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Storicamente a Roma si ebbe:

1. prima la monarchia,
2. successivamente la res publica, che non era la repubblica moderna, dove vi era una condivisione
del potere, dunque una prima rappresentazione della democrazia, tuttavia la strada per
raggiungere la vera democrazia era lunga:
 I magistrati erano solo coloro i quali godevano di una condizione economica superiore agli altri
 Esistevano gli schiavi
 Le donne non avevano importanza
Nel I-II sec. a.C. la res publica andò in crisi, perché la costituzione era modellata sull'urbe, quando
Roma era una piccola città.
3. Nel 27-23 a.C. nasce il principato, principatus, pur essendoci l'imperatore vi era la sopravvivenza
delle forme repubblicane, con il senato, le magistrature, le tribuna, fino a quando ogni potere
verticistico ha una tensione verso il massimo potere.
4. Si passa al dominato, i cittadini diventano sudditi.
Gli istituti di diritto privato si immergono nella storia di Roma, gli istituti giuridici dunque sono influenzati
dal modello di stato.
 
Nello studio del diritto romano si fa riferimento a categorie moderne applicate al diritto romano, per
comprenderlo meglio in maniera espositiva.
 DIRITTO OGGETTIVO = insieme delle regole di ordinamento di diritto privato e l'ordinamento
privato civilistico. Norme e regule (unità di misura del comportamento) -> trasferimento di
proprietà dietro pagamento = compravendita = emptio venditio. La norma nell'architettura è la
squadra e misura le altre dimensioni. Ad esempio misurano le clausole che non sono necessarie per
l'esistenza del rapporto, ma possono modificarne l'assetto d'interesse sottostante.
 DIRITTI SOGGETTIVI = quelli che i soggetti del diritto stesso affermano essere di loro appartenenza
e che possano essere esercitati.
Diritto oggettivo
Il concetto di diritto è per i romani il concetto di ius, nelle lingue antiche ius significava ben altro, è l'insieme
delle regole che disciplinano i rapporti tra i consociati. Diritto richiama la "regula" romana, in quanto
dirigere è dare le regole e le direzioni.
I romani non vedono il dir come un'entità in sé considerata, ma dal punto di vista processuale, il diritto
come AZIONE/ACTIO = INSIEME DI NORME E DI REGOLE CHE DISCIPLINANO I RAPPORTI E TENDONO A
PREVENIRE I CONFLITTI SOCIALI O RISOLVERLI LADDOVE SI SIANO VERIFICATI. Non c'è diritto senza una
comunità umana, anche solo la famiglia.
Il diritto oggettivo ha i suoi FONTES IURIS (fonti del diritto), costituiti dai fatti capaci di generare fonti e
regole secondo le regole costituzionali. È il re a creare i mores, i pontifici ad interpretarli, il senato può
emanare qualche senato consulto, eccetera. Le responsa prudentium costituiscono la prima grande fonte
del diritto privato, a cui si uniranno le costituzioni/rescripta imperiali, scritte dai giuristi e assorbite dalla
cancelleria imperiale. (cap. 2 pag. 35)
 
