Sei sulla pagina 1di 32

Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

crimine di aggressione: accertamento “politico” e riflessi giuri- Sez. I. – CRISI D’IMPRESA NELLA PROSPETTIVA
sdizionali internazionali, in Individual Rights and Internatio-
ECONOMICA E GIURIDICA.
nal Justice. Liber Fausto Pocar, Milano, 2009, 367 ss.; The
Oxford Companion to International Criminal Justice a cura di
CASSESE A., Oxford, 2009 (in particolare GAETA, Internatio- 1. « Crisi » e « impresa ». — L’espressione
nal Criminalization of Prohibited Conduct, ivi, 63 ss.); The « crisi d’impresa » possiede una forza descrittiva
UN Genocide Convention. A Commentary a cura di GAETA, per un verso immediata e per l’altro indecisa. Pur
Oxford, 2009; WERLE, Principles of International Criminal
Law, The Hague, 2009; International Criminal Justice: Law
mostrando eloquentemente il fenomeno econo-
and Practice from the Rome Statute to its Review a cura di mico e giuridico a cui si riferisce, sconta l’indeter-
BELLELLI, Farnham-Burlington, 2010 (in particolare ACQUA- minatezza di quello, tradendo un’approssimazione
VIVA, War Crimes and the ICTY: Jurisdictional and Substan- esplicativa. Segnati dall’ambiguità sono gli stessi
tive Issues, ivi, 295 ss.; GAETA, The History and the Evolution
of the Notion of International Crimes, ivi, 169 ss.; GREPPI,
ingredienti concettuali; ma l’equivocità di « crisi »
State Responsibility for Acts of Aggression Under the United e di « impresa » è esaltata dalla connessione nel
Nations Charter: a Review of Cases, ivi, 499 ss.; MALMSTRÖM, composto di « crisi d’impresa »: che dalla prima
Genocide Case Law at the ICTY, ivi, 267 ss.; MØSE, The evidenza intuitiva trapassa, sotto il filtro della ri-
International Criminal Tribunal for Rwanda, ivi, 79 ss.;
POCAR, The International Criminal Tribunal for the Former
flessione, in una zona d’ombra.
Yugoslavia, ivi, 67 ss.; TAYLOR III, Crimes Against Humanity Accennare agli essenziali profili dei due con-

re
in the Former Yugoslavia, ivi, 285 ss.); CRYER, FRIMAN, RO- cetti e stabilire le concezioni assunte alla base del
BINSON e WILMSHURST, An Introduction to International Cri- discorso risponde a un’avvertenza metodologica
minal Law and Procedure, Cambridge, 2010 (in particolare
WILMSHURST, Aggression, ivi, 314 ss.); DELLA MORTE, La con-
che in questo caso si raccomanda particolarmente.
D’altro canto esporre le ragioni di ambiguità, per

to
ferenza di revisione dello Statuto della Corte penale interna-
zionale ed il crimine di aggressione, in Riv. dir. intern., 2010, comprenderne anche l’insuperabilità, è un modo
697 ss.; KREß e VON HOLTZENDORFF, The Kampala Compromise come un altro (e qui necessitato) di fare chiarezza.
on the Crime of Aggression, in 8 Journal of International Dei due concetti, il più difficoltoso è quello di
Criminal Justice, 2010, n. 5, 1179 ss.; POLI, Il crimine di
« crisi ». La ricerca storica rimanda al termine
aggressione dopo la Conferenza di Kampala: una soluzione di
compromesso con ridotta efficacia dissuasiva, in ISPI Analysis,
www.ispionline.it, n. 19, luglio 2010; SCHEFFER, States Parties
Approve New Crimes for International Criminal Court, in 14
di « 0ρίσις », di origine medica, che indica l’evento di
cambiamento nella malattia: preludio a un esito
fausto o infausto. Nell’evoluzione dei significati, il
èE
ASIL Insights, 2010, n. 16, 5 ss.; CASSESE A., ACQUAVIVA, FAN momento di trasformazione è stato progressiva-
e WHITING, International Criminal Law. Cases & Commen- mente riferito anche a sistemi complessi, assu-
tary, Oxford, 2011; The International Criminal Court. Ele-
ments of Crime and Rules of Procedure and Evidence a cura mendo inoltre una connotazione negativa: giun-
di LEE, Ardsley (New York), 2011. gendo a indicare un fenomeno di disfunzione che
colpisce particolari apparati (della società, della
politica, dell’economia, delle scienze, del diritto e
così via).
ffr

CRISI D’IMPRESA Lo stato di crisi è caratterizzato dal progressivo


cambiamento in peggio rispetto a una situazione
SOMMARIO: Sez. I. Crisi d’impresa nella prospettiva economica e giuri- data e dall’esigenza della decisione affinché la
dica: 1. « Crisi » e « impresa ». — 2. Crisi dell’impresa e insol-
venza dell’imprenditore. — 3. Il trattamento giuridico della crisi negatività sopravvenuta possa essere arginata e
d’impresa secondo il criterio dell’insolvenza dell’imprenditore. superata. La crisi descrive la premessa al momento
iu

— 4. Componente aziendale e componente giuridica nella ge-


stione della crisi d’impresa. — 5. Operazioni di risanamento e di
di discontinuità che, effettivamente sopraggiun-
liquidazione. — 6. Pianificazione aziendale e diritto positivo della gendo, la compie esaurendola in un fatto storico.
crisi d’impresa. — Sez. II. Gestione della crisi d’impresa tra Questo momento di superamento della crisi (in
procedure e contratti: 7. L’interesse comune dei creditori alla
senso positivo o negativo) è chiamato « cata-
G

gestione razionale della crisi d’impresa e le procedure concor-


suali. — 8. Segue: in particolare, deliberazione concordataria strofe ». « Laddove si dà catastrofe, la crisi è de-
come decisione collettiva sull’impresa in crisi. — 9. Comporta-
menti opportunistici dei creditori e difficoltà dei contratti sulla cisa ». Il segno di discontinuità giova al nitore
crisi d’impresa. Le teoriche sugli obblighi di cooperazione tra i concettuale del termine « catastrofe », e spiega per
creditori. — 10. Dai concordati stragiudiziali, quali contratti con
l’imprenditore insolvente, ai contratti sulla crisi d’impresa. — 11. converso l’ineliminabile equivocità del termine
I contratti sulla crisi d’impresa secondo le figure dei piani « crisi », denotativo di un divenire negativo in
attestati di risanamento e degli accordi di ristrutturazione dei
debiti — 12. Rimedi contrattuali e concordatari nella gestione quanto tale (a prescindere, cioè, dal momento di
della crisi d’impresa e responsabilità degli amministratori. — Sez. decisione e risoluzione dello stesso, che è il mo-
III. Discipline della crisi d’impresa e tutela degli interessi: 13.
Tutela dei creditori, piuttosto che dell’impresa, nel diritto ordi- mento della catastrofe). L’instabilità di questo di-
nario. — 14. Strumentalità della conservazione dell’impresa ri- venire può cronicizzarsi nell’ambito del sistema in
spetto alla tutela del credito. — 15. Scelta dei creditori sulla crisi
d’impresa e dinamiche del mercato. — 16. Tutela dei creditori e
cui si svolge, se quest’ultimo è a sua volta costitu-
salvaguardia dell’impresa nel diritto amministrativo. tivamente integrato dal mutamento (in tal senso, e

503

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
sotto il profilo economico, si apprezza la teoria che « la società è nel sistema del codice una forma
marxiana che vede la crisi come una funzione di esercizio collettivo dell’impresa » (4).
immanente nel sistema capitalistico) (1). Con specifico riguardo al diritto della crisi
Ambiguo è anche il termine « impresa ». Limi- d’impresa va poi segnalata la complicazione del
tando il discorso sul terreno del diritto privato, già diritto positivo che, nello stabilire il soggetto pas-
nelle disposizioni del codice civile « impresa » si- sivo del fallimento, pone accanto all’imprenditore
gnifica a volte « imprenditore », altre volte « atti- anche l’impresa; e accanto all’imprenditore opera-
vità economica professionalmente organizzata », tivo l’imprenditore cessato o defunto e il socio
altre volte ancora « azienda » (2). Si è così argo- illimitatamente responsabile di società personale
mentata una concezione “globale” dell’impresa (cfr. art. 1, 10, 11 e 147 l. fall.): così sollevando una
accolta nel codice civile. Secondo questa veduta, certa commistione tra le figure dell’imprenditore e
soggetto dell’attività d’impresa (imprenditore) at- dell’impresa; e facendo supporre la possibilità di
tività d’impresa (impresa) e oggetto dell’attività riferire il fallimento direttamente all’impresa (5),
d’impresa (azienda) costituiscono una realtà giuri- imponendo di conseguenza la distinzione tra esde-
dica unitaria corrispondente ad una organizza- bitazione dell’imprenditore e risanamento dell’im-
zione economica complessa considerata nell’in- presa (6).

re
sieme (3). E tuttavia, nonostante le segnalate opacità, per
Una qualche commistione deve particolar- la tradizione della dottrina commercialistica con il
mente registrarsi tra le nozioni di « imprendi- termine « impresa » si significa l’attività econo-
tore », « impresa » e « società », essendo quest’ul- mica professionalmente esercitata (7).

to
timo termine in sovrapposizione a volte del primo,
altre volte del secondo: e ciò in ragione del fatto (4) FERRI G., Le società, in Trattato di diritto civile
italiano diretto da VASSALLI Fi., X, t. 3, Torino, 1971, 34.
Merita attenzione anche l’assenza di qualsivoglia definizione
(1) Cfr. CACCIARI, Crisi, in Enciclopedia filosofica Bom- dell’impresa nel diritto comunitario, che pertanto si affida
di
piani, IV, Milano, 2010, 2422 ss. (ove la citazione); invece
per la teoria della catastrofe cfr. THOM, Paraboles et catastro-
phes. Entretiens sur le mathématiques, la science et la philo-
sophie, Paris, 1980.
alla concezione sociale ed economica, ossia all’uso linguistico
largamente invalso: cfr. LIBERTINI e MAZZAMUTO, L’impresa e
le società, in Manuale di diritto privato europeo a cura di
CASTRONOVO e MAZZAMUTO, III, Milano, 2007, 3 ss.
èE
Osservano ROUBINI e MIHM, La crisi non è finita, trad. it., (5) In tal senso cfr. SEGNI, Impressioni sulla nuova legge
Milano, 2010, 353: « La crisi recente ha messo in chiaro che sul fallimento, in Dir. fall., 1942, 47; in senso contrario cfr.
l’era prossima ventura potrebbe essere caratterizzata da una PUGLIATTI, Fallimento dell’imprenditore o dell’impresa, ivi,
“grande instabilità” anziché da una “grande moderazione”. 1943, 5, con soluzione successivamente affermatasi (per uno
Le bolle speculative e le conseguenti fasi di declino potreb- studio dedicato v. BUONOCORE, Fallimento e impresa, Napoli,
bero diventare più frequenti e le crisi che un tempo si s.d. ma 1969, 7 ss.). Nella recente manualistica cfr., tra gli
pensava potessero verificarsi soltanto una o due volte ogni altri, GUGLIELMUCCI, Diritto fallimentare3, Torino, 2008, 15 s.
cento anni potrebbero cominciare ad abbattersi molto più (6) Per l’impostazione del problema cfr. BALZ, Sanie-
spesso sull’economia globale. I cigni neri potrebbero diven- rung von Unternehmen oder von Unternehmensträgern? Zur
ffr

tare cigni bianchi ». Stellung der Eigentümer in einem künftigen Reorganisations-


(2) Cfr., per tutti, ASCARELLI, Corso di diritto commer- verfahren, Köln, 1986, specialmente 71 ss.; GROß, Sanierung
ciale. Introduzione e teoria dell’impresa3, Milano, 1962, 366. durch Fortführungsgesellschaften in betriebswirtschaftlicher,
(3) Cfr. OPPO, Realtà giuridica globale dell’impresa nel- rechtlicher und steuerlicher Hinsicht2, Köln, 1988; infine,
l’ordinamento italiano, in Riv. dir. civ., 1976, I, 591 s.; ID., BRAUN e FRANK, in Insolvenzordnung (InsO). Kommentar3 a
Princìpi, in Trattato di diritto commerciale diretto da BUONO- cura di BRAUN, München, 2007, sub § 217, 1187.
iu

CORE, Torino, 2001, 46 ss.; ma prima ancora v. ASQUINI, (7) Nella dottrina risalente cfr., per tutti, VIVANTE, Trat-
Profili dell’impresa, in Riv. dir. comm., 1942, I, 1. Cfr., infine, tato di diritto commerciale5, I, Milano, 1928, 100, che defi-
SPADA, Impresa, in D. disc. priv., sez. comm., VII, 1992, 36 s.; nisce l’impresa come « organismo economico ». Sulla ma-
più recentemente, TERRANOVA, L’impresa nel sistema del di- trice economica del concetto cfr., nell’ultima dottrina, MAZ-
G

ritto commerciale, pt. I. L’impresa e i mercati. Problemi di ZONI, op. cit., 649, che, ricordando anche il pensiero di
metodo, in Riv. dir. comm., 2008, I, 2 ss.; MAZZONI A., MOSSA, I problemi fondamentali del diritto commerciale, in
L’impresa tra diritto ed economia, in Riv. soc., 2008, I, 655 s. Riv. dir. comm., 1926, I, 246 ss., ravvisa una scarsa attenzione
Una oggettivizzazione del concetto può invece desumersi della dottrina commercialistica per la matrice economica del
dalle discipline dell’amministrazione straordinaria delle concetto. Cfr., nella letteratura degli ultimi anni, BUONOCORE,
grandi imprese in crisi: cfr., per esempio, PIEPOLI, Interessi L’impresa, in Trattato di diritto commerciale diretto da BUO-
individuali e interessi collettivi nel risanamento della grande NOCORE, cit., 2002; nella manualistica, VOLPE PUTZOLU, Im-
impresa, Milano, 1983, 201 ss.; v. più in generale la rifles- presa e imprenditore nel codice civile, in Diritto commerciale
sione sulla crisi della grande impresa in FLESSNER, Sanierung (Autori vari), Bologna, 2007, 1 ss.; FERRI G., Manuale di
und Reorganisation, Tübingen, 1982, 316 ss. Invece nella diritto commerciale12 a cura di ANGELICI e FERRI G.B., Torino,
prospettiva dell’economia aziendale la figura fondamentale è 2006, 27 ss.; CAMPOBASSO G.F., Diritto commerciale, I. Diritto
data dall’azienda, quale « coordinazione economica in atto » dell’impresa5 a cura di CAMPOBASSO M., Torino, 2006 21 ss.;
che assume le specifiche forme dell’impresa (capitalistica) LIBONATI, Diritto commerciale. Impresa e società, Milano,
quando produce per lo scambio sul mercato (cfr., di recente, 2005, 9 ss.; GAMBINO Ag., Impresa e società di persone,
CAPALDO, L’economia aziendale oggi, Milano, 2010, 5, 32). Torino, 2004, 13 ss. Cfr. anche, nella dottrina tedesca, RAISER

504

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

I nuclei di significato di « crisi » e « impresa » zione si coglie proprio nell’ambito del trattamento
rilasciano una prima informazione sulle espres- giuridico della crisi d’impresa. Accanto alla con-
sioni in cui i due termini sono usualmente coniu- cezione tradizionale in cui il fallimento rappresen-
gati: « impresa in crisi » e « crisi d’impresa ». tava la tipica vicenda del commerciante e del suo
Nella prima espressione l’accento cade sull’attività patrimonio nelle forme dell’esecuzione collettiva
d’impresa; nella seconda sulla crisi in cui essa si sui beni del debitore, poteva immaginarsi una
trova ad essere. Ma in entrambe la crisi è presen- concezione alternativa in cui il fallimento avrebbe
tata come uno stato in cui versa un’attività. Se potuto rappresentare una vicenda dell’impresa,
infatti l’ordine di significati del termine « crisi » è emancipandosi dalla dimensione atomistica e indi-
selezionato in esclusivo riferimento alla scienza vidualizzante per una nuova dimensione: accomu-
aziendale e al diritto d’impresa, nonostante irri- nante e organizzativa di soggetti atti e beni. Pro-
solti profili di indecisione (ingenerati, si vedrà, prio in quel frangente storico, nella più ampia
dalla relazione con il diverso concetto di « insol- riflessione sul concetto di impresa — condotta a
venza »), esso indica una condizione propria del- partire dalla elaborazione della nozione econo-
l’attività d’impresa (8). mica di « Unternehmen » — la dottrina austro-
È questa un’acquisizione preliminare ma fon- tedesca elaborò il nuovo istituto che andava deli-

re
damentale e niente affatto scontata. Se si conside- neando come oggetto di diritti, rendendone così
rano l’origine medica del fenomeno e dunque il possibile l’inclusione nella massa fallimentare, e
naturale riferimento della crisi al soggetto, rintrac- facendone oggetto della decisione dei creditori
ciando l’esito dell’antico uso nella suggestione che concorsuali; decisione, peraltro, non necessaria-

to
ha spinto il legislatore recente a scrivere di « im- mente liquidatoria ma anche gestoria (10).
prenditore in stato di crisi » (art. 160 comma 1 e Quella risalente intuizione, e la sua teorizza-
art. 182-bis comma 1 l. fall.), ci si avvede dell’in- zione, inaugurarono una linea di legislazione e di
sidia terminologica, la quale si comprende medi- di elaborazione dogmatica all’insegna del passaggio
tando sulla emersione storica del concetto di « im- da visioni individualistiche e singolari a nuove
presa ». L’autonomia concettuale dell’attività ri- prospettive, aperte a considerare la complessità
spetto alla persona del suo artefice richiese infatti dei fenomeni. Così da avvicendare al vecchio « di-
èE
il non agevole passaggio culturale dalla figura ot- ritto fallimentare » un nuovo e più attuale « diritto
tocentesca del « commerciante » (che pone in es- della crisi d’impresa »: fino all’arresto determinato
sere atti di commercio) a quella novecentesca dalla recente riforma italiana della legge fallimen-
dell’« imprenditore » (che esercita l’attività d’im- tare (11), iniziata nel 2005 con il d.l. 14 marzo
presa) (9). 2005, n. 35, convertito con modificazioni dalla l.
Il progresso reso possibile da questa acquisi- 14 maggio 2005, n. 80, e culminata nel d. lg. 12
settembre 2007, n. 169.
ffr

T., Das Unternehmen als Organisation. Kritik und Erneue-


rung der juristischen Unternehmenslehre, Berlin, 1969; KAR-
5
2. Crisi dell’impresa e insolvenza dell’impren-
STEN SCHMIDT, Handelsrecht , Köln, 1999, 63 ss.
ditore. — Il superamento delle tradizionali e an-
(8) Una generale ricostruzione critica nei saggi di GUA-
TRI, Crisi e risanamento delle imprese, Milano, 1986; ID.,
Turnaround. Declino, crisi e ritorno al valore, Milano, 1995. (10) Cfr., per tutti, DILCHER e LAUDA, Das Unternehmen
iu

Tra i giuristi che sottolineano il carattere prettamente eco- als Gegenstand und Anknüpfungspunkt rechtlicher Regelun-
nomico, piuttosto che giuridico, del termine « crisi », cfr. per gen in Deutschland. 1860-1920, in Recht und Entwicklung
esempio SANDULLI M., La crisi economica dell’impresa, in der Großunternehmen im 19. und frühen 20. Jahrhundert.
Giur. comm., 1985, I, 970; nella manualistica cfr. CAMPOBASSO Wirtschafts-, sozial-, und rechtshistorische Untersuchungen
G

G.F., Diritto commerciale, cit., III. Contratti, titoli di credito, zur Industrialisierung in Deutschland, Frankreich, England
procedure concorsuali4 a cura di CAMPOBASSO M., Torino, und den USA a cura di HORN e KOCKA, Göttingen, 1979,
2008, 327. 548 ss.
(9) Per conseguenza, nel diritto positivo il concetto di (11) Cfr., in tal senso, MAZZARELLA, Fallimento, autono-
« impresa » (peraltro mediato dalla codificazione soggettiva mia contrattuale, impresa: itinerarii e figure fra otto e nove-
della figura dell’imprenditore) sostituì, nel codice civile del cento, in Autonomia negoziale e crisi d’impresa a cura di DI
1942, quello precedente di « atto di commercio ». Per una MARZIO e MACARIO, Milano, 2010, 194 ss. La formula « diritto
sintesi critica sulla dottrina del tempo cfr. COTTINO, L’im- della crisi d’impresa » (con alcune varianti) è entrata nel-
presa nel pensiero dei Maestri degli anni Quaranta, in Giur. l’uso. Tra i manuali cfr. SANDULLI M., La crisi dell’impresa. Il
comm., 2008, I, 5. Nella dottrina meno risalente cfr. SPADA, fallimento e le altre procedure concorsuali, Torino, 2009;
Impresa, cit., 34 s.; più di recente, PORTALE, Il diritto com- NIGRO A. e VATTERMOLI, Diritto della crisi delle imprese. Le
merciale italiano alle soglie del XXI secolo, in Riv. soc., 2008, procedure concorsuali, Bologna, 2009 (dove in premessa si
I, 8. Per una ricostruzione del fenomeno nella prospettiva avverte che la complessità del nuovo diritto suggerisce
della storia economica cfr. TONINELLI, Storia d’impresa, Bo- « l’abbandono della vecchia (e gloriosa) dizione Diritto fal-
logna, 2006. limentare »).

505

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
guste visioni per una migliore approssimazione al I problematici rapporti tra i concetti di « in-
concetto di « crisi d’impresa » presuppone di in- solvenza » e « temporanea difficoltà di adem-
dagare i rapporti e segnare le distinzioni che cor- piere » e il dubbio sull’ammissibilità o meno di
rono tra di esso e il diverso concetto di « insol- una insolvenza reversibile hanno indotto l’uso, nel
venza » (commerciale). linguaggio giuridico, del termine « crisi », sfornito
Il termine « insolvenza » — di immediato e di tradizione e perciò meno impegnativo e più
consolidato rilievo giuridico — designa lo stato sfumato del precedente. Già la Relazione alla legge
soggettivo di impotenza di chi, sovraindebitato, fallimentare del 1942 (sub art. 41), a proposito del
non è più in grado di soddisfare regolarmente le presupposto per l’amministrazione controllata, di-
proprie obbligazioni (cfr. art. 5 l. fall.). Precisa- scorre di « una temporanea crisi che rende impos-
mente, il termine « insolvenza » reca due signifi- sibile l’immediato e regolare soddisfacimento delle
cati: indicando l’incapacità di pagare (Zahlungsun- obbligazioni » (15). Ponendo i due termini sullo
fähigkeit) se riferito alla persona del debitore; e il stesso piano concettuale, e riferendo entrambi al
sovraindebitamento (überschuldung) se riferito al soggetto, con « crisi » si intende prevalentemente
patrimonio (12). Ma, ciò posto, il concetto di una situazione di più vasto raggio in cui si inserisce
« insolvenza » è particolarmente indefinito (13).

re
l’insolvenza vera e propria (16).
La più difficile distinzione da tracciare è quella tra Nella prospettiva aziendalistica si rinviene un
i fenomeni della pre-insolvenza o pericolo di in- uso linguistico opposto. Guardando esclusiva-
solvenza e dell’insolvenza conclamata e irreversi- mente all’attività e trascurando il soggetto, si af-

to
bile quale situazione, quest’ultima, coincidente ferma che « un’impresa è in stato di crisi quando
con la descrizione dell’art. 5 l. fall. Tale distinzione mostra la stabile presenza di meccanismi capaci, se
è tuttavia fondata nella teoria e sussistente nella
non contrastati, di condurre in tempi più o meno
pratica. Essa è stata anche avvalorata dal diritto
brevi a crescenti tensioni finanziarie e quindi al-
positivo nella previsione dell’abrogato art. 187 l.
fall., sulla temporanea difficoltà di adempiere
come condizione diversa dall’insolvenza e legitti-
mante l’impresa ad accedere all’amministrazione
di l’insolvenza » (17). Crisi e insolvenza costituireb-
bero dunque stadi successivi di un identico feno-
èE
controllata (14). SCHIANO DI PEPE, Insolvenza in diritto comparato, in D. disc.
priv., sez. comm., VII, 1992, 410; con riguardo alle discipline
sull’amministrazione straordinaria, v. ROSSI R., Insolvenza,
(12) Cfr. HÄSEMEYER, Insolvenzrecht4, Köln-München, crisi di impresa e risanamento, Milano, 2003, nonché l’estesa
2007, 5. In ogni caso, nelle definizioni legislative l’insolvenza trattazione di FRASCAROLI SANTI, Crisi dell’impresa e soluzioni
si presenta come un fenomeno di rilievo finanziario e non stragiudiziali, in Trattato di diritto commerciale e di diritto
economico (cfr., con riguardo all’art. 5 l. fall., tra gli altri, pubblico dell’economia diretto da GALGANO, XXXVII, Pa-
STANGHELLINI, La crisi d’impresa fra diritto ed economia. Le dova, 2005, 55 ss.; per una ricapitolazione cfr. CAPO, Lo stato
procedure di insolvenza, Bologna, 2007, 121; ma per una di insolvenza, in Trattato di diritto fallimentare diretto da
ffr

diversa lettura, preoccupata di valorizzare la specificità del- BUONOCORE e BASSI, I, Padova, 2010, 172.
l’insolvenza commerciale come fenomeno tipico dell’attività (15) E tuttavia non si è mancato di stigmatizzare il
d’impresa, e perciò interessata al profilo non finanziario ma richiamo al termine « crisi » proprio per la vaghezza che lo
economico della crisi e a individuare in esso la specificità connota: cfr. PORTALE, La legge fallimentare rinnovata: note
dell’insolvenza — quale condizione di irrisanabilità dell’im- introduttive (con postille sulla disciplina delle società di capi-
presa — cfr. VASSALLI Fr., Diritto fallimentare, Torino, 1994, tali), in Banca borsa, 2007, I, 369.
iu

81 ss.). (16) Cfr. sempre in generale e tra i molti, TERRANOVA,


(13) Nella vecchia dottrina cfr. DE VINCENTIIS, Insol- Stato di crisi e stato di insolvenza, Torino, 2007; FRASCAROLI
venza colpevole, in D.I., XIII, 1902-1906, 1202. E poi VI- SANTI, Insolvenza e crisi di impresa, Padova, 1999; AMATUCCI
VANTE, op. cit., 347, secondo cui la dottrina non riesce a dare A., Temporanea difficoltà e insolvenza, Napoli, 1979; ID.,
G

« dell’insolvenza che un concetto giuridico molto generico, L’insolvenza come elemento oggettivo di collegamento tra le
considerandola come impotenza a pagare, ed entro questo diverse procedure concorsuali, in Crisi d’impresa e procedure
concetto possono stare i più disparati apprezzamenti ». concorsuali in Italia e in Europa a cura di RAGUSA MAGGIORE
(14) Cfr., in generale, nella dottrina meno recente, FERRI e TORTORICI, Padova, 2002, 251; CORSI, Crisi, insolvenza,
G., Insolvenza e temporanea difficoltà (1964), ora in ID., reversibilità, temporanea difficoltà, risanamento: un nodo ir-
Scritti giuridici, I, Napoli, 1990, 603; nella letteratura suc- risolto?, in Fallimento, 2002, 948; PACCHI, Il nuovo concor-
cessiva, TERRANOVA, Stato di crisi, stato di insolvenza, inca- dato preventivo, Milano, 2005, 62; CENSONI, Il « nuovo »
pienza patrimoniale, in Dir. fall., 2006, I, 569, che conclude concordato preventivo, in Giur. comm., 2005, I, 734; ROCCO DI
per l’identità dei concetti di « crisi » e di « insolvenza ». In TORREPADULA, La crisi dell’imprenditore, ivi, 2009, I, 216 ss.;
giurisprudenza si tende ad affermare la distinzione tra insol- MACARIO, Insolvenza del debitore, crisi dell’impresa e autono-
venza reversibile e irreversibile (cfr. Cass. 27 febbraio 2008, mia negoziale nel sistema della tutela del credito, in Autono-
n. 5215, in Fallimento, 2008, 715) e ad assimilare la tempo- mia negoziale e crisi d’impresa, cit., 40 ss.
ranea difficoltà ad adempiere a uno stato di insolvenza (17) BRUGGER, in Il nuovo diritto fallimentare. Commen-
reversibile (v. Cass. 9 settembre 2005, n. 18066, in Giust. tario diretto da JORIO e coordinato da FABIANI M., II, Bolo-
civ., 2006, I, 546). Per una rassegna di diritto comparato cfr. gna, 2007, sub art. 160 l. fall. (profili aziendali), 2302.

