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MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE ANTISISMICO Introduzione di Francesco Giovanetti 100 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO, 2.13 ~ Portale con arco a tutto sesto in conei di pietra calcarea modanatie Fig. 2.14 ~ Arco laterizio con ia, rilevati nella ex-chiesa di San Nicola degli Ingles! a Nicasia (Cipro). ghiera di ripartzione caratterst- 0 dell'edilzia rinascimentale in ‘area wnbro-toscana’ 2.3. VOLTE LATERIZIE Come anticipato in apertura di questo capitolo, I’interpretazione delle volte come esten- sione spaziale degli archi é fuorviante per un corretto approccio alla materia, Il comportamento statico che caratterizza le volte, libere di variare la propria configura- zione con il solo condizionamento degli appoggi, ¢ infatti molto diverso da quello che si osserva negli archi di parete inglobati nella muratura, i cui movimenti, come si ¢ detto, sono condizionati delle masse murarie di contorno. ‘Sul modo di scegliere il prot di volta che conviene all’ambiente da coprire ¢ sulle tec- niche di costruzione adatte a ciascun impiego, ottime casistiche e spiegazioni esaurienti di Castello - Edizioni DEI Tipografia del Genio F, Giovanetti (a cura di, Manuale del Recupero di Ci Civile, Roma, 1982. 2. ARCHIE VOLTE 101 si possono reperire nei trattati di architettura pratica come le diverse edizioni del “Brey- mann” ed il “Valadier”, pubblicati nel XIX ¢ nel XX secolo, in cui lo sviluppo della scienza delle costruzioni offre supporto alla pratica costruttiva tramandata nei secoli. Nell’ Architetura Pratica, che Giuseppe Valadier publica a Roma, in cinque volumi, tra il 1828 ed il 1833, vi si afferma: “{...] una lunga pratica senza teoria, non é sufficien- te a ben costruire le volte, [...]”. Oggi si pud affermare precisamente il contrario, nel senso che i manuali moderni hanno permesso di recuperare molte conoscenze teoriche sul modo di costruire le volte, ma purtroppo non trovano riscontro nell’esereizio della pratica costruttiva. Il Valadier, nel suo trattato, indica almeno dieci diverse soluzioni costruttive riguardanti sia le volte reali, sia quelle destinate alla sola funzione di controsoffittatura. Nella categoria di maggiore efficacia, come anche di elevato impegno costruttivo, rien- trano le volte in pietra da taglio, quindi le volte di mattoni, che garantiscono comunque un ottimo accostamento dei blocchi con giunti di spessore regolare, mentre quelle in pietrame sbozzato ¢ irregolare sembrano altrettanto solide ma non si dimostrano altret- tanto stabili, L’apparecchio in pietra sbozzata o pietrame & comunque molto diffuso per reperibilita, lavorabilita del materiale e facilita di posa in opera. Ne aceredita I’uso l’esempio offerto dalla durabilita delle volte dell’antichita romana realizzate in pezzame di pietra cemen- tato a pozzolana. I mattoni, grazie alla forma regolare ed alla facile lavorabilita, permettono di costruire volte con geometrie piuttosto complesse. A differenza delle pesanti volte in pietrame, quelle in laterizio consentono spessori pid contenuti, con una vantaggiosa riduzione dei pesi € quindi delle spinte contro i muri d’imposta. Gi spessori in chiave nelle volte di pietra raggiungono circa 1/10 della luce netta (L.B. Alberti suggerisce 1/15), mentre in quelle laterizie tali spessori possono essere dimezza- ti senza rischio di instabilita per le strutture. La forma ed il grado di finitura dell’intradosso si caratterizzano in rapporto alla destina- zione d’uso dei locali. Pertanto negli ambienti pi ricchi si osserva una qualité architet- tonica che non ritroviamo negli spazi utilitari dei fondi, dove appareechio e finitura so- no pili sommari e sovente, sulla tessitura dei mattoni priva di intonaco, si rilevano resi- dui delle canne del!’armatura. L’uso del mattone si presta all’adozione di semplici geometrie a botte od a crociera, ma anche a forme piti complesse che, specie in epoca rinascimentale e barocea, vedono pri- vilegiati i profili a padiglione ribassato arricchiti con lunette perimetrali destinate ad ospitare i vani di accesso e aeroilluminanti. Si anticipa che le lunette inserite nelle volte creano configurazioni ibride che conferisco- no minor peso € maggiore stabilita alla struttura, Le luci ordinarie corrispondono alle dimensioni medie delle maglie murarie, dell’ordine oz MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO di cinque o sei metri, ma si riescono a coprire luci molto pit estese adottando spessori rinforzati di due e tre teste di mattone o disponendo semplici arcate di irrigidimento a vista all’intradosso 0 all’estradosso, nascoste nello spessore del riempimento. Fig. 2.15 Imposta di volta laterizia a crocie- ra realizsata presso il Centro di Formazione Professionale "G.O. Bufalni” dag Alievi del Corso di riqualificazione svoltasi a Cita di Castello (PG) nel 1997. Maestro di laborato- rio: Primo Granci Le spinte esercitate contro le imposte sono generalmente compatibili con la capacita di contrasto assicurata dalle pareti del piano terra grazie al peso trasmesso dalle strutture sovrastanti, Le forze orizzontali applicate al primo livello vengono deviate agevolmente verso la fondazione, a differenza di quanto accade alle quote superiori, dove l’effetto esidua sovrastante. stabilizzante decresce in proporzione alla massa Per questo i soffittia volta presenti nei piani alti dei fabbricati sono spesso realizzati con realine di mattoni in foglio, oppure con la tecnica della camera-canna, destinati pertanto a svolgere solo una funzione estetica e decorativa. Nonostante l'apparente precarieta di un equilibrio affidato al contrasto di elementi spin- genti, le volte hanno conservato nel tempo la loro originalita costruttiva, dimostrandosi piuttosto refrattarie alla rimozione, Inoltre, contrariamente al pensiero comune, le volte possono svolgere un ruolo importante anche ai fini antisismici, Il terremoto, infatti, pro- duce un ineremento delle spinte, tale da innescare pericolosi meccanismi di danno, ma ¢ dimostrato che le strutture spingenti, ove realizzate in successione su vani contigui, ga- rantiscono una mutua azione di contrasto vantaggiosa per la stabilita globale dell’orga- 2. ARCHIE VOLTE 103 VISTA DA SOPRA r B vistapasorro — |__reoiee tose) Fig. 2.16 Volta a padiglione con lunete perimetral. Vista planimetrica* Non sempre quindi le spinte costituiscono un vero problema ¢ per certi aspetti la rimo- zione delle volte, caldeggiata dalla stessa normativa oggi vigente per le zone sismiche, puo privare ledificio di un importante elemento equilibrante c alterare il comportamen- to statico d’insieme. L'indicazione della norma, pertanto, non pud essere presa alla lette- ra, Spesso, l’attenzione di chi deve valutare la resistenza della volta é catturata dalla conformazione geometrico-architettonica, entre non si prendono in considerazione aspetti costruttivi molto pid importanti per l’analisi strutturale. Infatti, per comprendere e analizzare i meccanismi resistenti che si instaurano nelle volte reali é necessario ana- lizzare la tecnica costruttiva e, in particolare, il sistema di tessitura dei mattoni, un fatto- T disegni che s ai tipi di volte, sono estratti da: F. Giovanetti (a cura di), Manuale det Recupero di Citta di Castello, Roma (Edizioni DEI), 1992. Rilievo e restituzione G. Cangi, salvo divers 104 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO re piuttosto complesso e poco indagato, che incide fortemente sul comportamento stati- co. L’interpretazione del quadro fessurativo € l’analisi dei dissesti non possono prescin- dere dalla conoscenza del modo in cui i mattoni sono posti in opera e delle caratteristi- che dei materiali utilizzati T —Matonao Masato Fig. 2.17 Toltaa adiglione con lunete perimetral. Sezione longitudinale. Accade inyece che lo studio dell”apparecchio laterizio venga spesso ridotto ad una som- maria analisi dell’intradosso, a causa delle difficolta che un’indagine approfondita com- porta in presenza di intonaci e pavimenti. In fase di accertamenti preliminari, la diffi colta di accesso pud in parte essere superata attraverso il confronto tipologico con ele~ menti di simili caratteristiche A riguardo la manualistica pud fornire I’aiuto necessario, soprattutto quando esprime il risultato di ricerche effettuate su di un campione sufficientemente vasto di elementi co- struttivi La volta laterizia rappresentata in figura 2.16, rilevata al piano terra di un edificio quecentesco, riassume le caratteristiche salienti di una tecnica costruttiva molto diffusa, facilmente adattabile ad ambienti di forma rettangolare, dove ¢ possibile realizzate due lunette sul lato corto ¢ tre su quello pit lungo. La tecnica illustrata riguarda il tipo di volta laterizia costruita con mattoni apparecchiati a coltello secondo il sistema a tessitura longitudinale, che prevede la disposizione dei mattoni secondo le generatrici della superficie cilindrica, La costruzione dell’esemplare va collocata cronologicamente nella prima met del Cinquecento. 2. ARCHIE VOLTE 105 Lo spessore dei muri perimetrali esterni é maggiore di quelli intemni a causa della diver- sa funzione statica delle pareti nel contrastare la spinte equilibranti. I peducei di pietra sono posti ad interasse regolare su ciascun lato © segnano il passo strutturale delle Iunette. A questi elementi spesso compete una semplice funzione deco- rativa, essendo costituiti da lastre di pietra sottili applicate alla parete in fase di comple- tamento; raramente i peducci sono ricavati dai blocchi di maggiore dimensione che si osservano nel caso illustrato, immorsati nel muro e tali da contribuire alla diffusione de- gli sforzi nella parete. Lo spessore della volta costituisce un altro dato importante per classificare l"elemento costruttivo, tuttavia questo non costituisce un dato significativo per esprimere un giudi zio sulla qualita strutturale, Le volte a sesto acuto della Basilica di Assisi ad esempio, in parte crollate durante il s sma del settembre 1997, sono costruite con mattoni disposti tutti di testa per avere un maggiore spessore dell’impalcato e per seguire meglio la curvatura delle centine Quello che si presenta come un accorgimento costruttivo atto a conferire spessore € quindi maggiore stabilita alla volta, mostra almeno due limiti oggettivi che possono compromettere le prestazioni antisismiche dell’elemento strutturale. Le volte realizzate con mattoni disposti di testa, infatti, cosi come le murature costituite da soli diatoni, non garantiscono quel comportamento monolitico della struttura laterizia che, al contrario, viene favorito dal sistema di tessitura alla gotica, ovvero, da una regolare alternanza di diatoni ed ortostati (fig. 1.62). Inoltre, la realizzazione delle connessioni lungo Ie nerva- ture diagonali, gia piuttosto difficoltosa per le volte sottili ad una testa, risulta molto pit complessa da creare con i mattoni disposti di testa e comunque di scarsa efficacia, reacouo | Fig 2118 ~ Villa a padiglione con lunete perimetral. Sezione trasversale e particolare della nervatura con il peduc cio d‘angolo 106 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO In forza di cid, le nervature sono completate, in alcuni casi, da costolature in pietra o la- terizio che ne esaltano jl significato architettonico, ma non contribuiscono a migliorare le connessioni ed a risolvere il problema strutturale latente (fig. 2.28). Nell’esemplare rilevato lo spessore é di una testa di mattone ¢ la volta presenta un profi- lo ellittico ribassato; questa conformazione permette di contenere lo spessore medio del materiale di riempimento necessario per creare il piano di calpestio € quindi ne deriva una sensibile riduzione del peso proprio. I mattoni sono apparecchiati di coltello con giunti sfalsati, sono disposti su filari paralle- lialle generatrici ed interrotti a cadenze regolari dalla tessitura trasversale delle Iunette. La posa in opera dei laterizi sopra la centina non richiede particolari accorgimenti, ad cecezione delle nervature, dove per garantire la continuita strutturale e I'ingranamento dei mattoni é necessario accostare i laterizi mediante ritagli accurati per ottenere gli in- castri necessari. Dall’imposta, dove i mattoni sono semplicemente sovrapposti, fino alla chiave, dove invece vengono disposti accostando Ia testa di un mattone contro la faccia di quello ortogonale, si passa attraverso configurazioni intermedie che richiedono tagli complessi con angolazioni che variano in relazione alla quota raggiunta. I laterizi vengono appoggiati sulla centina ¢ tagliati una prima volta per aderire al profi- lo dell’unghia ortogonale; un secondo taglio permette di creare I'appoggio per I"ingra- namento con il filare ortogonale. I! procedimento richiede tempo, conoscenza della tec: nica ed abilita pratica, qualita tutte oggi piuttosto rare. Il riempimento superiore & costituito da calcinacci battuti, sopra i quali & disposto il massetto in malta di calce, sabia grossa e sassi, mentre il mattonato di finitura ¢ ada- giato su di uno strato di allettamento in malta di calce e sabbia passata al setaccio. L’apparecchio del campo centrale nell’esemplare rilevato (fig. 2.16), definisce una tessi- tura a rombo simmetrica rispetto agli assi mediani, con un apprezzabile risultato esteti- co, benché la superficie fosse fin dall’origine destinata ad essere intonacata. Cid lascia supporre che la disposizione dei filari diagonali sia motivata soprattutto da esigenze sta- tiche: probabilmente per indirizzare i flussi di compressione verso i punti d’angolo. Il filo delle nervature, pit marcato a livello delle imposte e della reni, tende naturalmen- te a svanire quando raggiunge il campo centrale della volta e, pertanto, veniva talvolta evidenziato con I'inserimento di una canna vegetale fissata ai mattoni, in grado di far emergere la bordatura delle lunette. La costruzione della volta aveva inizio con la realizzazione del primo tratto fra 'impo- sta e le reni; operazione eseguita con l’ausilio di forme di legno e di guide che permette- vano di realizzare gli appoggi della struttura, Nella fase successiva si procedeva alla di- sposizione dell'armatura necessaria alla costruzione del campo centrale. Questa consi- steva in centine robuste del tipo illustrato nella vista assonometrica in figura 2.19, rifini- te superiormente con un impasto di argilla ed una stuoia di cane o arbusti, modellati se- condo la geometria desiderata. 