufo granulare a leg-
gere riseghe, con bugnatura rustica e anathyrosis; era addossato al taglio del colle.
Ortostati con qualche raro diatono.
4 - P i a z z a l e d e l l a S t a z i o n e . — Contromuro interno dell'aggere in
tufo granulare a riseghe : blocchi posti tutti nel senso della lunghezza, con il lato
superiore smussato.
Tav. XLI
TAV. XLII

SEZIONI DELLE MURA « SERVIANE » IN OPERA QUADRATA

i - 2 - Le sezioni riprodotte nelle figure i e 2 mostrano la somiglianzà della tec-


nica nei muri in tufo granulare o cappellaccio per tutto il recinto. (1 : S a 1 i t a d e l
G r i l l o ; 2: V i a C a r d u c c i ) , con blocchi sovrapposti senza norma e senza alcun
legamento metallico. L'altezza dei filari si mantiene fra i 25 e i 30 cai., mentre ia
lunghezza dei massi varia da 75 a 125 cm., con qualche eccezione di maggior mole.
3-4 - La stessa uniformità si osserva nei tratti costruiti in tufo semilitoide, come
ad esempio sull'Aventino (3 : V i a d e i D e e i i) e sul Quirinale (4 : S. S u s a n n a).
Qui prevale la disposizione in chiave con accurata simmetria, e varia lo spessore del
muro a seconda della località. Nel tratto presso la vecchia Stazione Ferroviaria, in tufo
litoide e peperino, i blocchi erano collegati da code di rondine e presentavano fori per
il sollevamento a tenaglia e per i paletti di accostamento. («Nuoi'a Antologia» 1911,
p. 590 e tavola).
Tav. XLII
TAV. XLIII

MURA DI FALERII NOVI (S. MARIA DI FALLERI)

1-3 - Dopo la conquista e la distruzione della potente città di Falerii, i Romani


costruirono una nuova città in luogo pianeggiante, a circa 5 chilometri di distanza, e
la fortificarono con un poderoso muro in opera quadrata di tufo litoide, fornito di torri
a catena e di porte ad arco. Nella fig. 1 {Moscioni 5864) si ha una veduta comples-
siva di parte del lato settentrionale, fino quasi all'altezza originale; nella fig. 2 un"par-
ticolare dell'esterno (strati alterni, giunti esattamente combacianti, pareti lisce) e nella
fig. 3 un particolare dell'interno, in cui la stessa muratura è lasciata grezza, e meglio vi
appare la tecnica seguita nella messa 111 opera dei blocchi.
Tav. XLIII
T A V . XLIV

ESEMPI VARI DI OPERA QUADRATA

1 - LANUVIO. — P o d i o d e l t e m p i o m a g g i o r e s u l l ' a c r o p o l i . Ma-


niera etrusca a blocchi posti tutti nel senso della lunghezza, con filari di altezza uni-
forme (opera isodoma). Un leggero smussamento nei margini dei blocchi è il solo ar-
tificio tecnico usato dall'architetto (Moscioni 20260).
2 - CUMA. — M u r a d e l l a c i t t à . Rivestono un taglio artificiale al piede della
collina. Tecnica simile alla precedente con filari bassi ed esattamente orizzontali. L'o-
pera cementizia che sostituisce l'opera quadrata nelle parti mancanti è di fattura mo-
derna.
3 - VELIA. — T r a t t o d e l l e m u r a s o t t o i l C a s t e l l o m e d i e v a l e .
L'ottima posizione della città — una delle più importanti colonie greche dell'Italia me-
ridionale, sulla costa Tirrenica — era resa ancor più sicura da una robusta fortificazione
in opera quadrata, molto simile a quella di Cuma (Maiuri).
4 - GNAZIA. — M u r a u r b a n e . Questa città dell'antica Apulia, che dovè la sua
importanza al fatto di essere situata sulla via costiera fra Bari e Brindisi, conserva le
mura di cinta per quasi tutto il perimetro. Sono formate di opera quadrata a doppia
cortina, con blocchi bene collegati fra di loro, pur senza regola (Brigidd).
Tav. XLIV
TAV. XLV

ESEMPI VARI DI OPERA QUADRATA

1 - PERUGIA. — M u r a a d o v e s t d e l l ' a r c o d i A u g u s t o . E' incerto se


queste mura appartengano all'età etrusca o alla romana. I blocchi hanno misure assai
varie ed i filari si spezzano con molta frequenza; i giunti verticali sono obliqui e non
sempre esattamente aderenti.
2 - PESTO. — M u r a , l a t o m e r i d i o n a l e . Le mura che recingono la vasta
città della Lucania hanno subito considerevoli rifacimenti e restauri in tutte le età, sic-
ché non è sempre facile riconoscere quali siano quelle originali della colonia greca e
quali le posteriori dei tempi lucano e romano. Questo tratto sembra doversi attribuire
all'età romana, perchè vi è seguita la disposizione in chiave, pur con eccezioni.
3 - SIRACUSA. — A n f i t e a t r o . Fu costruito nell'età di Augusto, scavando nella
roccia l'arena e parte della cavea e sopraelevando il resto con pareti in opera quadrata
e in opera reticolata. L'opera quadrata è abbastanza accurata, ma i filari sono di altezze
differenti.
4 -TINDARI. — M u r a n e l l a t o d i l e v a n t e . Le mura che ancora oggi
si ammirano per notevole parte del perimetro, appartengono alla colonia greca, fon-
data da Dionisio I nel 326 a. C, in un promontorio presso Milazzo. Vi si notano
però restauri di età più tarda, forse romana, come quello che si vede nella figura
(Gismondi).
Tav. XLV
TAV. XLVI

SEZIONI E TESTATE DI MURI

1 - ROMA. — M u r o « S e r v i a n o » a i p i e d i d e l C a m p i d o g l i o . Lo
spessore è formato di due blocchi parallelepipedi di tufo granulare, collocati uno per
testa ed uno per lungo a strati alternati, in modo che ambedue le facciate abbiano
la disposizione in chiave {Comune di Roma).
2 - FALERII N O V I . — S e z i o n e d e l m u r o d i c i n t a nel Iato orientale. E'
isolato da ambedue le parti e presenta una disposizione in chiave, formata in uno
strato da due, e in un altro da tre blocchi, dando così alle due facciate lo stesso
aspetto (cf. tav. X L I I I ) .
3 - GNAZIA. — T e s t a t a d e l l e m u r a che si protendono verso il mare:
i blocchi hanno la lunghezza doppia della larghezza, per cui sono stati collocati con
regolarità a filari alternati (Brigida).
4 - SIRACUSA. — C a s t e l l o E u r i a l o . Pilastro del grande fossato. E' una
vera opera isidoma con blocchi tagliati secondo misure obbligate, per cui nel filare
per testa ne entrano due e in quello per lungo tre. Le giunture sono perfette e la
superficie è lasciata spesso rustica, formando un leggero bugnato.
Tav. XLVI
TAV. XLVII

SOSTRUZIONI DI STRADE

1 - VIA APPIA. — T r a F o n d i e I t r i : corre sopra un gradino del colle per


l'altezza odierna di nove filari, formati da blocchi di calcare, posti tutti nel senso
della lunghezza. Superficie esterna leggermènte convessa (Ashby).
2 - VIA FLAMINIA. — P o n t e F o n n a i a con larga spalla di blocchi paral-
lelepipedi, disposti alla maniera greca: blocchi per lungo, collegati col nucleo interno
mediante diatoni. Il filare che fa da imposta all'arco è più stretto e penetra maggior-
mente in profondità (Ashby).
3 - VIA APPIA. — V i a d o t t o d i V a l l e A r i c c i a . Viene attribuito all'età
dei Gracchi ed è un'opera veramente grandiosa per la mole e per l'accuratezza del
lavoro. Mentre nel basamento l'opera quadrata occupa tutto lo spessore del muro (circa
m. 6) nella parte superiore costituisce solo il^ paramento di un nucleo cementizio
interno, nel quale si ammorsa per mezzo di diatoni (Ashby).
4 - TODI. — A n t i c a r a m p a inclusa nelle mura medioevali, sotto il convento
di S. Fortunato. Era in relazione con una porta, in corrispondenza dell'odierna porta
Libera, presso la quale aveva inizio il cardine massimo. Opera quadrata alla maniera
etrusca (Cf. Forma Italiae, Tuder-Carsulae, I zona, fig. 9).
Tav. XLVII
TAV. XLVIII

OPERA QUADRATA PER RIVESTIMENTO DELL'OPERA CEMENTIZIA

1 - ROMA. — T e m p i o d e i C a s t o r i . E' un esempio di opera qua-


drata in negativa, cioè di opera quadrata che è stata asportata ed ha lasciato l'impronta
dei blocchi nella parete in opera cementizia che forma il nucleo interno del basa-
mento. Esso appartiene alla seconda fase del tempio (117 a. C.) e mostra già la per-
fetta tecnica di collegamento dei due sistemi costruttivi per edifici di grande mole.
2 - PALESTRINA. — T e r r a z z a i n f e r i o r e . L'asportazióne di alcuni tratti
del paramento a blocchi parallelepipedi lascia vedere la muratura interna in opera
cementizia, databile ai primi decenni del I sec. a. C; i blocchi vi sono disposti a
filari alterni in modo da innestarvi saldamente i diatoni dei filari collocati per testa
(Moscioni 9051).
3 - FERENTINO. — B a s t i o n e d e l l ' a c r o p o l i . Questo interessantissimo
monumento della prima età sillana presenta in una stessa parete quattro diversi sistemi
costruttivi, tutti contemporanei fra di loro : opera poligonale, di due tipi, nello zoc-
colo; opera quadrata, leggermente bugnata, al di sopra; nucleo interno in opera cemen-
tizia; controparete del nucleo stesso in opera incerta, la quale delimita il lato esterno
del criptoportico.
4 - AOSTA. — L a t o e s t e r n o ( s u d ) d e l l e m u r a . L'opera quadrata,
tagliata in lastre, forma la placcatura di una massa compatta di grosse scaglie di pietra
e malta; alcuni filari più stretti fanno piani di posa e di legamento. La facciata interna
è lasciata grezza e s'innalza a riseghe (Forma ltaliae, Augusta Praetoria, IV zona,
fig. 11).
Tav. XLVIII

^^1
Tf*
TAV. XLIX

SEGNI INCISI SUI BLOCCHI

Sull'origine e sul valore di questi segni si è lungamente trattato nel paragrafo


relativo del testo. Il loro uso prevale nell'età repubblicana e nell'Italia centro-meridio-
nale. In Roma si incontra quasi esclusivamente nel tufo semilitoide di Grotta Oscura.
E' incerto se questi segni fossero cifre, lettere dell'alfabeto, sigle di nomi o simboli
apotropaici, cioè se servissero come marchi di cava per indicare la quantità di pietra
inviata dalla cava al cantiere, e quindi la maestranza che l'aveva tagliata, oppure for-
mule contro il malocchio, quasi a difendere le mura dall'invidia del nemico; va osser-
vato che si trovano soltanto nella facciata interna delle pareti e di preferenza nelle
testate dei massi.
Sono qui riprodotti alcuni esempi:
i - ROMA. — M u r a « S e r v i a n e » alla Stazione (SAFLUND, Mura di
Roma repubbl., tav. 25).
2-3 - POMPEI. — M u r a S a n n i t i c h e p i ù recenti, presso porta
V e s u v i o .
4 - POMPEI. — M u r a Sannitiche p i ù antiche, presso l'Anfi-
teatro.
5 - ROMA. — T e m p i o di A n t o n i n o e F a u s t i n a : podio sotto la
gradinata.
Tav. XLIX

JL J T :
TAV. L

BUGNATO RUSTICO

1 - TIVOLI. — C o l l e N o c e l l e . Questo esempio mostra che il bugnato


si trova già nell'opera poligonale della terza maniera, con l'intenzione di dare al
muro un'impronta di robustezza e di rusticità, consona alla campagna rupestre che
contorna questa massiccia piattaforma di villa suburbana (« Papers British School »
III | 1906], tav. X, fig. 20).
2 - TERRACINA. — C . d. t e m p i o d i M i n e r v a . Grande basamento di
blocchi parallelepipedi collocati per testa con bugnato a cuscino. La bugnatura riveste
prevalentemente gli strati inferiori, quasi ad indicarne la maggiore robustezza e resi-
stenza al peso (Cf. Forma ltaliae, Anxur-Tarracina, III zona, fig. 28).
3 - VIA APPIA. — V i a d o t t o d i V a l l e A r i c c i a . Anche in questo
caso la bugnatura è riservata particolarmente ai blocchi in testata, e agli strati infe-
riori, per i motivi detti di sopra.
4 - CASTRA ALBANA. — II robusto muro di grandi massi di peperino bugnati a
baule, che recinge l'accampamento della Legione II Partica, fondato da Settimio Se-
vero sui Colli Albani, è uno degli ultimi esempi di opera quadrata in Italia
(aAusonia» IX [1914], p. 214).
Tav. L
TAV. LI

ESEMPI DI BUGNATO IN ROMA

1 - P i l o n e d e l l ' a c q u e d o t t o M a r c i o , presso l a Porta Maggiore.


Si noti la diversa maniera di scolpire i blocchi in facciata. Quelli dei filari inferiori
sono rustici, ma a superficie piuttosto pianeggiante; quelli dei filari superiori sono
bugnati, se collocati per testa, rustici con margine piano, se collocati per lungo.
2 -Pilastri della b a s i l i c a A r g e n t a r i a , nel Foro d i Cesare.
Blocchi di altezza irregolare con forte bugnato, limitato da anathyrosis; disposizione
alterna (Comune di Roma).
3 - M . u r o di t e r r a z z a m e n t o in cappellaccio, scoperto presso Santo
Eusebio sull'Esquilino e demolito. Bugnato rustico con anathyrosis nei tre filari supe-
riori che emergevano dal terreno (Soprint. Antichità)
4 - F o r o d i A u g u s t o . — Esterno del grande muro di recinzione in
peperino e pietra gabina. Bugnato a scancio, o ad unghiatura, nei blocchi in testata.
5 - F o r o di T r a i a n o . — Avanzo del muro di recinzione verso i Mer-
cati. Bugnato a cuscino con margine piano. Piccoli fori antichi per la presa a tenaglia,
e. fori più grandi, moderni, per l'asportazione degli arpioni metallici.
Tav. LI
TAV. LII

FORME ACCENTUATE DI BUGNATO

1 - ROMA. — T e m p i o d e l D i v o C l a u d i o s u l C e l i o . Arcate
sostruttive del lato occidentale del grande quadriportico che contornava il tempio. Le
testate dei pilastri e le armille degli archi presentano grosse bozze rustiche accen-
tuate dalla considerevole sporgenza del blocco in chiave. Contrastano le parti superiori
delle lesene (che avrebbero dovuto decorare l'intero pilastro) e le fasce dell'architrave.
E' incerto se questa singolare architettura sia l'effetto di un'omessa rifinitura del lavoro,
occasionale o voluta, oppure abbia avuto fin dal principio lo scopo di dare un mag-
giore risalto di chiariscuri alle potenti masse murarie (Comune dì Roma).
2 - PORTO OSTIENSE. — P o r t i c o t e r m i n a l e d e l l e f o s s e t i b e -
r i n e di C l a u d i o . Le colonne che costituiscono questo grande portico in
forma di T, una volta prospiciente il mare, hanno i tamburi appena sbozzati, così come
provenivano dalla cava, con i soli bordi a contatto portati al filo. Al contrario, i capi-
telli e le basi sono abbastanza bene rifiniti, quantunque tradiscano anch'essi la tecnica
usata nella lavorazione e nella posa in opera dei massi (cf. tav. XX.XIII, fig. 6).
Tav. LII
TAV. LUI

BOZZE O UMBONI NELL'OPERA QUADRATA

Già nei monumenti dell'Asia Minore e della Grecia, e poi in quelli della Sicilia,
della Magna Grecia e di Roma, si trovano alcune bozze, più o meno spogenti e
di forma piramidale, conica o emisferica, lasciate sui blocchi — specialmente esterni e
delle zone inferiori — senza però una norma fissa. Gli edifici sono indifferentemente :
templi, mura, porte di città, anfiteatri, teatri, ecc, e i blocchi contrassegnati si trovano
tanto nei gradini, quanto negli archi e nel pieno delle pareti.
Sullo scopo di queste strane protuberanze si sono fatte molte ipotesi (v. testo), tra
cui la più accreditata è che servissero per allontanare il malocchio del nemico e l'in-
vidia degli dei dal lavoro umano. Non è escluso, tuttavia, almeno per alcuni di essi,
uno scopo tecnico per la messa in opera dei blocchi, od anche estetico, a guisa di un
bugnato ridotto; così pure non è detto che in ogni età e presso ogni popolo avessero
lo stesso scopo. Gli umboni sono rari nell'età repubblicana e nei muri di tufo; fre-
quenti nell'impero e nei muri di marmo.
Come esempi caratteristici si riproducono:
1 - SEGESTA. — T e m p i o d o r i c o . Fu iniziato verso il 426 a.C. e sembra che
rimanesse incompiuto nel 409; è l'esempio più antico in Italia.
2 - ROMA. — P o r t a A p p i a , o di S. Sebastiano, delle Mura di Aureliano.
Fu rifatta da Arcadio ed Onorio nel 403 d.C; è l'esempio più recente.
Tav. LUI
TAV. LIV

ESEMPI DI MURI CON UMBONI

1 - CIRENE. — B a s a m e n t o d i e t à i m p e r i a l e , formato con blocchi di


edifici precedenti. In alcuni di essi, a superfìcie grezza, si osservano bozze in forma
di piramide tronca, talvolta abbinate.
2 - SELINUNTE. — Z o c c o l o d i e d i f i c i o g r e c o , lungo il cardine massimo,
conservato al di sotto di fabbriche dell'età romana e bizantina. Listello marginale e
solco di chiaroscuro.
3 - ROMA. — T e m p i o d e i C a s t o r i . Fondazione in travertino di una co-
lonna del periptero (lato orientale). Non visibile in antico.
4 - ROMA. — P o r t a P i n c i a n a . Facciata esterna. Vari umboni in forma
emisferica, scolpiti anche nei piedritti del fornice.
5 - ARLES. — A n f i t e a t r o . Gradinata della cavea con parti di restauro. Um-
boni a tronco di piramide, spesso abbinati. Si trovano anche nella fascia superiore in-
terna del secondo ordine, in forma emisferica.
6 - SPALATO. — II t e m p i o r e t t a n g o l a r e . Nella elegante opera isodoma
della cella, spiccano sulla cornice di base del lato posteriore e su di un blocco del
lato lungo di sinistra, alcune protuberanze emisferiche, scolpite con un'intenzione
che a noi sfugge.
Tav. LIV
TAV. LV

PODII DI TEMPLI IN PIETRA

1 - ROMA. — T e m p i o A d e l l ' A r g e n t i n a . Podio della II fase, formato


di grosse lastre di tufo di Monteverde, elegantemente sagomate, che costituiscono la
parete esterna di un nucleo più interno in tufo di Grotta Oscura, appartenente alla
I fase (Fine del II sec. a.C.) - (« Bull. Arch. Com. » 1936, tav. II).
2 - ROMA. — T e m p i o d i V e i o v e n e l l ' A s i l o . Spigolo posteriore tan-
gente al Tabulano. Basso podio in opera cementizia, rivestito con lastre di travertino,
scorniciate sopra e sotto e disposte a diatoni e ortostati come nella tav. XXXIX, fig. 5.
Lesena all'angolo della cella in tufo, intonacato a finto marmo (80-75 a.C). (« Bull.
Arch. Com. » 1942, tav. agg. A).
3 - TIVOLI. — T e m p i e t t o r e t t a n g o l a r e . Presenta lo stesso tipo di strut-
tura del tempio precedente, cioè una platea interna di tufo, rivestita all'esterno con la-
stre di travertino; anche in travertino sono le due colonne frontali e le pareti della
cella in antis. Una fascia di travertino batte un piano di posa nella fondazione in
tufo. Due bozze sono scolpite nella cornice inferiore del podio — ancora di tipo
arcaico — al disotto delle colonne frontali. (Fine del II sec. a. C ) .
4 - TERRACINA. — C a p i t o l i u m . Sezione del lato settentrionale del podio con
gli elementi portanti in opera quadrata di calcare e il nucleo interno in opera cemen-
tizia, allettata a strati (Età Augustea).
Tav. LV

? i - I •*
TAV. LVI

RIQUADRATURA ISODOMA DI PARETI

1 - POMPEI. — C a s a d i P a n s a . Decorazione di I stile, in stucco a rilievo,


imitante una architettura in opera quadrata con lesene e cornici.
2 - TERRACINA. — T e m p i o d i R o m a ed A u g u s t o . Rivestimento in gran-
di lastre di marmo bianco diviso in due zone da una fascia con ornato floreale; la zona
inferiore è liscia, la superiore è a pseudo-bugnato piano (Forma ìtaltae, Anxur-Tar-
racina, III zona, fig. 22).
3 - ROMA. — T e m p i o r o t o n d o d e l F o r o B o a r i o . E' l'unico edificio
di Roma costruito interamente in marmo alla maniera greca; ogni due filari di orto-
stati è collocata una bassa fascia di legamento, che interrompe nello stesso tempo la
monotonia della riquadratura isodoma (Età Augustea).
4. - ROMA. — T e m p i o d i M a r t e U l t o r e . Quanto rimane del rivestimento
marmoreo della cella mostra che la riquadratura esterna era simile alla precedente, con
la differenza che le sole fasce di legamento occupavano tutto lo spessore del muro.
Tav. LVI
TAV. LVII

MURI SOSTRUTTIVI CON CONTRAFFORTI INTERNI

1 - GELA. — A v a n z o d e l l a f o r t i f i c a z i o n e a v a n z a t a , verso ponente.


La parete esterna, formata di un solo filare di blocchi, è rinforzata verso l'interno da una
serie di speroni, che si addentravano nel terrapieno dell'aggere (Cf. tav. XXXIV, fig. 2).
2 - NAPOLI. — T r a t t o d e l l e m u r a g r e c h e , presso la Porta Furcillense.
E' costruito allo stesso modo delle mura di Gela con parete ad un solo filare, for-
nita di contrafforti interni. In altri luoghi le mura sono a doppia cortina con lega-
menti trasversali (« Monum. Aut. Lincei)) XLI (1951], tav. XVIII, fig. 2).
3 - VIA APPIA. — S o s t r u z i o n e d i V a l l e A n c e i a. La parte superiore è
costruita col sistema a contrafforti, che si prestava convenientemente ad ammorsare la
parete di facciata con il nucleo interno di opera cementizia, o di semplice terra stipata.
4 - OSTIA. — T o m b a d i C a r t i l i o P u b l i c o l a , fuori Porta Marina. La
parete in opera quadrata che appare all'esterno è soltanto il rivestimento di un nucleo
interno in opera a sacco, al quale era collegata per mezzo di diatoni.
Tav. LVII
TAV. LVIII

SEZIONI DI « AGGERES » A DOPPIA CORTINA

1 e 3 - PESTO. — M u r a d e l l a c i t t à g r e c a (Poseidonia), restaurate nella


età lucana (circa 400 a.C.) e romana (273 a.C). Le due cortine si compongono cia-
scuna di una fila di blocchi, senza collegamenti fra di loro. Lo spazio intermedio è
riempito di terra. Le torri furono aggiunte dai coloni romàni. I blocchi variano no-
tevolmente in altezza e lunghezza, mantenendo però costante il livellamento dei piani.
2 - BOLSENA. — M u r a i n l o c . G i a r d i n o . Per aumentare la difesa in quel
luogo a leggero pendio, nel IV sec. a.C. il muro fu raddoppiato e le due cortine fu-
rono collegate mediante tramezzi e rinforzate agli angoli con un pieno di blocchi
squadrati (« Mélanges Ecole Francaise » 1950, tav. I, fig. 5).
4 - REGGIO DI CALABRIA. — M u r a l u n g o la M a r i n a . Sono costruite co-
me le precedenti, dimostrando tra la fine del V e la fine del IV sec. a.C. recipro-
che influenze fra la • Magna Grecia e l'Etruria, alle quali non fu estranea Roma. Le
mura di Rhegion esistevano già nel 386 a.C, quando la città fu presa da Dionisio di
Siracusa dopo 11 mesi di assedio. Furono poi restaurate dai Romani, quando la occu-
parono definitivamente, nel 270 a. C.
. •• 5 e 6 - POMPEI. — V e d u t e d e 11 ' a g g e r e. Le mura di Pompei, come si ve-
dono oggi, sono il frutto di più epoche: nel primo periodo Sannitico (420-300) fu
costruita la cortina di blocchi parallelepipedi con contrafforti interni, incuneati nello
aggere di terra, il quale era sostenuto verso l'abitato da un muro a gradoni (fig. 6); nel
secondo Sannitico (300-180) le mura furono rinforzate verso l'esterno con una seconda
parete in opera quadrata e con un nuovo aggere di terra fra questa e la_ precedente;
durante le guerre sociali e civili (100-80) furono inserite le torri in opera incerta.
Tav. LVIII
TAV. LIX

FONDAZIONI E NERVATURE IN OPERA QUADRATA

1 - ROMA. — P a l a t i n o . Sotto il tempio della Magna Mater, dove il ter-


reno discende ripidamente, le pendici del Germalo furono sostenute da varie file pa-
rallele di muri in opera quadrata di cappellaccio, con riempimento intermedio di
terra (Soprint. Foro e Palatino).
2 - NAPOLI. — C o l l i n a d e l M o n t e r o n e . A causa della natura friabile
del terreno, quando vi furono costruite sopra le mura greche, fu eseguito un pode-
roso lavoro di rafforzamento a dighe in opera quadrata, parallele e digradanti
(« Monum. Ant. Lincei» XLI [1951], tav. XII, fig. 3).
3 - OSTIA. — T e m p i o d i È r c o l e . Questo tempio mostra l'applicazione
della tecnica descritta da Vitruvio (De Archit. II, 8, 7) per basamenti e muri di un
certo spessore. Le parti che debbono sopportare un peso sono in lastre di pietra, quelle
intermedie sono riempite di opera cementizia, creta o terra. Alcune lastre poste in pro-
fondità, come si vede nella fig. 5 della tav. XXXIX, costituivano il legamento fra le
due cortine.
4 - CORI. — T e m p i o t e t r a s t i l o . Le colonne del pronao, in luogo di
poggiare sopra un muro continuo, insistono su fondazioni indipendenti, costituite da
blocchi cilindrici di travertino. Gli spazi intermedi furono poi consolidati con opera
cementizia.
Tav. LIX
TAV. LX

GRANDI MONUMENTI IN OPERA QUADRATA

1 - GABI. — T e m p i o d i G i u n o n e . Per un singolare caso si è conservata la


cella quasi per intero, mancando solo il portico che la contornava per tre lati. Le pareti
sono costruite con un unico filare di blocchi, posti tutti nel senso della lunghezza e
di eguale altezza (opera isodoma); la parete di fondo chiudeva anche le due ali del
portico, secondo la moda etrusco-italica, alla quale si addice anche il basso stilobate.
L'imponente edificio, eretto verso il 200 a. C. presso la via Prenestina, ad occidente
della città, fu ancora frequentato dai fedeli allorquando Gabi, sotto Augusto, era stata
quasi del tutto abbandonata.
2 - TODI. — M u r o s o s t r u t t i v o a n i c c h i e . Si ammira nella Piaz-
zetta del Mercato Vecchio per la lunghezza di circa 48 metri. Fu eretto probabilmente
verso il 50 a. C. in sostituzione delle primitive mura urbane; tutta la muratura, tanto
nei piedritti quanto negli emicicli e nelle volticelle, è in blocchi ben squadrati di tra-
vertino, uniti accuratamente senza malta. Una cornice batte il piano di imposta degli
archi, all'altezza dei capitelli delle lesene, mentre un fregio continuo di triglifi e me-
tope ne forma il coronamento (Alinari
Tav. LX
ARCHI E VOLTE
IN OPERA QVADRATA
TAVOLE LXI-LXXXVI
TAV. LXI

PSEUDO-ARCHI IN OPERA QUADRATA

1 - SEGESTA. — P i c c o l a p o r t a d e l t e a t r o . Si apre neìYanalemtna occi-


dentale del coilon e da accesso ad una grotta preistorica; è costruita in opera quadrata
irregolare, ed è coperta con un solo blocco, scavato a semicerchio nell'intradosso (« No-
tizie Scavi », 1929, pag. 297).
2 - SELINUNTE. — B a s t i o n e s e t t e n t r i o n a l e d e l l e m u r a ; ingresso
ad una delle casematte, situate a-fianco della lunga galleria coperta. L'arco semicir-
colare è scavato in quattro blocchi, di cui i due ultimi a contatto (« Notizie Scavi »,
1888, tav. XX, fig. 2).
3 - ERICE. — P o r t a S p a d a d e l l e m u r a . L'arco a doppio centro che
la ricopre è formato da quattro coppie di blocchi orizzontali sagomati, più un quinto
blocco che fa da piattabanda; i due blocchi inferiori, che costituiscono le reni dell'arco,
sono leggermente discosti (« Notizie Scavi », 1883, tav. Ili, fig. 1).
4 - VULCI. — P o r t a d i u n a t o m b a . Più che di un vero arco si
tratta di un architrave sorretto da due grosse mensole tagliate a segmento di cerchio
(«Palladio », 1952, pag. 11, fig. 3).
5 - PESTO. — P o s t e r u l a n e l l a t o o r i e n t a l e . L'arco è scavato in
due grossi blocchi a contatto, con un sistema intermedio fra Segesta e Selinunte (fi-
gure 1 e 2). (« Palladio », 1952, pag. 9, fig. 1).
6 - ROMA. — S p e c o d e l l ' A n i o V e t u s , presso la Porta Maggiore. Costru-
zione originale del 272 a. C. Copertura in piano, fatta con lastroni di pietra ad inca-
stro, senza malta. Accostamento facilitato dalla anathyrosis (VAN DEMAN, Aqueducts,
pag. 58, fig. 7).
Tav. LXI
TAV. LXII

ANTICHI ESEMPI DI ARCHI E VOLTE A CONCI RADIALI

1 - ROMA. — F o r o d i N e r v a . Cloaca in cappellaccio, tagliata dalle co-


struzioni del Foro. Conci fortemente rastremati e di volume differente.
2 - ROMA. — P r i m i t i v a c l o a c a M a s s i m a . Sbocco nel Tevere. Conci
irregolari di tufo semilitoide ad una sola armilla. (Moscioni 2481).
3 - ROMA. — F o r o R o m a n o . Sostruzione del primitivo clivo Capitolino ad
arco irregolare di grossi conci di tufo.
4. - ROMA. — C l o a c a M a s s i m a . Rifacimento dello sbocco nel Tevere, avve-
nuto verso la fine della repubblica, con triplice armilla di piccoli blocchi di tufo li-
toide. (Alinari 6231).
5 - ROMA. — F o r o R o m a n o . Cunicolo proveniente dal Campidoglio in dire-
zione del tempio di Saturno; un bancone appoggiato alla parete di destra ne restringe
l'alveo. Volta a piccoli blocchi irregolari cuneati.
6 - ROMA. — V i a d e l l a C o n s o l a z i o n e . Angiporto addossato alle pendici
del Campidoglio con funzione sostruttiva. Il blocco di imposta della spalla destra fu col-
locato in sporgenza per reggere l'armatura lignea. Fori per la presa a tenaglia.
Tav. LXII
TAV. LXIII

ANTICHI ESEMPI DI ARCHI E VOLTE A CONCI RADIALI

1 - VULCI. — I n g r e s s o d i u n a t o m b a . I conci pesanti e fortemente rastre-


mati sono indizio di notevole antichità, che possiamo fissare alla seconda metà del III
sec. a. C.
2 - SELINUNTE. — P o n t i c e l l o s u l f i u m e S e l i n o n , in prossimità del san-
tuario della Maloforo, di fattura assai rozza e primitiva.
3 - POMPEI. — A n f i t e a t r o . Nel primo meniano si apre una serie di piccoli
archi, costruiti con tecnica assai imperfetta: sui due grossi conci di spalla impostano
altri conci minori con disposizione pluricentrica; il blocco in chiave e quelli prossimi
si allungano fino al livello della cornice che vi è scolpita sopra.
4 - PONTE LUPO. — A c q u e d o t t o d e l l a M a r c i a sul fosso dell'Acqua Rossa;
costruzione originale del 144 a.C. ad archi fatti di conci regolari di tufo. (VAN DEMAN,
Aqueducts, tav. XX, pag. 397, n. 117).
5 - V IA APPIA. — V i a d o t t o d i V a l l e A r i c c i a . Fornice per lo scolo del-
le acque. Armilla formata di conci radiali, che si alternano due per alto (dei quali ap-
pare solo quello in facciata) e due per lungo. Lavoro molto accurato della fine del
II sec. a. C.
6 - VIA VALERIA. — P o n t e S . G i o r g i o p r e s s o C a r s o l i . Arco formato
come il precedente di conci alternati che proseguono nello stesso modo anche nell'in-
terno. Alcuni blocchi sporgenti all'imposta servivano per sorreggere l'armatura lignea
durante la costruzione (« Supplem. Papers Americ. School Rome », I [1905], pag. 109,
fig. 1).
Tav. LXIII
TAV. LXIV

ANTICHE PORTE DI CITTA' COPERTE AD ARCO

1 - VOLTERRA. — P o r t a d e l l ' A r c o . Si ritiene normalmente la più antica por-


ta di città, perchè è raffigurata, con le protomi umane che l'adornano, in un'urnetta
locale (fig. 4) attribuita al IV-III sec. a. C. Tuttavia la differenza di materiale fra i pie-
edritti e il fornice, la regolarità dei blocchi che formano quest'ultimo e le sculture che
l'adornano non permettono di risalire oltre la fine del III sec. a. C. (Alinari 8744).
2 - FALERII NOVI. — P o r t a G i o v e . Così detta dalla protome di divinità che
adorna il mezzo della ghiera; questa incornicia i blocchi dell'armilla con un motivo
particolarmente elegante; i conci lunghi e regolari sono tagliati in modo perfetto (240
circa a. C).
3 - FIRENZE. — M u s e o A r c h e o l o g i c o . Fronte di un'urnetta con la raffigu-
razione di una porta di città o di altro edificio costruito in opera quadrata isodoma,
con arco a tutto sesto; agli estremi sono disegnate due colonne eoliche (III-II sec. a. C).
(Soprint. Antichità Firenze).
4 - VOLTERRA. — M u s e o E t r u s c o . Particolare di un'urnetta a incinerazione
della Collezione Guarnacci, che raffigura Capaneo all'assedio di Tebe. A destra vi è
riprodotta la locale Porta dell'Arco (Direz. Museo Etrusco).
Tav. LXIV
TAV. LXV

ANTICHE PORTE DI CITTA' COPERTE AD ARCO

1 - PERUGIA. — P o r t a V e c c h i a , detta anche A r c o d i A u g u s t o . Con


la sua architettura severa e solenne fornisce l'accesso alla città dal lato settentrio-
nale. L'armilla, costituita da due file di conci radiali, è limitata da una ghiera legger-
mente sporgente, allo stesso modo dell'arco superiore, oggi richiuso. Fra i due archi
è un fregio di colonnine ioniche, alternate con clipei, motivo di stile prettamente etru-
sco. L'iscrizione della Colonia Augusta Perusia, incisa nell'armilla, è più tarda della
fondazione della porta, che deve attribuirsi al II sec. a. C. {Alinarì 5052).
2 - PERUGIA. — P o r t a M a r z i a . Fu demolita nel 1540 per la costruzione della
Rocca Paolina e in quella occasione la parte superiore fu ricomposta e murata sulla
porta di ingresso della Rocca stessa da Ant. da Sangallo. E' l'unica porta dell'antichità
così riccamente decorata : in essa non prevale più il concetto della robustezza e
della difesa, bensì quello della eleganza; il motivo decorativo è preso dalle aule delle
basiliche forensi, alle quali si sono ispirati, a loro volta, gli atri di alcune case sanniti-
che. Dal loggiato del II piano (riparato da una transenna), si affacciano Giove ed i
due Dioscuri con i loro cavalli; tre protomi di divinità adornano il vertice ed i fian-
chi dell'arco, mentre il tutto è riquadrato da due alti pilastri con capitelli proto-
corinzi. {Alinarì 5048 b).
3 - RIMINI. — A r c o - P o r t a di A u g u s t o . Trae ispirazione, con i suoi meda-
glioni agli angoli e in chiave, dalle porte etrusche, ma si inquadra in un motivo ar-
chitettonico di stile classico, con semicolonne corinzie che sorreggono un achitrave ed
un timpano scorniciato. I conci del cervello dell'arco si fondono strutturalmente con
quelli dell'architrave. La iscrizione ci da la dedica ad Augusto nel 27 a. C. {Alinarì
17061 a).
Tav. LXV
TAV. LXVI

ARCHI DI ETÀ' REPUBBLICANA

1 - ROMA. — M u r a " S e r v i a n e , , s u l Q u i r i n a l e (Palazzo Antonelli).