506

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

meno degenerativo (18). Come si vede, le ambi- ad adempiere ed insolvenza reversibile (22); infine
guità registrabili nel settore giuridico si ripropon- e tradizionalmente, insolvenza irreversibile.
gono nel settore aziendale: mentre nel primo crisi
e insolvenza sono riferite al soggetto, invece nel 3. Il trattamento giuridico della crisi d’impresa
secondo tendono a essere riferite all’attività. secondo il criterio dell’insolvenza dell’impren-
In entrambe le concezioni il termine « insol- ditore. — L’uso linguistico raccomandato per-
venza » è utilizzato per significare l’epilogo della mette anche di cogliere appropriatamente il nesso
crisi. In filosofia soccorre, si è accennato, l’uso del tra « crisi d’impresa » e « insolvenza ». Quale con-
termine « catastrofe » (19). Ed è preferibile eman- dizione dell’attività, la crisi mentre assume rilievo
cipare l’insolvenza da questa posizione finale ri- per le discipline aziendalistiche invece tende a
spetto al divenire della crisi perché, diversamente, rimanere indifferente al diritto. Il rilievo giuridico
sfuggirebbe la differenza essenziale tra i due stati: della crisi d’impresa dipende da un altro e diverso
posti su piani diversi perché l’uno riferito all’atti- — ancorché connesso — fenomeno: l’insolvenza
vità e l’altro al soggetto (20). del debitore. Fino a quando la crisi dell’attività
Conclusivamente, benché la legge stessa non non compromette in apprezzabile misura la sol-
disdegni di discorrere di « imprenditore in crisi », venza del soggetto, essa rimane irrilevante per il
diritto di settore. Quando invece la crisi determina

re
sembra più appropriato evitare l’uso del termine
« crisi » per denotare fenomeni ricadenti nell’area insolvenza, sorge la questione giuridica sul tratta-
dell’insolvenza; e invece usare proprio il termine mento della crisi d’impresa: nell’interesse dei cre-
generale di « insolvenza » per ricomprendere le ditori dell’imprenditore insolvente e a protezione

to
varie specie di cui si compone e che si denotano degli altri interessi pregiudicati dal pericolo della
con varia terminologia: pericolo di insolvenza e cessazione dell’attività in conseguenza dell’insol-
pre-insolvenza (stati di cui è pronosticabile l’evo- venza.
luzione in insolvenza) (21); temporanea difficoltà di Ed è superfluo annotare che la regolarità del
nesso tra i due fenomeni della crisi d’impresa e
(18) Cfr. GUATRI, Crisi e risanamento delle imprese, cit., dell’insolvenza dell’imprenditore si accentua nella
11 ss. E poi, variamente, i saggi di ALTMAN, New strategies in prassi economica contemporanea, dove l’impren-
bankruptcy analysis, New York, 1983; VERGARA, Disfunzioni ditore individuale è figura sorpassata, e dove il
èE
e crisi d’impresa. Introduzione ai processi di diagnosi, risana-
mento e prevenzione, Milano, 1988; BERTOLI, Crisi d’impresa,
patrimonio del soggetto coincide con il patrimo-
ristrutturazione e ritorno al valore, Milano, 2000; PICIOCCHI, nio destinato all’impresa.
Crisi d’impresa e monitoraggio di vitalità, Torino, 2003. Ciò Nell’affermazione che la crisi d’impresa di-
vale anche con riguardo alla tradizione accademica e scien- viene giuridicamente rilevante nel diritto settoriale
tifica anglosassone ed americana, nel cui ambito le strategie
di corporate restructuring and reorganization, facenti parte a solo quando si accompagna all’insolvenza dell’im-
pieno titolo del più ampio campo della corporate finance, prenditore, il concetto di « insolvenza » è impie-
hanno delle finalità concettualmente anteriori rispetto a gato nella vasta concezione che abbraccia, accanto
ffr

quelle della gestione del financial distress. La necessità per il al fenomeno dell’insolvenza irreversibile, anche
management aziendale di avere un atteggiamento proattivo
nei confronti delle situazioni di crisi e discontinuità nasce
oltretutto dalla generale latente maggior incertezza indotta nozione di « insolvencia inminente » (perché non attuale e
dalla globalizzazione. Come osservano WESTON, SIU e JOHN- tuttavia prevedibile) cfr. BELTRÁN SÁNCHEZ, Insolvencia, in-
SON, Takeovers, restructuring & corporate governance, Upper solvencia inminente e insolvencia cualificada, in Il trattamento
iu

Saddle River (New Jersey), 2001, 346: « The restructuring of giuridico della crisi d’impresa. Profili di diritto concorsuale
business firms stems from a number of forces. One of the most italiano e spagnolo a confronto a cura di SARCINA e GARCÍA-
basic is the need to meet global competition ». CRUCES GONZÁLEZ, Bari, 2008, 63 ss. Al rischio di insolvenza
(19) Ma cfr., già nella dottrina fallimentaristica risa- guardava il progetto di riforma della legge fallimentare
G

lente, BOLAFFIO, Il concordato preventivo secondo le sue tre elaborato dalla Commissione Trevisanato istituita dal Mini-
leggi disciplinatrici, Torino, 1932, 2 s.: « Finché il debitore si stro della giustizia con d.m. 27 febbraio 2004 (pubblicato in
mantiene alla testa del suo commercio, cautamente vigilato La riforma delle procedure concorsuali. I progetti a cura di
perché non ne abusi, il credito non è interamente perduto; JORIO e FORTUNATO, Milano, 2004, 35), nell’art. 2 lett. h, nel
l’avviamento, se non immutato, tuttavia opera; sono vive le quale si legge di una « situazione patrimoniale, economica o
relazioni d’affari; i parenti e gli amici naturalmente pieghe- finanziaria, tale da determinare il rischio di insolvenza ».
voli, se non addirittura solleciti, al soccorso; quindi le con- (22) Alle quali figure va accostata la difficoltà econo-
dizioni che possono farsi ai creditori, sono indubbiamente mica estrinsecantesi nella cessazione dei pagamenti, purché
migliori di quelle conseguibili dopo la catastrofe ». intervenuta da non più di quarantacinque giorni, prevista —
(20) In tal senso cfr. anche FARENGA, L’amministrazione in riforma della disciplina previgente sul règlement amiable
straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, — dall’art. L611-4 c. comm. fr. quale requisito oggettivo per
Milano, 2005, 34. l’accesso alla procédure de conciliation accanto alle situazioni
(21) Cfr. DE FERRA, Il rischio di insolvenza, in Giur. di pre-insolvenza. Cfr. LUCAS e LÉCUYER, Entreprises en dif-
comm., 2001, I, 193; v. anche SMID, Grundzüge des neuen ficulté, in Petit Affiches, 2006, n. 28, che giudicano la norma
Insolvenzrechts, München, 1999, 390. Sulla vicina e derivata come « la plus innovante de la réforme ».

507

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
fenomeni meno gravi, riassumibili in stati di diffi- tiva esclusivamente giuridica, quando non si con-
coltà economica variamente denominati ma co- cretizza in operazioni concordatarie, essa pare
munque eventualmente prodromici all’insolvenza spiegarsi in operazioni contrattuali. Tutte queste
irreversibile. La crisi d’impresa diviene pertanto soluzioni sono sempre incentrate sulla ristruttura-
giuridicamente rilevante in occasione della diffi- zione del debito secondo criteri di sostenibilità
coltà economica o dell’insolvenza dell’imprendi- prospettica.
tore. Una recente definizione, elaborata dall’Organi-
Questo affinamento concettuale trova giustifi- smo italiano di contabilità (OIC) nell’ambito dei
cazione nel diritto positivo. Accanto a istituti che principi contabili su « Ristrutturazione del debito
presuppongono lo stato d’insolvenza irreversibile e informativa di bilancio », dichiara che « per
(definito nell’art. 5 l. fall.) — quali il fallimento e ristrutturazione del debito s’intende un’opera-
l’amministrazione straordinaria delle grandi im- zione mediante la quale il creditore (o un gruppo
prese in crisi — si annoverano altri istituti, com- di creditori), per ragioni economiche, effettua una
patibili con lo stato di insolvenza ma che presup- concessione al debitore in considerazione delle
pongono, più modestamente, uno stato di diffi- difficoltà finanziarie dello stesso, concessione che
coltà economica (secondo le parole della legge, di altrimenti non avrebbe concesso » (23).

re
« crisi » dell’imprenditore): come il concordato Sotto il profilo funzionale, lo scopo di imme-
preventivo, gli accordi di ristrutturazione dei de- diata evidenza della composizione del debito si
biti e i piani attestati di risanamento. inserisce in un più vasto ordine di scopi, sintetiz-
La distinzione può essere sottolineata anche zabile nella soluzione convenzionale della crisi

to
nell’insieme delle procedure concorsuali isolan- d’impresa. La realizzazione di tale complesso ob-
dovi, all’interno, le procedure di insolvenza pro- biettivo finale richiede solitamente molteplici ope-
priamente intese (fallimento e amministrazione razioni di valenza operativa, economica, finanzia-
straordinaria) rispetto alle procedure che prescin- ria e anche giuridica (24). Ma la complessità del

quidazione coatta amministrativa).


di
dono dall’insolvenza (concordato preventivo e li-

Nel trattamento giuridico si intrecciano (con-


momento genetico e del momento esecutivo delle
soluzioni giuridiche per il superamento della crisi
d’impresa dipende da un’altra complessità: a essa
èE
dizionandosi vicendevolmente) le risposte alla crisi sottostante e che essa stessa rivela. Questa è data
d’impresa e le risposte all’insolvenza del debitore. dalla strategia aziendalistica di superamento della
Il diritto rilevante stabilisce non soltanto il tratta- crisi, la quale prima è stabilita in tutte le sue
mento giuridico dell’imprenditore ma anche i per- direttrici e poi è attuata nei contratti o nelle pro-
corsi dell’impresa. Nelle procedure qui dette « di cedure concorsuali necessari alla sua realizza-
insolvenza » — fallimento e amministrazione stra- zione (25).
ordinaria — vale il criterio generale della separa-
ffr

zione dell’imprenditore insolvente (che non si (23) Una definizione di credito ristrutturato è nella circ.
emancipa dallo stato di insolvenza in cui è caduto) Banca d’Italia 30 luglio 2008, n. 272 (e successivi aggiorna-
dalla sua impresa, liquidata o riveicolata sul mer- menti), recante istruzioni per la compilazione della « Matrice
dei conti », che si riferisce alle esposizioni ristrutturate come
cato secondo l’interesse tutelato dalla legge (in alle « esposizioni per cassa e “fuori bilancio” (finanziamenti,
genere, l’interesse dei creditori delusi): v. FALLI- titoli, derivati, etc.) per le quali una banca (o un pool di
iu

MENTO (diritto privato e processuale), 2010. Nel banche), a causa del deterioramento delle condizioni econo-
mico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle
concordato preventivo e nei contratti sulla crisi originarie condizioni contrattuali (ad esempio, riscadenza-
d’impresa, ferma la necessità logica dell’improse- mento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi)
guibilità dell’impresa da parte dell’imprenditore
G

che diano luogo a una perdita ». Ma, per una ricostruzione


che non recupera lo stato di solvenza, il componi- dogmatica del fenomeno, cfr. FERRI G. jr., Ristrutturazione
dei debiti e partecipazioni sociali, in Riv. dir. comm., 2006, I,
mento della crisi risponde direttamente a scelte di 747, ove si pone in chiaro che oggetto di ristrutturazione non
mercato (confezionate nell’accordo contrattuale o può che essere il complessivo finanziamento dell’attività
nella proposta concordataria approvata dai credi- d’impresa, mentre la soddisfazione dei singoli crediti
tori; v. CONCORDATO PREVENTIVO, 2008). esprime il valore giuridico della ristrutturazione dei debiti.
(24) Cfr. MÜLLER H.-F., Der Verband in der Insolvenz,
München, 2002, 261, che definisce la Sanierung come
4. Componente aziendale e componente giuri- « Summe aller organisatorischen und finanziellen Massnah-
dica nella gestione della crisi d’impresa. — La crisi men zur Überwindung einer ungünstigen wirtschaftlichen
economica ha rinvigorito la prassi delle operazioni Situation ».
(25) Per le indagini aziendalistiche cfr., essenzialmente,
di ristrutturazione, offrendo all’osservatore i ma- GUATRI, Indagine sulle caratteristiche economiche delle « si-
teriali di una vasta esperienza. Sotto una prospet- stemazioni stragiudiziali », in Riv. dott. comm., 1975, 1031;

508

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

Se si osserva l’attività d’impresa organizzata all’insolvenza dell’imprenditore. Come dimostra la


strategicamente per il superamento della crisi nella stessa definizione legale di stato di insolvenza,
sua estensione effettiva emerge che le operazioni quale impotenza a soddisfare regolarmente le pro-
di ristrutturazione si articolano concettualmente prie obbligazioni, la strategia imprenditoriale di-
intorno a tre fondamentali aree tematiche, che si viene direttamente rilevante nel diritto della crisi
concretizzano in apporti di variabile importanza d’impresa soprattutto sotto il profilo finanziario e
nei casi che si presentano: 1) riassetto industriale, non anche sotto il profilo operativo, pur essendo
o della formula imprenditoriale (business restruc- quest’ultimo inscindibile dal primo. Benché la
turing); 2) interventi sul capitale investito (asset strategia d’impresa sia giuridicamente rilevante
restructuring); 3) ristrutturazione della debitoria nella sua interezza, essa è assunta dal diritto nel-
(debt restructuring) (26). l’ottica e secondo lo schema dell’esecuzione del
Per necessità pratica, le operazioni contrattuali rapporto obbligatorio.
o concorsuali di superamento della crisi d’impresa Potrebbe dunque affermarsi che nella prospet-
non possono prescindere dalla coerente riorganiz- tiva giuridica business restructuring e asset restruc-
zazione dell’assetto aziendale (sotto il profilo fi- turing rilevino non in se stesse ma in funzione della
nanziario, patrimoniale ed economico) alla quale debt restructuring. Tuttavia, l’obbiettivo finale è

re
deve razionalmente seguire l’attuazione giuridica, dato non dalla semplice composizione del debito,
generalmente culminante nei contratti sulla com- bensì dalla stabile composizione del debito (dun-
posizione del debito o nella proposta di concor- que, dalla sua sostenibilità prospettica), necessaria
dato sottoposta ai creditori concorsuali (27). a scongiurare la revocatoria: ed è nell’aggettivo che

to
Se la composizione del debito costituisce attua- traspare l’importanza di business restructuring e
zione di un segmento soltanto della strategia com- asset restructuring.
plessiva di superamento della crisi d’impresa senza La centralità della composizione del debito, e
assorbirla per intero, nondimeno assume impor- di la sua valenza assiologica nel diritto della crisi
tanza centrale. Come anticipato, la crisi d’impresa d’impresa, non giustificano atteggiamenti rico-
assume rilievo giuridico quando si accompagna struttivi che trascurino la reale complessità della
strategia e della sua attuazione giuridica (infatti la
condivisibilità del disegno di debt restructuring
èE
BELCREDI, Le ristrutturazioni stragiudiziali delle aziende in
crisi nei primi anni ’90, in Gli strumenti per la gestione delle dipende dall’adeguatezza strategica delle scelte di
crisi finanziarie in Italia a cura di CAPRIO, Milano, 1997, 213; ristrutturazione industriale ipotizzate). Illumi-
BERTOLI, op. cit., 93 ss.; nonché i contributi raccolti in Banche nante, in tal senso, anche la critica rivolta alla
e risanamento delle imprese in crisi a cura di FORESTIERI,
Milano, 1995; KRYSTEK e MOLDENHAUER, Handbuch Krisen-
prassi aziendale di trattare il fenomeno della crisi
und Restrukturierungsmanagement, Stuttgart, 2007; Hand- d’impresa attraverso la distinta pianificazione degli
buch modernes Sanierungsmanagement a cura di CRONE e aspetti industriali da un lato e degli aspetti finan-
WERNER, München, 2007. Per indagini sulle concrete moda-
ffr

ziari dall’altro. L’artificiale scomposizione della


lità operative cfr. Mindestanforderungen an Sanierungkon-
zepte (MaS) (Institut für die Standardisierung von Unterneh- soluzione nel piano industriale e nel piano finan-
menssanierungen), Heidelberg, 2008; Linee-guida per il fi- ziario (dovuta alle diverse professionalità richieste
nanziamento delle imprese in crisi (Università degli Studi di per la composizione di ciascuno di essi e all’og-
Firenze, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e getto della interlocuzione con le banche, limitata
degli esperti contabili-CNDCEC, Assonime), 2010.
iu

(26) La strategia complessiva di risanamento è natural- al piano finanziario) mortifica la rilevante inter-
mente data dalla sinergia delle scelte strategiche ricadenti in connessione che si instaura tra problematiche in-
una o più delle menzionate aree, secondo una combinazione dustriali e finanziarie (28).
che risulta variabile in rapporto alla tipologia di crisi da
G

affrontare. Inoltre, mentre quasi sempre scelte di business


restructuring implicano azioni di asset restructuring, queste 5. Operazioni di risanamento e di liquida-
ultime non richiedono necessariamente interventi di business zione. — Scopo oggettivo delle operazioni per il
restructuring (cfr., esaustivamente, MOTTA, La dimensione superamento della crisi d’impresa può essere di
economico-finanziaria della crisi d’impresa: alcune riflessioni,
in Il nuovo diritto della crisi d’impresa e del fallimento a cura recuperare il perduto equilibrio finanziario (la sol-
di DI MARZIO, Torino, 2006, 514 ss.). Cfr. anche, con ri- venza dell’imprenditore) oppure di liquidare un
guardo al contesto americano ed in un’ottica strettamente patrimonio incapiente distribuendo i sacrifici tra i
legata al mercato finanziario, BENNETT STEWART III e GLASS- creditori (29).
MAN, The motives and methods of corporate restructuring, in
CHEW D.H. jr., The new corporate finance, New York, 1993,
584 ss. (28) Cfr. BRUGGER, op. cit., 2309 ss.
(27) Cfr. BERTOLI, op. cit., 213 ss.; più recentemente, (29) La ristrutturazione del debito è sovente concepita
MOTTA, op. cit., 513 ss. In giurisprudenza, cfr. Trib. Roma 5 come scarsamente compatibile con la cessazione dell’im-
novembre 2009, in Corr. giur., 2010, 241. presa e la liquidazione dell’attività. Nella circ. Banca d’Italia

509

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
Come anche emerge dall’osservazione fenome- zione dell’attività si pongono quali condizioni di
nologica, e dalla constatazione della netta preva- eseguibilità del contratto (ne determinano il sinal-
lenza statistica delle operazioni di liquidazione lagma funzionale) o del concordato. Per ulteriore
rispetto alle operazioni di ristrutturazione, queste conseguenza, il finalismo negoziale assume note-
ultime manifestano complessità e difficoltà di gran vole complessità, essendo integrato non solo dal-
lunga superiori (30). l’obbiettivo finale (composizione del debito) ma
Nelle operazioni di ristrutturazione l’accordo anche da due obbiettivi strumentali (recupero fi-
(o il concordato) non è a esecuzione istantanea ma nanziario e prosecuzione dell’attività). Tale finali-
consta di un vincolo obbligatorio la cui esecuzione
smo resta inevitabilmente compromesso dal man-
si protrae nel tempo. La composizione del debito
cato perseguimento degli obbiettivi strumentali
(obbiettivo finale) si raggiunge con il recupero
della capacità economica e finanziaria e alla con- rispetto al primo e fondamentale: il perdurante
dizione della prosecuzione dell’attività d’impre- squilibrio finanziario cagiona normalmente la ces-
sa. L’adempimento dell’impegno è reso concre- sazione dell’attività e la dichiarazione di fallimento
tamente possibile dalla generazione dei flussi di dell’imprenditore, ossia il procedimento di liqui-
cassa derivanti dalla prosecuzione dell’attivi- dazione che l’accordo o il concordato tendevano a
tà (31). evitare.

re
Recupero economico-finanziario e prosecu- Diversamente, gli accordi e i concordati di
liquidazione non richiedono il raggiungimento di
n. 272 del 2008 si precisa che nella nozione di « esposizione obbiettivi ulteriori rispetto alla composizione del

to
ristrutturata » non rientrano « le esposizioni nei confronti di debito, e non sono in alcun modo costruiti intorno
imprese per le quali sia prevista la cessazione dell’attività (ad
esempio, casi di liquidazione volontaria o situazioni simi- all’acquisizione di utilità future di incerta verifica-
lari) ». Tuttavia, i principi contabili su « Ristrutturazione del zione e dunque di incerta ponderazione (come la
debito e informativa di bilancio », per una espressa autoli- riorganizzazione di flussi finanziari e il recupero di
mitazione, non si applicano alle « operazioni di ristruttura-
di
zione del debito che hanno finalità liquidatoria dell’impresa
debitrice » (essendo la fattispecie disciplinata dal principio
contabile OIC 5, « Bilanci di liquidazione »). Il che induce a
ritenere che già nell’ottica aziendalistica ristrutturazione del
redditività in misura sufficiente alle esigenze
adempitive) ma restano fattualmente condizionati
soltanto dalla effettiva considerazione della posi-
zione di ogni singolo creditore dell’impresa in
èE
debito e liquidazione dell’impresa non siano fenomeni in-
compatibili; e che dunque la ristrutturazione possa preve- crisi. In particolare, per le soluzioni di natura
dere o anche esaurirsi in una strategia di liquidazione. contrattuale, la liquidazione convenuta del patri-
(30) Circa l’importante settore delle imprese di grandi monio deve realizzarsi in modo da soddisfare tutti
dimensioni, e in materia di amministrazione straordinaria, il
risultato emerge con schietta evidenza nella ricerca empirica i creditori dell’impresa in crisi: alle condizioni
di DANOVI e MONTANARO, L’amministrazione straordinaria stabilite per chi le accetta; alle condizioni origina-
delle grandi imprese in stato di insolvenza; primi spunti di rie di adempimento per chi resta estraneo all’ac-
verifica empirica, in Giur. comm., 2010, I, 245 ss.
ffr

cordo. La mancata soddisfazione di qualche cre-


(31) Ogni azienda può essere interpretata come una
combinazione di attività e passività — la cui somma alge- ditore concretizza invece la possibilità della dichia-
brica determina il patrimonio netto — costruita secondo una razione di fallimento: e dunque il mancato perse-
determinata formula imprenditoriale e idonea a generare guimento, o la vanificazione, degli obbiettivi pri-
componenti positivi e negativi di risultato che, a seconda mari e tipici dell’accordo sulla crisi d’impresa.
della logica di analisi adottata, avranno: natura reddituale (o
iu

economica), quando l’analisi mira a ricostruire il risultato Per esperienza pratica, questa schematizza-
dell’attività sulla base della convenzione contabile del prin- zione non soffre eccezioni. Di solito, soprattutto
cipio di competenza; natura finanziaria, quando la logica di quando la crisi ha concause di natura strategico-
analisi mira a ricostruire e rappresentare i fenomeni gestio-
industriale, la ristrutturazione del debito si inseri-
G

nali intercorsi nell’esercizio (o frazione dello stesso) sulla


base del principio di cassa, ossia valutando l’effetto che i vari sce in un processo molto più complesso di riorga-
fenomeni aziendali hanno determinato in termini di entrate nizzazione dell’attività d’impresa (cosiddetto turn-
ed uscite monetarie (cosiddetta cash flow analysis). Ciò che around), il cui obbiettivo è di modificare stabil-
conta soprattutto evidenziare è che l’interconnessione tra
prosecuzione nell’attività d’impresa, recupero della capacità
economico-finanziaria e sostenibilità attuale e prospettica esaustivamente, BRUGGER, L’analisi della dinamica finanziaria
del debito (valutata ex ante ed ex post rispetto alla riquali- dell’impresa, Milano, 1980; ID., La gestione aziendale nell’ot-
ficazione del debito ipotizzata) impone un’attenta valuta- tica finanziaria, in Finanza Marketing Produzione, 1983, n. 2,
zione della strategia di ristrutturazione dal punto di vista 77 ss.; BREALEY, MYERS e SANDRI, Principi di finanza azien-
finanziario, al fine di valutare se i flussi finanziari in entrata dale5, trad. it., Milano, 1999 (con riguardo alla pianifica-
e in uscita associati alle varie opzioni strategiche adottate zione, v. 783 ss.). Cfr. anche, in una prospettiva operativa,
nell’ambito delle diverse aree di gestione nell’orizzonte tem- MOTTA, Valore d’impresa e operazioni di acquisizione, in
porale considerato siano ragionevolmente idonei a produrre Manuale delle acquisizioni di imprese a cura di MOTTA,
le condizioni materiali di eseguibilità del contratto. Cfr., Milano, 2003, 4 ss.