2. ARCHIE VOLTE 107 ‘\ SSS SSS ZS a Fig. 29 — Vista assonometrica d'insieme delle fasicostruttve e delle centine in legno necessarie peril sostegno del- Vimpaleato, Si evidencia Vassenza di ammorsature fra le lunete e le pareti perimetrali per evtare it collasso dela siruttura al momento stesso del disarmo, quando l'assestamento dei giunti di malta e del campo centrale non deve trovare impedimenti lungo il bordo della strutura Il disarmo doveva avvenire lentamente, in piti giomi e con estrema cura, allentando i cu- nei di legno per mettere in tensione la volta. L’allentamento graduale permetteva di con- trollare anche gli effetti indotti sulle pareti d’imposta Pangolo e sei centrali sui quali sembra gravare nento con le pareti é stato creato La volta ¢ impostata su quattro peduc Ja struttura con tutto il suo peso, ma in realté l’ingrana solo nel tratto compreso tra l'imposta ¢ le reni 108 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Fig, 2.20 - Modello in scala ee i volta laterizia. (Tessitura longitudinale Il sesto delle lunette resta completamente privo di ammorsature con la parete; i mattoni sono addossati al muro senza alcuna connessione, per consentire I’assestamento del campo centrale al momento del disarmo senza provocare lesioni. Questa poco nota particolarita costruttiva, osservata in numerose strutture realizzate, conferisce alla volta il carattere di struttura “isostatica”, capace di adattarsi a diverse configurazioni geometriche senza I’innesco di tensioni coattive. La configurazione isostatica della volta & accentuata dai giunti fra i mattoni, realizzati con malta di calce di scarsa resistenza, quindi capaci di simulare dei vincoli a cerniera. Questa caratteristica costruttiva delle volte é in netto contrasto con alcune usuali tecni- che di consolidamento che, al contrario, tendono a rendere la struttura altamente ipersta- tica A A A A A A A i a AN tm ARCHIE VOLTE 109 /APPARECCHIO A FILARI SECONDO LE GENERATRICI evineore: Ok ‘SUL PIANO. — APPARECCHIO E STEREOTOMIA Up prion DEIMATTONILUNGO LA | Up. wren, NERVATURA (1, 2.3) | Us. a, stone ot ron SEZIONE CENTRALE em S&S ~-— eae sez0Ne CENTRALE Fig. 221 — Volt a crociera a tessitura secondo le generatrici (longitudinale). Stereotomia e disposizione dei mationt tra imposta ele rent della nervatura 110 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE F ANTISISMICO Fig, 2.22 — Citerna (PG) - Antica chiesa di S. Gia como danneggiata dal terremoto del 26 aprile 1917, i nota il profile della luneta distaccata pri- va di ammorsature, (arch. fotografico Comune di Cterna) di mattoni, orientati secondo le generatrici, espongono le i cinemati- Nelle volte a botte i fila strutture al rischio di instabilita del campo centrale, con l’innesco degli ste: smi flessionali che caratterizzano il dissesto degli archi. Questo rischio & parzialmente compensato dall’azione stabilizzante assicurata dal rin- fianco, pertanto il parziale syuotamento che viene operato di frequente per ridurre la spinta delle volte, & un’operazione che pud produrre anche effetti negativi, nel senso che i vantaggi derivanti dalla riduzione dei carichi potrebbero risultare modesti in propor- zione al rischio d’instabilita determinato dalla nuova configurazione strutturale. Leeventuale presenza di irrigidimenti nascosti sull’estradosso pud rassicurare sulle con- seguenze di questa scelta. 2. ARCHIE VOLTE ut Fig, 223 — Modello al vero: fasi eseew one Regionale 'G.O. Bufalni”, Citta di Casello (PG). tive - Centro di Forma Fig, 2.24 ~ Folia later nervatura d'estradosso. Sez ne traversale Come sopra accennato, un contributo particolarmente efficace alla stabilith delle volte esaminate é dato dalla presenza delle “Iunette”, gli elementi funzionali che lungo il peri metro delle volte — a botte, a schifo 0 a padiglione assicurano ’altezza per un vano di porta o finestra. Inserite tra le reni ed il cervello della volta, le lunette assumono il ruolo di puntoni ad- dossati alle reni: esse inoltre producono una sensibile riduzione del peso complessivo. Leffetto stabilizzante & reso ancora pit evidente dal profilo rampante delle generatrici e dall’inclinazione data ai mattoni, che in questo modo esplicano un’azione di contrasto molto pill efficace. La configurazione é simile a quella che si rileva nelle crociere gotiche, del tipo rappre- sentato in figura 2.25, Il profilo arcuato delle generatrici fa si che la volta possa lavorare anche con archi lon- situdinali, ovvero con flussi di compressione che seguono I’asse dei mattoni o delle pie ire per scaricarsi contro le pareti perimetrali. In questi casi perd l'unghia va innestata nella muratura. Rifacimento delle volte laterizie al piano seminterrato di Palazzo Buonaccorsi - Macerata. Progetto ¢ D.L. Arch. M. Zampilli, strutture: ing. G. Car 2 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Fig, 225 — Flussi di compressione nelle volte Leffetio stabilizzante assicurato dalle lunette, gia apprezzabile a livello intuitivo, & reso ancora pitt evidente dal profilo di alcune sezioni longitudinali pid significative, eseguite nel settore compreso fra le reni ed il vertice stesso delle lunette. Si osserva che rispetto alle volte a botte, caratterizzate da sezioni tutte uguali, le lunette introducono variazioni di forma che conferiscono maggiore inerzia e pertanto maggiore stabilita alla struttura (figure 2.26 e 2.27). La costruzione delle lunette determina pertanto una riduzione della curvatura strutturale della volta, dato che si innalza il punto di contrasto con i muri d’imposta, assumendo cosi una configurazione con profilo ribassato, come si intuisce dalla sagoma modificata del nocciolo centrale d’inerzia Le due condizioni limite per l"equilibrio del sistema corrispondono rispettivamente al- Vinnesco della “spinta attiva” (quella minima) e della “spinta passiva” (la massima), ovvero alla massima e minima accentuazione della curva delle pressioni confinata nella sagoma del nocciolo d’inerzia. Sezioniresstenti della volta a borte con lunette RCHIE VOLTE, U3 wcless it L SS S . Fig. 2.27 ~ Profilo del nocciolo centrale diner ae force equilibranti. In pratica la spinta attiva della volta con lunette corrisponde grossomodo a quella del profilo a botte semplice, mentre la spinta passiva che é in grado di esplicare in condizio- ni di stabilita é molto pit elevata. Le risorse di resistenza della struttura sono rappresentate dai valori delle spinte compre- si nell’intervallo di variazione definito dalle due configurazioni limite. Nelle volte a bot- te l’ampiezza dell’intervallo ¢ modesta, soprattutto se si trascura l’irrigidimento prodot- to dal rinfianco. La spinta passiva equivale alla capacita di reazione della volta nei confronti di azioni esteme che tendono a far avvicinare le pareti d’imposta; tale situazione si pud manife- stare sotto gli effetti del sisma a causa delle oscillazioni in controfase delle pareti. In questi casi il collasso si manifesta con I’innalzamento della chiave e l’innesco di un ‘meccanismo di rottura flessionale inverso rispetto a quello classico indotto dalla spinta ativa. Le lunette, quindi, costituiscono dei vincoli monolateri per cui il contrasto é garantito solo in condizioni di spinta passiva, mentre nelle altre configurazioni le arcatelle tendo- no a distaccarsi dalla parete perimetrale. Lungo l’attacco con la volta principale é co- munque necessario creare delle buone connessioni, per accertarsi delle quali @ necessa- rio analizzare le nervature all’intradosso, operazione che pud richiedere la rimozione dell’intonaco che le ricopre. Si tratta di una verifica importante che giustifica l’esecuzione di specifici saggi, da ese~ guire preferibilmente all’altezza delle reni, che costituiscono dei punti particolarmente significativi Nel caso in cui le nervature sono ricoperte da costolature di pietra o di laterizio, l’opera zione di controllo si presenta ancora pit! difficoltosa, ma non meno necessaria, per il fat- to, gid evidenziato in precedenza, che tali clementi architettonici possono nascondere una carenza di connessioni se non addirittura la completa assenza di ammorsature. 