dell'età giustinianea
della ricerca volta a trovare un rimedio a favore di chi, nel corso delle
1
Culpa in contrahendo oder Schadensersatz bei nichtigen oder nicht zur Perfection
gelangten Verträgen, in 4 Jhering J, 1861 trad. Culpa in contrahendo ovvero del
risarcimento del danno nei contratti nulli o non giunti a perfezione.
2
In particolare, BENATTI, La responsabilità precontrattuale, Milano, 1963, p. 2.
1
In particolare, già un passo di Cicerone3 sottolineava l'importanza
dell'actio doli come strumento utile per difendersi dai raggiri perpetrati
l'actio doli era, tuttavia, limitata in quanto era accordata solo in caso di
3
De officiis, III, 14
4
Ad esempio, con l'actio empti l'emptor era tutelato dai vizi occulti della cosa venduta e
dalle ipotesi di evizione (D. 19, I, 30, I Afric. 8 quaest.).
5
Così la definisce MARRONE, Istituzioni di diritto romano, Palermo, 1989, p. 432.
6
D. 18,I,62,I; J.3,24,5 (in tema di vendita di "loca sacra vel religiosa").
2
tedesco Heldrich7. Egli giustificò la scelta di inquadrare la responsabilità
romano classico, quello della tipicità delle azioni. In base a tale principio
corrispondente.
7
Das verschulden beim Vertragsabschluss im klassichen römischer Recht und in der
späteren Recht sentwicklung, Leipzig, 1924, p. 40.
8
In tal senso MENGONI, Sulla natura della responsabilità precontrattuale, in Riv. dir.
comm., 1956, II, p. 367. L'autore, inoltre, analizza e giustifica un'altra contraddizione
presente nei testi giustinianei, laddove viene accordata l'actio commodati contraria contro il
comodante che non avverte il comodatario dei vizi della cosa da lui conosciuti. Anche in
questo caso si verifica un' inversione logica tra la responsabilità (che sembra essere un
effetto del contratto) e l'obbligo violato (che, invece, appartiene alla fase precontrattuale).
3
tutela delle parti nella fase elle trattative: fu merito di Jhering aver colto
di responsabilità precontrattuale.
4
2. La culpa in contrahendo nella teoria di Jhering
al 1861) vi erano stati degli studi su questa materia9 nei quali, tuttavia,
visione unitaria dello stesso, poiché essi erano concentrati solo su ipotesi
9
Ad esempio, il POTHIER nel Traité des obligations, I, Paris, 1805, p. 17, fa riferimento
all'equità per giustificare l'obbligo di risarcimento in caso di contratto viziato da errore,
affermando l'esistenza in tale situazione di una responsabilità di tipo aquiliano.
10
Per TURCO, Interesse negativo e responsabilità precontrattuale, Milano, 1990, p. 39 ed ivi
nota 87, Jhering si sarebbe rifatto, oltre che al diritto romano, al §284 (titolo V, parte I) del
codice prussiano, che ipotizzava l'esistenza della culpa in contrahendo attraverso
un'equiparazione tra la posizione del debitore che esegue il contratto e quella della parte nel
corso delle trattative.
11
D. 1, 62 §1 de contr. emt. (18.1) (Modestinus); § 5 J. de emt et vend.(3.23);
D. 1. 8 § 1 de relig. 11.7 (Ulpianus); 1. 8 (Javolenus).
12
In quanto "locus sacer vel religiosus vel publicus".
5
paradossalmente accordata per un contatto nullo. L'actio avrebbe fatto
fine né l'actio legis aquiliae (che presupponeva una lesione alle persone
o alle cose) né l'actio doli (che non può prescindere dal comportamento
doloso altrui).
avere in buona fede confidato nella validità del contratto stesso. Questo
suo contenuto ma anche, se per qualsiasi motivo tale effetto non si potrà
13
Dunque, secondo Jhering il termine "nullità" indica l'assenza dell'effetto "adempimento",
non di qualsiasi altro effetto.
6
questa colpa è presente prima della conclusione del contratto viene
l'altro, anche nel caso di revoca della promessa al pubblico dopo che è
14
DÖLLE, Juristiche Entdeckungen, Tübingen, 1958, p. 7.
15
Critici, in tal senso, BENATTI, La responsabilità precontrattuale, cit., p. 6 e ss., e PIOTET,
Culpa in contrahendo, Berne, 1963, p. 13 e ss. In particolare, Benatti sottolinea l'assurdità
del rimedio prospettato (l'actio empti), non essendovi alcun contratto valido cui far
riferimento, e l'incongruenza dell'applicazione del concetto di "culpa" anche ai casi in cui di
colpa non è possibile parlare (Jhering, infatti, affermò la colpa del venditore anche se
inconsapevole della non alienabilità del bene).
16
LOI - TESSITORE, Buona fede e responsabilità precontrattuale, Milano, 1975, p. 3.
7
senso lato" delle trattative17, che ricorrerebbe solo in caso di trattativa
17
TURCO, Interesse negativo e responsabilità precontrattuale, cit., p. 56.
18
TURCO, Interesse negativo e responsabilità precontrattuale, cit., p. 40 ed ivi nota 93.
8
3. Il codice civile del 1865 e la tutela ex art. 1151
legislatore del codice civile italiano appare influenzato, più che dal
italiano del 1865, non esiste alcun articolo specificatamente riferito alla
19
Per alcuni autori quali RUBINO, La fattispecie e gli effetti giuridici preliminari, Milano,
1939, p. 442 e ss., si può in realtà parlare di singole ipotesi di culpa in contrahendo con
riferimento, ad esempio, all'art. 1459 c.c. abr. (in tema di vendita di cose altrui).