L'arco, erroneamente ritenuto per una porta, è fatto con nove grossi conci irregolari di
tufo di Monteverde; si apriva nella parte superiore delle mura, in corrispondenza con
una piazzola per artiglierie (Anderson 40244).
2 - ROMA. — M u r a " S e r v i a n e , , s u l l ' A v e n t i n o . Il grande arco in
tufo litoide ha la stessa funzione del precedente, ma è di un secolo circa posteriore, cioè
dei primi decenni del I sec. a. C.
3 - VIA APPIA. — S e p o l c r o d e g l i S c i p i o n i . Porta di ingresso ricavata
presso l'angolo destro dell'alto basamento. Arco in tufo litoide a ferro di cavallo con
sguincio a canestro; si noti il taglio singolare dei due conci di imposta.
4 - FERENTINO. — P o s t e r u l a n e l l a t o o c c i d e n t a l e (Borgo S. Agata).
Restauro della cinta muraria, eseguito in opera quadrata verso la fine del II sec. a. C,
o all'inizio del seguente.
Tav. LXVI
TAV. LXVII

VOLTE DI ETÀ' REPUBBLICANA

1 - ROMA. — C l o a c a M a s s i m a sotto il Foro di Augusto. Volta obliqua, for-


mata di blocchi di tufo litoide di taglio differente, bene incastrati fra di loro. Opera
del III-II sec. a. C. (STETTINER, Roma, pag. 192).
2 - CORTONA. — T a n e l l a d i P i t a g o r a . Rimangono soltanto tre dei cinque
lunghi massi a sezione trapezoidale che coprivano la cella di questo interessante sepol-
cro, che viene considerato come uno dei primi esempi di volta reale. Due grandi bloc-
chi tagliati a semicerchio formano nello stesso tempo la centina e il sostegno dei grossi
conci. Seconda metà del IV sec. a. C.
3 - PERUGIA. — I p o g e o d i S. M a n n o . Bellissimo sepolcro di età romana in
territorio etrusco, composto di una camera sotterranea, coperta con una bellissima volta
a conci radiali, comunicante a destra, per mezzo di una porta arcuata, con una cella mi-
nore e a sinistra con l'antico ingresso. {Soprint. Monum. Perugia).
4 - BETTONA. — C a m e r a s e p o l c r a l e con gradini perimetrali per contenere
le urnette cinerarie. Volta reale a filari regolari e a giunti perfetti. Penultimo secolo
della repubblica come il sepolcro precedente (Soprint. Monum. Perugia).
Tav. LXVII

• • • ^ • • • • • • v • • - . - . • ; ,
TAV. LXVIII

VOLTE DI MASSI CONTRASTANTI

i - 2 - VIA APPIA. — L o c a l i t à D u e S a n t i (M. XIV). Nel terreno a destra


della via esiste un piccolo ninfeo in forma di ferro di cavallo, scavato in parte nel masso
peperigno e in parte costruito a blocchi della stessa pietra; è coperto con una volta
assai caratteristica che vuoi riprodurre una grotta naturale, con una specie di columen
nel mezzo, intorno al quale girano i blocchi cuneati. Si può datare alla fine del II
sec. a. C.
3 - ROMA. — C a r c e r e T u l l i a n o . Si crede che la cella inferiore del carcere di
Roma fosse in origine una cisterna di acqua coperta a tholos, e che poi venisse dimez-
zata e coperta con un soffitto in legno (IV-III sec. a. C.) e infine con una volta quasi
in piano, quando vi fu costruita sopra una seconda stanza, verso il 100 a. C. La volta
in piano è un esempio unico di massi di taglio irregolare, tenuti saldi per contrasto e
con un leggero strato di malta (Anderson 3083).
4 - CASSINO. — S e p o l c r o d i U m m i d i a Q u a d r a t i l l a . Volta centrale
e volticelle delle quattro nicchie, eseguite interamente con enormi blocchi di travertino
incuneati. Nel Medioevo fu trasformata in chiesa cristiana (Alinari 11442).
5 - CHIUSI. — D e p o s i t o d e l G r a n d u c a . Tomba etrusca della fine della re-
pubblica con volta a tutto sesto di blocchi regolari di travertino di media grandezza.
6 - TODI. — P a r t i c o l a r e di u n a d e l l e n i c c h i e che decorano il bel mu-
ro sostruttivo, riprodotto nella tav. LX, fig. 2. Calotta di blocchi a raggerà.
Tav. LXVIII
TAV. LXIX

ARCHI SINGOLI E MULTIPLI

1 - PALESTRINA. — T e r r a z z a m e n t o ad a r c h i della città superiore, con


criptoportico interno. L'opera quadrata fa da rivestimento ad un nucleo struttivo di
opera cementizia e ne delinea le sagome delle semicolonne e delle cornici. La fotogra-
ha è stata presa prima dei bombardamenti dell'ultima guerra.
2 - FANO. — A r c o - P o r t a d i A u g u s t o . Nucleo interno di pietra arenaria
rivestito con opera isodoma di travertino; ghiera molto regolare col solo concio in chia-
ve eccedente. I piccoli fornici per il passaggio pedonale non hanno cornice. Fu eretto
nel io d. C. in onore di Augusto, servendo nello stesso tempo come porta civica. Man-
cano le due torri laterali e gran parte del secondo ordine a 7 archi, intramezzati da
semicolonne {Alinari 10899).
3 - ROMA. — P o n t e M i l v i o . Del ponte ricostruito nel 109 a. C. da M. Emilio
Scauro, in sostituzione di un ponte più antico, rimangono due soli archi di m. 17,46 di
luce, costruiti con una armilla di blocchi di travertino innestata in pareti di opera qua-
drata di tufo e pietra sperone (DELBRUCK, Hellen. Bauten, I, pag. io, fig. io).
4 - VIA AURELIA. — P o n t e p r e s s o S. M a r i n e l l a . Il taglio irregolare dei
conci, i fori per la presa a tenaglia, la sagoma larga e bassa, sono prove di notevole
antichità, che possiamo stabilire verso la metà del II sec. a. C. {Alinari 20280).
Tav. LXIX
TAV. LXX

ARCHI SINGOLI E MULTIPLI

1 - PESTO. — P o r t a « d e l l a S i r e n a » n e l l a t o o r i e n t a l e . La gran-
de porta a tutto sesto fu aggiunta nel restauro dell'età romana. E' ad un solo fornice
con pareti rettilinee, le quali costituiscono nello stesso tempo i fianchi dei due torrioni
laterali, riuniti in un unico complesso struttivo.
2 - FERENTINO. — P o r t a S . M a r i a . Questa porta rappresenta un progresso ri-
spetto alla precedente : infatti il fornice è stato sdoppiato, lasciando nel mezzo una ca-
mera per il corpo di guardia, e l'armilla è stata irrobustita con una doppia fila di bloc-
chi. Mancano però le torri e l'ingrandimento del vano di accesso si svolge tutto verso l'in-
terno delle mura (Alinari 28795 a).
3 - ASCOLI PICENO. — P o r t a G e m i n a . Il tipo di porta a due archi
affiancati (spesso con l'aggiunta di due archi più piccoli per i pedoni) è una caratte-
ristica delle fortificazioni augustee. Particolarmente elegante è questa di Ascoli, sulla
via Salaria, per le sue proporzioni e per la cornice che limita le armille, tagliate con
grande regolarità (Alinari 17673).
4 - SEPINO. — T e t r a p i l o d e l t e a t r o . Per permettere il rapido passaggio
degli spettatori in tutti i sensi, alle testate della cavea furono costruiti due archi a
quattro fornici, larghi e bassi, decorati con un rustico bugnato e coperti con volte a
crociera, ora cadute.
Tav. LXX
TAV. LXXI

ESEMPI VARI DI ARCHI

1 - AOSTA. — P o r t a P r e t o r i a . Maestosa costruzione fatta tutta in pietra da


taglio, un po' irregolare e leggermente bugnata per aumentarne l'aspetto di severità e
robustezza. In ognuna delle due pareti di transito si aprono tre fornici, uno carraio e
due pedonali (Alinari 15821).
2 - AOSTA. — II t e a t r o . Particolare del muro di fondo della scena, composto
di una serie di porte arcuate, intramezzate da contrafforti. Le pareti sono fatte di due
blocchi abbinati e alternati per testa e per lungo. I conci degli archi hanno i fori per il
sollevamento a tenaglia e sono uniti con un leggero strato di malta. (Forma Itahae,
Augusta Praetoria, IV zona, fig. 26).
3 - ROMA. — F o r o d i A u g u s t o . Arco detto dei Pantani. Per meglio legare
l'arco con la parete, l'architetto ha aumentato l'altezza dei blocchi in chiave, portan-
doli tutti ad uno stesso piano e tagliando a dente quelli dei fianchi, in corrispondenza
con i filari orizzontali. Si noti nel sesto blocco a sinistra, cominciando da quello di
imposta, una bozza fortemente sporgente, che rientra in quel misterioso principio de-
scritto nella tav. LUI.
4 - CASTRA ALBANA. — P o r t a p r i n c i p a l i s s i n i s t r a . I castra furono fon-
dati da Settimio Severo per alloggiarvi, a poca distanza da Roma, la II legione Par
tica. La tecnica che regola la disposizione dei blocchi è la stessa del Foro di Augusto,
con una minore altezza dei conci in chiave.
Tav. LXXI
TAV. LXXII

GRANDI MANUFATTI AD ARCHI

1 - VIA PRENESTINA. — P o n t e d i N o n a . Questo magnifico ponte a sette for-


nici che prende il nome dal IX miglio, serve ancora oggi per il passaggio della via
moderna; fu costruito verso la fine del II sec. a. C. in tutta opera quadrata a leggero
bugnato, con disposizione alterna, secondo la maniera romana. I solchi per la manovra
di accostamento (cfr. tav. XXXIII, fig. 3), il tipo di bugnatura e la tecnica generale
della costruzione sono propri dell'ultima età repubblicana; sotto il fornice centrale ne
rimane uno più piccolo che appartiene ad periodo più antico, quando la via scendeva
alquanto per poi risalire sulla sponda opposta. (Gabìn. Fot. Minisi. P. /.).
2 - BOVILLE. — C a r c e r e s d e l c i r c o . Esili pilastri, fatti di blocchi uniti senza
grappe, sostengono gli eleganti archi di ingresso alle stalle (carceres). I conci in chiave
sono tagliati tutti ad uno stesso livello, mentre quelli dei fianchi si innestano abilmente
nelle basi dei pilastri che costituivano il secondo piano, anch'esso ad archi. Il circo di
Boville fu costruito per munificenza di Augusto nella piccola città latina, situata al
XII miglio della via Appia, che ricollegava la sua origine a quella della gente Giulia.
Tav. LXXII
TAV. LXXIII

ARCHI ONORARI DELL'ETÀ' DI AUGUSTO E TIBERIO

In questa tavola, e nelle seguenti, sono riprodotti quegli archi che rivelano, me-
glio degli altri, la maniera tecnica della loro costruzione.
1 - AOSTA. — A r c o d i A u g u s t o . La costruzione a blocchi di puddinga e la
sagoma larga e bassa, simile a quella delle porte urbiche, lo fa ritenere contemporaneo
alla fondazione della colonia Augusta Praetoria (25-23 a. C ) . L'architettura è fatta in-
teramente di blocchi imperniati verticalmente. I conci della ghiera si restringono a
contatto con le due semicolonne centrali, appoggiandosi sulle cornici di imposta. Man-
ca l'attico {Alinari 15806).
2 - SUSA. — A r c o d e d i c a t o a d A u g u s t o dai popoli delle Alpi Cozie,
nel 7 a. C. La struttura molto semplice, ma nello stesso tempo perfetta, appare sia
nella ghiera sia nelle pareti, riquadrate agli angoli da svelte colonne corinzie; su di
esse poggiano il fregio a basso rilievo e l'attico che recava l'iscrizione in lettere di
bronzo. I fori scavati fra blocco e blocco — di pietra bianca di Foresto — furono fatti
nell'età di mezzo per asportare i perni di bronzo che li collegavano orizzontalmente.
{Alinari 15849).
3 - VERONA. — A r c o d e i G a v i . Demolito dai Francesi nel 1805 è stato accu-
ratamente ricostruito nel 1932. Fu eretto in onore della Gens Gavia dall'architetto L.
Vitruvio Cerdone, che vi ha scolpito il suo nome. E' praticabile in tutti e quattro
i sensi, ma è maggiormente decorato nei lati frontali. Le assise orizzontali dei blocchi
sono studiate in modo da battere un piano unico per tutta la costruzione, tagliando nel
giusto punto le basi, le colonne, le nicchie e l'attico, di elegante sagoma augustea, con
forte risalto di modinature. L'interno è coperto in piano con cassettoni {Alinari 46837).
4 - POLA. — A r c o d e i S e r g i , detto anche P o r t a A u r e a . Segue le propor-
zioni dell'arco di Susa con un maggior frazionamento di linee e un maggiore effetto
di chiariscuri. La sua ornata architettura fu voluta da Salvia Postuma, ricca matrona
di quella città che, durante l'impero di Tiberio, volle onorare in tal modo i suoi tre
fratelli defunti {Alinari 21197 a).
Tav. LXXIII
TAV. LXXIV

ESEMPI DI ARCHI DI FORMA SINGOLARE

1 - CARSULAE. — P o r t a s e t t e n t r i o n a l e . Attraverso questa antica città um-


bra, di cui ancora rimangono notevoli avanzi, passava la via Flaminia, e nei punti in cui
essa entrava e usciva dalla città furono eretti, forse nell'età di Augusto, due archi-porte
di svelta linea architettonica, con armilla formata da un unico filare di blocchi rego-
lari (Forma Italiae, Tuder-Carsulae, VI zona, tav. 37, pag. 12).
2 - TINDARI. — P o r t a d i i n g r e s s o d e l g i n n a s i o . Nella importante cit-
tà della Sicilia settentrionale, di cui abbiamo già esaminato le mura (tav. XLV, fig. 4),
esiste un singolare edificio che passa per un ginnasio, a tre navate, intramezzate da
archi in pietra arenaria, tagliati in modo assai rustico. E' in parte ancora interrato; si
data alla età di Augusto (Brogi 16406).
3 - ROMA. — F o r n i c e d e l l ' a c q u a A n t o n i n i a n a , erroneamente detto
A r c o di D r u s o , sulla via Appia. Serviva per il passaggio dell'acquedotto che por-
tava l'acqua alle terme di Caracalla. Data la sua posizione, fu ornato con particolare
lusso di marmi, a pieni blocchi nel fornice, a placcatura nel resto. Nelle basi delle co-
lonne si osservano quelle caratteristiche bozze di cui si è più volte parlato (Alinari 5832).
4 - ROMA. — P o r t a L a t i n a . Il fornice costruito da Aureliano fra il 270 e il
275 d. C. era più alto e più largo dell'attuale. Nei restauri eseguiti da Arcadio ed Onorio
(402) fu abbassato di circa un metro e mezzo, collegando in modo imperfetto i bloc-
chi del nuovo fornice con quelli del precedente. Nei blocchi in chiave del secondo arco
è scolpito ii monogramma costantiniano.
Tav. LXXIV
TAV. LXXV

EDIFICI AD ORDINI DI ARCHI SOVRAPPOSTI

1 - NÌMES, — P o r t a d i A r l e s , o d i A u g u s t o . Nella porzione di at-


tico che ancora rimane si legge il dono che Augusto fece agli abitanti della importante
Colonia Nemausus delle mure e delle porte della città, nel 16 a. C. Si ripete lo schema
a quattro fornici della figura seguente, due carreggiabili e due pedonali, con una mag-
giore decorazione della facciata, tutta in pietra da taglio isodoma. Manca il secondo
piano che si può ricostruire in base alla fig. 2. Plastico della Mostra della. Romanità
(Alinari 47067).
2 - AUTUN. — P o r t a S a i n t - A n d r é , dell'antica città di Augustodunum
negli Aedui. Quattro larghi passaggi sono stati lasciati dall'architetto nel piano terreno,
di cui i due laterali aperti in due avancorpi a guisa di torri. Il secondo ordine di pic-
cole finestre alte e strette è un motivo che ha inizio nell'età augustea e perdura fino al
tardo impero, per cui ne è difficile la datazione. Si notino la isodomia dell'opera qua-
drata e la costruzione degli archetti con tre soli blocchi, insieme al pilastrino divisorio.
Plastico della Mostra della Romanità {Alinari 47071).
3 - EFESO. — A c q u e d o t t o d i A u g u s t o . La struttura degli archi e della
parete intermedia rivela il perdurare della tradizione architettonica greca nell'età au-
gustea, con filari di pietra alternati uno più alto e uno più basso; questo secondo
fa da fascia di legamento alla muratura interna. I piloni del primo ordine sono fatti
con blocchi mal congiunti e leggermente bombati; quelli del secondo con blocchi di
taglio differente e con piani di posa talvolta discontinui. Plastico della Mostra della
Romanità (Alinari 47248).
Tav. LXXV
TAV. LXXVI

EDIFICI AD ORDINI DI ARCHI SOVRAPPOSTI

I, - AOSTA. — « F r o n s s c e n a e » d e l t e a t r o . Con grande abilità e indi-


pendenza dalla tradizione greca l'architetto augusteo ha saputo dare all'alta parete
un'armonia di linee ed un rapporto, così bene variato, di pieni e di vuoti da non
trovare raffronto in altri edifici dell'età stessa. Si ricordi per contrasto la austera, tutta
chiusa, parete del teatro di Orange. L'opera è eseguita in pietra da taglio nelle mostre
delle porte e delle finestre, in opera cementizia nelle pareti, con leggero bugnato nei
piani inferiori : più che la regolarità del lavoro l'architetto ha curato l'effetto d'insieme,
lasciando vedere attraverso le numerose finestre il superbo scenario dei monti circo-
stanti (Forma Italiae, Augusta Praetoria, IV zona, tav. 19, fig. 25).
2 - VERONA. — P o r t a d e i B o r s a r i . Quantunque l'iscrizione che vi è incisa
appartenga all'imperatore Gallieno (253-268 d. C), non vi è dubbio che il monu-
mento sia più antico; esso va forse attribuito alla ricostruzione della città, dopo il di-
sastro della guerra fra Vitellio e Vespasiano. L'architettura, a facciata vuota, è fatta di
grandi blocchi, che vanno da una parete all'altra e da uno stipite all'altro, tagliando
in un solo masso gli archi e le cornici, le mostre e i pilastri intermedi, i timpani e
i cornicioni (Alinari 12734).
3 - VERONA. — P o r t a d e i L e o n i . Ne resta solo la metà verticale; vi è usata
la stessa tecnica della porta precedente a pieni blocchi, uniti con V anathyrosis e legati
fra loro in profondità; solo i fornici di transito sono fatti di cunei radiali; gli altri
sono scavati, così come scavate, più che rilevate, sono le cornici che li riquadrano
(Alinari 18858).
Tav. LXXVI
TAV. LXXVII

PORTE MONUMENTALI

1 - ROMA. — P o r t a M a g g i o r e . Costruita da Claudio, come sostegno degli


spechi delle acque Claudia e Aniene Nuovo, divenne sotto Aureliano una delle prin-
cipali porte della città, detta perciò maior nel Medioevo. Della sua architettura così sin-
golare si è già più volte parlato. Attraverso quella apparente trascuratezza vi è una
grande armonia e simmetria di costruzione, ancora di pura classicità. Blocchi di tra-
vertino uniti con grappe e combacianti per mezzo della anathyrosis, fossette per paletti
di ferro, solchi di fede e fori per il sollevamento.
2 - TREVIRI. — P o r t a N i g r a . Riprende, nella seconda metà del III sec. d. C ,
con maggior fasto e con forme barocche il motivo flavio della porta ad archi multipli.
Un solo blocco in profondità contiene i piedritti degli archi e le semicolonne; gli archi
hanno cornici alle imposte e sono frazionati a conci radiali, che si innestano con i blocchi
delle cornici stesse. I capitelli si incuneano abilmente fra le reni di due archi attigui e
le basi delle colonne fanno da diatoni agli ortostati dei parapetti delle finestre.
Tav. LXXVII
TAV. LXXVIII

ACQUEDOTTI MONUMENTALI

i - NIMES. — « L e p o n t d u G a r d » . Per fare attraversare la valle del Gardon


all'acquedotto destinato alla città di Nemausus, Agrippa fece costruire questo magni-
fico ponte a tre ordini di archi sovrapposti, che desta ancora oggi la più grande am-
mirazione per la sua mole (m. 269 di lunghezza per m. 77 di altezza) e per la patina
dorata della sua pietra, in cromatica armonia col paesaggio circostante. Un particolare
risalto alla muratura danno i blocchi collocati per testa, che sporgono qua e là senza
norma sugli altri posti per lungo, tipo intermedio fra il bugnato e l'umbone (Direct.
Ant. Provence).
1 - TARRAGONA. — A c q u e d o t t o « d e l a s F e r r e r a s » . Fu costruito nei
primi tempi dell'impero per condurre alla città l'acqua del Gaya, mediante un lungo
manufatto, in parte su archi. Per oltrepassare la lunga vallata (m. 217), gli undici pi-
loni inferiori si innalzano a riseghe con filari incatenati e bugnato rustico. I venti-
cinque piloni superiori presentano una bugnatura più leggera, specialmente in facciata;
gli archi hanno tutte le pareti lisce. La corona di blocchi, sporgente all'imposta, ser-
viva per sostenere la centina lignea durante la costruzione (Richmond).
3 - SEGOVIA. — A r c u a z i o n i d e l l ' a c q u e d o t t o , sulla piazza dell' Azo-
queio. Con questo magnifico ponte, costituito da due ordini di archi, con piloni a ri-
seghe nell'ordine inferiore,' Traiano collegò alla città l'ultimo tratto dell'acquedotto. I
blocchi sono disposti a strati alterni e presentano una bugnatura a baule e i fori per
la presa a tenaglia; quest'aspetto rustico, voluto ad arte, si incontra anche in altri ma-
nufatti traianei, per esempio i ponti della via Traiana (Richmond).
Tav. LXXVIII
TAV. LXXIX

ARCHITETTURA AD ARCHI

1 - ROMA. — A c q u e d o t t o C l a u d i o , presso Porta Furba. Il grandioso ma-


nufatto giunge a Roma dopo circa 69 chilometri, di cui più di 9 su archi, portando
il doppio speco della Claudia e dell'Amene Nuovo. L'ultimo tratto fra le Capannelle
e la Porta Maggiore è costituito da una serie di arcate in peperino con blocchi dispo-
sti a strati alterni e leggermente bugnati. Nel corso dell'impero l'acquedotto fu più volte
restaurato e in alcuni tratti gli archi furono chiusi con muri laterizi, sui quali riman-
gono spesso le orme in negativa dei blocchi asportati nel medioevo (Gabin. Fot. Mi-
nistero P. /.).
2 - ROMA. — T e a t r o d i M a r c e l l o . Vi è già applicata con pieno successo
l'architettura portante ad ordini di archi sovrapposti che vediamo per la prima volta nel
Tabularium; prosegue poi nel teatro di Pompeo ed ha la sua espressione massima nel-
l'anfiteatro Flavio. Con un abile giuoco di volte interne l'architetto ha saputo conte-
nere nella grande parete di facciata la spinta delle volte stesse e della folta massa di
spettatori, senza bisogno di contrafforti e solo decorando i pilastri con semicolonne
(Alinari 6739 b).
3 - ROMA. — G i a n o d e l F o r o B o a r i o . E' uno degli ultimi esempi (età co-
stantiniana) di un'architettura che plasma tutte le modinature con marmo tagliato ad
arte, lasciando all'opera cementizia solo la funzione di struttura interna. Nello stato
di mutilazione in cui ci è pervenuto appare più evidente la maniera come è stato co-
struito: le calotte delle nicchie sono scavate in un solo blocco, gli zoccoli delle nicchie
sono di grandi blocchi posti a diatoni e ortostati; le cornici sono formate di blocchi
di piccolo spessore, ma penetranti notevolmente in profondità; il fornice è fatto con
cunei di misure differenti e male legati con le pareti, così da tradire l'età decadente.
Tav. LXXIX
TAV. LXXX

SOSTRUZIONI E CAVEE TRAFORATE

1 - ROMA. — T a b u l a r i u m . Solo tre degli undici archi che formano il primo


ordine del grande edificio, eretto nel 78 a. C. da Q. Lutazio Catulo, sono oggi aperti.
Essi sono sufficienti a darci un'idea del modo come si presentava all'esterno questa im-
ponente facciata, dove per la prima volta l'architetto romano osò di sostenere una massa
pesante su pareti largamente traforate, principio che sarà poi abilmente sfruttato per
le cavee dei teatri e degli anfiteatri, con lo stesso partito architettonico di archi inqua-
drati da semicolonne, sorreggenti architravi continui.
2 - ROMA. — A n f i t e a t r o F l a v i o . Corridoio interno del terzo ordine. L'enor-
me lavoro, necessario per costruire il massimo anfiteatro romano, fece trascurare l'iso-
domia della costruzione, rispettando soltanto i piani di posa. I grandi massi di traver-
tino, sporgenti dai pilastri, servivano per sostenere un castello pensile di legno, sul quale
si svolgeva un cantiere di lavoro, indipendentemente dagli altri piani. Alla superficie
grezza dei conci degli archi e delle spalle aderiva con maggiore saldezza la muratura
cementizia delle volte che coprivano i corridoi.
3 - ROMA. — A n f i t e a t r o F l a v i o . Nessuna innovazione architettonica si nota
all'esterno, rispetto ai teatri di Pompeo e di Marcello, il principio statico di una cavea
fondata su archi essendo stato già da molto tempo esperimentato con ogni sicurezza.
I numerosi fori che si aprono nella parete furono fatti nel medioevo dai risercatori di
metalli, per asportare i perni metallici che tenevano saldamente uniti i blocchi. I conci
laterali degli archi si piegano in forma di F per completare con un solo masso il trian-
golo di risulta fra intradosso e semicolonna (Anderson 9225).
Tav. LXXX
TAV. LXXXI

ESEMPI VARI DI PONTI

1 - VIA APPIA TRAIANA. — P o n t e T u f a r o , fra Montesarchio e Benevento. La


notevole differenza di tecnica con il ponte seguente, opera di Traiano, lo fa ritenere di
età posteriore a questo imperatore. Infatti le armille sono fatte di conci di vario spes-
sore e lunghezza che male si collegano con quelli delle spalle; i filari delle pareti piene
disegnano linee oblique, spesso frazionate, difetto dovuto, a quanto sembra, al reim-
piego di materiale più vecchio. (Ashby-Gardner).
2 - VIA APPIA TRAIANA. — P o n t e A p o l l o s a , presso Benevento. Anche questo
ponte, che viene attribuito comunemente a Traiano, non è un modello di perfezione
tecnica, in quanto i conci delle armille sono assai irregolari e mal sagomati e i filari
delle pareti sono di altezza diversa, con bugnato saltuario. Si notano fori per i ferrei
forfices. Gli archi laterali, notevolmente più piccoli, servivano per regolare il flusso
dell'acqua. (Ashby-Gardner).
3 - VIA FLAMINIA. — P o n t e C a r d a r o, a cinque larghi fornici degradanti. La
superficie leggermente bombata dei massi, allineati a regola d'arte, dona robustezza e
colore al lungo manufatto augusteo, che attraversa il fiume omonimo. Nel margine in-
feriore dei blocchi è scolpita una fascia di allineamento, mentre un solco di chiaroscuro
distingue i vari piani di posa (« Journal Roman Studìes » 1921, tav. XIV).
Tav. LXXXI
TAV. LXXXII

ESEMPI VARI DI PONTI

1 - VIA FLAMINI A. — P o n t e p r e s s o N a r n i . Dei tre archi enormi che attra-


versavano il fiume Nera, uno solo ha resistito alle impetuose piene del fiume. Il bu-
gnato, che è quasi costante nelle testate dei blocchi inferiori, diventa sempre più rado
in quelli superiori, accentuandosi in alcuni blocchi sporadici, come nel « Pont du
Gard » (tav. LXXVIII, fig. i). Altri blocchi sporgenti nei piloni e all'imposta servivano
per appoggiarvi le impalcature lignee. (Ashby).
2 - VIA FLAMINIA. — P o n t e C a l a m o n e . Ripete l'inquadratura del ponte Fa-
bricio, a due archi laterali più grandi ed uno più piccolo e più alto intermedio, destinato
a favorire il deflusso delle acque in piena. Bugnato con anathyrosis e solco di chiaro-
scuro fra i filari (« Journal Roman Studies » 1921, tav. XIII).
3 - VIA FLAMINIA. — P o n t e p r e s s o R i m i n i . E' uno dei ponti più belli e me-
glio conservati dell'antichità. Lo iniziò Augusto al termine della lunga via da lui quasi
interamente rifatta e lo terminò Tiberio nel 22 d. C. Quantunque manchi l'isodomia,
tanto nelle armille quanto nelle pareti, tuttavia la proporzione degli archi e il motivo
delle edicole che adornano il centro dei pilastri gli donano una grande eleganza. (Ali-
nari 17608).
Tav. LXXXII
TAV. LXXXIII

CAVEE TRAFORATE DI ANFITEATRI

1 - POLA. — A n f i t e a t r o . L'alta parete esterna della imponente « Arena »


fondata nei primi tempi dell'impero, si conserva quasi integra, pur avendo perduto
nel corso dei secoli gli appoggi delle gradinate interne. Nobile e austero è: l'aspetto
delle arcate e dei pilastri, ai quali dona rilievo una bugnatura irregolare, a volte limi-
tata da anathyrosis, simile ai monumenti dell'età di Claudio. Le cornici sporgenti alla
imposta degli archi, tagliate nel mezzo dalle lesene doriche, avevano il doppio scopo
di appoggiarvi le armature di lavoro e di dare un po' di movimento alla monotona
parete. Strato di malta fra i blocchi e perni verticali {Alinari 21187).
2 - VERONA. — A n f i t e a t r o . La sua costruzione è molto simile a quella del
Colosseo, con due ordini di arcate, cornici alle imposte degli archi, struttura portante
in opera quadrata, volte e tramezzi in opera cementizia, abilmente saldata con la qua-
drata, asimmetria dei particolari in contrasto con la simmetria dell'insieme, leviga-
tezza delle pareti in facciata e rusticità di quelle interne. I grandi muri maestri che
sostengono la cavea sono legati fra loro da archi a conci radiali, in corrispondenza
dei pilastri, i quali costituiscono le nervature delle volte cementizie e, insieme con i
pilastri e gli archi longitudinali, formano un grande castello murario {Alinari 12660).
Tav. LXXXIII
TAV. LXXXIV

CAVEE TRAFORATE DI ANFITEATRI

1-2 - ARLES. — A n f i t e a t r o . La ricca città della Gallia Narbonense, Colonia


Jtilia Arelate, possiede, insieme alla consorella Nemausus, una delle più belle «arene»
del mondo antico. Per diminuire la spinta delle volte interne sulla parete di facciata,
l'architetto ricoprì il corridoio anulare del primo ordine con lastre in piano (se ne ve-
dono due in posto, sostenute da archetti moderni), appoggiate su cornici fortemente
sporgenti, e il corridoio del secondo ordine con tante volticelle ortogonali, fiancheg-
giate da piattebande in corrispondenza dei pilastri (cf. tav. LXXXV, fig. i). La caduta
del pavimento del secondo ordine permette una visione complessiva di grande effetto
scenografico.
Nella figura 2, si vede un tratto delle arcate interne a blocchi irregolari e varia-
mente sporgenti per innestarvi la muratura cementizia dei tramezzi e delle volte. L'età
del monumento è incerta: forse la dinastia Flavia.
3 - NÌMES (NEMAUSUS). — A n f i t e a t r o . Particolare della facciata esterna. Un
cambiamento del progetto iniziale, o una mossa pericolosa della grande intelaiatura
esterna, costrinsero l'architetto a restringere la luce degli archi, accostandovi le volte
interne, eseguite ad anelli di conci radiali. La maggiore sporgenza delle colonne, ele-
vate su plinti, per un maggiore risalto delle membrature architettoniche, ha portato
di conseguenza anche il frazionamento delle cornici terminali. Fine del I secolo o ini-
zio del II d. C.
Tav. LXXXIV
TAV. LXXXV

ARCHI E VOLTE IN MONUMENTI DI NIMES (NEMAUSUS)

1 - ANFITEATRO. — C o r r i d o i o d e l s e c o n d o o r d i n e . Le due « arene »


di Nìmes e di Arles sono molto simili fra di loro: le grosse lastre del pavimento pog-
giano sopra la cornice sporgente del corridoio inferiore; la copertura del corridoio su-
periore è fatta a segmenti: grandi architravi monolitici impostano su mensole spor-
genti dai pilastri, mentre fra gli architravi sono gettate volticelle di lunghi blocchi
cuneati, nel senso ortogonale agli archi della facciata.
2 - N I N F E O , DETTO IL TEMPIO DI DIANA. — V e d u t a d e l l ' a u l a c e n t r a l e .
E' interamente costruita in opera quadrata, con un partito architettonico di puro stile
classico, quasi pittorico. Alcune piccole stanze sono situate dietro la parete di fondo
e due navate minori — non comunicanti — fiancheggiano quella centrale. Muratura
rigorosamente isodoma con piani calcolati in base alle altezze delle basi e delle cor-
nici. E' attribuito ad Agrippa.
3 - NINFEO. — P a r t i c o l a r e d e l l a v o l t a d e l l ' a u l a c e n t r a l e .
E' fatta ad anelli di blocchi cuneati, uno più largo ed uno più stretto, accuratamente
affiancati ma non incatenati, fra loro, nè collegati da grappe. Fino a due terzi del
semicerchio i blocchi sono adagiati con l'olivella.
4 - N I N F E O . — V o l t a d e l l a n a v a t e l l a d i d e s t r a . Per dare luce
all'ambiente, la volta lascia alle due estremità degli spazi vuoti. La sua struttura è sin-
golarissima: tre larghi anelli affiancati, con cunei monolitici non incatenati, voltano
sulle pareti con le spalle appena appoggiate.
Tav. LXXXV
TAV. LXXXVI

PIATTEBANDE E ARCHI IN PIANO

1 - ROMA. — T a b u l a r i u m . Scala interna, dal piano del Foro al secondo


ordine. Per evitare sulla facciata la spinta troppo forte di una volta reale in notevole
pendenza, l'abile architetto dell'età sillana frazionò la volta in tanti settori, poggian-
doli su pareti architravate di grossi conci: le volticelle intermedie sono in opera
cementizia {Comune di Roma).
2 - ROMA. — F o r o d i C e s a r e . In origine le taberne che circondavano la
piazza erano divise in tre piani con soffitti di legno e, a causa dell'altezza limitata, i
due piani inferiori erano riquadrati da larghe piattebande di tufo con chiavi in travertino;
soltanto il terzo piano era coperto ad arco, chiudendo, con felice ritmo architettonico,
tutta la fronte. Fori per la presa a tenaglia e per il rivestimento marmoreo {Comune di
Roma).
3 - ROMA. — T e m p i o d e l l a P a c e . Porta del recinto delle biblioteche,
aperta sulla via della Velia. Parete in opera isodoma di tufo alla maniera greca, con
i giunti verticali alternati; mostre della porta, piattabanda e arco di scarico in blocchi
di travertino con bugnato.
4 - ROMA. — A n f i t e a t r o F l a v i o . Passaggio sotterraneo verso la porta
Libitinaria. Per rinforzare l'appoggio del tavolato, che divideva orizzontalmente in due
l'alto corridoio, furono costruiti, sembra in età più tarda, alcuni contrafforti con piat-
tebande di fattura assai trascurata, quantunque egualmente solida. In alcuni blocchi si
osservano fori per la presa a tenaglia {Alinari 5825).
Tav. LXXXVI
CAPITOLO I I I

OPVS CAEMENTICIVM
TAVOLE LXXXVII-CVI
TAV. LXXXVII

OPERA CEMENTIZIA IN FORME RUDIMENTALI

1 - ERICE. — T o r r e d e l l e m u r a p r e s s o la p o s t e r u l a d e l C a r m i -
n e . Le mura della città fenicia di Eryx (Monte S. Giuliano) in Sicilia sono di solito clas-
sificate fra le mura poligonali della IV maniera, ma il principio di allettamento dei massi
è in sostanza quello dell'opera cementizia, trattandosi di scaglie di monte, più grandi in
basso e più piccole in alto, pianificate mediante scaglie minori e fango. L'età di queste
mura è assai incerta.
2 - SEGESTA. — S o s t r u z i o n e d e l l a c a v e a d e l t e a t r o . La stessa cosa
va detta del muro esterno che sostiene una parte della cavea del teatro di Segesta, iì
quale muro è fatto di blocchi a squadratura irregolare per rivestimento di un amal-
gama interno di terra e sassi, in cui si osservano anche tracce di malta, così da farlo
credere un restauro di età romana.
3 - DELO. — S p i g o l o d i u n a c a s a . Nelle città ellenistiche si trova spesso
un sistema di muratura, che, approfittando delle zone di sfaldamento della pietra locale,
ne dispone le scaglie a strati orizzontali, allettandole con un impasto fangoso che non si
può ancora considerare malta. Il sistema corrisponde alla descrizione che Vitruvio (II,
8, 5) da della « Graecorum structura » («Delos», Vili [1922], tav. XXXVII).
4 - ALBA FUCENSE. — P a r t i c o l a r e d e l t e r r a z z a m e n t o d e t t o il
B o r g o . Si è già parlato di questo terrazzamento a proposito dell' opera poligonale
unita all'opera cementizia (tav. IX, 3) : se ne da ora un particolare per dimostrare il
collegamento fra le due murature: la persistenza della muratura tradizionale (III ma-
niera) da una parte, e la presenza della nuova dall'altra ci riportano alla fine del II sec.
Tav. LXXXVII
TAV. LXXXVIII

OPERA CEMENTIZIA IN FORME RUDIMENTALI

1 - MOZIA. — M u r a U r b a n e . Alcuni tratti delle mura della città greco-fenicia di


Motya (S. Pantaleo) in Sicilia sono fatti con grossi sassi a pareti pianeggianti, allettati
con un sottile strato di materia cretacea (tipo A). Motya fu distrutta nel 396, ma ri-
mase sempre sul posto un piccolo centro abitato fino alla tarda età romana (Cozza. Cf.
WHITAKER, Motya, p. 143, fig. 5).

2 - CAULONIA NEL BRUZZIO. — C a s a c i v i c a . Tanto le mura della città, con le


grandi torri quadrate, quanto le case civiche, scavate da P. Orsi nel 1912-15, sono costruite
con grossi ciottoli, rinsaldati con sfaldature di calcare e con frammenti fittili di tegole
e dolii cementati con taio (arena e creta). Un siffatto tipo di muratura, assai singolare,
è certamente posteriore alla fase greca della città ed appartiene forse ad un rifacimento
di età romana. («Monutn. Ant. Lincei» XXIII [1915], col. 127, fig. 68).
3 - POMPEI. — C a s a c i v i c a nella reg. VI, ins. 3. Ad una testata di grossi blocchi
di calcare fa seguito una parete di piccoli sassi, cementati senza arte con malta terrosa
e friabile. Età sannitica.
4 - POMPEI. — C a s a d e l C e n t a u r o . E ' costituita dall'aggregato di tre case, una
delle quali presenta uno degli esempi più antichi di opera cementizia, formata di blocchi
di vario taglio e dimensione; i blocchi più grandi, di forma parallelepipeda, posti in
opera a caso, sono forse un reimpiego di materiale di demolizione.
Tav. LXXXVIII
TAV. LXXXIX

MARZABOTTO (MISA)

i - I l g r a n d e t e m p i o s u l l ' a c r o p o l i . Una serie di concamerazioni, chiuse


da muri a secco e riempite di terra, formava il basamento di questo edificio, in cui
viene riconosciuto un tempio. Il sistema è lo stesso che si trova usato più tardi nel tempio
di Roma e Augusto in Ostia. I muri sostruttivi sono fatti di ciottoli di fiume e fango; al
di sopra riposavano i blocchi squadrati di tufo. Se l'edificio è realmente un tempio, ed
uno dei principali dell'etrusca città di Misa, la sua forma non trova raffronto nel quadro
dell'architettura etrusco-italica.
2 - L ' a l t a r e q u a d r a t o p r o s s i m o al t e m p i o . Scapoli di roccia e ciot-
toli di fiume, allettati a strati, costituivano la parete perimetrale del piccolo podio, nel cui
mezzo si trova un pozzo, o fossa rotonda; massi più grandi a guisa di parallelepipedi
ne rinforzano gli spigoli; una scala rudimentale di cinque gradini permette di salire
al piano di calpestio.
3 - F o n d a z i o n i e b a s a m e n t i di c a s e . Sono fatti con ciottoli di fiume,
spezzati a metà e uniti con fango; la parte liscia dei sassi è messa in facciata, quella
convessa nell'interno; numerose scaglie della stessa pietra riempiono gli interstizi più
grandi. La parte superiore è restaurata modernamente per evitare il disgregamento
dei muri.
Tav. LXXXIX
TAV. XC

PARETI A TESSITURA LITICA

1 MOZIA. — Un tratto delle mura di questa città greco fenicia, situata su di un'iso-
letta presso il Capo Lilibeo, è stato riprodotto nella tav. LXXXVIII. Qui si da la foto-
grafia della p a r e t e di u n a s t a n z a che si trova nel lato orientale delle mura,
fra la piccola scala e la torre; i blocchi dritti in piedi sono collocati alla distanza di circa
un metro l'uno dall'altro e lo spazio intermedio è riempito con sassi e fango (Cozza.
Cf. WHITAKER, Motya, p. 160, fig. 14).
2 - POMPEI. — C a s a i n v i a d e l l e S c u o l e (reg. Vili, ins. 3, n. 31).
Tessitura di blocchi di calcare con opera cementizia intermedia, a piccole scaglie. La
porta è chiusa in parte con opera reticolata di età augustea, e in parte con opera incerta
di età posteriore al terremoto del 62-63 d. C.
3 - POMPEI. — C a s a d e l V a s a i o (reg. II, ins. 6), parete sud, di fronte alla
grande palestra. Il modo come i quadroni di calcare sono collocati e come si
ammorsano con l'opera cementizia prova che il muro è stato intenzionalmente costruito
con l'impiego di questi costoloni litici in funzione di pilastri di robustamento e concate-
namento dell'opera cementizia. Struttura tipica del periodo sannitico, fatta con ele-
menti di pietra sarnense.
Tav. XC
TAV. XCI

PARETI A TESSITURA LITICA

1 - POMPEI. — C a s e n e l v i c o l o d i N a r c i s s o (reg. VI, ins. 21, n. 13 e


14). Il lungo muro mostra due epoche distinte: la metà di sinistra appartiene all'età
sannitica, forse ancora al primo periodo, con la sua muratura a traliccio litico, infarcito
con sassi di calcare e lava, affidando alla malta la coesione e il pareggiamento; la metà
di destra, tutta di lava trachitica, è più tarda e si avvicina all'opera incerta della colonia,
anch'essa però di fattura scadente (L'angolo superiore sinistro è di restauro).
2 - POMPEI. — T e m p i o d i A p o l l o . Recinto esterno verso il Foro, con pi-
lastri di opera quadrata di tufo di Nocera e riquadri intermedi di opera incerta. I pi-
lastri servivano per rinforzare la lunga parete, speronandola verso l'interno, in modo
da diminuire col graduale ingrossamento dei pilastri stessi la divergenza di asse della
parete rispetto al portico. Caementa in prevalenza di pietra sarnense.
3 - POMPEI. — C a s a ad o v e s t d e l G r a n a i o (reg. VII, ins. 7, n. 23). Te-
stata di un muro divisorio fra due stanze (atrio) costruito col sistema già descritto della
tessitura litica, usato di preferenza nella prima età sannitica.
4 - POMPEI. — C a s a n e l l a v i a C o n s o l a r e (reg. VI, ins. 2, n. 6). Tre di-
versi sistemi di muratura sono adoperati in questa parete (da sin. a destra) : pilastro di
blocchi male squadrati di pietra calcare, disposti con una certa alternanza per testa e
per taglio ; altro pilastro di tufo di Nocera a taglio più regolare ; muratura cementizia
con scapoli di differente volume, pianeggiati per mezzo della malta. (In tutti e tre i
sistemi gli elementi superiori sono di restauro).
Tav. XCI
TAV. XCII

CAMPIONI DI OPERA CEMENTIZIA IN POMPEI (II - I SEC. A. C.)

i - T e m p i o di A p o l l o . Parete esterna ad ovest dell'ingresso. L'esempio è


fotografato in un punto in cui la malta che conglobava e livellava i caementa in facciata
è in parte caduta, in modo da mostrare meglio il volume e la disposizione degli sca-
poli. Il materiale è quasi esclusivamente calcare.
2 - B a s i l i c a . La fotografia, presa nel Calcidico, è stata eseguita con lo stesso
principio della precedente. Si nota una maggiore uniformità nel taglio dei sassi, la
quale permette di diminuire la quantità della malta, dandole nello stesso tempo un mag-
gior potere coesivo. Il materiale è lava vulcanica.
3 - T o r r e d e l l e m u r a a l a t o d e l l a p o r t a M a r i n a . Tufo e lava
con alcuni pezzi di calcare, di differente volume e solo appianati in superficie, formano
i caementa di questa torre, la cui muratura è più antica di quella delle torri che
si trovano nel lato settentrionale del recinto, fra la via di Modesto e il vico del Labirinto.
4 - A n f i t e a t r o . L'edificio fu notevolmente restaurato dopo il terremoto, per
cui esiste una notevole differenza fra la parte inferiore originale e la superiore rifatta.
Il campione fotografato appartiene ad un ambulacro del primo meniano (originale del-
l'8o circa a. C), dove il logoramento della superficie mostra bene l'ammorsatura dei sassi
nella malta.
Tav. XCII
TAV. XCIII

OPERA CEMENTIZIA IN PARAMENTO

i - POMPEI. — T e m p i o d e l l a F o r t u n a . Parete nord. E' un esempio carat-


teristico di muratura in opera cementizia a piccole scaglie, molto regolari e molto
bene cementate, tendenti all'opus incertum. La scabrosità delle superfici esterne favoriva
l'adesione dell'intonaco, preparato per una grande decorazione in opera settile marmo-
rea, consistente in uno zoccolo e in tre alte lesene con riquadri intermedi, divisi in due
zone orizzontali da una cornice.
i - POMPEI. — C a s a n e l v i c o l o d e i V e t t i i (reg. VI, ins. 14, n. 38). L'ope-
ra cementizia vi appare in facciata allo stesso modo come è adoperata nell'interno, con
scapoli di materiale e volume differente. Solo nelle testate delle porte e delle finestre è
rifinita con blocchetti meglio squadrati e frammenti di tegole, secondo l'uso comune in
Pompei fino dal periodo Sannitico. Si noti la mancanza di qualsiasi aggetto o risalto
di cornice e forse anche dell'intonaco protettivo all'esterno delle pareti, mancanza
causata dalla fretta della ricostruzione dopo il terremoto del 62-63 d. C. La casa ha no-
tevolmente sofferto nei bombardamenti dell'ultima guerra.
Tav. XCIII
TAV. XCIV

OPERA CEMENTIZIA IN PARAMENTO

1 - POMPEI. — P a r e t e d i c a s a i n v i a d e l B a l c o n e P e n s i l e (reg. VII,


ins. 12). Esempio di opera cementizia fatto con sassi di materiale differente (calcare, lava
e tufo) appianati in facciata e ammorsati con malta terrosa.
2 - POMPEI. — Casa d i P. A n t i s t i o M a s s i m o e L. E l i o T r o f i m o .
Interno dell'atrio. Muro di tramezzo simile al precedente, eseguito con materiale di
risulta, non molto differente da quello che si usava per riempimento dei tralicci lignei.
3 - COSA. — E d i f i c i o p r e s s o i l F o r o . E' difficile datare l'opera cementizia,
e in conseguenza l'opera incerta, in Cosa, perchè lo scavo della Missione Americana ha
rimesso sinora in luce solo una piccola parte della città e non sappiamo quali edifici
siano contemporanei e quali posteriori alla fondazione della colonia. In una prima va-
lutazione si può ritenere che il complesso edilizio intorno al Foro risalga alla metà circa
del II sec. a. C. I sassi sono ancora allo stato grezzo e lo spianamento in superficie è
fatto più con la malta che con la pietra levigata.
4 - COSA. — C a p i t o l i u m . L'alta parete che chiude le tre celle del Capitolium co-
stituisce un unicum dal punto di vista murario. Scaglie lunghe e piane, a guisa di mat-
toni, sono accuratamente allettate in sottili strati di ottima malta. Grosse lastre di pietra
rivestivano la parete, dandole l'aspetto dell'opera quadrata (II-I sec. a. C ) .
Tav. XCIV
TAV. XCV

