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CORSO DI RESTAURO ARCHITETTONICO

A.A. 2010-2011

Il comportamento sismico degli


edifici in muratura tradizionale
Aspetti teorici e metodologici
dallindividuazione della
vulnerabilit agli interventi di
miglioramento
Emanuele Zamperini
Corso di Restauro architettonico A.A. 2010-2011

Ing. Emanuele Zamperini

Scienza delle costruzioni moderna


e strutture in muratura tradizionale
Dalla fine degli anni 70 anche a seguito della valutazione
degli esiti degli interventi seguiti ai terremoti del Friuli (1976)
e dellIrpinia (1980) alcuni ricercatori (1) evidenziano come
gli strumenti della moderna scienza e tecnica delle
costruzioni ideati per i materiali e le tecniche costruttive
dellera industriale risultino inadatti allo studio delle
costruzioni in muratura tradizionali.
Emerge la necessit di pensare nuovi modelli di analisi del
costruito che ne riflettano il pi possibile il reale
comportamento. Sulla linea delle ricerche inaugurate da
Jacques Heyman alla fine degli anni 60, prendendo le
mosse dalla moderna teoria della plasticit e del calcolo a
rottura si rielaborano criticamente i metodi di verifica di
stabilit della scienza delle costruzioni pre-moderna.

Inadeguatezza
del modello
elastico-lineare

Teoria della
plasticit e del
calcolo a rottura

Metodi di verifica
pre-moderni

(1) In particolare Edoardo Benvenuto, Salvatore Di Pasquale, Antonino Giuffr, Vincenzo


Petrini e i gruppi di ricerca del GNDT Gruppo Nazionale di Difesa dai Terremoti.

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Ing. Emanuele Zamperini

La normativa italiana
(dal D.M. 24-1-1986 del Min. LL. PP. in poi)

prevede due livelli di intervento strutturale


sul costruito in zona sismica:
Un insieme di opere necessarie per rendere ledificio atto a
resistere ad azioni di progetto equivalenti a quelle previste per le
nuove costruzioni.

Adeguamento

Interventi di adeguamento sono obbligatori solo in occasione di


variazioni sostanziali dellorganismo edilizio, inerenti sia agli
aspetti strutturali sia alle destinazioni duso.

Un insieme di opere atte a conseguire un maggior grado di


sicurezza nei confronti delle azioni sismiche senza peraltro
modificare
sostanzialmente
il
comportamento
globale
delledificio.
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Miglioramento

Ing. Emanuele Zamperini

Adeguamento
per mutare il comportamento [al fine di ricondurlo a
quello delle nuove costruzioni] sono in genere
necessari interventi ad alta componente invasiva e
distruttiva, che comprometterebbero la natura storica e
lautenticit del bene che invece si vuole conservare.
Ma, soprattutto, in questultimo decennio maturata la
consapevolezza che, inserendo presidi rivolti a mutare
radicalmente il comportamento (ad es. strutture
intelaiate in murature continue, pannelli in c.a.
affiancati, ecc.) si determina un comportamento ibrido,
difficilmente prevedibile e potenzialmente pi
sfavorevole di quello che si vuole evitare

Non si ha
conservazione

Livelli di
sicurezza
incerti e
difficilmente
determinabili

(FRANCESCO DOGLIONI, 2000)

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Ing. Emanuele Zamperini

Adeguamento

Inoltre
se larchitettura costituita da una data struttura, da essa
inseparabile, cui si associa un dato comportamento, un
mutamento globale del comportamento richiede un radicale
cambiamento della struttura, e quindi mina il rapporto
struttura-architettura. Sotto il profilo concettuale la struttura
il modo di essere dellarchitettura, e non accettiamo che ne
venga separata

Stravolge il
rapporto tra
forma e
struttura

(FRANCESCO DOGLIONI, 2000)


Il concetto di limitare i lavori di rinforzo al minimo necessario
porta ad utilizzare gli schemi di risorsa formatisi nella
statica delledificio senza alterarli; trattasi di stati di equilibrio
con cui la fabbrica si spontaneamente difesa, ma che
durano da secoli per il contrasto e la solidariet delle
strutture murarie; il turbarli e lavviare un diverso sistema di
azioni porta talvolta alla necessit di rifare tutto

Turba gli stati


di equilibrio
naturalmente
assunti
dalledificio

(GUSTAVO GIOVANNONI)
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MIGLIORAMENTO SISMICO
La strada da percorrere presto indicata: bisogna
innanzitutto conoscere cosa conservare, e da tale
conoscenza far scaturire il come conservare con sicurezza
(ANTONINO GIUFFR, 1993)
Lobiettivo di rendere compatibili laumento della sicurezza
con la conservazione dei monumenti ha come riferimento
concettuale e pratico la categoria normativa del
miglioramento

SICUREZZA
+
CONSERVAZIONE

(FRANCESCO DOGLIONI, 2000)

Miglioramento
sismico

Funzione di riparazione del


danno presente

Funzione preventiva

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RISCHIO SISMICO
Il rischio la probabilit che certe conseguenze sociali,
economiche, culturali delle azioni che entro un certo tempo di
riferimento potranno colpire un patrimonio edilizio
raggiungano o superino certe soglie
(ALFREDO CORSANEGO, 1990)

R = P x V x S (o E)
PERICOLOSIT
(delle azioni)

SENSITIVIT
(o ESPOSIZIONE)
(del fruitore)

VULNERABILIT
(delle costruzioni)
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PERICOLOSIT SISMICA
La pericolosit caratteristica propria delle azioni. La P.
sismica pu essere definita come la probabilit che entro un
tempo dato le azioni sismiche superino valori stabiliti.
Ogni area territoriale presenta una differente pericolosit che
pu essere studiata sulla base dei cataloghi dei terremoti
storici e di analisi geologiche e sismologiche. A partire dai
dati cos ottenuti si possono valutare il periodo di ritorno e la
violenza del terremoto di progetto.

