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Figura 1- Ortofoto del centro storico di Bobbio con individuazione dell’area interessata dalla scuola.
Di proprietà del Comune di Bobbio, la scuola è censita al Catasto Fabbricati di Bobbio al foglio 57,
mappale 222.
Le coordinate geografiche della scuola sono:
- latitudine: 44,767522 N
- longitudine: 9,385517 E
La scuola media utilizza numerosi locali dislocati in diversi corpi di fabbrica tra loro interconnessi. Gli
edifici in questione sono stati edificati in epoche differenti e risultano molto dissimili tra loro;
differiscono, infatti, per tipologie costruttive, tipologie strutturali e per tipi di materiale impiegato.
Sono diverse anche le destinazioni d'uso dei locali (scuola, musei, servizi) che si intersecano nei vari
livelli utilizzati.
Oggetto della presente relazione sono gli interventi strutturali progettati per il miglioramento statico e
sismico di due corpi di fabbrica, più precisamente:
Corpo A: interventi di tipo locale consistenti nel consolidamento delle porzioni murarie sopra i
capitelli delle colonne in corrispondenza del porticato su Piazza Santa Fara;
Corpo C: intervento di consolidamento statico (volte del piano terra) e miglioramento sismico
dell’unità strutturale.
Per la redazione del progetto si è seguito il progetto preliminare per “Lavori di miglioramento statico e
sismico con sistemazione copertura e opere accessorie per contenimento energetico e fruibilità edificio
scuola secondaria di 1° grado Vittorino da Feltre – Bobbio” redatto in data 29 maggio 2018 dall’Ufficio
Tecnico Comunale e approvato con Delibera della Giunta Comunale n° 54 del 01 giugno 2018.
Sotto l’aspetto strutturale il progetto preliminare è stato redatto seguendo la relazione di vulnerabilità
sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti di Bobbio.
L’edificio è utilizzato come scuola e come museo. In particolare il corpo A (verso Piazza santa Fara)
ospita un museo, mentre il corpo C (ex refettorio) ospita i laboratori della scuola. Gli edifici si mostrano
piuttosto rimaneggiati soprattutto nei decenni scorsi, in particolare per la sistematica messa in opera di
pesanti coperture in laterocemento al posto delle coperture in legno, com’era prassi all’epoca
E’ stato redatto un completo rilievo del complesso da utilizzarsi come base per l’intero progetto. Il
progetto è stato redatto sulla base del progetto preliminare redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune di
Bobbio, a sua volta redatto, per quanto riguarda gli interventi strutturali, sulla base della relazione sulla
vulnerabilità sismica prodotta dall’ing. Aldo Galleti di Bobbio.
Sempre nella relazione citata sono riportate ampie informazioni storico-critiche, frutto delle ricerche
dell’ing. Galleti, che avendo seguito gli interventi sul complesso dagli anni ’70 ad oggi ne può essere
considerato la “memoria storica”.
Nel corso dell'anno 612 a Bobbio arriva Colombano, monaco irlandese, che ha avuto in donazione dal re
longobardo Agilulfo una vasta zona di territorio nell'alta valle della Trebbia. A Bobbio accanto ai ruderi
di una chiesuola costruisce il primo elemento del monastero (parte a nord del corpo F).
Numerosi corpi sono aggiunti e rimaneggiati nei secoli. Gli interventi più consistenti nei riguardi
strutturali risultano i seguenti in relazione alle parti utilizzate dalle scuole medie, secondo informazioni
raccolte dallo studio del prof. ing. H. Balducci (Pavia, 1936), dalle ricerche del prof. dr. M. Tosi
(Bobbio, 1983) e dalla pubblicazione di G. Fiori, B. Graviani e A. Guasconi (Piacenza, 1986).
Anni 600-980:
secoli VII-IX: costruzione del refettorio con le cucine al P.T. e magazzino al piano sotterraneo
(corpo C);
secoli VII-VIII: costruzione della parte nord del corpo F (primo scriptorium);
secoli IX-X: costruzione di parte del P.T del corpo A (lato nord-ovest) e del corpo F (parte del lato
sud-est, abitazioni per monaci).
Anni 980-1600:
demolizione della parete realizzata del corpo A e ricostruzione del corpo A (dal 1540, per dormitorio
dei monaci, sopraelevata dal 1570);
Planimetrie del complesso con evidenziata l’area destinata alla scuola secondaria di I grado – Piano Primo
Planimetrie del complesso con evidenziata l’area destinata alla scuola secondaria di I grado – Piano Terra
Esaminando la distribuzione dei diversi corpi di fabbrica sopra descritti si verifica che possono essere
identificate differenti Unità Strutturali (US) sottoposte ad azioni sismiche praticamente indipendenti,
tenendo in considerazione le NTC (cap.8), la Circolare Applicativa (punto C8A.3 e 4) e le Linee Guida
per i Beni Culturali, essendo l’intero complesso abbaziale un immobile tutelato.