ESEMPI VARI DI OPERA CEMENTIZIA

1 - TERRACINA. — V i l l a d i G a l b a . Questa villa, identificata con sicurezza in


base ad un passo di Svetonio (Galba, 4, I) è stata già ricordata nel I capitolo (tav. IX, 4)
a proposito dell'opera poligonale, unita all'opera cementizia. Qui si riproduce un par-
ticolare del basamento che mostra l'opera cementizia in facciata, non ancora regolariz-
zata, ma solo cementata con cura. E' la prima maniera progredita che abbiamo appunto
datato alla prima metà circa del II sec. a. C. (Forma Italiae, Anxur - Tarracina, VI
zona, fig. 17).
2 - PALESTRINA. — A t t a c c o d e l la r a m p a d i s i n i s t r a col muro delle
taberne. Caementa di calcare a taglio piccolo e regolare con malta abbondante. Para-
mento in opera incerta con sassi di forma piuttosto conica, in modo da farli ammorsare
meglio con l'opera cementizia del nucleo interno. Il procedimento è lo stesso di quello
seguito per l'opera' reticolata, cioè a cortine con infarcimento intermedio (Età Sillana).
3 - VIA APPIA. — S e p o l c r o p r e s s o C a s a l e R o t o n d o . L'opera cemen-
tizia vi è adoperata in unione con l'opera quadrata: alla prima sono riservate le fun-
zioni di struttura interna, quasi di riempimento; alla seconda quelle di paramento e di
maggior rilievo architettonico, come la volta del vano sepolcrale e tutta 1' architettura
esterna, ora scomparsa. L'esempio è scelto per mostrare l'accoppiamento delle due tecni-
che (metà circa del I sec. a. C ) .
4 - VIA APPIA. — S e p o l c r o n e l l a V a l l a t a d i T e r r a c i n a . Tutta la
costruzione è in opera cementizia, gettata a strati di varia altezza, a seconda dello spes-
sore delle lastre di pietra che la rivestivano. Nella parte alta l'opera cementizia as-
sume una funzione indipendente, con un paramento in opera incerta (metà circa del I
sec. a. C ) . {Forma italiae, Anxur - Tarracina, I zona, p. io, fig. 9).
Tav. XCV
TAV. XCVI

OPERA CEMENTIZIA NELL'INTERNO E IN FACCIATA

1 - ALBA FUCENSE. — R e s t a u r o a l l e m u r a , ad e s t d e l c o l l e d i
P e t t o r i n o . Un tratto abbastanza lungo del muro di cinta venne in questo luogo
restaurato con un'alta parete di opus caementicium, rivestita con opus incertum (di cui
rimangono due frammenti in alto). La parete fu tirata su a zone, livellando i piani
di posa, sistema usato specialmente nei luòghi in pendio. Caementa e calce di calcare
locale. Nella successione dei vari tipi murari delle fortificazioni di Alba, questo è l'ul-
timo, poichè viene ancora dopo quello di opera poligonale mista con opera cementizia
(il quale segue a sua volta tutte e tre le maniere di opera poligonale) e va quindi
datato, come tutti i muri simili, all'età Sillana (Cf. tav. IX, 3 e tav. LXXXVII, 4).
2 - SEGNI. — T o r r e a f i a n c o d e l l a P o r t a R o m a n a . La torre fu
aggiunta al recinto in opera poligonale in un periodo più tardo, poichè è costruita in
opera quadrata di tufo a grandi blocchi, regolarmente disposti (metà circa del II sec.
a. C ) . Nella seconda metà del secolo seguente fu rinforzata nel lato lungo esterno
con uno spesso muro di scaglie di calcare non ripulite in facciata, allo stesso modo del
muro seguente.
3 - SEZZE. — S p i g o l o d i t e r r a z z a m e n t o , costruito forse con materiali
residui di demolizione o di squadramento di blocchi, avendo cura soltanto di appiom-
barli e di legarli nei fianchi mediante sassi più lunghi e pianeggianti. Malta con poz-
zolana nerastra; scapoli di pietra locale.
Tav.XCVI
TAV. XCVII

BASAMENTI DI TEMPLI IN ROMA

1 - T e m p i o d e l l a C o n c o r d i a . Il basamento, come lo vediamo oggi, pre-


senta due evidenti fasi costruttive : la più antica è quella del restauro di L. Opimio
(121 a. C ) , consistente in un muro interno a piccole scaglie di tufo bene cementate
con malta grigia e compatta, al quale era addossata l'opera quadrata di rivestimento.
Nella fase successiva (Augusto), il podio fu rialzato e il nucleo cementizio interno rln-
forzato con una muratura composta in prevalenza di frammenti di travertino e malta
di color bruno.
2 - T e m p i o d e l l a M a g n a M a t e r . Scapoli di travertino e malta grigia
danno al nucleo interno del podio un aspetto uniforme. In qualche tratto gli scapoli
hanno il taglio poligonale proprio dell'opera incerta. I blocchi parallelepipedi del ri-
vestimento vi erano addossati senza legamento. Restauro del 100 a. C. a cura di Q.
Cecilio Metello Numidico.
3 - T e m p i o di M a r t e U l t o r e . Emiciclo di basamento delle statue di
Marte e Venere. Vi si notano più strati sovrapposti di opus caementicium, l'inferiore
uniforme e compatto, quasi litico (malta grigia e tufi); il secondo con larga percen-
tuale di scaglie di travertino; il terzo fa da sottostrato al pavimento marmoreo.
4 - T e m p i o di G i o v e S t a t o r e . Con tecnica piuttosto rara l'opera qua-
drata di ossatura portante fonda sopra una platea concretizia. Questa è composta pre-
valentemente di piccole scaglie di selce, sistema in uso nell'età augustea, specialmente
per le cisterne d'acqua. L'opera quadrata è di peperino.
Tav. XCVII
TAV. XCVIII

BASAMENTI DI TEMPLI IN ROMA

i - T e m p i o d e i C a s t o r i . Una veduta generale del basamento si è data


nella tav. XLVIII, I, per mostrare il legamento fra l'opera quadrata esterna e l'opera
cementizia interna. Nella presente figura è riprodotto un particolare del nucleo cemen-
tizio. Vi appaiono due fasi: la prima, quella di L. Cecilio Metello (117 a. C), che
arriva fino ad una certa altezza ed è formata da scapoli di tufo, piccoli, regolari, al-
lettati in malta di color bruno, il tutto pressato a guisa di calcestruzzo; nella seconda,
quella augustea, fu riparato e sopraelevato il pavimento, adoperando scaglie di traver-
tino, residuo di lavorazione di materiale più antico. Qualche raro frammento di tra-
vertino si trova anche nella prima fase.
2 - T e m p i o d e l D i v o G i u l i o . Varie qualità di tufo, di volume assai dif-
ferente, miste con frammenti di travertino, costituiscono i caementa dell' alto ba-
samento, in cui la scadente composizione della malta contribuisce a dimostrare il la-
voro affrettato, oppure eseguito da maestranze maldestre. Poco regolare risulta anche
dalle impronte la squadratura dei blocchi tufacei di rivestimento. In alto, a sinistra, si
osserva un restauro più tardo con maggior abbondanza di travertino e diverso, taglio
degli scapoli. Sembra che il tempio fosse già finito nel 33 a. C. ma fu dedicato solo il
18 agosto del 29 a. C.
Tav. XCVIII
TAV. XCIX

CAMPIONI DI OPERA CEMENTIZIA IN ROMA NEL I SEC. A. C.

i - T e m p i o di V e s t a . Favissa nell'interno del podio. Affrettata muratura di


sassi tufacei con malta abbondante e terrosa di color grigio chiaro, caratteristica della
prima metà del I sec. a. C. (Restauro del 60 a. C. ?).
2 - E m i c i c l o d i e t r o i R o s t r i A u g u s t e i con muratura simile alla
precedente, ma più uniforme e compatta. Era rivestito con lastre di marmo. Si ritiene
essere il tribunal Aurelium del 74 a. C.
3 - T e m p i o di A p o l l o P a l a t i n o . Particolare dell'angolo anteriore si-
nistro del podio. La scadente muratura cementizia, composta di sassi di volume assai
diverso, con malta abbondante, trova riscontro in altri edifici contemporanei (tempio
del divo Giulio, mausoleo di Augusto). Nel nucleo cementizio originale si vede inserito
un costolone di fattura differente (a scaglie piccole e compatte) che va forse riferito ad
un restauro di Domiziano.
4 - M u r o di c i n t a d e l l ' a r e a a p o n e n t e del t e m p i o di A p o l -
1 o, verso il Circo Massimo. Sosteneva una platea artificiale, in parte coperta da edi-
fici e in parte tenuta a giardino, fra il tempio di Apollo, la casa di Livia e le Scalae
Caci. L'uniformità del materiale (tufo dell' Aniene), tutto originale di cava, e la bontà
della materia coesiva, di colore grigio, sono in funzione dello sforzo che il muro, co-
struito in età augustea, doveva sopportare p:r la forte pressione del terreno retrostante.
Tav. XCIX
TAV. C

MURATURE ROMANE IN «CALCESTRUZZO:

1 - PALATINO. — C a s a d e t t a d i L i v i a . Il piccolo atrio posteriore al ta-


blino della casa mostra un groviglio di muri di epoche diverse, che attende;ancora uno
studio particolare. Tra questi muri emerge un recinto quadrangolare in compatta ope-
ra cementizia di piccole scaglie di selce, senza paramento, che in un secondo periodo
fu traforato da sei porte, addossandovi contemporaneamente alcuni tramezzi in reti-
colato. Datando quest'ultimo all'età di Augusto, il calcestruzzo del recinto deve risalire
almeno ad alcuni' decenni prima.
2 - TEMPIO DI VENERE E ROMA. La grande platea artificiale che forma il piano del
maestoso tempio adrianeo, situato tra il Foro e la valle dell'Anfiteatro, è formata da
una muratura massiccia di piccoli scapoli di travertino e selce, livellati e battuti a
strati, in corrispondenza dell'altezza dei blocchi del rivestimento esterno.
Tav. C
TAV. CI

MURATURE ROMANE IN «CALCESTRUZZO:

1 - PALATINO. — B a s a m e n t o q u a d r a t o p r e s s o il t e m p i o d i
A p o l l o . Travertino e selce a piccole scaglie, spezzate con la mazza e bene stipate
entro una cassaforma lignea, formano' il nucleo di fondazione di un edificio che vi
sorgeva al di sopra, oggi scomparso.
2 - FORO ROMANO. — B a s e d i c o l o n n a onoraria lungo la via
S a c r a . Un basamento più antico e più piccolo in opera quadrata fu ingrandito nel-
l'età circa di Diocleziano con una fodera fatta all'interno di opera cementizia con sca-
poli di marmo e all'esterno di opera laterizia.
3 - FORO ROMANO. — F o n d a z i o n i d e l v e s t i b o l o n e r o n i a n o . Sca-
poli di travertino, materiale di risulta della lavorazione di architetture superiori nella
stessa pietra, costituiscono quasi esclusivamente questi lunghi costoloni paralleli del
grande portico che fiancheggiava la Media e Summa Sacra Via.
4 - CASA DELLE VESTALI. — F o n d a z i o n e d i u n a d e l l e s t a n z e ag-
giunte da Settimio Severo nel lato nord-orientale, presso la Via Sacra. Muratura a
sacco, gettata entro cavo « sbatacciato » con tavole poste per coltello e tenute aderenti
alle due pareti mediante travicelli verticali inchiodati.
Tav. CI
TAV. CII

OPERA CEMENTIZIA IN PARAMENTO NELL'ETÀ' IMPERIALE

i - VIA APPIA. — V i l l a s u l c o l l e d i S. C e s a r e o , presso Velletri. Gli


edifìci che compongono questa villa, che appartenne forse alla gente Ottavia, sono di-
sposti a terrazze, sostenute da alti muri. Uno di questi ha la faccia vista trattata allo
stesso modo dell'opera cementizia dell'interno, cioè a scaglie di selce (materiale locale)
oblunghe e immerse in abbondante malta biancastra. Il nucleo principale della villa ap-
partiene alla metà del II sec. dell'impero (« Bull. Arch. Com. », 1930, p. 9, fig. 3).
2 - VIA TIBURTINA. — V i l l a A d r i a n a . Nella regione del Canopo, sotto il
casino Fede e nei pressi del Piccolo Palazzo si trovano in modo particolare alcuni
muri di terrazzamento costruiti con scapoli irregolari di pietra disposti a strati oriz-
zontali, non molto dissimili da quelli del nucleo interno, lasciati appositamente grezzi
per meglio far risaltare il carattere rustico dei fabbricati. Particolare della lunga terrazza
a nord-est del Canopo.
3 - VIA LATINA. — V i l l a d e t t a « I C e n t r o n i » , presso il IX miglio.
Fra i ruderi di questa grandiosa villa, eretta tra la fine della repubblica e i primi tempi
dell'impero, si nota particolarmente una « natatio », fiancheggiata, a ridosso del colle,
da un lungo muro ornato con nicchie e costruito in opera cementizia di tipo rusti-
co {Cozza).
4 - SIRMIONE. — G r a n d e v i l l a s u l L a g o d i G a r d a . I muri che for-
mano le terrazze e le stanze di questa grandiosa residenza suburbana, chiamata volgar-
mente « Le Grotte di Catullo », di cui si ignora il proprietario e di cui è incerta l'età
di fondazione, sono fatti allo stesso modo dei precedenti, ma ancora più rozzi e più in-
tenzionalmente trascurati (Soprint. Antichità Lombardia).
Tav. CII
TAV. CHI

FONDAZIONI GETTATE ENTRO CAVI CON ARMATURA LIGNEA

1 - ROMA. — E d i f i c i o n e r o n i a n o p r e s s o il t e m p i o d i V e -
n e r e e R o m a . Faceva parte della grande villa detta « Domus Aurea » insieme
con altri edifìci demoliti per il taglio della Velia. In origine si componeva di una
lunga fila di taberne ad archi in laterizio con la fronte rivolta verso sud, cioè verso
il Palatino. Il lato posteriore era addossato al colle e poggiava sopra una profonda
fondazione eseguita entro un cavo consolidato con armatura lignea. Sono evidenti nel
calcestruzzo le impronte delle tavole che servivano ad « armare » le pareti del cavo.
2 - ROMA. — F o n d a z i o n i d e l l a « D o m u s A u r e a » s u l P a i a t i -
ri o (Triclinio del Palazzo dei Flavi). Sono evidenti anche qui le impronte del ta-
volato che contenne le pareti del profondo cavo quando vi fu eseguita la gettata di
scaglie di roccia (in prevalenza travertino) e malta. Poichè esse poggiano sopra edi-
fici di età precedente, costruiti nella valletta fra il Palatium e il Germalus, dobbiamo
supporre che in primo tempo la valle fosse riempita di terra e che in un secondo
tempo fosse riscavata in trincea per dar posto alle fabbriche innalzate da Nerone dopo
l'incendio del 64 d. C.
Tav. CHI
TAV. CIV

GRANDI OPERE CEMENTIZIE SUL PALATINO

1 - P i a t t a f o r m a a r t i f i c i a l e p r e s s o la casa d e t t a di Li vi a.
Va attribuita al gruppo di edifici augustei su quel colle, sia per la stretta relazione con
il tempio di Apollo, sia per il paramento di una parte di essa in perfetta opera reticolata
dell'età di Augusto. Tutto il nucleo interno, ed una gran parte della faccia vista, sono
in compatta opera cementizia di scapoli tufacei di prima scelta.
2 - P o r t i c o di età n e r o n i a n a s o t t o il p a l a z z o d e i F l a v i
(Sala del trono). E' fatto in scaglie di travertino come il vestibolo nel Foro (tav. CI).
L'asportazione dei blocchi in travertino che facevano da fondazione alle colonne o ai
pilastri ci permette di ricostruirne la pianta.
3 - S o s t r u z i o n e n e l l a t o o r i e n t a l e . I l terreno d i riporto, scaricatovi
probabilmente dopo l'incendio del 64 d. C, essendo franato col tempo, ha lasciato allo
scoperto tutto il fianco di questo grande muro che sosteneva una terrazza artificiale in-
nalzata nella prima metà del II sec. d. C. L'antico architetto, anziché scendere con la
fondazione fino al vergine o almeno fino al sodo, si limitò ad approfondire solo alcuni
piloni, i quali reggono oggi sospesa sul vuoto la massiccia muraglia; la compattezza
monolitica dell'opera cementizia ha così supplito alla deficienza tecnica del lavoro.
Tav. CIV
TAV. CV

OPERE CEMENTIZIE VARIE

1 - TRIOPIO DI ERODE ATTICO. — C i s t e r n a d ' a c q u a . L'imponente rudere


sorge nel punto più alto della collina che limita a sud-ovest la valle della Caffarella : al-
l'esterno è rettangolare, mentre all'interno ha le pareti corte semicircolari. In origine do-
veva essere incassato nel terreno fino quasi all'imposta della volta, e perciò fu costruito
in scaglie di selce senza paramento. In seguito, il piano esterno fu abbassato e le pa-
reti furono rinforzate foderandole con un muro a pezzi irregolari di tufo. I secolo del-
l'Impero (uBull Arch. Com.r>, 1923, p. 101, fig. 1).
2 - VIA APPIA. — E s e d r a s e p o l c r a l e p r e s s o i l V I I m i g l i o . La
asportazione della placcatura in lastre di pietra o di marmo ha lasciato allo scoperto il
nucleo cementizio interno, fatto di piccoli scapoli con malta di color grigio chiaro. Il
lavoro è stato eseguito a strati uniformi, con piani battuti nei risalti dei podi e delle cor-
nici. I secolo dell'Impero.
TAV. CVI

OPERA CEMENTIZIA CON RIVESTIMENTO IN OPERA QUADRATA

I tre monumenti riprodotti nella tavola mostrano chiaramente il modo di costruire


con le due tecniche abbinate: si innalzava prima la cortina esterna di blocchi squadrati,
di pietra o di marmo, per un filare o due, col sistema degli ortostati e dei diatoni, de-
scritto a proposito della maniera greca dell'opera quadrata, cioè addentrando a date di-
stanze alcuni blocchi per testa; quindi si procedeva alla gettata della miscela di sassi e
malta pressando bene ogni strato, fino all'altezza stabilita. Asportati nei secoli di mezzo
i blocchi di rivestimento collocati per lungo sono rimasti quelli per testa (i diatoni) i
quali mostrano i diversi modi di concatenamento, o a linee orizzontali alternate (i), o
a linee verticali parallele (2 e 3). Si veda per il collegamento fra i due sistemi murari
la tav. XLVIII.
1 - VIA APPIA. — S e p o l c r o d i C e c i l i a M e t e l l a , figlia di Q. Cretico
e moglie di Grasso. Mentre lo zoccolo è fatto alla maniera pseudo-isodoma, il tamburo
segue il principio della isodomia. La irregolarità nella collocazione dei diatoni del basa-
mento lo dice più antico degli altri due. Metà del I sec. a. C. (Moscioni 181).
2 - VIA APPIA. — S e p o l c r o d e t t o o g g i C a s a l e R o t o n d o . Appartenne
a Marco Valerio Messalino Cotta, figlio di Messala Corvino. E' simile al Mausoleo di
Augusto nel Campo Marzio. Età Augustea (Alinari: 6969).
3 - VIA APPIA. — G r a n d e s e p o l c r o a n o n i m o , presso Albano, detto arbi-
trariamente di Pompeo, a dadi restringentisi verso l'alto. In un bombardamento dell'ul-
tima guerra è stato demolito per circa un terzo. I secolo dell'Impero.
C APITOLO I V

OPVS INCERTVM
TAVOLE CVII-CXXX
TAV. CVII

IL PORTICO EMILIO IN ROMA

1-3. — Nell'anno 193 a. C, informa Livio (XXXV, io, 12), gli edili M. Emilio
Lepido e L. Emilio Paulo, fra altre costruzioni, eressero un portico fuori della porta
Trigemina, al quale aggiunsero un Emporio lungo il Tevere. Venti anni dopo (174
a. C.), i censori Q. Fulvio Fiacco e A. Postumio Albino lastricarono l'Emporio, chiu-
dendolo con muri, e rifecero il portico chiamato Emilio (Liv. XLI, 27, 8):
Di questo portico rimangono numerose rovine nella pianura del Testaccio, fra le
moderne vie Florio, Branca, Rubattino e Vespucci; era lungo m. 487 e largo 60, di-
viso longitudinalmente in 7 corridoi, comunicanti per mezzo di 294 pilastri.
I corridoi, larghi m. 8,30, non erano tutti allo stesso piano, ma si abbassavano
gradatamente verso il Tevere, di guisa che le volte impostavano sempre più in basso.
Le pareti erano costruite in opus mcertum di tufo a piccoli sassi trapezoidali, tagliati
e cementati con cura, ma non uniformemente in tutto l'edificio, dimostrando perciò
l'impiego di varie maestranze, diversamente esperte nel lavoro.
I due lati lunghi terminali erano forniti verso l'interno di tanti tramezzi in cor-
rispondenza dei pilastri, in modo da formare 50 stanze più piccole a sud-est e più
grandi a nord-ovest; in ognuna si apriva una porta arcuata, sormontata da due fine-
stre, anch'esse coperte ad arco.
La Porticus Aemilia è l'esempio più antico che conosciamo di opus incertum pro-
priamente detto, cioè con caementa squadrati appositamente per essere collocati in fac-
ciata, non molto dissimili da quelli usati per l'interno delle pareti {Comune di Roma).
TAV. CVIII

ANTICHI ESEMPI DI OPERA INCERTA IN ROMA

i - P o r t i c u s A e m i l i a . — Particolare della muratura; avanzo presso la via


Amerigo Vespucci.
2 - P o r t i c u s M e t e l l i . — Fu fondato nel 147 a. C. da Q. Cecilio Metello,
vincitore dei Macedoni, per circondare con una grande piazza porticata i due templi
di Giunone Regina e di Giove Statore; il portico venne poi rifatto, insieme con 1 tem-
pli, da Augusto, che lo intitolò al nome di sua sorella Ottavia; restauratola Domi-
ziano, venne ancora una volta ricostruito da Settimio Severo e Caracalla (205 d. C.)
nel modo in cui appare oggi.
Durante alcuni saggi di scavo, eseguiti dall'ufficio competente del Comune, sono
riapparsi, sotto le fondazioni severiane e augustee, gli avanzi del primitivo edificio
di Metello in opus ìncertum di tufo, grossolanamente tagliato e cementato {Comune
di Roma).
3 - M u r o s o s t r u t t i v o , rinvenuto ai piedi del Campidoglio, lungo la via della
Consolazione. Faceva parte, probabilmente, dei lavori di sistemazione del colle di cui
parla Livio (XLI, 27, 7) a proposito del rinnovamento edilizio avvenuto nell'anno 174
a. C. in Roma (Comune di Roma).
4 - C l i v i o C a p i t o l i n o n e l F o r o . Nel passo sopra citato, Livio ricorda
che nel 174 il Clivo Capitolino, che dal piano del Foro saliva al tempio di Giove,
fu lastricato con poligoni di selce. E' molto probabile che a questo lavoro di pavi-
mentazione e consolidamento appartenga la sostruzione ad archi ad ovest dei Rostri.
TAV. CIX

ANTICHI ESEMPI DI OPERA INCERTA

1 - ROMA. — E d i f i c i o s u l V i m i n a l e . Venne in luce negli scavi ese-


guiti dal Parker nel 1867, nelle pendici del colle che guardano verso il Quirinale, tra
le vie Palermo e Depretis. Dalla fotografia eseguita dal Parker stesso appare una strut-
tura simile al portico Emilio, quantunque più regolare nelle testate di tufelli e nella
tessitura dell'incerto. Fu demolito per il taglio della Via Nazionale (PARKER, fot. 2078;
Cf. ID., Costruction of Walls, tav. VI, 2).
2 - VIA SETINA. — V i l l a r u s t i c a presso il casello 72 della ferrovia Son-
nino-Terracina, a ridosso del Monte Leano. Il fianco settentrionale presenta un'archi-
tettura con porta ad arco nel piano inferiore e finestra nel piano superiore, come nel
portico Emilio. L'alta parete è consolidata da contrafforti ortogonali. La muratura è
in opera incerta di calcare, a leggere riseghe, con gli stipiti e le armi Ile delle aperture
in blocchetti squadrati della stessa pietra. L'interno si compone di tanti corridoi nor-
mali alla via, già divisi in due piani da tramezzi lignei (Forma Italiae, Girceli, II
zona, fig. 15).
Tav. CIX
TAV. CX

OPERA INCERTA IN ALBA FUCENSE E COSA

1-2 - ALBA FUCENSE. — B a s i l i c a e c o s t r u z i o n i a d i a c e n t i . Nella


fig. i si vede a sinistra una parete che ha la testata di blocchi squadrati di calcare e
l'interno di opera incerta piuttosto rozza; essa appartiene al basamento sud-orientale
della basilica, presso la prima taberna, ricavata sotto il pulvinar. Posteriormente vi fu
addossato un muro di tramezzo, quando fu costruito il mercato rotondo, in sostituzione
di quello quadrato.
Nella fig. 2, che fa parte di un edificio prossimo al mercato, si ha un esempio
di muratura più tarda (fine I sec. a. C), come dimostrano il reimpiego, nella parte
inferiore, di piccoli blocchi poligonali (tolti da una parete o da un selciato), e la sca-
dente cementazione degli scapoli.
3-4 - COSA. — E d i f i c i p r e s s o i l F o r o . Gli antichi edifici, fra cui pri-
meggia la interessante basilica, rimessi recentemente in luce dagli scavi della missione
Americana intorno al Foro dell'antica colonia romana, appaiono costruiti con grossi
sassi di calcare, di forma e volume assai differente, cementati con abbondante malta.
In tutti questi esempi non si può ancora parlare di un vero opus incertum, ma solo
di un'opera cementizia, ripulita e regolarizzata in facciata (Cf. tav. XCIV, fig. 3).
TAV. CXI

OPERA INCERTA IN POMPEI

i - P o d i o d e l t e m p i o di A p o l l o . — Al di sopra di una piccola cornice,


leggermente bombata, si eleva il basso podio di tipo ellenistico, costruito in opera cemen-
tizia grossolana, la quale si presenta in facciata con gli scapoli ancora irregolari e ce-
mentati senza arte. Non si può ancora parlare di opera incerta (Età Sannitjca).
2 - T r i b u n a l e d e l l a b a s i l i c a . — La malta di buon impasto e l'uniformità
del materiale (tufo di Nocera), levigato in facciata e adattato a formare la cornice in-
feriore, dimostrano una data posteriore al tempio di Apollo, cioè verso la fine dell'età
sannitica (circa il ioo a. C). La cornice superiore è in pietra da taglio, come tutta la
trabeazione, concepita come il pronao di un tempio. Si può considerare come uno dei
primi esempi di opus incertum in Pompei.
3 - P o d i o d e l l ' a n f i t e a t r o . — Fattura simile a quella della basilica; la sua
minore accuratezza è dovuta alla maggior superficie da costruire e alla natura più
dozzinale dell'edificio, eretto nei primi anni della colonia (78 a. C ) .
I tre esempi illustrati dimostrano l'evoluzione in Pompei dell'opera cementizia in
facciata, fino a divenire opera incerta, e dimostrano come l'uso dell'edificio non vada
trascurato nella valutazione cronologica della tecnica edilizia.
Tav. CXI
TAV. CXII

OPERA INCERTA IN OSTIA

1 - P o d i o di u n o d e i q u a t t r o t e m p i e t t i . — La muratura della fac-


ciata è assai più rozza di quella dei fianchi, perchè era rivestita con pietra da taglio
a gradini. Si può paragonare al podio del tempio di Apollo a Pompei, del quale è
di poco posteriore (90-70 a. C ) . Un grossolano ciottolato sostiene il pavimento di spesse
lastre di tufo, sul quale si elevano il pronao tetrastilo e le pareti della cella; queste
furono restaurate in età imperiale.
2 - C a s a di G i o v e F u l m i n a t o r e (reg. IV, ins. 4, n. 3), del tipo ad
atrio semplice. Nel I volume della grande pubblicazione sugli Scavi di Ostia, la casa
è datata intorno alla metà del II sec. a. C. La sua muratura è molto simile al muro
sostruttivo scoperto ai piedi del Campidoglio, lungo la via della Consolazione (tav.
CVIII, 3). (Soprint. Ostia Antica).
3 - T r a t t o d e l l e m u r a u r b a n e , a sud della porta Romana. Dopo le
guerre civili tra Mario e Siila, la città, che si era in due secoli e mezzo notevolmente
ampliata al di fuori del castro primitivo, fu racchiusa entro una nuova cinta di mura,
costruita in opera incerta, che in qualche punto diventa quasi reticolata. La parete ester-
na si innalza a leggere riseghe che formano tanti piani di posa. Le testate sono in tu-
felli a taglio regolare.
Tav. CXII
TAV. CXIII

OPERA INCERTA IN PALESTRINA

i - P a r t i c o l a r e d e l l ' a r e a s a c r a a l l a F o r t u n a . — All'angolo della


grande piazza porticata con l'aula absidata resta un avanzo dell'architettura che deco-
rava il lato addossato al monte, quanto mai elegante ed austera. La incorniciatura della
finestra ed i cartelli che la fiancheggiano sono in travertino, le semicolonne, che inqua-
drano tutto il motivo, sono in tufo a blocchi innestati alternativamente nell'opera cemen-
tizia, mentre il pieno delle pareti è in opera incerta del tipo perfezionato. Età della
colonia (dopo Y82 a. C).
2 - M u r o s o s t r u t t i v o p r e s s o l a p o r t a S a n M a r t i n o . — S'innalza
con robusta muratura in opera incerta per oltre dieci metri, livellando con piani di posa
leggermente rientranti verso l'alto, la lunga superficie esterna. Questo sistema di mura-
tura a riseghe è comune nelle mura di città e nelle terrazze sostruttive di ville tra la
fine del II e l'inizio del I sec. a. C. La fattura del presente muro è evidentemente più
antica, a causa della rozza sfaccettatura degli scapoli, di quella dell'area sacra e del
santuario superiore.
Tav. CXIII
TAV. CXIV

OPERA INCERTA IN PALESTRINA

1 - F r o n t e d e l l ' a u l a a b s i d a t a . — Su di un basamento in opera qua-


drata si innalza la imponente facciata, fornita lateralmente di due grandi finestre co-
perte ad arco e fiancheggiate da semicolonne di tufo, con basi e capitelli corinzi di tra-
vertino. E' incerto come terminasse nella parte superiore, dove la sovrapposizione del
moderno Episcopio ha distrutto la muratura antica. Nel vano di sinistra del basamento
è ricavato l'erario, come ricorda l'iscrizione che vi fecero incidere i magistrati della
città, quando era ancora libera (anteriormente all'82 a. C ) . L'edificio superiore appar-
tiene invece al piano regolatore della colonia, in cui fu abbondantemente usata l'opera
incerta della maniera più progredita.
2 - P a r t i c o l a r e d e l l ' i n t e r n o d e l l ' a u l a . — Finte finestre, fiancheg-
giate da semicolonne, decorano le pareti, elevate su di un podio limitato da ricche cor-
nici: è probabile che dinanzi alle semicolonne fossero collocate delle colonne a tutto
tondo, formanti portico. L'opera incerta della parete interna è in tutto eguale a quella
della facciata.
3 - P a r t i c o l a r e d e l l ' a b s i d e d e l l o s t e s s o e d i f i c i o , fornito di nic-
chie e coperto a calotta; pur essendo costruito nel medesimo tempo, i caementa sono più
regolari e tendono al quasi-reticolato; mentre gli spigoli delle nicchie presentano un
lavoro più scadente, gli archetti sono fatti con blocchetti bene squadrati.
Tav. CXIV
TAV. CXV

OPERA INCERTA IN PALESTRINA

i - T e r r a z z a dei f o r n i c i i n q u a d r a t i da s e m i c o l o n n e . — La
parete di fondo ed i tramezzi sono fatti in opus incertum, con le superfici esterne dei
caementa non levigate e con abbondante uso di malta. I fornici si alternavano uno
aperto ed uno chiuso; questi ultimi erano forniti di una finestra in facciata', eguale a
quella dell'area sacra. Nei fornici aperti, una cornice di tufo correva all'imposta della
volta. Le testate dei tramezzi erano ornate con semicolonne di piccoli blocchi di tufo,
mentre le basi e i capitelli erano in travertino.
2 - T e r r a z z a d e g l i e m i c i c l i - E m i c i c l o o r i e n t a l e . — E ' uno
dei primi esempi di architettura curvilinea romana. La volta decorata con cassettoni ri-
cavati nel concreto si innesta con una spalla nella parete di fondo e con l'altra nell'ar-
chitrave - attico che poggia sul colonnato ionico. Uo-pus incertum della parete chiusa e
dell'attico diviene quasi un ricamo per il taglio uniforme degli scapoli e per l'abile
cementazione. La volta è protetta dall'infiltrazione dell'acqua per mezzo di uno strato
di tegole, alcune delle quali portano marchi di fabbrica del tempo di Traiano.
Tav. CXV
TAV. CXVI

OPERA INCERTA IN PALESTRINA

Palestrina si può bene chiamare il trionfo della muratura incerta, in quanto tutta la
città, con la sua meravigliosa urbanistica a terrazze che risalgono la collina con portici,
esedre e scalee, è costruita in questo modo, lasciando alla pietra da taglio solo la struttura
delle colonne e semicolonne e alcune parti della trabeazione. Poichè la città sorse in vari.
periodi, l'opera incerta non è tutta omogenea; tuttavia le differenze sono così piccole
da far ritenere che si tratti molto spesso di riprese a breve distanza di tempo.
Si danno qui quattro tipi diversi, che corrispondono probabilmente a : quattro perio-
di diversi:
i - M u r o i n f e r i o r e d i t e r r a z z a m e n t o a r i s e g h e (cf. tav. CXIII,
fig. 2). — Si distingue nettamente per il taglio angoloso degli scapoli, per la cementa-
zione più affrettata e per i piani di posa.
2 - A n t r o d e l l e S o r t i : seconda fase del vestibolo d'ingresso, posteriore alla
parete in opera quadrata della facciata primitiva.
3 - T a b e r n e a n t i c h e , ad ovest della rampa occidentale, con decorazione
di I stile e volte a scaglie radiali. La loro posizione, al di fuori della simmetria as-
siale del santuario superiore, e la loro architettura dimostrano che furono costruite
quando ancora questo complesso monumentale non esisteva, almeno nella forma in cui
lo vediamo oggi,
4 - E m i c i c l o o r i e n t a l e . — Si vede qui bene la tecnica della lavorazione
con i caementa collocati a cortina e disposti a guisa di un intarsio, accentuando il con-
trasto tra il bianco del calcare e il color bruno della malta.
Tav. CXVI
TAV. CXVII

OPERA INCERTA IN TIVOLI

1 - B a s i l i c a . — Particolare dell'abside dietro la moderna cattedrale. La strut-


tura è interamente affidata all'opera incerta e il travertino forma soltanto la placcatura
della mostra della nicchia centrale. La basilica fa parte della sistemazione del Foro avve-
nuta dopo l'acquisto della cittadinanza romana (90 a. C ) .
2 - T e m p i o r o t o n d o , attribuito a Vesta. La cella riproduce la capanna italica
con la finestra attigua alla porta, ambedue leggermente rastramate verso l'alto. Il traver-
tino ha qui una funzione struttiva più importante dell'opera incerta, non solo nella
trabeazione dell'elegante periptero corinzio, ma anche nella incorniciatura delle aper-
ture (metà circa del I sec. a. C ) .
3 - T e m p i o di È r c o l e . — La s ostruzione della grande platea artificiale,
sulla quale si innalzava il tempio principale della città, si estendeva per circa 75 metri
di lunghezza. A mano a mano che la valle diveniva più profonda, l'altezza e lo spes-
sore del muraglione sostruttivo aumentavano, moltiplicando gli ordini di archi. Nel pun-
to di massima altezza, cioè all'estremità occidentale, al di sopra di un basamento pieno,
costruito a ripiani, si elevavano due ordini di archi chiusi, forniti di piccole finestre
per illuminare gli ambienti interni. Su questi poggiava il terzo ordine riprodotto nella
tavola seguente.
TAV. CXVIII

OPERA INCERTA IN TIVOLI

A causa della difficoltà di avere buone fotografie del complesso monumento tibur-
tino, occupato da moderni edifici, si preferisce di riprodurre due pittoresche vedute
di G. B. Piranesi (Antichità di Tivoli) dalle quali appare bene la struttura dell'opera
incerta, che anche qui, come in Palestrina, forma il sistema prevalente di costruzione,
rafforzato da quadri di pietra negli spigoli, nelle semicolonne e nelle cornici.
1-2 - S o s t r u z i o n e d e l t e m p i o di È r c o l e . — La ritmica architettura
ad archi incorniciati da semicolonne e da un architrave corrente per tutta la lunghezza,
ricorda da presso la facciata del Tabularium, al quale il tempio è di poco posteriore
(70-60 a. C ) . Nell'interno di uno dei lucernai, che si aprono nella grande volta, era
collocata la iscrizione dei magistrati municipali (Inscriptiones Italiae, Tibur, n. 21) che
eressero questa colossale platea artificiale a cavaliere della via Tiburtina, destinata ad
aumentare la piazza intorno al tempio di Èrcole. Il portico che circondava la piazza era
costruito in modo del tutto simile: interessante è la disposizione delle stanze adiacenti
alla via e il giuoco delle volte che le ricoprono.
Tav. CXVIII
TAV. CXIX

OPERA INCERTA IN TERRACINA

1-2 - P l a t e a d e l t e m p i o di G i o v e « A n x u r » . — Per portare il tempio


quasi sul ciglio del monte, in modo che si potesse vedere bene dalla città e dal mare, fu
costruita una terrazza, sostenuta verso l'interno da un criptoportico coperto a volta, e
verso l'esterno da una serie di dodici archi, voltati su poderosi pilastri. Tutta la mura-
tura è in opera incerta di calcare a taglio uniforme, con le testate dei pilastri e le ar-
mille degli archi in blocchetti squadrati della stessa pietra. Il solo motivo decorativo è
rappresentato da un concio di travertino, sobriamente sagomato, all'imposta degli archi.
La imponente sostruzione, che sorge a 200 metri di altezza sul mare, è lunga 60
metri e profonda circa 9; su di essa, con asse spostato di 35 gradi, si innalza il tempio
di Giove « Anxur », di cui resta il podio con qualche elemento della trabeazione. Tutto
il complesso si deve ritenere opera dei nuovi coloni sillani (Forma ltaliae, Anxur - Tar-
racina, V zona, fig. 14 e tav. XI).
TAV. CXX

OPERA INCERTA IN TERRACINA E CORI

1 - TERRACINA. — F i a n c o d e l l a g r a n d e p l a t e a . Le arcate hanno piutto-


sto la funzione di contrafforti alla parete chiusa, che regge il terrapieno da questo lato,
fino a riunirsi col muro di cinta dell'acropoli (Forma Italiae, Anxur - Tarracìna, V zona,
fig. 12).
2 - TERRACINA. — II c o s i d e t t o p i c c o l o t e m p i o , sull'acropoli. Si trova
ad oriente del grande e presenta lo stesso sistema di sostruzione ad archi su pilastri, con
corridoio e stanze interne. Gli archi erano in origine nove ed erano fiancheggiati agli
estremi da due avancorpi con cisterne. La muratura a blocchetti più grossolani e quasi
informi di calcare uniti con malta abbondante, più simile all'opera cementizia che non
all'incerta propriamente detta, la dimostra di età più antica del grande basamento
(100-80 a. C ) . Serviva forse ad uso civile (Forma Italiae, Anxur - Tarracina,
V zona, fig. 11).
3 - TERRACINA. — M u r o d i c i n t a d e l l ' a c r o p o l i . La fondazione poco
profonda, l'esiguo spessore (m. 1,70) e la muratura trascurata, a scapoli grossi e cemen-
tati in fretta, provano che il muro serviva piuttosto come protezione del santuario di
Giove che sorgeva sulla cima dell'acropoli, anziché come una fortificazione vera e pro-
pria. Le nove torri circolari, disposte all'esterno a distanze irregolari, erano fornite di
una camera di manovra, con feritoie e porta accessibile dal cammino di ronda (Forma
Italiae, Anxur - Tarracina, V zona, fig. 7).
4 - CORI. — M u r o d i c i n t a e t o r r e i n o p e r a i n c e r t a . Dopo le guer-
re funeste tra i partiti di Mario e di Siila una parte delle mura di Cori fu restaurata col
sistema di costruzione allora in uso, aggiungendovi alcune torri rotonde. Come a Terra-
cina, a Palestrina, a Formia e altrove, la muratura fu tirata su a piani orizzontali, dise-
gnati da blocchetti più grandi.
TAV. CXXI

MURA URBANE IN OPERA INCERTA

i - FONDI. — L a t o m e r i d i o n a l e . La città dovette soffrire gravi danni


nelle lotte fra Mario e Siila, perchè una notevole parte delle mura poligonali, special-
mente nei lati sud e est, fu rifatta dopo l'8o a. C. in opera incerta a perfetta regola
d'arte, con torri quadrate a somiglianza delle vecchie. Mura e torri furono ancora
usate nel Medioevo con leggera sopraelevazione e con alcuni rinforzi.
2-3 - FORMIA. — D u e p a r t i c o l a r i d e l l e m u r a . Il primo, presso le Scale di
S. Erasmo, è costruito a piani di posa regolari, di circa 60 cm. di altezza; il secondo
che scende verso il mare, è invece del tutto liscio; la differenza di tecnica non sembra
costituire una differenza di età, per lo meno di molti anni. In alcuni punti l'opera
incerta poggia sopra uno zoccolo di opera poligonale, avanzo di una cinta più antica.
TAV. CXXII

VILLE SUBURBANE IN OPERA INCERTA

1 - T I V O L I . — V i l l a p r e s s o i l c o n v e n t o d i S. A n t o n i o . Viene attri-
buita a Mecenate perchè situata di fronte alle cascate dell'Aniene. L'edificio più impor-
tante è un ninfeo diviso in tre navate con un abside nel fondo e copertura a volta. La
ricca decorazione pittorica e musiva che rivestiva le varie stanze fa attribuire la villa
alla prima metà del I sec. a. C. («Paper* British School » III [1906], IX, fig. 17).
2 - TIVOLI. — V i l l a r e p u b b l i c a n a , p r e c e d e n t e a l l a v i l l a A d r i a -
n a . La grande villa imperiale include gli avanzi di una villa di età repubblicana, che
si possono facilmente riconoscere nella zona del Palazzo e nel Cortile delle Biblioteche.
Si nota particolarmente una piccola stanza absidata, che Adriano conservò a guisa di
ninfeo o di fontana nel giardino superiore del Palazzo (« Bull. Arch. Com. »
1927, p. 193, fig. 28).
3 - LAURENTO. — V i I l a o s t a b i l i m e n t o b a l n e a r e , nella tenuta di
Castel Porziano. Vaste rovine di ville signorili e di edifici termali si conservano sul
litorale laurentino, con murature che vanno — talvolta nello stesso edificio — dall'ul-
timo secolo della repubblica al tardo impero, cioè dall'opera incerta (fig. 3) all'opera
vittata, eseguita con materiale di riporto. Era rinomata fra le altre la villa di Plinio
il Giovane.
4 - CIRCEI. — V i l l a d e t t a d e i Q u a t t r o V e n t i . Occupa la sommità e
le pendici di una collina che domina il mare a levante della moderna città di S. Felice.
Per sostenere la spianata superiore, occupata dagli edifici di abitazione, la collina fu
fasciata con due potenti terrazzamenti, l'inferiore costituito da due pareti parallele, riu-
nite internamente da Una^serie di speroni trasversali, e il superiore (fig. 4) da un cripto-
portico, coperto a volta. Il muro inferiore, che doveva sostenere un peso maggiore, fu
innalzato a riseghe e trattato più accuratamente, perchè non era intonacato; il supe-
riore, invece, rivestito di intonaco, fu lasciato più rustico (Forma Italiae, Circeiì, I zona,
figg. 13 e 16). Per questa villa si veda ancora la tav. CXXIV, fig. ,1.
TAV. CXXIII

VILLE SUBURBANE IN OPERA INCERTA

i - VIA TIBURTINA. — V i l l a p r e s s o i l « R e g r e s s o » . Tra i numerosi


avanzi di ville in opera incerta, che sono sparsi per tutto il territorio intorno a Tivoli,
si fa notare questa parete che mostra il modo di lavorare a lunghi ripiani e da ambe-
due le parti. I fori passatori rimasti nella linea di ripresa della muratura contenevano
i travicelli orizzontali dell'impalcatura di lavoro, che venivano sfilati ad opera ulti-
mata (Ashby).
i - VIA TIBURTINA. — V i l l a d e t t a d i B r u t o s o t t o l ' E m i c i c l o . E'
una delle più grandiose ville romane dell'ultimo secolo della repubblica; è addossata ad
una collina che taglia con tre terrazze, tutte sostenute da lunghi e robusti muraglipni
rinforzati con speroni o con nicchie arcuate. Nella presente figura è riprodotto un par-
ticolare della seconda terrazza, dove l'opera incerta, lasciata visibile, da alla parete
un felice risalto di chiaroscuri. Gli archi delle nicchie sono fatti con grosse scaglie di
calcare disposte radialmente.
3 - VIA LATINA. — V i l l a d e t t a «I C e n t r o n i » presso il IX miglio.
Occupa una delle ultime propaggini dei Colli Albani verso Roma, rivestendone le pen-
dici con ampie terrazze, in una delle quali — verso nord-ovest — fu ricavata una pi-
scina natatoria. Il muro di fondo di questa piscina è ornato con una serie di nicchie,
o archetti, la cui muratura appare come un'opera cementizia appena ripulita in facciata,
consolidata in alto e in basso da alcuni filari di mattoni (Cfr. tav. GII, fig. 3).
Tav. CXXIII
TAV. CXXIV

PIATTEFORME ARTIFICIALI DI VILLE SUBURBANE

1 - CIRCEI. — V i l l a d e t t a d e i Q u a t t r o V e n t i . Di questa villa che


sorge su di una balza del promontorio, fra la città di S. Felice e il mare, si è già ri-
prodotto un particolare nella tav. CXXII, fig. 4. Qui si da una veduta della grande
piattaforma artificiale che costituisce la terrazza più bassa, in cui appare il sistema di
elevare il muro a strati leggermente rientranti, formanti piani di posa uniformi per
tutta la lunghezza {Forma ltaliae, Circeii, I zona, tav. II).
2 - S. ANGELO ROMANO. — V i l l a i n l o c a l i t à V a 11 e m a r a . E' un po'
più recente delle altre due, essendo costruita in opera quasi-reticolata. Essa dimo-
stra il persistere ancora alla fine della repubblica di un sistema di muratura a strati,
con rinforzi di blocchi squadrati agli angoli. Nell'interno della piattaforma, lunga 48
metri, è situato un criptoportico illuminato da feritorie (« Papers British School » III
[1906], tav. XV, fig. 30).
3 - VIA APPIA. — F o r t i n o d i S. A n d r e a . Trae il nome da una forti-
ficazione medievale fondata sopra un'estesa piattaforma di villa repubblicana al miglio
LXXX della via, in una stretta valle fra i monti Rauto e Lavigno. E' probabile che
l'edificio, pur presentandosi come una comune villa suburbana, avesse già nell'anti-
chità un valore strategico, essendo più adatto, come situazione, ad uno sbarramento
difensivo della via Appia, anziché ad una villa signorile. A sin. si vede la sostruzione
della strada in opera poligonale.
Queste tre grandi piatteforme di ville, insieme con le precedenti e con molte altre,
dimostrano come i Romani dell'ultimo secolo della repubblica preferissero per le loro
dimore suburbane le località a mezza costa, sostenendole a valle per mezzo di ro-
busti terrazzamenti, nei quali ricavavano criptoportici e cisterne d'acqua. Spesso le
fabbriche si elevavano su due o tre terrazze, le cui pareti esterne erano ornate con
esedre e nicchie.
Tav. CXXIV

' , • . . .