510

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

mente la formula imprenditoriale (32); specie in Dopo le riforme degli ultimi anni il « piano »
simili evenienze può accadere che ristrutturazione può legittimamente essere considerato non sol-
e liquidazione si articolino in un disegno comples- tanto uno strumento della prassi, ma anche una
sivo; inoltre, è frequente l’intervento nella opera- figura del diritto positivo d’impresa, che pure
zione economica di soggetti terzi apportatori di richiede in determinati casi atti e documenti che
finanza o di collaborazione nell’attività d’impresa implicano una sottostante attività di pianificazione
riorientata. La liquidazione convenuta transita a (34). Ma è proprio nel settore del diritto sulla crisi
volte per la riallocazione dell’azienda o di suoi d’impresa (sia contrattuale che procedurale) che il
rami sul mercato (soddisfacendosi i creditori con il piano aziendale assume un rilievo centrale.
ricavato dell’operazione di cessione) e non di rado Le iniziali previsioni, costantemente ribadite, si
prevede l’intervento di terzi finanziatori interessati annoverano nelle discipline dell’amministrazione
a vario titolo (specialmente, per appartenere al straordinaria, dove sono previsti piani di ristruttu-
gruppo di imprese in cui si colloca quella insol- razione e di liquidazione che concernono o il
vente). Tuttavia, in ogni caso la finalità comples- superamento della crisi tramite ristrutturazione
siva dell’operazione è alternativamente rinvenibile economica e finanziaria oppure la cessione dei
o nella ristrutturazione del debito o nella liquida- complessi aziendali, e non — immediatamente —

re
zione convenuta del patrimonio dell’imprenditore: la liquidazione in senso proprio e stretto dei beni
sempre al fine del superamento della crisi d’im- e delle attività (art. 27 d. lg. 8 luglio 1999, n. 270;
presa. art. 4 d.l. 23 dicembre 2003, n. 347, come conver-
tito dalla l. 18 febbraio 2004, n. 39). Di seguito si

to
6. Pianificazione aziendale e diritto positivo è trascorsi non solo alle esplicite disposizioni in
della crisi d’impresa. — La specifica strategia d’im- materia di contratti (con la figura del « piano
presa avente a oggetto il superamento della crisi è attestato », art. 67 comma 3 lett. d l. fall.) ma anche
descritta in un programma o piano, che ne rap- di alle regole in tema di concordato: nel concordato
presenta la formalizzazione quantitativa. In gene- preventivo è stabilita la predisposizione di un
rale, il termine « piano » (o progetto o pro- piano da presentare nella domanda del debitore
gramma) designa una enunciazione dettagliata di (art. 160 l. fall.); anche nel concordato fallimentare
ciò che si vuole fare, rispondente a un’attuazione
èE
la domanda si fonda su di un piano (art. 124 l.
prevalentemente tecnica. Svolgere attività d’im- fall.). Persino con riguardo al fallimento, è oggi
presa implica, nella pratica, un continuo esercizio sancita la predisposizione di un programma di
di pianificazione: dalla situazione di start up (in cui liquidazione (art. 104-ter l. fall.).
alla nuova impresa può esser richiesta la redazione Più diffusamente, può osservarsi che in tema di
di un business plan per le più diverse finalità, come amministrazione straordinaria delle grandi im-
attrarre investitori specializzati oppure ottenere prese in crisi l’art. 27 d. lg. n. 270, cit. dispone che
ffr

finanziamenti bancari) e per tutto l’arco dell’atti- le imprese dichiarate insolventi a norma del pre-
vità d’impresa: non solo in costanza di modello di cedente art. 3 sono ammesse alla procedura di
business ma anche in tutti i casi di modificazione amministrazione straordinaria quando presentino
del modello (con il lancio di nuovi prodotti o concrete prospettive di recupero dell’equilibrio
l’ingresso in nuovi mercati, o nell’ipotesi di aggre- economico delle attività imprenditoriali. Il gene-
iu

gazione aziendale o di altre operazioni straordina- rico riferimento al risanamento dell’impresa as-
rie). In effetti l’attività d’impresa, poiché si svolge sume consistenza attraverso l’indicazione delle
in un contesto d’incertezza, presuppone sempre modalità alternativamente stabilite per tale risul-
una strategia, il cui livello di formalizzazione può tato. Dispone infatti l’art. 27 in esame che la
G

variare sulla base delle dimensioni e delle caratte- ristrutturazione può conseguirsi, in via alternativa,
ristiche organizzative (33).
damentali (strategici) e senza tradurre in un ‘progetto’ (il
(32) Sullo specifico argomento cfr., tra gli aziendalisti, tipico business plan) le vie e le modalità proposte per la loro
GUATRI, Turnaround, cit., specialmente 203 ss.; BERTOLI, op. realizzazione. Il collegamento strategia-pianificazione è, in
cit., 173 ss. Sul concetto di « formula imprenditoriale » cfr. linea di principio, naturale e irrinunciabile. Lo stesso si può
CODA, L’orientamento strategico dell’impresa, Torino, 1988, dire ogni qualvolta, come spesso accade nel corso della vita
72 ss. di un’impresa, il progetto imprenditoriale sia assoggettato a
(33) Come è stato efficacemente osservato, « Non è rimeditazione e debba essere corretto, o semplicemente
neppure concepibile che un’iniziativa imprenditoriale, se aggiornato » (GUATRI e SICCA, Strategie, leve del valore e
appena implica interessi di qualche rilevanza ed è proposta valutazione delle aziende, Milano, 2000, 21 ss.).
da soggetti dotati di ragionevolezza e di adeguate cono- (34) Si pensi all’art. 2501-bis c.c., in tema di fusione a
scenze, venga intrapresa senza stabilire alcuni obiettivi fon- seguito di acquisizione con indebitamento.

511

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
tramite la cessione dei complessi aziendali sulla che, salvaguardando la libertà determinativa dei
base di un programma di prosecuzione dell’eser- privati, mirano tuttavia ad assicurare la veridicità
cizio dell’impresa di durata non superiore ad un dei dati aziendali di partenza e la ragionevolezza e
anno (cosiddetto “programma di cessione dei fattibilità del programma medesimo (37). Anche a
complessi aziendali”) o tramite la ristrutturazione causa dell’elevato rischio connaturato a simili ope-
economica e finanziaria dell’impresa sulla base di razioni, un carattere del piano certamente non
un programma di risanamento di durata non su- necessario — ma nondimeno ricorrente — è la
periore a due anni (cosiddetto “programma di dimensione plurisoggettiva della sua elaborazione.
ristrutturazione”). Con riguardo al programma di Un carattere del piano teoricamente eventuale —
cessione, a seguito del d.l. 28 agosto 2008, n. 134, ma sempre attuale in pratica — è nella necessità
convertito con modificazioni dalla l. 27 ottobre che alcuni o tutti i suoi punti siano oggetto di
2008, n. 166, va aggiunto che per le società ope- condivisione. Ciò accade quando nel piano siano
ranti nei servizi pubblici essenziali la cessione può coinvolti soggetti diversi dai redattori e di cui si
riguardare complessi di beni e contratti sulla base chiede in qualche modo la partecipazione (38). In
di un programma di prosecuzione dell’esercizio questi casi — e sono i casi considerati nelle dispo-
dell’impresa di durata non superiore ad un anno sizioni della legge fallimentare — il piano, quale

re
(cosiddetto “programma di cessione di complessi formalizzazione di una strategia di superamento
di beni o contratti”). Tali indicazioni vanno com- della crisi d’impresa, costituisce il dato aziendale
pletate con il richiamo al precedente art. 1 che su cui si articola una complessa attività giuridica di
fissa, per l’obbiettivo della conservazione del pa- matrice negoziale finalizzata a realizzare nel

to
trimonio produttivo, le possibili vie della prosecu- mondo del diritto risultati corrispondenti a quella
zione, della riattivazione e della riconversione programmazione tecnica. E può fin d’ora antici-
delle attività. parsi: il piano (sulla crisi d’impresa) costituisce la
Nel diritto contrattuale e nei concordati il ragione del contratto (anch’esso sulla crisi d’im-
piano assume un ruolo assorbente (35). In tale
ambito la pianificazione rimane sottratta a ogni
automatismo e a ogni predeterminazione che non
di presa) e del concordato.
Se, inoltre, si pone mente al contesto in cui si
svolge l’impresa, e cioè al mercato; se si riflette
èE
valgano anche per l’esercizio dell’autonomia nego- sulla dinamica relazionale costitutiva del mercato
ziale. Come quell’esercizio è libero, così è aperta stesso; se si considera che l’insolvenza commer-
alla libera determinazione dei privati la possibilità ciale assume una dimensione spiccatamente rela-
contenutistica del piano (36). Proprio l’ampiezza zionale (pregiudicando la relazione commerciale
dello spazio determinativo e la sottrazione a ogni in essere, e cioè il rapporto obbligatorio in esecu-
vincolo di tipicità oltre che a qualsivoglia prede- zione) allora non solo si rimane ulteriormente
terminazione contenutistica sostanziano l’impor- persuasi che il piano sulla crisi dell’impresa è
ffr

tanza del piano in questi contesti operativi, dove le funzionale, oltre che a riposizionare strategica-
possibilità di successo dell’operazione dipendono mente l’impresa, anche a ristrutturare o definire
proprio dalla qualità e dalla efficienza della solu- relazioni commerciali, ossia (e prevalentemente)
zione proposta nel piano. Come sempre accade, rapporti obbligatori; ma si comprende pure come
l’ampiezza della libertà è direttamente proporzio- mai proprio il debt restructuring sia oggetto di
iu

nale all’estensione del rischio. Perciò, a tutela di primaria considerazione nella legge. Per questo
coloro che aderiscono alla pianificazione — credi- decisivo profilo emerge che il piano, mentre può
tori ma anche terzi finanziatori e acquirenti di asset essere progettato dal debitore in solitudine, invece
— il legislatore si preoccupa alquanto della effi- non può essere praticamente attuato che nella
G

cienza e della solidità del piano: stabilendo regole condivisione degli obbiettivi perlomeno tra quel
debitore e i suoi creditori (compresi nel gruppo
(35) Di « centralità » del piano nelle soluzioni concor- anche gli obbligazionisti, gli investitori e i finan-
datarie della crisi d’impresa discorre GUERRERA, Le soluzioni ziatori). Se nel piano si prevede la ristrutturazione
concordatarie, in Diritto fallimentare. Manuale breve (Autori del debito o la liquidazione convenzionale del
vari), Milano, 2008, 133.
(36) Non accade lo stesso in altre fattispecie, come il
fallimento: dove non soltanto la pianificazione è assoggettata (37) Cfr. le espressioni, varie ma sufficientemente assi-
a una finalità stringente e prestabilita nella legge, data dalla milabili nel contenuto precettivo essenziale, degli art. 67
liquidazione del patrimonio del debitore, ma deve anche comma 3 lett. d, 161 comma 3, 182-bis comma 1 l. fall.
seguire regole conformative tuttora alquanto rigide (e così, (38) Cfr., sul punto, la ricostruzione di GALLETTI, I piani
per esempio, in tema di vendite, da organizzarsi secondo di risanamento e di ristrutturazione, in Riv. trim. dir. proc.
criteri di competitività). civ., 2006, 1195 ss.

512

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

patrimonio, la praticabilità del piano stesso è con- stamente, quale organizzazione della liquidazio-
dizionata dall’adesione dei creditori interessati alle ne) (41).
modificazioni giuridiche di atti e rapporti richieste Con la precisazione ora svolta, e riallacciandosi
dal piano. Senza l’approvazione del piano da parte alle precedenti considerazioni di carattere gene-
dei creditori le cui posizioni sono in esso ristrut- rale, può concludersi che la pianificazione degli
turate — e dunque senza l’accordo di ciascun interventi sulla crisi d’impresa ha assunto anche
creditore sulla singola posizione per come ristrut- nel nostro ordinamento l’importanza già conse-
turata nel piano stesso da attuarsi contrattual- guita in altri ordinamenti vicini (42).
mente, e senza la condivisione del piano concor-
datario da parte dei creditori esprimenti le mag- Sez. II. – GESTIONE DELLA CRISI D’IMPRESA
gioranze richieste dalla legge perché la proposta TRA PROCEDURE E CONTRATTI.
del debitore divenga vincolante per i dissenzienti
— il programma di ristrutturazione non è realiz- 7. L’interesse comune dei creditori alla ge-
zabile giacché il debitore resta obbligato alle con- stione razionale della crisi d’impresa e le procedure
dizioni originarie e ostative alla ristrutturazione o concorsuali. — Poiché la composizione del debito
liquidazione per come pianificata. Pertanto, una riveste centrale importanza nelle strategie di supe-

re
volta delineato, il piano deve essere presentato ai ramento della crisi d’impresa, il ruolo dei creditori
creditori; superato il vaglio dei creditori può cre- si mostra decisivo nella scelta da assumere sul
dibilmente aprirsi ad altre partecipazioni, even- destino dell’impresa.
Nella prospettiva del rapporto obbligatorio, la

to
tualmente indispensabili: come quella degli appor-
tatori di capitale di rischio nel soggetto collettivo, crisi dell’impresa e il conseguente stato di insol-
dei terzi finanziatori dell’operazione, degli acqui-
renti dell’azienda o di suoi rami, e così via (39). (41) Sul tema cfr., in generale, il saggio di FIMMANÒ e
ESPOSITO, La liquidazione dell’attivo fallimentare, Torino,
Anche nel fallimento rileva la pianificazione.
Proprio in tale ultimo ambito la novità si mostra
effettiva. Nella Relazione illustrativa allo « Schema
di 2006, specialmente 204 ss., dove il programma di liquida-
zione è presentato come modalità razionalizzatrice del pro-
cedimento di liquidazione efficiente alla conservazione del
di decreto legislativo recante “La riforma organica valore aziendale.
èE
della disciplina delle procedure concorsuali di cui (42) La predisposizione di piani è facoltà usualmente
concessa ai protagonisti della crisi d’impresa nelle procedure
al regio decreto 16 marzo 1942, n. 267” » si legge di insolvenza vigenti in ordinamenti affini: basti citare gli
(sub art. 104-ter) che il programma di liquidazione esempi tedesco e statunitense, maggiormente presi di mira
rappresenta una novità assoluta, tesa a semplifi- dal legislatore in occasione della riforma. In particolare,
care e razionalizzare la fase di liquidazione dell’at- circa l’ordinamento tedesco, per comune opinione il piano
di regolazione dell’insolvenza (Insolvenzplan) di cui ai § 217
tivo (40). Al contrario di quanto previsto nelle ss. Insolvenzordnung costituisce il punto centrale della ri-
discipline sull’amministrazione straordinaria, nella forma, avendo la relativa disciplina sostituito quella che
ffr

legge fallimentare il programma è espressamente precedentemente definiva i concordati, preventivo e falli-


definito di liquidazione. In tal senso, si apprezza mentare. Cfr. esemplificativamente, tra le opere dedicate,
HERZIG, Das Insolvenzplanverfahren, Frankfurt am Main,
certamente una novità. Che origina, tuttavia, una 2001; FISCHER, Die unternehmerischen Mitwirkungsrechte der
domanda generale di portata teorica sulla compa- Gläubiger in der überwachungsphase des Insolvenzplans,
tibilità — e, se affermata, in quali limiti — del Köln, 2002; FRANK, Die überwachung der Planerfüllung,
iu

Köln, 2002; HESS e OBERMÜLLER, Insolvenzplan. Restschuld-


concetto di « programma » (che implica una enun- befreiung und Verbraucherinsolvenz3, Heidelberg, 2003; SMID
ciazione su ciò che ci si propone di fare; un piano e RATTUNDE, Der Insolvenzplan2, Stuttgart, 2005; v. inoltre
di lavoro) con quello di « liquidazione procedi- OBERMÜLLER, in OBERMÜLLER e HESS, InsO. Eine systematische
Darstellung des neuen Insolvenzrechts4, Heidelberg, 2003, 47
G

mentale » (che richiama piuttosto la proceduralità


ss.; EIDENMÜLLER, in Münchener Kommentar. Insolvenz-
dell’azione giurisdizionale). Altro è la pianifica- ordnung a cura di KIRCHHOF, LWOWSKI e STÜRNER, II, Mün-
zione in accordi e concordati (fatto aziendale con- chen, 2008, 1631 ss. Circa l’ordinamento statunitense, il
naturato agli stessi) altro è il programma di liqui- rinvio è alla notissima disciplina del Chapter 11 del Bank-
dazione fallimentare (che vale, alquanto mode- ruptcy Code, che ha suscitato decisiva influenza sugli altri
ordinamenti occidentali. Cfr., in generale, BLUMBERG, The
Law of Corporate Groups. Bankruptcy Law, Boston-Toronto,
(39) Cfr. ROE, Corporate Reorganization and Bank- 1985; più recentemente, BLUM, Bankruptcy and debtor/
ruptcy: legal and financial materials, New York, 2000, 38 ss., creditor, New York, 2006, 500 ss.; BAIRD, The elements of
106 ss. Bankruptcy, New York, 2006, 207 ss.; ROE, op. cit. Infine, sul
(40) Per il testo della Relazione v. ZANICHELLI, La nuova plan de sauvegarde et de redressement secondo la disciplina,
disciplina del fallimento e delle altre procedure concorsuali rispettivamente, degli art. L620-1 e L631-1 c. comm. fr. cfr.,
dopo il d.lg. 12.9.2007, n. 169, Torino, 2008, 515 ss., in per tutti, ROUSSEL GALLE, Réforme du droit des entreprises en
particolare 537. difficulté, Paris, 2005, 220 ss.

513

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
venza dell’imprenditore costituiscono fattual- mento della crisi può renderne difficile la gestione:
mente i creditori in una “comunità delle perdite”. come soprattutto accade quando la crisi d’impresa
Spetterà a tale comunità di organizzarsi per assu- si manifesta nelle forme più gravi. Il che può
mere le decisioni sulla crisi d’impresa maggior- determinare l’insuccesso dell’operazione, con pre-
mente confacenti all’interesse di ceto (43). giudizio finale anche per quei creditori che vi
La decisione sulla crisi d’impresa è, innanzi- hanno contribuito assumendo e mantenendo un
tutto, decisione sull’impresa. La ricchezza dell’im- atteggiamento eccessivamente egoistico. Ecco al-
presa consiste nell’organizzazione dei fattori pro- lora che il diritto individuale di ogni creditore di
duttivi; cosicché la conservazione dell’attività non procedere all’esecuzione e la conseguente realtà
di rado risulta efficiente alla massima valorizza- del concorso di tutti i creditori sul patrimonio del
zione dell’attivo patrimoniale e opportuna proprio debitore si rivelano costitutivi dell’interesse a che
nell’interesse dei creditori. Il che trova conferma l’espropriazione e la liquidazione dei beni del
nella riflessione sulla diversità di problemi a cui il debitore siano organizzate non semplicemente in
sistema della responsabilità patrimoniale deve ri- ragione del diritto dei creditori di essere soddi-
spondere nella disciplina codicistica e nelle disci- sfatti delle proprie pretese, ma anche secondo
pline della crisi d’impresa. A differenza che nella l’esigenza che tale soddisfazione si realizzi se-

re
prima, nelle seconde la finalità conservativa non si guendo criteri di ottimizzazione dei risultati della
esaurisce nella salvaguardia del patrimonio stati- liquidazione (46).
camente considerato ma si avvantaggia della ge- L’impegnativa decisione sull’impresa in crisi è
stione produttiva dello stesso (44). favorita da una organizzazione procedurale della

to
L’interesse alla gestione economicamente ra- scelta ed è invece pregiudicata dall’iniziativa as-
gionevole della crisi è proprio di ogni creditore: sunta dal singolo creditore e disarticolata da un
giacché nessuno preferirebbe una gestione irrazio- più vasto e complesso disegno. Acquistano per-
nale se non per il proprio vantaggio illecito o tanto ragione le complesse procedure concorsuali,
comunque immeritevole di tutela, e come tale non
ostensibile nel discorso giuridico (45). D’altro
canto, la naturale tendenza di ciascun creditore ad
di nelle quali tutte sono apprestati strumenti per la
gestione dell’impresa in crisi, sempre al fine della
migliore soddisfazione dei creditori (47). Tradizio-
èE
avvantaggiarsi sugli altri nelle operazioni di risa- nalmente, le procedure concorsuali si giustificano
namento dell’impresa o comunque di supera- proprio alla luce dell’interesse comune dei credi-
tori, di immediata percezione sotto la visuale eco-
(43) Cfr., per tutti e diffusamente, HABSCHEID, Zur recht- nomica, alla razionale gestione della crisi d’im-
lichen Problematik des außergerichtlichen Sanierungsverg- presa (48).
leichs, in Gedächtnisschrift für Rudolf Bruns, München, 1980, La prescrizione legale della procedura collet-
253 ss.; URÍA, Derecho mercantil22, Madrid, 1995, 1026 ss.
Per la giustificazione della “comunità di perdita” in chiave di
ffr

giustizia sociale, e allo scopo di scongiurare l’approfitta- (46) Nella dottrina classica, cfr. VIVANTE, op. cit., 327,
mento dei creditori meglio attrezzati sul patrimonio inca- che ricorda come già nel diritto statutario fosse viva l’espe-
piente del debitore, ancora attuale VIVANTE, Trattato di rienza del concordato fallimentare perché « l’interesse so-
diritto commerciale, cit., 323 s. ciale di troncare una liquidazione per lo più ruinosa e di
(44) Tanto, sia nella prospettiva dello scioglimento della rimettere in esercizio un’azienda forse capace di risorgere e
società (cfr. art. 2427 c.c., sull’esercizio provvisorio dell’im- di prosperare, vinceva le tendenze individuali a premere sul
iu

presa o di singoli rami in funzione di un migliore realizzo), fallito ».