4 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO La ricercatezza delle soluzioni architettoniche, lo si ribadisce, non costituisce infatti una garanzia di qualita strutturale. Lrassenza di collegamenti efficaci lungo i bordi delle lunette costituisce una carenza strutturale grave nei confronti degli sforzi di taglio trasmessi nel piano dell’orizzonta- mento, che trovano una discontinuita lungo le linee diagonali. Le deformazioni planime- triche associate allo scorrimento differenziato dei muri d’imposta si traduce nella forma- zione di fessure diagonali la cui insorgenza pud essere mascherata dalle costolature La corretta unione dei mattoni delle nervature & infatti determinante per la stabilita del sistema e nelledilizia minore, come in quella specialistica, sono rari i casi in cui questo accorgimento costruttivo risulta trascurato. Il sistema a tessitura longitudinale sinora preso in considerazione, che si @ visto rispon- dere a criteri di sicurezza e garantire una buona stabilita d’insieme, non ¢ il solo in uso per le volte. In varie zone del paese ¢ diffusa Ia cosiddetta tecnica “schianciana”, di cui esistono testimonianze d’impiego in epoca medioevale. Un apparecchio di pid! semplice realizzazione, ma non privo di alcune controindicazioni strutturali Questa tecnica prevede che i mattoni siano disposti in diagonale su piani ortogonali alla nervatura, pertanto richiedono un solo taglio per adattarli all"angolo che formano le un- ghie alle diverse quote. Fig, 2.28 — Costolatura di pica dest nata a ricoprire la nervatura allinra~ dosso priva di ammorsature 2. ARCHIE VOLTE us La realizzazione dell"imposta non differisce molto dal caso esaminato in precedenza, ma al procedere della costruzione verso le reni emergono significative differenze nella disposizione dei mattoni, ancora piti evidenti quando ci si avvicina al punto di chiave a Fig. 229 — Modello n scala di vol ‘schianciana”. (Particolare de ee pennacchio) Tl cervello della volta a tessitura diagonale chiude con la formazione di rombi che si re- stringono progressivamente verso il centro, mentre con i mattoni disposti secondo le ge- neratrici si forma una croce orientata secondo gli assi mediani della struttura. Un caso particolare di applicazione pratica di questa tecnica la si trova nelle caratteristi- che scale denominate “alla roman: Questo tipo di struttura non gode di particolari favori per I’apparente instabilita che tra~ smette la mensola con sezione a semiarco, per cui il DM 16 gennaio 96 al punto C.9.8.3 prescrive addirittura che: “Le scale in muratura non portante (cosiddette alla romana) devono di regola essere sostituite da scale in cemento armato o in acciaio”, un’indica- zione stroncatoria verso Iingegnosa, seppur desueta, soluzione costruttiva. La scala é impostata su vani rettangolari e segue una geometria riconducibile alle volte a padiglione, prive perd del campo centrale e con l"imposta inelinata secondo la pendenza della scala stessa. 116 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO ‘Svluppolineare della nervatura. — ZL) Fiat maton pian perpandicolar Bia nervatura 30 Tessituraafilaridiagor ” racconlati aglio progressivo dei mation lungo la nervanura Fig. LALA LLL) anale a confronto edi Fig, 231 — Quart di rociera realizati con la tecnica “schianciana’” e con late soribuz te equilibranti. delle spi La sezione trasversale delle rampe mostra un semiarco a sbalzo, che tradisce un assetto statico alquanto precario. Solo la rimozione dell’intonaco permette di rilevare la tessitura diagonale, che costitui- sce il vero meccanismo resistente in grado di assicurare I'equilibrio. La struttura, infatti, sfrutta il contrasto fornito da una successione di volte diagonal rampant, impostate alla quota inferiore contro la parete perimetrale ¢ in chiave contro i pianerottol 2. ARCHIE VOLTE 7 Sesceereesura) Fig. 232 — Seala “alla romana” I~ Sec. XIX. Se si esclude il caso della scala alla romana, si osserva che le volte a padiglione con ap- parecchio di mattoni a coltello sono meno diffuse di quelle a crociera ¢ cid essenzial- mente per motivi di carattere statico ed economico. Le crociere, infatti, scaricano le azioni equilibranti sugli angoli della maglia muraria, dove possono essere controllate con pit faciliti, mentre le volte a padiglione esercitano le spinte massime al centro delle pareti e creano un maggiore effetto destabilizzante. Inoltre, a parita di superficie coperta le volte a padiglione sono pitt pesanti, in quanto occupano un volume maggiore di quello necessario per le volte a botte ¢ nettamente su- periore rispetto alle crociere, che pertanto risultano pitt leggere ed economiche. E, Giovanetti (a cura di), Manuale del Recupero del Comune di Roma ~ Seconda Edizione ampliata, Roma (Edizioni DED) 1997. Rilievo e restituzione A. G, Delle Chiaie, G. Lull 18 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Si aggiunga che al minore volume della struttura corrisponde una maggiore disponibilita di spazio utile nell’'ambiente. Nelle volte a padiglione, l"inserimento delle Iunette tungo il perimetro offre tutti i vantaggi sopra evidenziati 2) Volta botte ') Volta a padiglione —_c) Volta a padigtione con lunette 4) Volta a erociers: V= 134m W= 20,83 m Ve 16.0 V= 599m Fig, 233 — Caraueristiche geometriche © volumi struturali di alcuni tipi di soffiai a volia su ambiente di $x mé I tipo a padiglione ha tm volume e quindi un peso superiore dl tre vote rispetto a quelli della crociera, che risulta essere la pits leggera. La volta a botte,invece, ha wn volume pit che doppio rispeno alla stessa crociera It volume della volta a padiglione com lunete si riduce in proporzione alla dimensioni delle stesse, pertanto pud oscilare fra i Valori limite della configuracione b)e della configurazione d) 2.4, VOLTE IN PIETRA NATURALE Le considerazioni effettuate sulle volte laterizie e sulle problematiche poste dallanalisi strutturale di questi elementi invitano ad approfondire alcuni aspetti relativi alla costru- zione delle volte in pictra da taglio ¢ di quelle in pietrame sbozzato, che a differenza di quelle di mattoni richiedono spessori maggiori per assicurare la stabilita del sistema. Le volte in pietra, pertanto, sono molto pitt pesanti delle prime ¢ non si prestano alla realizzazione di geometrie troppo articolate, se non attraverso lavorazioni complesse Fig. 2.34 — Architettura goriea francese nell Isola di Cipro: esempi di volte in Blocehi regolari di calcarenite. Kyre- nia (Gime) - Abbacia di Bellas. 