Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
CENNI STORICI
SOMMARIO: 1.1. Nota metodologica. – 1.2. L’aberratio ictus nel diritto antico; – 1.3. (segue)
e nel diritto intermedio. – 1.4. Il dibattito dottrinale nel secolo XIX. – 1.5. Genesi dell’art.
52 del codice Zanardelli. – 1.6. L’art. 82 del codice Rocco: rinvio – 1.7. La riflessione
contemporanea: rinvio.
interesse nello studio degli istituti giuridici. Da un lato, infatti, sul piano
offrire un quadro sintetico dei diversi orientamenti che, nei secoli, sono emersi
Nelle fonti del diritto romano è stato rinvenuto un passo del Digesto che
da quella designata:
“Si iniuria mihi fiat ab eo, cui sim ignotus; aut si quis putet me L.
Titium esse, cum sim G. Seius, praevalet quod principale est: iniuriam
eum mihi facere velle”3.
1
Cfr. A. REGINA, Il reato aberrante, 1970, p. 1.
2
Per un analogo orientamento metodologico cfr. anche V. ZAGREBELSKY, Reato continuato, 1969, p. 1 s.
3
D, 47, 10, fr. 18 – par. 3 (riportato da A. MOSCHINI, voce Errore, in Dig. it., 1895-1898, X, p. 540). Il
Digesto è composto nel VI secolo d. C., per volontà dell’imperatore Giustiniano.
2
Cenni storici
omicidio, il reo deve essere punito perché ha voluto uccidere una persona ed una
risoluzione del caso prospettato anticipi, nei suoi tratti essenziali, la scelta operata
Un altro aspetto che ci pare debba essere messo in evidenza è quello che
differenza di struttura che, ad un’analisi più attenta, si può cogliere tra le due
reato oppure di una causa accidentale che interviene comunque in una fase
due ipotesi sarà evidenziata in particolare dalla moderna dottrina tedesca (v.
infra, § 1.4.).
4
A. REGINA, op. cit., p. 2.
3
Capitolo 1
barbariche, si assiste, nel solco di una più generale ripresa della vita politica,
economica e spirituale, a quel fenomeno capitale nella storia del diritto europeo
In questo contesto, che vede il formarsi della Scuola dei Glossatori prima,
dell’aspetto psicologico del reato6 che, per quel che ci interessa, induce ad un
giuristi di questo periodo, due distinti orientamenti di fondo: per il primo, avendo
deve essergli imputato come doloso; per l’altro, invece, la deviazione del colpo su
persona diversa rappresenta una frattura tra quanto l’agente si era rappresentato e
5
Cfr. A. CAVANNA, Storia del diritto moderno in Europa, 1982, I, p. 105 s.
6
L’indagine sull’elemento psicologico condotta nell’ambito del diritto canonico risale ai c.d. libri
poenitentiales, veri e propri “tariffari” di penitenze che iniziano a diffondersi in Irlanda e in Inghilterra
tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo. Cfr. L. M USSELLI, Storia del diritto canonico, 1992, p. 28 s.
4
Cenni storici
vi è Claro, il quale, dando anche conto del dibattito che vede confrontarsi tra loro i
opporranno quelli della teoria c.d. pluralistica, che si svilupperà nel moderno
7
A. REGINA, op. cit., p. 4.
8
G. LEONE, Il reato aberrante, 1940, p. 79 s.
9
CLARUS JULIUS, Receptarum sententiarum opera omnia, L. V, § Homicidium, n.6 (riportato da G.
LEONE, op. cit., p. 80, nota 2).
10
G. LEONE, op. cit., p. 85 s.
5
Capitolo 1
tradizione che, come abbiamo visto, affonda le sue radici nella compilazione
intenzione e realizzazione che concerne la vittima del reato non fa venire meno
alcuno dei tre elementi che sorreggono l’imputazione dolosa del fatto: la volontà
determinati atti, non si prefigge come scopo quello di tutelare l’uno o l’altro
sempre come errore accidentale e, in quanto tale, non è idoneo ad esplicare alcuna
efficacia scusante13.
largamente diffusa nel nostro paese, un passo del Pessina che, con riferimento al
11
Sul punto cfr. A. MOSCHINI, op. cit., p. 543.
12
G. B. IMPALLOMENI, L’omicidio nel diritto penale, 1900, p. 180.
13
Per la distinzione fra errore essenziale ed accidentale cfr. S. ROBERTI, Corso completo del Diritto
Penale del Regno delle Due Sicilie secondo l’ordine delle leggi penali, 1833, p. 83.