sia nella prospettiva del fallimento (cfr. art. 104 e 104-bis l. (47) Per un’articolata teorizzazione cfr. JACKSON T.H.,
fall., sull’esercizio provvisorio e sull’affitto di azienda sempre The Logic and Limits of Bankruptcy Law, Cambridge (Mas-
in funzione di un migliore realizzo). Lo stesso accade nella sachusetts), 1986; v. inoltre STANGHELLINI, Proprietà e con-
G

prospettiva del concordato preventivo, dove esercizio del- trollo dell’impresa in crisi, in Riv. soc., 2004, I, 1056 ss.; FERRI
l’impresa e affitto dell’azienda possono costituire oggetto del G. jr., Impresa in crisi e garanzia patrimoniale, in Diritto
piano posto a base della domanda e dove l’intero pro- fallimentare. Manuale breve (Autori vari), cit., 63 ss.; FIM-
gramma può essere indirizzato alla conservazione dell’atti- MANÒ, L’allocazione efficiente dell’impresa in crisi mediante la
vità: nell’interesse di tutti quanti si avvantaggiano della trasformazione dei creditori in soci, in Riv. soc., 2010, I, 57 ss.
prosperità dell’impresa e dunque nel precipuo interesse dei (48) Cfr. tra gli altri, classicamente, JAEGER E., Lehrbuch
creditori concorsuali. des Deutschen Konkursrechts8, Berlin-Liepzig, 1932, 190; e il
(45) Allo stesso modo — e benché possa non essere lavoro tematico di GOTTWALD, Die Interessengemeinschaft der
lontano dal vero che « Il concordato preventivo getta una Gläubiger eines insolventen Schuldners, Bern, 1989, passim;
tavola di salvezza ai creditori, di raro immuni da responsa- v. inoltre WÜRDINGER, Theorie der schlichten Interessenge-
bilità nella catastrofe del loro debitore » (BOLAFFIO, Il con- meinschaften, Stuttgart, 1934, 65 ss.; WÜST, Die Interessen-
cordato preventivo secondo le sue tre leggi disciplinatrici, cit., gemeinschaft. Ein Ordnungsprinzip des Privatrechts, Frank-
2 s.) — nessun vantaggio immeritevole di tutela potrebbe furt am Main-Berlin, 1958, 45 ss. Nella recente dottrina
servire ad argomentare, all’opposto, l’interesse comune dei italiana, cfr. TERRANOVA, Le procedure concorsuali. Problemi
creditori al concordato. d’una riforma, Milano, 2004, 60 ss.; v. anche LIBONATI,

514

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

tiva — la disciplina del concorso — assicura la sponsabilità patrimoniale del debitore. Il signifi-
parità di trattamento non solo in possibilità, e a cato ultimo della concorsualità quale carattere di-
condizione dell’attivazione tempestiva di tutti i scriminante delle procedure dette, appunto, con-
creditori nelle esecuzioni individuali, ma anche in corsuali è riposto nel principio della parità di
realtà; inoltre nel vietare iniziative esecutive indi- trattamento, ossia del soddisfacimento eguale e
viduali (cfr. art. 51 e 168 l. fall.) e nel raccogliere perciò proporzionale dei creditori che partecipano
i creditori in massa, mentre scongiura l’eventualità al concorso (52). Per quel principio, ogni creditore
di iniziative individuali foriere di danni piuttosto diviene interessato alla massimizzazione dei risul-
che apportatrici di vantaggi (49), fonda per ciò tati della gestione della crisi d’impresa.
stesso l’interesse comune di tutti i creditori con- A tal riguardo, si è scritto di una « comunione
forzosa » tra creditori, comunione imposta dalla
corsuali a partecipare all’unica procedura a dispo-
legge concorsuale (53). E appare importante se-
sizione per la soddisfazione dei loro diritti (50).
gnalare l’efficacia costitutiva della disposizione le-
Giova riflettere che l’interesse dei creditori al
gale sul concorso dei creditori giacché proprio in
governo della crisi ha natura strumentale rispetto
ciò si radica la differenza tra contratti sulla crisi
all’interesse finale e individuale di ciascun credi-
d’impresa e deliberazioni concordatarie. In queste
tore alla soddisfazione della pretesa vantata; men-
ultime, al consenso contrattuale può avvicendarsi

re
tre il primo interesse è comune a tutti i creditori, il
la deliberazione maggioritaria proprio perché la
secondo interesse è da ciascuno di essi affermato
comunità di interessi in cui fattualmente stanno i
in conflitto con l’interesse di tutti gli altri credi-
creditori del comune debitore insolvente assume,
tori (51). Non per questo l’interesse finale è anti-

to
con l’apertura della procedura concorsuale, un
nomico all’interesse individuale; lo sarebbe se non
compiuto rilievo giuridico (54).
sussistessero le discipline del concorso che — in
quanto fondate sul principio della par condicio
8. (Segue): in particolare, deliberazione con-
creditorum — raccordano i due tipi di interesse. E di cordataria come decisione collettiva sull’impresa in
infatti, la parità dei creditori null’altro è che il
crisi. — Nel concordato si mostra chiaramente il
criterio distributivo delle risorse relativo alla re-
senso delle procedure concorsuali quali strutture
per la decisione organizzata sulla crisi d’impresa.
èE
Prospettive di riforma sulla crisi d’impresa, in Giur. comm.,
2001, II, 334 s. La consapevolezza non ancora sufficientemente
Per acquisizione risalente al diritto comune (e fondativa matura di questa funzione induce la critica ricor-
del pactum concordiae), l’insolvenza del debitore è costitutiva rente alla struttura stessa del concordato, quale
dell’interesse comune dei creditori alla decisione collettiva procedura deliberativa e non consensuale. Poiché
tra esecuzione forzata e accordo con il fallito (cfr. VOLANTE,
Autonomia contrattuale e fallimento tra fondazioni medievali,
diritto comune e codici, in Autonomia negoziale e crisi d’im- (52) Cfr. BONSIGNORI, in BIONE e altri, Disposizioni gene-
presa, cit., 135 ss., che bene illustra come questo stato di rali, in Commentario del codice civile Scialoja-Branca a cura di
ffr

interessi sia variamente ricostruito nelle epoche della storia: GALGANO, Legge fallimentare (Art. 1-22), Bologna-Roma,
dalla visione medievale della universitas tra creditori alla 1974, sub art. 1-4, 38, che discorre del « requisito della
visione secentesca della societas tra creditori). In termini concorsualità o della egualitarietà »; v. anche RESCIGNO M.,
attuali, i creditori concorsuali sono portatori dell’interesse Contributo allo studio della par condicio creditorum, in Riv.
comune a che il patrimonio incapiente non solo si conservi dir. civ., 1984, I, 359 ss.; COLESANTI, Mito e realtà della « par
ma anche si ottimizzi nel suo valore, in modo da ridurre la condicio », in Fallimento, 1984, 46 ss.; JAEGER P.G., « Par
iu

differenza tra passivo e attivo. Cfr. FERRI G. jr., op. ult. cit., condicio creditorum », in Giur. comm., 1984, I, 88 ss.; JORIO,
36 s.; ID., Ristrutturazione dei debiti, cit., 755; ROVELLI, Un Le crisi d’impresa. Il fallimento, in Trattato di diritto privato
diritto per l’economia. Bilancio di una stagione di riforme. diretto da IUDICA e ZATTI, Milano, 2000, 9.
Una scelta di degiurisdizionalizzazione?, in La crisi d’impresa. (53) Così GUERRERA, Il “nuovo” concordato fallimentare,
G

Questioni controverse del nuovo diritto fallimentare a cura di in Banca borsa, 2006, I, 539. E tuttavia, non realizzandosi nel
DI MARZIO, Padova, 2010, 43. caso nessuna comunione di crediti (la quale sarebbe al più
(49) Su tale aspetto cfr. COFFEE e KLEIN, Bondholders ipotizzabile nel caso di solidarietà attiva: cfr. in generale
Coercion: The Problem of Constrained Choice in Debt Tender BUSNELLI, Obbligazioni soggettivamente complesse, in questa
Offers and Recapitalizations, in 58 University of Chicago Law Enciclopedia, XXIX, 1979, 337), resta preferibile il riferi-
Review, 1991, 1214, che ricostruiscono il problema dell’ade- mento, piuttosto che alla comunione, al vincolo comunitario.
sione dei creditori alla soluzione della crisi d’impresa loro (54) Cfr., in tal senso, l’avviso giurisprudenziale se-
prospettata secondo la logica del “dilemma del prigioniero”. condo cui, proprio per l’apertura della procedura concor-
(50) Sulla concorsualità come mantenimento, nella fase suale, i creditori del comune debitore insolvente entrano « in
esecutiva, delle reciproche posizioni dei creditori, cfr. RU- forza di legge » in quella comunità di perdita casualmente
BINO, La responsabilità patrimoniale. Il pegno, in Trattato di determinata dall’insolvenza del debitore in cui, per avviso
diritto civile italiano diretto da VASSALLI Fi., cit., XIV, t. 1, di certa dottrina (v. HABSCHEID, op. cit., 253 ss., 261 ss.), si
1949, 14; VIVANTE, op. cit., 323 s.; e le osservazioni di troverebbero ad essere già per lo stato di insolvenza
TERRANOVA, op. ult. cit., 54 s. di quest’ultimo: BGH 12 dicembre 1991 (BGHZ 116, 319,
(51) Cfr. FERRI G. jr., Impresa in crisi, cit., 37. 323 ss.).

515

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
nel concordato si compone il debito, ci si attende- vece il collegamento con l’attività d’impresa (con-
rebbe che la procedura vincolasse soltanto i cre- sentito dalla soluzione concordataria, preventiva
ditori consenzienti e non anche i creditori dissi- ma anche successiva) emancipa il patrimonio dalla
denti. Perché attraverso il concordato possa rag- tradizionale funzione e ne consente la finalizza-
giungersi la decisione organizzata sulla crisi d’im- zione produttiva (57).
presa, è tuttavia stabilita la regola maggioritaria. Il concordato preventivo, esperibile anche dal-
Pur nella intuitiva pratica necessarietà, la deci- l’imprenditore non ancora definitivamente insol-
sione per deliberazione maggioritaria e non per vente (cfr. art. 160 commi 1 e 3 l. fall.), per la
consenso suscita dubbi e perplessità in chi vi tempestività dell’intervento favorisce quella profi-
scorge, addirittura, un fenomeno espropriativo del cua ristrutturazione dell’attività sotto il profilo
diritto di credito (55). della continuità aziendale (going concern) o quan-
La visione alternativa, emancipatasi dal condi- tomeno della organizzazione d’impresa (58), in
zionamento del rapporto obbligatorio e aperta a accoglimento di una prospettiva che fu alquanto
riflettere sull’impresa, ritiene invece la regola mag- estranea al diritto concorsuale tradizionale e che si
gioritaria ampiamente giustificata proprio in forza rimproverò mancare anche nella prima legge de-
dell’organizzazione della decisione collettiva sul- dicata all’amministrazione straordinaria delle

re
l’impresa. La decisione di finanziare un’impresa grandi imprese in crisi, la l. 3 aprile 1979, n. 95, di
implica soggezione alla legge commerciale come conversione, con modificazioni, del d.l. 30 gennaio
regola sul funzionamento dell’impresa: e così pure 1979, n. 26, cosiddetta “legge Prodi” (59).
al diritto della crisi, comprensivo delle procedure La salvaguardia del patrimonio nella destina-

to
di concordato in cui la soluzione alla crisi è deli- zione d’impresa è resa possibile dalla decisione
berata a maggioranza (56). strategica sulla gestione della crisi. Il procedi-
Pure importante è che, mentre nel fallimento mento di concordato è l’ambito in cui le parti si
l’esecuzione coinvolge l’intero patrimonio del de- incontrano e i creditori deliberano: assumono cioè
bitore sottraendolo alla sua destinazione produt-

vece l’alternativa concordataria può conservare


quel patrimonio alla originaria destinazione d’im-
di
tiva per riservarlo alla garanzia dei creditori, in-
una decisione collettiva secondo regole essenziali
che pure determinano altri insiemi di soggetti,
come i soci nelle società commerciali. Esemplifi-
èE
cando drasticamente potrebbe affermarsi che
presa: e perciò realizza più intensamente la disci- mentre nella società solvente l’azione è procedu-
plina dell’attività commerciale permettendo anche ralmente decisa dal capitale di rischio, invece nella
l’apprensione di tale dinamismo sotto la prospet- società insolvente l’azione può essere procedural-
tiva, tradizionalmente statica, della responsabilità mente decisa dal capitale di debito: come accade
patrimoniale. Se, in altri termini, i cardini del nei concordati (60).
sistema della responsabilità patrimoniale presen-
ffr

tano il patrimonio in funzione di “garanzia” del- (57) La destinazione all’attività costituisce peraltro un
l’obbligazione (ed è questa la prospettiva della criterio imprescindibile per la ricostruzione della responsa-
liquidazione patrimoniale nell’interesse dei credi- bilità patrimoniale dell’imprenditore (criterio comunque di-
tori, e dunque, selettivamente, del fallimento), in- verso da quello più tradizionale dato dalla personificazione
delle collettività organizzate), che trova puntuale riscontro
nella legislazione commerciale recente, come pure dimostra
iu

(55) Cfr. — dopo VIDARI, Corso di diritto commerciale, l’istituto del patrimonio destinato (o dedicato) a uno speci-
IX4, Milano, 1898, 33 ss.; CARNELUTTI, Espropriazione del fico affare: cfr., esaustivamente, SPADA, Persona giuridica e
creditore, in ID., Studi di diritto processuale, IV, Padova, articolazione del patrimonio: spunti legislativi recenti per un
1939, 233 ss.; DE MARTINI, Il patrimonio del debitore nelle antico dibattito, in Riv. dir. civ., 2002, I, 837 ss.; FERRO-LUZZI
G

procedure concorsuali, Milano, 1956, 223 nt. 274 — da P., La disciplina dei patrimoni separati, in Riv. soc., 2002, I,
ultimo, CALANDRA BUONAURA, Concordato preventivo, in que- 126 ss.; DI MAJO, Responsabilità e patrimonio, Torino, 2005,
sta Enciclopedia, Annali, II, t. 2, 2008, 253. 67 ss.; e FIMMANÒ, Patrimoni destinati e tutela dei creditori
Lo sviluppo delle teoriche è criticamente riferito nel nella società per azioni, Milano, 2008, 43 ss.
saggio di SACCHI, Il principio di maggioranza nel concordato e (58) Sulla quale cfr. lo studio di ROSSI Ant., Il valore
nell’amministrazione controllata, Milano, 1984. Di recente, dell’organizzazione dell’impresa, in Riv. dir. comm., 2009, I,
cfr. più in generale l’approfondito lavoro di BUSSEL e KLEE, 612 ss.
Recalibrating Consent in Bankruptcy, in 83 American Bank- (59) Cfr. LIBONATI, Il gruppo insolvente2, Firenze, 1983,
ruptcy Law Journal, 2009, 663, dove, rileggendo le discipline 217.
legali e commentando importanti casi concreti alla luce della (60) Nel dibattito che ha preceduto la riforma, cadendo
categoria del « consent », si discorre di « manufacturing con- in discussione la spettanza del controllo dell’impresa (se
sent » per affermare l’esistenza di una manipolazione e di all’imprenditore o, come sembrava corretto, ai creditori: cfr.
una alterazione del consenso sia nelle previsioni di legge che VISENTINI G., Le convenzioni bancarie di salvataggio, in L’im-
nella soluzione dei casi concreti. presa in crisi: tra liquidazione e conservazione. Obiettivi di
(56) Cfr., limpidamente, VIVANTE, op. cit., 341. una riforma delle procedure concorsuali e vantaggi per le

516

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

Questo modo di vedere si inserisce in un più nistrazione del debitore (Eigenverwaltung: cfr. §
vasto argomentare, organizzato intorno all’idea 270 ss. Insolvenzordnung) (62).
basilare che, in caso di insolvenza dell’imprendi- In una prima versione, i supposti obblighi di
tore, la piena tutela del credito possa realizzarsi cooperazione sono modellati dietro la suggestione
soltanto attraverso il riconoscimento in capo ai del regime disciplinare del vincolo associativo. Su
creditori di poteri dispositivi non, semplicemente, queste premesse si è cercato di ricostruire un vero
del patrimonio dell’impresa ma dell’impresa stessa e proprio Kooperationsvertrag. Il contratto coope-
considerata come attività (61). rativo sarebbe suscitato dallo stato oggettivo di
cose (crisi dell’impresa e insolvenza dell’impren-
9. Comportamenti opportunistici dei creditori ditore), in forza del quale i partecipanti all’opera-
e difficoltà dei contratti sulla crisi d’impresa. Le zione di Sanierung, in quanto coinvolti nel comune
teoriche sugli obblighi di cooperazione tra i destino determinato dalla crisi dell’impresa, e per-
creditori. — Il nesso profondo che può intrave- ciò chiusi in una comunità di perdita, sarebbero
dersi tra le diverse strutture della decisione sul- altresì tenuti a prestare il consenso a quelle solu-
l’impresa — dei soci per l’impresa in bonis, dei zioni che si mostrassero più favorevoli della mera
creditori per l’impresa in crisi — ha indotto nella liquidazione patrimoniale, giudizialmente organiz-
dottrina tedesca la proposta teorica sulla sussi-

re
zata; invece comportamenti ostruzionistici e forieri
stenza di Kooperationspflichten tra i creditori del- di risultati subottimali esporrebbero i responsabili
l’impresa in crisi e i soci nella stessa, se organizzata alla sanzione contrattuale (63).
in forma collettiva. In quel clima culturale è stata È stato criticamente evidenziato che una simile

to
anche fortemente ridimensionata l’esigenza del- tesi confligge con diffuse e consolidate idee sulla
l’apertura di una procedura concorsuale e della libertà contrattuale: non potendosi negare che
nomina di un curatore, argomentandone la super- quel valore è messo a repentaglio da operazioni
fluità per l’ipotesi di società di capitali quando, di dogmatiche tese a ricostruire obblighi contrattuali
sopravvenuta l’insolvenza, gli amministratori pos- tra soggetti estranei, che si incontrano solo sul
sano dirsi tenuti a una gestione non più nell’inte- terreno costituito dall’insolvenza del comune de-
resse dei soci ma nell’interesse dei creditori: se- bitore (64).
condo un’idea rinvenibile anche nel diritto setto- Per una diversa versione la cooperazione tra
èE
riale, e posta alla base della disciplina dell’ammi- creditori troverebbe riconoscimento giuridico non
in un legame di natura contrattuale assimilabile al
banche e le imprese a cura di APICE, Roma, 2002, 223), è stata vincolo societario, ma nella constatazione di un
avanzata l’osservazione, e l’esigenza, che « quando i risultati
negativi abbiano bruciato l’investimento di rischio [...] e il
reciproco potere di influenza fattualmente sussi-
capitale di rischio risulti azzerato e non rinnovato, la legit- stente tra i creditori del medesimo debitore in
timazione alla gestione dell’impresa [...] scende di uno sca- crisi. Quel potere reciproco di influenza unirebbe
lino: passa cioè dall’investimento di rischio, che non c’è più,
ffr

i creditori del comune debitore in una Schicksals-


al capitale di credito » (LIBONATI, Prospettive di riforma sulla
crisi d’impresa, cit., 332). Come è stato rilevato, i progetti che gemeinschaft; per tale vincolo di destino essi sa-
hanno preparato la recente riforma si sono effettivamente rebbero tenuti al rispetto di obblighi di sacrificio
basati sull’assunto « di una sorta di mutazione genetica (Aufopferungspflichten): affinché il sacrificio a cui
dell’impresa insolvente: non più un’entità economica di tutti collaborativamente si assoggettano possa fa-
proprietà dell’imprenditore bensì un patrimonio apparte-
iu

nente ormai ai creditori, divenuti arbitri del suo destino »


(JORIO, Fallimento (diritto privato e processuale), in questa (62) Cfr. HIRTE, Restrukturierung nach der InsO: Geset-
Enciclopedia, Annali, III, 2010, 331). Cfr. anche le interes- zesplan, Fehlstellen und Reformansätze innerhalb einer um-
santi osservazioni di STANGHELLINI, La crisi d’impresa fra fassenden InsO-Novellierung, in ZGR, 2010, 228 ss., che
G

diritto ed economia, cit., 23 ss., che non esita ad assimilare difende in tal modo una soluzione privatistica della crisi
soci e creditori nella fattispecie dell’impresa in crisi, scri- d’impresa che possa conquistarsi attraverso i modelli opera-
vendo dei creditori come di « soci senza diritti »: soci, tivi non della procedura di insolvenza ma di un moderno ed
perché, perduto il capitale di rischio, ne divengono in certo efficiente diritto societario.
senso fornitori proprio i creditori; senza i diritti dei soci, (63) Cfr. i lavori di EIDENMÜLLER, Unternehmenssanie-
perché non formalmente tali ma soltanto creditori. Dal che rung zwischen Markt und Gesetz. Mechanismen der Unterneh-
la visione delle procedure di insolvenza come « strumenti mensreorganisation und Kooperationspflichten im Reorganisa-
per il trasferimento del controllo [dell’impresa] ai creditori » tionsrecht, Köln, 1999; ID., Finanzkrise, Wirtschaftskrise und
(ivi, 49 ss.). das deutsche Insolvenzrecht, Berlin, 2009, 14 ss.; SCHULZ,
(61) Cfr. BRÜNING, Gesellschafter und Insolvenzplan. Treuepflichten unter Insolvenzgläubigern, Köln, 2002, 93 ss.;
Eine Untersuchung ihrer Stellung in der Reorganisation in- BAMBERGER, in Recht der Sanierungsfinanzierung a cura di
solventer Gesellschaften im Insolvenzplanverfahren (§§ 217 KNOPS, BAMBERGER e MEIER-REIMER, Berlin-Heidelberg, 2005,
ff. InsO), Hamburg, 2006, 211 ss.; BITTER, Sanierung in der 33 s.
Insolvenz. Der Beitrag von Treue- und Aufopferungsplifchten (64) Cfr., in tal senso, MÜLLER, Der Verband in der
zum Sanierungserfolg, in ZGR, 2010, 193 ss. Insolvenz, cit., 273 ss., 276.

517

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
vorire il superamento della crisi d’impresa. La rio (accordi di ristrutturazione dei debiti) e poi
violazione degli obblighi di partecipazione co- soluzioni procedurali deliberative. Proprio il com-
struttiva alla comunità di perdita (o, ancora me- plesso apparato disciplinare dimostra evidente-
glio, di pericolo) potrebbe a tal punto legittimare mente che la libertà negoziale del creditore può
pretese risarcitorie degli altri appartenenti alla essere accuratamente protetta senza inficiare la
comunità per il subìto fatto illecito, le quali pre- possibilità della soluzione negoziale (e specifica-
tese sarebbero fondate sul disposto del § 826 mente contrattuale) della crisi d’impresa. Qualora
BGB (65). infatti non si riuscisse ad organizzare un consenso
Un pregio di queste controverse mosse teori- sufficiente alla soluzione contrattuale sul mercato,
che è di aver sottolineato, sotto diversi profili, la sarebbe sempre possibile tentare un accordo di
sussistenza di uno speciale legame tra i protagoni- ristrutturazione dei debiti; in ogni caso sarebbe
sti della crisi d’impresa forgiato dal fatto stesso sempre disponibile la soluzione concordataria,
fondata non sul paradigma consensuale ma sul
della crisi; legame magari sfuggente a una soddi-
diverso paradigma deliberativo.
sfacente apprensione sotto la logica giuridica ma
E tuttavia l’elaborazione dogmatica sugli ob-
— in quanto determinato dall’appartenenza a una
blighi di cooperazione di coloro che sono partecipi
comunità di pericolo — in qualche misura para-

re
alla comunità di perdita aiuta a collocare nella luce
gonabile (ancorché non assimilabile) al vincolo appropriata l’importante novità delle discipline sui
sociale. contratti per il superamento della crisi d’impresa,
Questo nesso fattuale è indubitabile. E tutta- caratteristica della recente riforma italiana.

to
via, con ogni probabilità, non potrebbe giustificare
da solo la costruzione dogmatica di un implicito 10. Dai concordati stragiudiziali, quali con-
contratto tra creditori (e tra creditori e soci), tratti con l’imprenditore insolvente, ai contratti
lasciando pertanto irrisolte le perplessità sulla con- sulla crisi d’impresa. — Nella disciplina civilistica
figurabilità di Kooperationspflichten; né appare
molto più solida la prospettabilità di Aufopfe-
rungspflichten tra i creditori del comune debitore,
la disattenzione dei quali potrebbe esporre l’au-
di delle obbligazioni e dei contratti le regole che
presiedono all’insolvenza dimostrano lo sfavore
del legislatore. Nei rapporti tra le parti, lo stato di
insolvenza dissimulato può determinare persino la
èE
tore a responsabilità extracontrattuale per eserci- nullità per illiceità del contratto concluso dall’im-
zio abusivo e dannoso (emulativo) della libertà prenditore (cfr. art. 218 l. fall. in combinato di-
contrattuale. sposto con l’art. 1418 comma 1 c.c.); se la contro-
Occorre evidenziare come in entrambe le ver- parte ha consapevolezza dell’altrui insolvenza, il
sioni — ancorché ciò emerga più schiettamente contratto non è tutelato rispetto ai terzi, che pos-
nella costruzione contrattualistica — si configuri la sono agire in revocatoria (art. 2901 c.c.). Nella
possibilità della decisione deliberativa e maggiori-
ffr

legge fallimentare, dove è invece rilevante l’insol-


taria sulla crisi d’impresa al di fuori e a prescindere venza commerciale (66), valgono i rimedi previsti
da una procedura concorsuale. Lo scetticismo nelle azioni di inefficacia e revocatorie (art. 64 ss.
verso le teoriche in esame trova ragione specie in l. fall.). Inoltre, la controparte consapevole dell’in-
ordinamenti quali il nostro, dove accanto alle so- solvente si espone, nei confronti dei terzi, alla
iu

luzioni contrattuali liberamente conseguibili sul


mercato (cosiddetti piani attestati di risanamento) (66) Classicamente, la differenza tra garanzia dell’obbli-
stanno soluzioni contrattuali in cui si promuove gazione civile e garanzia dell’obbligazione commerciale era
l’accordo con una parte soltanto del ceto credito- ravvisata nell’oggetto: individuato, per la prima, nel patri-
G

monio del debitore e, per la seconda, nel credito goduto


dall’imprenditore (cfr. BONELLI G., Del fallimento2, I, Mi-
(65) Cfr. BITTER, op. cit., 169 ss., 182 s., 186 ss. La lano, 1923, 7 s.). Inoltre, mentre l’insolvenza commerciale
teorizzazione prende sul serio le critiche alla ricostruzione di qualifica un soggetto (l’imprenditore: cfr. art. 2221 c.c. e art.
obblighi di natura contrattuale e cerca di argomentare di- 5 l. fall.), invece l’insolvenza civile attiene a un rapporto
versamente la sussistenza di obblighi di cooperazione. Pre- obbligatorio (RAGUSA MAGGIORE, Istituzioni di diritto falli-
ferisce pertanto ricostruire obblighi di sacrificio, imposti mentare, Padova, 1994, 54). Anche a seguito della soppres-
sempre dalla condizione oggettiva in cui si trovano i creditori sione della differenza codicistica tra obbligazioni civili e
del debitore insolvente, il cui mancato rispetto può trovare commerciali, è seguita pure l’opinione della sostanziale coin-
sanzione di natura extracontrattuale. Dato il principio della cidenza tra i due fenomeni (cfr., per esempio, FERRARA F. jr.,
tipicità dell’illecito civile vigente nel diritto germanico (cfr. § Il fallimento3, Milano, 1974, 366). Una ricostruzione del
823 ss. BGB) ritiene di fondare la responsabilità sulla regola rapporto tra insolvenza civile e commerciale è offerta, nel-
del § 826 (che stabilisce il risarcimento del danno a carico di l’ultima dottrina, da GALLETTI, La ripartizione del rischio di
chi cagiona dolosamente ad altri un danno contrario al buon insolvenza. Il diritto fallimentare tra diritto ed economia,
costume). Bologna, 2006, 180 ss.