Le norme sono caratterizzate da 2 parti fondamentali:
1. Il dispositivo della norma
2. La sanzione, la conseguenza personale o economica che viene inflitta a colui che violi l'elemento
dispositivo della norma. La sanzione poteva essere pecuniario (art.2043 c.c.), non corrisponde solo
al valore della cosa distrutta, al valore economico si aggiunge il danno psicologico, quindi si valuta
l'interezza.
A. Sanzione esplicita, afflittiva-personale, es. nell'actio furti (CHE NON OTTIENE MAI LA
RESTITUZIONE DEL BENE) è fatto divieto di sottrarre un bene altrui per trarne un ingiusto
vantaggio, e prevede la condanna, laddove sia dimostrato che il convenuto si riesca a
dimostrare sia l'autore del furto, che corrisponde a:
i. 2 volte la cosa sottratta, se il furto è stato un furtum nec manifestum, cioè è stato
scoperto nel momento successivo e solo in virtù di testimonianze postume;
ii. 4 volte la cosa sottratta, se si coglie sul fatto il colpevole, furtum manifestum.
Emilio Betti, giurista italiano, affermava che il diritto romano fosse virile, nel senso che difende
chi sa difendersi meglio, è maggiormente tutelato chi è stato in grado di cogliere il fatto in
flagrante.
LA SANZIONE NON SI SUDDIVIDE, MA SI MOLTIPLICA, anche se il furto è stato eseguito da più
individui.
B. Sanzione implicita: Es. Art. 1331 c.c. "
Il contratto è l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro
un rapporto giuridico patrimoniale", non presenta sanzioni, la sanzione è implicita nel fatto che
se non si pone in essere un accordo, che non serva a regolare o estinguere un rapporto
giuridico patrimoniale, non ho posto in essere il contratto = INVALIDITA' DELL'ATTO o nullità
dell'atto. Se non si osserva la norma si subisce una certa conseguenza.
C. Sanzioni che si collegano all'attività negoziale, con conseguenze gravi di tipo personale. Nelle leggi
delle XII Tavole si diceva "Laddove vi sia un debitore insolvente e più debitori, qualora non si
soddisfacesse la loro pretesa, facciano a pezzi il debitore e ciascuno prenda la parte che gli spetta
(parti secanto)".
La sanzione ha una duplice funzione:
 Funzione rei persecutoria, RISARCITORIA, (art. 2043 c.c.). L'interesse leso dei romani differenzia il
danno emergente e il lucro cessante, che non si possa più attingere da quel determinato oggetto.
Non è un'equazione precisa, non necessariamente
 Funzione penale, afflittiva: di natura economica o di natura personale, perché affligge la persona di
colui che ha violato la norma. Nel diritto romano, vale sia per il diritto penale che per il diritto
criminale.
 Il diritto penale attiene alla sfera del diritto privato, gli illeciti sono i delicta, il compimento
dell'atto vietato fa scaturire non già un processo criminale, ma la necessità di agire
attraverso il processo civile. L'actio riguarda il processo e il giudice civile. Lo stato non
interviene direttamente, solo colui il cui interesse sia stato leso ha la legittimazione attiva di
autotutelarsi. Si ha una gamma ristretta di illeciti che rientrano nel novero del diritto
privato e sono tutelati attraverso l'instaurazione del processo civile ad opera della vittima
dell'illecito, si hanno le figure del danneggiamento, dell'offesa personale fisica o morale, del
furto, della rapina (furto con violenza su cosa o persona), corruzione di uno schiavo (…).
 Il diritto criminale attiene alla sfera del diritto pubblico, gli illeciti sono i crimina, illeciti di
alta gravità, con i quali lo stato interviene direttamente per sanzionare per mezzo di un
processo criminale (lesa maestà, falsificazione dei testamenti, …).
Mentre il danneggiamento doloso può essere reato anche in seno al codice penale, non solo in
seno al codice civile ed in ambito privatistico, il codice penale non prevede che il
danneggiamento colposo sia un reato.
È possibile che ci siano azioni che racchiudono in sé sia la funzione risarcitoria, sia la funzione
penale -> ACTIO FURTI
 
Le norme del diritto oggettivo si distinguono dalle norme morali, religiose, di cortesia, che non sono prive di
una loro sanzione sociale, ma non coinvolgono le sanzioni giuridiche.
 
Si deve considerare la distinzione base tra le norme:
 Ius: diritto umano positivo, che gli ordinamenti hanno posto per disciplinare i conflitti
 Fas: diritto divino positivo, insieme di regole che disciplinano giuridicamente i rapporti tra gli
uomini e le divinità. I romani ritenevano che le stesse divinità dovessero rispettare norme
giuridiche.
Emerge il principio di PAX DEORUM, ogni violazione delle norme giuridiche e il compimento di certi crimina
pongono a rischio l'accordo con le divinità, la pace che deve sempre sussistere tra gli dei e i romani. Per
certe fattispecie si può porre in essere un caelus expia, espiare il danno con un sacrificio pubblico o privato.
Per i casi più gravi esiste il caelus inexpia, per cui non è possibile espiare il danno, è possibile solo soddisfare
la sete di vendetta degli dei attraverso il sacrificio dell'autore di quell'atto, una penitenza rituale, per
cercare di colmare la coscienza.
 
Si crearono norme sulla base delle fonti del diritto, che risalgono anche a Gaio e alla giurisprudenza. Le
fonti mutano a seconda delle forme di stato, così come muta a seconda delle varie epoche.
CLASSIFICAZIONE DEL DIRITTO OGGETTIVO
 IUS CIVILE: ius proprium civitatis, ogni popolo possiede un proprio ius civile. Nelle promesse verbali,
i romani possono utilizzare l'ASPONTIO, per accordarsi su una prestazione di qualunque genere,
cioè vuol dire che domanda e risposta impegnativa sono fatte utilizzando il verbo SPONDERE, solo i
romani possono usare il verbo spondere, se un peregrino dovesse utilizzare quel verbo, per i
romani quel rapporto non avrebbe valore (pagina 52 integra). Ciò non toglie che i peregrini possano
avere contatti tra loro, dunque si ammette l'uso di qualunque altro verbo diverso dal verbo
spondere, non di ius civile, ma di ius gentium.
 IUS GENTIUM: diritto comune a tutti i popoli
-> Commistione di ius civile e ius gentium: i cittadini romani potevano usare lo ius gentium nei loro
rapporti.
Antonino con il 212 d.C. e con la Constitutio Antoniniana estenderà la cittadinanza romana a tutti.
 IUS HONORARIUM -> GAIO afferma che è il diritto che proviene dal potere regolamentare dei
magistrati. Si prevedeva l'esistenza del IUS EDICENDI, il potere di emanare un editto del pretore. Il
pretore, operando nel processo civile, aveva il potere e dovere di emanare un editto e pubblicarlo
nel foro, ATTO FORMALE DI AUTOLIMITAZIONE DELLO STESSO POTERE. L'editto del pretore è
importante per il diritto privato, perché il pretore si specializza nella iuris dictio, elencazione degli
strumenti di tutela processuale, collegamento tra elaborazione dei giuristi e tutela dei diritti.
 IUS SINGULARE: è ciò che fa eccezione al diritto generale, quando si disciplina in modo diversificato
una particolare categoria di diritti, es. testamento militare, un istituto di ius singulare ->
testamentum militis, che attribuisce molte facoltà rispetto al modo di testare e ordinare. Il soldato
può fare testamento come vuole e come può, è ius singulare perché deroga solo per la categoria dei
militari (soldati non dimessi e regolare) di testare come possono e vogliono.
 PRIVILEGIUM: divieto di norme in privatum, cioè contro un singolo cittadino, teoricamente è un
divieto di emanare norme specifiche che peggiorassero la situazione di un singolo. Con la crisi della
repubblica in realtà non fu rispettato.
 