Violenza
del
terremoto

Accelerazione
del terreno

MAGNITUDO

Danni causati

INTENSIT

Caratterizza
le azioni
Periodo di
ritorno
Violenza

Scala Richter

Scala Mercalli

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VULNERABILIT SISMICA
La vulnerabilit una caratteristica propria delle costruzioni
(o dellinsieme costruzione + terreno), pu essere definita
come la probabilit che a determinate azioni sismiche
corrispondano determinati livelli e tipi di danno.
Gli studi sulle chiese danneggiate dal terremoto del Friuli del
1976 (1) hanno portato ad individuare a partire dal danno
rilevato sugli edifici studiati due classi di vulnerabilit: v.
tipica e v. specifica.

Caratterizza le
costruzioni

Vulnerabilit
tipica e
specifica

(1) FRANCESCO DOGLIONI, ALBERTO MORETTI, VINCENZO PETRINI, Le chiese e il


terremoto, LINT, Trieste, 1994.

TIPICA

Relativa alla configurazione planivolumetrica


della fabbrica

SPECIFICA

Relativa a fattori di
debolezza locale

Vulnerabilit

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SENSITIVIT (o ESPOSIZIONE) SISMICA


La sensitivit una caratteristica propria del fruitore, ovvero
delle persone che, in senso lato usufruiscono della
costruzione. La S. pu essere definita come la probabilit
che a determinati livelli di danno corrispondano certe
conseguenze sociali, culturali o economiche.

Caratterizza
il fruitore

La S. rappresenta un parametro utilizzato per quantificare


sinteticamente il numero ed il valore dei beni che possono
essere colpiti dal sisma: riguarda quindi le possibili perdite
sociali (ferimenti, morti, ma anche disagi alla popolazione),
culturali o economiche.

Quantifica le
possibili perdite
sociali, culturali
o economiche

Nel deserto

La SENSITIVIT nulla

In citt

La SENSITIVIT
molto elevata

Ad esempio

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MIGLIORAMENTO SISMICO
Fine del miglioramento sismico degli edifici quello di ridurre
il rischio sismico. Il miglioramento pu essere raggiunto
agendo sulla vulnerabilit delledificio o sulla pericolosit
delle azioni (ad es. riducendo le masse).
Riduzione delle masse e
rinforzo di una volta con
linserimento di frenelli.
(da FRANCESCO GURRIERI,
Manuale per la riabilitazione e
ricostruzione postsismica degli
edifici, DEI Tipografia del
Genio Civile, Roma, 1999)

NB: In alternativa il rischio pu essere ridotto attraverso il cambio di


destinazione duso (che pu ridurre sia la pericolosit sia la sensitivit) o
attraverso linserimento nella struttura di isolatori elastomerici (agendo a
seconda dei punti di vista sulla pericolosit delle azioni o sulla vulnerabilit).

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MIGLIORAMENTO SISMICO
Una similitudine tradizionale vede il restauratore come un
medico al capezzale delledificio malato a causa ad
esempio dei dissesti statici, ma per quel che riguarda i
terremoti intervenire quando il danno si gi sviluppato
(ovvero a sisma avvenuto) pu significare intervenire troppo
tardi.

Dissesti statici:

Il miglioramento sismico si deve quindi porre in relazione con


la fabbrica seguendo un approccio differente: quello della
medicina preventiva.

Danni sismici:

Si agisce a
POSTERIORI

Si deve agire
a PRIORI

Intervenire prima che il danno si sia presentato presenta per


difficolt oggettive: dovendo intervenire su un dissesto
ancora solo potenziale, spesso non si pu avere laiuto che
viene dallinterpretazione del quadro fessurativo.
quindi importante avere strumenti per prevedere il
comportamento che la struttura oggetto di studio potrebbe
avere in caso di sisma.
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Prevedendo il
comportamento
in caso di
sisma
Ing. Emanuele Zamperini

IL DANNO SISMICO
GIUFFR individua due differenti tipi di danno sismico alle strutture murarie:
1 MODO: La muratura si danneggia per linnescarsi di fenomeni ribaltamento
a causa di azioni agenti ortogonalmente al suo piano medio. In presenza di
tessiture murarie di buona qualit il collasso dipende, pi che dalla resistenza
della muratura, quasi unicamente da questioni di equilibrio, fortemente
dipendenti dal collegamento con pareti trasversali e dalla presenza di elementi
spingenti (coperture o volte) o di trattenimento (catene, travi ben collegate,
cordoli). Questo meccanismo pu portare a collassi imprevisti e rovinosi.

DANNO DI
1MODO :
Ribaltamento
fuori del
piano.

2 MODO: La muratura si danneggia lesionandosi a causa di sforzi taglianti


generati da azioni agenti parallelamente al suo piano medio.
Questo
meccanismo
non porta in genere a
collassi rovinosi perch
una muratura di buona
fattura presenta elevata
duttilit
equivalente,
ovvero
pu
subire
spostamenti anche di
notevole entit dopo
lapertura di fessure.