2. ARCHIE VOLTE 119 che permettono di ottenere elementi delle forme desiderate, nel qual caso, oltre ad inci- dere sull"aspetto architettonico si trae il beneficio di migliorare anche le prestazioni sta tiche. Un esempio evidente é rappresentato dagli elementi delle nervature nelle volte a crocie- ra in pietra da taglio, realizzate con un’alternanza di elementi ingranati che risolvono nel ‘modo pit efficace il problema delle connessioni fra le lunette gia evidenziato per le vol- te laterizie, Le nervature che costituiscono i punti deboli delle volte di mattoni, si trasformano in elementi di forza assumendo un ruolo riconducibile a quello dei cantonali negli edifici. Una conformazione delle pietre rispondente alla geometria delle centine é indispensabi- le per montare I’elemento costruttivo con rapidita e precisione e soprattutto si possono ridurre al minimo gli spessori dei giunti di malta Al contrario, l'impiego di pietra sbozzata ¢ con forme arrotondate, trasferisce alla calce importante funzione di assicurare resistenza e stabilita; questo ruolo ¢ tanto pitt impor- tante quanto pid si riducono le dimensioni delle pietre impiegate, fino a prevalere sulle stesse quando la muratura assume le caratteristiche e la consistenza di un calcestruzzo, come nelle antiche volte romane. La forma delle pietre non influisce solo sull’aspetto della volta ma soprattutto sul com- portamento statico e sull’evoluzione dei cinematismi di danno. Nelle strutture laterizie le superfici di contrasto sono facilmente individuabili nelle facce regolari dei mattoni posti a contatto e le cerniere plastiche si formano nelle sezioni criti- che in prossimiti degli spigoli inferiore e superiore. Nelle pietre arrotondate, invece, non é altrettanto facile individuare le sezioni efficaci, quindi le cemiere si generano in posizione arretrata rispetto al filo esterno. Questo si 235 — Famagosta (Cipro): rovine della chiesa di San Giorgio det Greci Alleggerimento delle volte ottenuto mediante Vinserimento ‘di vas test) frail materiale di riempimento. 120 ___ MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO traduce in una riduzione dello spessore strutturale, ovvero, nella definizione di uno spessore virtuale da utilizzare per le verifiche statiche, tanto pitt ridotto quanto arroton- date sono le pietre stesse. In tutte le altre sezioni questo produce un sensibile incremento degli stati tensionali, ma soprattutto emerge il rischio di instabilita da mettere ugualmente in relazione allo spes- sore virtuale della volta. La disgregazione della malta di sigillatura dei giunti ¢ la conseguente espulsione del materiale produce un’ulteriore riduzione dello spessore virtuale che favorisce l’evolu- zione del dissesto fino al collasso della struttura In realtd i fenomeni di instabilita delle volte in pietra non sono cosi frequenti, mentre il peso eccessivo ¢ le spinte che ne derivano tendono a produrre dissesti amplificati rispet- to a quelli determinati da strutture laterizie di simili dimensioni 2.5. VOLTE DI MATTONI IN FOGLIO Fino al Settecento inoltrato, la tecnica di voltare con mattoni apparecchiati a coltello é quella comunemente utilizzata, una tecnica che comporta gran quantita di laterizi e gran peso della struttura Un modo di costruire alternativo é quello delle volte di mattoni in foglio, introdotta dal- la Francia a meta del 1700 e favorita dall’uso della malta contenente gesso, che facilita la posa in opera e permette una notevole riduzione dei tempi di realizzazione. Il tipo co- struttivo prende piede e si diffonde sia nell’edilizia cittadina che nell"ambiente rurale. I mattoni vengono appoggiati sulla centina con la faccia principale, miare almeno due elementi su tre a parita di superficie coperta n modo da rispar- Liesile spessore dell’apparecchio laterizio non giova alla stabilita della struttura, pertan- to questi elementi costruttivi sono caratterizzati dall’inserimento di archi di rinforzo, na- scosti sull’estradosso 0 disposti all’intradosso, dove risultano pii efficaci. Lo sbandamento dell’esile struttura laterizia verso I’alto viene contrastata dal materiale di riempimento, mentre all’intradosso si confida su un effetto di forma per stabilizzare i sistema. Con gli archi di irrigidimento il sistema ¢ in grado di sopportare sia i carichi statici, sia le sollecitazioni anomale determinate dal sisma Il rinfianco ed il riempimento dell’estradosso contribuiscono a migliorare le condizioni di stabilita globale a scapito di un incremento della spinta, pertanto gli interventi di con- solidamento che ne prevedono la rimozione sono anche in questo caso da valutare con attenzione caso per caso. Con gli archi di irrigidimento il sistema é in grado di sopportare sia i carichi statici, sia Ie sollecitazioni anomale determinate dal sisma. 2. ARCHIE VOLTE 121 La soluzione ottimale consiste nel rimuovere il pesante materiale di riempimento per so- stituirlo con materiali piti leggeri, ma possibilmente di maggiore res : Fig. 23 asi costruttve e struttura delle centine a di mattoni in foglio: rappresentazione assonomerica del della sezione resistente, garantiscono esercitata dalle unghie Le geometrie a crociera, in rapporto all’esilita maggiore stabilita di forma, per la reciproca azione stabilizzante : contrapposte. La figura 2.36 illustra questo tipo di volta della fine del 1800, denominate allora “vol- : terranee”, tilevato nel dismesso mattatoio di Citta di Castello. I! manto é realizzato in mattoni apparecchiati in foglio, quindi accoppiati per costa, murati con malta di gesso ¢ disposti secondo le generatrici. La struttura é costituita da cinque campate consecutive & impostata su pilastri di muratura appositamente realizzati contro le pareti laterali di un unico ambiente preesistente. 122 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Fig, 237 — Particolari della one di chiave e di un tratto della nervatura diagonale con I'ammorsatura dei mat L’ingranamento dei laterizi lungo la nervatura diagonale é realizzato con la medesima tecnica dei tagli illustrata per Ie volte di mattoni in coltello, ma pitt semplice da realizza- re stante i minori spessori interessati. La chiusura in chiave si presta a soluzioni diverse ¢ originali, in funzione dello spazio residuo fra gli ultimi filari Questo genere di lavorazione pud consentire I’uso di centine mobili associate alla rapida presa di malta a base di gesso e grazie al modesto peso della struttura. Il tipo di volta appena descritto, opportunamente rinfianeato, & destinato a sostenere pia- ni di calpestio, ed é stato rinforzato con archi di rincalzo e contraffort Frequente é anche I'impiego eminentemente decorativo delle volte di mattoni in foglio che in tal caso, comunque rinfiancate fino alle reni, provvedono solo a sostenere se stes- se e qualificare architettonicamente l'ambiente coperto, mentre al sostegno del piano di calpestio superiore provvede un solaio ligneo nascosto alla vista. 