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L’organismo edilizio è un sistema composto da parti riconoscibili legate tra loro da relazioni
morfologiche e funzionali. È composto dal sistema ambientale e dal sistema tecnologico.
Il sistema ambientale è l’aggregazione delle unità ambientali UA, le quali sono spazi che
identificano un raggruppamento di attività compatibili spazialmente e temporalmente, definite dai
modelli di utenza UNI 7867.
E’ necessario inoltre garantire una adeguata purezza dell’aria, evitando di utilizzare materiali che
rilascino odori, sostanze nocive in ambiente (gas, polveri, fibre e radiazoni; anche in caso
d’incendio). Con l’utilizzo di tecnologie e materiali sempre nuovi non è sempre facile ed è
necessario una continua analisi.
Per quanto riguarda l’isolamento acustico una PPV deve principalmente riuscire ad isolare
l’ambiente dai rumori aereo esterni. Il parametro di riferimento per il calcolo di questa capacità di
isolamento è l’indice di isolamento acustico standardizzato di facciata. La normativa di riferimento
a riguardo è il DPCM del5/12/1997.
Altro fattore importante per l’isolamento acustico, soprattutto in presenza di PPV che prevedano
camere d’aria (facciate ventilate e pareti doppie), è l’isolamento laterale o verticale da rumori
interni. Per garantire un efficace isolamento acustico si deve prevedere un apposito collegamento
della PPV alle strutture orizzontali ed alle partizioni interne.
Adeguato isolamento acustico è richiesto per i rumori dovuti a pioggia, grandine e vento.
Inoltre alle PPV è richiesto anche un certo target di aspetto, riconducibile alla planarità e la
regolarità delle finiture degli elementi che la compongono ed alla omogeneità di insudiciamento.
Insieme a questi requisiti è necessario anche che la PPV risulti pulibile e riparabile in tutta
sicurezza, permettendone un’adeguata manutenzione.
Non meno importante è il benessere tattile, infatti la PPV deve presentare una superficie che non
sia in alcun modo pericolosa per l’utenza e che non si surriscaldi oltre i 60° sotto le più dure
condizioni d’esercizio.
L’attrezzabilità di una PPV è la capacità di sostenere carichi appesi, sia sul lato esterno che interno.
Si richiede che la PPV possieda una resistenza ai carichi sospesi >1kN ed ai carichi distribuiti di
2kN/m2 .
Altro requisito richiesto ad una PPV è la durabilità per adeguate condizioni d’uso e manutenzione.
Questa è data da una resistenza agli urti, agli effetti dell’irraggiamento solare, della pioggia, del
ciclo gelo/disgelo, alla sabbia, alla polvere ed agli agenti chimici aggressivi.
Per quanto riguarda l’installazione di una PPV, è necessario che una serie di informazioni, atte ad
eseguire un lavoro a regola d’arte in tempi e costi congrui, arrivino dal fornitore in cantiere. È
necessario che questo fornisca informazioni sull’immagazzinamento, sui tempi di montaggio e sulle
attrezzature e la manodopera necessari.
- Le coperture
I requisiti richiesti alle coperture sono di impermeabilità, isolamento termico e acustico, di
resistenza statica, di sicurezza (parapetti, linee vita) e architettonici (in particolar modo in presenza
di vincoli paesaggistici).
La normativa di riferimento è fornita dalle NTC18 e dalle UNI (8178; 8627; 9307; 11442) che
contengono i criteri di progettazione ed esecuzione, gli schemi funzionali, le soluzioni tecnologiche
e l'analisi degli strati che le compongono.
Sono costituite da elementi principali (struttura portante e strato di tenuta all’acqua) ed elementi
secondari (necessari per il benessere termoigrometrico in ambiente).
Le coperture possono essere classificate come “continue” o “discontinue” a seconda che la tenuta
all'acqua sia garantita indipendentemente dalla inclinazione della copertura oppure che sia
necessaria una inclinazione minima per garantirla.
Per la resistenza al vento della copertura si fa riferimento alle NTC18 per calcolare l'entità
dell'azione, ed alla normativa UNI per progettare i sistemi di vincolo che possono essere di diverso
tipo: meccanico, zavorramento, adesione, induzione.
È possibile classificare le coperture in base alla pendenza dell'elemento di tenuta distinguendole in
orizzontali (<1%), sub-orizzontali (1-5%)ed inclinate (>5%);
in base alla posizione dello strato di tenuta, distinguendo tra tetto rovescio e tetto tradizionale. La
prima tipologia lo strato di tenuta è posto sopra l'isolante termico, mentre nel secondo caso sotto.