DANNO DI
2MODO :
Rottura a
taglio nel
piano.

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Danno di 1 modo (A e
B) e di 2 modo (C).
(da ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
Ing. Emanuele Zamperini

MECCANISMI DI 1MODO
I meccanismi di 1 modo corrispondono a valori di accelerazione del
terreno in genere molto bassi, comunque minori a quelli richiesti per
attivare meccanismi del 2 modo. quindi necessario prima di tutto
evitare meccanismi di 1 modo e poi controllare che leventuale
attivazione di meccanismi di 2 modo non porti al collasso.
I valori dellaccelerazione che conducono ai meccanismi di 1 modo
possono essere calcolati abbastanza semplicemente.
Per un muro isolato si ha:

Evitare
meccanismi
di 1modo
Tenere sotto
controllo i
meccanismi
di 2modo

F = m x as
P = m xg
F/P = as/g = k  da normativa
F = m x as = m x k x g

VERIFICA A RIBALTAMENTO
F x h/2 < P x b/2  F/P = k < b/h  b/h detto moltiplicatore di collasso
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Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT TIPICA


DELLE CHIESE
Lelaborazione di
abachi di forme di
vulnerabilit tipica
per determinate
classi di edifici
finalizzata a cogliere
e mettere in
evidenza i tratti
comuni esistenti tra i
diversi danni
realmente verificatisi
sugli edifici; si
formano cos delle
schematizzazioni
atte ad individuare i
tratti fondamentali
del problema ed a
semplificarne lo
studio.
Abaco dei meccanismi di collasso delle chiese (da FRANCESCO DOGLIONI, Codice
di pratica (linee guida) per la progettazione, Bol. Uff. della Regione Marche, Ancona, 2000)
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Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT TIPICA


DELLE CHIESE

Rotazione fuori dal piano (meccanismo di 1 modo) a


seguito di formazione di cerniere cilindriche con assi
obliqui.
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FORME DI VULNERABILIT TIPICA


DEGLI EDIFICI IN AGGREGATO

Abaco dei meccanismi di collasso degli edifici (da FRANCESCO DOGLIONI, Codice
di pratica (linee guida) per la progettazione, Bol. Uff. della Regione Marche, Ancona, 2000)
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Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT TIPICA


DEGLI EDIFICI IN AGGREGATO

Ribaltamento fuori piano (meccanismo di 1 modo) ver so


lesterno in presenza di vincolo in sommit.

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Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT TIPICA


DEGLI EDIFICI IN AGGREGATO

Espulsione dellangolata libera con formazione di effetto


arco per il trattenimento in corrispondenza dei solai.

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Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT SPECIFICA


Lo studio delle forme di vulnerabilit specifica tende ad individuare quei fattori
che costituiscono condizioni di debolezza (locale o diffusa) della compagine
muraria e che possono quindi favorire lattivazione di un meccanismo tipico
particolare (tra quelli gi individuati) o causarne di differenti. Lo studio della
fabbrica dovr essere mirato alla conoscenza degli aspetti strutturali, costruttivi
e di degrado proprio dei materiali.
La letteratura individua sei classi di forme di vulnerabilit specifiche (1) relative
a fattori collegabili a:

Le forme di
vulnerabilit
tipica derivano
da condizioni di
debolezza
locale o diffusa.

1. Modalit costruttive iniziali;


2. Processi di trasformazione edilizia;
3. Carenza di connessioni strutturali e difetti degli elementi di
presidio esistenti;
4. Degrado strutturale e debito manutentivo;
5. Dissesti pregressi non sufficientemente riparati;
6. Interventi strutturali recenti eseguiti con tecniche moderne.
(1) Cfr. FRANCESCO DOGLIONI, Codice di pratica (linee guida) per la progettazione,
Bol. Uff. della Regione Marche, Ancona, 2000.
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FORME DI VULNERABILIT SPECIFICA


1. LEGATE ALLE MODALIT COSTRUTTIVE INIZIALI
1.1.

Scarsa coesione muraria (assenza di diatoni; scarsa qualit


del legante; paramento esterno e stipiti o architravi di porte e
finestre in pietra squadrata non connessi al resto della
muratura);

1.2.

Elementi che riducono la sezione muraria (canne fumarie,


pluviali o impianti interni alla muratura; nicchie; scale interne a
murature di elevato spessore);

1.3.

Soluzioni strutturali inadeguate (coperture o orizzontamenti


spingenti; timpani o guglie svettanti; elementi strutturali snelli o
con sezione inadeguata; travi che scaricano il loro peso su
una sola parte di un muro a doppio paramento mal connesso);

1.4.

Espulsione del
paramento esterno per
mancanza di coesione
con quello interno.

Particolari distribuzioni delle aperture nelle murature (aperture


troppo vicine a spigoli o tra loro; aperture non allineate).
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Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT SPECIFICA


2. LEGATE A PROCESSI DI TRASFORMAZIONE EDILIZIA
2.1.

Connessione scarsa o assente tra strutture preesistenti e


strutture aggiunte (corpi murari aggiunti a fianco di altri con
connessioni inadeguate o assenti; sopraelevazioni non
adeguatamente connesse);

2.2.

Sottrazione di elementi e/o parti murarie (apertura di finestre;


eliminazione di murature portanti con inserimento di archi o
travi di scarico);

2.3.