2.6. VOLTE REALINE Le “volte realine”, tipiche dell’arte di costruire siciliana, appartengono alla stessa fami- glia delle volte di mattoni in foglio da cui differiscono solo per le caratteristiche dei ma- teriali utilizzati e per la posa in opera | laterizi impiegati hanno uno spessore molto contenuto (pianelle di circa 1 om di spes- sore); vengono murati con malta di gesso e disposti su due 0 tre strati sovrapposti con Vaggiunta di alcune nervature di irrigidimento dove viene aggiunto almeno un altro strato laterizio, Lo spessore complessivo resta comunque contenuto nell’ordine di qualche centimetro, compreso lo strato di malta di finitura applicato all’estradosso ¢ lintonaco nella parte inferiore. 2. ARCHIE VOLTE 123 Si tratta in genere di elementi non portanti che fra le altre proprieta dimostrano di essere molto adattabili a forme varie e articolate, con curvature accentuate ¢ variabili, senza pericolo d’instabilita. I giunti sfalsati fra gli strati di pianelle assicurano grande resisten- za alla “membrana” laterizia ed un ottimo comportamento d’insieme. I laterizi vengono innestati nella muratura perimetrale mediante scassi di modesta profondita realizzati nella pietra. 38 — Volta realina di mation in foglio a doppio strato: Castellammare del Golfo (TP)* (Ing. Francesco Valen: ‘ind: Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto per le Tecnologie applicate ai Beni Culturali - Progetto METAFORA Mediterranean towers and Fortress Oriental Revitalisation Actions, Programma CULTURA 2000. Coordinamento: Arch. Luciano Cessari 124 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO 2.7. FALSE VOLTE DI CANNE INTRECCIATE E INTONACATE Molto comune ¢ il tipo di volta non portante, falsa volta, realizzata con la tecnica della camera-canna, 0 camor-canna. La geometria a padiglione é quella che meglio si addice a questa soluzione costruttiva, per la semplice configurazione delle centine in legno ap- poggiate sui muti perimetrali, Tuttavia sono frequenti esempi con profilo a crociera 0 @ padiglione con lunette. Colla ai tintura Fig. 239 — Prospert/sezione di volia In camera-canna. Il tipo di struttura, leggera in confronto alle soluzioni in muratura, & particolarmente adatta per i piani alti degli edifici, dove esigenze statiche sconsigliano l’inserimento di elementi pesanti e spingenti Negli ambienti di maggiori dimensioni, allo seopo di impedire il rilassamento delle strutture lignee, le centine sono irrigidite mediante collegamenti alle travi del solaio por- tante superiore. La centinatura @ composta di tavole rustiche di castagno o pioppo, accoppiate a giunti sfalsati; sulla parte inferiore delle centine sono incastrati i correnti che completano I’0s- satura portante ‘AlParmatura lignea & fissata una stuoia di canne spaceate ¢ intrecciate a trame larghe (ama lo stesso scopo si pud ottenere con arbusti o ramaglia arborea), adatta a trattenere Pintonaco dato in due o pit strati per regolarizzare la superficie d’intradosso, che spesso costituisce il supporto per affreschi e stuechi 2.8. TIP! DI DISSESTO L’analisi dei dissesti che interessano gli archi e le volte é un’ operazione in parte facilita- ta dal carattere ripetitivo dei principali meccanismi di danno. 2. ARCHIE VOLTE enna soppa Nata grossa a Fig, 2.40 — Particolare della stota di canne intecclate fssata alle centne di legno e con Vintonaco di fintura a due Per agevolare I'analisi é importante procedere ad una prima classificazione dei meccani- smi di dissesto, distinguendo quelli causati dallo spostamento relativo delle imposte da quelli imputabili a fenomeni di instabilita dell’elemento costruttivo 1 due tipi di danno possono coesistere, determinando configurazioni di dissesto talvolta difficili da interpretare. In genere l’evoluzione dei cinematismi di danno, anche se impu- tabili ad una singola causa, degenera in meccanismi composti con effetti non sempre prevedibil L'innesco dei cinematismi dipende dalla configurazione geometrica della struttura ¢ dal- Ja natura ed entita dei carichi agenti; a questo proposito, si dimostrano particolarmente gravosi i carichi asimmetrici, che contrastano con la caratteristica simmettia strutturale delle volte. In realta ogni meccanismo di danno, nel momento stesso in cui si attiva, tende a stabiliz- zarsi per effetto di un naturale rilassamento degli stati tensionali, per cui in un primo 126 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Component i spostamento relativo delle imposte: 4) Allontanamento dele imposte b) Codimento diterenziato ©) Scorrimento Fig. 241 — Component dispostamento delle imposte. Fig. 2. 2 — Fenomeno di instabiia del campo centrale. momento si riduce l’azione di contrasto necessaria per l'equilibrio fino al raggiungi mento del valore minimo rappresentato dalla spinta attiva. Oltre questo limite, perd, la spinta tende ad aumentare nuovamente € se le imposte non offrono la resistenza necessaria, il dissesto evolve rapidamente al collasso. Nella prima categoria di dissesti, originati dal movimento relativo delle imposte, si di- stinguono tre tipi associati alle singole componenti di spostamento, corrispondenti alla traslazione ortogonale ai muri d’imposta, ai cedimenti differenziati ed agli scorrimenti longitudinali Ciascun meccanismo, considerato singolarmente, determina la formazione di uno speci- fico quadro fessurativo, che offre la chiave di interpretazione del dissesto medesimo. Fig. 243 — Meceanismo di rotura a flessione delle vol jaa crociera per allontanamento delle imposte. _ morsaturae trascinam Fig. 2.44 — Meccanismo anomalo con distacco dell‘am- 0 della neta 2. ARCHIE VOLTE La perdita della configurazione geometrica comporta un forte ineremento delle spinte, a causa del progressive abbassamento del punto di chiave che conferisce all’arcata un profilo ribassato sempre meno stabile. Come anticipato, le tre componenti di spostamento possono dare origine a meccanismi composti di difficile interpretazione, per cui il tentativo di classificare i dissesti pil co- muni secondo tipi elementari risulta quanto mai opportuno per agevolare I’analisi dei ci- nematismi di danno. Dei tre tipi, quello che appare pid pericoloso ¢ associato alla traslazione dei muri d’im- posta con conseguente allontanamento degli appoggi, in quanto direttamente condizio- nato dalla spinta della volta | | | | os ped eae eetean Il crollo & spesso determinato da questo pericoloso movimento relativo delle dovuto alle oscillazioni asincrone delle pareti. poste, La spinta pud influire in modo indiretto anche sui cedimenti verticali differenziati, men- tre non produce effetti significativi sugli scorrimenti longitudinali; in realta, il cedimen- to degli appoggi e gli scorrimenti che producono deformazione planimetrica del vano possono innescare meccanismi ben pit pericolosi di quello flessionale, dovuto al sem- plice allontanamento delle imposte. In condizioni di esercizio ordinario, tuttavia, la spinta statica favorisce il primo tipo di danno, mentre sono soprattutto le azioni sismi- che orizzontali ad indurre deformazioni planimetriche. La rottura a flessione degli archi e delle volte richiede la formazione di cerniere all’in- tradosso in corrispondenza delle reni, mentre in chiave la cerniera si viene a creare sul- Vestradosso, II Prof. Emilio Oddone, in un articolo pubblicato nel: “Bollettino della Societa Sismologica Italiana’ (Vol. XXI. N. 1-2, 1917) ipotizza che fra le cause che determinarono il crollo