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STRUTTURE PREFABBRICATE

Sistemi costruttivi concepiti per risolvere specifiche tipologie edilizie, sviluppo progressivo della tecnologia
a partire da metà ‘900 per miglioramento prestazione materiali, miglioramento processi industriali,
sviluppo della precompressione e delle reti viarie.
Vantaggi: Velocità di realizzazione, costi ridotti, controllo dimensionale dei manufatti, migliori prestazioni
statiche e di resistenza al fuoco, durabilità di materiali e componenti
Svantaggi: Trasporto degli elementi, ridotta iperstaticità.
Le strutture edili possono essere monopiano e multipiano e classificabili per:
copertura: Doppia pendenza ( travi e capriate doppia pendenza, travi boomerang)
Piana continua (tegoli π , omega)
Piana discontinua ( elementi Y, alari)
Shed ( macro e microshed)
Grado di prefabbricazione: Totale: calcestruzzo gettato in opera solo per unioni
(ed. Industriali, commerciali, agricoli, parcheggi fuori terra, edilizia sociale)
Sistemi misti: parti consistenti gettate in opera
(ed. residenziali, sociale, parcheggi entro tessa, terziario)
Sistemi ibridi: parti in acciao o legno
(ed. residenziale, commerciale e impianti sportivi)
Dimensioni massime delle campate da 4-6 m per il residenziale, 6-12 per teziario e scuole, 12-20 m per
commercio, industria e impianti sportivi. L’interasse dei pilastri da 6 a 12 m in funzione dell’elemento trave
utilizzato.
Secondo EC2 i calcoli devono essere effettuati come per strutture gettate con l’accortezza di considerare il
comportamento delle mebrature in tutte le fasi di costruzione, la loro interazione con altri elementi,
attenzione a deformazioni e sollecitazioni sui collegamenti e alla incertezze che caratterizzano i vincoli e la
trasmissione degli sforzi. Sono distinte le seguenti tipologie costruttive:
strutture a telaio, strutture a pannelli o pareti, strutture controventate, diaframmi di solaio o copertura,
strutture a celle tridimensionali. Deve essere garantita continuità nei giunti con getti integrativi,
collegamenti bullonati o saldati la cui efficacia deve essere testata mediante prove sperimentali al fine di
elidere rotture fragili dovute a sisma o impatto. Si riportano di seguito i principali elementi strutturali.
TRAVI
Le travi prefabbricate sono dimensionate con gli stessi principi delle travi gettate in opera, vi è pero la
necessità in seguito agli elevati carichi dovuti ai pesi propri di adottare travi precompresse. La
precompressione è una sollecitazione indotta artificialmente nel calcestruzzo da trefoli in acciaio armonico
tesi prima del getto e rilasciati quando il cls ha raggiunto idonea resistenza (postensione invece a cls già
indurito),si genera distribuzione di tensioni opportunamente progettata che sovrapponendosi a quelle dei
carichi esterni generano stati di sforzo più favorevoli. In questo modo si risparmia 15-30% di cls, 50-60% di
acciaio, si coprono luci maggiori con strutture portanti più snelle, elevata resistenza a fatica e deformazioni
limitate. Per accelerare la produzione in stabilimento si applica maturazione accelerata al getto con vapore
a 60-70° per 5-6 ore, il cls raggiunge i 40 MPa di resistenza e si possono rilasciare i trefoli.Gli svantaggi della
tecnica sono l’onerosità delle operazioni, il maggior costo dei materiali e la necessità di avere maestranze
qualificate. Esistono tre tipi di precompressione:
Integrale: do tensione in modo da non avere trazione in esercizio al lembo inferiore
Limitata: accetto lo sviluppo di trazione in esercizio ma tale che non superi fctk
Parziale: accetto sviluppo di trazione superiore alla resitenza a trazione del cls ma devo inserire armatura
lenta.
Nel caso di trave appoggiata per massimizzare la precompressione (N) e quindi limitare l’armatura si adotta
la tecnica del cavo di Guyon, si prevede una curvatura (agisco su eccentricità e del carico di
precompressione) del cavo in modo da mantenere gli sforzi di trazione nel campo della resistenza a
trazione del calcestruzzo alle estremità della trave, dove il momento sollecitante è minore.