Soluzioni strutturali inadeguate (tramezzi o pilastri poggianti


direttamente su volte o solai lignei);

2.4.

Tamponamenti di aperture (tamponamenti di porte o finestre


con pannelli murari non adeguatamente connessi ai margini
delle aperture).

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FORME DI VULNERABILIT SPECIFICA


3. LEGATE A CARENZA DI CONNESSIONI STRUTTURALI
E DIFETTI DEGLI ELEMENTI DI PRESIDIO ESISTENTI
3.1.

Connessione scarsa o assente tra muri (connessione


inadeguata tra muri disposti a T o a L);

3.2.

Connessione scarsa o assente tra


muro e copertura
(appoggio delle travi limitato o concentrato; assenza elementi
che garantiscano la continuit del lembo superiore del muro);

3.3.

Connessione scarsa o assente tra muro e solaio (appoggio


delle travi limitato; mancanza di vicolo allo sfilamento);

3.4.

Inadeguato contenimento delle spinte (tiranti inadeguati per


sezione, per dimensione o forma del capochiave, o per rottura;
contrafforti inadeguati per posizione, forma, dimensione,
problemi in fondazione o scarso collegamento con la parete
presidiata).

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Mancanza di
connessione tra i muri:
possibili schemi
planimetrici.

Ing. Emanuele Zamperini

FORME DI VULNERABILIT SPECIFICA


4. LEGATE A DEGRADO STRUTTURALE E
DEBITO MANUTENTIVO
4.1.

Degrado dellintonaco e dei giunti (disgregazione, distacco o


mancanza dellintonaco; disgregazione o mancanza dei giunti
di malta);

4.2.

Degrado degli elementi lapidei della muratura (il degrado


proprio degli elementi lapidei erosione, fessurazione per
gelo-disgelo, esfoliazione, disgregazione tende a sommarsi
ai danni statici creando un circolo vizioso);

4.3.

Degrado di elementi lignei (dovuto a presenza dacqua,


aggressione biologica o microbiologica, danni da incendio non
riparati);

4.4.

Degrado degli elementi metallici (tiranti soggetti a fenomeni


avanzati di ossidazione o corrosione).

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LE FASI DEL PROGETTO DI


MIGLIORAMENTO
1.

Conoscenza delloggetto di studio.

2.

Progetto di danno:

3.

a.

Esame del quadro fessurativo;

b.

Esame delle forme di vulnerabilit specifiche;

c.

Individuazione dei possibili meccanismi di collasso


connessi alle forme di vulnerabilit tipica e loro
adattamento al caso di studio;

d.

Calcolo del moltiplicatore di collasso relativo a ciascuno


dei meccanismi individuati.

Individuazione degli interventi atti a modificare i meccanismi di


collasso previsti o a rendere pi elevati i moltiplicatori. Ciascuna
soluzione tecnica adottata dovr rispondere ad una carenza
individuata nel progetto di danno, evitando quindi interventi
generici e aprioristici.

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Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (1)
Nelle istruzioni del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali
del 29 ottobre 1996, redatta dal Comitato nazionale per la
prevenzione del patrimonio culturale dal rischio sismico
recante le Norme tecniche per la redazione di progetti di
restauro relativi a beni architettonici di valore storicoartistico in zona sismica si afferma che:
Le Operazioni tecniche di intervento sono di regola rivolte a
singole parti del bene architettonico, nel quadro della
indispensabile visione di insieme che ne estenda il beneficio
allintero manufatto edilizio.
Le norme tecniche indicano per i differenti elementi strutturali
che compongono la fabbrica gli interventi preferibili, quelli
accettabili in mancanza di soluzioni alternative di equivalente
sicurezza e quelli da evitare.
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Norme tecniche
per la redazione di
progetti di restauro
relativi a beni
architettonici di
valore storico
artistico in zona
sismica

Interventi mirati a
singole parti della
fabbrica, ma con
lintento di
migliorarne
complessivamente
il comportamento
Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (2)
FONDAZIONI:
Premesso che:
1. Si deve intervenire solo in presenza di dissesti;
2. Si deve intervenire solo dopo un rilievo sistematico delle
fondazioni esistenti;
3. Si deve mirare alla massima uniformit nelle condizioni
di appoggio.
Gli interventi che dovranno essere preferiti sono quelli si
ampliamento della base fondale mediante sottomurazione.
Interventi con micropali o altri interventi di consolidamento
dei terreni potranno essere effettuati solo ove non esistano
valide alternative e previa approfondita documentazione.

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Ampliamento della
base fondale con
sottomurazione

Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (3)
FONDAZIONI:
Lappoggio delledificio sul terreno deve essere garantito
anche durante lesecuzione dei lavori: si deve procedere per
cantieri e sottocantieri, puntellando man mano i muri
soprastanti. Particolare attenzione deve essere rivolta alla
sottomurazione delle connessioni tra muri (a croce ed a T).

