Se rispettate, queste due prime indicazioni permettono un trasferimento ottimale degli sforzi
orizzontali alle fondazioni. Si riescono a limitare il numero e le dimensioni dei setti garantendo
automaticamente grande flessibilità architettonica sia per l'edificio a nuovo che per eventuali
modifiche di utilizzo future:
- per i setti, in generale sono da preferire semplici sezioni rettangolari. La base dovrebbe venir
scelta con una snellezza (altezza/lunghezza) compresa tra 3 e 6. Il limite inferiore garantisce un
comportamento flessionale del setto, quello superiore permette di mantenere le deformazioni
entro un limite accettabile per evitare effetti di secondo ordine, risp. problemi legati all'efficienza
funzionale dell'edificio.
Una larghezza dei setti compresa tra 240 e 340mm è adatta alla maggior parte dei casi;
- affinché i solai piani possano venir considerati diaframmi rigidi, devono avere una forma
compatta in pianta. Per permettere il trasferimento delle forze d'inerzia dai solai ai setti, vanno
evitati risparmi o aperture importanti nelle immediate vicinanze.
- le colonne vanno progettate in modo tale che possano seguire le deformazioni dell'edificio
mantenendo un comportamento elastico. Per raggiungere questo scopo, colonne prefabbricate bi-
o monoarticolate possono essere molto adatte;
- setti in calcestruzzo armato sono elementi strutturali molto efficienti, in grado di trasmettere
sforzi importanti, per cui la loro fondazione riveste un ruolo determinante. Fondazioni a cassone
con uno o più piani sotterranei sono da preferire poiché garantiscono condizioni ottimali
d'appoggio. Con altri sistemi di fondazione, il trasferimento al terreno dei carichi dei setti può
risultare problematico e oneroso. Importante è scegliere il tipo di fondazione adatto già durante le
fasi preliminari del progetto.
Fondamentalmente i setti possono venir progettati secondo tre filosofie differenti, come indicato
nella figura 3.