518

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

responsabilità aquiliana per concessione abusiva peculiarità disciplinare di tali contratti nelle figure
del credito. Più in generale, l’intero rapporto ob- del « piano attestato » e degli « accordi di ristrut-
bligatorio è pregiudizialmente segnato dall’insol- turazione dei debiti » (69).
venza in cui è, o in cui cade, il debitore (67). Mentre il contratto con l’insolvente è scorag-
Nell’ampio novero della contrattazione con giato, e così pure il contratto con l’imprenditore
l’imprenditore insolvente rientra anche la contrat- commerciale insolvente, proprio quest’ultimo con-
tazione sulla crisi d’impresa, che tuttavia se ne tratto è invece incoraggiato quando la crisi d’im-
distingue per la funzione: non, genericamente, presa non costituisce mera occasione del con-
evitare il fallimento dell’imprenditore ma, specifi- tratto, ma ne integra la funzione, indirizzandosi
camente, superare la crisi dell’impresa. Questa meritevolmente il contratto alla soluzione della
distinzione non appartiene alla tradizione: dove i crisi d’impresa (70).
contratti occasionati dalla crisi d’impresa, classifi- Il giudizio di meritevolezza di tali contratti è
cati tra i contratti dell’impresa, vi si collocano nella concretizzato nella disciplina dell’azione revocato-
sintesi data dalla figura del « concordato stragiu- ria, che consente di discriminare i contratti imme-
diziale » quale accordo tra imprenditore insol- ritevoli di tutela (perché stipulati con l’imprendi-
vente e creditori volto a scongiurare il falli- tore insolvente) dai contratti meritevoli di tutela

re
(perché, ancorché stipulati con l’imprenditore in-
mento (68).
solvente, sono indirizzati al superamento della
L’importanza della distinzione è tuttavia evi-
crisi d’impresa). Rispetto ai terzi, mentre il con-
denziata dall’inadeguatezza dell’idea — costitutiva
tratto con l’imprenditore insolvente vale come

to
del concordato stragiudiziale — che il coinvolgi-
fatto potenzialmente lesivo della garanzia patrimo-
mento dei creditori possa essere sufficiente allo
niale — come tale non opponibile e perciò assog-
scopo; mentre quello può evitarsi, molto diversa-
gettato a revocatoria (ma anche fonte di responsa-
mente, solo risolvendo la crisi d’impresa. La quale
bilità extracontrattuale) —, invece il contratto
operazione da un lato non richiede il corale as-
senso dei creditori e dall’altro implica il più delle
volte la partecipazione di soggetti diversi dai cre-
di sulla crisi d’impresa (concluso per affrontare la
crisi nel tentativo di superarla) può giovarsi di una
speciale protezione ed essere opponibile ai terzi (v.
ditori e la realizzazione di complesse operazioni
AZIONE REVOCATORIA FALLIMENTARE, 2008).
èE
della più varia natura: economiche, patrimoniali,
Non basta però che l’obbiettivo possa dirsi
finanziarie, aziendali e societarie. Per l’angustia
soggettivamente prefissato, dovendo apparire an-
concettuale che testimoniano, i concordati stragiu-
che oggettivamente argomentabile: non rileva in-
diziali non si emancipano pertanto dalla condi-
fatti la mera intenzione delle parti, il motivo al
zione insufficiente di accordi con l’imprenditore
contratto (art. 1345 c.c.) ma la funzione oggettiva
insolvente e non assurgono alla diversa condizione
del contratto. Il che impone che l’obbiettivo del
di contratti sulla crisi d’impresa. La finalità aggre-
ffr

superamento della crisi costituisca la causa del


gante e qualificante della contrattazione, data dal
contratto.
superamento della crisi d’impresa, determina la
Ma nemmeno a tal punto può escludersi l’abu-
sività della contrattazione, occorrendo che l’ob-
(67) Cfr., in generale, MACARIO, Insolvenza del debitore,
crisi dell’impresa e autonomia negoziale, cit., 25 ss. biettivo del superamento della crisi si mostri anche
iu

(68) Così DALMARTELLO, I contratti delle imprese com- ragionevolmente perseguibile (cfr. art. 67 comma
merciali3, Padova, 1962, 100, che nella trattazione dedicata si 3 lett. d l. fall.). Proprio il requisito di ragionevo-
riferisce, più esattamente, ai « contratti attinenti alla crisi lezza e fattibilità esclude (già in astratto) la quali-
dell’impresa commerciale » (cfr. 495 ss.). Nella dottrina
G

successiva cfr., a titolo esemplificativo, IRTI, Dal salvataggio


statale all’intervento bancario, in Riv. soc., 1996, 1081 ss.; (69) Queste fattispecie sottraggono peraltro interesse e
BONELLI F., Nuove esperienze nella soluzione stragiudiziale ragione allo studio dei concordati stragiudiziali, svoltosi
della crisi delle imprese, in Giur. comm., 1997, I, 488 ss.; DE intorno a questioni ormai superate dal dato positivo (quale
NOVA G., Le convenzioni attuative del piano di ristruttura- appunto la necessità, o meno, della partecipazione di tutti i
zione, in Crisi d’impresa e risanamento. Ruolo delle banche e creditori all’accordo). Cfr. le notizie in VILLA G., Aspetti
prospettive di riforma a cura di MASCIANDARO e RIOLO, Roma, negoziali del concordato stragiudiziale, in Riv. dir. priv., 2001,
1997, 229 ss.; SCHLESINGER, Convenzioni bancarie di salvatag- 791 ss.
gio, in Fallimento, 1997, 893; JORIO, Dal concordato stragiu- (70) Cfr. anche FORTUNATO, Brevi note sulla « filosofia »
diziale alla soluzione stragiudiziale delle crisi d’impresa, ivi, della nuova revocatoria fallimentare, in Giur. comm., 2005, I,
1999, 759 ss. In giurisprudenza cfr. specialmente Cass. 16 721; GALLETTI, Le nuove esenzioni dalla revocatoria fallimen-
marzo 1979, n. 1562, in Foro it., 1980, I, 410. Per una tare, ivi, 2007, I, 182 ss.; BOGGIO, op. cit., 116; LO CASCIO, Il
recente panoramica di diritto comparato si può leggere piano attestato di risanamento, in La crisi d’impresa. Que-
BOGGIO, Gli accordi di salvataggio delle imprese in crisi. stioni controverse del nuovo diritto fallimentare a cura di DI
Ricostruzione di una disciplina, Milano, 2007, 27 ss. MARZIO, cit., 283.

519

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
fica di abusività (e la colpa come elemento ogget- 11. I contratti sulla crisi d’impresa secondo le
tivo del contratto quale fatto dannoso per il terzo figure dei piani attestati di risanamento e degli
e fonte di responsabilità risarcitoria ai sensi del- accordi di ristrutturazione dei debiti. — Per l’idea
l’art. 2043 c.c.). E in effetti, il ragionevole supera- esposta piani attestati e accordi di ristrutturazione
mento della crisi — constatabile per essere il costituiscono figure contrattuali. Al di fuori di
contratto attuativo di un piano aziendale ragione- ipotesi concordatarie il piano di ristrutturazione o
vole e fattibile — non solo non contrasta ma anzi di liquidazione costituisce riferimento di contratti,
soddisfa l’interesse dei terzi creditori (71). stipulabili dal debitore con una molteplicità di
Come anche il requisito di ragionevolezza aiuta soggetti, e caratteristicamente con i creditori.
a supporre, la protezione non può logicamente L’idea del contratto è suscitata dal rilievo che,
dipendere da caratteristiche del contratto, in se il piano non deve necessariamente essere pre-
quanto esso è stabilito per la realizzazione del sentato a tutti i creditori, certamente deve esserlo
piano. Le caratteristiche rilevanti devono perciò a tutti i creditori per i quali si prevedono in esso
afferire non al contratto ma al piano. Dispone la variazioni del rapporto obbligatorio: e dunque
legge che il piano deve essere ragionevole e fatti- sacrifici rispetto al contenuto originario del diritto
bile ed essere attestato come tale dal revisore di credito. Tali creditori devono infatti decidere se

re
legale (cfr. ancora art. 67 comma 3 lett. d l. fall.); accettare o meno la rinegoziazione dell’obbliga-
fissa in tal modo due caratteri indefettibili del zione in vista del piano, il quale non può trovare
piano e ne affida l’attestazione all’esperto. Invece, attuazione senza il loro consenso. Inoltre, il piano
nulla o quasi dispone la legge sul contratto, se non deve essere presentato a tutti gli altri soggetti dei

to
che l’accordo di ristrutturazione che si intende quali si prevede in esso la partecipazione (appor-
sottoporre a omologazione deve essere stipulato tatori di nuova finanza, acquirenti di asset, ecc.).
con i creditori rappresentanti almeno il sessanta Piani attestati e accordi di ristrutturazione si mo-
per cento della debitoria complessiva. Il che si strano pertanto come figure positive di contratti
spiega in quanto oggetto effettivo — ancorché
mediato — di protezione giuridica è la strategia di
razionale superamento della crisi, di cui il con-
di sulla crisi d’impresa.
La ricostruzione accennata è tutt’altro che pa-
cifica, riscontrandosi diffusamente in dottrina e
èE
tratto è mera attuazione. giurisprudenza dubbi sia con riguardo alla fatti-
Il programma è tutelato attraverso la stabiliz- specie del piano attestato (considerata autonoma
zazione degli effetti dei contratti realizzativi. Poi- rispetto al contratto) sia con riguardo alla fattispe-
ché con tali contratti si dispone di un patrimonio cie dell’accordo di ristrutturazione (inserita nel-
incapiente, gli effetti rilevanti sono quelli verso i l’insieme delle procedure concorsuali). Cosicché la
terzi. Il problema affrontato e risolto è pertanto soluzione proposta deve essere argomentata esa-
quello della opponibilità del contratto ai terzi. minando brevemente le perplessità teoriche per
ffr

L’opponibilità è determinata dalle regole sul- scoprirne l’infondatezza.


l’azione revocatoria fallimentare. Le esenzioni dei Circa la prima figura, alcune espressioni ado-
contratti sulla crisi d’impresa e degli atti esecutivi perate dal legislatore hanno indotto la diffusa idea
dall’azione revocatoria segnano il limite della op- che, al di fuori dell’ipotesi del concordato, il piano
ponibilità. Questo limite è sistematico, e indispen- possa assumere rilievo autonomo ossia indipen-
iu

sabile per discriminare gli accordi tutelabili dal dente dal termine di riferimento giuridico — di
diritto da quelli non tutelabili (72). natura contrattuale — in cui si trova usualmente
richiamato, tradotto o inserito. L’idea è suscitata
dalla dizione dell’art. 67 comma 3 lett. d l. fall., nel
G

(71) Sulla meritevolezza in tesi degli accordi sulla crisi


d’impresa cfr. già DE NOVA, op. cit., 230, secondo il quale quale si esentano da revocatoria gli atti compiuti in
« non par dubbio che persegua interessi meritevoli di tutela
una convenzione volta ad attuare un piano di risanamento, e
esecuzione di un piano di ristrutturazione ragio-
così a salvaguardare una o più imprese »; nella dottrina nevole e attestato come tale dal revisore legale. È
recente, cfr. DI MARZIO, Autonomia negoziale e nuove regole infatti sembrato che la fattispecie additata dal
sulla crisi e sulla insolvenza dell’impresa, in Riforma fallimen- legislatore sia esaurita dal piano, quale atto unila-
tare. Lavori preparatori e obiettivi a cura di VIETTI, MAROTTA
e DI MARZIO, Torino, 2007, 17; MACARIO, op. cit., 59 ss.;
VETTORI, Il contratto sulla crisi d’impresa, in Autonomia mentare, estrinsecantesi nello stimolare il creditore a pre-
negoziale e crisi d’impresa, cit., 237. stare attenzione allo stato di solvenza del debitore onde
(72) Cfr. STANGHELLINI, La nuova revocatoria fallimen- evitare il coinvolgimento nei costi dell’insolvenza; e pone in
tare nel sistema di protezione dei diritti dei creditori, in Riv. luce, inoltre, la meritevolezza della contrattazione, perciò
dir. comm., 2009, I, 93 s. e nt. 42, che pone in luce la esentata dalla revocatoria, condotta su strategie ragionevoli e
funzione responsabilizzatrice dell’azione revocatoria falli- fattibili di superamento della crisi.

520

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

terale posto in essere dal debitore; che, in altri Se poi si considera la disciplina legale, può riflet-
termini, il piano costituisca l’istituto in riferimento tersi che il piano deve essere (e deve essere pro-
al quale è confezionata la regola esentativa (73). fessionalmente attestato come) ragionevole. Que-
Aderendo a tale ordine di idee, risulterebbe diffi- sta caratteristica posta dalla legge è strettamente
cile comprendere il senso dell’espressione legisla- dipendente dall’accordo; e, in particolare, dall’ac-
tiva di atto « esecutivo » del piano: giacché, dal cordo con i creditori a cui si richiedono sacrifici:
punto di vista giuridico, il piano non risulta cen- non potendo giudicarsi ragionevole un piano in
sibile in nessuna categoria di fonte di obbligazione cui si modificano o si assumono rapporti obbliga-
(cfr. art. 1173 c.c.) e dunque è inetto a generare tori senza che i creditori coinvolti abbiano aderito
conseguenze propriamente esecutive. Sembra al- (o abbiano manifestato l’intento di aderire) e dun-
lora necessario convenire che l’espressione si rife- que senza che l’atto esecutivo del piano sia tute-
risca — del tutto atecnicamente — all’attività giu- labile (nemmeno in prospettiva) dal diritto.
ridica “esecutiva” in senso lato, e cioè realizzativa La chiarificazione teorica sulla natura del piano
della programmazione aziendale (accordi sulla (che è aziendale) e sul doppio livello in cui si
crisi d’impresa conclusi secondo la razionale pia- collocano il piano e l’attività contrattuale che lo
nificazione); per ciò stesso, quella espressione con- esegue è necessaria a scongiurare dannosi equi-
voci: e così l’idea infondata sull’esistenza, nel di-

re
traddice a qualsiasi ipotesi di autonoma rilevanza
giuridica del dato aziendale formalizzato nel ritto della crisi d’impresa, di un istituto di nuovo
piano, e in breve del piano stesso (74). conio, chiamato « piano attestato », costituito da
Nella prassi il piano — pur concepito come un atto (negoziale) unilaterale del debitore, da

to
dato aziendale — è sempre pesantemente condi- collocarsi accanto agli accordi sulla crisi d’im-
zionato, e anche codeterminato, dalla decisione di presa, privo del carattere “dialogico” di tutti gli
soggetti diversi dal debitore: essenzialmente dalla altri strumenti di composizione negoziale della
decisione dei creditori. Come tale è insuscettibile di crisi d’impresa (accordi e concordati), e come tale
di essere classificato tra le iniziative “unilaterali”: sfuggente alla sistemazione.
alla isolata iniziativa del debitore non è rimesso La seconda figura è descritta nell’art. 182-bis l.
niente di più che l’elaborazione di una bozza (75). fall., rubricato « Accordi di ristrutturazione dei
debiti ». L’accordo così nominato non è definito
èE
(73) Cfr., per esempio, GIANNELLI, Concordato preven-
nella sua struttura ma — concernendo la ristrut-
tivo, accordi di ristrutturazione dei debiti, piani di risana- turazione finanziaria — avrà per riferimento un
mento dell’impresa nella riforma delle procedure concorsuali. piano aziendale di risanamento. Dietro la linea
Prime riflessioni, in Dir. fall., 2005, I, 1172 s.; PRESTI, Gli ricostruttiva che si va tracciando, è facile supporre
accordi di ristrutturazione dei debiti, in Banca borsa, 2006, I,
16 ss.; PISCITELLO, Piani di risanamento e posizione delle che, con tecnica diversa da quella utilizzata nel-
banche, ivi, 112 s.; LIBERTINI, Accordi di risanamento e ristrut- l’art. 67 comma 3 lett. d l. fall., si descriva pur
turazione dei debiti e revocatoria, in Autonomia negoziale e sempre il complesso fenomeno dato dal piano
ffr

crisi d’impresa, cit., 373 ss.; VETTORI, op. cit., 235 s.; infine, sin aziendale per il superamento della crisi d’impresa
dal titolo, MOSCO, Concordato preventivo e piani negoziali per
il risanamento dell’impresa, in Banca borsa, 2009, I, 373. sottostante all’operazione economica di natura
(74) La tesi dell’atto unilaterale è stata criticata ravvi- contrattuale che ne costituisce l’attuazione. Solo
sando nel piano una natura non negoziale, e valutandolo che la struttura a due livelli (piano aziendale -
come « un mero fatto » (cfr. ROPPO, Profili funzionali e contratto attuativo) è questa volta indicata con il
iu

strutturali dei contratti « di salvataggio » (o di ristrutturazione


dei debiti d’impresa), in Riv. dir. priv., 2007, 281). Anche richiamo all’accordo e non al piano aziendale, che
questa proposta si espone all’obbiezione che colpisce la pure ne integra il contenuto.
visione dell’atto unilaterale: “atti” e “fatti”, comunque intesi, La conclusione deve tenere conto delle risul-
G

producono obbligazione non in quanto tali ma in quanto


censiti dalla legge come fonti di obbligazione: il che non
tanze del diritto positivo, che per questa partico-
accade per il piano attestato, che vale come mero riferimento lare tipologia contrattuale prevede: in primo
per una regola esentativa. La dottrina da ultimo citata si luogo, l’“attestazione” dal revisore legale in ordine
avvede che la legge assume il piano come « presupposto alla sua “attuabilità”, con specifico riguardo alla
empirico per la produzione di effetti giuridici » (ROPPO, lc.
cit.), ossia le esenzioni. Ma non giunge alla conclusione qui tutela dei creditori estranei all’accordo a ricevere
difesa considerando il piano comunque sotto il profilo giu- un regolare pagamento; in secondo luogo, una
ridico piuttosto che sotto il profilo aziendalistico (qualifican- procedura di omologazione. Il richiamo all’attesta-
dolo « fattispecie » e ritenendolo un composto di elementi zione potrebbe favorire l’idea di un parallelismo
variegati: tra i quali fatti, atti non negoziali, negozi unilaterali
e contratti: così sovrapponendo concettualmente la pro-
grammazione aziendale e la sua attuazione giuridica). raccogliere un consenso sull’opzione strategica prescelta. Si
(75) Il debitore deve convincere i creditori della bontà tratta, in tal modo, di condividere la soluzione aziendalistica,
dell’iniziativa di ristrutturazione o di liquidazione. Deve cioè prima ancora che di attuarla nell’attività contrattuale.

521

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
tra piani attestati e accordi parimenti attestati, e rattere indefettibile delle procedure dette, ap-
così sollevare confusione in ordine al raggruppa- punto, concorsuali (77). Non sfugge che, poiché il
mento dei contratti sulla crisi d’impresa, indu- significato ultimo della concorsualità è riposto nel
cendo il sospetto che i piani attestati siano cosa principio della parità di trattamento, ossia del
diversa dagli accordi attestati, quasi che soltanto i soddisfacimento eguale e perciò proporzionale dei
secondi, e non anche i primi, fossero riconducibili creditori che partecipano al concorso (78), come
nell’alveo della categoria contrattuale e quasi che i nelle (altre) procedure concorsuali, anche negli
primi fossero giuridicamente rilevanti quali entità accordi di ristrutturazione si imporrebbe il ri-
autonome dall’attuazione giuridica (e specifica- spetto del principio della parità di trattamento dei
mente negoziale) che invece presuppongono. La creditori partecipi e non all’accordo; si precisa
procedura di omologazione potrebbe indurre a tuttavia che, proprio per mezzo dell’accordo (di
dubitare della natura convenzionale della fattispe- ristrutturazione), detta regola potrebbe essere de-
cie, per essere quella meglio inquadrabile nel no- rogata. Né tale possibilità di deroga contraddi-
vero delle procedure concorsuali. Sotto questo rebbe all’affermazione del principio, il quale sa-
diverso profilo, gli accordi omologabili potrebbero rebbe derogabile anche in altre procedure che,
concepirsi, piuttosto che come accordi, come pro- nonostante ciò, restano indubbiamente concor-

re
cedure concorsuali, da affiancarsi ai concordati. suali: così accadrebbe nei concordati dove, tramite
Per entrambe le suggestioni, potrebbe confermarsi il classamento, è possibile offrire ai creditori ap-
l’idea che sussistano tre entità distinte e autonome: partenenti a classi diverse trattamenti differen-
i piani attestati, i concordati stragiudiziali, le pro- ziati (79).

to
cedure concorsuali (accordi omologabili e concor- Il difetto della tesi emerge proprio dal para-
dati). gone tracciato: pur prescindendo dall’esame dei
Invece, il contratto sulla crisi d’impresa, attua- concordati, deve osservarsi che negli accordi di
tivo del piano aziendale di ristrutturazione, non è ristrutturazione dei debiti la par condicio credito-
figura diversa dall’accordo di ristrutturazione dei
debiti. Quest’ultimo, in quanto fondato sul con-
senso, si sottrae alle regole del concorso e non
consiste in una procedura concorsuale. Per essere
di rum non potrebbe mai ritenersi derogata o “non
rispettata”; infatti mai potrebbe essere nemmeno
affermata, giacché essa è logicamente incompati-
èE
a sua volta un contratto e per essere finalizzato alla (77) Cfr., per esempio, MAFFEI ALBERTI, Le procedure
soluzione della crisi d’impresa, partecipa all’in- concorsuali, in Giuseppe Ferri e il Legislatore a cura di
sieme dei contratti sulla crisi d’impresa integrato LIBONATI, Napoli, 2009, 88, secondo cui gli accordi di ristrut-
turazione sono disciplinati da « regole che hanno gli aspetti
anche dagli accordi non sottoposti alla omologa- formali, ma non quelli sostanziali, delle procedure concor-
zione (eventualmente, perché sforniti dei requisiti suali ». V., inoltre, CASTELLO D’ANTONIO, Riflessi disciplinari
legalmente previsti per la omologabilità). In parti- degli accordi di ristrutturazione dei debiti e dei piani attestati,
in Dir. fall., 2008, I, 604; FRASCAROLI SANTI, Gli accordi di
ffr

colare, anche il cosiddetto accordo di ristruttura-


ristrutturazione dei debiti. Un nuovo procedimento concor-
zione — al pari dei contratti esecutivi del piano suale, Padova, 2009, 81 ss. Cfr. anche VETTORI, op. cit., 251.
attestato — si articola su un programma di ristrut- Pure la prevalente giurisprudenza ricostruisce gli accordi di
turazione: che costituisce il riferimento immediato ristrutturazione dei debiti come una procedura autonoma e
dell’attestazione e del contratto attuativo, e che distinta rispetto al concordato preventivo (Trib. Bari 21
novembre 2005, in Dir. fall., 2006, II, 536; Trib. Brescia 22
iu

descrive la funzione specifica dell’accordo di ri- febbraio 2006, in Fallimento, 2006, 669; Trib. Udine 22
strutturazione nel complessivo contesto strategico giugno 2007, ivi, 2008, 701); precisando che tale autonomo
in cui solitamente si trova a essere inserito (76). procedimento si sostanzia in effetti in un contratto « con-
sensuale bilaterale plurisoggettivo, a causa unitaria, che non
Residua in dottrina e campeggia in giurispru-
G

vincola i creditori rimasti estranei all’accordo » (Trib. Mi-


denza l’idea che tali accordi, pur non essendo lano 11 gennaio 2007, in Dir. fall., 2008, II, 136); più
assimilabili al procedimento di concordato pre- analiticamente, un pactum de non petendo « e, per la pluralità
ventivo, condividano alcuni aspetti con le proce- di parti, [...] un negozio di diritto privato qualificabile come
contratto bilaterale plurisoggettivo a causa unitaria » (Trib.
dure concorsuali, oppure integrino una nuova fat- Milano 23 gennaio 2007, in Fallimento, 2007, 701).
tispecie di procedimento concorsuale. È infatti (78) Cfr. ancora BONSIGNORI, in BIONE e altri, Disposi-
sembrato che la loro configurazione soddisfi il zioni generali, cit., 38, che discorre del « requisito della
requisito della concorsualità, che costituisce il ca- concorsualità o della egualitarietà »; v. anche RESCIGNO, Con-
tributo allo studio della par condicio creditorum, cit.; COLE-
SANTI, Mito e realtà della « par condicio », cit., 46 ss.; JAEGER
(76) Cfr., per tutti, Linee guida per le valutazioni econo- P.G., « Par condicio creditorum », cit., 88 ss.; JORIO, Le crisi
miche. Un contributo alla società italiana e alla giustizia in d’impresa, cit., 9.
sede civile, penale e fiscale a cura di GUATRI e UCKMAR, (79) Cfr. FRASCAROLI-SANTI, Gli accordi di ristruttura-
Milano, 2009, 163 ss. zione dei debiti, cit., 84.