Lallargamento
delle
fondazioni
non

efficace
quando i cedimenti
sono provocati da
strati compressibili
profondi, in quanto
tale allargamento
non
modifica
significativamente
lintensit
delle
pressioni oltre una
certa profondit.
(G. CROCI, 2001)
(immagini tratte da:
SISTO MASTRODICASA,
Dissesti statici delle
strutture edilizie, Hoepli,
Milano, 1993)

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Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (4)
FONDAZIONI:
In presenza di cedimenti
localizzati la realizzazione di
micropali potrebbe essere
limitata alle zone interessate
dal fenomeno, ma questa
soluzione
pu
essere
rischiosa, in quanto viene
alterata la distribuzione delle
rigidezze
del
complesso
terreno-struttura []; vi il
rischio che nel tempo si
sviluppino nuovi cedimenti,
seppur distribuiti diversamente.
(G. CROCI, 2001)
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Importante rispettare, anche nella


realizzazione
di
micropali, il principio della ricerca
della massima uniformit di distribuzione
degli
sforzi sul terreno:
in
presenza
di
cedimenti
questi
risulterebbero uniformi)
(immagine tratta da:
GIORGIO CROCI,
Conservazione e restauro
strutturale dei beni
architettonici, UTET,
Torino, 2001)
Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (5)
SETTI MURARI:
Lintervento deve mirare a far recuperare alla parete una
resistenza sostanzialmente uniforme e una continuit nella
rigidezza, anche realizzando gli opportuni ammorsamenti
qualora mancanti.

Cuci-scuci

INTERVENTI SUGGERITI:
- Riparazione di lesioni (p.e. con la tecnica del cuci-scuci);
- Eliminazione, ove necessario, di cavit (canne fumarie);
- Miglioramento delle caratteristiche di murature scadenti
(ristilatura profonda dei giunti di malta, creazione di diatoni).

Inserimento di
porzioni passanti
di muratura in
mattoni in breccia
(da Giuffr)

INTERVENTI SCONSIGLIATI:
- Iniezioni di miscele leganti (effettuabili solo dopo avere
verificato la compatibilit e la iniettabilit della muratura);
- Cuciture armate;
- Inserimento di elementi in conglomerato cementizio armato.

Inserimento di
diatoni in breccia
(da Giuffr)

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Ristilatura
profonda dei giunti

Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (6)
SETTI MURARI:
Il comportamento delle murature soggette ad azioni sismiche
non governato dalla resistenza della muratura stessa solo
se la parete soggetta ad azioni ortogonali al proprio piano
medio pu essere assimilata ad un corpo rigido.
Questa ipotesi valida per murature ben apparecchiate,
ovvero simili allopus quadratum delle costruzioni romane.
Nellopus quatratum
ad un corso di conci
di sposti di fascia
(ortostrati) se ne
alterna un altro di
conci
disposti
di
punta (diatoni).
La monoliticit della parete consente il realizzarsi delleffetto
arco (o cupola) nello spessore.
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(immagini tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Letture sulla meccanica,
cit. e GIORGIO CROCI,
Conservazione e restauro
strutturale, cit.)

La muratura deve
essere assimilabile
ad un corpo rigido.

Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (7)
SETTI MURARI
Muri a doppio paramento
(eventualmente con sacco
interno) senza diatoni, muri con
giunti di malta erosi in profondit
o fortemente disgregati e muri in
pietra grezza o ciottoli hanno un
comportamento molto peggiore:
nel 1 caso la parete si
comporta come due muri
affiancati
(moltiplicatore
si
dimezza); nel 2 si riduce il
braccio
del
momento
stabilizzante; nel terzo si
sviluppano entrambi i fenomeni
negativi.
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(immagini tratte da:


ANTONINO GIUFFR,
Letture sulla meccanica
delle murature storiche,
Kappa, Roma, 1991 e da
FRANCESCO
GUERRIERI, Manuale per
la riabilitazione, Regione
dellUmbria, DEI, Roma,
1999.)
Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (8)

Ammorsamento
trasversale
mediante la
costruzione in
breccia di
muratura di
mattoni: s< 40 cm,
da posizionare ove
conviene nelle
zone di minore
qualit (Giuffr)
(immagine tratta da:
ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (9)

Introduzione di
diatoni artificiali in
breccia, ad
interasse pari a 3
volte lo spessore
del muro, armati
con 4 8 e staffa
5 a spirale
(Giuffr)

(immagine tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
Corso di Restauro architettonico A.A. 2010-2011

Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (10)

Introduzione di
chiavi armate in
perforazione da 15
cm di diametro, ad
interasse non
superiore ad 1 m,
armati con 5 8 e
staffa 5 a spirale
(Giuffr)

(immagine tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
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Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (11)
PILASTRI E COLONNE:
INTERVENTI SUGGERITI:
- Cerchiature e tassellature (al fine di aumentare la
resistenza a compressione);
- Eliminazione delle spinte (al fine di avere compressione
uniforme).
INTERVENTI SCONSIGLIATI:
- Inserimento di anime metalliche;
- Precompressione;
- Perforazioni armate;
- Ogni intervento volto a conferire resistenza a taglio e
flessione.

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(immagine tratta da:


SISTO MASTRODICASA,
Dissesti statici delle
strutture edilizie, Hoepli,
Milano, 1993)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (10)
ARCHI E VOLTE:
INTERVENTI SUGGERITI:
- Riparazione delle lesioni;
- Inserimento di catene alle reni. Qualora non fosse possibile
inserirle alle reni sar necessario fare verifiche specifiche
dellefficacia dellinserimento in posizioni differenti per il
contenimento delle spinte;
- Provvedimenti atti a ridurre le masse e a vincolare le
deformazioni estradossali come frenelli o rinfianchi
coerenti alleggeriti.

Riparazione delle
lesioni
Catene
Frenelli e rinfianchi
alleggeriti

INTERVENTI SCONSIGLIATI:
- Placcaggio estradossale (cappe in calcestruzzo armato).