. • : è,, ?•••
TAV. CXXV

PARTICOLARI DI MURI IN OPERA INCERTA

1 - VIA TIBURTINA. — V i l l a p r e s s o i l m i g l i o X V I I . E' uno degli


esempi più caratteristici della seconda maniera dell'opera incerta, con scapoli di grandi
proporzioni che fanno da paramento ad un'opera cementizia non molto differente.
Gli scapoli hanno la superficie levigata e sono disposti in modo da combaciare abba-
stanza bene.
2 - VIA DI MONTECCHIO. — V i l l a d i Q u i n t i l i o l o . Appartenne a Quin-
tilio Varo, amico di Orazio (HOR., Carm. I, 18, I). La pianta complessa ed estesa,
con criptoportici, terrazze, cisterne, è l'esponente del lusso raggiunto verso la fine della
repubblica nell'architettura e nella decorazione di queste amene ville suburbane. La ru-
sticità dell'opera incerta è giustificata dallo scopo puramente sostruttivo della parete.
3 - VIA TIBURTINA. — V i l l a r e p u b b l i c a n a , p r e c e d e n t e a l l a v i l l a
A d r i a n a . Le varie parti di questa villa, fondata nella prima metà del I sec. a.C,
non sono tutte omogenee come costruzione. I muri sotto il Cortile delle Biblioteche e
sotto il Palazzo (di cui nella presente figura è dato un particolare, fotografato presso
il ninfeo-tempietto) sono più irregolari di quello riprodotto nella tav. CXXII, fig. 2.
4 - VIA APPIA. — S o s t r u z i o n e d e l l a v i a al m i g l i o X X V I I (Te-
nuta dei Monaci). In questo punto la via attraversava una bassura e fu perciò soprae-
levata di circa due metri con un terrapieno in opera quadrata, rafforzato, nel lato sud-
occidentale, con frequenti speroni in opera incerta, dei quali viene riprodotto un par-
ticolare costruttivo.
TAV. CXXVI

PARTICOLARI DI MURI IN OPERA INCERTA

1 - VIA AURELIA. — L o c a l i t à d e t t a S e t t e F i n e s t r e , presso il mi-


glio LXI. Nel territorio che fece già parte della colonia romana di Cosa (Ansedonia)
rimangono numerosi avanzi di ville, che risalgono al periodo in cui il latifondo si
era sostituito alla primitiva ripartizione iugerale della colonia (273 a.C), il che avven-
ne una prima volta nell'età dei Gracchi e una seconda volta nell'età di Siila. Questa
estesa villa fu recinta da un muro con false torri a guisa di un castro militare. Un altro
muro di cinta con torrette simili si trova in località Sughereto di Ballantino.
2 - VIA APPIA. — S e p o l c r o p r e s s o T e r r a c i n a . E' aperto nella parte
posteriore a guisa di edicola. Su di un basamento a due fasce scorniciate poggia il
prospetto, che era composto di due semicolonne in cotto e di un timpano superiore.
Il piano delle pareti è in opera incerta. Ultimo secolo della repubblica (Forma Italiae,
Anxur-Tarracma, VI zona, fig. 2).
3 - CORI. — P a r t i c o l a r e d e l l e m u r a , in opera incerta, appartenente al
restauro dell'età Sillana; risega a circa cm. 90 di altezza.
4 - ARDEA. — M u r o s u l l ' a c r o p o l i , presso il grande tempio. Viene co-
munemente attribuito al temenos del tempio medesimo, che era forse dedicato a Ve-
nere, ma non è escluso che facesse parte di un edificio separato. Tanto la costruzione
del muro quanto la suppellettile rinvenuta in alcuni saggi di scavo eseguiti ai lati del
podio dimostrano che l'acropoli della città subì un notevole restauro fra il 90 e il 70 a.C.
Tav. CXXVI
TAV. CXXVII

PARTICOLARI DI MURI IN OPERA INCERTA

1 - CORI. — M u r a g l i o n e c h e f i a n c h e g g i a l a r a m p a , presso il
piazzale del « pozzo dorico » (Via Abruzzi). Ad una data altezza vi sono inseriti alcuni
conci di travertino posti per coltello, leggermente sporgenti.
2 - TERRACINA. — F a c c i a t a d i u n ' a n t i c a c a s a p r e s s o la p o r t a
R o m a n a . Dalla parete, costruita nel caratteristico opus incertum di calcare, spor-
gono in basso e in alto alcuni blocchi squadrati di travertino; i primi distano fra cen-
tro e centro m. 4,90 e sono più grandi; i secondi distano m. 2,10 e sono più piccoli
(Forma Italiae, Anxur-Tarracina, III zona, fig. 15).
3 - CASSINO. — A n f i t e a t r o . Nella parete esterna si trova una fila di grossi
dadi di travertino, eguali ai precedenti, alla distanza di circa 3 metri. Sono inseriti nella
muratura in quasi-reticolato, alla ripresa di una nuova zona di lavoro. Sembra che
questi blocchi servissero per appoggiarvi sopra le impalcature lignee durante la costru-
zione, in modo da alleggerire il castello di cantiere. Non è escluso che avessero anche
una funzione decorativa.
Tav. CXXVII
TAV. CXXVIII

OPERA MISTA DI INCERTO E LATERIZIO

1-3 - VIA APPIA. — S e p o l c r o d e t t o L a C o n o c c h i a p r e s s o S. Ma-


ria Capua Vetere.
Si fa particolarmente ammirare per la sua singolare architettura e per il suo ottimo
stato di conservazione. Al di sopra di uno zoccolo si eleva un primo pianò fatto a so-
miglianza di un castello, con quattro torri agli angoli e una specie di trifora al centro
di ciascun lato. Il secondo piano ha la forma di un tempietto, o ninfeo, rotondo, sor-
montato da una bassa cupola. Il pieno delle pareti è in opera incerta di calcare a sca-
poli piuttosto radi e aguzzi; le cornici e l'inquadratura delle finestre sono in opera la-
terizia, ricavata da tegole fratte. Si data normalmente alla fine della repubblica, ma non
è escluso che possa essere più recente.
4 - TORINO. — M u r a U r b a n e , presso Porta Palatina. L'opera incerta è for-
mata di ciottoli di fiume, interi o spezzati, ed è alternata con due filari di mattoni
rettangolari, ogni 45 cm. circa di altezza. Età Augustea.
5 - VERONA. — A n f i t e a t r o . Particolare di un vano interno del primo me-
niano. Sistema di muratura simile al precedente, con ciottoli quasi sempre interi e
mattoni corti e sottili, in parte di reimpiego. Età Flavia.
Tav. CXXVIII

• • .
TAV. CXXIX

OPERA MISTA DI INCERTO E LATERIZIO

1 - POMPEI. — F o r o T r i a n g o l a r e . Interno del muro perimetrale. «Il


lato dei Propilei — scrive il Maiuri (L'ultima fase edil. di P., p. 81) — insieme con
l'ala d'attacco verso il vicolo della Regina fu interamente rifatto dopo il terremoto
del 62-63 d.C. Ciò risulta chiaramente dalla eterogeneità dei materiali impiegati, dalla
rimboccatura della malta, largamente distesa sui giunti, dall'accuratissimo concatena-
mento angolare delle immorsature in laterizio e, infine, dall'assoluta mancanza di ogni
benché minima traccia di intonaco ».
2 - POMPEI. — T e r m e C e n t r a l i . Furono costruite ex novo negli ultimi
anni della città; la muratura non è tutta omogenea, ma alcune pareti sono in sola opera
laterizia, altre in opera mista di incerto e mattoni, che è il sistema preferito nel
periodo di intensa e affrettata attività edilizia che si svolse fra il terremoto del 62-63
e l'eruzione del 79.
3 - POMPEI. — C a s a n e l l a r e g . V I I , i n s . 9. La parete esterna, caduta
in seguito al terremoto, fu tirata su in fretta in opera incerta, con testata e ammor-
sature in opera laterizia. Scapoli di lava e calcare del Sarno, con qualche frammento
di tufo puteolano.
4 - POMPEI. — A n f i t e a t r o . Quantunque il massiccio monumento non abbia
molto sofferto dal terremoto, tuttavia furono necessarie alcune opere di rafforzamento
negli ambulacri del piano terreno e nell'ultimo meniano, le quali opere si distinguono
per le varie qualità della pietra, per le bavature della malta e per l'impiego abbon-
dante del materiale laterizio. (Si veda anche l'opera vittata).
Tav. CXXIX
TAV. CXXX

OPERA MISTA DI INCERTO E LATERIZIO

1-4 - CAPRI. — V i l l a J o v i s . Le magnifiche rovine della grandiosa villa di


Tiberio, che dominano l'alto dell'isola, mostrano notevoli rifacimenti avvenuti in un
secondo periodo, probabilmente in relazione col funesto terremoto che sconvolse buona
parte della Campania nel 62-63 d.C. Gli edifici dell'età di Tiberio sono costruiti in opus
mixtum di reticolato e mattoni, a specchi e ricorsi regolarmente immorsati, con testate
e archi in laterizio. Sotto l'impero di Nerone, oppure di Domiziano, avvennero i
restauri che si addossarono (fig. 1), o si sovrapposero (fig. 3), ai muri precedenti, cam-
biando anche in parte l'antica planimetria. Questi restauri furono eseguiti con lo stesso
sistema dei muri tiberiani, sostituendo però al reticolato un'opera incerta un po' af-
frettata, e alternata meno regolarmente con i ricorsi di mattoni (figg. 2 e 4).
Il sistema di muratura è simile a quello adoperato in Pompei fra il terremoto e
l'eruzione, il che mostra l'opera delle stesse maestranze anche nella villa imperiale.
Tav. CXXX
CAPITOLO V

OPVS RETICVLATVM
OPVS MIXTVM
TAVOLE CXXXI-CLX
TAV. CXXXI

OSSERVAZIONI SULL'OPERA RETICOLATA

1 - ANZIO. — V i l l a N e r o n i a n a .
2 - VILLA ADRIANA. — C. d. ' B a s i l i c a .
Queste due fotografie mostrano la minor resistenza del tufo, agli agenti atmo-
sferici, rispetto alla malta. Le tessere tufacee, private dell'intonaco protettivo ed espo-
ste per secoli alle intemperie, si sono logorate, mentre l'ottima malta delle fabbriche
imperiali (composta di calcare, o di marmo, bruciato, e di pozzolana della Campagna
Romana) ha saldamente resistito.
3 - VILLA, ADRIANA. ^— P i c c o l o P a l a z z o .
4 - OSTIA. — C a s a i n v i a d e i B a l c o n i (reg. I, ins. IV).
Il dubbio se il reticolato fosse intonacato o meno viene risolto dagli spessi strati
di opus tectorium che ancora rimangono in molti edifici antichi, tra cui i due qui
riprodotti. Ne viene naturale la domanda per qual motivo i Romani usassero questo
tipo di muratura, elegante e costoso, per poi ricoprirlo di intonaco, mentre erano più
semplici, ed egualmente solidi, l'opus incertum e l'opus vittatum. La risposta si ha
forse nell'abbondanza di mano d'opera di cui i Romani disponevano nei primi secoli
dell'impero e nel desiderio di costruire a perfetta regola d'arte.
TAV. CXXXII

TIPI DI OPERA RETICOLATA

1 - VILLA ADRIANA. — C o r t i l e d e l l e B i b l i o t e c h e . La grande villa


Tiburtina di Adriano racchiude i resti di una villa più antica, fondata tra la fine del
II e l'inizio del I sec. a. C, che ne costituì il nucleo iniziale. Questo fu poi restau-
rato e ampliato verso la fine dell'età repubblicana, come mostra la successione di que-
sti tre differenti tipi di paramento: a destra, in basso, un grossolano opus incertum
dell'età originale; al di sopra un opus quasi-reticulatum dell'età cesariana circa, e infine
a sin. un muro di buon opus reticulatum dell'età augustea, che completò e rinforzò
i due precedenti.
2 - MINTURNO. — L u n g o m u r o ad o r i e n t e d e l F o r o . Tre diversi
sistemi costruttivi indicano tre diversi periodi: al di sotto un reticolato abbastanza re-
golare di piccole tessere di tufo poroso (tipo A), della metà del I sec. a. C; quindi
un reticolato più grande (tipo B-C), più irregolare e di materiali misti, che si deve
ritenere posteriore di circa mezzo secolo, e infine una buona muratura laterizia del
II sec. dell'Impero.
3 - POMPEI. — M a c e l l o (reg. VII, ins. IX). Il terremoto del 62 d. C. dan-
neggiò gravemente, tra gli altri edifici, anche il Macello, eretto nella prima metà
del I sec. d. C, cosicché fu necessario rifare una parte delle pareti, già costruite in
reticolato; per la fretta, la nuova opera cementizia fu lasciata senza paramento affi-
dando all'intonaco di rivestire il tutto, in modo da nascondere la differenza di tecnica.
Il reticolato è uno degli esempi più perfetti in Pompei di tale muratura, alla quale
donano risalto di colore le varie qualità dei tufi nucerini usati.
TAV. CXXXIII

QUASI RETICOLATO E RETICOLATO IN ROMA

1 - FORO ROMANO. — L u p a n a r e . Nella zona fra la domus Publica e l'arco


di Tito si svolgeva un vasto edificio composto di oltre trenta piccole stanze, nel quale
si è riconosciuto un Lupanare, eretto nella prima metà del I sec. a. C, quando affluì
in Roma una notevole quantità di soldati e di mercanti, in seguito agli avvenimenti
fortunosi di quegli anni.
2 - PALATINO. — C a s a d e i G r i f i . Da una lunetta in stucco con due grifi in
schema araldico ha preso il nome questa vecchia casa del Palatino, di cui restano gli
avanzi sotto il Larario del palazzo dei Flavi. Per lo stile delle pitture — il secondo
iniziale — G. E. Rizzo, nei Monumenti della Pittura Antica, V ha datata circa al
TOO a . C .

3 - PALATINO. — C a s a d i L i v i a . Chiunque sia stato il proprietario di questa


casa, che si è miracolosamente salvata dall'incendio del 64 d. C, la sua fondazione si
può far risalire, in base al quasi-reticolato della muratura, agli anni fra l'8o e il 50
a. C, mentre le pitture di secondo stile che la decorano fanno supporre un restauro
avvenuta nell'età augustea.
4 - COLLE PINCIO. — M u r o T o r t o . E' l'unico avanzo rimasto visibile del
grande muro sostruttivo dei giardini dei Domizi o degli Acili, incluso poi da Au-
reliano nelle mura, forse quando si era già chinato su di un fianco. Reticolato per-
fetto di tufo Aniense dell'età augustea. Tessere del tipo F-G.
TAV. CXXXIV

RETICOLATO IN ROMA

1 - T e a t r o di P o m p e o . — E' il primo esempio di reticolato datato in


Roma: 55 a. C, anno dell'inaugurazione del teatro. Vitruvio dice infatti di questo
tipo di muratura (II, 8, 1): quo nunc omnes utuntur. Importanti avanzi del teatro
rimangono sotto le case tra le piazze di Grottapinta e del Paradiso. Filari continui,
ma sinuosi, per il taglio piuttosto irregolare dei cunei con qualche diversità di tecnica
nelle varie parti dell'edificio. Tessere del tipo A-B.
2 - M a u s o l e o di A u g u s t o . — Fu innalzato da Augusto nel 28 a. C.
con muri anulari e radiali interni in reticolato non visibile. La coesione è ottenuta
mediante abbondante malta di color grigio chiaro che elimina le piccole irregolarità
dei cunei, allineando esattamente i filari sull'angolo di 450 dal pavimento, per tutta
l'altezza delle pareti. Tessere del tipo H.
3 - T e m p i o di A p o l l o P a l a t i n o . — Le adiacenze di questo tempio,
che vengono attribuite alla casa di Augusto, hanno i muri fatti con un reticolato pic-
colo e regolarissimo, tagliato a spigoli netti, così da dare un perfetto allineamento.
Superficie esterna ricoperta da un leggero strato di calce. Tessere del tipo D.
4 - C i r c o F l a m i n i o . — Le sostruzioni della cavea — di cui pochi avanzi
sono tuttora visibili nei sotterranei dei palazzi Caetani, Mattei e Guidi in via delle Bot-
teghe Oscure — costruite in un reticolato perfetto, simile al precedente, attestano un
totale rifacimento del circo, avvenuto nei primi anni del regno di Augusto. Tessere
del tipo G.
TAV. CXXXV

QUASI RETICOLATO E RETICOLATO IN OSTIA

1 - Q u a t t r o t e m p i e t t i . — Le pareti a faccia vista del podio, sul quale


si ergono, due a due, i quattro tempietti dell'età Sillana, sono costruite nella maniera
tipica, in Ostia e in Roma, di questo periodo. I quattro piccoli templi, dedicati forse
a Venere, alla Fortuna, a Cerere e alla Speranza, sono interessanti perchè vi si tro-
vano adoperati tutti e tre i paramenti della opera cementizia repubblicana: l'opus in-
certum e l'opus quasi-reticulatum nel podio (come appare dalla tav. CXII, fig. i e
dalla figura presente) e l'opus reticulatum un po' irregolare nei muri delle celle.
2 - M a g a z z i n i r e p u b b l i c a n i (reg. II, ins. II, n. 2). — Sul fianco destro
del decumano, poco oltre la porta Romana, rimangono avanzi di « horrea » in opera
quasi-reticolata di tufi misti, con opera cementizia di scapoli piuttosto grossi e malta
magra; le testate, rozzamente ammorsate, sono in blocchetti di tufo e peperino, con
leggero bugnato. Si datano al periodo fra il 50 e il 20 a. C. (Scavi di Ostia, I,
tav. XLVII, fig. 3).
3 - T e a t r o . — Innalzato 'nell'età di Augusto, quando il rifiorire delle rap-
presentazioni sceniche spinse tutte le principali città d'Italia a costruire, o a restau-
rare, i loro teatri, segue anche nella muratura la moda del tempo. Il sistema di in-
nesto del reticolato (tipo C-D) con i tufelli è fatto senza una norma costante. Sotto
Settimio Severo la cavea fu ampliata esternamente con una serie di arcate in opera
laterizia.
4- T e m p i o di R o m a e A u g u s t o . — Camera interna del podio. Il
tempio fu eretto, come quello di Roma, nei primi anni del regno di Tiberio, elevando
il podio sopra una serie di concamerazioni, riempite poi di terra. Quantunque invi-
sibile, il reticolato fu eseguito a perfetta regola d'arte. Tessere del tipo F.
TAV. CXXXVI

QUASI RETICOLATO IN ITALIA

1 - GRUMENTO. — M u r a u r b a n e . Notevoli avanzi delle mura di questa antica


città della Lucania si conservano ancora presso la moderna Saponara, sulla riva destra
dell'Agri. Grumento ebbe una particolare importanza durante la seconda guerra pu-
nica, e poi durante la guerra sociale (90-88 a. C), quando sostenne un lungo assedio.
In seguito ai danni subiti in questa occasione, alcuni tratti della mura furono ricostruiti
tra il 57 e il 51 a. Cr., come sappiamo da due iscrizioni locali (C. I. L. X, 219-20).
(Ashby).
2 - GUBBIO. — T e a t r o . Un quasi reticolato, che sembra piuttosto un'opera
incerta, con tessere di volume assai differente, forma le pareti sostruttive della
cavea del teatro di questa fiorente città umbra. Tuttavia la fondazione del monu-
mento non sembra essere anteriore ad Augusto. (Soprint. Antich. Umbria).
3 - GROTTAFERRATA. — C r i p t o p o r t i c o d i v i l l a , sotto l'Abbazia Basi-
liana. Notizie più particolari dell'edificio, con una veduta di insieme, saranno date nella
tav. CXLIV, fig. 1 : qui è riprodotto un campione della muratura in opera quasi-
reticolata, attribuibile, per la sua tecnica, al secondo quarto del I sec. a. C.
4 - SEPINO. — M u r a U r b a n e . Un'iscrizione rinvenuta sul posto (C. I. L.
IX, 2443) ci informa che le mura di questo antico municipio del Sannio, che si pre-
sentano omogenee per tutto il loro perimetro, con porte e torri, furono erette fra il
2 a. C. e il 3 d. C. a cura dei principi della Casa Augustea, Tiberio Claudio Nerone
e Nerone Claudio Druso. L'iscrizione è importante, perchè permette di datare in modo
sicuro questo singolare tipo di muratura a tessere miste rettangolari e quadrate senza
piani di posa.
TAV. CXXXVII

DAL QUASI RETICOLATO AL RETICOLATO IN ITALIA

1 - POMPEI. — P i c c o l o T e a t r o . La muratura della scena di questo gra-


zioso edificio, eretto nel 78 a. C, rappresenta una fase intermedia fra l'opera incerta
e l'opera reticolata, in quanto le tessere hanno un taglio piuttosto trapezoidale, mentre
il loro allineamento in superficie segue linee abbastanza uniformi, quantunque sinuose.
2 - VIA FLAMINIA. — V i l l a d i L i v i a a P r i m a P o r t a . Un grande
muro ad angolo, con contrafforti, sostiene il versante sud-orientale dell'ampia spianata
sulla quale sorgevano i fabbricati principali della villa. Il carattere rustico dell'opera
e il tipo di quasi-reticolato ci riportano all'età fra Cesare ed Augusto: si notino i piani
di posa in leggera risega e 1 fori per i ponti di lavoro.
3 - CARSULE. — T e a t r o . E' uno dei più interessanti teatri provinciali d'Ita-
lia; poichè è tuttora in corso lo scavo, a cura della Soprintendenza ai Monumenti del-
l'Umbria, non è possibile datarlo con sicurezza. Sembra tuttavia doversi assegnare al-
l'età giulio-claudia per l'uso dei laterizi negli archi e per i pilastri esterni a forte bu-
gnato rustico. (Soprint. Antich. Umbria).
4 - CASSINO. — T e a t r o . Questa città dell'estremo Lazio meridionale con-
serva ancora in buone condizioni un teatro e un anfiteatro. Questo secondo è stato
descritto alla fine della opera incerta per il collegamento con l'opera quasi-reticohta e
reticolata (tav. CXXVII, fig. 3). Il teatro fu eretto nell'età augustea e si fa partico-
larmente notare per la sua muratura in reticolato policromo (calcare e tufo) dell'orche-
stra e dei corridoi principali (tipo E-F), con testate di mattoni ammorsati ad ala. Altri
muri sono invece in solo calcare con testate e rinforzi anulari in quadrelli della stessa
pietra. La scena, rifatta posteriormente, è in opera laterizia. (Gardner).
TAV. CXXXVI1I

ESEMPI DI RETICOLATO IN ITALIA

1 - MINTURNO. — T e a t r o . Elegante edificio augusteo, con cavea interamente


sollevata su muri radiali, intramezzati da un ambulacro semicircolare, coperto a volta.
Reticolato piccolo e regolare di calcare (tipo C), già rivestito d'intonaco (v. avanzo in
basso).
2 - ERCOLANO. — G r a n d e P a l e s t r a . Occupa una vasta area nell'isola
orientale II, con un portico centrale, un vestibolo e varie stanze nel lato occidentale,
il solo finora scavato per intero. Il paramento delle pareti è in quasi-reticolato, rinfor-
zato nei piedritti da file alterne di tufelli e mattoni. Non ostante il suo aspetto antico
deve attribuirsi ad età post-augustea. A sin.,in basso, si vede la chiusura moderna di un
cunicolo degli scavi borbonici.
3 - ERCOLANO. — C a s a d e i C e r v i (Insula IV). Con un'ampia terrazza
sul mare, con cubicoli adatti a tutte le stagioni dell'anno e con larghi corridoi di
disimpegno, questa casa, la più bella sinora scavata in Ercolano, offriva ai suoi pro-
prietari un soggiorno ideale. Fu fondata nell'età claudio-neroniana, come attestano la
struttura e la decorazione delle pareti.
4 - LECCE. — A n f i t e a t r o . Si addossa per metà al fianco del colle e per
metà è innalzato su robuste arcate in opera quadrata con lesene. I muri radiali interni
sono di opera reticolata assai regolare ed hanno piccoli archi di blocchetti squadrati di
pietra. Un'iscrizione di Traiano, con la quarta acclamazione imperatoria, rinvenuta sul
posto, viene riferita alla sua fondazione, ma la sua architettura ha caratteri netta-
mente più antichi, sia per la regolarità e piccolezza del reticolato (tipo E), sia per la
mancanza di materiale laterizio.
TAV. CXXXIX

TESTATE E AMMORSATURE IN TUFELLI

1 - OSTIA. — C a s a r e p u b b l i c a n a , nel cardine degli Aurighi (reg. Ili,


ins. X, n. i). Reticolato di tufo giallo paglierino di Grotta Oscura e di tufo pisoli-
tico di Due Case; tessere del tipo D-E unite con malta magra, eccedente dai giunti;
tufelli a taglio irregolare, ammorsati senza norma costante.
2 - OSTIA. — « H o r r e a » di O r t e n s i o (reg. V, ins. XII, n. i). Furono
eretti fra il 30 e il 40 d. C. a sud del decumano, dalla parte opposta del teatro. Con-
sistono in un vasto rettangolo con un cortile nel mezzo, contornato da uri portico con
botteghe; un altro portico forma la fronte dell'edificio sul decumano, nel luogo dove
in età anteriore esisteva una fila di taberne. Ammorsature ogni 3 0 4 filari; squadra-
tura e cementazione dei tufelli piuttosto accurate. Tipo D-E. (Scavi di Ostia I,
tav. XLIX, 4).
3 - ROMA. — M u r o T o r t o . Spigolo eseguito a perfetta regola d'arte, con
accurato taglio dei quadrelli di tufo, ammorsati a filari alterni di tre con le tessere del
reticolato (Cf. tav. CXXXIII, fig. 4).
4 - ERCOLANO. — T e r m e d e l l ' i n s u l a V I . Sorsero nella prima età
augustea (30-10 a C.) sullo schema planimetrico delle Terme Stabiane e Forensi di
Pompei; la decorazione è però posteriore (Claudio 0 Nerone). L'accuratezza della co-
struzione appare dalla omogeneità dei blocchetti di tufo che formano le testate dei
muri, dalla « stilatura » della malta eccedente nel margine inferiore e dalle ammorsa-
ture equidistanti.
TAV. CXL

EDIFICI IN RETICOLATO IN ROMA

i - C . d . A u d i t o r i o d i M e c e n a t e . L'attribuzione a Mecenate, per


i suoi giardini dell'Equilino, è molto probabile, quantunque l'uso dell'edificio
rimanga incerto. Un corridoio a piano inclinato conduce in un vestibolo, dal quale
si passa nella grande aula, terminante in un'abside con gradini, a guisa di un piccolo
teatro. Alte nicchie rettangolari decorano le pareti lunghe.
La muratura originale è in reticolato di piccolo taglio, completamente intona-
cato, con pitture (tipo B). Sulle piattebande delle nicchie girano archi di scarico di
cunei di tufo squadrati e cementati con grande cura. Nella seconda metà del I sec.
d. C. vi furono eseguiti restauri in opera laterizia e il pavimento, già rivestito di
opera spicata, fu ricoperto di marmo.
2 - C. d. C a s a di A n t o n i o , sul Palatino. Sulle pendici del colle che
guardano il circo Massimo, in relazione col tempio di Apollo, restano considerevoli
avanzi di una casa a tre piani della metà del I sec. a. C. in opera reticolata di due
tipi; uno in tufo bruno con tessere del tipo A, ed un'altro in tufo di Grotta Oscura
(materiale di riporto) cori tessere del tipo B. Del piano superiore di questa casa, attri-
buita da O. L. Richmond al triumviro Antonio, si servì Augusto per fondarvi l'area
Palatina, antistante al tempio di Apollo Acziaco.
TAV. CXLI

ESEMPI VARI DI OPERA RETICOLATA

1 - PANTANO. — S p e c o d e l l ' A n i e n e V e c c h i o . Restauro eseguito


forse nell'età augustea, riadoperando, per la copertura, parte del materiale originale.
Spalle di opera reticolata grossolana dentro e fuori (tessere del tipo E-G). Opera ce-
mentizia a grossi scapoli di pietre varie con malta magra. Volta a cappuccina di lastroni
di cappellaccio. (Van Deman).
2 - ROMA. — « H o r r e a G a l b a n a » . Nella pianura fra l'Aventino e il
Tevere, dove la famiglia dei Galbae possedeva vasti terreni, furono eretti verso la
fine della repubblica grandi magazzini annonari, dei quali la Forma Urbis di Set-
timio Severo ci fa conoscere la pianta, consistente in tre vasti cortili, circondati da
stanze eguali e simmetriche. Avanzi di questi « horrea » si sono rinvenuti in varie
epoche tra le vie Vanvitelli, Zabaglia e Mastro Giorgio, costruiti in opera reticolata
piuttosto irregolare, simile a quella del teatro di Pompeo (tipo A-B).
3 - CASTEL PORZIANO. — A v a n z o d i v i l l a , o s t a b i l i m e n t o t e r -
m a l e . Il nucleo originale del vasto edificio risale alla metà circa del I sec. a. C.
e comprende un considerevole gruppo di stanze con bagni; i muri sono in opera
reticolata di medio taglio (tipo C-D), con testate in tufelli. I numerosi restauri mo-
strano che l'edificio perdurò, con opportuni rifacimenti, fino al tardo impero.
Tav. CXLI
TAV. CXLII

VILLE SUBURBANE IN OPERA RETICOLATA

1 - VALLE DEL LICENZA. — V i l l a d i O r a z i o . « Tu me fecisti locu-


plstem » scriveva Orazio a Mecenate, quando nel 32 a. C. ebbe da lui in dono la
piccola, ma pittoresca villa in Sabina, sulla riva destra del fiume Licenza. Dopo
lunghe ricerche il « rus parvum » è stato finalmente ritrovato e scavato; sono stati
così rimessi in luce: un fabbricato rettangolare con due triclini, uno invernale ed uno
estivo, vari cubicoli, un modesto edificio termale ed un grande giardino contornato
da un portico. Eleganti mosaici ornano ancora i pavimenti di alcune stanze. Il reti-
colato, del tipo E-F, è fatto di pietra locale, in qualche caso ritmicamente alternato
con tufo della valle dell'Amene. (« Mon. Ant. Lincei» XXXI | 1926 ], col. 537,
fig. 26).
2 - VIA LATINA. — V i l l a i n l o c . F o n t a n a P i s c a r o , presso il
miglio XI. E' stata molto studiata per l'interesse che presenta la sua pianta, la quale,
però, si limita, oggi al solo piano inferiore. Nel luogo dove già esisteva una villa
più piccola, una collina di 120 x 80 metri venne spianata mediante il taglio della som-
mità e la sostruzione artificiale di tre lati con poderosi muri rinforzati con lesene. Nel
loro interno corre un criptoportico, in parte ad un solo corridoio e in parte a due
corridoi paralleli. Le fondazioni che si trovano nello spazio mediano provano l'esi-
stenza al piano superiore di peristili con cubicoli e portici. Reticolato abbastanza re-
golare dell'età giulio-claudia : tipo F-G. (« Papers British School » IV [1907], tav. XV).
Tav. CXLII
TAV. CXXXVIII

ESEMPI DI RETICOLATO IN ITALIA

1 - MINTURNO. — T e a t r o . Elegante edificio augusteo, con cavea interamente


sollevata su muri radiali, intramezzati da un ambulacro semicircolare, coperto a volta.
Reticolato piccolo e regolare di calcare (tipo C), già rivestito d'intonaco (v. avanzo in
basso).
2 - ERCOLANO. — G r a n d e P a l e s t r a . Occupa una vasta area nell'isola
orientale II, con un portico centrale, un vestibolo e varie stanze nel lato occidentale,
il solo finora scavato per intero. Il paramento delle pareti è in quasi-reticolato, rinfor-
zato nei piedritti da file alterne di tufelli e mattoni. Non ostante il suo aspetto antico
deve attribuirsi ad età post-augustea. A sin.,in basso, si vede la chiusura moderna di un
cunicolo degli scavi borbonici.
3 - ERCOLANO. — C a s a d e i C e r v i (Insula IV). Con un'ampia terrazza
sul mare, con cubicoli adatti a tutte le stagioni dell'anno e con larghi corridoi di
disimpegno, questa casa, la più bella sinora scavata in Ercolano, offriva ai suoi pro-
prietari un soggiorno ideale. Fu fondata nell'età claudio-neroniana, come attestano la
struttura e la decorazione delle pareti.
4 - LECCE. — A n f i t e a t r o . Si addossa per metà al fianco del colle e per
metà è innalzato su robuste arcate in opera quadrata con lesene. I muri radiali interni
sono di opera reticolata assai regolare ed hanno piccoli archi di blocchetti squadrati di
pietra. Un'iscrizione di Traiano, con la quarta acclamazione imperatoria, rinvenuta sui
posto, viene riferita alla sua fondazione, ma la sua architettura ha caratteri netta-
mente più antichi, sia per la regolarità e piccolezza del reticolato (tipo E), sia per la
mancanza di materiale laterizio.
Tav. C'XLIII
TAV. CXLIV

VILLE SUBURBANE IN OPERA RETICOLATA

1 - GROTTAFERRATA. -— C r i p t o p o r t i c o di v i l l a , sotto l'Abbazia Ba-


siliana. I fabbricati e il giardino della vetusta Abbazia, che guardano verso sud-
ovest, sono sostenuti da un grande criptoportico a due corridoi paralleli, comunicanti
per mezzo di archi su pilastri. La muratura è in opera quasi reticolata di peperino;
i pilastri e le armille sono in quadrelli della stessa pietra. Come si è detto nella
tav. CXXXVI, fig. 3, può essere attribuito, nello studio comparativo dei vari resti di
ville sui colli Tusculani ed Albani, al secondo quarto del I sec. a. C.
2 - ALBANO. — C r i p t o p o r t i c o a d u e b r a c c i o r t o g o n a l i , sotto i
palazzi Giorni, Carnevali e Ronca. Ne rimane un angolo con parte dei due lati
attigui, decorati con nicchie rettangolari in ambedue le pareti, in parte poi richiuse.
La costruzione è tutta omogenea, anche quella di riempitura delle nicchie : è in
opera reticolata di peperino, grossolana e trascurata; egualmente i blocchetti paral-
lelepipedi che formano le spallette e le piattebande delle nicchie sono male squa-
drati. Un forte intonaco a signino rivestiva le pareti e un semplice mosaico bianco
e nero ricopriva il pavimento. Sembra essere il sotterraneo di un antico edificio ter-
male, incluso nell'accampamento della legione II Partica; la sua datazione è incerta.
(((Ausonia» IX [1914], p. 232).
Tav. CXLIV
TAV. CXLV

VILLE SUBURBANE IN OPERA RETICOLATA

1 - V i l l a d i D o m i z i a n o s u i C o l l i A l b a n i . I l gruppo centrale
dei fabbricati della immensa villa, che il terzo dei Flavi fondò su ambedue i bordi
del cratere del lago Albano, sorgeva su tre lunghe terrazze artificiali, che si ammi-
rano ancora oggi nella Villa Pontificia di Castelgandolfo. La seconda, che raccordava
il palazzo con il teatro, era ravvivata da quattro ninfei, con nicchie, statue e fon-
tane. L'opera reticolata che vi è usata, a differenza del teatro, del palazzo e del grande
criptoportico, che sono in opera laterizia, fa pensare che questo muraglione apparte-
nesse ad una villa anteriore e che questa fosse la vera villa di Clodio, la quale se-
condo Cicerone {Pro Mil. 20, 53), era fondata su « insanae substructiones » in cui
potevano nascondersi fino a mille uomini armati.
2 - V i l l a d i A d r i a n o n e l l ' A g r o T i b u r t i n o . Varie fasi edilizie
e varii sistemi costruttivi si osservano nella villa Adriana, come si è già scritto nella
tav. CXXXII, fig. 1, alcuni dei quali denotano periodi anteriori o posteriori ad
Adriano e altri modi diversi di costruire dello stesso Adriano. Nella fig. 2 abbiamo
la parete posteriore delle piccole terme, con nicchie e risalti convessi, costruita inte-
ramente in reticolato con testate e ammorsature di tufelli, mentre l'interno è in opera
mista. Il reticolato era intonacato a finto marmo; nell'interno lastre di marmi poli-
cromi rivestivano l'elegante architettura mistilinea.
TAV. CXLVI

OPERA RETICOLATA A DISEGNO

1-2 - VIA TIBURTINA. — T e r r a z z a m e n t i d i v i l l e . Tra la villa dei


Greci, ora del Collegio Irlandese, la via di Carciano e la loc. detta il Regresso, ri-
mangono grandi terrazzamenti di ville, che passano sotto i nomi di Bruto e di Cassie
Alcune di queste terrazze sono costruite in reticolato a disegno, alternando tessere di
travertino — o di calcare — con tessere di tufo, in modo da ravvivare la monotonia
delle lunghe pareti rettilinee. Queste pareti non erano intonacate.
Le tessere non sono molto regolari, sia per la mole del lavoro sia per lo stesso
carattere rustico, e oscillano fra i 7 e i 9 cm. di lato. Sotto l'azione degli agenti
atmosferici il tufo si è spesso logorato, mentre le rocce calcaree hanno resistito.
L'esempio dato nella fig. 1, dell'antica villa sotto l'altra detta dei Greci, è uno dei
più caratteristici e può essere datato all'età giulio-claudia. («.Papers British School »
II [1906], tav. XVII).
TAV. CXLVII

OPERA RETICOLATA A DISEGNO

1 - TERRACINA. — C a p i t o l i u m . Parete di fondo della cella di destra, la


meglio conservata. Gli avanzi di intonaco bianco, rimasto nella parte inferiore della
parete, provano che questa era intonacata, in modo da ricoprire anche l'imperfetto
collegamento con i blocchi dello spigolo: calcare e tufo si alternano orizzontalmente
nella disposizione delle piccole tessere (tipo B-C), la cui superficie era lasciata apposi-
tamente grezza per meglio farvi aderire l'opus tectorium.
Il grazioso tempio a tre celle, elevato su podio con gradinata e pronao, va pro-
babilmente attribuito all'età dei secondi triumviri.
2 - CHIETI. — T e m p i o d e l F o r o . Muratura fatta a specchi di reti-
colato policromo (calcare e laterizio), alternati con due file di mattoni; testate-e lesene
di mattoni; tessere abbastanza uniformi del tipo C-D, con eccezioni; malta di color
bruno, compatta. Dal materiale laterizio, di color giallo chiaro, a taglio triangolare
uniforme dello spessore di cm. 6,2-6,8, si può attribuire all'età dei Flavi. Le tessere
gialle del reticolato sono tagliate da mattoni pedali ed hanno perciò lo stesso spessore
e colore di questi. (Soprint. Antich. Abruzzi).
TAV. CXLVIII

OPERA RETICOLATA A. DISEGNO IN POMPEI

Fino all'età giulio-claudia l'opera reticolata fu poco usata in Pompei, anche perchè
l'impero di Augusto, a differenza di molte altre città del Lazio, non portò in questa
città Campana un rinnovamento della sua urbanistica, già complessivamente dise-
gnata nei primi decenni della colonia. Un grande rinnovamento edilizio avvenne in-
vece dopo il disastroso terremoto del 62, allorquando i due terzi degli edifici di
Pompei subirono danni assai considerevoli. Ebbe allora una notevole applicazione
l'opera reticolata, e dove la fretta della ricostruzione non obbligò ad opere murarie
più sbrigative (cf. tav. CXXXII, fig. 3), essa fu creata con particolare perfezione
di tecnica, sia nella scelta dei materiali, sia nella loro posa in opera. Si trovano così
in Pompei bellissime pareti di reticolato, di cui molte a disegno, con la felice combi-
nazione di pietre di vario colore (calcare, tufo nucerino, lava, cruma e talvolta cotto).
i - C a s a di C n . C e t r o n i o E u t i c h i o , nella via di Mercurio
(reg. VI, ins. IX, n. 7). Un esempio caratteristico si ha nella casa di Cetronio Euti-
chio, dove gli spigoli e alcuni tratti delle pareti furono rifatti dopo il terremoto in
reticolato promiscuo con testate di mattoni ammorsati; nella parte vecchia rimase l'in-
tonaco in stucco a finta placcatura marmorea.
2 - C a s a di P a n s a , nella via di Nola (reg. VI, ins. VI, n. 1). Al-
l'esterno di questa grande casa dell'età sannitica, si trovano alcune botteghe, di cui
una, sulla via della Fortuna n.< 23, si fa notare per i restauri avvenuti dopo il ter-
remoto: il pilastro di destra è ancora, fino ad una certa altezza, quello originale,
mentre quello di sinistra in laterizio e buona parte delle pareti in opera reticolata
policroma appartengono ai restauri del 62-79.
TAV. CXLIX

POMPEI — TESTATE DI MURI CON PARAMENTI A DISEGNO

i-Via della Fortuna. Reg. VII, ins. Ili, n. 8.