522

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

bile con la struttura convenzionale del negozio. Un sarebbe del resto fondato dubitarne accampando
accordo non è mai soggetto, né è assoggettabile, la facoltatività della scelta: e ciò non soltanto in
alla parità di trattamento per come essa è intesa ragione del carattere necessitato di tale facoltati-
nel diritto concorsuale. In quest’ultimo la parità è vità (quale condizione di coerenza con il principio
riferita a prerogative già acquisite nel patrimonio della libertà di contratto) ma anche in considera-
del creditore, e da conservarsi e realizzarsi attra- zione della non indifferenza di una simile scelta in
verso il rispetto della procedura improntata al ordine alla responsabilità dei decisori, che potreb-
principio di parità, e perciò chiamata « concor- bero perciò persuadersi a condotte produttive.
suale ». Nel diritto dei contratti, invece, la regola La questione appartiene alla materia della re-
della parità non riguarda posizioni acquisite e da sponsabilità degli amministratori, precisandosi nei
conservare ma al contrario posizioni da costituire. termini della responsabilità per mala gestio non
Ecco perché in materia contrattuale sorge non il dell’impresa, ma dell’impresa in crisi: responsabi-
problema della tutela paritaria dei creditori, ma il lità, dunque, per negligenti scelte gestorie sul pro-
problema del tutto differente delle condizioni di blema della crisi d’impresa. Un’utile approssima-
equilibrio tra le prestazioni programmate (80). zione alla questione si consegue valutando il piano
In realtà la procedura di omologazione vale di azione per la modernizzazione del diritto socie-

re
semplicemente a distinguere, nel genere « accordi tario redatto nel 2003 dalla Commissione euro-
per il superamento della crisi d’impresa », gli ac- pea (81) laddove si dichiara la necessità di una
cordi non omologabili (o comunque non sottopo- maggiore responsabilizzazione degli amministra-
sti ad omologazione), legislativamente descritti tori per i danni derivati dalla negligente gestione

to
con il metonimico richiamo ai « piani attestati » della crisi d’impresa. In quel documento è racco-
(richiamo che tace del contratto), dagli accordi mandata l’estensione del regime disegnato nell’art.
omologabili, legislativamente descritti con il me- 214 dell’Insolvency Act del 1987, riassunto nel-
tonimico richiamo agli « accordi attestati » (ri- di l’istituto del cosiddetto wrongful trading. Si pro-
chiamo che tace del piano aziendale). pone di sanzionare la condotta amministrativa di
Il chiarimento concettuale è importante, per- indifferenza al pericolo di insolvenza e all’insol-
ché scongiura l’idea di una differenza ontologica venza della società — e dunque di inefficiente
tra piano attestato e accordo di ristrutturazione: in gestione della crisi d’impresa poi trasmodata nel
èE
entrambi i casi rilevano programmi aziendali e ben fallimento — in quanto condotta dannosa innan-
distinti contratti attuativi dei primi. zitutto per i creditori dell’impresa medesima.
La ragione di un simile proposito si scorge
12. Rimedi contrattuali e concordatari nella ponendo mente alla crisi d’impresa come feno-
gestione della crisi d’impresa e responsabilità degli meno di sregolazione dell’attività produttiva, e
amministratori. — La difficoltà di ottenere la co- dunque dell’oggetto di cura degli amministratori.
ffr

operazione dei creditori nella gestione della crisi Così come la condotta amministrativa deve essere
d’impresa giustifica razionalmente il sistema delle diligentemente svolta nel contesto dell’ordinaria
procedure concorsuali. Né questo ordine di con- produttività dell’impresa, allo stesso modo e ancor
seguenze potrebbe essere arginato da qualche stra- più deve realizzarsi efficacemente quando quell’at-
tegia di coartazione dei creditori recalcitranti al tività si inceppa e degrada in un malfunziona-
iu

contratto sulla crisi d’impresa consistendo il con- mento.


tratto stesso in una scelta di libertà. Sembra allora Gli ordinamenti europei continentali sono al
che la soluzione adottata nella riforma italiana, di momento sforniti di regole positive su tali ipotesi
prevedere discipline di favore per la soluzione di responsabilità. Il diritto italiano, il diritto tede-
G

contrattuale della crisi d’impresa (piani attestati e sco ed il diritto francese sono orientati secondo
accordi di ristrutturazione), sia appropriata. Non una medesima regola di fondo per la quale è
dovere degli amministratori denunciare tempesti-
(80) Cfr. PASETTI, Parità di trattamento e autonomia vamente l’insolvenza della società al fine di limi-
privata, Padova, 1970, 133. La dottrina del concordato tare al massimo la persistenza sul mercato della
stragiudiziale evidenziò da subito che proprio la natura stessa una volta manifestatasi la necessità di pro-
contrattuale della figura escludeva che fosse imposto il
rispetto della par condicio creditorum, come invece nelle
procedure concorsuali: cfr., per esempio, ROCCO A., Il (81) Comunicazione della Commissione al Consiglio e
concordato nel fallimento e prima del fallimento, Torino, al Parlamento europeo, Modernizzare il diritto delle società e
1902, 229; BONELLI G., Del fallimento, cit., III, 39 s.; nella rafforzare il governo societario nell’Unione europea - Un piano
vecchia giurisprudenza, v. Cass. 22 gennaio 1934, in Dir. per progredire, 21 maggio 2003, COM (2003) 284 def., §
fall., 1935, 84. 3.1.3 (sub Responsabilità degli amministratori).

523

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
cedere alla sua liquidazione concorsuale (82). La presa, consentendo un vaglio tutt’altro che arbi-
regola inglese consente un’anticipazione della con- trario e indeterminato sulle condotte gestorie con-
dotta rilevante al momento in cui l’insolvenza, non cretamente tenute dagli amministratori in occa-
ancora manifestatasi, è tuttavia già prevedibile. sione della crisi d’impresa. Fatto salvo il merito
Allarga inoltre lo spettro della responsabilità an- della scelta amministrativa, sorge la necessità di
che sotto il profilo contenutistico: giacché ver- fornire un’adeguata giustificazione per il mancato
sando la società in rischio di insolvenza, piuttosto ricorso alle indicate tecniche legali di gestione
che rispettare un semplice dovere di denuncia gli della crisi d’impresa nel caso in cui sia infine
amministratori devono farsi carico di una gestione sopravvenuta la liquidazione fallimentare. In altri
prudente e indirizzata o al responsabile supera- termini, il limite sofferto anche dall’ordinamento
mento della crisi oppure alla più efficace mitiga- inglese, dato dalla mancata disciplina delle attività
zione dei danni ormai inevitabilmente sopravve- legali da porre in essere non in caso di insolvenza,
ma — anticipatamente — in caso di semplice
nienti. Amplia infine l’area dei soggetti di respon-
rischio o pericolo di insolvenza, nell’ordinamento
sabilità coinvolgendovi tutti coloro che hanno ef-
italiano non si pone. Allo stesso modo di quanto
fettivamente determinato le scelte d’impresa (com- accade negli ordinamenti tedesco e francese, è in
presi soci e finanziatori) (83).

re
esso disciplinata la condotta amministrativa da
Un diritto societario animato da una simile tenere in caso di irreversibile insolvenza (e consi-
regola potrebbe presentarsi come maggiormente stente nel dovere di denuncia della stessa per
performativo rispetto alle versioni attualmente in l’apertura di una procedura concorsuale); diversa-
essere nell’Europa continentale, inducendo gli am-

to
mente da quanto accade in tali sistemi, in Italia è
ministratori a condotte prudenti e responsabili in qualche modo disciplinata una fase precedente
proprio nei frangenti più delicati dell’attività ge- e riferibile anche ad uno stato di pre-insolvenza.
storia. Sennonché, deve anche rilevarsi come l’in- Non deve sfuggire che per quella fase non sono
determinatezza delle condotte da porre in essere
sul mercato in un momento anteriore all’apertura
di una procedura di insolvenza e anche finalizzate
di
a scongiurare tale evenienza attraverso il positivo
prescritte condotte doverose, ma molto diversa-
mente sono offerte opportunità di azione. E tut-
tavia, benché gli amministratori di società in stato
di difficoltà economica ma non ancora di irrever-
èE
superamento della crisi d’impresa appare difficil- sibile insolvenza non abbiano il dovere di perse-
mente superabile e così grave da pregiudicare guire soluzioni contrattuali della crisi d’impresa
l’applicazione pratica della disciplina (84). nelle forme dei piani attestati o degli accordi di
E tuttavia nel diritto italiano la questione sem- ristrutturazione dei debiti, e nemmeno di presen-
bra porsi diversamente a seguito della riforma tare una domanda di concordato preventivo, nel-
della legge fallimentare, che ha determinato l’in- l’eventualità del sopravvenuto fallimento potranno
troduzione degli istituti dei piani attestati di risa- essere chiamati in responsabilità per le condotte
ffr

namento e degli accordi di ristrutturazione dei effettivamente tenute, diverse da quelle raccoman-
debiti, nonché una notevole conformazione priva- date nella legge, e per di più rivelatesi inefficienti
tistica del classico rimedio del concordato preven- allo scopo. Appare perciò ragionevole sostenere
tivo. Queste nuove discipline — tutte fruibili in che il generale dovere di diligenza che deve sem-
occasione della crisi d’impresa e nella prospettiva
iu

pre improntare la condotta amministrativa subisca


del suo superamento — coprono l’indeterminato una rilevante concretizzazione con riguardo alle
spazio di azione offrendo agli amministratori no- scelte sul governo della crisi d’impresa. Nei limiti
tevoli strumenti di reazione alla crisi dell’impresa. di questa concretizzazione, tali scelte arricchi-
Il diritto italiano prevede dunque fattispecie
G

scono contenutisticamente l’indagine sulla respon-


tipiche di azione per l’eventualità della crisi d’im- sabilità.
(82) Cfr. art. 6, 217 comma 1 n. 4, e 224 l. fall.; § 15
Insolvenzordnung; art. L621-1 c. comm. fr. Sez. III. – DISCIPLINE DELLA CRISI D’IMPRESA E
(83) Cfr., in generale, ELLINGER, LOMNIKA e HOOLEY, TUTELA DEGLI INTERESSI.
Ellinger’s Modern Banking Law4, Oxford, 2006, 733 s.;
GOODE, Principles of Corporate Insolvency Law3, Oxford,
2005, 532; CRANSTON, Principles of Banking Law2, Oxford, 13. Tutela dei creditori, piuttosto che dell’im-
2002, 225 ss. presa, nel diritto ordinario. — Determinatasi, per
(84) Cfr. i rilievi di KINDLER, La responsabilità degli la crisi dell’impresa, l’insolvenza dell’imprendi-
organi di amministrazione nella crisi dell’impresa. Note a
margine del piano d’azione della Commissione UE alla luce tore, cadono in questione la tutela del credito
della crisi finanziaria, in Riv. dir. civ., 2010, II, 441. verso l’imprenditore da un lato e la conservazione

524

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

dell’impresa dall’altro quali interessi in potenziale Stesse conclusioni valgono per i concordati: nei
conflitto e perciò sottoposti a bilanciamento nel quali la domanda è assoggettata all’approvazione
diritto rilevante. Nel dar conto delle soluzioni dei creditori (87). E così pure deve dirsi per i
positive, occorre tracciare la distinzione tra diritto contratti, fondati come sono sull’accordo tra de-
ordinario della crisi d’impresa (nel quale conflui- bitore e creditori.
scono piani attestati, accordi di ristrutturazione, Ciononostante, il dibattito sulle finalità del
concordato preventivo e fallimento) e diritto am- diritto “ordinario” della crisi d’impresa, nell’anti-
ministrativo (comprensivo delle procedure di li- nomia ravvisata nella considerazione sintetica del-
quidazione coatta e di amministrazione straordi- l’interesse dei creditori e della salvaguardia del-
naria). Mentre nel diritto ordinario prevale la tu- l’impresa, quali interessi assolutizzati e pertanto
tela del credito, invece nel diritto amministrativo non agevolmente bilanciabili, è risalente; e in pas-
(determinato essenzialmente dalle leggi sull’ammi- sato fu segnato da profondi condizionamenti ide-
nistrazione straordinaria) prevale l’esigenza della ologici, sovversivi dell’ordine stabilito nel diritto
conservazione dell’impresa. positivo ed emblematizzati nella proposta di stru-
Nel diritto ordinario della crisi d’impresa og- mentalizzare le procedure concorsuali in chiave di
getto di tutela è il credito verso l’imprenditore
politica del diritto, secondo un “uso alternativo”

re
insolvente: nel senso che tutti gli altri interessi
della risorsa giuridica la cui teoria e anche pratica
coinvolti nell’attività non trovano protezione au-
tonoma ma sempre condizionata alla tutela dell’in- erano in voga negli anni Settanta del secolo scorso
teresse — perciò primario — dei creditori (85). (88). In quegli anni, nelle riflessioni sul fallimento

to
Questo assetto valoriale si deduce dal potere de- alla figura dell’imprenditore gradualmente suben-
terminativo riconosciuto ai creditori oppure al tra la figura dell’impresa, intesa come valore di
comitato dei creditori: poiché le principali deci- interesse non solo singolare e privato, ma collet-
sioni sulla modalità gestoria della crisi sono riser- di tivo e pubblico. Accanto alla necessità di tutelare
vate ai creditori, è evidentemente l’interesse degli l’interesse dei creditori si evidenziano altre neces-
stessi a essere tutelato e promosso sopra ogni altro sità, soprattutto quella di salvaguardare i livelli
interesse, infatti privo di voce. occupazionali. Alla esclusiva finalità di liquida-
L’ampio riconoscimento di un tale potere ca- zione si affianca (e a volte avvicenda) quella di
èE
ratterizza la procedura fallimentare: nella versione conservare l’impresa, sostituendo magari l’impren-
del codice di commercio, del 1942 e così pure
nella versione in vigore, in cui per il recupero di fallimento; sulla legge del 1942 v. ANDRIOLI, Fallimento
(diritto privato e processuale), in questa Enciclopedia, XVI,
soluzioni in qualche misura già sperimentate nel- 1967, 282 e, successivamente, JORIO, Le crisi d’impresa, cit., 5
l’Ottocento i poteri gestori e le decisioni di merito ss.; sulla legge riformata cfr. FIMMANÒ e ESPOSITO, op. cit., 3;
sono largamente affidati al comitato dei creditori JORIO, Fallimento (diritto privato e processuale), cit., 334 ss.,
secondo i quali il fallimento era e resta una procedura la cui
ffr

quale organo esponenziale del ceto protetto (86).


funzione tipica è la liquidazione patrimoniale nell’esclusivo
interesse dei creditori.
(85) Per la prospettiva storica, esauriente è il richiamo (87) Su questa linea, nel contesto della legge del 1942
al lavoro di SANTARELLI, Per la storia del fallimento nelle cfr., per esempio, DI CATALDO, Il concordato fallimentare con
legislazioni italiane dell’età intermedia, Padova, 1964; nella assunzione, Milano, 1976, che individua nella migliore tutela
dottrina risalente cfr. ROCCO A., Studi sulla teoria generale del delle ragioni dei creditori la « funzione tipica del concor-
iu

fallimento, II. L’obbligazione e la sua realizzazione, in Riv. dato » fallimentare; più diffusamente, GARRIDO, Preferenza e
dir. comm., 1910, I, 674; cfr. anche la sintesi di SATTA S., proporzionalità nella tutela del credito, Milano, 1998, 246 ss.;
Diritto fallimentare3, Padova, 1996, 4 ss. E poi LIBONATI, Il v. inoltre Cass. 23 maggio 2008, n. 13419, la quale, con
gruppo insolvente, cit., 192; JAEGER P.G., Crisi delle imprese e riguardo al giudizio di meritevolezza dell’imprenditore, av-
G

poteri del giudice, in Giur. comm., 1978, I, 870 ss. Nella verte su come esso debba svolgersi non in termini puramente
recente letteratura, STANGHELLINI, La crisi d’impresa fra di- etici, ma con attenzione all’interesse dei creditori nell’alter-
ritto ed economia, cit., 67 ss., ben sottolinea come l’interesse nativa tra concordato e fallimento. Per la letteratura dopo la
dei creditori costituisca la « stella polare » delle procedure riforma v., per esempio, FABIANI M., Contratto e processo nel
d’insolvenza, preoccupandosi tuttavia di dire come ciò non concordato fallimentare, Torino, 2009, 77; MOSCO, Concor-
implichi una necessaria contrapposizione tra tutela di quel- dato preventivo e piani negoziali, cit., 374; GUGLIELMUCCI,
l’interesse e tutela di interessi diversi (e non di rado, infatti, Diritto fallimentare, cit., 313.
la migliore tutela dei creditori presuppone la conservazione (88) La scissione in cui venne a trovarsi la giurispru-
dell’impresa sul mercato, anche attraverso la sua rialloca- denza teorica emerse nel Convegno veronese dell’ottobre
zione efficiente). Sul punto, cfr. anche GUGLIELMUCCI, Il 1977 su L’uso alternativo delle procedure concorsuali (gli Atti
diritto concorsuale tedesco fra risanamento e liquidazione, in del Convegno si leggono in Giur. comm., 1979, I, 222-329).
Giur. comm., 2003, I, 152 ss. Cfr. il consuntivo tratto da CASELLI, La crisi aziendale, in
(86) Sul codice di commercio cfr. BONELLI G., Del L’azienda e il mercato (Autori vari), in Trattato di diritto
fallimento, I, cit., 2, che individua nella liquidazione del commerciale e di diritto pubblico dell’economia diretto da
patrimonio del debitore a favore dei creditori la finalità del GALGANO, cit., III, 1979, 634.

525

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
ditore incapace alla sua guida. L’impresa è ormai residuale, non ha trovato accoglimento nella legge
percepita come organizzazione complessa di beni il cui definitivo assetto è sancito in una disposi-
anche immateriali, di conoscenze e di attività. zione introduttiva non solo peculiare dell’ordina-
Appare chiaro che la sua liquidazione può com- mento tedesco ma per di più sfornita di precedenti
portare una inutile distruzione di risorse (89). e tuttavia chiara nell’esplicitare una gerarchia as-
Che il dibattito fosse soprattutto occasionato siologica all’insegna della tutela del credito (91).
ma non per intero determinato dalla contingenza
storica emerge dal fatto che tuttora, e pur nel 14. Strumentalità della conservazione dell’im-
radicale cambiamento che ha investito la scena presa rispetto alla tutela del credito. — La riforma
politica e sociale, il contrasto non può dirsi sopito: organica del diritto della crisi d’impresa ha dimo-
riproponendosi in qualche misura nelle articolate strato come possa assicurarsi tutela a interessi
posizioni censibili in letteratura (90). A uno diversi dal credito pur preservando il primato
sguardo preoccupato di evitare condizionamenti della tutela del credito: e ciò assicurando che la
ideologici non può tuttavia sfuggire che l’interesse decisione sull’impresa in crisi sia assunta dai cre-
protetto sia l’interesse dei creditori quali soggetti ditori. Ha pertanto confermato la relazione di
chiamati a decidere sulla crisi d’impresa. compatibilità tra procedure concorsuali e conser-

re
La tutela dei creditori rappresenta la finalità vazione dell’impresa (92).
essenziale delle procedure concorsuali anche nella E tuttavia, il dubbio sulla gerarchia assiologica
prospettiva comparativa, dove significativo sopra accolta nel diritto riformato potrebbe essere in-
dotto anche da alcune regole sopravvenute, det-

to
tutti è il caso tedesco. Nella propensione sistema-
tica tipica della cultura germanica, il § 1 Insolven- tate per l’esercizio dell’impresa nel fallimento. In
zordnung dichiara che la finalità della procedura di quelle regole assumono rilievo anche altri inte-
insolvenza è il soddisfacimento concorsuale dei ressi, pur coinvolti nell’impresa ma diversi dall’in-
teresse dei creditori. E tuttavia, come chiaramente
creditori: attuabile o attraverso la liquidazione
patrimoniale o secondo la disciplina di un piano di
insolvenza sulla conservazione dell’impresa. Nel
progetto governativo le finalità della procedura si
di risulta dall’esame del diritto positivo, l’attenzione
a interessi diversi dall’interesse dei creditori è
sempre funzionale all’affermazione di quest’ul-
èE
estendevano (oltre alla tutela degli interessi del timo. Se infatti il fallimento è procedura esecutiva
debitore e della sua famiglia) alla protezione dei di liquidazione del patrimonio del debitore nell’in-
lavoratori. Tuttavia, e più in generale, l’iniziale teresse dei creditori, e accordi e concordati pre-
aspirazione per un diritto del risanamento dell’im- suppongono rispettivamente accettazione e appro-
presa, nel quale la liquidazione ricoprisse un ruolo vazione dei creditori, allora nessuna diversa con-
clusione sembra avvalorabile.
(89) Sulla dottrina formatasi cfr., per tutti, i contributi Né il ragionamento è invalidato dall’osserva-
ffr

di DE MARTINI, Il patrimonio del debitore, cit., 58 ss.; AN- zione che, a seguito di accordi e concordati, può
DRIOLI, Pubblico e privato nel processo di fallimento, in Riv. it. realizzarsi il risanamento dell’impresa e comunque
sc. giur., 1967, 223; RIVOLTA, L’esercizio dell’impresa nel può condursi — e ciò anche nel fallimento —
fallimento, Milano, 1969, 232 ss.; COSTI, Attività creditizia e
procedure concorsuali. Un profilo del processo di socializza-
zione del rischio d’impresa, in Pol. dir., 1975, 522; CASELLI, op. (91) Così da potersi conclusivamente affermare che il
iu

cit., 635 ss.; D’ALESSANDRO, Politica della crisi d’impresa: patrimonio dell’insolvente non può valere « als nach dem
risanamento o liquidazione dell’azienda? (1980), ora in Scritti Masstab sozialer Nützlichkeit verwertbare Verfügungsmasse »
di Floriano d’Alessandro, Milano, 1997, 751; GAMBINO Ag., (HÄSEMEYER, Insolvenzrecht, cit., 18). Cfr., inoltre, le ricostru-
Profili dell’esercizio dell’impresa nelle procedure concorsuali zioni offerte da PRÜTTING, in Kommentar zur Insolvenz-
G

alla luce della disciplina dell’amministrazione straordinaria ordnung a cura di KÜBLER, PRÜTTING e BORK, I, Köln, 2010,
delle grandi imprese in crisi, in Giur. comm., 1980, I, 559 ss.; sub § 1, 1 ss.; SCHMERBACH
5
, in Frankfurter Kommentar zur
ID., Tutela del debitore e dei creditori nelle procedure concor- Insolvenzordnung a cura di WIMMER, Köln, 2009, 1535 ss.
suali conservative dell’impresa, ivi, 1982, I, 723; JORIO, Salva- Nella letteratura recente, per uno studio monografico sugli
taggio o liquidazione delle imprese in crisi?, ivi, 1983, I, 451; insolvenzrechtliche Strukturprinzipien, cfr. GERLOFF, Funktio-
GRECO V., Il fallimento da esecuzione collettiva ad espropria- nen und Aufgaben des Insolvenzgerichts, Baden-Baden,
zione dell’impresa, Milano, 1984. 2009; v. anche BUSCH, Der Insolvenzverwalter und die
(90) Cfr., a titolo meramente esemplificativo, GALLETTI, Überwindung der Massearmut, Köln, 2005, specialmente 17
La ripartizione del rischio di insolvenza, cit., 34 ss.; PRESTI e ss. Cfr. infine ZGR-Symposion. Reform der Unternehmensre-
RESCIGNO M., Corso di diritto commerciale3, I, Bologna, 2007, strukturierung sowie aufsichtsrechtliche Einflüsse auf das Ge-
253; CALANDRA BUONAURA, Concordato preventivo, cit., 253; sellschaftsrecht (Königstein, 22 e 23 gennaio 2010), in ZGR,
ROSSI Ant., Il valore dell’organizzazione dell’impresa, cit., 603; 2010, 145 ss.
nonché, in prospettiva comparata, FLESSNER, La conserva- (92) Cfr. le osservazioni di SANTINI, Soluzioni giuridiche
zione delle imprese attraverso il diritto fallimentare. Uno allo stato di crisi dell’impresa nei sistemi di economia di
sguardo di diritto comparato, in Dir. fall., 2009, I, 1 ss. mercato, in Giur. it., 1981, IV, 172.