−N N e M p . p .
+ − =f ctm
A W W

Quando progetto elementi precompressi devo tener conto delle perdite di tensione istantanee (attrito,
elastiche, rilassamento armatura tra messa in tensione e coazione) e a lungo termine (ritiro, fluage,
rilassamento). Nelle testate, la diffusione degli sforzi devia dalla teoria di DSV, è necessario quindi valutare
gli sforzi ed inserire armatura addizionale che assorba gli sforzi di trazione indotti dalle teste dei trefoli al
cls (bursting, spalling, splitting).

PILASTRI
Sono solitamente monopiano o multipiano e dotati di mensole tozze (dimensionate con modello tirante e
puntone). Lo schema tipicamente adottato è quella di mensola incastrata alla base, i collegamenti trave
pilastro sono solitàmente dei vincoli a cerniera. Essendo i pilastri elementi molto snelli, il dimensionamento
è condizionato dagli effetti del secondo ordine, motivo per cui la verifica ad instabilità è dimensionante.
Sono dimensionati a pressoflessione, taglio e instabilità secondo i metodi del C.A (EC2, NTC cap.4).
Metodo della colonna modello:
PLINTI
Nella maggior parte le fondazioni sono con plinto a bicchiere, che comprende il bicchiere per
l’alloggiamento del pilastro prefabbricato e la piastra di base ad esso connesso posato su un piano di
appoggio realizzato con un getto di cls magro. Sono verificati lato terreno (carico limite, scorrimento) e lato
struttura (verifica a flessione e punzonamento della ciabatta e delle pareti laterali del bicchiere con
metodo tirante puntone, schema riportato in figura).

PANNELLI
Elementi che non contribuiscono alla stabilità dell’edificio perché sostenuti da elementi strutturali, il
prefabbricatore deve certificare la trasmittanza termica , l’acustica dei pannelli e la resistenza al fuoco.
Possono essere pieni, alleggeriti, a taglio termico, areati.

Il dimensionamento è effettuato ai carichi del vento, al sollevamento, al trasporto e alla posa in opera. Sono
verticali o orizzontali, quelli verticali poggiano su una trave portapannello gettata in opera sul piano del
terreno, la prima fila di quelli orizzontali poggia da plinto a plinto. Nel caso di pannelli orizzontali, il peso
proprio del pannello grava sulla fondazione, sono dimensionati a taglio e pressoflessione tenendo conto
degli schemi strutturali che si verificano durante la posa ed in esercizio. Deve essere inoltre valutata la
deformazione per ritiro differenziale del pannello composto da due facce e alle variazioni termiche.
CONNESSIONI
Le connessione sono l’elemento che domina la risposta sismica della struttura, le ntc08 vietano connessioni
ad attrito in quanto causa di perdita d’appoggio e conseguente collasso di strutture prefabbricati. I
collegamenti si distinguono per posizione.
fuori delle zone di previsto comportamento inelastico, che non modificano quindi le capacità dissipative
della struttura rispetto al caso monolitico;
nelle zone critiche alle estremità delle travi e dei pilastri, ma sovradimensionati in modo tale da spostare la
plasticizzazione in zone attigue all’interno degli elementi;
nelle zone critiche alle estremità di travi e pilastri, e dotati delle necessarie caratteristiche in termini di
duttilità e di quantità di energia dissipabile.
Generalmente i collegamenti sono dimensionati in resistenza, e nn esibiscono comportamento plastico,
eccetto alcune tipologie di collegamento pilastro fondazione, si predilige comunque affidare la dissipazione
alle sezioni di base dei pilastri. Di seguito si riportano alcune connessioni tipiche

Connessioni trave-pannello

Connessione tegoli- trave


Connessioni trave-pilastro a secco

Connessioni trave-pilastro umide

Connessioni pilastro-fondazione

Altri elementi prefabbricati sono i condotti e i pozzetti fognari, sezioni scatolari, pali prefabbricati, elementi
in fibrocemento, tamponature gasbeton, traverse ferroviarie, travetti prefabbricati, lastre predalles.

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