Diritti soggettivi
Il mondo del diritto oggettivo, prima interpretato dai pontefici, poi legittimato dai re, ha una sua ricaduta
sui DIRITTI SOGGETTIVI, per stabilire se la posizione di un uomo merita o non merita una tutela
processuale. I diritti soggettivi sono tanti quante sono le tutele processuali esistenti. Il concetto di diritto
soggettivo nasce con lo sviluppo dello stato liberale, quando grazie alle lotte dei baroni (Giovanni senza
terra d'Inghilterra) si emana la Magna Charta Libertatum, cominciando ad instaurarsi il gergo del
Parlamento, una rappresentanza del popolo che può opporsi al re. Per i romani si presentava la situazione
ed il giurista poteva spiegare se quell'uomo fosse meritevole di presentarsi a giudizio in un processo civile,
una vaga conseguenza del processo. Per i moderni, il concetto di diritto soggettivo è una conseguenza del
metodo dei romani, sotto forma di creazione giurisprudenziale e di natura processuale.
I diritti soggettivi vengono distinti in
 Diritti assoluti: sono diritti che si fanno valere erga omnes, nei confronti di tutti i consociati. Si
pretende che si faccia valere nei confronti di tutti perché è tutelato dal fatto che si sia titolari di tali
diritti, ciò che si può pretendere dagli altri è un comportamento meramente negativo, che non
ostacolino in nessun modo l'esplicazione delle facoltà del diritto assoluto. Per i romani si parla di
dominium ex iure quiritium -> diritto di proprietà (dai quirites, fondatori di Roma, per cui essendo
titolare di un fondo si ha un diritto assoluto, non si ha bisogno della collaborazione degli altri
consociati. Solo lo stato può limitare le facoltà del titolare.
o DIRITTI REALI: da res, diritto assoluto perché non richiede altro se non il dovere di
astensione. Es. diritto di proprietà
 Diritti relativi: c'è una relazione che non vale erga omnes, si tratta della categoria:
o DIRITTO DI OBBLIGAZIONE: perché in questo caso si presuppone necessariamente la
partecipazione del comportamento di colui che si è vincolato. Debitor e creditor sono le
due parti del rapporto obbligatorio, in rapporto.
Debitor: assume la prestazione, si è vincolato per accordo oppure per commissione di un
illecito (delicta), -> ogni illecito produce una sanzione risarcitoria. Il debitor può essere solo una
parte, anche se costituita da più soggetti. (parte diversa da soggetto).
Vincolo obbligatorio: una ob-ligatio, legare strettamente, dunque obligatio est vinculum iuris. È
un obligatio logica che nasce dal fatto che in principio il debitor venisse legato realmente dal
creditore. L'obligatio è la catena che lega in solvente il debitore e diventa poi un concetto
giuridico, è il "VINCOLO AD ADEMPIERE".
Alle obbligazioni si lega il concetto di OPORTĒRE, = si deve, il contenuto della prestazione, nei
diritti soggettivi relativi si ha un oportēre per il ius civile. GAMMA DELLE ATTIVITA'
COLLABORATIVE DEL DEBITORE AFFINCHE' L'INTERESSE DEL CREDITORE SIA SODDISFATTO:
Dovere di dare, non dare, fare, non fare, prestare.
La prestazione è il comportamento satisfattivo del debitore, ma nel dir romano si riferisce al:
 DARE: il trasferimento della proprietà di un bene
 NON DARE
 FARE
 NON FARE
 PRESTARE: garanzia di qualcosa, da prae-stare, porsi davanti.
Tali categorie si spostano sul piano del PROCESSO. Si parla di distinzione di azioni:
 Actiones in rem, per ottenere la cosa per i diritti assoluti reali -> es. rei vendicatio
 Actiones in personam, per i diritti relativi
L'actio è un termine del settore teatrale, da actor, perché instaurando un processo si svolge la funzione
dell'attore, di rappresentazione della propria pretesa, per cui al processo si recita a soggetto -> vincere e
perdere la causa. Ciò dà la dimensione dell'ALEA, non si può sapere chi vincerà. Il tutto ruota intorno alla
VERITA' PROCESSUALE -> il giudice che giudica in modo ingiusto può essere convenuto dalla parte
soccombente in seno alla responsabilità processuale, chiamata "IUDEX QUI LITEM SUAM FECERIT", quando
i giudici usurpano i poteri per ledere gli altri.
 
 

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