6
Cenni storici
La tesi fin qui riferita è stata definita “unitaria”, perché imputa al reo un
Nel corso del XIX secolo, in area germanica va diffondendosi invece una
due distinti reati riuniti peraltro, in quanto derivanti dalla stessa azione od
omissione, nel vincolo del concorso formale: il primo, nei confronti della vittima
designata, si arresta allo stadio del tentativo; il secondo, consumato a danno della
14
E. PESSINA, Elementi di diritto penale, 1883, II, p. 10 (riportato da G. L EONE, op. cit., p. 10, nota 1).
15
“Unitaria”, dunque, almeno sotto due profili: unico è infatti il reato che si configura e,
conseguentemente, uno solo il titolo d’imputazione. Poiché si tratta della soluzione accolta dal codice
vigente, l’argomento sarà approfondito più avanti, in sede di analisi dell’art. 82. Il significato del
termine si coglie pienamente dal confronto con la regolamentazione proposta dalla teoria c.d.
pluralistica.
16
La prima formulazione di questa teoria è attribuita a J. J. H AUS, Cours de droit criminel, 1861, n. 135.
Per tutti v. F. CARRARA, Programma del corso di diritto criminale, pt. gen., 1867, I, § 262. Tra i
sostenitori di questa impostazione si possono ricordare, tra gli altri, lo Zachariae, il Berner, lo
Schwarze, lo Schutze, l’Oppenhoff, l’Olshausen, il Meyer, il von Bar, il Geyer, lo Herbst, lo Hye, il
Janka, lo Habermaas e il Nypels (citati da B. ALIMENA, voce Del concorso di reati e di pene, in E.
PESSINA (a cura di), Enc. dir. pen. it., 1904, V, p. 533).
17
A. REGINA, op. cit., p. 9 s.
18
Cfr. G. B. IMPALLOMENI, op. cit., p.179.
7
Capitolo 1
viziare il processo motivazionale del reato, l’offesa cade proprio su quel soggetto
complessa e deve essere oggetto, come abbiamo visto sopra, di una duplice
valutazione. Se infatti gli atti compiuti nei confronti della vittima designata sono
sorretti dal dolo dell’agente, l’offesa alla persona diversa non è che l’effetto non
l’ordinaria diligenza.
19
L’evento è dunque conforme ai due elementi che compongono il dolo dell’agente.
20
Tra queste segnaliamo BRUSA, Saggio di una dottrina generale del reato, 1884, p. 109 (citato da
LEONE, op. cit., p. 91, nota 1).
21
F. CARRARA, op. cit., § 262. La quasi totalità degli autori che si sono occupati di aberratio ictus cita
questo passo a sostegno della tesi unitaria. In senso contrario si esprime M. R OMANO, Contributo
all’analisi della “aberratio ictus”, 1970, p. 46, nota 89, il quale dubita dell’esattezza del riferimento e
avanza l’ipotesi che il Carrara nel § 262 tratti dell’error in persona e aderisca peraltro, nelle righe
successive, alla teoria di Haus.
8
Cenni storici
anzi, la teoria pluralistica conoscerà, dalla seconda metà del secolo successivo, un
crescente consenso.
Il risultato dei lavori preparatori è l’art. 358 del Progetto di codice penale
per il Regno d’Italia, dove si stabilisce che chi ha cagionato per errore o per causa
accidentale la morte o un danno nel corpo o nella salute ad una persona diversa da
quella che si era proposto di offendere, soggiace alle pene previste per i reati
delle circostanze, in virtù del quale non sono imputate all’agente conseguenze
22
Cfr. Verbali della Commissione istituita con R. d. il 13 dicembre 1888 allegati alla Relazione con la
quale il Ministro guardasigilli (Zanardelli) presenta il codice penale a S. M. il Re nell’udienza del 30
giugno 1889, 1889, p. 169. Riproduciamo di seguito il testo integrale dell’art. 358: “Chiunque per
errore o per altro accidente, cagiona la morte od un danno nel corpo o nella salute ad una persona
diversa da quella che si era proposto di offendere, soggiace alle pene rispettivamente stabilite per
9
Capitolo 1
ferimento di una persona diversa da quella contro la quale l’azione era diretta. La
pertinente osservazione del Lucchini che invoca, nel caso prospettato, l’art. 358,
offre al Faranda lo spunto per denunciare come contraddittorio il fatto che, mentre
l’art. 51 trova applicazione per tutti i reati, l’art. 358 rimanga circoscritto al solo
sulla persona siano disciplinate anche in relazione a tutte le altre ipotesi delittuose.
una Sottocommissione dell’incarico di trasferire l’art. 358 nel Libro I, una volta
l’omicidio e per le lesioni personali; ma non sono poste a suo carico le circostanze aggravanti del
delitto che derivano dalle qualità della persona uccisa od offesa, e gli sono calcolate le circostanze che
avrebbero diminuita la pena del delitto”.