2 - Casa della Calce. Reg. Vili, ins. V, n. 28.
3 -Via Consolare. Reg. VI, ins. Ili, n. 17.
4-Osteria di Seius. Reg. VI, ins. XVI, n. 37.
In questi pilastri, o testate, di muri che davano sulla strada, o su ampi cortili, il
capo-mastro si sbizzarrì a disegnare forme geometriche più o meno regolari, serven-
dosi delle varietà cromatiche dei materiali a disposizione. Questo accurato lavoro di
mosaico non era certamente intonacato ed aveva lo scopo di richiamare l'attenzione
dei passanti sulla casa di cui faceva parte. Tutti gli esempi citati sono posteriori al ter-
remoto del 62, ciò che è dimostrato anche dal largo impiego del laterizio nelle am-
morsature angolari e in parte anche nelle tessere del reticolato, che danno una nota
calda di colore, in contrasto con la scura e porosa schiuma del Vesuvio (cruma), col
grigio tufo di Nocera e con il lattiginoso calcare della valle del Sarno.
TAV. CL

OPUS MIXTUM DI RETICOLATO E LATERIZIO

1 - VIA APPIA. — V i l l a d i P o m p e o (Albano). Il nucleo pompeiano


della villa fu ingrandito durante l'impero con una terza terrazza verso sud-est, costrui-
ta in opera reticolata, rinforzata a distanze regolari con fasce di mattoni. Queste fasce,
composte di 5 file di mattoni, hanno l'altezza di un piede e si alternano con fasce
più grandi di reticolato per l'altezza da tre a quattro piedi. Questo è il rapporto più
comune, che vige nell'età fra Domiziano e Adriano.
2 - CIRCEO. — V i l l a d i D o m i z i a n o , sul lago di Paola. Queste grandi
rovine, consistenti in edifici termali, portici, esedre e cisterne d'acqua, di cui alcune
di enorme cubatura, erano state ritenute fino a qualche tempo fa una frazione impe-
riale della città di Circei. Oggi sono state riconosciute per una villa di Domiziano, ciò
che permette di datare con sicurezza questo tipo di opus mixtum a ricorsi regolari
di un piede di laterizi (tagliati a triangolo), ogni tre-quattro piedi di reticolato di buona
fattura. {Forma Italiae, Circeìi, tav. IV). Nella fascia superiore gran parte delle tes-
sere è stata corrosa dalle libecciate.
3 - OSTIA. — S e p o l c r o p r e s s o p o r t a R o m a n a . Il reticolato è di
due materiali diversi (selce e palombino), alternato e ammorsato negli angoli con filari
di mattoni, provenienti da tegole spezzate, quindi di vario taglio e spessore. Metà
del II secolo d. C.
4 - AREZZO. — A n f i t e a t r o . La costruzione di questo edificio, databile
all'età Flavia, è molto irregolare. Vi abbonda la pietra, sia nelle tessere del reticolato,
che va dal tipo F al tipo H, sia nei quadrelli che formano le testate e alcuni ricorsi
di rinforzo, misti con grandi mattoni. Nell'anello esterno si trovano fasce di soli late-
rizi, a file di sei, per un'altezza complessiva di circa 35 cm., alternate col reticolato.
Tav. CL
TAV. GLI

OSTIA — RETICOLATO CON AMMORSATURE LATERIZIE

i - M a g a z z i n i r e p u b b l i c a n i (reg. II, ins. I-II). Restauri eseguiti alle


parti interne nella seconda metà del I secolo a. C. Ricorsi e innesti regolari di cinque
file di mattoni per lo spessore di circa un piede. (Scavi di Ostia, I, tav. II, fig. i).
2 - « H o r r e a » in v i a d e g l i A u r i g h i (reg. Ili, ins. II, n. 6). Pic-
colo edificio composto di una dozzina di stanze-deposito ai lati di uno stretto cortile.
Età di Traiano. Muratura di buon reticolato, con arco di tufelli a sesto ribassato che
si innesta in un piedritto laterizio saldamente ammorsato. Si noti la contemporaneità
dei due sistemi, mentre di solito l'armilla in tufelli precede l'uso sistematico del mat-
tone. (Scavi di Òstia, I, tav. L, fig. i).
3 - C. d. p i c c o l o M e r c a t o (reg. I, ins. Vili, n. i). Sistema murario
simile al precedente con reticolato più piccolo e più irregolare. Anche il laterizio, rica-
vato da tegole, ha un minore spessore e una maggiore quantità di malta intermedia.
Impero di Adriano. (Scavi di Ostia, I, tav. LUI, fig. 2).
4 - « P i o r r e a » n e l l a S e m i t a d e i C i p p i (reg. I, ins. XIII, n. 1).
Bell'edificio dell'età di Adriano in perfetto opus mixtum, con mattoni arrotati e malta
stilata nelle connessure. Reticolato perfetto del tipo E. (Scavi di Ostia, I, tav. LUI,
fig. 1).
TAV. CLII

RETICOLATO CON AMMORSATURE LATERIZIE

1 - POZZUOLI. — A n f i t e a t r o . La ricca città della Campania ha il vanto


di possedere come Roma, due anfiteatri, uno più piccolo, eretto nell'età di Augusto,
del quale si conservano alcune arcate tagliate dalla linea ferroviaria, e uno più grande,
il terzo per ampiezza fra tutti gli anfiteatri d'Italia, innalzato nell'età dei Flavi su tre
ordini di arcate. La muratura è all'esterno in opera quadrata di trachite, all'interno
in opera mista con specchi di reticolato, alternati ogni 3-4 piedi con un piede, o un
piede e mezzo, di mattoni; nei sotterranei e in alcune parti della sopraelevazione, è
usata la sola opera laterizia. Le tessere sono del tipo F.
2 - OSTIA. — C a s a d e i T r i c l i n i , p r e s s o il F o r o (reg. IV,
ins. XII). Bell'esempio di ammorsatura del laterizio col reticolato, il quale ultimo è
ridotto ad una superficie così esigua da domandarsi se valeva la pena di compiere
un lavoro così complicato: ciò vuoi dire che si era in un'epoca in cui il reticolato
era ancora quasi di obbligo nell'arte edilizia, epoca che si può fissare sotto l'impero
di Adriano, intorno al 120 d. C.
3 - ROMA. — « D o m u s A u r e a » . La stessa osservazione fatta di sopra può
essere applicata alla Domus Aurea di Nerone, dove i muri di tramezzo, eseguiti da
Traiano quando sotterrò la casa dell'inviso tiranno per innalzarvi sopra le sue terme,
sono fatti con tanta cura come se dovessero essere sempre visibili. La muratura nero-
niana è in sola opera laterizia.
TAV. CLIII

ESEMPI DI AMMORSATURE IN LATERIZIO

1 - POMPEI. — P i c c o l o t e a t r o . Risale ai primi tempi della colonia ro-


mana (80 a. C.) ed è costruito in opera quasi reticolata, innestata nel laterizio delle
testate col sistema « ad ala ».
2 - CASSINO. — T e a t r o . Lo stesso sistema «ad ala» piuttosto raro, di
unione del laterizio angolare col reticolato centrale, si trova nel teatro augusteo di
Cassino (particolare di un ingresso alla cavea). L'edificio è stato già ricordato
(tav. CXXXVIII, fig. 4) per il reticolato policromo di alcune pareti (Carettonì).
3 - POMPEI. — T e m p i o d i V e n e r e , presso la porta Marina. Il re-
cinto sacro del grande edificio fu ampliato nel I sec. d. C, non si sa però se prima
del terremoto (Mau) o dopo (Maiuri), con un muro in reticolato di tufo giallo, che
si addossa alla parete della basilica con un raccordo in opera laterizia.
4 - VIA PRENESTINA. — V i l l a d e i G o r d i a n i , al III miglio. Una
grande proprietà imperiale si estendeva durante l'impero fra la via Prenestina e la via
Labicana, ampliata dai Gordiani e poi ancora dai Flavi Cristiani. Tra gli edifici più
importanti è una cisterna d'acqua a due piani con contrafforti esterni, nella quale
l'opera listata comincia a sostituirsi a quella reticolata (metà del II sec. d. C ) .
5 - POZZUOLI. — A n f i t e a t r o g r a n d e . Particolare della muratura del
piano terreno, descritta nella tavola precedente. Si noti il logorio delle tessere tufacee
sotto l'azione dei venti marini.
TAV. CLIV

GRANDI EDIFICI IN OPUS MIXTUM

1-2 - BACOLI. — P i s c i n a M i r a b i l i s . E' una delle più grandi e delle


meglio conservate cisterne del mondo antico : fu costruita per i bisogni della flotta
romana di Capo Miseno, convogliandovi l'acqua del Serino. Misura m. 70 x 25,50 ed
è divisa in cinque navate per mezzo di pilastri e archi; le navate sono coperte con
volte cementizie a sesto pieno; le pareti sono in parte scavate nella ròccia e in parte
costruite in opera mista, non molto regolare, sia a causa della grandiosità dell'opera,
sia perchè era intonacata con uno spesso strato di opera signina. Il laterizio proviene
da tegole fratte. La fondazione della grande conserva d'acqua, veramente mirabile,
va attribuita all'intenso periodo edilizio che si svolse in quella regione nell'età fra
Nerone e i Flavi. (Gismondì).
3 - CASTRA ALBANA. — N i n f e o d e t t o « L a R o t o n d a » . Appartenne
in origine alla grande villa di Domiziano; segue il sistema costruttivo usato nelle
terrazze inferiori della stessa villa, nel ninfeo Bergantino sul bordo del lago, nei re-
stauri alla prossima villa di Pompeo, e nella cisterna a cinque corridoi entro gli Orti
Torlonia. Tutti questi edifici vengono attribuiti allo stesso imperatore.
TAV. CLV

GRANDI EDIFICI IN OPUS MIXTUM

1 - ROMA. — R i p a M a r n i o r a t a . Antica arginatura del Tevere, consi-


stente in un lungo muro a scarpa, fornito di rampe scendenti al livello del fiume e
di grandi blocchi forati per l'ormeggio delle navi. Fu scoperto fra il gennaio del 1868
e il novembre del 1870 e descritto dal P. Luigi M. Bruzza. In basso, a sinistra, è
murata un'olla, simbolo degli scaricatori del porto Tiberino. I bolli dei mattoni che
costituivano le fasce laterizie e le coperture delle fogne retrostanti al muro fanno as-
segnare l'opera alla seconda metà del regno di Traiano. (Verzaschi).
2 - PORTO OSTIENSE. — M o l o d i T r a i a n o . Quando Traiano costruì
il nuovo porto, in aggiunta, o meglio in sostituzione, di quello di Claudio, eseguì
una nuova arginatura di tutto l'angolo nord-ovest, consistente in un lungo molo a due
piani, uno inferiore, fornito all'interno di due corridoi paralleli, ed uno superiore ad
archi e pilastri. Il piano sostruttivo ha la muratura esterna in reticolato di selce e
archetti pensili di mattoni, e quella interna di opera mista, tra le più belle di tutte
le fabbriche portuali: si osservi il modo singolare come è impostato l'arco laterizio a
sesto ribassato. Il selce fu usato a preferenza del tufo per maggior resistenza alla bat-
tuta delle onde del mare. Il tutto era intonacato. (LUGLI-FILIBECK, // porto di Roma
ìmp., p. 89, fig. 55).
Tav. CLV
TAV. CLVI

OPUS MIXTUM NELL'AGRO PONTINO

1-2 - PALUDI PONTINE. — A c q u e d o t t o d i S. L o r e n z o d e l l ' A m a -


s e n o . Conduce l'acqua da questa località a Terracina, con un percorso di circa 9
chilometri lungo le falde dei Monti Lepini. Il lavoro fu eseguito in fretta e' da mae-
stranze diverse, procedendo da più parti contemporaneamente, per cui la costruzione
varia da un luogo all'altro, come dimostrano questi due ponti, il primo, detto Ponte
del Diavolo, sul fosso della Fiora, e il secondo sul fosso detto Pozzo di S. Anto-
nio. Nel primo i piloni sono formati da una grossolana opera quadrata, nella quale
è scolpito un phatt'os: la parte superiore è in opus mixtum di reticolato e tegok rosse,
allo stesso modo del secondo ponte; in questo è usata nei piedritti l'opera vittata. L'ac-
quedotto viene datato alla età fra Adriano e Antonino Pio. {Forma Italiae, Anxur-
Tarracina, II zona, figg. 29 e 32).
3 - TERRACINA. —: T e r m e a l l a M a r i n a . Ne rimangono estesi ruderi
in terreno Ghezzi-Savarese, con ninfei, aule absidate ed ellittiche, e stanze varie con
riscaldamento sotterraneo. L'opus mixtum, che forma la principale muratura dell'edi-
ficio, è caratteristico in Terracina, per la qualità del laterizio, dell'età di Adriano.
{Forma Italiae, Anxur-Tarracina, IV, zona, fig. 8).
Tav. CLVI
TAV. CLVII

OPUS MIXTUM NELLA CAMPANIA

1 - CUMA. — E d i f i c i o s u l l ' a c r o p o l i . E' ritenuto un tempio per


le colonne che fanno parte della sua architettura interna, ma è più probabilmente un
praetorium militare. Il muro esterno è fatto di buon reticolato, addentellato in parte
con tufelli, in parte con mattoni; i piedritti delle porte e dei pilastri sono in solo
laterizio di fine spessore e di color bruno; l'opera cementizia all'interno è di mate-
riale misto. Sembra essere un lavoro tutto omogeneo dell'età tra Nerone e i Flavi.
2 - BAIA. — N i n f e o i m p e r i a l e , detto tempio di Venere. Fu innal-
zato nella celebre città balneare della Campania, tra la fine del I e l'inizio del II sec.
dell'Impero, come sala centrale di un edificio termale. Ha la pianta circolare all'in-
terno e ottagonale all'esterno; l'alta parete fu alleggerita con quattro nicchioni e con
otto finestre, mentre il peso della volta fu fatto gravitare su otto grandi pilastri late-
rizi, che si agganciano razionalmente all'opera reticolata del pieno delle pareti. La
grande volta, ora caduta, era costruita ad ombrello, con tanti spicchi quanti erano i
pilastri, in modo simile al padiglione d'ingresso della « piazza d'oro » nella villa
Adriana.
Tav. CLVII
TAV. CLVIII

COLONNE IN OPUS MIXTUM

1 - POMPEI. — T e r m e d e l F o r o . Esistevano già nell'anno 3-4 d. C ,


quando Malisseio Apro e Staio Rufo, edili della colonia, collocarono il grande labrum
nel calidario con la loro firma. In un piccolo cortile, che da sulla via, fu innalzata
la meridiana sopra un'alta colonna in muratura, con uno zoccolo di mattoni e il fusto
a zone alterne di reticolato e mattoni.
2 - POMPEI. — C a s a d e l L u d o G l a d i a t o r i o , sulla via di Nola
(reg. V, ins. V, n. 3). Il portico di questa casa era ancora in restauro al momento
della eruzione, per cui solo una parte dell'architrave era stato collocato sulle colonne
rifatte, con un sistema di muratura a fasce alternate di reticolato e mattoni, che si
trova ancora nel portico a doppio colonnato della villa dei Misteri.
3 - ANGUILLARA. — E d i f i c i o t e r m a l e , la cui fronte è costituita da un
grandioso emiciclo ad arco di cerchio, di circa m. 87 di corda. Nella parete si inse-
riscono 42 nicchie semicircolari, con semicolonne addossate alle testate, e piccole fi-
nestre nel mezzo, in alto; una grande porta è nel centro. Forse al di sopra esisteva
un secondo ordine simile, più basso. Alle due estremità si trovavano due fontane e
dietro al muro varie stanze per bagni. L'opera reticolata è in selce locale, di cm. 6-9
di lato; il laterizio proviene da tegole spezzate. Seconda metà del I secolo a. C.
(« Notizie Scavi » 1941, p. 399)-
Tav. CLVIIl
TAV. CLIX

OPERA MISTA DI INCERTO E LATERIZIO

i - BENEVENTO. — S a n t i Q u a r a n t a . Rovine di un antico edificio,


detto l'Emporio, in cui si trovano uniti, nella stessa parete, l'opus incertum nelle due
zone inferiori e Yopus reticulatum in quella superiore. La sicura contemporaneità dei
due sistemi prova il periodo di trapasso da uno all'altro, e può essere datata, fuori di
Roma, all'età fra il secondo triumvirato e l'impero di Augusto. (Van Deman) .
i - VIA FLAMINIA. — S. M a r i a i n P a n t a n o . La chiesetta romanica
è fondata dentro un edificio romano che fece già parte del Vicus Martis Tudertium,
un piccolo centro abitato sull'antica via Flaminia, a XVIII miglia da Narni e a XVI
da Bevagna. Questo villaggio si formò in età imperiale come la stazione stradale di
Todi, ed ebbe un ordinamento autonomo. {Soprint. Antich. Umbria).
3 - BRESCIA. — C a p i t o l i u m . Sei grandi colonne di ordine composito,
elevate su di un alto podio, facevano da pronao alla cella mediana; altre tre colonne,
leggermente in ritiro, fronteggiavano le due celle laterali. L'epigrafe, scolpita sul fron-
tone (C. /. L. V, 4312), ci dice che l'imponente edificio fu eretto nel 73 d. C. da
Vespasiano, forse per l'aiuto che egli ebbe dalla colonia di Brixia nella battaglia di
Bedriaco. Le pareti sono costruite a fasce di scapoli di pietra calcare, con radi piani
di posa in laterizio. (Soprint. Antich. Lombardia).
4 - OSTIA. — M u r o n e l l a v i a d e l l e C a s e t t e - t i p o . Il quartiere nel
quale si trova questa parete interna di una casa di affitto (reg. Ili, ins. XI-XV1) fu
sistemato nella età di Traiano, usufruendo probabilmente del materiale di demolizione
di fabbriche precedenti, così da giustificare la fattura rozza di alcuni muri di tra-
mezzo. (Gismondì).
Tav. CLIX
TAV. CLX

RETICOLATO E LATERIZIO IN UNO STESSO EDIFICIO

Chiudono l'opera mista di reticolato e mattoni due edifici, in cui si trovano usati
ambedue i sistemi contemporanemente, ma non frammisti, bensì indipendenti. Nella
villa Adriana il criptoportico è costruito in reticolato di tufo, mentre il podio del
portico superiore è in laterizio; nella cisterna di Albano le pareti sono in reticolato di
peperino, evidentemente per impiegare l'abbondante quantità di roccia scavata, ed i
piloni, insieme con i tramezzi, in laterizio, ottenuto con tegole fratte.
1 - TIVOLI. — V i l l a A d r i a n a . Criptoportico sotto la e. d. basilica.
L'edificio ha la pianta di un quadrilatero, chiuso tutto intorno da un portico, al di
sotto del quale gira un corridoio, coperto a volta e illuminato da feritoie. Nel mezzo
del portico è una piscina natatoria. Vi si riconosce una palestra, che va attribuita
al secondo periodo edilizio della villa Adriana, in cui predomina la muratura in opus
mixtum.
2 - CASTRA ALBANA. — I C i s t e r n o n i . Rivaleggiano in grandezza con la
piscina mirabìlis di Bacoli e con le cisterne del Circeo. Il paese di Albano se ne
serve tuttora a scopo di irrigazione. Furono costruiti in parte entro un taglio di roccia
e in parte in sopraelevato, dividendo l'area di m. 47 x 30 circa, in cinque navate me-
diante pilastri con archi e volte. Servirono per l'accampamento della legione II Par-
tica fondato da Settimio Severo. La pianta presenta la singolarità di essere un trapezio,
in luogo di un rettangolo, per meglio convogliare l'acqua dal cunicolo di immissione
in quello di emissione.
Tav. CLX
TAV. CLXI

STRUTTURE LATERIZIE DIVERSE IN UNO STESSO EDIFICIO

1 - ROMA. — D o m u s A u r e a . Peristilio centrale. Quando la Casa Aurea di


Nerone fu distrutta, e sopra di essa furono costruite le terme di Traiano, il peristilio
fu frazionato in tanti corridoi che formarono la fondazione delle terme. Il lavoro
fu cominciato probabilmente da Domiziano, del quale si vede a destra la cortina più
accurata, composta di bessali tagliati triangolarmente. Più trascurata appare invece la
muratura di Nerone (a sinistra) ricavata in gran parte da tegole provenienti dalle
demolizioni dell'incendio del 64 d. Cr.
2 - ROMA. — S t a d i o d o m i z i a n e o d e l P a l a t i n o . Sotto Settimio Se-
vero l'ambulacro del piano terreno fu rinforzato con alcuni pilastri. Quantunque la
diversa distanza dei due piani attenui nella fotografia il diverso spessore dei due tipi
laterizi, esso risulta egualmente evidente : di fronte a 29 mattoni domizianei (a de-
stra), di color giallo (bessali e sesquipedali tagliati), ve ne sono 32 severi ani (a sini-
stra), di colore rossastro (tegole e sequipedali spezzati).
3 - OSTIA. — T e r m e d e l F o r o . La bella cortina severiana di color rosso
bruciato, uniforme e finemente cementata, fu ripresa al tempo di Costantino in vari
tratti per opere di consolidamento, con muratura più trascurata, come era d'uso in
quel tempo, fatta di laterizi vecchi e nuovi, allettati in malta abbondante.
4 - OSTIA. — G r a n d i H o r r e a . La costruzione originale di questi grandi
magazzini risale all'età di Claudio e si distingue per la cortina gialla, tagliata uni-
formemente da bessali, con malta a ere toni neri. Sotto Commodo vi furono ese-
guiti notevoli restauri con una cortina più rossa, di minor spessore e di taglio più
irregolare, cementata con letti di malta più sottili, per cui a 20 filari di Claudio ne
corrispondono 26 di Commodo. Il decimo filare (dall'alto), composto di mattoni e
tegole sesquipedali, è dipinto con una linea rossa marca-piano (Scavi di Ostia, tavv. L,
3 e LIV, 2).
CAPITOLO VI

OPVS TESTACEVM
TAVOLE CLXI-CLXXXIV
TAV. CLXII

CONFRONTO DI STRUTTURE LATERIZIE IN UNO STESSO MONUMENTO

1-2 - ROMA. — D o m u s A u g u s t a n a . Il grandioso edifizio, che comprendeva


un palazzo di rappresentanza — detto più comunemente Palazzo dei Flavi — uno di
abitazione privata, uno stadio o ippodromo, ed uno stabilimento termale, fu innalzato
da Domiziano in sostituzione della distrutta domus Aurea. Qualche tempo dopo la
sua costruzione, si verificarono gravi lesioni, a causa delle fondazioni mal fatte e del-
l'eccessivo peso delle enormi volte, per cui Adriano dovè provvedere con grandi lavori
di consolidamento, restringendo alcune aule, chiudendo il colonnato esterno, rinfian-
cando pilastri e pareti. Le differenze fra le strutture murarie dei due imperatoci ap-
paiono chiare dai due campioni, fotografati alla stessa, distanza (fig. i : Domiziano;
fig. 2 Adriano) all'esterno della basilica.
3-4 - VIA LATINA. — V i l l a d e t t a d i S e t t e B a s s i . Una differenza di
circa dieci anni, riconosciuta per mezzo dei marchi di fabbrica dei mattoni, intercorre
fra i due edifici, di cui si danno i particolari fotografici: l'edifizio n. I (140-150
d. Cr.) e il ' tempietto ' n. VI (150-160 d. Cr.). Nel primo sono usati mattoni di due
spessori diversi e di due tipi diversi (bessali e sesquipedali), tutti spezzati piuttosto ir-
regolarmente con la martellina; vi sono frammiste alcune tegole fratte; nel secondo
sono usati quasi esclusivamente rottami di tegole, di cui si notano alcuni margini rotti.
Nel 'tempietto' la malta è piuttosto terrosa ma abbastanza compatta; nell'edificio I
è più fine, con cretoni più piccoli, ma più friabile.
TAV. CLXIII

CONFRONTO DI STRUTTURE LATERIZIE IN UNO STESSO MONUMENTO

1-2 - S. MARIA CAPUA VETERE. — A n f i t e a t r o. Fu eretto dalla colonia lu-


lia Felix Augusta Capua sotto Adriano. Nessun dubbio esiste sulla omogeneità della sua
costruzione, fatta nel nucleo centrale in ottimo laterizio, quantunque vi sia una note-
vole differenza fra una metà e l'altra della cavea, dovuta in parte al tipo di mattone
collocato in cortina e in parte al modo di lavorare delle maestranze. Inoltre l'interno
(corridoio anulare e meniani) si è conservato meglio (fig. i) dell'esterno, rimasto sco-
perto per la caduta dell'intonaco e per l'asportazione dell'opera quadrata (fig. 2), per
cui tali differenze vengono accentuate sulle due fotografie.
3 - ROMA. — B a s i l i c a d i C o s t a n t i n o . E' noto che la grande basilica
fu iniziata da Massenzio e ultimata da Costantino, che le dette il suo nome. Nel pro-
getto di Massenzio la facciata guardava la Velia ed aveva dinanzi un largo protiro;
l'abside era nella parete corta opposta. Costantino aprì un nuovo ingresso di fronte
alla Via Sacra, ornandolo con un portico tetrastilo e costruì una nuova abside nel mez-
zo della parete lunga di fondo. Le figure 3 (Massenzio) e 4 (Costantino) mostrano la
differenza fra le due murature, compatta e omogenea la prima, con malta abbondante,
sebbene di impasto magro, e con strati di bipedali per rinforzo; mentre la seconda
si serve in grande quantità di tegolozza di riporto, ma la tiene unita con una malta
più grassa, in cui è commista una pozzolana bene setacciata.
TAV. CLXIV

PARTICOLARITÀ DELLA TECNICA LATERIZIA

1 - GELA. — G r a n d e m u r o d i f o r t i f i c a z i o n e , in località Capo So-


prano. Gli scavi eseguiti recentemente alle pendici meridionali della collina che forma
l'estremo lembo della città verso ovest, hanno rimesso in luce un tratto di muro, lungo
oltre trecento metri, costruito al di sotto in opera quadrata assai regolare di arenaria
(cf. tav. LVII, fig. i) e al di sopra in opera laterizia di mattoni crudi : i due sistemi sono
contemporanei e provano la varia utilizzazione dei materiali disponibili. I mattoni, di
impasto in parte verdognolo e in parte rosso bruno, misurano cm. 4 0 x 4 0 x 8 e sono
disposti accuratamente a giunti alterni; ad una data altezza si nota una merlatura, che
faceva da coronamento al muro, prima che fosse rialzato con nuova muratura laterizia.
La parete originale viene datata al tempo di Timoleonte (338 av. Cr.) e quella so-
praelevata al tempo di Agatocle (300 circa).
2 - OSTIA — C a s e r m a d e i V i g i l i . Fu adattata nell'età degli Antonini in
un vasto palazzo signorile, dell'età di Adriano, non lungi dal decumano. Nella cortina
della facciata esterna, che guarda la via dei Vigili, si osservano, particolarmente mar-
cate, le tracce della martellina a taglio orizzontale che ha adattato un materiale vario
(bipedali e tegole) alle dimensioni volute per formare l'arco di scarico e il laterizio del
paramento.
3 - OSTIA. — C a p i t o l i u m . Alla fervida attività di Adriano nella città tiberina
si deve l'erezione del tempio maggiore della città che fronteggia il Foro. Caduto il ri-
vestimento esterno in marmo, appare oggi la muratura laterizia di color giallo carico
con ricorsi sistematici di mattoni bipedali; la bavatura della malta, straboccante per la
pressione del mattone battuto superiormente, venne 'stilata' dal basso in alto con la
cucchiaia.
4 - OSTIA. — C a s a n e l l a reg. Ili, i n s. I . Nella accurata cortina dell'età di
Antonino Pio si nota lo stesso procedimento di stilatura descritto nella figura preceden-
te, con la differenza che qui è eseguito dall'alto verso il basso; mattoni tagliati preva-
lentemente a triangoli da bessali, con piani di posa in bipedali.
TAV. CLXV

RICORSI REGOLARI DI BIPEDALI

1 - ROMA. — P a l a z z o d e i F l a v i . Testata di una parete presso il peristilio.


Si distingue il colore più chiaro del filare di mattoni bipedali, posti in opera interi per
formare dei piani uniformi di assestamento della muratura.
2 - ROMA. — C l i v u s V i c t o r i a e . Contrafforti di età severiana alle fabbriche
prospettanti la via, con ricorsi sistematici di bipedali di impasto più chiaro e meno cotto,
rispetto alle tegole rossastre che formano il resto del paramento.
3 - ROMA. — T e r m e d i C a r a c a l l a . L'uso dei ricorsi di bipedali continua
sotto Caracalla, che ne fa largo impiego nelle sue terme, soprattutto con lo scopo di
dare alle pareti dei piani di posa perfettamente orizzontali, per ripartire in modo uni-
forme il peso delle enormi volte.
4 - OSTIA. — T e r m e d e l F o r o . Furono erette sotto l'impero di Antonino
Pio con grande lusso di marmi e con ampie sale, inquadrate entro robuste murature
laterizie, assestate con radi filari di bipedali.
TAV. CLXVI

ESEMPI DI OPERA LATERIZIA DI ETÀ REPUBBLICANA

1 - ROMA. — P i c c o l o l u p a n a r e , presso il tempio di Antonino e Faustina.


Le sei stanzette ricavate nel sottosuolo hanno i muri di tramezzo in laterizio, forse per
evitare l'umidità del terrapieno, alle falde acquifere della Velia. Si tratta quasi esclu-
sivamente di frammenti di tegole rosse.
2 - ROMA. — D o m u s P u b l i c a , nel Foro. Mentre tutto il resto del piccolo
edificio, unito alla Casa delle Vestali, è costruito in opera quadrata o in opera incerta,
una stanza, fornita di abside, che servì per uso termale, ha le pareti fatte di tegole,
accuratamente tagliate e murate, quantunque fossero poi ricoperte da uno spesso strato
di intonaco.
3 - ROMA. — S e p o l c r o d i A u l o I r z i o , il generale di Cesare, morto nel
43 a. C. nella battaglia di Modena contro Antonio. E' stato scoperto nel 1937 sotto il
palazzo della Cancelleria, in una vasta zona sepolcrale della fine della repubblica. Il
muro di cinta essendo esposto alle intemperie, fu costruito in mattoni con grande accu-
ratezza di taglio e cementazione; una grossa lastra di travertino, sagomata a tetto, lo
riparava nella parte superiore dall'infiltrazione dell'acqua.
4 - VIA APPIA. — T o m b a d i C e c i l i a M e t e l l a . La cella del famoso se-
polcro, eretto alla figlia di Metello Cretico dal marito Crasso, verso il 50 a. C, è rive-
stita con una cortina laterizia, saldamente immorsata col nucleo interno dell'opera ce-
mentizia; probabilmente l'alta stanza ogivale era coperta e faceva da grande manto alla
tomba che si trovava nel sottosuolo: ciò spiega l'uso del laterizio all'interno, a diffe-
renza del travertino all'esterno.
TAV. CLXVII

L'OPERA LATERIZIA IN ROMA DA AUGUSTO A NERONE

i - R o s t r i A u g u s t e i n e l F o r o . Cortina di laterizi molto spessi, in parte


veri mattori, in parte tegole spezzate; i mattoni, di colore giallo chiaro, sono tagliati
a trapezi; all'imposta degli archi corre una fila di bipedali, i cui piani superiore e in-
feriore sono leggermente obliqui.
2 - T a b e r n e a l l e p e n d i c i d e l l a V e l i a . Furono distrutte dall'incendio
neroniano e le rovine rimasero sepolte nell'interro compiuto da Nerone dopo l'incendio
per l'innalzamento della via Sacra. Si aprivano simmetricamente con larghe porte su stra-
de ortogonali alla via Sacra, addentrandosi nell'area dove sorse poi la basilica di Co-
stantino.
3 - C a s t r a P r a e t o r i a . E' uno dei primi monumenti in opera laterizia, in-
nalzato in Roma da Tiberio per dare una sede stabile alle coorti pretorie e urbane.
La nuova tecnica fu preferita all'opera quadrata, che sarebbe stata più adatta alla
natura dell'edificio, per la facilità e l'economia della sua fabbricazione.
4 - D o m u s A u r e a . La cortina di materiali assai misti — tegole fratte, mattoni
di ogni specie, allettati in malta abbondante — mostra la fretta con cui fu costruito
il palazzo di Nerone dopo l'immane disastro che colpì la città nel 64 d. C.
TAV. CLXVIII

L'OPERA LATERIZIA DAI FLAVI A TRAIANO

1 - ROMA. — A n f i t e a t r o F l a v i o . E' mirabile, nel grandioso edifizio, la


utilizzazione razionale dei materiali, per cui i muri principali che sostengono la cavea
sono fatti di opera quadrata di tufo e travertino: gli ambulacri interni, le scale, i tra-
mezzi e il podio sono fatti di mattoni, permettendo così una maggiore agilità di la-
voro, specialmente nei piani inclinati. Non vi è ancora introdotto l'uso.dei ricorsi rego-
lari di bipedali.
2 - ROMA. — P a l a z z o d e i F l a v i . Compaiono per la prima volta, fra l'86
e il 92 d. C, questi piani di posa formati di grandi mattoni quadrati di due piedi
di lato (m. 0,592); il rimanente materiale laterizio è ricavato da bessali e sesquipedali
tagliati secondo le diagonali; la malta è piuttosto abbondante.
3 - ROMA. — M e r c a t i d i T r a i a n o . Furono probabilmente cominciati da
Domiziano, sistemando a terrazze le pendici del Quirinale che guardano verso sud-
ovest. Questa cortina, insieme con quella delle terme del Colle Oppio, è tra le più
perfette di tutta l'età imperiale per regolarità di taglio e accuratezza di cementazione.
4 - AGRO ALBANO. — V i l l a d i D o m i z i a n o . Il nucleo centrale della va-
sta villa (oggi compreso nella villa Pontificia di Castelgandolfo) è costruito in opus
mìxtum. Fa eccezione il lungo criptoportico che sostiene una terrazza artificiale, il quale
è fatto interamente di opera laterizia, del tutto simile a quella delle fabbriche romane.
TAV. CLXIX

L'OPERA LATERIZIA DI TRAIANO E ADRIANO IN ROMA

i - T e r m e di T r a i a n o . Il materiale laterizio è ricavato prevalentemente da


bessali e sesquipedali, spezzati in forma trapezoidale, con una certa percentuale di te-
gole; il lato in facciata dei mattoni appare arrotato con la sabbia. Mancano i ricorsi di
bipedali.
2 - 3 - S a e p t a e P a n t h e o n . Il gruppo di edifici formato dal Pantheon, dalla
basilica di Nettuno e dai Saepta fu ricostruito da Adriano con la più accurata opera la-
terizia che si conosca. I mattoni sono tutti di prima scelta, tagliati a triangoli da bessali
di impasto bruno finissimo, omogeneo e compatto ,con piani esterni ben levigati e ar-
rotati, uniti con un sottile strato di malta alla giusta temperatura. Ogni m. 1,50 circa
sono intercalati filari di bipedali un po' più chiari e più spessi. Si nota talvolta la sti-
latura dei letti eccedenti di malta (cfr. fig. 3 in basso).
4 - M a u s o l e o di A d r i a n o . Corridoio anulare interno. I piani di posa si
mantengono orizzontali, quantunque il pavimento e la volta siano obliqui; mattoni tutti
di prima scelta, tagliati a triangoli da sesquipedali, con piani di posa in bipedali. La
malta è bianca, compattissima, quasi senza cretoni, stilata con cura, un po' più abbon-
dante sotto il filare dei bipedali.
TAV. CLXX

L'OPERA LATERIZIA DEI PRIMI E DEI SECONDI ANTONINI

1 - ROMA. — A r c h i C e l i m o n t a n i . Le arcate dello speco della Claudia


che dalla località Ad Spem Veterem (porta Maggiore) conduceva l'acqua prima sul Colle
Oppio, per la domus Aurea di Nerone, e poi sul Paladino per il nuovo palazzo dei
Flavi, furono richiuse in parte sotto Settimio Severo per rinforzarne la muratura. Nella
figura è dato un particolare della cortina severiana, composta di tegole rosse, di fine
spessore, con sottili letti di malta.
2 - ROMA. — P o r t i c i d i O t t a v i a . La ricostruzione di questi portici presso
il Foro Olitorio, fatta da Settimio Severo, lascia piuttosto a desiderare per la cattiva
muratura laterizia, giustificata solo dal fatto che era rivestita con lastre di marmo.
3 - ROMA. — S o s t r u z i o n i S e v e r i a n e s u l P a l a t i n o . Per aumentare
la terrazza artificiale sulla quale sorgeva la domus Augustana, portandola fino quasi a
contatto con il circo Massimo, Settimio Severo innalzò vari ordini di arcate con la ca-
ratteristica muratura laterizia del suo tempo, mista di tegole e mattoni fratti.
4 - OSTIA. — T e a t r o . I lavori di ampliamento della cavea del teatro augusteo,
mediante un anello esterno a doppio ordine di archi, furono iniziati da Commodo e ul-
timati da Settimio Severo e Caracalla, che li ricordarono in una grande iscrizione mar-
morea. Larghi archi di scarico di bipedali rosso bruni, cementati con malta di finissimo,
impasto, rinforzano la muratura fatta dello stesso materiale; negli strati orizzontali la
malta è più abbondante e con cretoni più grossi.
TAV. CLXXI