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (11)
ARCHI E VOLTE:
Lutilizzo di frenelli (muricci estradossali) in muratura di
mattoni pieni consente di ridurre le masse e quindi le
sollecitazioni sismiche e di vincolare la deformazione delle
volta.
In corrispondenza
di alcuni dei frenelli
possono
essere
collocati dei tiranti.
Gli spazi vuoti al di
sopra della volta
possono
essere
inoltre sfruttati per
linserimento degli
impianti.
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Riduzione delle
masse e delle
azioni sismiche
Controllo delle
deformazioni del
profilo della volta

(immagine tratta da:


FRANCESCO GURRIERI,
Manuale per la
riabilitazione e ricostruzione
postsismica degli edifici,
DEI Tipografia del Genio
Civile, Roma, 1999)
Ing. Emanuele Zamperini

IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (12)
ARCHI E VOLTE:
La disposizione di tiranti incrociati previene la deformazione
della scatola muraria e quindi le sollecitazioni sulla volta.

(immagine tratta da:


FRANCESCO GURRIERI,
Manuale per la
riabilitazione e ricostruzione
postsismica degli edifici,
DEI Tipografia del Genio
Civile, Roma, 1999)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (13)
SOLAI:
INTERVENTI SUGGERITI:
- Irrigidimento nel piano (dei tavolati in legno con un secondo
tavolato sovrapposto ortogonalmente al primo; dei solai
con travetti in legno e pianelle o con putrelle e voltine o
tavelloni con caldana armata alleggerita);
- Collegamento ai muri perimetrali di travi e solette;
- Incatenamenti e collegamenti perimetrali puntuali;
- Eventuale incremento della sezione resistente di travi in
legno in zona compressa.

Irrigidimento nel
piano
Incatenamenti e
collegamenti ai
muri perimetrali
Incremento della
resistenza delle
travi

INTERVENTI SCONSIGLIATI:
- Cordoli in breccia;
- Solai laterocementizi.

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (14)
SOLAI:
Le azioni causate dal terremoto generano nei setti murari
sollecitazioni di taglio e flessione; gli elementi che
maggiormente possono fornire resistenza a queste
sollecitazioni sono le pareti dirette parallelamente allazione
del sisma.
Siccome le azioni sismiche interessano tutti gli elementi in
maniera proporzionale alla loro massa, necessario
trasferire le forze orizzontali agenti sulledificio ai setti
orientati parallelamente alla direzione del sisma.
In presenza di azioni orizzontali il ruolo dei solai diventa
quindi non solo quello di trasmettere alle strutture murarie i
carichi verticali, ma anche quello di distribuire le azioni
orizzontali.
Per ottenere questo risultato necessario che i solai abbiano
una significativa rigidezza nel loro piano.
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Per distribuire
meglio le azioni
orizzontali dovute
al sisma

necessario che i
solai abbiano una
significativa
rigidezza nel loro
piano.

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (15)
SOLAI con travetti e tavolato ligneo:

(immagine tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)

I travetti forniscono
collegamento in una
direzione, nellaltra
necessario disporre
dei tiranti in piatto
metallico inchiodati
al
tavolato.
Per
evitare
che
il
tavolato abbia deformazioni angolari nel
piano si dispongono
delle biette a cavallo
delle giunzioni delle
tavole che vengono
inchiodate ad ogni
travetto.
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (16)
SOLAI con travetti e tavolato ligneo:

Chiodi in numero
eccessivo ed allineati:
soluzione scorretta.
Tavole connesse con 2
o 3 chiodi ogni travetto,
chiodi non allineati:
soluzione CORRETTA.
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(immagine tratta da:


FRANCO LANER,
Tecnologia del recupero
delle strutture lignee, Flap
Edizioni, Mestre, 2005)

Il tavolato esistente
reso solidale alle
travi sottostanti e si
sovrappone
un
secondo tavolato
opportunamente inchiodato al primo.
Ciascun tavolato ha
una differente rigidezza nelle due
direzioni (parallela
ed ortogonale ai
giunti) a causa del
comportamento ortotropo del legno.

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (17)
SOLAI con travetti e tavolato ligneo:
Si sovrappone al tavolato esistente un graticcio ligneo formato da
travetti giuntati a mezzo legno e connessi ai travetti inferiori con
cavicchi (pioli) anchessi in legno.

(immagine tratta da:


FRANCO LANER,
Tecnologia del recupero
delle strutture lignee, Flap
Edizioni, Mestre, 2005)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (18)
SOLAI con travetti e tavolato ligneo:
Si sovrappone al tavolato esistente una soletta in calcestruzzo
resa collaborante con luso di connettori. La soletta deve essere
collegata anche alle murature perimetrali.

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (19)
SOLAI con travetti e tavolato ligneo:

(immagine tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (20)
SOLAI con pianelle in laterizio:
Si sovrappone al pianellato esistente una soletta in calcestruzzo
resa collaborante con luso di connettori. La soletta deve essere
collegata anche alle murature perimetrali.

per non indebolire


la
muratura
il
cordolo in c.a.
stato ricavato nello
spessore del solaio
stesso e per il
medesimo motivo si
sono preferiti gli
staffoni trivellati alle
[] code di rondine
(immagine tratta da:
ARIO CECCOTTI,
MAURIZIO FOLLESA,
MARCO PIO LAURIOLA,
Le strutture in legno in
zona sismica. Criteri e
regole per la progettazione
ed il restauro, CLUT,
Torino, 2005)

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (21)
SOLAI con travi lignee:
Una particolare forma di vulnerabilit dei solai con orditure lignee
legata alla possibilit di sfilamento delle teste delle travi dalle loro
sedi. Per ridurre la vulnerabilit e collegare pareti tra loro parallele
necessario realizzare lancoraggio nelle murature di tutte le travi
principali e di alcuni dei travetti.