23
Questo il testo dell’art. 51 del Progetto: “Colui che ha commesso il fatto nell’impeto d’ira o d’intenso
dolore contro chi ne sia stata l’ingiusta causa, soggiace alla pena stabilita per il reato commesso con la
diminuzione determinata nell’articolo precedente”.
24
Cfr. A. REGINA, op. cit., p. 7.
10
Cenni storici
Nasce così l’art. 52 del codice Zanardelli, che recita: “Quando alcuno, per
da quella contro la quale aveva diretta la propria azione, non sono poste a carico
danneggiato, e gli sono valutate le circostanze che avrebbero diminuita la pena per
da applicare nelle ipotesi in cui, per qualsiasi causa, sia erroneamente colpita una
tuttavia, nonostante la non esplicita formulazione della norma, che in essa sia
sussumibile anche il caso della aberratio ictus e vedono nella scelta del legislatore
l’accoglimento della tesi secondo cui al reo deve essere imputato un solo delitto
consumato25.
Sotto la rubrica “Offesa di persona diversa da quella alla quale l’offesa era
diretta” la norma dispone che “quando, per errore nell’uso dei mezzi di
esecuzione del reato, o per un’altra causa, è cagionata offesa a persona diversa da
25
Cfr. B. ALIMENA, op. cit., p. 536; L. MAJNO, Commento al codice penale italiano, III ed., 1911, I, p.
153.
11
Capitolo 1
quella alla quale l’offesa era diretta, il colpevole risponde come se avesse
commesso il reato in danno della persona che voleva offendere, salve, per quanto
al secondo comma, che “qualora, oltre alla persona diversa, sia offesa anche
quella alla quale l’offesa era diretta, il colpevole soggiace alla pena stabilita per il
l’imputazione dolosa del fatto. Innovative, rispetto al previgente art. 52, risultano
invece la previsione dell’aberratio ictus con doppio evento (2° co.) e l’estensione
avente ad oggetto la natura della stessa: per gli uni meramente dichiarativa, in
26
Il progresso rappresentato dall’art. 82 c.p., è testimoniato dal favore manifestato dalla dottrina, che
lamentava l’inadeguatezza dell’art. 52 cod. abr. Tra gli altri cfr. V. M ANZINI, Trattato di diritto penale
italiano, V ed. agg., 1981, II, p. 65; N. NATALI, Offesa per “aberratio ictus” di persona diversa da
quella alla quale l’offesa era diretta, in Giust. pen., 1939, II, c. 395.
12
Cenni storici
colposo28.
accademica, si carica oggi di nuovo significato alla luce della più recente
interpretazione di esso data dalla Corte Costituzionale. La tesi secondo cui l’art.
trovare spazio nel nostro ordinamento, trova oggi sempre maggiori adesioni.
trattazione.
27
In realtà le posizioni della dottrina sul carattere innovativo dell’art. 82 sono varie e molteplici, in
quanto plurimi sono i profili di volta in volta considerati. Qui abbiamo voluto limitarci a prendere in
esame solo quello di maggiore rilevanza e sul quale abbiamo impostato la nostra breve indagine storica:
quello cioè inerente al criterio d’imputazione. Le posizioni relative agli altri profili, rispetto ai quali può
porsi il problema della natura costitutiva o dichiarativa della disposizione, saranno esaminate nel
prosieguo, ciascuna a suo luogo.
28
In questo senso E. ALTAVILLA, voce Errore e ignoranza, in Nuovo dig. it., 1938, V, p. 494; E.
CAPALOZZA, Circostanze aggravanti, “error in persona”, “aberratio ictus” nel vecchio e nel nuovo
codice, in Scritti giuridico penali ( 1932-1962 ), 1962, p. 91. Contra F. ANTOLISEI, Manuale di diritto
penale, pt. gen., XIII ed. agg., 1994, p. 390; V. MANZINI, op. cit., p. 65.
13