L'OPERA LATERIZIA DA SETTIMIO SEVERO A DIOCLEZIANO

1 - ROMA. — C a s a d e l l e V e s t a l i . Muri di tramezzo e botteghe aggiunte


al lato parallelo alla via Sacra. Allettato uno strato di bipedali, sulla fondazione in selce,
fu tirata su la muratura di tegole fratte e malta grigio-chiara, caratteristica dell'età se-
veri ana.
2 - ROMA. — C u r i a D i o c l e z i a n e a . Parete destra presso il pilastro angolare.
E' fatta quasi interamente con materiale nuovo, ricavato in prevalenza da bessali e se-
squipedali spezzati; tornano i ricorsi di grandi mattoni, ma sono bipedali un po'
decurtati e posti a distanze irregolari.
3 - ROMA. — T e r m e d i D i o c l e z i a n o . Al contrario della Curia, nelle
grandi terme dell'Esquilino i mattoni sono in buona parte di riporto, con lunghezza
e spessori assai vari, per cui i costruttori furono obbligati di abbandonare nei letti di
malta. Questa è biancastra, con numerosi cretoni, anche grossi, lisciata in paramento.
Piani di posa di grandi mattoni, come nella Curia.
4 - ACQUEDOTTO DELLA MARCIA. — T r a il f o s s o d e l l ' A c q u a R o s s a e
p o n t e L u p o . Restauri dioclezianei allo speco dell'acquedotto, fatti con materiale
vario; mattoni gialli e marroni, tegolozza rossa, il tutto unito con malta biancastra, nella
quale entra una pozzolana ricca di cretoni (VAN DEMAN, Aqueducts, tav. XXV, fig. 2).
TAV. CLXXII

ESEMPI DI MURATURA LATERIZIA IN ITALIA

1 - TORINO. •— P o r t a P a l a t i n a . Nella tav. CLXXXI fig. i, si ha la veduta


generale di questo grandioso monumento, fatto tutto a cortina di ottimi mattoni arrotati.
Questi sono usati in parte interi, nella misura media di cm. 45 x 30 x 7, e in parte di-
mezzati; i giunti in facciata sono alternati con particolare cura, e gli strati di malta
intermedi sono ridotti al minimo.
2 - POMPEI. — T e m p i o d i V e s p a s i a n o . L'edificio esisteva prima del ter-
remoto del 62 con diversa forma e attribuzione; dopo quel disastro la facciata fu in-
teramente rifatta con tegole rossastre a somiglianza del prossimo edificio di Eumachia.
3 - HELVIA RICINA. — T e a t r o . Dal tipo della muratura sembra doversi attri-
buire all'età di Traiano, o al massimo di Adriano, quando tornarono di moda le rap-
presentazioni teatrali, che, dopo l'età di Augusto, erano andate a poco a poco in disuso.
Le rovine del monumento si vedono insieme ad altre antichità della colonia picena su
di una collina che sovrasta il fiume Potenza, a circa 5 chilometri da Macerata.
4 - URBISAGLIA. — M u r a . La bellissima cortina laterizia che riveste all'esterno
il muro difensivo di Urbs Salina nel Piceno va datata ai primi tempi dell'impero, quan-
do la città viene nominata da Plinio (III, 111) con il rango di municipio, possessore di
un vasto territorio. Il laterizio è ricavato da bessali, spessi cm. 6 e uniti con strati di
malta di cm. 2,5; il muro, a doppia cortina, è largo circa m. 2,50 ed è rinforzato con
torri ottagonali.
TAV. CLXXIII

COLONNE E SEMICOLONNE IN LATERIZIO

i - POMPEI. — C o l o n n a d e l l a b a s i l i c a . La basilica forense di Pompei è


uno degli edifici che non furono subito ricostruiti dopo il terremoto; le grandi colonne
che circondavano la navata centrale sono state trovate tutte monche così da rendere vi-
sibile la loro struttura interna; sono fatte di mattoni cotti in forme apposite, e disposti
a strati alternati, in modo da formare l'ossatura delle scanalature che venivano poi sago-
mate con uno spesso strato di intonaco bianco a finto marmo.
2-3 - POMPEI. — « P o r t i c u s T u l l i a n a » , lungo la via del Foro. Prima
del terremoto del 62 d. C. il portico era costituito da una serie di pilastri e colonne
in opera laterizia intonacata, con capitelli di trachite. Dopo il 62 le parti cadute fu-
rono sostituite con pilastri e semicolonne incorporati in un'unica muratura di mat-
toni di ottimo impasto e taglio, cementati con un sottile strato di malta. Il primo di
questi pilastri (fig. 3) ha anche la base sagomata con elementi di cotto.
4 - AGRO ALBANO. — V i l l a d i P o m p e o . Frammento di una delle colonne
del portico superiore in mattoni comuni, tagliati in curva con la martellina e poi arro-
tati con sabbia.
5 - CASTRA ALBANA. — A n f i t e a t r o . Qualche tempo dopo la sua costruzione,
avvenuta nei primi decenni del III sec. d. C, fu cambiato l'accesso al palco imperiale e
il nuovo prospetto fu disegnato con semicolonne a base attica, interamente modanate
in laterizio, senza intonaco.
TAV. CLXXIV

SEMICOLONNE E LESENE IN LATERIZIO

1 - POMPEI. — E d i f i c i o d i E u m a c h i a . Lato fiancheggiante la via del-


l'Abbondanza, In seguito ai danni del 62 d. C, tutto l'angolo fu rifatto in tegolozza
rossa e fine, allettata con sottili strati di malta, delineando le lesene di risalto delle
nicchie, le piattebande e i timpani di copertura. Con lo stesso materiale tipico del-
l'ultima fase edilizia di Pompei fu rifatta la facciata sul Foro.
2 - POMPEI. — T e r m e C e n t r a l i . In queste terme, edificate interamente fra
il 62 e il 79 d. C, troviamo ancora specchi di opera incerta e di opera reticolata inca-
stonati nell'ossatura laterizia, affidando in modo particolare a quest'ultima la struttura
del calidario e del laconico e le modanature architettoniche dell'apoditerio. Fra le no-
vità che il costruttore introdusse in queste terme figurano le grandi nicchie absidate del-
la sala rettangolare del calidario e le ampie finestre dell'apoditerio, aperte sulla palestra.
Tav. CLXXIV
TAV. CLXXV

PORTALI IN OPERA LATERIZIA

1 - ROMA. — E s c u b i t o r i o d e l l a V I I c o o r t e d e i V i g i l i . Fu sco-
perto nel 1865 di fronte alla chiesa di S. Crisogono in Trastevere e fu identificato per
mezzo delle iscrizioni graffite sulle pareti dai soldati. I due periodi che si notano nella
architettura ci informano che fu sistemato in un edificio privato verso la fine del II sec.
d. C. L'elegante porta conduceva alla cappella del Genius excubitorii (LANCIANI, An-
cient Rome, p. 230).
2 - OSTIA. — V i a d e i M i s u r a t o r i d i g r a n o . Questo tipo di porta
è assai comune in Ostia nelle fabbriche della seconda metà del II secolo d. C. Nell'ar-
chitrave e nel timpano di questa casa sono scolpiti, sempre in cotto, due simboli tu-
telari (un moggio e una rasiera?). {Alinari n. 6983).
3 - OSTIA. — « P i o r r e a E p a g a t h i a n a e t E p a p h r o d i t i a n a » . E'
il più bel portale della serie per la ricchezza della sua ornamentazione, priva di in-
tonaco anche in antico: i mattoni furono in parte scalpellati in cantiere e in parte
sul posto per formare le cornici, le mensole e i dentelli della decorazione. Età di
Antonino Pio {Alinari n. 41743).
4 - ROMA. — I p o g e o d e g l i A u r e l i . Una porta.nel cubicolo inferiore A,
particolarmente decorata, fu aperta qualche tempo dopo la costruzione originale (età di
Severo) per introdurre in un corridoio catacombale. Per l'apertura della porta fu ta-
gliata la parete in cui era dipinta la dodicesima figura di apostolo (« Monum. Anti-
chi Lincei », XXVIII (1922), tav. II).
TAV. CLXXVI

ARCHITETTURA LATERIZIA

1 - OSTIA. — R e c i n t o s e p o l c r a l e , fuori della porta Romana. L'archi-


tetto si compiacque di disegnare nelle lunette con il cotto e con alcune pietre tenere,
peltai, raggi, meandri, inquadrando tali motivi ornamentali entro cornici e lesene late-
rizie di ordine corinzio.
2 - OSTIA. — T o m b a n. 3 2 , del sepolcreto di età claudia, scoperto lungo la
via Laurentina. Una ricca cornice inquadra il vano della iscrizione, giuocando sul con-
trasto fra la scura pietra pomice e il giallo chiaro del mattone. Di cotto sono anche i
due emblemi incastonati ai lati del cartello centrale, raffiguranti due falli con zampe
di uccello ed ali (« Notizie Scavi » 1938, p. 69).
3 - NECROPOLI DELL'ISOLA SACRA. — P r o s p e t t o d i u n a t o m b - a , formato
da mattoni rossi, rettangolari, disposti a spina di pesce, con una tecnica da pavimento,
trasportata per una bizzarria in parete verticale (CALZA, Necrop. del Porto di Roma,
p. 83, fig. 31).
4 - ROMA - T o m b a d e i C e t e n n i , sotto S. Pietro in Vaticano. E' un bel-
l'esempio di facciata di una tomba gentilizia della metà del II sec. d. C; cornici la-
terizie girano intorno all'architrave e agli stipiti della porta, alle tabelle delle iscrizioni
ed alle finestrelle che illuminano la cella, con timpani di girali e fiori. Ai due estremi
sono incastonati due pannelli in terracotta (a sin. una quaglia presso un albero e a de-
stra un tempietto). Si noti anche la cornice terminale (Città del Vaticano).
Tav. CLXXVI
TAV. CLXXVII

ARCHITETTURA LATERIZIA

1 - VIA APPIA. — V i l l a d e i Q u i n t i l i . Per mezzo della muratura laterizia


fu possibile innalzare edifici complessi, con grandi archi, absidi, pareti ricurve e coper-
ture ardite, come vediamo particolarmente nei grandi stabilimenti termali di Roma ed
in quelli che gli imperatori ed i ricchi privati eressero in gara nelle loro ville monumen-
tali. Nella figura è riprodotto uno dei numerosi edifici che ancora rimangono al V mi-
glio dell'Appia Antica, e che appartennero alla fastosa proprietà dei fratelli Massimo e
Gordiano Quintilii, vissuti sotto Commodo, e da lui fatti uccidere per impossessarsi dei
loro beni.
2 - VIA APPIA. — T r i o p i o d i E r o d e A t t i c o . Il ricco ateniese, trasferi-
tosi in Roma al tempo di Antonino Pio, in seguito al matrimonio con Annia Regilla,
discendente da una nobile famiglia romana, volle che la moglie fosse sepolta (e. 150
d. C.) nella proprietà stessa che si estendeva fra il III miglio dell'Appia ed il corrispon-
dente della via Latina. Il sepolcro fu costruito secondo la moda del tempo, cioè comple-
tamente con materiale laterizio di impasto vario (giallo, rosso e marrone), accentuando
in tal modo i risalti delle modanature architettoniche, particolarmente nei fregi e nelle
cornici. Tutta la proprietà fu consacrata alla memoria della moglie che ebbe onori quasi
divini, forse per distogliere da Erode l'accusa che gli venne fatta di averla uccisa con
un calcio durante una lite, mentre era gestante del quarto figlio.
Tav. CLXXVII
TAV. CLXXVIII

GRANDI MONUMENTI IN OPERA LATERIZIA

1 - ROMA. — M e r c a t i d i T r a i a n o . Un intero quartiere fu costruito da


questo imperatore sulle pendici occidentali del Quirinale, con un concetto monumentale
che doveva proseguire urbanisticamente il piano del nuovo foro. Mentre il piano terreno
della grande esedra era rivestito con lastre di travertino, il secondo ordine lasciava in
vista le lesene, gli archi ed i timpani spezzati della sua ornamentazione fittile (Alinari.
n. 1325 B).
2 - ROMA. — A n f i t e a t r o C a s t r e n s e . Faceva parte della grande proprietà
imperiale fra l'Esquilino e il Laterano, messa particolarmente in valore dall'imperatore
Elagabalo, ed era destinato agli spettacoli privati della corte. I due ordini di arcate in-
rono richiusi quando l'edificio fu incorporato, a guisa di un grande bastione, nelle mu-
ra di Aureliario.
3 - ROMA. — M u r a d i A u r e l i a n o . Con grande ardimento questo impera-
tore iniziò nel 270 circa d. C. una nuova recinzione generale della città in vista dei ce-
dimenti che avevano presentato in più punti i confini dell'impero. Le nuove mura, eret-
te ad oltre sei secoli di distanza dalle precedenti, dette Serviane, ebbero la lunghezza
di m. 18.837; furono munite con 383 torri, 7020 merli, 14 porte grandi e numerose
posterule, 2066 piazzole per artigierie e 116 latrine; ad eccezione delle porte grandi,
nelle quali venne usata l'opera quadrata, tutto il resto fu fatto in opera laterizia, mi-
sta di mattoni e tegole.
Tav. CLXXVIII
TAV. CLXXIX

GRANDI MONUMENTI IN OPERA LATERIZIA

i - ROMA. — A c q u e d o t t o A l e s s a n d r i n o . Portava a Roma, alle terme


Neroniane del Campo Marzio, ricostruite da Severo Alessandro, l'acqua raccolta nella
valle tra il monte Falcone e il monte Massimo, tre chilometri a nord dell'odierno
paese di Colonna. Il percorso suburbano è quasi tutto fuori terra, con lo speco soste-
nuto da due o tre ordini sovrapposti di arcate; la nuova opera fu inaugurata nel 226
d. C. I dadi litici sporgenti dai pilastri servivano per reggere la centina lignea degli
archi durante la costruzione.
2. - ROMA. — R e s t a u r i S e v e r i a n i a l l ' a c q u e d o t t o C l a u d i o . Dei
pilastri originali di Claudio in opera quadrata a strati alterni, rimangono soltanto le
impronte nei nuovi piloni che Settirnio Severo inserì negli archi — specialmente nel
tratto fra le Capannelle e la porta Furba — per puntellare le lesioni avvenute forse in
seguito a qualche terremoto. Spicca anche qui la bella cortina rossa, con archi di bipe-
dali più chiari e con le mensole in alto per le impalcature pensili.
TAV. CLXXX

GRANDI MONUMENTI IN OPERA LATERIZIA

1 - ANGUILLARA SABAZIA. — M u r a c c i d i S. S t e f a n o . Porta questo nome


un singolare edificio, avanzo principale di un gruppo di fabbricati che si trova in lo-
calità Crocicchie, al miglio XXI della via Clodia. Dalla tecnica laterizia si data alla
metà circa del II secolo d. C, ma il suo uso è incerto; probabilmente servì come gra-
naio e deposito di derrate di una grande fattoria imperiale. Le ampie finestre del se-
condo e terzo piano sono incorniciate da lesene, mentre leggere cornici di cotto marca-
no i vari piani {Alinari n. 35904).
2 - AGRO ALBANO. — T e r m e A n t o n i n i a n e . I bolli laterizi fanno datare
all'età dei Severi questo vasto stabilimento termale, nel quale si è insediato nel me-
dioevo un intero quartiere della città di Albano, detto di Cellomaio (celine magnaé).
Fu costruito forse da Caracalla per gli usi della legione II Partica, che aveva la sua
sede nei prossimi castra, e fu probabilmente un atto di munificenza di questo impe-
ratore per accattivarsi il favore delle milizie che si erano ribellate a lui dopo l'ucci-
sione di Geta.
Tav. CLXXX
TAV. CLXXXI

GRANDI MONUMENTI IN OPERA LATERIZIA

1 - TORINO. — P o r t a P a l a t i n a . La datazione di questa magnifica porta,


fornita di quattro passaggi, con due ordini sovrapposti di finestre, e con due torri po-
ligonali ai lati, è molto discussa. L'ipotesi più probabile è che sia stata costruita sotto
Augusto, quando fu fondata la Colonia Augusta Taurinorum, ma certamente meravi-
glia per quel tempo una tecnica laterizia così perfetta, che ha permesso di fabbricare
mattoni appositi per ogni modanatura, calcolando esattamente i risalti delle lesene, del-
le cornici, dei timpani e delle armille degli archi, e dando loro anche una elegante po-
licromia, con l'alternanza di mattoni gialli e rossi.
2 - ROMA. — P o r t a A s i n a r i a . E' l'unica porta originale del recinto di Au-
reliano; ad eccezione del fornice, che è in travertino, tutto il resto è in laterizio, ritenuto
dai costruttori convenientemente solido per resistere ai colpi delle baliste e degli arieti
in caso di assedio. Caratteristiche sono le due torri a ferro di cavallo, che si differenzia-
no da quelle quadrate del resto della muraglia, nella stessa guisa di quelle che fian-
cheggiano la porta Latina.
TAV. CLXXXII

GRANDI MONUMENTI IN OPERA LATERIZIA

1 - POZZUOLI. — 11 g r a n d e A n f i t e a t r o . Cominciato forse sotto Nerone, va


attribuito nel suo complesso alla dinastia dei Flavi, quando Puteoli acquistò il titolo di
Colonia Flai'ia Augusta Puteolana, che ricorre più volte nelle iscrizioni del monu-
mento. Di particolare interesse sono i sotterranei dell'arena, il primo esempio che si co-
nosca di razionale organizzazione degli spettacoli di cacce alle fiere e. di sistematica ca-
nalizzazione delle acque. Sia per ovviare all'umidità del sottosuolo e sia per facilitare la
complicata inserzione dei vani, che contenevano le belve, nei corridoi di disimpegno, il
piano interrato fu costruito tutto in materiale laterizio, ricavato da tegole stagionate di
color rosso vivo.
2 - TAORMINA. — L a s c e n a d e l g r a n d e T e a t r o . Fu costruita in mat-
toni come la cavea, ma fu poi rivestita di marmo fino ad una certa altezza, e poi di in-
tonaco similmarmo. Va attribuita, come tutto l'edificio, all'impero di Traiano, o al mas-
simo ai primi anni di quello di Adriano. E' interessante osservare come l'architetto,
preoccupato di non togliere agli spettatori il suggestivo panorama dell'Etna, progettò
di aprire nel fondale tre ampie finestre arcuate {Alinari n. 19774).
3 - TAORMINA. — C o s ì d e t t a N a u m a c h i a . Era probabilmente una grande
mostra d'acqua che faceva nello stesso tempo da sostegno al terrapieno per la lunghezza
di oltre novanta metri, alternando ampie nicchie semicircolari con piccole, finte, fine-
stre quadrangolari. I grossi mattoni, spezzati irregolarmente a trapezi e allettati in malta
biancastra e granulosa, con i giunti distanti e obliqui, fanno datare il singolare edificio
tra la fine del II e l'inizio del III sec. d. C.
TAV. CLXXXIII

MONUMENTI MINORI IN OPERA LATERIZIA

1 - VIA PRENESTINA. V i l l a d e i G o r d i a n i . Era famosa nella antichità, come


ricorda il biografo di questi imperatori ( H I S T . AUG., Gordiani tres, e. 32) per il lusso dei
marmi policromi. Fra le rovine, che ancora emergono dal suolo presso il III miglio del-
la via, si fa particolarmente notare questa sala termale, di pianta ottagona con nicchie
in basso e finestre circolari in basso. Nel medioevo vi fu innalzata sopra una torre e la
volta fu rinforzata con un pilastro centrale.
2 - VIA PORTUENSE. — S e p o l c r o c i r c o l a r e . La muratura laterizia lo data
all'età di Settimio Severo. Al di sopra dell'ipogeo si eleva la cella ornata con nicchie
all'interno e con un portico all'esterno, coperto con una serie di volticelle a crociera. La
cupola emisferica è tutta caduta. Passa sotto il nome di tempio di Portuno.
3 - VIA APPIA. — S e p o l c r o ad e d i c o l a . Con la diversa tonalità del mat-
tone l'architetto, vissuto nella metà del II secolo dell'impero, ha voluto dare un mag-
gior risalto alle varie membrature, destinate a rimanere in vista, senza intonaco. Il
sepolcro sorge presso il miglio Vili della via antica.
4 - VIA LATINA. - S e p o l c r o a c a m e r a . Appartiene alla stessa età del pre-
cedente e fa parte di un gruppo di tombe fra il II e il III miglio della via Latina che,
secondo la moda del tempo, presenta tutta l'architettura in laterizio a faccia vista, giuo-
cando sulla sua policromia.
Tav. CLXXXIII
TAV. CLXXXIV

MONUMENTI MINORI IN OPERA LATERIZIA

1 - VIA APPIA. — S e p o l c r o d e t t o d i G a l l i e n o . Aurelio Vittore (De


Caes. 6g) ci dice che questo imperatore fu sepolto nel suo mausoleo, situato al IX mi-
glio della via Appia. La località in cui si trova il monumento, la sua architettura a
pianta circolare, con un'abile alternanza di nicchie fra esterno e interno, e la tecnica del-
l'opera laterizia concordano con la data della morte di Gallieno (268 d. C.) e con la no-
tizia del suo biografo. Si notino i grandi archi, di scarico sopra le nicchie sui quali insi-
steva la volta cementizia, contraffortata solo dal grande spessore dei muri. E' molto si-
mile al mausoleo di S. Elena, detto volgarmente Tor Pignattara, sulla via Labicana.
2 - VIA PRENESTINA. — S e p o l c r o d e t t o d e i G o r d i a n i . I bolli laterizi
rinvenuti nella muratura riportano ad oltre mezzo secolo più tardi, e precisamente
all'età di Costantino, il grande mausoleo che si conserva ancora quasi integro al IV
miglio dell'antica Prenestina, con la sola perdita del tetrastilo frontale. E' a due pia-
ni: uno inferiore, con ingresso dalla parte opposta alla via, in forma di anello girante
intorno ad un pilastro centrale; ed uno superiore, perfettamente circolare, con cupola
cerchiata da due cornici a mensole. E' ignoto a quale personaggio, senza dubbio
della famiglia imperiale, abbia appartenuto : ripete la pianta e l'architettura del se-
polcro di Romolo, figlio di Massenzio, al III miglio della via Appia.
CA PI TOLO VI I

OPVS VITTATVM
TAVOLE CLXXXV-CXCV
Tav. CLXXXV

MURATURA A ' TUFELLI' IN POMPEI

i - C a s a n e l l a r e g . V, i n s . I I I . E' il tipo più rozzo di muratura,


fatto con blocchetti di lava appena sbozzati con l'ascia e allettati a strati orizzontali
mediante zeppe di calzatura e malta povera. La parete poggia sopra uno strato di
ciottolame che fa da piano di posa; la sua cortina si perfeziona procedendo in altezza,
con un sensibile distacco dopo il quarto filare dal basso, il quale fa pensare ad un
lavoro eseguito in due tempi.
2 - C a s a n e l v i c o l o d e l l a F u l l o n i c a (reg. VI, ins. VII) .Agli stipiti
delle porte in ortostati calcarei si addossano i tramezzi in piccoli scapoli della stessa
pietra, di altezza e volume variabili. La muratura è tirata su a strati orizzontali in
modo da fornire un vero esempio di opera vittata, già prima della costituzione colo-
niale della città campana (80 a. Cr.).
3 - E d i f i c i o di E u m a c h i a . La costruzione originale era in blocchetti
di pietra tagliati a pani molto regolari, che formavano anche le lesene e le cornici:
dopo il terremoto del 62 d. Cr. la facciata sul Foro e parte dei lati attigui furono
rifatti in opera laterizia. La figura riproduce un particolare del lato lungo sulla via
dell'Abbondanza.
4 - A n f i t e a t r o . Particolare di un pilastro. Tre fasi costruttive si osservano in
alcuni fornici esterni del monumento, che fu eretto dai coloni inviati da Roma nel-
l'8o a. Cr. (cfr. testo a p. 647). Quella esterna, a sinistra, che fa da sperone; quella
mediana, originale, a ricorsi di un tufello e tre mattoni, che lega con l'opera incerta
delle pareti; e infine quella dopo il terremoto, quasi interamente in opera laterizia
(anelli di rinforzo).
Tav. CLXXXVI

MURATURA A ' TUFELLI' DI ETÀ' REPUBBLICANA NEL LAZIO

1 - AGRO TIBURTINO. — T e r r a z z a m e n t o d i v i l l a a C o l l e V i -
t r i a n o . La facciata del grande basamento rettangolare addossato al lato sud-ovest
della collina, lungo m. 52 e alto fino a m. 7,50, è fatta con un tipo misto fra
l'opera quadrata e la vittata, cioè con un nucleo interno di opera cementizia, rivestito
all'estero con blocchetti di calcare male squadrati : esili pilastri contraffortano la spinta
del terreno retrostante. Al di sopra si notano muri in opus incertum («Papers British
School », III | I Q O 6 ] , tav. XII, fig. 22).
2 - VALLATA DI TERRACINA. — C o n s e r v a d ' a c q u a i n l o c . S a l i s s a n o .
Bianco calcare locale spezzato a quadrelli, e frammenti di rosse tegole si alternano
nella zona inferiore del muro esterno, rafforzato con pilastri, di questa ampia cister-
na (m. 16,80 x 5,75) databile alla metà circa del II secolo d. Cr. La zona superiore
del muro e la parete interna sono in reticolato {Forma Italiae, Anxur - Tarracina,
II zona, n. 7).
3 - SEGNI. — R e s t a u r o a l l e m u r a S i l l a n e . Le mura che Siila rifece
(particolarmente nel lato occidentale) in luogo di quelle poligonali distrutte dopo le
fortunose lotte con Mario, furono in alcuni punti ancora restaurate nell'età dei triumviri
con poderosi bastioni fatti di blocchetti di pietra di vario taglio, disposti a piani
regolari.
eg
4 - CORI. — R e s t a u r o a l l e m u r a S i l l a n e . Particolare del restauro ese-
guito alla fine della repubblica in un terrazzamento del versante occidentale. Nelle
mura di Cori si verificano gli stessi periodi costruttivi di quelle di Segni, e cioè l'opera
poligonale del V e IV secolo a. Cr.; l'opera incerta dell'età Sillana (80-70 a. Cr.);
l'opera vittata degli ultimi decenni a. Cr.
Tav. CLXXXVII

OPERA CEMENTIZIA SQUADRATA IN PARAMENTO

1 - ARVIER. - - S o s t r u z i o n e d e l l a v i a , tra Arvier e Villeneuve, in Val


d'Aosta. Il muraglione, lungo circa m. 28, si addossa per un lato al colle, alleggerito
con cinque riseghe, di altezze differenti, in cui si notano i fori delle impalcature.
Scaglioni di pietra di monte, più o meno squadrati, sono allettati in malta abbon-
dante a strati orizzontali, con un sistema intermedio fra l'opera cementizia a faccia
vista e l'opera vittata. Il parapetto con archetti appartiene alla strada moderna che
vi corre sopra (Forma Italìae, Augusta Praetoria, II zona, col. 38, n. 8).
2 - VAL DI GOGNE. — P o n t e r o m a n o , d e t t o « I I P o n d e l » . Per-
metteva l'attraversamento della Val di Cogne ad una mulattiera che proveniva dalla
grande via dell'Alpi* Graia, elevandosi a m. 870 sul livello del mare. E' fornito di
due stretti passaggi: uno inferiore coperto e illuminato da feritoie ed uno superiore
scoperto; i lastroni che formano il soffitto di quello inferiore fanno da pavimento al
superiore, sporgendo alquanto all'esterno della parete, allo stesso modo come nel pa-
vimento dell'inferiore. L'iscrizione scolpita sulla fronte settentrionale ci informa che
fu costruito nel 3 a. Cr. da C. Avillio e da C. Aimo Patavino, forse per il trasporto
di minerale di ferro da una miniera di loro proprietà (Inscnptiones Italiae, Augusta
Praetoria, n. 113).
La muratura è a scaglie regolari di pietra micaceo-ferruginosa, unite con malta
durissima. Il- fornice è costruito ad anelli di conci più grandi, legati con opera ce-
mentizia a strati (Forma Italiae, Augusta Praetoria, II zona, col. 43, n. 20).
Tav. CLXXXVIII

MURA DI FORTIFICAZIONE DI ETÀ' AUGUSTEA

i - FANO. — P a r t i c o l a r e d e l l e m u r a . La ricca città umbra di Fanum


Fortume, situata all'incontro della via Flaminia con la via costiera Adriatica, prese il
nome da un antico tempio della Fortuna scomparso forse nell'età imperiale. Nella
guerra civile del 49 a. Cr. fu occupata da Cesare e quindi da Augusto elevata a co-
lonia col nome di lulia Fanestris; fu allora cinta da mura di cui restano alcuni tratti
sotto la cerchia medievale, e ornata con un arco dedicato al primo imperatore e con una
basilica descritta da Vitruvio, che ne fu l'architetto (De archìt., V, 1, 6).
2-3 - SPELLO. — V e d u t a d e l l e m u r a e p a r t i c o l a r e . Le mura di
Hispellum debbono attribuirsi all'età augustea, quando la piccola città umbra divenne
Colonia lulia, quantunque una nuova colonia vi fosse condotta poi da Adriano ed una
terza da Costante, quando' prese il nome di Flaina Constans. Le mura si possono ri-
conoscere, dove più e dove meno conservate, per quasi tutto il percorso e vi si ammi-
rano ancora le tre porte, dette: Consolare, Venere e Urbica, oltre all'Arco dei Cappuc-
cini, di età romana. Le assise, a blocchetti ben squadrati di pietra del Subasio, bat-
tono piani costanti di posa, pur essendo di varia altezza; fasce leggermente spor-
genti riquadrano la parete in basso e in alto.
Tav. CLXXXIX

ESEMPI DI MURI IN 'OPUS VITTATUM

1 - BEVAGNA. — M u r a u r b a n e . Sono costruite per la maggior parte nella


muratura caratteristica del secondo triunvirato, cioè a blocchetti rettangolari di pietra
locale, lasciati un po' rustici in superficie e cementati con malta bruna, assai consi-
stente; l'altezza dei filari varia da cm. 8 a 12. In alcuni tratti le mura sono fatte in
opera quasi-reticolata, forse di età-un po' più antica. Mancano invece completamente
tracce delle mura di mattoni semicrudi (lateres), ricordate da Plinio (Nat hist.
XXX, 173).
2 - TRIESTE. — B a s i l i c a . La grande aula, misurante m. 88 x 23,50, era di-
visa in tre navate mediante colonne scanalate di ordine ionico e fornita di absidi nei
lati corti. Il rinvenimento nel luogo stesso di quattro iscrizioni in onore di Q. Baieno
Blassiano, che visse sotto Traiano, fa ritenere che l'edificio fosse fondato, oppure con-
siderevolmente restaurato, in quel tempo.
3 - POLA. — A n f i t e a t r o . All'alta parete esterna della cavea in robusta pietra
da taglio, si addossavano i segmenti dei sotto-cunei in quadrelli della stessa pietra, di-
sposti a piani regolari, sebbene di differente altezza, per una pratica utilizzazione del
materiale a disposizione. Età giulio-claudia (Cfr. tav. LXXXIII, fig. 1).
4 - VERONA. — T e a t r o . Nel testo (p. 639) sono esposti gli argomenti che
inducono a datare questo piccolo teatro, situato in posizione assai pittoresca, all'età di
Augusto: vi si alternano infatti nei tramezzi muri in reticolato e muri in quadrelli
con la tecnica caratteristica di quell'età.
Tav. CXC

ESEMPI DI MURI IN 'OPUS VITTATUM '

1 - PADOVA. — A n f i t e a t r o . E' costruito in pietra di Custoza, tagliata a pic-


coli conci regolari per rivestimento di un nucleo cementizio interno. Per la sua archi-
tettura piuttosto esile, con buona parte delle gradinate in legno, per la pianta assai sem-
plice, con l'arena priva di sotterranei, si deve ritenere come uno dei più antichi anfi-
teatri d'Italia (Augusto?).
2 - VOLTERRA. — T e a t r o . Blocchi parallelepipedi di tufo, di notevole dimen-
sione, e blocchi più piccoli di panchina, di taglio piuttosto irregolare, si innestano fra
loro nell'architettura sostruttiva della cavea, con un razionale impiego dei materiali che
permette di assegnare il monumento all'impero di Augusto.
3 - SPELLO. — A n f i t e a t r o . Alla stessa età augustea va attribuito probabil-
mente l'anfiteatro della Colonia lulia Hispellum, che ebbe in quel periodo una par-
ticolare floridezza. Rimane visibile tutto il giro dell'ellissi con alcuni muri in sopra-
elevato. I due assi misurano m. 108 x 82.
4 - TERME IMERENSI. — A c q u e d o t t o C o r n e l i o . Con un manufatto di
oltre sette chilometri, fornito di ponti e sifoni, conduceva l'acqua dalla sorgente di
Brucato alle terme di Imera. Vi si distinguono due epoche, di cui la più antica, della
metà, circa, del II secolo d. Cr., è assai più accurata nella tecnica struttiva, come si vede
nella figura. La seconda fase è di 20-30 anni posteriore.
Tav. CXCI

ESEMPI DI MURI IN 'OPUS VITTATUM '

1 - FIESOLE. — T e r m e . Formano un unico complesso monumentale col teatro,


fondato nei primi tempi dell'impero a ridosso delle mura etrusche. Hanno una pianta
molto semplice: precedono alcune vasche rettangolari, forse natationes; si entra quindi
nel tepidario, fiancheggiato da due apoditeri; a destra è il piccolo calidario, alquanto
rialzato, e a sinistra il frigidario, la cui piscina è distinta da tre eleganti archi in pietra
da taglio, mentre tutto il resto della muratura è in opera vittata; solo i forni sono in
opera laterizia.
2 - SEPINO. — T e a t r o .
3 - ASSISI. — T e a t r o {Ciotti).
4 - GUBBIO. — T e a t r o (Ciotti).
Questi tre teatri, insieme con gli altri teatri e anfiteatri descritti nelle tavole pre-
cedenti, dimostrano nelle strutture secondarie un unico sistema murario, a blocchetti
più o meno accuratamente squadrati di pietra locale, collocati a strati orizzontali con
abbondanti letti di malta. Come si è detto nel testo, questo sistema è proprio delle città
fondate, o ricostruite, da Augusto in Italia e nella Gallia Narbonense, e va completato
nelle strutture principali con l'opera quadrata, spesso di altro materiale. Le coperture
degli ambulacri sostruttivi sono fatte con volte cementizie, mentre archi e piattebande,
di grossi conci appoggiati su piedritti litici, incorniciano i fornici principali.
Tav. CXCII

ESEMPI DI MURI IN 'OPUS VITTATUM '

1 - VENTIMIGLIA. — T e a t r o , nel quartiere di S. Agostino. Mostra una mu-


ratura affrettata, la cui stabilità fu consolidata per mezzo di alcuni ricorsi di laterizi
marca-piano. Fornici e gradinate sono in grossi blocchi di pietra della Turbia, come
anche le pareti cementizie. Le volte sono quasi tutte cadute e rimangono solo le so-
struzioni della cavea fornita di tre gradinate radiali e di due meniani. La sua data-
zione è incerta, ma le sue proporzioni notevoli e la tecnica muraria lo fanno ritenere
di età piuttosto avanzata dell'impero, forse dopo gli avvenimenti del 6g d. Cr., quando
Tacito (Hist., II, 13; Agrìc, 7) ricorda il municipio di Albintimitium, o Albium lnte-
melium, saccheggiato dalle truppe di Otone nella lotta contro quelle di Vitellio.
2 - TRIESTE. — T e a t r o . La cavea è sostenuta da un corridoio anulare coperto
a volta, che dava accesso alla praecinctio, in comunicazione con cinque scale disposte
radialmente; l'orchestra è limitata da lastre lisciate di pietra di Aurisina, della quale
sono formati anche i gradini e gli archivolti; la scena era unita alla cavea ed era in
gran parte lignea. Il muro esterno, alto fino a m. 15,20 sul piano antico, è costruito
con larghi specchi di tufelli, inquadrati da ricorsi laterizi di ottima fattura, con am-
morsature, sistema che consiglia di datare il teatro al periodo tra i Flavi e Traiano
(Mirabella-Roberti).
Tav. CXCIII

MURI IN OPERA MISTA DI ' TUFELLI' E MATTONI

1 - SIRMIONE. — G r o t t e d i C a t u l o . La grandiosità di questa villa, fon-


data sopra un piccolo promontorio che si protende nel lago di Garda, giustifica la
trascuratezza della muratura cementizia, di cui si è dato un saggio nella tav. CII,
fig. 4. Con maggior cura sono lavorati i contrafforti, gli stipiti delle porte e delle fi-
nestre e in generale le parti più esposte, nelle quali le scaglie di calcare sono alter-
nate con filari di mattoni.
2 - VIA LATINA. — V i l l a d i S e t t e B a s s i . La costruzione dei numerosi
edifici che la componevano durò almeno venti anni, dal 140 al 160 d. Cr., e vi fu-
rono usati tutti i sistemi costruttivi in uso in quel tempo, prevalentemente l'opera
mista a specchi di tufelli regolari di 3-4 piedi di altezza, alternati con 5-6 filari di
mattoni (Cfr. tav. CXCV, fig. 1).
3 - OSTIA. — C a s a p r e s s o g l i « h o r r e a » d e i « m e n s o r e s » . E ' u n
edificio del tardo impero, in opera vittata di proporzioni variabili, come si vede nella
figura, cioè secondo il materiale che l'operaio aveva a disposizione in cantiere (Gismondi).
4 - VIA APPIA. — S e p o l c r o d i V a l e r i o R o m o l o . Grandi onori de-
cretò Massenzio al figlio Romolo, che egli aveva destinato a succedergli al trono, quan-
do Romolo morì nel 309 d. Cr. Rimangono ancora imponenti rovine del circo, del pa-
lazzo e del sepolcro nella insenatura tra l'Appia Antica e l'Appia Pignatelli (via
Asinaria), costruiti col sistema caratteristico dell'inizio del IV secolo d. Cr., cioè ad
alternanza regolare di un tufello e di un mattone. Il particolare della figura è ripre-
so dal recinto esterno del sepolcro, detto volgarmente «le stalle di Caracalla ».
Tav. CXCIV

EDIFICI IN OPERA MISTA DI ' TUFELLI ' E MATTONI

1 - VILLA ADRIANA. — R o c c a B r u n a . E' forse l'ultimo edificio costruito da


Adriano nella sua villa Tiburtina, composto di un alto plinto quadrato e di una specie
di tempietto rotondo, con colonne, al di sopra. Il plinto è in muratura mista, a fi-
lari alterni, mentre la rotonda, quasi del tutto distrutta, era di marmo.
2 - ROMA. — M u r a d i A u r e l i a n o . In più luoghi del lungo recinto si
notano restauri posteriori, fatti con strati di tufelli e mattoni in rapporto variabile;
quantunque questa muratura sia caratteristica dei restauri di Massenzio, che rinforzò
le mura e specialmente il grande bastione costituito dal castro pretorio, non è sicuro
che essa sia sempre opera sua, tale tecnica perdurando fino al tardo medioevo.
3 - VIA APPIA. — C i r c o d i M a s s e n z i o . Lo eresse Massenzio per tenervi
i ludi funebri in onore di suo figlio Valerio Romolo. Si conserva l'intero perimetro
con le torri che fiancheggiavano i carceres; resta inoltre l'arco trionfale al centro del
lato semicircolare. Nel mezzo della spina sorgeva l'obelisco, con l'iscrizione di Domi-
ziano, che s'innalza ora sulla fontana del Bernini, in piazza Navona.
4 - ROMA. — R e c i n t o c i r c i f o r m e p r e s s o S. C o s t a n z a . Aveva
probabilmente scopo funerario, come quelli simili di S. Sebastiano e dei Gordiani: ap-
partengono tutti ai primi decenni del IV secolo d. Cr. ed erano a cielo aperto, con-
traffortati, all'occorrenza, con speroni.
Tav. CXCV

EDIFICI IN OPERA MISTA DI ' TUFELLI' E MATTONI

1 - VIA LATINA. — V i l l a d i S e t t e B a s s i . Fondata da qualche ricco


patrizio sotto l'impero di Antonino Pio, entrò forse a far parte del fisco imperiale
verso la fine del II secolo d. Cr. Al nucleo primitivo se ne aggiunsero in seguito altri,
così da divenire un complesso monumentale di grande estensione e importanza. La
bella facciata, a due piani con finestre e balconi, che si vede nella fotografia, ripresa
dalla corte interna, assai suggestiva nel melanconico sfondo della Campagna Romana,
si abbattè al suolo per un temporale nel novembre 1951. Viene qui riprodotta come
ricordo di un grande monumento scomparso. Un particolare della muratura è dato
nella tav. CXCII, fig. 2.
2 - VIA APPIA. — P a l a z z o d i M a s s e n z i o al M . I I I . Era collegato
col puh'inar del circo per mezzo di un lungo corridoio e si compone di grandi aule
con absidi cassettonate, portici e bagni. L'avanzo fotografato si trova nella moderna
vigna Grandi, fra la via Appia Antica e l'Appia Pignatelli. Le pareti appaiono tirate
su a lunghi piani uniformi, con alternanza regolare di blocchetti di tufo e di tegole
rosse, in una tecnica più accurata di quella del circo, che è forse di qualche anno più
recente {Alinari 28801).
3 - VIA APPIA. — S e p o l c r o r o t o n d o , p r e s s o i l M . V I I . Un fico
selvatico cresciuto sul cocuzzolo e conservatosi fino a qualche anno fa, ha fatto attri-
buire al monumento il nome di «berretta da prete». Il reticolato posto in piano, con
abbondante malta e alternato con rottami di tegole, dimostra un'età assai tarda, cioè
verso la fine della civiltà pagana. La parte superiore appartiene ad una torre medio-
evale.
Tav. CXCV
C A P I T O L O Vili

ARCHI E VOLTE
IN OPERA CEMENTIZIA
TAVOLE CXCVI-CCX
TAV. CXCVI

ARCHI ISOLATI E ARCHI IN SERIE IN POMPEI

1 - A n f i t e a t r o . Da uno stesso piedritto nascono due archi ad altezze diffe-


renti, i quali fanno parte della sostruzione di una delle gradinate esterne di accesso
al meniano superiore. L'abile innesto ha permesso una perfetta saldatura fra i due
elementi che si contraffortano a vicenda.
2 - 3 - T e r m e d e l F o r o . In questo edificio dell'età augustea l'arco trova in
Pompei la sua piena applicazione in serie, tanto all'esterno quanto all'interno. Nella
figura 2 si ha un particolare del lato nord, sulla via delle Terme, dove è riprodotto
il noto partito architettonico di una taberna, o corridoio, al piano terreno, a fianco
di una scala che sale al piano superiore. Ivi si ripete anche l'appoggio asimmetrico
di due archi su di uno stesso piedritto, frequente in Pompei.
4 - P o r t i c o l u n g o la v i a d e i S e p o l c r i . Il lungo portico, con pila-
stri di pietra vesuviana e archi di scaglie di lava, fronteggia una serie di taberne
fornite di retrobotteghe e di scale per il cenacolo superiore.
5 - C a s a d e l l a F o r t u n a . L'elegante portico ad archi girati su colonne è
un rifacimento del vecchio peristilio, caduto durante il terremoto del 62 d. Cr. Viene
qui tradotto in architettura un motivo pittorico del II stile, che troverà poi un più
largo impiego nel tardo impero.
TAV. CXCVII