526

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

l’esercizio dell’impresa e perciò può provvedersi della liquidazione detta « conservativa » e « riallo-
alla conservazione dell’organizzazione d’impresa: cativa » (94).
con salvaguardia di tutti gli interessi coinvolti Con evidenza ancora maggiore, accordi e con-
nell’attività e non soltanto dell’interesse creditorio. cordati possono concernere la conservazione e
Emblematica appare, sotto tale aspetto, proprio la anche il risanamento dell’impresa, ma esclusiva-
disciplina del fallimento: dove si contempla l’eser- mente per decisione dei creditori, e dunque nel-
cizio dell’impresa; ma tale esercizio è definito l’interesse affermato dai creditori e perciò riferi-
« provvisorio »; ed è condizionato dalla tutela del- bile ai creditori (benché consegua anche la salva-
l’interesse dei creditori. Come emerge chiara- guardia degli altri interessi coinvolti nell’atti-
mente dalla lettura dell’art. 104 l. fall. (ancora più vità) (95).
eloquente sul punto del vecchio art. 90 l. fall.) In ogni caso, la considerazione di interessi
l’istituto è funzionale alla conservazione dell’im- diversi dall’interesse dei creditori è indotta dalla
presa, ma questo scopo non ha dignità primaria; strumentalizzazione della conservazione dell’orga-
può infatti essere perseguito soltanto compatibil- nizzazione d’impresa (e al limite del going concern)
mente con l’interesse dei creditori: il quale inte- non al risanamento dell’impresa, che può costitu-
resse si realizza compiutamente, alla fine della

re
ire al più un occasionale obbiettivo da armoniz-
procedura, proprio nella liquidazione delle attività
(eventualmente resa maggiormente proficua dal (94) Per le espressioni riportate nel testo cfr. FIMMANÒ,
provvisorio esercizio dell’impresa nell’ambito in Il nuovo diritto fallimentare. Commentario diretto da JORIO

to
della procedura). Precisamente, la tutela di ogni e coordinato da FABIANI, II, cit., sub art. 104 e 104-bis l. fall.,
1576 ss. e 1618 ss.; ID., L’allocazione efficiente dell’impresa in
interesse diverso da quello dei creditori, conse- crisi, cit., 57. Sempre per la perdurante attualità, v. l’ulteriore
guito con la finale liquidazione delle attività, è studio di RIVOLTA, L’affitto e la vendita dell’azienda nel
provvisoriamente e precariamente perseguibile fallimento, Milano, 1973, specialmente 84 ss.; di recente,
MAFFEI ALBERTI, Le procedure concorsuali, cit., 89 ss.; e infine
purché l’esercizio dell’impresa nel fallimento non
arrechi pregiudizio ai creditori e sempre che il
comitato dei creditori non ravvisi opportuna la sua
di BASSI, L’affitto di azienda insolvente, in Autonomia negoziale
e crisi d’impresa, cit., 709. Per una articolata ricostruzione
critica del sistema previgente, con ampi spunti anticipatori
cessazione (93). delle linee guida della riforma, cfr. TERRANOVA, La liquida-
èE
zione fallimentare: prassi, giurisprudenza e dottrina, in Dir.
Nemmeno l’introduzione nella legge riformata fall., 2003, I, 1662 ss. Sulla nuova concezione della liquida-
della figura dell’affitto di azienda, che intensifica zione per la riallocazione dell’impresa sul mercato cfr., oltre
indubbiamente la rilevanza dell’autonomia nego- a FIMMANÒ, lc. ult. cit., MARTORANO F., La circolazione « di
ziale nel fallimento, incrina la vocazione liquida- ritorno » dell’azienda nell’affitto endofallimentare, in Dir.
fall., 2010, 1.
toria della procedura: potendo disporsi l’affitto La nuova finalità pervade a tal punto l’ordito normativo
esclusivamente « al fine di una più proficua ven- da indurre a pensare al fallimento « non più come ad una
dita » (cfr. art. 104-bis comma 1 l. fall.). Esercizio ‘procedura esecutiva concorsuale’, assimilabile al processo
ffr

esecutivo individuale, bensì come procedura del tutto auto-


provvisorio e affitto di azienda, unitamente alla noma, definibile piuttosto come ‘procedura espropriativa
vendita di azienda disciplinata nell’art. 105 l. fall., concorsuale’ » (FARENGA, La riforma del diritto fallimentare
si spiegano nella concezione, accolta nella legge, in Italia: una nuova visione del mercato, in Riv. dir. comm.,
della conservazione dell’impresa (ma) a fini liqui- 2008, II, 261; cfr. anche, nella dottrina precedente, GRECO,
op. cit., 43 ss.). Assecondando la prassi, le nuove regole
iu

datori e nell’interesse dei creditori. Seppure, e dimostrano la compatibilità tra tutela dei creditori e conser-
beninteso, si tratti di nuova concezione, ampia- vazione dell’organizzazione d’impresa, e per conseguenza
mente determinata da scelte flessibili e improntate anche l’infondatezza delle perplessità a suo tempo sollevate
all’opportunità del caso concreto: concezione in dottrina (cfr. BONSIGNORI, Profilo sistematico delle vendite
G

fallimentari, Napoli, 1963, 42 ss.) sull’ammissibilità dell’af-


fitto di azienda nel fallimento proprio in ragione dell’urgenza
(93) Cfr., per la perdurante attualità, lo studio di RI- liquidatoria insita nella procedura fallimentare.
VOLTA, op. cit., specialmente 135 ss. Anche le opinioni pro- (95) Sotto questa prospettiva, non appare appropriato
pense ad accogliere una più larga declinazione di interessi riferire del concordato preventivo come di una procedura a
protetti collocano la realizzazione degli stessi nella dimen- « due anime », indirizzata « a finalità e ad istanze diverse, e
sione liquidatoria del fallimento: cfr. ROSSI Ant., op. cit., in certa misura confliggenti » (CALANDRA BUONAURA, lc. cit.):
specialmente 648 ss. Conta piuttosto segnalare che, per la conservazione e liquidazioni costituiscono soltanto l’oggetto
disciplina in esame, l’interesse dei creditori si assume non della decisione dei creditori, indirizzata al perseguimento
solo come non incompatibile con la conservazione dell’im- degli interessi di ceto. Più in generale, sulla neutralità del
presa ma anche come, nel caso concreto, connesso a tale diritto fallimentare circa questi ordini di scopi, cfr. la pagina
conservazione (cfr., in giurisprudenza, Cass. 10 marzo 2006, ancora attuale di BERGES, Vergleich und Konkurs in der
n. 5301, in Foro it., 2006, I, 1639; in dottrina, TARZIA G., La Evolution der Marktwirtschaft, in Einhundert Jahre Konkurs-
tutela dei creditori concorsuali dopo la riforma: ridotta o ordnung 1877-1977 a cura di UHLENBRUCK, KLASMEYER e
diversa, in Fallimento, 2007, 369). KÜBLER, Köln-Berlin-Bonn-München, 1977, 363 ss.

527

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
zarsi con la tutela del credito, ma alla massimizza- livelli occupazionali. La disciplina che regola nel
zione dei ricavi in sede di liquidazione (96). diritto comune l’affitto di azienda ne regola nel
Se l’organizzazione d’impresa esprime un va- diritto amministrativo la vendita. Cosicché la con-
lore la cui salvaguardia è funzionale alla migliore servazione dell’impresa e il mantenimento dei po-
affermazione dell’interesse dei creditori in sede di sti di lavoro trascorrono dal rilievo meramente
liquidazione, e se conservare l’organizzazione im- strumentale all’obbiettivo finale (integrato dalla
plica tutelare tutti gli interessi che in essa normal- tutela dei creditori), in cui sono nel diritto co-
mente si realizzano, allora la tutela di interessi mune, alla dimensione di obbiettivo finale, in cui
diversi da quello dei creditori ma coinvolti nell’or- (anche a discapito della tutela creditoria) sono nel
ganizzazione d’impresa, anziché manifestare diritto amministrativo.
un’autonoma attenzione agli stessi, perciò collo-
cati sullo stesso piano dell’interesse creditorio, si 15. Scelta dei creditori sulla crisi d’impresa e
rivela funzionale all’obbiettivo finale: che è dato dinamiche del mercato. — Proprio la mera possi-
dalla tutela dei creditori. bilità, e mai necessità, della salvaguardia e del
Un esempio settoriale, ma di schietta evidenza, recupero dell’impresa e la dipendenza di tale even-
è dato dalla tutela dell’occupazione quale criterio tualità dalla realizzazione dell’interesse dei credi-

re
tori illuminano il criterio delle regole sulla crisi
per la scelta dell’affittuario dell’azienda nel falli-
d’impresa: criterio dato dalla scelta di (e del)
mento (cfr. art. 104-bis comma 2 l. fall.): la quale
mercato sul destino dell’impresa.
è valutata insieme alla serietà del programma In quella scelta riposa anche il valore finale

to
aziendale prospettato e all’ammontare del canone protetto dal diritto e costituito dal mercato con-
offerto non per bilanciare l’interesse dei creditori correnziale. E infatti la crisi d’impresa, quale eve-
ad ottenere il maggior ammontare del canone con nienza niente affatto accidentale o marginale ma
interessi diversi — e magari prevalenti (97) — ma immanente nella « logica del ciclo produttivo » e
di
per assicurare, tramite la salvaguardia di tutti gli
interessi coinvolti, la conservazione del valore in-
sito nell’organizzazione dell’impresa; e ciò al fine
di una più soddisfacente esitazione della stessa sul
rispondente al « naturale rischio dell’attività d’im-
presa », si inscrive naturalmente nell’orizzonte di-
namico del mercato concorrenziale, manifestando
a livello atomistico l’effetto generale di quel mo-
èE
mercato tramite la prevista procedura competitiva. vimento, dato dalla selezione dei competitori (98).
In altri termini, poiché l’esitazione costituisce Per autorevole testimonianza, « è sempre stata
tappa finale di un procedimento in cui l’opzione corrente l’idea che il ricorso alle procedure con-
strategica dell’affitto si colloca in posizione inter- corsuali dovrebbe costituire lo strumento per l’eli-
media e chiaramente strumentale alla finalità ul- minazione dal mercato delle imprese più deboli, o
tima, l’affitto deve essere modulato con preoccu- divenute obsolete, con l’obbiettivo di rendere
pazione non per un interesse immediato dei cre-
ffr

nuovamente disponibili i capitali in esse impe-


ditori (la massimizzazione dell’ammontare del ca- gnati, a favore di imprese più efficienti o più
none) ma per l’interesse mediato e finale dei cre- innovative »; perciò « istituto tipico dell’economia
ditori (alla massima valorizzazione dell’organizza- di mercato è il fallimento », che pure costituisce
zione d’impresa per la più soddisfacente « la fine non solo naturale, ma anche ineluttabile
liquidazione). Si consideri la distanza tra questa
iu

cui ogni iniziativa economica in un regime di


soluzione normativa e l’altra, accolta per l’aliena- libera concorrenza è a lungo andare desti-
zione dell’azienda in esercizio nell’ambito dell’am- nata » (99). Se ogni buona teoria dell’impresa deve
ministrazione straordinaria. L’art. 63 comma 3 d.
G

lg. n. 270 del 1999 dispone che la scelta dell’ac-


(98) Cfr. LIBONATI, Il gruppo insolvente, cit., 11; ID.,
quirente dell’azienda è effettuata considerando Crisi societarie e governo dei creditori, in Dir. giur., 2007, 10,
non solo l’ammontare del prezzo offerto ma anche da cui le citazioni; ma v. inoltre, per citare anche un illustre
l’affidabilità dell’offerente e il piano di prosecu- economista, CAFFÈ, Diritto ed economia: un difficile incontro,
zione dell’attività, pure con riguardo alla tutela dei in Giur. comm., 1982, I, 5 ss. Più in generale, sulla conce-
zione del mercato come sistema dinamico, cfr. per tutti VON
MISES, Human Action. A Treatise on Economics, San Fran-
(96) In questo senso si pone la giurisprudenza: cfr., per cisco, 1996, 257 s.
esempio, Cass. 12 luglio 1991, n. 7790, in Giur. it., 1992, I, (99) Citazioni, rispettivamente, da SALANITRO, Capitaliz-
1, 1117; Cass. 26 giugno 1992, n. 8013, in Fallimento, 1992, zazione e crisi economica, in Banca borsa, 2010, I, 126;
1027; Cass. 27 ottobre 1995, n. 11216, ivi, 1996, 529; Cass. MINERVINI G., Nuove riflessioni sulla crisi dell’impresa, in
14 luglio 1997, n. 6352. In dottrina cfr. FARENGA, L’ammini- Giur. comm., 1977, I, 691; D’ALESSANDRO, La crisi dell’impresa
strazione straordinaria, cit., 38 ss. tra diagnosi precoci e accanimenti terapeutici, ivi, 2001, II,
(97) Così ROSSI Ant., op. cit., 608. 411. Specularmente cfr. GALGANO, Istituzioni dell’economia

528

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

oggi svolgersi anche in considerazione della di- dono dalla migliore organizzazione della tutela del
mensione contestuale dell’attività, data dal mer- credito: contratti e concordati prevarranno sull’al-
cato, allora non può ignorare le ripercussioni delle ternativa fallimentare in ragione della maggiore
dinamiche di mercato sull’attività economica: e convenienza per i creditori decisori (101). Questo
dunque, il fenomeno della selezione concorren- esito si armonizza con una equilibrata valutazione
ziale e il suo più vivido indizio, dato dalla crisi della finalità di risanamento: da conseguirsi non a
dell’impresa (100). ogni costo, ma soltanto in ragione della sua mag-
Ciò posto, nell’ambito della decisione dei cre- giore convenienza rispetto alla liquidazione (102).
ditori sul destino dell’impresa in crisi deve trac-
ciarsi una importante distinzione: tra decisione 16. Tutela dei creditori e salvaguardia dell’im-
che prelude alla dichiarazione di fallimento del- presa nel diritto amministrativo. — Che il diritto
l’imprenditore insolvente (realizzata tramite il de- ordinario della crisi d’impresa sia indirizzato alla
posito del ricorso per la dichiarazione di falli- tutela del credito traspare, per contrasto, proprio
mento) e decisione negoziale sulla crisi d’impresa dalle discipline amministrative della crisi infittitesi
(accettazione di una proposta contrattuale sulla negli ultimi anni e culminate nelle ripetute modi-
crisi d’impresa oppure approvazione di una pro- ficazioni delle regole sull’amministrazione straor-

re
posta concordataria). dinaria delle grandi imprese. In queste leggi si
Nel primo caso la scelta creditoria si limita alla afferma con nettezza la figura dell’impresa quale
richiesta di fallimento. La procedura si svolge nelle valore da conservare sul mercato e da salvaguar-
dare nell’affermazione di interessi non solo singo-

to
forme dell’esecuzione collettiva, di liquidazione
del patrimonio del debitore e di riparto del rica- lari (e riassumibili nell’interesse dei creditori con-
vato tra i creditori. Dunque, la scelta creditoria corsuali) ma anche pubblici e collettivi. Quelle
non investe il credito, che non ne risulta confor- discipline si giustificano proprio per assicurare
mato; nemmeno coinvolge l’impresa, che non è
di protezione a interessi trascurati nel diritto co-
conservata. mune: e riassumibili, per diffusa opinione, soprat-
Nel secondo caso la scelta creditoria coinvolge tutto nell’interesse pubblico alla estinzione del-
il credito, che ne risulta conformato. Il contratto o l’ente per la liquidazione coatta (103) e nell’inte-
resse collettivo alla salvaguardia dell’attività pro-
èE
la procedura concorsuale possono realizzare sia la
liquidazione del patrimonio del debitore per il duttiva e dei livelli occupazionali per l’amministra-
riparto del ricavato tra i creditori che la conserva- zione straordinaria (104).
zione dell’impresa. Dunque, la conservazione del-
l’impresa presuppone la conformazione del cre- (101) Secondo il criterio che si è visto essere espresso
nel § 1 Insolvenzordnung (cfr. PATZSCHKE, Reorganisation der
dito. Kapitalgesellschaften im Insolvenzverfahren, Hamburg, 2000,
Può concludersi che il diritto della crisi d’im- 23 ss., 98 ss.).
ffr

presa non consistente nel fallimento, e caratteriz- (102) Cfr., in tal senso, MÜLLER, Der Verband in der
zato dalla scelta negoziale, è l’unico ambito in cui Insolvenz, cit., 282 ss.; da ultimo, EIDENMÜLLER, Finanzkrise,
cit., 14 ss.
può ragionevolmente conseguirsi la conservazione (103) Cfr., per tutti, CANDIAN Aur., Liquidazioni coatte
dell’impresa (residuano eccezioni: come l’esita- amministrative, Milano, 1940, 57; BELVISO, Tipologia e nor-
zione dell’impresa a seguito dell’esercizio provvi- mativa della liquidazione coatta amministrativa, Napoli,
iu

1973, 48 ss. Ma, specie attraverso la soluzione concordataria,


sorio o dell’affitto dell’azienda). obbiettivo della liquidazione coatta amministrativa può es-
Il concreto perseguimento dell’obbiettivo della sere anche l’esdebitazione dell’ente e la conservazione del-
conservazione dell’impresa dipende dalla scelta l’impresa: cfr. BONSIGNORI, Liquidazione coatta amministra-
G

negoziale: dall’accordo tra debitore e creditori o tiva, in Commentario del codice civile Scialoja-Branca, Legge
fallimentare, cit., (Art. 194-215), 1974, 320.
dall’approvazione da parte di questi ultimi della (104) Cfr. FARENGA, op. ult. cit., 3 ss.; e prima ancora
proposta concordataria. Accordo e approvazione BONSIGNORI, Processi concorsuali minori, in Trattato di diritto
realizzano due condizioni di mercato per il recu- commerciale e di diritto pubblico dell’economia diretto da
pero dell’impresa. Entrambe le condizioni dipen- GALGANO, cit., XXIII, 1997, 125, che scrive di come per la
finalità conservativa l’amministrazione straordinaria si ponga
in netto contrasto « con tutta la nostra secolare tradizione
capitalistica, Bologna, 1976, 64, che pur con accenti critici legislativa in materia di fallimento, che è di carattere spicca-
verso il fallimento letto come strumento della politica libe- tamente liquidatorio, sul quale poi è stata modellata la
rale ottocentesca ne conferma la funzione nelle economie di liquidazione coatta amministrativa ». Tra le indagini mono-
mercato. grafiche cfr. MAISANO, La tutela concorsuale dei creditori tra
(100) Cfr. la pagina di BUONOCORE, Impresa (diritto pri- liquidazione e riassetto delle imprese in crisi, Milano, 1989, 6
vato), in questa Enciclopedia, Annali, I, 2007, 789 s., sul ss., e, con riguardo alla disciplina delle crisi delle grandi
mercato quale « destinazione dell’attività d’impresa ». imprese, il lavoro comparativo di PIEPOLI, Interessi indivi-

529

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
Per questi ordini di scopi, le procedure ammi- Invece, per le imprese non connesse con l’at-
nistrative sono strutturate intorno alla relativa tività del pubblico potere secondo lo speciale vin-
compressione dei diritti dei creditori a vantaggio colo che legittima le procedure di liquidazione
della migliore emersione di istanze eventualmente coatta, il presupposto oggettivo torna a essere
confliggenti ma ritenute prevalenti. Vale dunque costituito dall’insolvenza dell’imprenditore; tende
una gerarchia assiologica inversa a quella stabilita perciò a riaffermarsi nella sua esclusività la tutela
nel diritto comune. E proprio in ragione del forte del credito. La ritenuta insufficienza di una simile
condizionamento determinato da valutazioni di prospettiva rispetto alla crisi dell’impresa grande o
carattere economico-sociale, per le quali il giudice grandissima ha determinato negli ultimi decenni
è forse privo di competenza ed è inoltre ritenuto — e a partire dalla crisi economica degli anni
sfornito di legittimazione, esse sono sottratte alla Settanta — le legislazioni sull’amministrazione
gestione giudiziaria e affidate alla gestione ammi- straordinaria: sensibili alla protezione del vasto e
nistrativa. poliedrico ordine di interessi (riferibili allo Stato-
La riduzione assiologica degli interessi coin- comunità) connessi alla conservazione dell’im-
volti nella crisi d’impresa determinata dalla tutela presa e volte a consentirne l’affermazione anche
pressoché esclusiva del credito nel diritto ordina- sopra l’interesse dei creditori (108).

re
rio — e dunque la considerazione di ogni interesse La differenza tra amministrazione straordinaria
e di ogni posizione coinvolta nella crisi esclusiva- e liquidazione coatta amministrativa dipende dalla
mente nello spettro della tutela del credito (105) diversità degli obbiettivi che queste procedure
— non ha sollevato gravi problemi dogmatici ri- possono avere: potendosi contrapporre, nella li-

to
spetto alla necessità di considerare e affermare, quidazione coatta, alla finalità della conservazione
accanto all’interesse dei creditori, anche specifici dell’impresa la consueta finalità della estinzione
interessi pubblici (riferibili, come si usa dire, allo dell’ente deputato all’attività e rilevando in ogni
Stato-persona) connessi all’attività dell’impresa. caso non un generale interesse alla conservazione
Alla protezione degli uni e degli altri sono depu-
tate le discipline sulla liquidazione coatta ammini-
strativa (106). Che queste discipline non siano
di dell’impresa di grandi dimensioni ma specifici in-
teressi pubblici connessi con l’attività d’impresa
svolta dal soggetto vigilato (109).
èE
costruite sull’insolvenza come presupposto neces-
sario (rilevando anche altri presupposti, e così mente, DE MARTINI, op. cit., 26 ss.; PROVINCIALI, Trattato di
diritto fallimentare, IV, Milano, 1974, 2528 ss.; SATTA, Diritto
l’irregolarità gestoria dell’ente) aiuta ad affermare fallimentare, cit., 545 nt. 7) annota come, nel concordato, il
la sussistenza di una gerarchia tra i due tipi di ruolo svolto dall’autorità amministrativa dimostri che inte-
interesse, nella quale la tutela dello specifico inte- resse pubblico e interesse dei creditori non possono essere
resse pubblico assume rilievo prioritario (107). posti sullo stesso piano (così BONSIGNORI, op. ult. cit., 631).
Nella giurisprudenza cfr., per esempio, Cass. 11 luglio 2006,
n. 20259, in Riv. dir. comm., 2006, II, 77, secondo cui in
ffr

duali e interessi collettivi nel risanamento della grande im- detta procedura, e puntualmente nell’evenienza del concor-
presa, cit. In sintesi, può convenirsi che, mentre fallimento, dato, si realizza « una attenuazione della tutela dell’interesse
concordato preventivo e contratti sulla crisi d’impresa per- del ceto creditorio per la coesistenza dell’interesse pubblico
seguono una finalità esecutivo-satisfattiva, invece la liquida- alla gestione della liquidazione o al recupero tramite un
zione coatta amministrativa persegue una finalità estintiva, e eventuale concordato ».
l’amministrazione straordinaria una finalità di conservazione (108) Sul dibattito infittitosi sul finire degli anni Set-
iu

dell’impresa (cfr. SANDULLI, La crisi dell’impresa, cit., 13 ss.). tanta in ordine al conflitto di interessi innescato dalla crisi
(105) Lo stesso lavoratore riceve tutela concorsuale or- della grande impresa e sul governo giuridico degli stessi, cfr.
dinaria in quanto creditore: cfr., per tutti, D’ALESSANDRO, specialmente RITTNER, Wirtschaftsrecht, Karlsruhe, 1979, 136
Crisi dell’impresa e tutela dei lavoratori (1974), ora in Scritti ss.; FLESSNER, Sanierung und Reorganisation, cit., 316 ss.;
G

di Floriano d’Alessandro, cit., 736 ss. PIEPOLI, op. cit., 201, che, in armonia con gli scrittori tede-
(106) Cfr., per tutti, DE MARTINI, Il patrimonio del de- schi, conclude per la configurazione di un Insolvenz- und
bitore, cit., 32 ss.; GUGLIELMUCCI, Origine ed evoluzione delle Sanierungsrecht quale « struttura portante di un più generale
procedure concorsuali amministrative, in Dir. fall., 1995, I, Sonderrecht della grande impresa ». Per la qualificazione
1506 ss. degli interessi protetti quali interessi non semplicemente
(107) Che l’insolvenza non costituisca presupposto ne- pubblici (secondo una diffusa opinione: cfr., da ultimi,
cessario per la procedura è ritenuto elemento decisivo per TOMASSO, Il concordato nella liquidazione coatta amministra-
affermare la finalità della liquidazione coatta amministrativa tiva tra interessi privati e interesse pubblico, in N. giur. civ.,
come irriducibile alla liquidazione patrimoniale nell’inte- 2007, I, 448 ss.; FIMMANÒ, La ristrutturazione mediante con-
resse dei creditori, i quali ricevono « una tutela indubbia ma cordato della grande impresa in amministrazione straordina-
riflessa » (FORTUNATO, La liquidazione coatta delle banche ria, in Autonomia negoziale e crisi d’impresa, cit., 632 ss.) ma
dopo il testo unico: lineamenti generali, in Banca borsa, 1994, di ordine pubblico, cfr. GUGLIELMUCCI, Una procedura con-
I, 775). Anche la dottrina maggiormente restia ad ammet- corsuale amministrativa sotto controllo giudiziario, in Falli-
tere, in tale procedura, la subordinazione dell’interesse dei mento, 2000, 133.
creditori al superiore interesse pubblico (su cui cfr., chiara- (109) Cfr., per tutti, GAMBINO, Profili dell’esercizio del-