Per Cass., 5 maggio 1955, n. 1259, in Riv. dir. comm., 1956, II, p. 366., un altro esempio di
applicazione implicita della culpa in contrahendo era dato dall'art. 1407 c.c. abr., in
relazione al comportamento del marito che avesse taciuto il carattere dotale dei beni che
alienava.
9
La dottrina del tempo apparve, del resto, poco interessata alla
assoluto22.
20
Così CARRARA, La formazione del contratto, Milano, 1915, p. 12. Del resto, questo
principio rispecchiava il quadro socio-economico dell'epoca votato all'individualismo e
giuridicamente legato al principio della "mistica della volontà". In tale ottica, era giusto
considerare il recesso come "il prezzo che una parte paga per la probabilità, che dalle
trattative stesse si è procacciata, di arrivare eventualmente a concludere un contratto
vantaggioso": così PACCHIONI, Dei contratti in generale, II, Padova, 1939, p. 116.
21
Tale articolo rappresenta il precedente storico dell'attuale art. 2043 del cod. '42, stabilendo
che "ogni fatto dell'uomo che reca danno ad altri, obbliga quello per colpa del quale è
avvenuto, a risarcire il danno".
Alcuni autori, tuttavia, proposero un sistema di tutela alternativo. Particolare era, ad
esempio, lo schema di responsabilità previsto da un autore quale POLACCO, Le obbligazioni
del diritto civile italiano, Padova, 1898, p. 303 e ss., che proporrà una tutela di natura
contrattuale in caso di rottura delle trattative e di conclusione di un contratto invalido perché
annullabile, e di natura extracontrattuale in caso di conclusione di un contratto nullo.
Altrettanto originale fu la posizione del DUSI, Istituzioni di diritto civile, I, Torino, 1930, p.
138 e ss., che considerò tale responsabilità di natura intermedia tra la contrattuale e la
extracontrattuale.
22
In tal senso PACIFICI-MAZZONI, Istituzioni di diritto civile italiano, IV, Firenze, 1908, p.
457 e ss., che inoltre considerarono possibile fondare l'esistenza di una responsabilità per
10
Non mancò anche chi, discostandosi nettamente dalla dottrina
rottura delle trattative su di una norma, l'art. 36, III comma del codice di commercio (che
disciplinava l'obbligo al risarcimento del danno nell'ipotesi di revoca della proposta o
dell'accettazione che seguiva l'inizio dell'esecuzione del contratto da parte dell'altro
contraente) applicando tale norma anche in materia civile.
Vedi anche COVIELLO, Della cosiddetta culpa in contrahendo, in Il Filangeri, 1900, p. 721 e
ss., che, inoltre, ribadisce l'assoluta libertà nello svolgimento delle trattative.
23
La colpa nel diritto civile odierno. Colpa contrattuale, Torino, 1897, p. 13 e ss.
24
Istituzioni di diritto civile, Milano, 1921, p. 142.
11
Particolarmente significativa appare, poi, la tesi del Faggella25 il
25
Tale tesi è contenuta nelle opere Dei periodi contrattuali e della loro vera ed esatta
costruzione scientifica, in Studi giuridici in onore di C. Fadda nel XXV anno del suo
insegnamento, III, 1906, p. 269 e Il fondamento giuridico della responsabilità in tema di
trattative contrattuali, in Arch. Giur., 1909, p. 128.
26
Tra gli altri, a favore delle tesi del Faggella si espressero il Trib. di Napoli, 31 marzo 1909
in Dir. comm., 1910, I, p. 48 e ss., e Cass., in Riv. dir. comm. 6 febbraio 1925. In particolare
in Cass., 10 luglio 1936, n. 2441 in Foro it., 1936, I, p. 1260 si afferma il principio che "(...)
nelle fasi preparatorie le parti debbono comportarsi con l'ordinaria diligenza", e in Cass., 23
giugno 1941 che "(...) i principi di buona fede debbono presiedere alla stipulazione degli
accordi."
27
In particolare, gli autori francesi: ad esempio SALEILLES, De la responsabilité
précontractuelle. A propos d'une étude nouvelle sur la matiére, in Rev. Trim. Droit Civil,
1907, p. 697.
28
CARRARA, La formazione del contratto, cit., p. 12 e ss.; COVIELLO, La formazione del
contratto, cit., p. 727; NATTINI, Cenni critici sulla così detta responsabilità
precontrattuale, in Dir. comm., 1910, II, p. 235 e ss.
12
aver considerato ammissibile, negli anni che precedettero l'avvento del
così quella tutela che troverà pieno riscontro normativo nell'art. 1337 del
nuovo codice.
13
4. Il codice civile del 1942 e gli articoli 1337 - 1338
invalido.
29
Tale figura è stata introdotta con l'uso di uno strumento moderno qual è la buona fede
intesa come clausola generale.
30
Che, ricordiamo, aveva incentrato il suo studio sull'ipotesi di conclusione di un contratto di
vendita di una cosa inalienabile e quindi nullo.
14
contrahendo e la formazione di un contratto invalido, negandola nel caso
Non è mancato chi, ancorato alla tesi ormai superata della "mistica
precontrattuale.
tutela approntata dall'art. 2043 ed il rispetto del principio ivi sancito del
31
Che, come ha detto BESSONE, Rapporto precontrattuale e doveri di correttezza, in Riv.
trim. dir. proc. civ., 1972, II, p. 971, rappresenta una vera e propria "opzione ideologica".
32
Così VERGA, Errore e responsabilità nei contratti, Padova, 1941, p. 97 ed ivi nota 2.
33
PEDRAZZI, Inganno ed errore nei delitti contro il patrimonio, Milano, 1955, p. 204.
34
Vedi, sull'argomento, quanto successivamente esposto nel cap. 5.
15