(immagine tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (22)
SOLAI con putrelle e voltine:
I solai con putrelle e
voltine hanno una
elevata vulnerabilit
sismica: in presenza
di spostamenti dei
muri paralleli alle
putrelle le voltine
possono facilmente
collassare; quindi
necessario
creare
collegamenti
trasversali tra i muri
dambito.

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (23)
Intervento sconsigliato:
Solai laterocementizi con cordoli in breccia.
a) La realizzazione della breccia per linserimento del cordolo muta il
regime statico della muratura causando la migrazione degli sforzi
verso il paramento esterno;
b) Il nuovo solaio grava esclusivamente sul paramento interno;
c) In presenza di azioni sismiche il nuovo solaio spinge sul
paramento esterno causandone lespulsione.
(immagine tratta da:
A. BORRI, A DE MARIA,
Alcune considerazioni in
materia di analisi e di
interventi sugli edifici in
muratura in zona sismica,
in Atti dellXI Congresso
Nazionale Lingegneria
Sismica in Italia, Genova
25-29 gennaio 2004)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (24)
TETTI:
INTERVENTI SUGGERITI:
- Contenimento delle spinte;
- Controventamento della falda;
- Connessione degli elementi lignei tra loro ed alle murature
portanti (con elementi metallici);
- Rafforzamento del punto di contatto tra muro e tetto con
cordoli-tirante in legno o acciaio Giuffr propone anche
cordoli murari armati al fine di ripartire adeguatamente il
carico del tetto sulle murature e di garantire una resistenza
a trazione alla parte superiore del muro.
INTERVENTI SCONSIGLIATI:
- Sostituzioni generalizzate;
- Tetti in calcestruzzo armato, laterocementizi o altre
soluzioni a massa e rigidezza eccessiva;
- Cordoli in c.a.
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Contenimento
delle spinte
Controventamento
di falda
Collegamenti
Cordoli-tirante in
legno, acciaio o
muratura armata
(da Giuffr)

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (25)
TETTI:
Contenimento delle spinte e controventamento.

(immagine tratta da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
Corso di Restauro architettonico A.A. 2010-2011

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (26)
TETTI:
Un profilato ad L (o a C)
pu essere inserito lungo
il perimetro dellambiente
e collegato alla muratura
con perforazioni inclinate
armate con barre filettate.
Questo profilo costituisce
un appoggio per le teste
dei travetti e la base per
lancoraggio dei cavetti di
controventamento.

(immagine tratta da:


MASSIMO
MARIANI, Consolidamento delle
strutture lignee con lacciaio, DEI
Tipografia del genio civile, Roma,
2004)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (27)
TETTI:
Collegamento
dei
travetti alla trave di
colmo con staffe
metalliche e chiodi.
La realizzazione di
queste connessioni
previene fenomeni
di scivolamento dei
travetti dallappoggio
sulla trave di colmo.

(immagini tratte da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
Corso di Restauro architettonico A.A. 2010-2011

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (28)
TETTI:

La realizzazione di
cordoli sommitali in
muratura
armata
consente: (a) di
fornire una certa
resistenza
a
trazione al lembo
superiore del muro;
(b) di realizzare un
migliore collegamento della struttura del
tetto con il muro; (c)
di ripartire meglio il
carico del tetto sul
muro.
(immagini tratte da:
ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
Corso di Restauro architettonico A.A. 2010-2011

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (29)
TETTI:

La realizzazione di
cordoli sommitali in
costituiti da elementi
forati in laterizio
alternati a nastri di
FRP (polimeri fibrorinforzati)
ha
il
vantaggio
della
ridotta invasivit ed
elevata leggerezza.
(immagini tratte da:
ANTONIO BORRI,
ANDREA GIANNANTONI,
ANDREA GRAZINI, Cordoli
di sommit realizzati con
laterizio lamellare in FRP,
in Atti dellXI Congresso
Nazionale Lingegneria
Sismica in Italia, Genova
25-29 gennaio 2004)
Corso di Restauro architettonico A.A. 2010-2011

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (30)
TETTI:
Cordolo sommitale reticolare
in acciaio e doppio tavolato
con listello ed isolante
interposti.

(immagine tratta da:


FRANCESCO DOGLIONI,
Codice di pratica (linee
guida) per la progettazione
degli interventi di
riparazione, miglioramento
sismico e restauro dei beni
architettonici danneggiati
dal terremoto umbromarchigiano del 1997, Boll.
Uff. della Regione Marche,
Ancona, 2000)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (31)
INCATENAMENTI METALLICI:
La pratica tradizionale di inserire catene e tiranti in metallo
va considerata, in via generale, come la risposta di maggior
efficacia in funzione antisismica rispetto allimpatto causato
sul manufatto, per cui si richiede che essa vada adottata
sistematicamente.
Si suggerisce di utilizzare barre tonde lisce in acciaio a
bassa resistenza con capichiave esterni adatti a distribuire
sufficientemente le sollecitazioni. I tiranti saranno posti ad
ogni piano in corrispondenza dei muri portanti trasversali e
collocati ai due lati dei muri stessi.
Qualora fosse necessario collocare un tirante allinterno del
muro (forandolo in direzione longitudinale) sar inserito in
guaina e non iniettato, per rendere reversibile lintervento,
consentire leventuale ripresa di tesatura ed evitare
linsorgenza di sollecitazioni indesiderate.
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Capichiave esterni
e sufficientemente
grandi
Ad ogni piano due
tiranti in
corrispondenza di
ciascun muro
portante
trasversale

