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ANTISFONDELLAMENTO, ANTIRIBALTAMENTO E ALTRI INTERVENTI

✓Sistemi di presidio antisfondellamento


✓Sistemi di presidio antiribaltamento
✓Altri interventi di rinforzo con i compositi

11 maggio 2021 consolidamentoedifici@gmail.com – Ing Andrea Bagni 1


SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Come è noto lo sfondellamento è una rottura di tipo fragile, spesso senza


segnali premonitori, con potenziali conseguenze molto gravi per le persone e
per l’agibilità stessa dei locali.
Il termine sfondellamento fa riferimento al cedimento del fondello della
pignatte tipiche dei solai in latero-cemento, le quali per diverse problematiche
si distaccano provocando la caduta di materiale all’intradosso dei solai.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Principali cause che portano allo sfondellamento:


• Errata posa in opera dei blocchi e dell’armatura del solaio
• Eccessive frecce di solaio
• Cause esterne: incendi, infiltrazioni, ecc…
• Carichi appesi

Queste problematiche portano alla deformazione delle pignatte che possono


essere soggette ad azioni di compressioni non controllate che portano
all’espulsione del fondello.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Le prime normative che introdussero spessori minimi, soprattutto di soletta


estradossale, e limitazioni di deformazione dei solai sono riconducibili agli
anni 70. Molte costruzioni edificate prima presenta solai molto deformabili e
quindi particolarmente suscettibili allo sfondellamento.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Indagini diagnostiche possibili


Ispezioni visive e battitura
È il metodo più semplice e meno oneroso per identificare questa
problematica. Partendo dal quadro fessurativo in corso si possono identificare
zone dove effettuare localmente la battitura e tramite un’asportazione
dell’intonaco verifica la presenza del dissesto in atto.
Analisi soniche strumentali
È un’evoluzione della precedente indagine, sfruttando il principio della diversa
risposta sonora a impulsi eseguendo battiture con strumenti meccanici
appositi si possono mappare più accuratamente i distacchi di intonaco e i
principi di sfondellamento.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Analisi termografiche
Questa indagine permette di rilevare accuratamente l’orditura del solaio e la
presenza di rompitratta. Inoltre possono essere osservati i deperimenti dei
laterizi e degli intonaci eventualmente causati dalla presenza di umidità o da
infiltrazioni

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Una volta eseguita la diagnosi del solaio e individuate le zone potenzialmente


soggette dal fenomeno di sfondellamento, si procede eliminando tutti gli
elementi in fase di distacco, rivestimenti superficiali, intonaci e porzioni di
pignatte.
Eliminati questi si procede valutando la soluzione migliore in funzione di vari
fattori.
Gli interventi antisfondellamento possono infatti essere eseguiti secondo
diverse modalità.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Di seguito le 3 soluzioni perccoribili:

1) Installazione di sistema di antisfondellamento mediante installazione di


rete a secco.
2) Installazione di sistema antisfondellamento mediante installazione di rete
e intonaco
3) Lastre appese a soffitto

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Installazione di sistema di antisfondellamento mediante installazione di


rete a secco.
Questo sistema di sfondellamento consiste nell’installazione a soffitto di una
rete in fibra di vetro, utilizzando dei fissaggi meccanici con rondella in
corrispondenza dei travetti di solaio, e nelle zone di sovrapposizione della
rete.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Installazione di sistema di antisfondellamento mediante installazione di


rete a secco.
Questa tecnologia ha il vantaggio di essere velocemente posta in opera, oltre
a non essere molto onerosa. Può anche essere applicato se risulta
difficoltoso asportare l’intonaco esistente perché adeso alle pignatte.

Nell’adottare questo sistema bisogna assicurarsi della durabilità della rete


che è direttamente esposta ai condizionamenti. Inoltre può risultare
difficoltoso individuare i travetti se si opta per la soluzioni di non asportazione
dell’intonaco.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Installazione di sistema antisfondellamento mediante installazione di


rete e intonaco
Una fase preliminare prima dell’applicazione di questo intervento è la
planarità da garantire al piano di solaio all’intradosso.
Bisogna quindi ricostruire completamente i copriferri dei travetti (anche nella
soluzione precedente) e riempire i vuoti lasciati dai distacchi delle pignatte.
Una soluzione semplice è utilizzare blocchi eps per riempire tali vuoti.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Installazione di sistema antisfondellamento mediante installazione di


rete e intonaco
Anche in questo caso si può agire o su supporto stonacto oppure intonacato.
Nel caso di supporto intonacato è necessario inserire degli elementi di
ancoraggio meccanico. Una soluzione proposta in questo caso è quella di
adottare barre elicoidali in acciaio inox che si innestano nello spessore
estradossale della soletta del solaio.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Installazione di sistema antisfondellamento mediante installazione di


rete e intonaco
All’intradosso il sistema vede sostanzialmente l’applicazione di un sistema
FRCM, abbinando una rete in fibra di vetro/basalto con una malta in prima e
seconda mano.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTISFONDELLAMENTO

Lastre appese a soffitto


Una soluzione ribassata rispetto alle precedenti, creando una sorta di
controsoffittatura. Può risultare vantaggiosa nel caso si voglia evitare una
preparazione eccessiva del supporto, e inoltre può offrire anche un miglior
comfort acustico.
Rispetto ai precedenti però comporta una maggiore invasività oltre ad essere
difficilmente applicabile su supporti curvilinei.

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ANTISFONDELLAMENTO, ANTIRIBALTAMENTO E ALTRI INTERVENTI

✓Sistemi di presidio antisfondellamento


✓Sistemi di presidio antiribaltamento
✓Altri interventi di rinforzo con i compositi

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Può succedere a seguito di un evento sismico che il telaio strutturale di un


edificio in cemento armato reagisca in maniera appropriata alle sollecitazioni
di natura sismica; in alcuni casi però i maggiori danni si registrano per il
ribaltamento completo o parziale delle tamponature.
Questi elementi «non strutturali» subiscono un collasso fragile; è quindi
necessario progettare correttamente tali elementi agli stati limite ultimi come i
pilastri e le travi del telaio.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

La capacità degli elementi secondari e non strutturali, compresi gli


elementi portanti che li sostengono, deve essere maggiore della domanda
sismica corrispondente a ciascuno degli stati limite da considerare. In
particolare gli elementi secondari e i loro collegamenti devono essere
progettati e dotati di dettagli costruttivi per sostenere i carichi gravitazionali,
quando soggetti a spostamenti causati dalla più sfavorevole delle condizioni
sismiche di progetto allo SLC (stato limite di collasso).
La domanda sismica può essere determinata applicando loro una forza
orizzontale Fa così definita:

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

• Fa è la forza sismica orizzontale distribuita o agente nel centro di massa


dell’elemento non strutturale, nella direzione più sfavorevole, risultante
delle forze distribuite proporzionali alla massa;
• Sa è l’accelerazione massima, adimensionalizzata rispetto a quella di
gravità, che l’elemento non strutturale subisce durante il sisma e
corrisponde allo stato limite in esame (v. § 3.2.1);
• Wa è il peso dell’elemento;
• qa è il fattore di comportamento dell’elemento.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

C 7.3.6.2 Circolare esplicativa 2019


La prestazione, consistente nell’evitare la possibile espulsione delle
tamponature sotto l’azione della Fa leggere reti da intonaco sui due lati della
muratura, collegate tra loro ed alle strutture circostanti a distanza non
superiore a 500 mm sia in direzione orizzontale sia in direzione verticale,
ovvero con l’inserimento di elementi di armatura orizzontale nei letti di malta,
a distanza non superiore a 500 mm.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

§ 7.2.3 NTC 2018


Quando l’elemento non strutturale è costruito in cantiere, è compito del
progettista della struttura individuare la domanda e progettarne la capacità in
accordo a formulazioni di comprovata validità ed è compito del direttore dei
lavori verificarne la corretta esecuzione; quando invece l’elemento non
strutturale è assemblato in cantiere, è compito del progettista della struttura
individuare la domanda, è compito del fornitore e/o dell’installatore fornire
elementi e sistemi di collegamento di capacità adeguata ed è compito del
direttore dei lavori verificarne il corretto assemblaggio.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Sono presenti sul mercato tralicci in acciaio protetti, a seconda dell’utilizzo e


della classe di esposizione ambientale richiesta, con semplice zincatura,
mediante rivestimento con resine epossidiche o realizzati in acciaio
inossidabile. Tale sistema è applicabile a tutte le comuni tipologie di
tamponamento, presentando larghezze variabili tali da poter essere utilizzati
per qualsiasi spessore di laterizio e sono forniti di ancoraggi speciali che si
adattano a qualsiasi posizione del tamponamento rispetto alle strutture.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Una recente evoluzione del sistema a traliccio è il più flessibile sistema


costituito da una mesh di fili in acciaio ad alta resistenza intrecciati con tessuti
in fibra di vetro. I fili di acciaio possono essere anch’essi semplicemente
zincati o in acciaio inossidabile a seconda dell’esposizione ambientale.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Le linee guida Reluis del 2009 descrivono alcuni interventi da realizzare per
migliorare il collegamento dei tamponamenti nel seguente capitolo.