ARCHI DI PROTEZIONE E DI SCARICO

1 - POMPEI. — I s o l a t o d i P a fi s a (reg. VI, ins. VI, n. 20-21). Arco di sca-


rico presso l'angolo sud-ovest per il sottopassaggio di una condottura, eseguito in
blocchetti di tufo di Nocera, tagliati ad arte. Reticolato di cruma, tufo e calcare.
Età augustea.
2 - POMPEI. — C a s a d e l l a R e g i n a C a r o l i n a . Parete orientale esterna
nella via dei « dodici dei » (reg. Vili, in. Ili, n. 1 ). La zona superiore della lunga
parete è decorata con un motivo di archi rovesci in mattoni e tufi, di cui ci sfugge
lo scopo, a meno che non si vogliano considerare come un capriccio dell'architetto,
che volle dare così una decorazione alla nuda parete; in tal caso dobbiamo ritenere
che questa non fosse intonacata.
3 - ROMA. — T e a t r o d i P o m p e o . Passaggio, oggi chiuso, nel piano ter-
reno, con arco di scarico sovrapposto. Archi simili si trovano nella casa di Livia sul
Palatino, e nicchie, sul tipo di porte, nell'uditorio di Mecenate sull'Esquilino.
4 - CARSULE. — C h i e s e t t a d i S. D a m i a n o . Si è inserita in un edificio
romano della fine del II secolo dell'impero con pareti di opera vittata ed archi di scarico
in laterizio, a protezione di piattebande sottostanti, senza aperture esterne.
TAV. CXCVIII

ARCHI E VOLTE A SCAGLIE RADIALI

1 - PALESTRINA. — T a b e r n e a i p i e d i d e l s a n t u a r i o s u p e r i o r e .
Costituiscono il nucleo più antico del grandioso monumento, che con ampie terrazze,
portici e scalee guadagna la sommità del colle. Le volticelle che ricoprono queste
stanze sono costruite col vecchio sistema di grosse scaglie disposte radialmente, come
i conci degli archi cuneati.
2 - ALBA FUCENSE. — V o l t a d e l c r i p t o p o r t i c o . E' incerto se questo
monumento, che si conserva quasi per intero, sebbene interrato, servisse per uso pub-
blico, o facesse parte di una abitazione signorile privata. Si deve ritenere ad ogni
modo costruito nell'età sillana, con la tecnica abituale dei coloni romani di questo
periodo.
3 - BAIA. — C . d . t e m p i o d i M e r c u r i o . La cupola della più antica sala
rotonda, di una certa ampiezza, che si conosca, leggera e sottile nella sua ossatura,
fonda sul contrasto dei conci radiali la sua robustezza, la quale ha permesso di conser-
vare integra gran parte della volta dopo circa venti secoli.
4 - VERONA. — T e a t r o . Eretto nell'età augustea, segue in parte la vecchia
tecnica e in parte la nuova, che consiste nel costruire le volte con piccoli scapoli, di
grandezza uniforme, disposti a strati orizzontali, in modo che il peso graviti vertical-
mente sui piedritti.
TAV. CXCIX

ESEMPI DI GHIERE IN LATERIZIO

1 - ROMA. — R o s t r i a u g u s t e i n e l F o r o . Si discute tuttora a quale


epoca appartengano gli avanzi di muri ed archi in opera laterizia che si trovano die-
tro il basamento in opera quadrata dei Rostri ed in collegamento con esso. Per il
modo come sono costruiti gli archi e per il materiale adoperato essi sembrano appar-
tenere all'età augustea, quando la piazza subì un totale rinnovamento.
2 - POZZUOLI. — A n f i t e a t r o . Piano terreno. Nascimento di due archi late-
rizi su piedritto di blocchi squadrati di trachite. Lavoro assai accurato, eseguito con
tutto materiale di prima scelta, cementato con malta ricca di grassello e pozzolana a
grana fine (64-79 d- Cr.).
3 - RIMINI. — A n f i t e a t r o . E' costruito quasi interamente in accurata
opera laterizia, in cui si manifesta il desiderio di dare ai giunti dei mattoni una re-
golare alternanza per una maggiore estetica e solidità. Archi girati nell'estradosso con
un leggero risalto marginale. Età flavia.
4 - ROMA. — D o m u s A u r e a . Esempio di un segmento concavo di arco ab-
binato ad una piattabanda per copertura di una nicchia, nel cortile che serviva di
collegamento alle due parti del palazzo neroniano. La chiusura della nicchia è opera
di Traiano per la fondazione delle terme del colle Oppio.
5 - OSTIA. — T e r m e d e l l ' I n v i d i o s o (reg. V, ins. V, n. 2). Esempio
tipico di arco convesso per copertura di una finestra, aperta nell'abside del frigidario
delle terme. Il piccolo stabilimento termale fu sistemato nell'età antoniniana in un insulo
che prende il nome dall'iscrizione in mosaico di una taberna sulla Semita dei Cippi,
Tav. CXCIX
TAV. CC

GHIERE DI PORTE E CALOTTE

1 - OSTIA. — T e r m e d e i S e t t e S a p i e n t i . La grande sala rotonda è al


centro dello stabilimento, al quale faceva da tepidarium. Sopra larghi spazi arcuati
si innalza la volta emisferica, già illuminata da finestre aperte nelle reni: all'imposta
della volta la muratura laterizia cede il posto ad un conglomerato di malta e mate-
riale leggero, allettato a strati orizzontali. Le terme furono adattate nella prima metà
del III secolo in un edificio dell'età di Adriano.
2 - PORTO OSTIENSE. — C . d . t e m p i o d i P o r t u n o . Il tamburo cilin-
drico è alleggerito da grandi aperture e nicchie voltate con doppia ghiera di bipedali :
le calotte delle nicchie sono gettate su di un manto di latercoli bessali. Età di Set-
timio Severo (Cfr. tav. CLXXXIII, fig. 2).
3 - ROMA. — A r c h i c e l i m o n t a n i d e l l ' a c q u a C l a u d i a . Le alte
arcate del manufatto neroniano furono rinforzate sotto Settimio Severo con archi più
piccoli, intradossati e forniti di una doppia ghiera di tegole rosse con una certa per-
centuale di bipedali gialli (Cfr. tav. CLXX, fig. 1).
4 - VIA PRENESTJNA. — V i l l a d e i G o r d i a n i . Una delle più suggestive
rovine di questa grande villa suburbana è la metà di una sala ottagona, di uso ter-
male, ridotta a torre nel medioevo. La caratteristica volta è stata molto studiata per
la sua impostazione su ampi spazi vuoti (finestre e nicchie) e per il materiale leg-
Tav. CC
TAV. CCI

PIATTEBANDE ED ARCHI A SESTO RIBASSATO

1 - ROMA. — M e r c a t i d i T r a i a n o . Questo complesso monumentale, che


è stato rimesso in luce dall'Amministrazione di Roma fra gli anni 1920 e 1930, ha rive-
lato un'urbanistica assai interessante, nota solo in parte dalle fabbriche ostiensi. Il
progetto iniziale si deve probabilmente all'architetto di Domiziano, Rabirio, che per
primo introdusse l'uso di illuminare gli ambienti per mezzo di larghe finestre in
serie, affidando alla perfezione della tecnica muraria la resistenza degli esili piedritti
sotto il peso delle masse superiori e della spinta delle volte interne.
2 - ROMA. — B i b l i o t e c a d e l l e t e r m e d i T r a i a n o . Due ordini di
nicchie rettangolari, servite da pianerottoli lignei, di cui si vedono i vuoti delle men-
sole, contenevano i libri di una sala della biblioteca delle terme : piattebande e archi
di scarico ne formano il cielo, con un ritmo simile alla parete finestrata dei Mercati,
dimostrando un unico indirizzo architettonico.
TAV. CCII

ARCHI DI SCARICO E DI ROBUSTAMENTO

1 - ROMA. — A n f i t e a t r o F l a v i o . Come è noto, il Colosseo fu costruito


inizialmente a guisa di una grande gabbia di pilastri ed archi in opera quadrata di
travertino, la quale fu poi completata nelle strutture principali con pareti di blocchi
squadrati di tufo e in quelle secondarie con pareti di opera cementizia e paramento
di mattoni. I muri radiali delle gradinate e delle scale furono inoltre rinforzati con
archi rampanti di bipedali.
2 - TIVOLI. — V i l l a A d r i a n a . P i c c o l o p a l a z z o . Corti archi di
scarico collegano gli archi maggiori che ricoprono le aperture del singolare edificio,
in cui, allo stesso modo delle piccole terme, l'architetto adrianeo si sbizzarrì in un
frazionamento d'i piani con 'conseguente abile gioco di archi e di volte.
3 - OSTIA. — C a s a i n v i a d e l l a C a l c a r a (reg. X, ins. X, n. 2). Le
grandi piattebande delle taberne del piano terreno e le minori delle finestre sopra-
stanti sono protette da archi di scarico a grande raggio. In un secondo periodo, forse
per qualche lesione dell'edificio, le porte furono notevolmente ristrette e la parete fu
rinforzata con speroni. Costruzione assai regolare, con impiego di bipedali rastre-
mati, dell'età di Traiano. (Gismondi).
Tav. CCII

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TAV. CCIII

ARCHI DI SCARICO E DI ROBUSTAMENTO

1 - ROMA. — V e d u t a e s t e r n a d e l P a n t h e o n . Il sistema di rinfor-


zare la muratura laterizia a grande superficie con archi immorsati, sia che protegges-
sero vuoti sottostanti, sia che servissero soltanto per ripartire su punti determinati il
peso della massa muraria, servendo da anelli di collegamento, fu introdotto dall'archi-
tetto di Domiziano nel grande vestibolo della domus Augustana prospiciente il incus
Tuscus. Fu seguito poi da Traiano e portato alla massima efficienza da Adriano con
il Pantheon, nel quale due ordini di archi, con due e tre ghiere, fasciano il tamburo
cilindrico all'esterno, senza alcuna corrispondenza con vuoti interni. Sulla loro reale
importanza struttiva si veda il testo a pag.663.
2 - OSTIA. — P a r e t e o c c i d e n t a l e e s t e r n a d e l ( ( C a p i t o l i u m » .
Fu eretto nell'età di Adriano in sostituzione di un altro tempo più piccolo, interrom-
pendo lo sbocco del cardine nel Foro. Le alte pareti erano fasciate con lastre di mar-
mi policromi, formanti risalto per mezzo di cinque pilastri, di cui rimangono in alto
i vuoti per l'innesto dei capitelli. Gli archi, che in bipedali di impasto più chiaro
si disegnano sulla parete, avevano soltanto una funzione strutturale.
Tav. CCIII
TAV. CCIV

STRUTTURE DI VOLTE ADRIANEE

1 - TIVOLI. V i l l a A d r i a n a . Volta a crociera delle grandi terme. Squarciata


da gelate e da terremoti, la grande volta che ricopriva Xapodyterium si regge ancora
per la mirabile forza coesiva della pietra con la malta, ambedue avvalendosi delle ot-
time qualità di tufo e di pozzolana della Campagna Romana. I grandi mattoni per
coltello che sporgono di alcuni centimetri dalla gettata cementizia servivano per reg-
gere l'intonaco di rivestimento.
2 - TIVOLI. V i l l a A d r i a n a . Particolare di una volta a botte. Gli anelli, o
costolature, in semilateres, collegati ad intervalli con lateres interi (bipedales e tegulaé)
sono largamente usati nella villa Adriana, specialmente nei corridoi sotterranei e nei
criptoportici; molti frammenti di tegolozza di riporto si trovano frammisti con i
caementa in tufo del conglomerato, mostrando ancora una scarsa preoccupazione di
alleggerire le volte. Il primo esempio di una simile tecnica si trova nel primo ordine
del Colosseo.
3 - ROMA. M a u s o l e o di A d r i a n o . Particolare del corridoio a spi-
rale che conduce alla cella. Vi sono inseriti a distanza alcuni mattoni sesquipedali con
lo stesso scopo descritto di sopra. Nell'intradosso del concreto si osservano le bavature
delle tavole che formavano l'armatura lignea spostabile del sesto ricurvo.
Tav. CCIV
TAV. CCV

PARTICOLARI STRUTTURE DI VOLTE

1 - AGRO ALBANO. — V i l l a d i D o m i z i a n o . Particolare della volta del


grande criptoportico. Sembra che in un primo momento l'architetto concepisse il pro-
getto di illuminare con feritoie anche il lato a monte, oltre quello a valle, per dare
maggior luce al lungo corridoio (circa 300 m.) che sosteneva la seconda terrazza della
villa. Nel corso del lavoro però richiuse le feritoie addossate al colle con mattoni
bipedali posti per coltello, rinforzando così i vuoti lasciati negli spazi fra gli anelli
laterizi che scompartivano l'ampia volta a botte.
2 - POZZUOLI. — A n f i t e a t r o . Il grande edificio, fondato da Nerone e ulti-
mato da Vespasiano, mostra nelle volte la inserzione di tegole per alto per irrobu-
stirne la struttura, con una disposizione che ricorda quella a scaglie radiali che aveva
dominato l'architettura romana nell'età repubblicana.
3 - 4 - VIA LATINA. — V i l l a d i S e t t e B a s s i . Anelli di imbriglia-
mento nelle volte a botte, e costoloni in quelle a crociera, formano una caratteristica
degli edifici di questa grande villa dell'età di Antonino Pio : i due anelli di semilateres
sono legati a date distanze con lateres interi (bipedali).
5 - ROMA. — P o r t i c o s o t t o S. A n a s t a s i a . Gli archi frontali delle
taberne sono gettati su centine di bessali, lasciati aderenti al nucleo cementizio per
dare una maggior presa all'intonaco.
TAV. CCVI

TIPI DI VOLTE PESANTI E LEGGERE

1 - OSTIA. — T e r m e d e i S e t t e S a p i e n t i . Particolare di una volta co-


struita su centina di mattoni sesquipedali, con un manto sovrapposto di mattoni bes-
sali, i quali sono rimasti aderenti al concreto. L'intradosso della volta era poi into-
nacato.
2 - VIA LATINA. — V i l l a d i S e t t e B a s s i . Nella. gettata cementizia
della volta sono rimaste le impronte del graticolato di mattoni bessaìi, che ne for-
mava il mantello sull'armatura lignea. Questi mattoni servivano per tenere mag-
giormente aderente l'intonaco, il quale faceva più presa sul cotto che non sul con-
creto.
3 - VIA APPIA. — C i r c o d i M a s s e n z i o . Nelle reni della volta del cor-
ridoio che sosteneva l'unico meniano della cavea sono inserite panciute olle vuote, se-
condo il sistema che cominciò ad essere usato nell'edilizia romana verso la metà del
II secolo d. Cr. (villa delle Vignacce, terme di Pisa), per alleggerire la massa mu-
raria, e proseguì poi fino al Medioevo.
4 - VIA LABICANA. — M a u s o l e o d i S . E l e n a . Le anfore murate in
gran numero nella volta del sepolcro della madre di Costantino, per alleggerire il con-
glomerato cementizio, hanno fatto dare al monumento il nome di « Tor Pignattara ».
Si osservino le grandi finestre che illuminano la stanza superiore, con un ardimento
statico tentato per la prima volta dagli architetti adrianei (C. d. tempio di Venere a
Baia).
TAV. CCVII

ESEMPI DI VOLTE DECORATE CON STUCCHI

1 - BAIA. — S t a n z a c o n v o l t a a p a d i g l i o n e . Il recente scavo della


pendice del colle che chiude in ampio semicerchio il golfo di Baia ha posto in luce un
meraviglioso complesso urbanistico, composto di ampie terrazze, collegate con scale e
passaggi sotterranei. Si osservano principalmente un lungo portico a due bracci paral-
leli con pilastri intermedi, sul tipo di quello di Sirmione, e varie stanze termali e
taberne, di cui una con volta a padiglione, ornata con stucchi simili a quelli della
Farnesina; dietro di essa si trova un'altra stanza simile, con stucchi di stile più re-
cente. Ambedue le stanze ebbero più tardi le pareti rifoderate con muri di opera
mista.
2 - TIVOLI. — V i l l a A d r i a n a . Particolare della volta del tepidario delle
grandi terme. L'ampia volta a crociera poggia su grossi dadi di travertino, inseriti negli
angoli del quadrato, senza alcun sostegno al di sotto, come troveremo invece nei tepi-
dari delle terme di Caracalla e di Diocleziano e nella basilica di Massenzio, dove i
piedi della crociera poggiavano su alte colonne. Delicati stucchi a riquadri rivestono
le falde della crociera adrianea.
Tav. ccvn
TAV. CCVIII

I GRANDI NINFEI BAIANI

1 - BAIA. — G r a n d e n i n f e o , detto tempio di Diana. Sulla pianta, circo-


lare all'interno (diametro di m. 29,50) e ottagonale all'esterno, si innalza la cupola
a sesto notevolmente rialzato, di cui rimane oggi solo una metà. Otto nicchie absidate,
sormontate da finestre, si aprivano nel cilindro di base, in corrispondenza di ciascun
lato esterno. La volta è un esempio tipico di calotta leggera, quasi un grande velario,
con piccoli scapoli allettati a mano, a strati orizzontali. La sua costruzione va attri-
buita probabilmente alla seconda metà del II secolo d. Cr., mostrando una tecnica
posteriore a quella del tempio di Venere, dell'età adrianea. Faceva parte di un edi-
ficio più vasto che captava le acque termali sgorganti dal fianco della collina.
2 - BAIA. — N i n f e o o t t a g o n a l e , detto tempio di Venere, o il Truglio.
Aveva anch'esso la pianta ottagonale all'esterno e circolare all'interno, del diametro
di m. 26,30. Quattro grandi nicchie alleggeriscono la rotonda e otto finestre ad arco
ribassato la illuminano. La volta, quasi interamente crollata, era costruita con mate-
riale leggero (tufo giallo e pomice) a strati orizzontali uniformi; dal tamburo cilin-
drico si ripartiscono gradualmente i sedici spicchi che formavano la volta, alternativa-
mente sferici e veloidici; si tratta di una volta del tipo detto «ad ombrello» o «a
conchiglia » simile al Serapeo della villa Adriana e al ninfeo degli orti Sallustiani,
con i quali il ninfeo baiano si deve ritenere contemporaneo.
Tav. CCVIII
TAV. CCIX

VOLTE DECORATE CON CASSETTONI

1 - PALESTRINA. — S a n t u a r i o S u p e r i o r e . Volta di uno degli emicicli


porticati. E' il primo esempio, e di gran lunga il più antico, di cassettoni ad ag-
getto, penetranti nel vivo del concreto. Il motivo architettonico-decorativo vi è porta-
to alla massima perfezione, girando radialmente con visione prospettica l'anello della
volta. Il trapezio di fondo era ricoperto con lastre, forse metalliche.
2 - ROMA. — P a n t h e o n . Particolare della cupola. La consacrazione del ce-
lebre tempio alla Vergine e a tutti i Martiri, avvenuta nel 609 per opera del papa
Bonifacio IV, ha salvato dalla rovina uno dei monumenti più insigni e più singo-
lari dell'architettura romana. La sua cupola, del diametro di m. 43,20, si eleva per
altrettanta altezza, terminando in quell'occhio centrale, che sembra destinato a dare
un più diretto contatto dell'uomo con Dio, mentre meridiani e paralleli ne disegnano
il cielo, in un intreccio di una tale armonia che sembra quasi evadere dalla materia
di cui è formato.
3 - ROMA. — T e m p i o d i V e n e r e e R o m a . Il duplice tempio adria-
neo fu quasi interamente ricostruito da Massenzio, con un lusso forse ancora maggiore
dell'originale. Le volte delle due aule, con le relative absidi, presentano, tuttora in
parte, una ricca decorazione a quadrati, nelle prime, e a losanghe, nelle seconde, che
aumentano il fasto del grandioso edificio.
4 - ROMA. — B a s i l i c a d i M a s s e n z i o . L'ampiezza, mai raggiunta sino
allora, della grande volta centrale, oggi interamente caduta, e di quelle delle cappelle
laterali, spinsero l'architetto di Massenzio a decorarle con cassettoni, con il doppio
scopo di alleggerirne la struttura e di dare all'ampia parete ricurva un risalto di
chiaro-scuro.
B
Tav. CCIX
TAV. CCX

LE GRANDI VOLTE DEL MONDO ANTICO

1 - ROMA. — T e r m e d i C a r a c a l l a . Il tepidario.
2 - ROMA. — Basilica di Massenzio e Costantino.
Chiudono il capitolo sulle volte cementizie, e pongono fine al presente volume di
tavole, due tra i più grandiosi monumenti del mondo antico, i quali, insieme con il
Pantheon e con le terme di Diocleziano, mostrano a quale complessità di forme e
perfezione di tecnica fosse giunta l'architettura romana nell'età più fastosa dell'impero.
Enormi volte e cupole sembrano quasi sfiorare le vuote arcate che le sorreggono, dive-
nute un unico masso, che solo la lunga e assidua opera demolitrice delle piogge, del
sole, del gelo, dei terremoti, ha potuto sconvolgere.
Con difficoltà la nostra mente riesce a ricostruire da quei miseri tronconi, protesi
verso il cielo, le immense volte a crociera che ricoprivano quasi a perdita d'occhio le
aule centrali delle terme e delle basiliche.
Tolte dalla rapacità dell'uomo le colonne che sostenevano i piedritti, spoglie le
pareti dei marmi policromi che le rivestivano, martellata la cortina laterizia per rubarne
un po' di tegolozza, quelle muraglie sono ancora là a narrarci la grandezza di un
impero che governò il mondo per quasi un millennio, la potenza della sua civiltà,
l'esperta intelligenza dei suoi artefici.
Tav. CCX
INDICI
SPIEGAZIONE DELLE SIGLE

A.o.c. Archi in opera cementizia O.q. Opera quadrata di soli blocchi


A.o.l. » » » laterizia O.q.m. » » mista con opera cementizia
A.o.p. » » » poligonale O.r. » reticolata semplice
A.o.q. » » » quadrata O.r.m. » » mista con laterizio
O.c. Opera cementizia O.v. » vittata semplice
O.i. » incerta semplice O.v.m. " » » mista con laterizio
O.i.m. » » mista V.o.c. Volte in opera cementizia
0.1. » laterizia V.o.q. » » » quadrata
O.p. » poligonale
O.p.m. » » mista con opera cementizia

AGRIGENTO AMELIA
Tempio di Zeus Olimpio O.q. XXXII, 1-2 Mura, lato occidentale O.p. VII, 2
— Sperone O.p. XIII, 2
ALATRI
Mura dell'acropoli O.p. VII, 2 S. ANGELO ROMANO
— della città O.p. XXI, 3
Nicchie nelle mura O.p. XIX, 4 Villa in loc. Vallemara O.i. CXXIV, 2
Porta maggiore dell'acropoli O.p. XIX, 1
ANGUILLARA SABAZIA
— minore dell'acropoli O.p. XIX, 2
Esedra termale O.r.m. CLVIII, 3
ALBA FUCENSF.
Muracci di S. Stefano O.l. CLXXX, 1
Basilica O.i. CX, 1-2
Mura della colonia O.p. XIII, 5 ANZIO
— sillane O.c. XCVI, 1 Villa neroniana O.r. CXXXI, 1
Pozzi rituali O.q. XXXI, 3
Terrazzamento in loc. Il Borgo O.p.m. LXXXVII, 4 AOSTA
AGRO ALBANO Arco di Augusto A.o.q. LXXIII, 1
Criptoportico repubblicano O.r. CXLIV, 2 Mura O.c. XLVIII, 4
Terme Antoniniane O.l. CLXXX, 2 Porta Pretoria - A.o.q. LXXI, 1
Villa di Domiziano - Cripto- Teatro : archi esterni A.o.q. LXXI, 2
portico ' 0.1. CLXVIII, 4 — scena A.o.q. LXXVI, 1
— volta con cassettoni V.o.c. CCV, 1 Val di Gogne: il Pondel O.v. CLXXXVII, 2
— sostruzione con ninfei O.r. CXLV, 1
ARDEA
Villa di Pompeo : colonna O.l. CLXXIII, 4
— muraglione O.r. CXLIII, 2 Muro sull'acropoli O.i. CXXVI, 4
-— restauro imperiale O.r.m. CL, 1 Tempio sull'acropoli O.q. XXXVII, 4

3
AREZZO CAPRI
Anfiteatro O.r.m. CL, 4 Villa Iovis O.i.m. CXXX, 1-4
ARLES CAPUA
Anfiteatro - Arcate A.o.q. LXXXIV, 1-2 Rilievo con ruota trattoria O.p. XXX, 6
Les Alyscamps - Rilievo O.q. XXX, 5
CARCIANO (S. Gregorio)
Museo - Rilievo O.q. XXX, 4
Sostruzione di strada O.p. IV, 3
ARPINO
CARSULE
Mura: lato nord-ovest O.p. V, 1
Porta dell'Arco A.o.p. XVIII, 4 Chiesa di S. Damiano A.o.c. CXCVII, 4
Porta delle mura A.o.q. LXXIV, 1
ARTENA Teatro O.r. CXXXVII, 3
La civita: terrazzamento O.p. IV, 4
CASSINO
ARVIER Anfiteatro O.i. CXXVII, 3
Sostruzione della via O.v. CLXXXVII, 1 Sepolcro di Quadratilla V.o.q. LXVIII, 4
Teatro : sostruzione O.r. CXXXVII, 4
ASCOLI PICENO
— particolare O.r.m. CLIII, 2
Porta Gemina A.o.q. LXX, 3
CASTEL PORZIANO
Assisi Villa O.r. CXLI, 3
Teatro O.v. CXCI, 3
CASTEL DI SANGRO
AUTUN Pagus sannitico O.p. XXIV, 2
Porta Saint-André A.o.q. LXXV, 2
CASTELSARDO

BACOLI
Nuraghe O.p. I, 3
Piscina Mirabilis O.r.m. CLIV, 1 CASTRA ALBANA

BAGNI DELLA PORRETTA


Anfiteatro : portale O.l. CLXXIII, 5
Cisternoni O.r. CLX, 2
Sostruzione della ferrovia O.p. I, 4 Mura di cinta O.q. L, 4
BAIA » porta princ. sinistra A.o.q. LXXI, 4
Ninfeo, detto " la Rotonda " O.r.m. CLIV, 3
Stanza a padiglione V.o.c. CCVII, 1
Tempio di Diana V.o.c. CCVIII, 1 CAULONIA
— di Mercurio V.o.c. CXCVIII, 3 Parete di casa O.c. LXXXVIII, 2
— di Venere - Esterno O.r.m. CLVII, 2
— — Volta V.o.c. CCVIII, 2 CEFALO

BENEVENTO Area sacra O.p.


O.q. XXIV, 4
Villa a Santi Quaranta O.i.m. CLIX, 1
CERVETERI
BETTONA
Cava di pietra O.q. XXVII, 4
Camera sepolcrale V.o.q. LXVII, 4
CESI
BEVAGNA
Basamento di villa O.p. XXI, 4
Mura urbane O.v. CLXXXIX, 1
CHIETI
BOLSENA
Mura in loc. Giardino O.q. LVIII, 2 Tempio del Foro O.r. CXLVII, 2

BOVILLE CHIUSI

Carceres del circo A.o.q. LXXII, 2 Tomba del Granduca V.o.q. LXVIII, 5

BRESCIA CIRCEI

Capitolium O.i.m. CLIX, 3 Acropoli: lato nord-ovest O.p. XIII, 3


— lato nord-est O.p. II, 1-2
— sperone O.p. XIV, 5
CAMPAGNA ROMANA
Città bassa O.p. IV, 1
Speco dell'Amene Vecchio O.r. CXLI, 1 Villa di Domiziano O.r.m. CL, 2
— della Marcia a Ponte Lupo O.l. CLXXI, 4 — ai Quattro Venti O.i. CXXII, 4
— — arco A.o.q. LXIII, 4 — — particolare O.i. CXXIV, 1

4
CIRENE FANO
Basamento con bugne O.q. LIV, i Arco di Augusto A.o.q. LXIX, 2
Mura O.v. CLXXXVIII, 1
CORI
Pseudo-arco A.o.p. XII, i FERENTINO
Fogna nel II recinto O.p. XX, i Acropoli: veduta O.p. XI, 5
Muro della I maniera O.p. Ili, i — bastione O.q.m. XLVIII, 3
— della III maniera O.p. Ili, 2 Mura presso porta Sanguinaria O.p. VI, 1
— — particolare O.i. CXXVI, 3 — particolare O.p. XIV, 2
— sostruttivo O.i. CXXVII, 1 Porta S. Maria A.o.q. LXX, 2
Restauri alle mura O.v. CLXXXVI, 4 Posterula A.o.q. LXVI, 4
Tempio tetrastilo O.p. LIX, 4
Terrazza mediana O.p. X, 3 FlESOLE
Torre O.i. CXX, 4 Mura etrusche O.p. XI, 1
— romane , O.q. XXXV, 4
CORTONA
Terme O.v. CXCI, 1
Mura: lato occidentale O.q. XXXV, 3
— particolare O.p. XI, 4 FIRENZE
— particolare O.q. XXIX, 1 Museo - Urna A.o.q. LXIV, 3
Tanella di Pitagora O.q. LXVII, 2
FONDI
COSA
Pseudo-arco A.o.p. XII, 3
Basilica O.i. CX, 3-4
Mura poligonali O.p. VI, 3
Capitolium O.c. XCIV, 4
— sillane O.i. CXXI, 1
Edificio presso il Foro O.c. XCIV, 3
Mura : lato ovest O.p. VI, 2 FORMIA
— particolare O.p. XI, 3
Porta nord-est A.o.p. XIX, 6 Basamento in loc. Le Murelle O.p. Vili, 4
Tempio D O.p. XV, 2 Mura O.i. CXXI, 2-3
Torre nel lato ovest O.p. XIV, 4
— particolari O.p. II, 3-4
GABI
CUMA
Arnesi scolpiti nella roccia O.q. XXVI, 1, 3 Tempio di Giunone O.q. LX, 1
Edificio sull'acropoli O.r.m. CLVII, 1 GELA
Mura O.q. XLIV, 2
Mura in loc. Capo Soprano O.q. XXXIV, 2
Cuzco (Perù) — interno O.q. LVII, 1
Muro precolombiano O.p. I, 1 — parte superiore O.I. CLXIV, 1
GNAZIA

DELO Mura: veduta O.q. XLVI, 3


Casa O.c. LXXXVII, 3 — sezione O.q. XLVI, 4
GROTTE DI TORRI (Sabina)
EFESO Basamento di villa , O.p. IX, 1-2
— partic. con sculture O.p. XXI, 1-2
Acquedotto A.o.q. LXXV, 3
G R O T T AFERRATA
ERCOLANO
Criptoportico - veduta O.r. CXXXVI, 3
Casa dei Cervi O.r. CXXXVIII, 3
— particolare O.r. CXLIV, 1
Grande palestra O.r. CXXXVIII, 2
Terme dell'insula IV O.r. CXXXIX, 4 GRUMENTO

ERICE Mura O.r. CXXXVI, 1


Posterula con pseudo-arco A.o.q. LXI, 3 GUBBIO
Torre delle mura O.c. LXXXVII, 1 Teatro: tramezzi O.r. CXXXVI, 2
— « O.v. CXCI, 4
FALERII NOVI
Mura : veduta O.q. XLIII, 1-3
— sezione O.q. XLVI, 2 HELVIA RICINA
Porta Giove A.o.q. LXIV, 2 Teatro O.I. CLXXII, 3

5
LAGO ALBANO NORBA

Argine di villa O.p. XVII, 3 Mura : veduta O.p. VII, 1


— particolare O.p. XI, 2
LANUVIO
— spigolo O.p. XIII, 4
Tempio di Èrcole O.q. XXXVIII, 2 Porta maggiore O.p. XIV, 3
— sull'acropoli O.q. XLIV, 1 Posterula O.p. XIX, 5
Tempio di Giunone O.p. XV, 1
LAURENTO
Torrione O.p. XIV, 1
Villa : particolare O.i. CXXII, 3
LECCE ORBETELLO
Anfiteatro O.r. CXXXVIII, 4 Argine lungo il mare O.p. XXII, 3
LICENZA
ORVIETO
Villa di Orazio O.r. CXLVII, 1 Facciate di tombe O.q. XXXV, 1

MARCELLINA OSTIA

Basam. a Colle Cignano O.p. XX, 3 Capitolium - Veduta esterna A.o.l. CCIII, 2
— particolare O.I. CLXIV, 3
S. MARIA CAPUA VETERE Casa in via dei Balconi O.r. CXXXI, 4
Anfiteatro 0.1. CLXIII, 1-2 — di Giove Fulminatore O.i. CXII, 2
— presso gli horrea dei mensores O.v.m. CXCIII, 3
MARINO
— dei misuratori di grano O.I. CLXXV, 2
Cave di peperino O.q. XXVIII, 2 — di età repubblicana O.r. CXXXIX, 1
— nella regione III, ins. I O.I. CLXIV, 4
MARZABOTTO
— in via della Calcara A.o.l. CCII, 3
Altare etrusco O.c. LXXXIX, 2 — in via delle Casette Tipo O.i.m. CLIX, 4
Case O.c. LXXXIX, 3 — dei Triclini O.r.m. CLII, 2
Tempio grande O.c. LXXXIX, 1 Caserma dei Vigili O.I. CLXIV, 2
Castro primitivo O.q. XXXVIII, r
MINTURNO
Foro : blocco sporadico O.q. XXIX, 4
Muro ad est del Foro O.r. CXXXII, 2 Horrea repubblicani O.r. CXXXV, 2
Teatro O.r. CXXXVIII, I — restauri imperiali O.r.m. CLI, 1
MONTE S. ANGELO Grandi horrea O.I. CLXI, 4
Horrea Epagathiana O.I. CLXXV, 3
Strada di Sassula O.p. XVI, 1
— di Ortensio O.r. CXXXIX, 2
MONTE CARBOLINO — in via degli Aurighi O.r.m. CLI, 2
Terrazzamento O.p. IV, 2 — nella semita dei Cippi O.r.m. CLI, 4
Piccolo mercato O.r.m. CLI, 3
MONTE CASSINO Sepolcro di Cartilio Publicola O.c. LVII, 4
Fortificazione O.p. XXIII, 3 — presso porta Romana O.r.m. CL, 3
— recinto sepolcrale . O.I. CLXXVI, 1
MOTE MASSICO Teatro : muro augusteo O.r. CXXXV, 3
Sbarramento difensivo O.p. XXIV, 1 — muro commodiano O.I. CLXX, 4
Tempio di Èrcole: basamento O.q. LIX, 3
MOZIA
— — particolare O.c. XXXIX, 5
Mura primitive O.c. LXXXVIII, 1 — di Roma e Augusto O.r. CXXXV, 4
— ortostati O.c. XC, 1 Quattro tempietti - parete O.r. CXXXV, 1
Posterula ad ogiva O.p. XVIII, 5 — podio O.i. CXII, 1
Terme del Foro : murature
NAPOLI diverse 0.1. CLXI, 3
Mura greche O.q. LVII, 2 — — ricorsi di bipedali O.I. CLXV, 4
Sostruzioni in loc. Monterone O.q. LIX, 2 — dell'Invidioso A.o.l. CXCIX, 5
— dei Sette Sapienti: volta V.o.l. CC, 1
NÌMES — — tepidario V.o.l. CCVI, 1
Anfiteatro: arcate esterne O.q. LXXXIV, 3
— bozze O.q. LIV, 5
— corridoio del I ordine A.o.q. LXXXV, 1 PADOVA
Ninfeo: veduta O.q. LXXXV, 2 Anfiteatro O.v. CXC, 1
— particolare della volta V.o.q. LXXXV, 3-4
Pont du Gard A.o.q. LXXVIII, 1 PALOMBARA
Porta di Arles A.o.q. LXXV, 1 Sostruzione sul Monte Tiutillo O.p. XVII, 1

6
PERGAMO Basilica : muratura O.i. CXI, 2
Mura di Eumene O.q. XXXIV, i — colonna O.I. CLXXIII, 1
— tribunale O.i. CXI, 2
PERUGIA Casa di P. Antistio Massimo O.c. XCIV, 1-2
Arco di Augusto A.o.q. LXV, i — della Calce O.r. CXLIX, 2
Ipogeo di S. Marino V.o.q. LXVII, 3 — del Centauro O.c. LXXXVIII, 4
Mura, lato occidentale O.q. XLV, 1 — di Cn. Cetronio Eutichio O.r. CXLVIII, 1
Porta Marzia A.o.q. LXV, 2 — della Fortuna : parete O.r. CXLIX, 1
— — arco A.o.c. CXCVI, 5
PESTO (Poseidonia) — ad ovest del Granaio O.c. XCI, 3
Mura: sezione O.q. LVIII, 1 — del Ludo Gladiatorio O.r.m. CLVIII, 2
— partic. del lato sud O.q. XLV, 2 — di Pansa, decoraz. I stile O.q. LVI, 1
— — del lato ovest O.q. LVIII, 3 — - taberna O.r. CXLVIII, 2
Porta della Sirena A.o.q. LXX, 1 — — arco di scarico A.o.c. CXCVII, 1
Posterula nel lato est A.o.q. LXI, 5 — della Regina Carolina A.o.c. CXCVII, 2
— del Vasaio , O.c. XC, 3
PIETRABBONDANTE (Bovianum Vetus) — nella via Consolare O.c. XCI, 4
Mura: particolare O.p. XXIII, 4 — —• parete in retic. O.r. CXLIX, 3
— in via della Fullonica O.v. CLXXXV, 2
PIRGI — nel vicolo di Narciso O.c. XCI, 1
— in via delle Scuole O.c. XC, 2
Mura: lato nord O.p. X, 2 — nel vicolo dei Vettii O.c. XCIII, 2
— particolare O.p. XXII, 3 — nella reg. V, ins. 3 O.v. CLXXXV, 1
— nella reg. VI, ins. 3 O.c. LXXXVIII, 3
PALESTÌUNA
— nella reg. VII, ins. 9 O.i.m. CXXIX, 3
Acropoli : mura, lato est O.p. X, 1 Edificio di Eumachia O.v. CLXXXV, 3
— — lato nord O.p. V, 3 Foro Triangolare O.i.m. CXXIX, 1
Antro delle Sorti O.i. CXVI, 2 Macello " O.r. CXXXII, 3
Area Sacra O.i. CXII, 1 Mura in op. quadrata O.q. XXXIV, 4
Aula absidata, esterno O.i. CXIV, 1 — in op. incerta O.i. CXII, 3
— interno O.i. CXIV, 2-3 — aggere O.q. LVIII, 5-6
Posterula ogivale A.o.p. XVIII, 3 — segni incisi presso l'an-
Taberne: parete O.i. CXVI, 3 fiteatro O.q. XLIX, 4
— arco A.o.c. CXCVIII, 1 — — presso porta Vesuvio O.q. XLIX, 2-^
— concreto O.c. XCV, 2 — solchi del piccone O.q. XXVI, 2
Terrazzamento ad archi A.o.q. LXIX, 1 Osteria di Seius O.r. CXLIX, 4
— città inferiore O.q.m. XLVIII, 2 Portico lungo la via dei Sepolcri A.o.c. CXCVI, 4
— — partic. opus incertum O.i. CXVI, 1 Porticus Tulliana O.I. CLXXIII, 2-3
— presso porta S. Martino O.i. CXIII, 2 Teatro piccolo (Odeon) O.r. CLIII, 1
— in via del Borgo O.p. VI, 4
Terrazza degli emicicli O.i. CXV, 2 — particolare O.r.m. CXXXVIII, 1
— emiciclo orientale O.i. CXVI, 4 Tempio di Apollo: podio O.i. CXI, 1
— cassettonato V.o.c. CCIX, 1 — — recinto meridionale O.c. XCII, 1
— dei fornici inquadrati O.i. CXV, 1 — — — orientale O.c. XCI, 2
— della Fortuna O.c. XCIII, 1
POGGIO MIRTETO — di Venere O.r.m. CLIII, 3
Muro presso S. Valentino O.p. Vili, 1 — di Vespasiano O.I. CLXXII, 2
Terme Centrali O.i.m. CXXIX, 2
POLA — del Foro: colonne O.r.m. CLVIII, 1
Anfiteatro: esterno A.o.q. LXXXIII, 1 — — taberne esterne A.o.c. CXCVI, 2-3
— tramezzo O.v. CLXXXIX, 3 Torre sillana O.c. XCII, 3
Arco dei Sergi A.o.q. LXXIII, 4
POPULONIA
Edificio nel Foro O.q. XXXI, 5
Mura O.p. XXII, 1
POMPEI
Anfiteatro: parete originale O.i. CXI, 3 PORTO OSTIENSE
— podio O.c. XCII, Portico di Claudio : veduta O.q. LII, 2
— — arco A.o.q. LXIII, 3 — — tecnica costruttiva O.q. XXXIII, 6
— restauri in opus incertum O.i.m. CXXIX, 4 Molo di Traiano O.r.m. CLV, 1-2
— — in opus vittatum O.v. CLXXXV, 4 Sepolcro dell'Isola Sacra O.I. CLXXVI, 3
— volta A.o.c. CXCVI, 1 Tempio di Portuno (Sepolcro) A.o.l. CC, 2