della volta nell’antica chiesa di S.Giacomo a Citema (fg. 2.22) durante la violenta scossa sismica del 26 aprile 1917, vi sono le oscillazioni dissincrone fra le pareti d"imposta, situate ad una distanza di circa 10 m, corrispondente ad una mezza lunghezza donda, 128 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE F ANTISISMICO Fi 2.46 — Modello in legno di arco a tuto sesto (Meccanismo di rottura a flessione). Piccoli spostamenti orizzontali degli appoggi producono abbassamenti significativi del campo centrale, tuttavia il meccanismo resta stabile fintanto che le cernicre si manten- gono a quote differenti, mentre diviene instabile con I'abbassamento della cemiera in chiave. II raggiungimento della configurazione di collasso richiede spostamenti relativi che in teoria sono quantificabili, nell’ordine del 30+35% della luce netta. Fig. 247 —Modello in legno di arco a tutto sesto (meccanismo di imposte). rottura a flessione per cedimento diferenziato delle In realta il collasso & anticipato dal superamento della resistenza a compressione della muratura e dalla plasticizzazione delle cerniere, secondo un tipo di evoluzione non ri- producibile nel modello in legno illustrato, Per gli archi, cosi come per le murature, € comunque possibile effettuare una modella- zione matematica di questi meccanismi basata sulla teoria delle catene cinematiche. In ogni caso, il meceanismo a flessione ha la caratteristica di essere potenzialmente re~ versibile: si innesca in modo naturale ma non produce conseguenze gravi immediate, di- mostrando una duttilita che lo rende meno pericoloso di altri La messa a punto di prowedimenti tecnici atti a contrastare I'evoluzione del meccani- smo richiede un’utile distinzione fra i casi in cui la spinta @ riconosciuta come causa 7 Boclesia Plebis de Rosulis - un’antica Pieve Altotiberina, ITCG “I. Salviani” Citta di Castello (PG) Petruzzi Editore, 1999, 2. ARCHIE VOLTE 129 stessa del dissesto ¢ quelli dove, invece, lallontanamento delle imposte ¢ dovuto a fat- tori esterni e solo in parte condizionato dalla spinta equilibrante. Il cedimento degli appoggi produce effetti del tutto simili a quelli sinora descritti, anche se in apparenza si formano due sole cerniere con disposizione asimmetrica, una in chia- ve e laltra laterale, all’altezza delle reni. In modello in scala sembra confermare questa caratteristica del meccanismo di danno, ma in realta la terza cerniera si sposta alla base del muro esterno dalla parte de! cedi- mento. Ne consegue una rotazione rigida della parete, necessaria per la congruenza del cinematismo. Nelle volte a crociera, il danno si manifesta in alcuni casi con alcune va- rianti che ne rendono ancora pid difficile |’interpretazione. Fig. 2.48 — Rottura a flessione per cedimento dlifferenciat La scarsa qualita delle ammorsature fra le lunette pud favorire il distacco della Iunetta estema, trascinata dalla parete perimetrale con gravi conseguenze per I'assetto statico (fig. 2.44). Nella configurazione ordinaria i flussi di compressione convergono verso le nervature diagonali, mentre l'eventuale distacco di una delle lunette determinerebbe una deviazio- ne anomala delle isostatiche di compressione, trasformando la stessa in una specie di mensola sottoposta a flessione (fig. 2.45). Il materiale di riempimento che in questi casi penetra attraverso la lesione rende il cine- matismo irreversibile, ma la struttura ha la capacita di ricercare nuove condizioni di cequilibrio, La nuova configurazione assunta dalla struttura risulta in ogni caso piuttosto pericolosa sia per la lunetta svincolata, sia per quelle laterali, private dell’azione equilibrante ¢ lo spanciamento della parete perimetrale, causato delle azioni sismiche ortogonali, tende spesso ad amplificare questo fenomeno di dissesto. 130 MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Il meccanismo di rottura a flessione offre comunque delle garanzie, mentre vi sono dei cinematismi strutturali molto pid pericolosi di quello appena illustrato. = | i Son! 49 — Modello in legno di arco a tutto sesto (meccanismo di rottura a taglio). be Il meccanismo di rottura a taglio @ uno di quelli la cui pericolosita emerge attraverso una semplice analisi grafica, confermata dalla sperimentazione e dall’osservazione dei dissesti reali pit frequenti Quando i meccanismi flessionali sono impediti, lo spostamento degli appo: irrilevante, produce lo scorrimento dei conci centrali e poi di quelli laterali anche se . La configurazione di collasso si raggiunge con spostamenti piuttosto modesti, inferiori al 5% della luce netta dell’arco, inoltre il cinematismo é di tipo irreversibile. E necessa- rio, pertanto, favorire l’innesco dei meccanismi flessionali, pid duttili e meno pericolosi di quelli a taglio. Fig, 250 — Curva delle pressioni ne alee beri e negli archi di parete a forma vincolata Bsempi di rotura a flessione e rotturataglio. DARCHIEVOLTE 131 ‘Tutto questo passa attraverso l’interpretazione dei cinematismi ¢ la comprensione delle cause che ne determinano I’insorgenza. Una chiara risposta deriva dall'osservazione che negli archi liberi, ¢ quindi nelle volte, la curva delle pressioni resta necessariamente confinata entro lo spessore della struttura € preferibilmente nella fascia individuata dal terzo medio. In ogni caso, la configurazione limite corrisponde alla formazione di cerniere plastiche in chiave e alle reni dell’arcata La presenza di muratura al di sopra dell’arco, capace di assorbire gli sforzi di compres sione che migrano oltre la quota di chiave, rende possibile una diversa configurazione del meccanismo resistente. a » Fig, 251 Modi di danneggiamento degli archi di parete causatid 4) distacco e scorrimento dei concl central (rottura a taglio) b) roituraa flessione per la condizione di arco libero In questo modo la spinta equilibrante si riduce senza alcun reale beneficio, mentre au- menta la probabilita che la lesione in chiave attraversi l'intero spessore dell’arco, con conseguente scorrimento dei conci (fig. 2.5/.a). In pratica la gerarchia delle resistenze vede anticipata la rottura a taglio rispetto a quella flessionale; questo rischio é piti ac- centuato nelle strutture rigide, dove la muratura si sostituisce agevolmente nelle funzio- ni statiche proprie dell’arco. Una soluzione strutturale interessante ¢ piuttosto diffusa, che permette di evitare il col- lasso rapido per rottura a taglio nelle arcate di grande luce, consiste nella realizzazione di archi sovrapposti Larco inferiore funge da centina per quello sovrastante, semplicemente appoggiato sul primo senza alcuna connessione. MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO Lallontanamento delle imposte determina l'innesco di meccanismi diversi nelle due strutture; il primo arco si distende mentre si formano le cerniere caratteristiche del cine- matismo flessionale. Quello superiore, invece, resta attaccato alla muratura fino all’im- provviso distacco dei conci centrali In questo modo, il sottarco assume una funzione determinante per la sicurezza, in quan- to capace di sostenere l’arco d’estradosso e la porzione di muratura che vi grava. La soluzione costruttiva é dettata da valutazioni intuitive che trovano riscontro nell’ os- servazione di numerose