Inoltre è possibile classificarle in base alla praticabilità distinguendole in coperture praticabili; semi
praticabili; praticabili e tetti verdi.
Esiste una terza classificazione che individua tetti ventilati, non ventilati; isolati e non isolati.
Un tetto non ventilato e non isolato è utilizzato come chiusura per ambienti che non necessitano di
particolari necessità di comfort ambientale, come garages e fabbricati agricoli. È costituito da una
struttura portante e dallo strato di tenuta.
Un tetto ventilato e non isolato è provvisto di una camera d’aria posto tra lo strato portante e quello
di schermatura. Si ha un ricircolo di aria per convezione naturale, che evita la formazione di muffe e
in estate riduce l’accumulo di calore.
Un tetto non ventilato isolato è detto “tetto caldo”, e consente di ridurre le dispersioni energetiche
introducendo uno strato di isolante termico.
È fondamentale il corretto dimensionamento dell’isolante per evitare la formazione di condensa
interstiziale ed interna all’ambiente. Inoltre, come per le pareti perimetrali verticali, è necessario
disporre sul lato caldo dello strato di coibente una barriera a vapore, che riduca la pressione del
vapor d’acqua negli strati più freddi esterni, durante il flusso dello stesso dall’interno verso
l’esterno.
Un tetto ventilato ed isolato rappresenta la tipologia dalle migliori prestazioni in termini di gestione
del comfort ambientale e di risparmio energetico. È costituito da una struttura principale sulla quale
sono posti barriera a vapore, coibente, guaina bitumosa, sottostruttura per il sistema di ventilazione
e strato di ventilazione, schermatura.
Generalmente, per le zone del centro Italia, il pacchetto tecnologico posto al di sopra della struttura
di una copertura è costituito dal massetto delle pendenze, una barriera al vapore, uno strato di
isolante termico (dimensionato secondo il DM 192/05 e 311/06), una guaina impermeabilizzante
(elemento di tenuta all'acqua), uno strato di TNT a protezione della guaina ed uno strato di finitura
scelto in base alla praticabilità (ghiaia, soletta+pavimentazione, pavimentazione galleggiante).
La scelta della tipologia di copertura si basa sulle prestazioni richieste in ambiente, sulla latitudine
del luogo, sull contesto urbano in cui andrà a collocarsi la copertura e chiaramente sui carichi a cui
sarà soggetta e il grado di praticabilità richiesta.
Dal punto di vista dell’ecosostenibilità va sottolineato che per le nuove costruzioni le coperture
devono essere provviste di pannelli fotovoltaici in grado di soddisfare almeno il 50% del fabbisogno
energetico per la produzione di acqua calda sanitaria.
Per quanto riguarda la raccolta delle acque meteoriche, questa è a carico di un sistema di pluviali
accuratamente progettato in base all’inclinazione della copertura, della sua superficie e della zona in
cui si trova.
Progettazione sostenibile
La crescente riduzione di fonti energetiche non rinnovabili e l’aumento esponenziale
dell’inquinamento ambientale hanno portato all’introduzione di nuovi concetti per una produzione
edilizia più sostenibile, ecologica, incentrata sul risparmio energetico e che massimizza l’utilizzo di
fonti di energia rinnovabile ricercandone la maggior efficienza.
A partire dalla fine degli anni ‘60 la sensibilità verso la tematica ambientale è cominciata a crescere
e sono state fatte le prime regolamentazioni. Con il D.Lgs 152/2006 si delinea un sistema di
prevenzione e protezione del territorio, che nella sua ampiezza investe anche il settore edilizio.
Sono introdotte:
la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), che è una procedura tecnico-amministrativa
utilizzata dalla P. A., atta a valutare la compatibilità ambientale di un progetto;
la VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che si applica ad interventi più complessi ed estesi e
tiene conto dell’impatto ambientale su larga scala.
Successivamente con il Dlgs 4/08 si sono risolte alcune problematiche nella ricezione delle
procedure di VIA e VAS.
Lo sviluppo sostenibile è quello che permette ad una generazione di soddisfare i propri bisogni
senza compromettere la possibilità di soddisfare i propri alle generazioni future.
La sostenibilità della produzione edilizia deve essere valutata sotto tre aspetti fondamentali:
ambientale, economico e sociale.
L’architettura sostenibile, come abbiamo detto, nasce intorno agli anni 70’ e si è sviluppata fino ad
oggi incentrandosi su:
sostenibilità ambientale, risparmio energetico e delle risorse, biocompatibilità (compatibilità del
costruito con gli aspetti psicofisici del benessere sensoriale umano), ecocompatibilità (compatibilità
del costruito con l’ambiente fisico).