530

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

La distanza tra amministrazione straordinaria e pre sulla prima disciplina dell’amministrazione


diritto ordinario della crisi d’impresa è invece straordinaria, ravvisava tuttavia una precisa gerar-
misurata dal conflitto che usualmente si instaura chia tra prevalenti interessi pubblici e subordinati
tra esigenze conservative dell’impresa e piena tu- interessi creditorii (113).
tela degli interessi dei creditori: realizzabile que- Tra il primo intervento legislativo del 1979 e il
st’ultima non solo conservando l’impresa ma an- successivo, integrato dal d. lg. n. 270 del 1999, è
che — e spesso in maniera più efficiente — liqui- riscontrabile un certo mutamento di rotta, dimo-
dando il patrimonio. strandosi la legge sopravvenuta maggiormente sol-
Sotto quest’ultimo profilo il dibattito dottri- lecita verso la tutela giurisdizionale dei diritti, e
nale non appare del tutto sopito. Successivamente comunque attenta ad ancorare la finalità conser-
all’introduzione della prima legge sull’amministra- vativa dell’impresa non esclusivamente alla tutela
zione straordinaria (d.l. n. 26 del 1979, come del lavoro ma a presupposti di concreta fattibilità.
convertito dalla l. n. 95 del 1979) emersero le più Con il limitare la procedura alle imprese che
varie posizioni. Alcuni vedevano nell’innovazione presentino concrete prospettive di recupero del-
la premessa per « uno statuto per l’impresa soste- l’equilibrio economico (cfr. art. 27 comma 1), la
nuta dal pubblico denaro [...] intermedio fra im- finalità conservativa dell’impresa si avvantaggiava

re
presa pubblica e impresa privata » (110); opposta- di un incremento concettuale: emancipandosi
mente, da altri si escludeva che la conservazione dalle istanze emergenziali e così anche dalla critica
dell’attività potesse confliggere con l’interesse dei ribadita in sede comunitaria — e comprovata dalla
creditori: giacché la prosecuzione dell’impresa concreta esperienza — che bollava l’istituto come

to
non potrebbe autorizzarsi in pregiudizio di coloro prodotto di politiche assistenziali incompatibi-
alla soddisfazione dei quali sarebbe esitalmente li con i valori insiti nell’idea del mercato co-
indirizzata la procedura concorsuale (111). Nel- mune (114).
l’ambito dell’ultimo avviso si discusse (e ancora si di
discute) sui rapporti tra interessi pubblici e privati, dell’amministrazione straordinaria, in L’amministrazione stra-
ravvisando l’affermazione dei primi nell’apertura ordinaria delle grandi imprese in crisi. Esperienze, riflessioni,
prospettive (Atti del Convegno della Società italiana di studi
della procedura mentre l’affermazione dei secondi concorsuali-SISCO, Milano, 28 novembre 1987), Milano,
èE
sarebbe nello svolgimento della stessa, quale pro- 1989, 125; ROCCO DI TORREPADULA, Creditori ed impresa nel-
cedura concorsuale finalizzata alla sistemazione l’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi,
Padova, 1994, 123 ss., 199 ss. Con riguardo alla riforma
dell’insolvenza; proprio il carattere concorsuale introdotta con il d. lg. n. 270 del 1999 cfr. PACCHI, Effetti
dimostrerebbe inoltre che non i primi ma i secondi dell’amministrazione straordinaria nei confronti dei creditori,
interessi sono effettivamente prevalenti. Per que- in La riforma della amministrazione straordinaria a cura di
sto ordine di idee, tuttora promosso in letteratura, BONFATTI e FALCONE, Roma, 2000, 149 ss.
(113) Cfr. GAMBINO, op. ult. cit., 565 ss.; ID., Tutela del
la conservazione dell’impresa sarebbe legittimata debitore e dei creditori nelle procedure concorsuali, cit., 716,
ffr

solo in quanto strumentale alla soddisfazione dei che argomenta la « finalizzazione della legge all’esercizio
creditori o per lo meno a questa non pregiudizie- dell’impresa » come « in inevitabile contrapposizione all’in-
vole (112). La più diffusa opinione, formatasi sem- teresse dei creditori »; e poi D’ALESSANDRO, Interesse pubblico
alla conservazione dell’impresa e diritti privati sul patrimonio
dell’imprenditore, in Giur. comm., 1984, I, 53 ss.; ID., L’am-
l’impresa, cit., 565; DE FERRA, Manuale di diritto fallimentare, ministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi: due
iu

Milano, 1989, 385. Che la finalità della liquidazione coatta anni di esperienze (1981), ora in Scritti di Floriano d’Alessan-
non sia necessariamente estintiva, potendosi utilizzare il dro, cit., 786 s. V. inoltre FOSCHINI, Amministrazione straor-
concordato proprio per la conservazione dell’impresa, è ben dinaria e liquidazione coatta amministrativa, in Problemi
illustrato, nella letteratura recente, da TOMASSO, Il concordato attuali dell’impresa in crisi. Studi offerti dai colleghi dell’Uni-
G

nella liquidazione coatta amministrativa dopo le riforme della versità “La Sapienza” di Roma e dagli allievi in onore di
legge fallimentare e la garanzia patrimoniale ex art. 2740 c.c., Giuseppe Ferri, Padova, 1983, 441, e LIBONATI, Il gruppo
in Giur. comm., 2007, II, 1183 ss. insolvente, cit., 18, secondo i quali l’interesse creditorio
(110) GALGANO, Il risanamento programmato dell’im- ricopre un « ruolo secondario », assumendo una « posizione
presa, in Riv. soc., 1978, 1188. marginale ». Cfr., ancora, MAFFEI ALBERTI, Amministrazione
(111) Per questo avviso, cfr. soprattutto OPPO, Profilo straordinaria: le riforme inutili di una legge sbagliata, in Giur.
sistematico dell’amministrazione straordinaria delle grandi im- comm., 1982, I, 476; FRANCESCHELLI R., L’apprendista stre-
prese in crisi, in Riv. dir. civ., 1981, I, 246 ss., a cui aderiscono, gone, l’elisir di lunga vita e l’impresa immortale, in Problemi
tra gli altri, CORAPI, Creditori anteriori e creditori di massa attuali dell’impresa in crisi. Studi, cit., 73 ss., che individuano
nell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in l’obbiettivo prioritario della procedura nella tutela dell’oc-
crisi, ivi, 1982, I, 292 ss.; LANFRANCHI, La natura liquidatorio- cupazione (in tal senso, di recente, v. anche NUZZO A.,
satisfattiva dell’amministrazione straordinaria delle grandi im- Parmalat, Alitalia e simili: occupazione, risparmio e via ita-
prese in crisi e le sentenze 22 maggio 1987 nn. 181 e 185 della liana nella gestione delle crisi d’impresa, in Analisi giuridica
Corte Costituzionale, ivi, 1987, II, 610 nt. 44. dell’economia, 2009, 110).
(112) Cfr., tra gli altri, VASSALLI Fr., I casi di chiusura (114) Cfr. GUGLIELMUCCI, lc. ult. cit., che segnala effica-

531

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
Sulla scorta delle innovazioni, si è implemen- condizionare l’apertura della procedura alla sussi-
tato il novero degli autori convinti che nella nuova stenza di concrete possibilità di recupero del-
legge si fosse realizzato un equo bilanciamento l’equilibrio economico vale soltanto ad escludere
degli interessi dei lavoratori da un lato e dei che la procedura possa avviarsi in assenza di quelle
creditori dall’altro. In realtà, se dalla generale concrete prospettive. La condizione di apertura, in
indicazione sulle concrete prospettive di recupero altri termini, non tiene in conto l’interesse dei
dell’equilibrio economico quale condizione per creditori, ma esclusivamente la praticabilità del
l’ammissione alla procedura si trascorre a conside- risanamento. Appurata la concretezza della pro-
rare i percorsi legalmente stabiliti per l’obbiettivo, spettiva recuperatoria dell’equilibrio economico,
ci si avvede che la severità della condizione è solo nessun vaglio ulteriore è previsto; in particolare,
apparente. Il recupero dell’equilibrio economico non è previsto che si valuti l’incidenza della pro-
può conseguirsi, alternativamente, attraverso un cedura sui diritti dei creditori. Dunque, la via del
programma di ristrutturazione dell’attività o anche risanamento possibile non è ostacolata dal pregiu-
attraverso un programma di semplice cessione dei dizio che potrebbe così arrecarsi all’interesse dei
complessi aziendali (cfr. art. 27 comma 2 d. lg. n. creditori. E infatti, a differenza del diritto ordina-
270, cit.). Per l’equivalenza così stabilita, quando rio della crisi d’impresa, non si rinvengono dispo-

re
non sia da escludersi la possibilità della cessione sizioni che inibiscano la prosecuzione dell’attività
possono pure ritenersi sussistenti le possibilità di in pregiudizio dei creditori.
un « recupero dell’equilibrio economico »: che Per argomento decisivo va poi osservato che, a
tuttavia non si traduce, in tal caso, nel ritorno in differenza di altre legislazioni chiare sul punto,

to
bonis dell’imprenditore e dunque nel pagamento nessuna norma del diritto settoriale stabilisce un
soddisfacente dei creditori (115). Ne discende che rapporto strumentale tra conservazione dell’im-
il giudizio sull’ammissione alla procedura assume presa e soddisfacimento dei creditori; molto diver-
in concreto un esito praticamente scontato, vani- samente, dalla lettura dell’art. 1 d. lg. n. 270, cit. è
ficando del tutto la portata dell’innovazione legi-
slativa (116).
Per un argomento ulteriormente persuasivo,
di facile desumere un’opposta gerarchia (117).
Non meraviglia, pertanto, che le ultime tappe
legislative (e specie quella dovuta al d.l. n. 134 del
èE
2008 e alla legge di conversione, l. n. 166 del 2008,
cemente il passaggio scrivendo di come, attenuatesi le emer- suscitata dall’insolvenza di Alitalia), operando in
genze di ordine pubblico, si trascorse dalla prima alla se-
conda legge essendosi sostituito « al mito dell’economia
senso inverso al decreto legislativo del 1999, ab-
nazionale quello del mercato globale ». La concreta espe- biano determinato una importante elevazione del
rienza della prima legge sull’amministrazione straordinaria tasso di amministrativizzazione della procedu-
del 1979 confermò come la compressione dell’interesse dei ra (118). Il tipico vantaggio atteso dall’azione della
creditori antecedenti all’apertura della procedura fosse gra-
vissima, poiché l’antieconomica prosecuzione dell’attività
ffr

commissariata favoriva il lievitare incontrollato dei crediti (117) Nella norma citata si dispone che la procedura,
prededucibili con conseguente erosione degli attivi. Cfr., in pur destinata a grandi imprese insolventi, ha finalità conser-
generale, CENSONI, L’amministrazione straordinaria delle im- vative del patrimonio produttivo: mediante la prosecuzione,
prese armatoriali e i « debiti della massa », in Giur. comm., la riattivazione o la riconversione delle attività d’impresa.
1983, I, 183; RESCIGNO M., Norme urgenti ed amministrazione Nulla è detto, pertanto, sulla tutela dei creditori. Nella
straordinaria: la legge 9 giugno 1984, n. 212, ivi, 1987, I, 554 Relazione illustrativa al decreto legislativo del 1999 si legge
iu

ss.; GAMBINO Ag., Limiti costituzionali dell’iniziativa econo- al n. 11 che finalità della procedura è di « salvaguardare, di
mica nella crisi dell’impresa, ivi, 1988, I, 487 ss.; da ultimi, fronte a dissesti particolarmente allarmanti sul piano delle
cfr. STANGHELLINI, La crisi d’impresa fra diritto ed economia, ricadute socio-economiche, il bene “impresa” quale entità
cit., 346; MAFFEI ALBERTI, Le procedure concorsuali, cit., 91. oggettiva distinta dall’imprenditore nella sua duplice valenza
G

(115) Per la generale critica che esclude la prospettabi- di fonte unitaria di produzione e di fattore di mantenimento
lità di un effettivo risanamento d’impresa a mezzo di opera- dell’occupazione ». Al contrario, la tutela dei creditori co-
zioni di cessione dei complessi produttivi, cfr. KARSTEN stituisce — come si è visto — la primaria finalità della legge
SCHMIDT, Wege zum Insolvenzrecht der Unternehmen, Köln, tedesca, che pure dichiara gli obbiettivi perseguiti. Alla
1990, 141 ss.; con riguardo all’amministrazione straordina- conservazione dell’impresa è riconosciuto rilievo, ma stru-
ria, cfr. i rilievi di ALESSI, L’amministrazione straordinaria mentale al conseguimento dell’obbiettivo primario integrato
delle grandi imprese insolventi, Milano, 2000, 3 ss. dalla tutela creditoria: cfr. lo schema concettuale del ricor-
(116) Cfr. RONDINONE, in La nuova disciplina della am- dato § 1 Insolvenzordnung; v. anche le osservazioni di OPPO,
ministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di Diritti e interessi nella nuova disciplina dell’insolvenza delle
insolvenza a cura di CASTAGNOLA e SACCHI, Torino, 2000, 173 ‘grandi imprese’, in Riv. dir. civ., 2000, II, 522.
(per un’ampia ricostruzione del dibattito v. BORTOLIN, (118) Cfr. FARENGA, L’amministrazione straordinaria,
L’apertura della procedura di amministrazione straordinaria: i cit., 132, che discorre, criticamente, di un « ritorno all’an-
requisiti sostanziali, in L’amministrazione straordinaria delle tico »; e poi LEOZAPPA, Interessi pubblici e amministrazione
grandi imprese in stato di insolvenza dopo il d.lg. 12.9.2007, straordinaria dopo la legge n. 166/2008 (variante Alitalia), in
n. 169 a cura di COSTA, Torino, 2008, 178 ss.). Giur. comm., 2009, I, 615.

532

© Giuffrè Editore
Enciclopedia del Diritto Crisi d’impresa

pubblica amministrazione è una gestione maggior- modificazioni dalla l. 14 maggio 2005, n. 80; d. lg. 9 gennaio
2006, n. 5; d. lg. 12 settembre 2007, n. 169.
mente efficiente; ma quella può realizzarsi esclusi-
vamente per la libertà dai vincoli che nelle proce- LETTERATURA. — Nella sterminata letteratura, a titolo
dure giurisdizionali presidiano le posizioni sogget- meramente esemplificativo e con riguardo agli argomenti
tive (119). Se poi si aggiunge l’ovvio rilievo che specificamente trattati, nella prospettiva storica: MAZZARELLA,
Fallimento, autonomia contrattuale, impresa: itinerarii e fi-
tale gestione della procedura afferma interessi gure fra otto e novecento, in Autonomia negoziale e crisi
pubblici (120), è facile concludere che all’ammi- d’impresa a cura di DI MARZIO e MACARIO, Milano, 2010, 161
nistrativizzazione si accompagna una « caduta ss.; SANTARELLI, Per la storia del fallimento nelle legislazioni
della tutela del credito » (121). italiane dell’età intermedia, Padova, 1964; VOLANTE, Autono-
mia contrattuale e fallimento tra fondazioni medievali, diritto
Riprendendo, conclusivamente, il filo di di- comune e codici, in Autonomia negoziale e crisi d’impresa, cit.,
scorsi già svolti va ribadito che tutela del credito e 125 ss.
conservazione dell’impresa costituiscono obbiet- In diritto italiano: AMATUCCI A., Temporanea difficoltà e
insolvenza, Napoli, 1979; BELVISO, Tipologia e normativa
tivi in potenziale conflitto. È certamente possibile, della liquidazione coatta amministrativa, Napoli, 1973; BOG-
nel caso che si presenta, un’armonica tutela e GIO, Gli accordi di salvataggio delle imprese in crisi. Ricostru-
dell’uno e dell’altro interesse; ma il criterio di zione di una disciplina, Milano, 2007; BUONOCORE, Fallimento
bilanciamento di tali interessi deve tenere conto e impresa, Napoli, s.d. (ma 1969); CASELLI, La crisi aziendale,
in L’azienda e il mercato (Autori vari), in Trattato di diritto

re
dell’astratta conflittualità e stabilire una gerarchia commerciale e di diritto pubblico dell’economia diretto da
che serva a superare uno stallo altrimenti difficil- GALGANO, III, Padova, 1979, 623 ss.; D’ALESSANDRO, Politica
mente evitabile. Così — e come chiarisce l’osser- della crisi d’impresa: risanamento o liquidazione dell’azienda?
vazione del dato positivo — nel diritto ordinario (1980), ora in Scritti di Floriano d’Alessandro, Milano, 1997,

to
751 ss.; FABIANI M., Contratto e processo nel concordato
della crisi d’impresa prevale la tutela del credito; la fallimentare, Torino, 2009; FARENGA, L’amministrazione stra-
conservazione dell’impresa può realizzarsi, ma ordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza, Milano,
strumentalmente alla tutela del credito o comun- 2005; FERRI G. jr., Impresa in crisi e garanzia patrimoniale, in
que compatibilmente con la superiore afferma- Diritto fallimentare. Manuale breve (Autori vari), Milano,
2008, 31 ss.; FIMMANÒ, in Il nuovo diritto fallimentare. Com-
zione di quella. Nel diritto amministrativo è vero il
contrario: prevale la conservazione dell’impresa; la
tutela del credito può realizzarsi, ma strumental-
di mentario diretto da JORIO e coordinato da FABIANI M., II,
Bologna, 2007, sub art. 104 e 104-bis l. fall., 1576 ss. e 1618
ss.; FRASCAROLI SANTI, Insolvenza e crisi di impresa, Padova,
1999; GALLETTI, La ripartizione del rischio di insolvenza. Il
mente alla conservazione dell’impresa o comun-
èE
diritto fallimentare tra diritto ed economia, Bologna, 2006;
que compatibilmente con la superiore afferma- GRECO V., Il fallimento da esecuzione collettiva ad espropria-
zione di quella. Le divergenti finalità intorno alle zione dell’impresa, Milano, 1984; GUERRERA, Le soluzioni
quali sono costruiti i due insiemi disciplinari del concordatarie, in Diritto fallimentare. Manuale breve (Autori
vari), cit., 131 ss.; JORIO, Le crisi d’impresa. Il fallimento, in
diritto della crisi d’impresa — diritto ordinario e Trattato di diritto privato diretto da IUDICA e ZATTI, Milano,
diritto amministrativo —, e soprattutto la rilevante 2000; LEOZAPPA, Interessi pubblici e amministrazione straor-
peculiarità dell’amministrazione straordinaria, ne dinaria dopo la legge n. 166/2008 (variante Alitalia), in Giur.
comm., 2009, I, 615 ss.; LIBERTINI, Accordi di risanamento e
ffr

rendono difficile una considerazione unitaria. E


ristrutturazione dei debiti e revocatoria, in Autonomia nego-
tuttavia, l’importanza del diritto amministrativo ziale e crisi d’impresa, cit., 359 ss.; LIBONATI, Il gruppo
non deve essere esagerata: così come non si fa insolvente2, Firenze, 1983; MACARIO, Insolvenza del debitore,
riassorbire nel diritto ordinario, neppure riesce a crisi dell’impresa e autonomia negoziale nel sistema della
conformarlo, assumendo il (contenuto) rilievo del tutela del credito, in Autonomia negoziale e crisi d’impresa,
cit., 19 ss.; OPPO, Profilo sistematico dell’amministrazione
iu

diritto speciale (122). straordinaria delle grandi imprese in crisi, in Riv. dir. civ.,
1981, I, 233 ss.; PIEPOLI, Interessi individuali e interessi
Fabrizio Di Marzio collettivi nel risanamento della grande impresa, Milano, 1983;
RIVOLTA, L’esercizio dell’impresa nel fallimento, Milano,
G

FONTI. — R.d. 16 marzo 1942, n. 267 (l. fall.); d. lg. 8 1969; ID., L’affitto e la vendita dell’azienda nel fallimento,
luglio 1999, n. 270; d.l. 23 dicembre 2003, n. 347, convertito Milano, 1973; ROPPO, Profili funzionali e strutturali dei con-
con modificazioni dalla l. 18 febbraio 2004, n. 39 (e succes- tratti « di salvataggio » (o di ristrutturazione dei debiti d’im-
sive variazioni); d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito con presa), in Riv. dir. priv., 2007, 277 ss.; ROSSI Ant., Il valore
dell’organizzazione dell’impresa, in Riv. dir. comm., 2009, I,
603 ss.; ROSSI R., Insolvenza, crisi di impresa e risanamento,
(119) Cfr. GAMBINO Ag., Le procedure concorsuali minori Milano, 2003; ROVELLI, Un diritto per l’economia. Bilancio di
in una prospettiva di riforma e la rinnovata amministrazione una stagione di riforme. Una scelta di degiurisdizionalizza-
straordinaria delle grandi imprese in crisi, in Giur. comm., zione?, in La crisi d’impresa. Questioni controverse del nuovo
1999, I, 402. diritto fallimentare a cura di DI MARZIO, Padova, 2010, 8 ss.;
(120) In giurisprudenza cfr. Cons. St. 12 aprile 2005, n. SACCHI, Il principio di maggioranza nel concordato e nell’am-
1674, in Foro amm. C.d.S., 2005, 1167. ministrazione controllata, Milano, 1984; STANGHELLINI, La
(121) ROVELLI, Un diritto per l’economia, cit., 66. crisi d’impresa fra diritto ed economia. Le procedure di insol-
(122) Cfr. OPPO, Sistematica dell’amministrazione stra- venza, Bologna, 2007; TERRANOVA, Le procedure concorsuali.
ordinaria e l. 1982, n. 119, in Riv. dir. civ., 1982, II, 480. Problemi d’una riforma, Milano, 2004; ID., Stato di crisi e

533

© Giuffrè Editore
Crisi d’impresa Enciclopedia del Diritto
stato di insolvenza, Torino, 2007; VETTORI, Il contratto sulla Verband in der Insolvenz, München, 2002; SMID e RATTUNDE,
crisi d’impresa, in Autonomia negoziale e crisi d’impresa, cit., Der Insolvenzplan2, Stuttgart, 2005.
233 ss.; VILLA G., Aspetti negoziali del concordato stragiudi- In diritto nordamericano: BAIRD, The elements of Bank-
ziale, in Riv. dir. priv., 2001, 791 ss. ruptcy, New York, 2006; BLUM, Bankruptcy and debtor/
creditor, New York, 2006; BLUMBERG, The Law of Corporate
In diritto tedesco: BITTER, Sanierung in der Insolvenz.
Groups. Bankruptcy Law, Boston-Toronto, 1985; BUSSEL e
Der Beitrag von Treue- und Aufopferungsplifchten zum Sanie- KLEE, Recalibrating Consent in Bankruptcy, in 83 American
rungserfolg, in ZGR, 2010, 147 ss.; BUSCH, Der Insolvenzver- Bankruptcy Law Journal, 2009, 663 ss.; COFFEE e KLEIN,
walter und die Überwindung der Massearmut, Köln, 2005; Bondholders Coercion: The Problem of Constrained Choice in
EIDENMÜLLER, Unternehmenssanierung zwischen Markt und Debt Tender Offers and Recapitalizations, in 58 University of
Gesetz. Mechanismen der Unternehmensreorganisation und Chicago Law Review, 1991, 1207 ss.; JACKSON T.H., The Logic
Kooperationspflichten im Reorganisationsrecht, Köln, 1999; and Limits of Bankruptcy Law, Cambridge (Massachusetts),
ID., Finanzkrise, Wirtschaftskrise und das deutsche Insolvenz- 1986; ROE, Corporate Reorganization and Bankruptcy: legal
recht, Berlin, 2009; FISCHER, Die unternehmerischen Mitwir- and financial materials, New York, 2000.
kungsrechte der Gläubiger in der überwachungsphase des Nella prospettiva aziendalistica: ALTMAN, New strategies
Insolvenzplans, Köln, 2002; FLESSNER, Sanierung und Reorga- in bankruptcy analysis, New York, 1983; BERTOLI, Crisi d’im-
nisation, Tübingen, 1982; FRANK, Die überwachung der Pla- presa, ristrutturazione e ritorno al valore, Milano, 2000;
nerfüllung, Köln, 2002; GERLOFF, Funktionen und Aufgaben BRUGGER, in Il nuovo diritto fallimentare. Commentario, cit.,
des Insolvenzgerichts, Baden-Baden, 2009; GOTTWALD, Die sub art. 160 l. fall. (profili aziendali), 2301 ss.; GUATRI, Crisi
Interessengemeinschaft der Gläubiger eines insolventen e risanamento delle imprese, Milano, 1986; ID., Turnaround.
Schuldners, Bern, 1989; HÄSEMEYER, Insolvenzrecht4, Köln- Declino, crisi e ritorno al valore, Milano, 1995; MOTTA, La

re
München, 2007; HESS e OBERMÜLLER, Insolvenzplan. Rest- dimensione economico-finanziaria della crisi d’impresa: alcune
schuldbefreiung und Verbraucherinsolvenz3, Heidelberg, riflessioni, in Il nuovo diritto della crisi d’impresa e del
2003; HIRTE, Restruktierung nach der InsO: Gesetzesplan, fallimento a cura di DI MARZIO, Torino, 2006, 500 ss.;
Fehlstellen und Reformansätze innerhalb einer umfassenden PICIOCCHI, Crisi d’impresa e monitoraggio di vitalità, Torino,
InsO-Novellierung, in ZGR, 2010, 224 ss.; MÜLLER H.-F., Der 2003.

to
di
èE
ffr
iu
G

534

© Giuffrè Editore

Potrebbero piacerti anche