4.1. Tamponature
I collegamenti tra pannelli murari di tamponamento e cornice strutturale
possono essere effettuati con tecnologie diverse, essenzialmente riconducibili
all'uso di materiali fibrorinforzati o di piati e angolari metallici.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

La soluzione antiribaltamento superficiale mediante intonacatura rinforzata


può essere eseguita sul tamponatemento nuovo, e quindi collegandosi
all’intervento visto prima, oppure sul tamponamento esistente.
Come indicato dai precedenti estratti da normativa è opportuno:
• Applicare il sistema antiribaltamento su entrambe le facce e collegarle tra
loro
• Installare delle soluzioni di collegamento anche per ancorare il sistema
antiribaltamento al telaio in c.a.

Vedremo ora alcune soluzioni di questo tipo.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Nel primo esempio che incontriamo la soluzione antiribaltamento è applicata


solamente perimetralmente tra tramezzatura e telaio in c.a.
I produttori di tali sistemano hanno provato l’efficacia di tale tecnologia con
alcune prove sperimentali, è consigliabile estendere a tutta la superficie
l’intervento per prevenire il distacco anche in zone localizzate.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Come abbiamo visto si tratta di posare un sistema FRCM all’interfaccia tra i


due elementi, per collegare tale sistema al telaio in questo caso si adottano le
cuciture a secco con barre elicoidali in acciaio Inox.

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

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SISTEMI DI PRESIDIO ANTIRIBALTAMENTO

Su edifici esistenti si può intervenire solamente realizzando un sistema


antiribaltamento superficiale da applicare anche sull’intonaco esistente.
Per questi interventi diventa ancora maggiormente necessario creare un
buon collegamento dell’intervento con la struttura portante, inibendo distacchi
che possono propagarsi per la scarsa adesione dell’intonaco esistente al
supporto.

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

Davanti a una muratura in


pietrame facciavista spesso nasce
l’esigenza di poter rinforzare tale
elemento senza intaccarne
l’estetica.
Non possono quindi essere presi in
considerazioni tutti i sistemi visti fin
ad ora, i quali devono
necessariamente essere applicati
sul vivo del supporto.

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

Per poter realizzare un intervento


di rinforzo che migliori
significativamente le proprietà della
muratura senza intaccarne
l’estetica, alcuni produttori di
materiali compositi hanno studiato
delle soluzioni innovative, le quali
in genere si identificano con il
termine reticolo/reticolatus.

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

Le prime fasi di questo intervento consistono nella scarificatura dei giunti di


muratura e nella realizzazione di fori passanti per alloggiare i sistemi di
connessione per collegare gli interventi sulle due facce.
Attualmente è possibile realizzare questo intervento con 2 tecnologie:
1) Sistema a reticolo con inserimento di trefoli in fibra di acciaio all’interno
dei giunti di malta
2) Realizzazione di connessione a fiocco con apertura sovradimensionata,
in modo tale che si sovrapponga tra elementi di connessione adiacenti

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

1) Sistema reticola con inserimento di trefoli in fibra di acciaio


all’interno dei giunti di malta

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

2) Realizzazione di connessione a fiocco con apertura


sovradimensionata, in modo tale che si sovrapponga tra elementi di
connessione adiacenti

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

CORDOLI IN MURATURA ARMATA


L’intervento di cordolatura superficiale della struttura viene realizzato per
migliorare il comportamento scatolare dell’edificio.
Una soluzione innovativa che ha preso piede negli ultimi anni, vede
l’applicazione di un tessuto/rete in fibra interposta nei giunti di malta di
allettamento della muratura.
Tale soluzione risulta spesso meno invasiva e più duttile rispetto al
tradizionale cordolo in cemento armato, che spesso a seguito di eventi
sismici, è stato causa di cedimenti importanti su edifici in muratura.

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

Cordolo armato con rete GFRP Cordolo armato con SRG

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

Le travi e travetti in legno possono presentare alcune fessurazioni


principalmente causate dall’inflessione delle stesse soggette a carichi
gravitazionali.
Sono state studiate due soluzioni di intervento per il consolidamento di questi
elementi, entrambi dimensionabili seguendo le «Istruzioni per Interventi di
Consolidamento Statico di Strutture Lignee mediante l’utilizzo di Compositi
Fibrorinforzati CNR DT 201/2005»

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

RINFORZO A FLESSIONE MEDIANTE PLACCAGGIO CON LAMINE IN


CARBONIO

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ALTRI INTERVENTI DI RINFORZO CON I COMPOSITI

RINFORZO A FLESSIONE MEDIANTE PLACCAGGIO CON BARRE IN


CARBONIO

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