Questa evoluzione ha portato alla differenziazione degli approcci progettuali ed oggi abbiamo:
Architettura bio-climatica; Bioarchitettura; Edilizia sostenibile; Architettura eco-sostenibile;
Architettuta ecologica; Architettura bioecologica; Bioedilizia.
Questi approcci gettano le basi sulla sostenibilità ambientale e sul raggiungimento del benessere
ambientale per l’utenza, ma quando leggiamo il prefisso “eco-” il focus è sul primo tra questi
aspetti, mentre col prefisso “bio-” sul secondo.
Gli edifici ad alte prestazioni energetiche sono classificati in:
Edifici a basso consumo energetico, < 50kWh/m2a
Edifici passivi che necessitano di < 15kWh/m2a di energia per riscaldamento/raffrescamento
Edifici ad energia quasi zero (NZEB) che utilizzano in modo massiccio energie rinnovabili, ed
eventualmente acquistano/vendono energia prodotta in questo modo.
Alla base della progettazione sostenibile c’è la progettazione integrata: questa consiste nello
sviluppo di un progetto in modo complessivo e organico considerando fin da subito tutti i diversi
aspetti della progettazione (architettura, struttura, impianti e energetica dell’edificio).
Quindi si deve tener presente come il funzionamento energetico dell’edificio sia influenzato da
materiali, tecnologie impiegate, morfologia dell’edificio, ubicazione, orientamento e condizioni al
contorno. E’ fondamentale quindi anche il contesto in cui sorge l’edificio.
Nella pratica si ha una fase di analisi del sito, nella quale si individuano i fattori ambientali da
sfruttare e quelli da cui salvaguardarsi; si passa poi alla progettazione ciclica del complesso edilizio
(forma, orientamento, localizzazione) e del singolo edificio (organizzazione funzionale degli spazi,
soluzioni tecniche, sistemi tecnologici, materiali).
Progettazione del complesso edilizio:
- L’orientamento ottimale dell’edificio ha come finalità quello di massimizzare gli apporti solari in
inverno e di minimizzarli in estate. È influenzato dal microclima e dalle caratteristiche
morfologiche della zona, dal tipo di edificio, dalla sua distribuzione interna e dalle scelte
tecnologiche adottate.
- La forma ottimale limita le dispersioni nel periodo invernale e le massimizza mediante
ventilazione in quello estivo. Nei climi più freddi sono da preferire le forme compatte, nei climi
caldo-umidi edifici con piante strette ed allungate.
- E’ importante anche la disposizione degli edifici su un lotto, infatti da questa dipenderanno
ombreggiamenti, ventilazione e protezione dai venti freddi.
Progettazione del singolo edificio:
- L’organizzazione funzionale interna è fondamentale e nell’ottica dell’efficienza energetica deve
basarsi sui quattro punti cardinali.
Si dispongono a Nord i vani di supporto, occupati occasionalmente o ad alto calore endogeno.
Infatti è l’esposizione più sfavorevole. In genere il vano scala è orientato a Nord, e si trova
addirittura fuori dalla zona riscaldata (permettendo il free-cooling).
Ad Ovest si ha la peggior esposizione estiva, pertanto vi si collocano vani prevalentemente utilizzati
durante il giorno o a basso calore endogeno.
Ad Est si collocano i vani prevalentemente utilizzati durante la notte o ad alto calore endogeno.
A Sud si ha la miglior esposizione pertanto si collocano gli spazi utilizzati nella maggior parte della
giornata e a basso calore endogeno.
- Anche il dimensionamento delle aperture è influenzato dall’esposizione. Si devono prevedere
grandi aperture esposte a Sud e piccole esposte a Nord (Est e Ovest modeste).
- Di grande importanza sono i sistemi di schermatura (specie in zone dai climi caldi), da utilizzare
sul lato esposto a Sud, ma anche Est ed Ovest.
- E’ possibile l’utilizzo di sistemi solari passivi come il muro di Trombe e le Serre solari.
- Si utilizzano pareti perimetrali isolate e infissi a taglio termico.
- Gli impianti utilizzati sono quelli di ventilazione meccanica, quelli di produzione di energia da
fonti rinnovabili.
Tra le tipologie esistenti che si prestano meglio all’edilizia sostenibile abbiamo gli edifici in linea,
quelli a ballatoio e quelli a schiera.
La riduzione del consumo energetico di un edificio passa attraverso lo sfruttamento di sistemi solari
attivi/passivi e della ventilazione naturale.
Tra i sistemi solari passivi abbiamo:
Serra solare; muro di Trombe; Camino solare; Roof pond.
Tra i sistemi solari attivi: Collettori solari; Pannelli fotovoltaici.