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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (32)
INCATENAMENTI METALLICI:
A Tirante doppio ai lati del muro trasversale: capochiave esterno
prefabbricato in c.a., capochiave interno con profilo a C.
B Tirante sdoppiato per ancorarsi agli spigoli opposti del vano.
C Tirante in perforazione senza capochiave posteriore iniettato
con malta cementizia (sconsigliato).

(immagini tratte da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
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IL PROGETTO DEGLI INTERVENTI DI


MIGLIORAMENTO (33)
INCATENAMENTI METALLICI:
Ancoraggio allinterno del vano: in collegamento ottenuto con una
tavola lignea composta dotata di teste in lamiera ancorate nella
muratura.

(immagini tratte da:


ANTONINO GIUFFR,
Sicurezza e conservazione
dei centri storici. Il caso di
Ortigia, Laterza, Bari, 1993)
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BIBLIOGRAFIA
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Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova 25-29 gennaio 2004.
EDOARDO BENVENUTO, La statica delle costruzioni in muratura nel suo sviluppo storico, in Aa. Vv. Metodologie di
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ANTONIO BORRI, A DE MARIA, Alcune considerazioni in materia di analisi e di interventi sugli edifici in muratura in zona
sismica, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova 25-29 gennaio 2004.
ANTONIO BORRI, MARCO CORRADI, EMANUELA SPERANZINI, ANDREA VIGNOLI, Sulla capacit di ripartizione dei
solai tradizionali prima e dopo gli interventi, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova
25-29 gennaio 2004.
ANTONIO BORRI, MARCO CORRADI, ANDREA VIGNOLI, Nuove sperimentazioni per la valutazione della resistenza a
taglio delle murature prima e dopo rinforzo, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova
25-29 gennaio 2004.
ANTONIO BORRI, ANDREA GIANNANTONI, Esempi di utilizzo dei materiali compositi per il miglioramento degli edifici in
muratura, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova 25-29 gennaio 2004.
ANTONIO BORRI, ANDREA GIANNANTONI, ANDREA GRAZINI, Cordoli di sommit realizzati con laterizio lamellare
in FRP, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova 25-29 gennaio 2004.
ANTONIO BORRI, ANDREA GRAZINI, Criteri e metodologie per il dimensionamento degli interventi con FRP nel
miglioramento sismico degli edifici in muratura, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia,
Genova 25-29 gennaio 2004.

Corso
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di Restauro
Restauro architettonico
architettonico A.A.
A.A. 2010-2011
2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Ing. Emanuele Zamperini

BIBLIOGRAFIA
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GIORGIO CROCI, Conservazione e restauro strutturale dei beni architettonici, UTET, Torino, 2001.
FILIPPO CUCCO, MARIA SALERNO, TEOTISTA PANZECA, SILVIO TERRAVECCHIA, Strutture in muratura. Le catene
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ADRIANO DE SORTIS, GIACOMO DI PASQUALE, UTILIO NASINI, Terremoto in Umbria e marche del 1997. Criteri di
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SALVATORE DI PASQUALE, Larte del costruire. Tra conoscenza e scienza, Marsilio, Venezia, 2003.
FRANCESCO DOGLIONI, GIULIO MIRABELLA ROBERTI, Valutazione speditiva della vulnerabilit sismica di murature
in pietra: un caso di studio, in Atti dellXI Congresso Nazionale Lingegneria Sismica in Italia, Genova 25-29 gennaio
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FRANCESCO DOGLIONI, ALBERTO MORETTI, VINCENZO PETRINI, Le chiese e il terremoto, LINT, Trieste, 1994.
FRANCESCO DOGLIONI, Codice di pratica (linee guida) per la progettazione degli interventi di riparazione,
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FRANCESCO FAVERO, FRANCESCA SIMONELLI, ANGELO PIANIZZOLA, Un impalcato rigido: il solaio legno-legno, in
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Restauro architettonico
architettonico A.A.
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2010-2011 Ing. Emanuele Zamperini Ing. Emanuele Zamperini

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FRANCESO GIOVANETTI (a cura di), Manuale del recupero Citt di Castello, DEI Tipografia del genio civile, Roma,
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FRANCESCO GUERRIERI (a cura di), Manuale per la riabilitazione e la ricostruzione postismica degli edifici. Regione
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JACQUES HEYMAN, Il saggio di Coulomb sulla statica. Un contributo alla storia dellingegneria civile, Hevelius,
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FRANCO LANER, Tecnologia del recupero delle strutture lignee, Flap Edizioni, Mestre, 2005.
MASSIMO MARIANI, Consolidamento delle strutture lignee con lacciaio, DEI Tipografia del genio civile, Roma, 2004.
RENATO SANTE OLIVITO, Statica e stabilit delle costruzioni murarie, Pitagora Editrice, Bologna, 2003.
GENNARO TAMPONE, Il restauro delle strutture di legno, Hoepli, Milano, 1996.

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