7
POZZUOLI Domus Publica nel Foro O.l. CLXVI, 2
Edificio sul Viminale O.i. CIX, 1
Anfiteatro: arcata esterna A.o.l. CXCIX, 2
Excubitorio dei Vigili A.o.l. CLXXV, 1
— muratura mista O.r.m. CLII, 1
Foro di Augusto : archi A.o.q. LXXI, 3
— particolare O.r.m. CLIII, 5
— bugnato O.q. LI, 4
— muratura laterizia O.l. CLXXXII, 1
— spranghe e perni O.q. XXXIII, 1
— sottoscala V.o.c. CCV, 2
Foro di Cesare: recinto A.o.q. LXXXVI, 2
PRATICA DI MARE — — g ra PP e O.q. XXXII, 3
— di Nerva: cloaca V.o.q. LXII, 1
Rilievo fittile O.q. XXX, 2 — Romano: arco pressoi Rostri A.o.q. LXII, 3
REGGIO CALABRIA
— — colonna onoraria O.c. CI, 2
— — cunicolo sotto il Cam-
Mura O.q. LVIII, 4 pidoglio V.o.q. LXII, 5
RlMINI
— — fondazioni neroniane O.c. CI, 3
Anfiteatro A.o.l. CXCIX, 3 — — iscriz. di L. Cesare O.q. XXXI, 4
Arco di Augusto A.o.q. LXV, 3 — — lupanare presso il tem-
pio di Antonino O.l. CLXVI, 1
Ponte di Augusto A.o.q. LXXXII, 3
— — — presso l'arco di Tito O.r. CXXXIII, 1
ROMA — — Rostri augustei: arco A.o.l. CXCIX, 1
— — — emiciclo O.c. XCIX, 2
Acquedotto Alessandrino O.l. CLXXIX, 1 _ _ _ _ _ m u r i interni O.l. CLXVII, 1
— Aniene Vecchio V.o.q. LXI, 6
— — Taberne alle pendici
— Antoniniano A.o.q. LXXIV, 3
della Velia O.l. CLXVII, 2
— Claudio : archi presso RomaA.o.q. LXXX, 1
Horrea Galbana O.r. CXLI, 2
— — archi Celimontani O.l. CLXX, 1 Ipogeo degli Aureli O.l. CLXXV, 4
— — armille A.o.l. CC, 3 Mausoleo di Adriano: parete O.l. CLIX, 4
— — restauri severiani O.l. CLXXIX, 2 — volta V.o.c. CCIV, 3
— Marcio : bugnato O.q. LI, 1 — di Augusto O.r. CXXXIV, 2
Anfiteatro Castrense O.l. CLXXVIII, 2 Mercato di Traiano : muratura O.l. CLXVIII, 3
— Flavio : arcate esterne A.o.q. LXXX, 2-3 — — avancorpo A.o.l. CCI, 1
— — arcate interne A.o.q. LXXXVI, 4 3 emiciclo O.l. CLXXVIII, 1
— — archi di scarico A.o.c. CCII, 1 Mura di Aureliano O.l. CLXXVIII, 3
_ - podio O.l. CLXVIII, 1 — — restauro di Massenzio O.v.m. CXCIV, 2
Angiporto in via della Conso- — Serviane: aggere, interno O.q. XXXVI, 3
lazione A.o.q. LXII, 6 — — — esterno O.q. XLI, 1
Arco di Druso nel Foro di -- — Arce Capitolina O.q. XXXVI, 2
Augusto O.q. XXXii, 4 — — Aventino O.q. XL, 2; XLI, 2
Arco di Gi?no nel Foro Boario A.o.q. LXXIX, 3 — — — sezione O.q. XLII, 3
Basilica Argentaria O.q. LI, 2 — — — arco A.o.q. LXVI, 2
— Emilia O.q. XXXIX, 4 — — Campidoglio O.q. XLVI, 1
— di Massenzio: veduta V.o.c. CCX, 2 — — Quirinale O.q. XLII, 1-2
— — muratura O.l. CLXIII, 3 — — — arco A.o.q. LXVI, 1
— — volta cassettonata V.o.c. CCIX, 4 — — Stazione O.q. XLI, 4
Carcere Tulliano O.q. XXXIX, 1 — — S. Susanna O.q. XLII, 4
— volta V.o.q. LXVIII, 3 — — Viminale O.q. XL, 1
Casa di Antonio O.r. CXL, 2 — — Via Carducci O.q. XLI, 3
— delle Vestali: fondazione O.c. CI, 4 — — code di rondine O.q. XXXII, 5
— — parete O.l. CLXXI, 1 — — segni incisi O.q. XLIX, 1
Castra Praetoria O.l. CLXVII, 3 Muro in via della Consolazione O.i. CVIII, 3
Circo Flaminio O.r. CXXXIV, 4 — sull'Esquilino O.q. LI, 3
Cimitero di Pretestato : edicola O.q. XXV, 1 — Torto, sotto il Pincio O.r. CXXXIII, 4
Clivo Capitolino O.i. CVIII, 4 — — spigolo O.r. CXXXIX, 3
— della Vittoria O.l. CLXV, 2 Museo Capitolino : cippo degli
Cloaca Massima : nel Foro Boario V.o.q. LXII, 2
Aebutii " O.q. XXV, 3
— sotto il Foro di Augusto V.o.q. LXVII, 1
di Cossuzio O.q. XXV, 4
— sbocco nel Tevere A.o.q. LXII, 4
Curia dioclezianea O.l. CLXXI, 2 — — colonnetta funeraria O.q. XXV, 5
Domus Augustana O.l. CLXII, 1-2 — — rilievo con strumenti O.q. XXV, 2
— Aurea : archi A.o.l. CXCIX, 4 — Naz. Romano : rilievo da
— — fondazioni sul Palatino O.c. CHI, 2 Terracina O.q. XXX, 3
— — parete mista O.l. CLXI, 1 Palatino - Basam. presso il tem-
— — parete neroniana O.l. CLXVII, 4 pio di Apollo O.c. CI, 1
— — tramezzi domizianei O.r.m. CLII, 3 — Casa dei Grifi O.r. CXXXIII, 2

8
ROMA — di Saturno O.q. XXXIX, 2
Palatino — di Livia O.c. C, i; CXXXIII, 3 — di Veiove O.q. LV, 2
— Domus Aurea O.c. CHI, 2 — di Venere e Roma : podio O.c. C, 2
— Mura primitive O.q. XXXVII, 2 — — abside V.o.c. CCIX, 3
— — Serviane O.q. LIX, 1 — di Vesta O.c. XCIX, 1
— Palazzo dei Flavi: muro — A dell'Argentina O.q. LV, 1
domizianeo O.l. CLXV, 1 — rotondo del Foro Boario O.q. LVI, 3
— — muro adrianeo O.l. CLXVTII, 2 Terme di Caracalla: tepidario V.o.c. CCX, 1
— Piattaforma presso la Casa — — muratura O.l. CLXV, 3
di Livia O.c. CIV, 1 — di Diocleziano O.l. CLXXI, 3
— Portico augusteo O.c. CIV, 2 —• di Traiano : muratura O.l. CLIX, 1
— Sostruzioni sul Cermalo O.q. XXXVII, 3
— — nel versante orientale O.c. CIV, 3 — — nicchie della biblioteca A.o.l. CCI, 2
— — Severiane O.1-. CLXX, 3 Uditorio di Mecenate O.r. CXL, 1
— Stadio O.l. CLXI, 2 Velia : taberne neroniane O.c. CHI, 1
Pantheon : muratura O.l. CLIX, 3 ROSELLE
— veduta esterna con archi A.o.l. CCIII, 1
— volta cassettonata V.o.c. CCIX, 2 Mura O.p. XXII, 4
Ponte Milvio A.o.q. LXIX, 3
Porta Appia (S. Sebastiano) O.q. LUI, 2
— Asinaria O.l. CLXXXI, 2 SASSOLA
— Latina A.o.q. LXXIV, 4
— Maggiore (Prenestina) O.q. LXXVII, 1 Mura O.p. XXIII, 1
— — particolare O.q. XXXIII, 5 SEGESTA
— Pinciana O.q. LIV, 4
Portico sotto S. Anastasia A.o.l. CCV, 5 Teatro: porta A.o.q. LXI, 1
— di Ottavia O.l. CLXX, 2 — sostruzione O.c. LXXXVII, 2
Porticus Aemilia O.i. CVII, 1-3 Tempio : bozze O.q. LUI, 1
— — particolare O.i. CVIII, 1
— Metelli O.i. CVIII, 2 SEGNI
Ripa Marmorata O.r.m. CLV, 1 Archi falsi nelle mura O.p. XII, 2, 5
Saepta Iulia O.l. CLIX, 2
S. Costanza, recinto circiforme O.v.m. CXCIV, 4 Capitolium n XV, 3
Sepolcro di Aulo Irzio O.l. CLXVI, 3 Mura dell'acropoli O.p. V, 4
— dei Cetenni O.l. CLXXVI, 4 — della città bassa O.q. XXXVIII, 3
— degii Haterii O.q. XXX, 1 — restauro sillano O.v. CLXXXVI, 3
Tabularium : veduta A.o.q. LXXX, 1 Porta Saracinesca O.p. XVIII, 1
— scala interna A.o.q. LXXXVI, 1
— dello Steccato O.p. XIX, 3
Teatro di Marcello A.o.q. LXXIX, 2
— di Pompeo : muratura O.r. CXXXIV, 1 Torre presso porta Romana O.c. XCVI, 2
— — porta A.o.c. CXCVII, 3 — presso posterula O.p. XIV, 6
Tempio di Antonino e Fausti- Tratto di roccia con incassi O.p. XXIX, 3
na: perni O.q. XXXIII, 2
SEGOVIA
— — segni incisi O.q. XLIX, 5
— di Apollo Palatino: podio O.c. XCIX, 3-4 Acquedotto A.o.q. LXXVIII, 3
— — sostruzioni O.r. CXXXIV, 3
— dei Castori: podio di Po- SELINUNTE
stumio O.q. XXXVI, 4 Acropoli: mura O.q. XXXIV, 3
_ _ _ di Metello O.q. XLVIII, 1 — casamatta A.o.q. LXI, 2
— — — partic. interno C.c. XCVIII, 1 Cave di Tusa O.q. XXVII, 3
— — — di Augusto : bozze O.q. LIV, 3 Edificio greco : bozze O.q. LIV, 2
— della Concordia O.c. XCVII, 1
Ponticello A.o.q. LXIII, 2
— del Divo Claudio O.q. LII, 1
— del Divo Giulio O.c. XCVIII, 2 SEPINO
— di Giove Capitolino : platea O.q. XXXVI, 1
— — podio X O.q. XXXVII, 1 Mura O.r. CXXXVI, 4
— di Giove Statore O.c. XCVII, 4 Teatro : parete O.v. CXCI, 2
— della Magna Mater O.c. XCVII, 2 — tetrapilo A.o.q. LXX, 4
— di Marte Ultore: abside O.c. XCVII, 3
SEZZE
— — basamento O.q. XXXI, 1
— - cella O.q. LVI, 4 Mura O.c. XCVI, 3
— della Pace A.o.q. LXXXVI, 3 Posterula O.p. XVIII, 2

9
SIRACUSA TIVOLI
Anfiteatro : fornice A.o.q. XLV, 3 Basilica O.i. CXVII, 1
— blocco con segni O.q. XXVI, g Tempio di Èrcole : sostruzione O.i. CXVIII, 1-2
Castello Eurialo: blocco con segni O.q. XXVI, 4 — — particolare O.i. CXVII, 3
— Porta verso l'Epipole A.o.q. XLVI, 4 — rettangolare O.q. LV, 3
Latomie : taglio dei massi O.q. XXVII, 1 — rotondo O.i. CXVII, 2
— taglio dei massi O.q. XXVIII, 1 Villa Adriana
— Avanzi di età repubblicana O.i. CXXII, 2
SIRMIONE
— » » » » O.i. CXXV, 3
Grotte di Catullo : aula O.c. CII, 4 — muri di incerto O.c. CII, 2
— avancorpo O.v. CXCIII, 1 — — di reticolato O.r. CXLV, 2
SPALATO
— — di laterizio O.l. CLX, 1
— — volta V.o.c. CCIV, 2
Tempio rettangolare O.q. LIV, 6 — Basilica O.r. CXXXI, 2
SPELLO — Cortile delle biblioteche O.r. CXXXII, 1
— Piccolo palazzo O.r. CXXXI, 3
Anfiteatro O.v. CXC, 3 — — archi di scarico CII, 2
Mura O.p. XXIII, 2 — Grandi terme: volta del V.o.c. CCIV, 1
SPOLETO tepidario
— — volta del calidario V.o.c. CCVII, 2
Mura O.p. X, 4 — Rocca Bruna O.v.m. CXCIV, 1
SUSA Villa presso S. Antonio O.i. CXXII, 1
Arco di Augusto A.o.q. LXXIII, 2 — a Colle Nocella O.q. L, 1
— a Colle Vitriano O.v. CLXXXVI, 1
— a Monte Gennaro O.p. XVII, 4
TAORMINA — di Quintiliolo O.i. CXXV, 2
— sulla Via di Carciano O.p. IX, 5-6
Naumachia O.l. CLXXXII, 3
Teatro: scena O.l. CLXXXII, 2 TODI

TARRACONA Mura : rampa O.p. XLVII, 4


Acquedotto A.o.q. LXXVIII, 2 Sostruzione a nicchia O.q. LX, 2
— particolare V.o.q. LXVIII, 6
TERME IMERENSI
TORINO
Acquedotto Cornelio O.v. CXC, 4
Monte Castellacelo : muro O.p. XXIV, 3 Mura O.r.m. CXXVIII, 4
Porta Palatina O.l. CLXXXI, 1
TERRACINA — particolare O.l. CLXXII, 1
Acquedotto O.r.m. CLVI, 1-2
TREVIRI
Acropoli : mura O.i. CXX, 1, 3
— sostruz. del tempio grande O.i. CXIX, 1-2 Porta Nigra A.o.q. LXXVII, 2
— » » » piccolo O.i. CXX, 2
TRIESTE
Capitolium: cella O.r. CXLVII, 1
— podio O.q. LV, 4 Basilica O.v. CLXXXIX, 2
Casa presso porta Romana O.i. CXXVII, 2 Teatro O.v. CXCII, 2
Conserva d'acqua in loc. Salis-
TUSCULO
sano O.v. CLXXXVI, 2
Esedra sulla Via Appia O.q. XXVI, 6 Muro sull'acropoli O.q. XXXIX, 3
Pesco Montano O.q. XXIX, 2
Tempio di Minerva O.q. L, 2
— di Roma e Augusto O.q. LVI, 2 URBISAGLIA
Terme alla Marina O.r.m. CLVI, 3 Mura O.l. CLXXII, 4
Terrazzamento al Piano di Roia O.p. XVII, 2
Villa di Galba, terrazza O.p. IX, 4
— — particolare O.c. XCV, 1 VELIA
— in loc. Monticchio O.p. Vili, 3
Mura sull'acropoli O.q. XLIV, 3
TINDARI
VELLETRI
Ginnasio A.o.q. LXXIV, 2
Mura O.q. XLV, 4 Villa di S. Cesario O.c. CII, 1
TlRINTO VENTIMIGLIA
Rampa delle mura O.p. I, 2 Teatro O.v. CXCII, 1

IO
VERONA — APPIA TRAIANA
Anfiteatro : arcate esterne A.o.q. LXXXIII, 2 Ponte Apollosa A.o.q. LXXXI, 2
— tramezzo O.i.m. CXXVIII, 4 Ponte Trifaro A.o.q. LXXXI, 1
Arco dei Gavi A.o.q. LXXIII, 3
Porta dei Borsari A.o.q. LXXVI, 2 — AURELIA
— dei Leoni A.o.q. LXXVI, 3 Ponte presso S. Marinella A.o.q. LXIX, 4
Teatro: tramezzo O.v. CLXXXIX, 4 Villa in loc. Sette Finestre O.i. CXXVI, 1
— volticella V.o.c. CXCVIII, 4
—• FLACCA

VETULONIA Sostruz. presso Sperlonga O.p. XVI, 4


Mura O.p. XXII, 2
— FLAMINIA
VIA APPIA Villa di Livia a Prima Porta O.r. CXXXVII, 2
M. I - Sep. degli Scipioni A.o.q. LXVI, 3 Ponte Calamone A.o.q. LXXXII, 2
» III di Cecilia Metella, — Cardaro A.o.q. LXXXI, 3
basamento O.c. CVI, 1 — Fonnaia A.o.q. XLVII, 2
» HI dromos O.l. CLXVI, 4 — presso Narni A.o.q. LXXXII, 1
» III - Circo di Massenzio, 1 — presso Rimini A.o.q. LXXXII, 3
parete O.v.m. CXCIV, 3 " S. Maria in Pantano ", presso
» IH - _ volta V.o.c. CCVI, 3 Carsule O.i.m. CLIX, 2
» III - Sep. di Valerio Ro-
— LABICANA
molo O.v.m. CXCIII, 4
» III - Triopio di Erode At- Mausoleo di S. Elena V.o.c. CCVI, 4
tico O.l. CLXXVII, 2
— LATINA
» IH - — Cisterna O.c. CV, I
» III - Villa di Massenzio O.v.m. SXSV, 2 M. Ili - Sepolcro a camera O.l. CLXXXIII, 4
» V - — dei Quintili O.l. CLXXVII, 1 » VI - Villa di Sette Bassi :
» VI - Casale Rotondo O.c. CVI, 2 veduta A.o.c. CCV, 3-4
» VI - Sep. presso C. Rotondo O.c. XCV, 3 » VI parete in laterizio O.l. CLXII, 3-4
» VII - Esedra sepolcrale O.c. CV, 2 » VI in tufelli O.v. CXCIII, 2
» VII - " Beretta da prete " O.v.m. CXCV, 3 » VI in tufelli e
» Vili - Sep. ad edicola O.l. CLXXXIII, 3 mattoni O.v.m. CXCV, 1
» IX - — di Gallieno O.L CLXXXIV, 1 » VI volta . V.o.c. CCVI, 2
» XI - Ninfeo in loc. Due » VI con anelli la-
Santi V.o.q. LXVIII, 1-2 terizi V.o.c. CCV, 3-4
» XIII - Villa di Clodio O.r. CXLIII, 1 » VI con centina la-
» XIV - Grande sep. presso terizia V.o.c. CCVI, 2
» IX dei Centroni, con-
Albano O.c. CVI, 3
creto O.c. CII, 3
» XVI - Viadotto di valle » IX opera incerta . O.i. CXXIII, 3
Ariccia O.q. XLVII, 3 » XI in loc. " Fontana Pi-
» XVI - — arco A.o.q. LXIII, 5 scaro " O.r. CXLII, 2
» XVI bugnato O.q. L, 3
» XVI sezione O.q. LVII, 3 — LAURENTINA
» XXVII - Sostruz. della via O.i. CXXV, 4 Tomba presso Ostia O.l. CLXXVI, 2
» LCII - Sep. nella vallata O.c. XCV, 4
— PORTUENSE
» LCIV - — sul Monte Sant-
t'Angelo O.i. CXXVI, 2 Sepolcro presso Porto O.l. CLXXXIII, 2
» LCV - " Piazza dei Pala-
— PRENESTINA
dini " O.p. XVI, 3
» LCVI - Sostruz. presso Ca- M. Ili - Sepolcro dei Gordiani O.l. CLXXXIV, 2
sale Sanguigno O.p. XVI, 2 » III - Villa dei Gordiani O.l. CLIII, 4
» LXIX - Muro in loc. Mona- » IH Sala ottagona O.l. CLXXXIII, 1
» III volta V.o.c. CC, 4
chelle O.r. CXLIII, 3
» IX - Ponte di Nona A.o.q. LXXII, 1
)> LXXX - Fortino di San- » IX particolare C.q. XXXIII, 3
t'Andrea O.i. CXXIV, 3
» LXXXI - Sostruz. tra Fon- — SALARIA
di e Itti O.q. XLVII, 1 Ponte del Diavolo A.o.p. XX, 4
» — fogna ogivale A.o.p. XX, 5
» CXXX - " La Conocchia " — S'ETINA
presso Caserta O.i. CXXVIII, 1-3 Villa rustica O.i. CIX, 2

n
Cave di Grotta Oscura O.a. XXVII, 2 VIENNE (Gallia Narbonn.)
— TlBURTINA Teatro : foro per divella O.q. XXXI, 6
M. XVII - Basam. - di villa O.i. CXXV, 1 — anathyrosis O.q. XXXIII, 4
» XVIII - Villa presso il Re- VoLTERRA
gresso O.i. CXXIII, 1
» XIX - Villa di Bruto O.i. CXXIII, 2 Mura in op. poligonale O.p. XX, 2
» XIX-XXI - Terrazzamento O.r. CXLVI, 1-2 — in op. quadrata O.q. XXXV, 2
» XIX-XXI - Via di Cardano O.p. Vili, 2 Museo: umetta A.o.q. LXIV, 4
Porta dell'Arco A.o.q. LXIV, 1
— VALERIA
Teatro O.v. CXC, 2
Ponte S. Giorgio A.o.q. LXIII, 6
VULCI
VlCOVARO Ingresso di tomba A.o.q. LXIII, 1
Mura O.q. XXXVIII, 4 Porta di tomba A.o.q. LXI, 4

J2
CORRISPONDENZA DELLE FIGURE DELLE TAVOLE
CON LE PAGINE DEL TESTO

I - OPUS SILICEUM Favole Figure Pagine Tavole Figure Pagine


Tavole Figure Pagine X 1 - 75 XIX 1 - 86-7, 133
2 - 75, 116 2 - 86-7, 133
I i - 55 3 - 86-88, 91
2
3 - 75. !36
- 55 4 - 75 4 - 86-7, 133
3 - 56 5 ' 86-7, 139
4 - 55 XI 1 - 6 6
6 - 86-7, 89, 90
2 - 66, 74
II 1 - 57, 80, 84, 150 3 - 66, 84, 114 XX 1 - 91-2, 95
2 - 57, 71, 84, 150 4 - 66, 70, 82 2 - 82, 91-2
3 - 57> 8 4 5 - 66, 128 3 - 91-2, 336
4 - 84 4 - 9 1 ' 2 . 96
XII 1 - 76
III 1 - 3, 58 2 - 76, 123 5 - 61, 80, 83,
2 - 4, 5, 58, 69, 136 3 - 76, 150, 153 91-2, 94
6 - 91-2, 340
IV 1 - 66, 71, 149 4 ' 76
2 - 66, 71, 154 5 ' 76 XXI 1 - 79, 96, 165
3 - 66, 71, 158 6 - 76, 108 2 - 96, 165
4 - 66, 71 XIII 1 - 83 3 - 96
2 - 79 4 - 96
V 1 -7 2, 74
2 - 72, 73 3 - 83 XXII 1 - 70, 73, 79
3 - 72, 120 4 - 83, 138 2
' 73. 79
4 - 60, 71, 74, 122 5 - 59> 8 3 . 108 3 " T

XIV 1 - 84, 138 4 ~ 7°
VI 1 - 75, 78, 79, 80, 5 - 79
2 - 84
127, 356
3 - 84, 138-9, 340, XXII 1 - 79, 96
2 - 61, 75, 114
3 - 75, 80, 84, 153 343 2 - 79
4 - 84 3 - 74. 83
4 - 75. 79> 120
5 - 15° 4 - 74. 80
VII 1 - 60, 76, 79, 138 6 - 125
2 - 60, 76, 80, 133 XXIV 1 - 80, 157
XV 1 - 78, 93, 140 2 - 74
Vili 1 - 80, 82 2 - 78, 84
3 - 72- 92> i57
2 - 80, 82 3 - 78' 94- 183 4 ' 8 ° . 93
3 - 59, 61, 80, 83,
XVI 1 - 158
161 2
- 6°. 75> 95. ! 5 8 II - OPUS QUADRATUM
4 - 80, 83
3 - 60, 95, 158
XXV 1 - 221
IX 1 - 60, 78, 165, 379, 4 " 75. 159 2 - 221
409, 414,456,461 XVII 1 - 71, 95, 155, 219 3 - 221
2 - 78, 80, 165, 379, 2 - 95, 159, 219 4 - 222
409,414,456,461, 3 - 74, 96, 165, 219 5 - 222
463 4 - 96. 2 I 9
3 - 60, 78, 80, 108, XXVI I - 220
409, 458, 461 XVIII 1 - 86, 88, 91, 121 2 - 220

4 - 78, 162, 379, 409, 2 - 86, 88, 143, 219 3 " 220
456 3 - 86, 88-9, 119 4 - 2I9
5 - 78 4 - 86, 88 5 - 220
6 - 78 5 - 86, 88-9 6 - 219

13
Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine
XXVII i - 219 XXXIX 1 - 327 LII 1 - 208, 215, 330
2 - 219, 255 2 - 325> 536 2 - 208, 212, 330
3 - 2I9 3 - 220, 272
LUI 1 - 214
4 - 2I9 4 - 220
J 2 - 214
5 - 3 5> 495
XXVIII 1 - 219 LIV 1 - 214
2 - 219 XL 1 - 256
2 - 214
2 - 256
XXIX 1 - 257 3 - 215
XLI 1 - 182, 256, 258 4 - 214, 215
2 - 325
3 - 220, 252 2 - 182, 256 5 - 214
3 - 182, 252 6 - 214
4 - 220
4 - 182, 252, 258 LV 1 - 194
XXX 1 - 226 2
2 - 226
XLII 1 - 182 - 194
2 - 182 3 - 325
3 - 225
3 - 182, 252, 264 4 - 5"
4 - 222
4 - 182, 252 LVI 1 - 213
5 - 222
6 - 226 XLIII 1 - 271 2 - 213
2 - 271 3 - 213. 3 2 9
XXXI 1 - 228, 327 4 - 213
3 - 212, 271
2 - 228
3 - 228, 230 LVH 1 - 300
XLIV 1 - 176 2
4 - 228, 229 2 - 299
- i79
5 - 228, 230 3 - 299
3 - 295
6 - 230 4 - 418
4 - 292
LVIII 1 - 294
XXXII 1 - 227 XLV 1 - 82, 280
2 - 278
2 - 235, 288 2 - 293
2 3 - 294
3 - 4° 3 - 179 4 - 289
4 " 236 4 ' 179 5 - 296
5 - 236 6 - 297
XLVI 1 - 251
XXXIII 1 - 241 2 - 271 LIX 1 - 299
2 - 73, 239 3 - 181 2 - 299
2
3 - 3i 4 - 2 87 3 - 477
2O
4 - 7 4 - 136, 381
XLVII 1 - 316
5 - 233
6 - 234, 33o 2 - 316 LX 1 - 309
2
3 - 95. 3 J 6 - 695
XXXIV 1 - 530 4 " 178
2
- 53» ARCHI E VOLTE
XLVIII 1 - 183, 314, 315
3 - 53° 2 - 315
IN OPERA QUADRATA
4 - 53° 3 - 83, 128, 315, 379 LXI 1 - 89, 336
XXXV 1 - 176 4 ' 3 2 7. 6 3 6 2 - 89, 256, 336
2 - 82 3 - 89, 256, 336
3 - 283 XLIX 1 - 201
4 - 89, 256, 336
4 - 82, 284 2 - 296
2 6
5 - 89, 336
3 " 9 6 - 256
XXXVI 1 - 248, 251 4 ' 203
2 - 251 5 ' 296 LXII 1 - 357
3 - 252 2 - 344. 357
Li- 208, 212
4 " 251 3 " 357
2 - 208, 209, 212
4 - 344. 355
XXXVII 1 - 248 3 - 208, 212
5 - 339. 357
2 - 250 4 - 208, 210, 212
6 - 34 6 . 355
3 - 250
4 - 182, 270 LI 1 - 79, 208 LXIII 1 - 340
2 - 208, 212 2
- 357
XXXVIII 1 - 182, 258 3 - 208, 212 3 " 347. 348
2 - 182, 209 4 - 208, 210, 214, 4 - 355
3 - 122, 182 327 5 - 347. 355
4 - 182, 210 5 - 208, 212 6 - 355

J4
Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine
LXIV i - 89,338,342,348, LXXVII 1 - 330, 350 XCI 1 - 410, 421, 430
35°. 355 2 - 350 2 - 410, 421
2
- 339> 345- 348> 3 - 410, 421
LXXVIII 1 - 348 4 - 000
350, 355
3 - 338, 348, 35° 2 - 349» 389
4 - 338, 350 3 ' 349 XCII 1 - 410, 414, 449,
469
LXV 1 - 89, 348, 350, 356 LXXIX 1 - 331 2 - 410, 414, 449,
2
2
- 348. 35o, 357 ' 349 479
3 - 35° 3 " 35 1 3 - 410» 449» 479»
LXVI i - 339, 356 LXXX 1 - 348, 357 4 - 410, 414, 426,
2
" 357
2
' 349 449» 479
3 - 355 3 - 349 XCIII 1 - 411, 421, 482,
4 " 356 512
LXXXI 1 - 470
LXVII 1 - 357 2 - 470 2 - 411, 421, 426,
2
- 336, 344» 357 3 - 47° 469
378
LXXXII 1 - 470 XCIV 1 - 426, 449, 469
3 - 358 2 - 426, 449
2 - 316, 356, 470
4 - 358
3 - 470 3 - 449. 459
LXVIII 1 - 351, 358 4 - 426. 449» 459
2
- 35 1 . 358 LXXXIII 1 - 349
3 - 358
2
- 349 XCV 1 - 162, 409, 413,
4 - 35 1 . 358 449. 45 6 . 4 6 8
LXXXIV 1 - 352, 648
5 - 358 2
2 - 454
6 ' 35 2 3 - 425, 440
- 35 1
3 - 35 2 , 6 49 4 - 425, 440
LXIX 1 - 248, 356
2 LXXXV 1 - 352 XCVI 1 - 426, 479
- 357 2
- 35i 2 - 425
3 - 35 6
3 - 35i 3 - 426
4 " 347. 356
4 - 35i
LXX 1 - 350, 356 XCVII 1 - 375, 409, 413,
2 - 356 LXXXVI 1 - 353
2 43i
3 - 350 ' 353. 359 2 - 409, 413
4 - 35i 3 - 353
3 43i
4 - 353. 359
LXXI 1 - 350, 483 4 - 43°
2 - 483 XCVIII 1 - 371, 409, 413,
III - OPUS CAEMENTICIUM
3 - 329 431
4 - 333 LXXXVII 1 - 414 2 - 430
2
LXXII 1 - 316, 347, 356, - 377. 4M
3 - 380 XCIX 1 - 430
470 2
2 - 306 4 ' 378, 4*3 - 431
3 - 430
LXXXVIII 1 - 407, 414 4 - 430
LXXII 1 - 351 2
2 ' 377» 4°7» 4I2>
- 35i C 1 - 424, 430
414, 453, 465,
3 - 35i 2
469, 588 - 439
4 ' 35 1
3 ' 379» 4°7» 4M
LXXIV 1 - 350 4 - 379» 4°7> 4M CI 1 - 430
2 - 317 2 - 441
LXXXIX 1 - 378, 413, 460, 3 - 436
3 - 350 468
4 " 350 4 - 44 1
2 - 378, 413, 460,
LXXV 1 - 350 468 CII 1 - 432, 480
2 - 350 3 ' 378, 4I3» 46o, 2 - 439
3 - 350 468 3 - 428, 652, 480
4 - 435. 480
LXXVI 1 - 351 XC 1 - 380, 421
2 - 350 2 - 380, 421 CHI 1 - 386, 436
2
3 - 35° 3 ' 380, 4 2 1 - 433» 436

J5
ale Figure Pagine Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine

CIV i - 430 CXVI 1 - 425, 449, 454 CXX VI 1 - 426, 452, 468
2 - 436 2 - 425, 449, 454 2 - 425, 478
3 " 437 473 3 - 478
3 - 425. 449. 454 4 - 478
CV 1 - 428 4 - 425, 449. 454
2 - 432 CXXVII 1 - 481
CXVII 1 - 371, 417, 455, 2 - 478, 481
CVI 1 - 315, 432 478 3 - 4 8 °, 481
2 - 315, 432 2
- 37 1 . 4r7> 455. CXXVIII 1 - 478, 480
3 - 3J5> 432 478, 471, 474
J 2 - 478, 480
3 - 37i. 4 7. 455.
3 - 47 8 , 480
V - OPUS INCERTUM 474. 47 8
4 - 481, 5l8
CXVIII 1 - 417, 425, 455, 5 - 481, 518
CVII 1 - 450, 459, 467, 474. 478
470 2 - 417, 425, 455, CXXIX 1 - 422-23, 494, 515
2 - 450, 559, 467, 8 520-21
474. 47
470 2 - 423, 482, 494,
CXIX 1 - 371, 417, 455, 5i5
3 - 45O'5i
471, 472, 478 3 - 422-23, 494, 5J5
CVIII 1 - 375, 409, 412, 2
- 37 1 . 4i7. 455. 4 - 422-23, 494, 515,
450 471, 472, 478 520, 521
2 - 412, 449, 451,
CXX 1 - 417, 426, 449, CXXX 1 - 480, 515, 518,
468
455. 472, 478 521
3 - 371, 412, 462,
2 - 417, 426, 449, 2 - 480, 515, 518
468
455. 47 2 . 47 8 3 - 480, 515, 518
4 - 412, 460, 462,
467 3 - 417, 418, 426, 4 - 480, 5J5> 5 l 8 ,
449. 455. 473. 521
CIX 1 - 474, 477 474. 478 CXXXI 1 - 488, 507, 510
2 - 474 4 ' 417. 425. 449. 2 - 488, 491
455. 473' 474. 3 - 488, 489, 491
CX 1 - 426, 447, 449, 478
452, 458, 469 4 - 489
CXXI 1 - 449, 455, 474, CXXXII 1 - 194, 387, 478
2 - 426, 447, 449,
478 2 - 494
452, 458, 469
2 - 426, 449, 455, 3 - 480, 494, 503,
3 - 4 T 3. 447. 449.
452, 459, 468 473. 474. 478 512, 607
3 - 418, 426, 449,
4 ' 4J3> 447. 449-
452, 459, 468 455, 473. 474. V - OPUS RETICULATUM
478
OPUS MIXTUM
CXI 1 - 411, 414, 447, CXXII 1 - 474, 478
469 2 CXXXIII 1 - 417, 424, 474,
2 - 411, 447, 469 - 474, 478
487,502-3
3 - 474. 477 3
3 - 4"> 422 4 - 478 - 447, 474, 487,
502-3
CXII 1 - 413, 418, 425, CXXIII 1 - 425, 478 3 - 424, 447, 474,
477 2 - 425, 478 502
2 - 418, 431, 477 3 - 425. 43i, 482
3 - 418, 425, 473, 4 ' 494
4 - 425
474. 477> 495. CXXXIV 1 - 424, 494, 502-3,
504 CXXIV 1 - 474, 478 508
a - 478 2
- 494, 496, 503,
CXIII 1 - 454, 473 3 - 474, 478 506, 508
3
- 454. 473 CXXV 1 - 409, 414, 449, 3 - 494
CXIV 1 - 454 456, 462, 468, 4 ' 494, 5O2> 5o6>
2 - 454 474. 478 508
3 - 454 2 - 409, 432, 449, CXXXV 1 - 425, 492, 495
2
473. 478 ' 425, 492, 5<>4
CXV 1 - 371, 417, 454, 3 - 409. 449 3 ' 43i, 492, 496,
474. 478 4 - 4°9> 4 r 3, 425> 510
2 - 371» 4r7> 454. 449, 456, 462, 4 ' 43i, 492, 498,
474. 478 468 506, 510

16
favole Figure Pagine Tavole Figure Pagine VI - OPUS TESTACEUM
CXXXVI i - 487, 503, 505 CL 1 - 492, 515, 516, Tavole Figure Pagine
2 - 487, 505 5i7' 523 CLXI 1 - 583, 591
3 - 4&7> 5°4 2 - 491, 492, 515, 2
4 - 487, 505 516, 517, 525 - 565> 583> 598,
600, 614
:xxxvn 1 - 426,504 3 - 49°. 49 1 . 492,
510, 515, 516, 3 - 583> 593
2 - 504
525 4 - 573> 593. 596
3 - 480, 5°3
4 - 492> 5 J 5. 5l6> CLXII 1 - 565, 583, 598,
4 - 5°3
525
XXXVIII 1 - 480 599
2
2 - 424, 480, 500 CLI 1 - 507, 510, 515, - 565> 583, 598,
3 - 424, 480, 500, 518, 524 599
2 - 507, 510, 515 3 - 583, 609, 610
4 - 583,- 609, 610
4 - 5°3> 5*3 3 - 5°7. 5!5> 524
CXXXIX 1 - 431, 492, 497, 4 - 507, 510, 515, CLXIII 1 - 583, 607
504, 506, 518 518 2 - 583, 607
2 - 425, 431, 492, 3 - 583, 618
CLH 1 - 507, 515, 526
497> 5o6> 5I0> 2 4 - 583, 618
518 - 5°7> 5T5> 5J9>
524 CLXIV 1 - 573
3 - 488, 506, 509,
518 3 - 5°7> 5*5» 5l7> 2 - 546, 573, 607
4 - 424, 488, 493, 523 3 - 607
500, 506, 513, 4 - 606, 607
CLIII 1 - 479, 493, 498,
518 501, 504, 507, CLXV 1 - 541, 570, 599
2
CXL 1 - 508 5i5 " 541» 57°> 599
2 - 430, 508 2 - 498, 501, 511, 3 - 541, 570, 612,
CXLI 1 - 508 5J5 614
3 - 5i2> 5 J 5 4 - 54J> 57°. 611
2 - 508
4 - 5J7> 523
3 - 5°9 5 r 515, 521, 526 CLXVI 1 - 533, 541, 586
2
CXLII 1 - 432, 490, 501, - 533. 565. 586,
511 CLIV 1 - 493, 501, 521, 588
2 - 432, 501, 509 526 3 - 533> 588
2 - 493, 501, 521, 4 - 533> 54 1 . 587
CXLIII 1 - 425, 509
526
2 - 425, 507, 509 CLXVII 1 - 533, 539, 540,
3 - 5i8
3 - 5" 586, 588
CXLIV 1 - 509 CLV 1 - 516, 517, 523 2 - 546, 588, 590,
2 - 504 2 - 516, 517, 520, 595
523 3 - 545. 588, 589
CXLV 1 - 509
4 - 59 1 . 595
2 - 509 CLVI 1 - 517, 518, 525
2
- 5!7> 525 CLXVIII 1 - 494, 592, 596
CXLVI 1 - 489, 490, 491 2 - 598
2 - 489, 490, 491 3 - 5!7. 5!8, 525
3 - 566, 600, 602,
CXLVII 1 - 489, 490, 511 CLVII 1 - 521, 526 603
2 - 489, 491 2 - 521, 526, 692 4 - 600
3 - 521
CXLVIII 1 - 489, 490, 491, CLXIX 1 - 601, 603
498, 512 CLVIII 1 - 499, 522, 525 2 - 605, 606
2 - 489, 498, 500 2 - 499' 522, 525 3 - 605, 606
3 - 489- 49 1 . 498, 3 - 511 4 - 605, 606
500, 512
CLIX 1 - 482, 507, 518, CLXX 1 - 592, 614
CXLIX 1 - 489, 490, 491, 526 2 - 612, 614
498, 507 2 - 518, 526 3 - 614
2 - 489, 490, 491, 3 - 481, 518, 523, 4 - 611, 614
+98, 512, 646 526
3 - 489, 490, 491, 4 - 518, 524, 568 CLXXI 1 - 567, 613, 614
498, 507 2 - 617, 619
4 - 489, 490, 491, CLX 1 - 525 3 - 618, 619
498, 507, 646 2
- 524 4 - 619

Ì7
Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine Tavole Figure Pagine
CLXXII i- 622 CLXXXVI 1 - 633, 637, 641 CXCVIII 1 - 664, 665, 680,
2 2 - 653 681
' 595. 596, 627
3 - 597 3 - 634, 642 2 - 664, 680
4 - 588 4 - 642 3 - 664, 665, 680
4-680
. CLXXIII 1 - 498, 574
3LXXXVII 1 - 634, 642
* • 2 - 575» 596 2 - 634, 642 CXCIX 1 - 661
3 - 575. 596 3 - 634, 642 2 - 646, 66l
4 - 574
3 - 648, 661
5 - 579 :LXXXVIII I - 634,643 4 - 643, 646, 661
CLXXIV 1 - 575, 595, 596, 2 - 642 5-661
627 3 - 636
2
- 575. 595. 596 4 " 635, 639, 642 CC 1 - 661
3 - 595 2 - 66l
CLXXXIX 1 - 636, 642
CLXXV 1 - 578, 614 3 - 661
2 - 636, 642
2 - 578, 603, 616 4 - 661
3 - 578, 611 CXC 1 - 635, 642, 143,
4 - 578 650 CCI 1 - 602
2 - 635, 640, 642 2 - 66l
CLXXVI 1 - 578
2 - 578 3 ' 6 36, 643
4 - 637, 652, 655 CCII 1 - 661
3 - 577. 578 2 - 66l
4 - 577, 610
CXCI 1 - 639, 642 3 - 604
CLXXVII 1 - 608, 610 2 - 635, 642
2 - 577, 610 3 - 635 CCIII 1 - 663, 666
CLXXVIII 1 - 576 4 ' 6 34. 643 2 - 663, 666
2 - 616
CXCII 1 - 638, 654 CCIV 1 - 665
3 - 615, 616
2 - 654 2 - 665, 681
CLXXIX 1 - 521, 616
CXCIII 1 - 654 3 - 681
2 - 521, 607
2 - 64I, 645, 652
CLXXX 1 - 521, 577, 610 3 - 645, 653 CCV 1 - 682
2 - 521, 614 2 - 668, 672
4 ' 6 34. 653
3 - 521 3 - 668, 681
4 ' 521 CXCIV 1 - 634, 652 4 - 668, 681
2
CLXXXI 1 - 575, 576, 622 - 637, 652 5 - 661, 668, 669,
2 - 616 3 - 637, 653 681, 686
4 - 644» 653
CLXXXII 1 - 597, 673
CCVI 1 - 681
2 - 607, 628 CXCV 1 - 508, 635, 652 2 - 652
3 - 630 2 - 634, 645, 693 3 - 667, 672
CLXXXIII 1 - 616, 675, 691 3 - 653 4 - 672
2 - 607, 676
3 - 578, 610, 689 CCVII 1 - 688, 693
Vili -ARCHI E VOLTE
4 " 574. 6 l ° IN OPERA CEMENTIZIA 2 - 525
CLXXXIV 1 - 616, 633
2 - 6l6, 619, 674, CXCVI 1 - 661 CCVIII 1 - 692
687, 684 2 - 643, 661 2 - 678, 688
3 - 661
VII - OPUS VITTATUM 4 - 662 CCIX 1 - 678, 693
5 - 662 2 - 679, 693
CLXXXV 1 - 643 3 ' 679. 693
2
- 643 CXCVII 1 - 663 4 - 679, 693
3 - 643 2 - 662
4 ' 643, 644, 647, 3 - 663 CCX 1- 686
654 4 - 636, 663 2 - 677, 686

J8
ERRATA CORRIGE

le fratture
Fortificazione avanzata della città

Forma Italiae, Circeii


Ne mostra le grandi proporzioni
NIMES... si trovano anche nell'anfiteatro di
Arles nella fascia superiore
ERICE. Posterula
Sotto il Foro Boario
reg. VI, ins. 2, n. 13 e 14
Fig. 2
alla metà circa
Clivo Capitolino
presso il M. XIX (Km. 29)

Ì9

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