strutture esistenti, Non si tratta solo di accorgimenti adottati sul- la base di esperienze recenti, ma di epoca molto antica: un esempio per tutti & rappre- sentato dall’arco etrusco di Perugi Fig. 282 — Arco doppio su parcte in muratura mista: Monastero di Fig. 2.83 ~ Configurazione degli archi di Sania Chiara delle Murate di Cita di Castelo parete ed evoluzione del meccanismo di dlanno dell'arco a doppia banda La struttura é costituita da grossi conci di pietra sagomati su un profilo a tutto sesto: Varco d’estradosso sostiene la parete esterna ed & sormontato da una ghiera aggettante che funge da cornice. Quello inferiore é in realt costituito dal prolungamento in face ta della volta che attraversa ’intero corpo di fabbrica essore significativo, pd svolgere una funzione nfigura come un sistema a In questo caso anche la ghiera, col suo sp‘ statica indipendente dagli altri archi, pertanto Ia struttura si c tre archi che lavorano in parallelo. Nella parete retrostante si osserva la stessa distribuzione dei conei disposti su due sole ate sovrapposte, prive di ghiera e di altri motivi decorativi Rilievo e restituzione arch. Gabriella Boni, da L. Cessari, R. Orazi, P, Salonia (a cura di), II Monastero i Santa Chiara delle Murate a Citta di Castello, Citta di Castello (Petruzzi), 1993. 2. ARCHIE VOLTE 133 Ledificio non mostra dissesti significativi, fatta eccezione per un naturale degrado del paramento lapideo, dovuto a fattori fisico-chimici La soluzione costruttiva si é dimostrata efficace per la stabilita della massiccia struttura muraria, conservatasi nel tempo secondo la sua originaria configurazione. Fig. 254 — Arco Etrusco (Perugia. Dall’osservazione dei principali meccanismi di danno che interessano gli archi di parete vincolati alla conservazione della forma, derivano spunti interessanti per la definizione di appropriati criteri di consolidamento e per la prevenzione dei dissesti. Prima di affrontare la questione del consolidamento, sono comunque necessarie alcune altre valutazioni per completare il quadro tipologico dei dissesti indicati nelle figure 241 e242. Nel caso delle volte i meccanismi “a” e “b”, esaminati nei loro caratteri essenziali, sono riconducibili alle conseguenze indotte dalle azioni sismiche ortogonali alle pareti d’im- posta Fig. 2.55 — Deforma poste e fessurazione diagonale ionni planimerriche per scorrimento delle im 134 ___ MANUALE DEL RECUPERO STRUTTURALE E ANTISISMICO I secondo modo di danno generato dalle azioni sismiche complanari produce effetti al- trettanto pericolosi, dovuti alla deformazione planimetrica della maglia muraria Lieffetto & dovuto allo scorrimento differenziato longitudinale, associato alla componen- te di spostamento “c”, imputabile alla diversa rigidezza dei muri sollecitati nel piano. Le deformazioni planimetriche derivano dall’innesco di sforzi diagonali alternati di tra- zione e compressione che tendono a sconnettere il campo centrale della volta Fintanto che le trazioni non superano i valori delle tensioni di compressione che equili brano I’arco non vi sono conseguenze significative; oltre questa soglia i mattoni si di- staccano sfilandosi dall’apparecchio laterizio con gravi conseguenze. ‘Ad aggravare il fenomeno interviene spesso la simultanea attivazione degli spostamenti trasversali ¢ longitudinali. Gli sforzi diagonali in questi casi vanno ad interferire con i flussi di compressione dei meccanismi flessionali, producendo il collasso del campo entrale. Meno frequenti ma molto pericolosi sono i dissesti legati a fenomeni di insta- bilita | carichi asimmetrici, soprattutto quelli concentrati, possono produrre alterazioni della configurazione geometrica; queste si manifestano con maggiore probabilita in assenza di un adeguato spessore di riempimento che, ove presente, consente la ripartizione dei carichi ed assicura un’azione passiva di contenimento. Per contro, l'eccessivo irrigidimento della struttura porta ad un incremento della resi- stenza flessionale che orienta i meccanismi di danno verso la rottura a taglio, ben pit) pericolosa, In effetti, negli archi liberi prevale Ia tendenza al dissesto per flessione, anche se non si tratta di una certezza assoluta, in quanto |"innesco del meccanismo & condizionato dalla resistenza della malta impiegata Un’elevata resistenza a trazione del legante permette infatti all’arco di trasformarsi in tuna doppia mensola attraverso il distacco dei conci di chiave; se I’arco si ricompone pri- ma che si verifichi lo scorrimento dei conci, la struttura conserverd la sua originaria configurazione, altrimenti avranno il sopravvento i fenomeni irreversibili gia illustrati in precedenza. Un’ultima considerazione necessaria per fornire un quadro piti completo sulle possibili configurazioni di danno riguarda le false volte in camera-canna. Sulla pericolosita di queste strutture si tende a minimizzare, in confronto ai pith gravi danni che possono derivare dal collasso delle volte reali. In realta anche il distacco di porzioni di intonaco da una falsa volta pud avere conseguenze piit che sensibili A differenza delle volte portanti reali, che in assenza di eventi traumatici si conservano perfettamente integre, stabilizzate come sono dal peso proprio ¢ dagli stati di compres- sione che in qualche modo le preservano dal deterioramento, quelle in camera-canna tendono a degradarsi rapidamente e, in proporzione, richiedono una maggiore e conti- nua opera di manutenzione. 2. ARCHIE VOLTE 135 - 2.86 — Volta in camera canna; quatro fessurativad intradasso La stuoia di canne ¢ le centine si deformano, i chiodi tendono a sfilarsi dalle tavole, spe- cie in presenza di cicli ravvicinati di riscaldamento-raffreddamento tipici dei moderni impianti termici, mentre i parassiti aggrediscono le parti lignee, per cui nel tempo si ren- dono necessari radicali interventi di risanamento. Le volte in camera-canna non sono quasi mai la causa diretta di dissesti significativi per Vorganismo edilizio nel suo insieme, mentre costituiscono delle spie utili per evidenzia- re quelli eventualmente in atto nella struttura che le sostiene. La capacita di segnalare gli stati deformativi conferisce a queste strutture una funzione di monitoraggio, utile per l’analisi evolutiva e per V’interpretazione dei meccanismi di dissesto di ambito contestuale. A tal fine & importante riconoscere le lesioni dovute ad assestamenti propri delle centine da quelle causate da fenomeni esterni Il quadro fessurativo non ha alcun riscontro tipologico con quello delle volte reali ¢ ri specchia semplicemente i movimenti propri e quelli imposti delle pareti perimetrali In figura 2.56 si individuano alcune lesioni corrispondenti alla posizione delle centine ed altre, pit significative, collocate nel campo centrale, dovute a scorrimenti longitudinali Ogni struttura richiede comungue un’analisi critica approfondita basata su piti elementi di valutazione e non limitata ad un’osservazione superficiale che potrebbe trarre in in- ganno. 2.9. PROVVEDIMENTI TECNICI D’INTERVENTO. Cio premesso, passeremo ad affrontare il tema di come intervenire sugli archi e sulle volte quando le condizioni statiche e le esigenze di sicurezza lo richiedono.

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