Per la definizione delle US sono tenuti presenti i seguenti fattori:
a- le epoche di realizzazione dei corpi di fabbrica e l’omogeneità dei materiali presenti, quindi dotati di
analoghi caratteri di resistenza;
b- l’unitarietà del comportamento strutturale nei confronti dei carichi verticali e orizzontali;
c- le interazioni presenti dovute ai collegamenti murari, verificandone la scarsa influenza per le ridotte
dimensioni fisiche degli stessi (caso del corpo scale B nei riguardi del corpi A e C);
d- l’entità delle masse dei corpi di collegamento, relativamente molto minore rispetto a quella dell’unità
sotto studio (caso del corpo scale G nei riguardi dei corpi H ed F);
e- della eventuale presenza di masse significative dei corpi di collegamento viene tenuto con-to
mediante l’applicazione di carichi dovuti alle masse stesse sui setti murari resistenti interessati delle US
sotto esame;
US1- corpo A, prospettante a est su piazza S.Fara e a ovest e a sud su chiostro e cavedio interni.
US1 – Corpo A: 1° piano. I locali con velatura più rossa sono occupati dalla scuola media.
US2- corpo C, avente 3 livelli (uno interrato). Il 1° P è destinato ad aule e servizi. Vede la presenza in
adiacenza:
- del corpo B (scale) verso est, di trascurabile interesse per dimensioni e masse presenti,
- della veranda del corpo D, di scarso peso e di interazione ridotta, la cui presenza sarà messa in conto
nel modello globale del corpo C come massa aggiunta;
- del corpo E (uffici), di epoca diversa, delle cui interazioni si tiene conto considerando le sue zone di
influenza verso il corpo C.
US3- corpo F, aule e servizi, su due piani.
Anche in questo caso il corpo F può essere definito come US separata, date le minime dimensioni fisiche
dei collegamenti con il corpo G (scalone), con il corpo D (portico e veranda) e con il corpo E (uffici);
nelle foto seguenti è evidente la discontinuità muraria tra il corpo F e il corpo H lato chiostro.
CORPO A
Il corpo A è un fabbricato stretto e lungo che prospetta a est su Piazza S. Fara e a ovest sul chiostro
interno.
Al piano terra, a una quota rialzata rispetto a quella della piazza, troviamo il porticato scandito da una
sequenza di campate con volte a crociera impostate sul muro di fabbrica da un lato e su colonne in pietra
dall’altro; le colonne, a loro volta, poggiano su un parapetto in muratura. All’imposta degli archi del
porticato sono posizionate delle catene in ferro battuto in direzione trasversale al passaggio coperto di
dimensioni 12/22 x 68/82 risalenti all’anno 1540. In questi spazi al piano terra è stato allestito il Museo
dell’Abbazia di Bobbio.
Una seconda scalinata si trova in posizione diametralmente opposta rispetto alla facciata e anch’essa
collega piazza S. Fara al piano dell’edificio attraversando il giardino recintato dell’abbazia. In prossimità
di questa ultima scalinata si trova l’accesso al Museo Mazzolini che è stato allestito al piano superiore
del fabbricato.
Per quanto concerne il porticato, in alcuni archi della facciata sono presenti cedimenti puntuali in
corrispondenza dell’imposta degli archi, proprio sopra ai capitelli in pietra; tali cedimenti sono dovuti
all’esiguo spessore della muratura oltre ad assestamenti strutturali che hanno portato alla rottura di vari
mattoni in cotto; alcuni capitelli, usurati dal tempo e da eventi naturali, presentano distacchi ed erosioni.
Avendo la scuola necessità di spazi per lo svolgimento delle varie attività, attualmente vengono utilizzati
due vani del corpo A come stanze di servizio per la scuola.
La stanza dei bidelli presente al primo piano del corpo A, di forma pressoché quadrata e con copertura a
volta, si trova a una quota superiore rispetto a quella del primo piano della scuola media (corpo D) ed è
raggiungibile mediante una scala interna.
L’archivio con relativo vano di accesso, invece, è più a nord ed è raggiungibile percorrendo il primo
piano del lungo corpo H al quale si arriva salendo dallo scalone principale (corpo G).
La quota del primo piano del corpo A è uguale a quello del primo piano del corpo H, ma entrambe sono
maggiori della quota del primo piano del corpo D.
La muratura del fabbricato è in pietrame con malta di calce, mentre la muratura sopra i capitelli del
porticato è realizzata con mattoni pieni e malta di calce.
Vista del sottotetto, sono visibili un tirante, una trave in c.a. di sostegno del solaio e l’imposta dei travetti della copertura
in laterocemento sul cordolo laterale
Dal punto di vista della salubrità dei locali, invece, sono presenti fenomeni di umidità e di infiltrazione
d’acqua dovuti al diretto contatto della muratura con la terra da un lato e dall’assenza di una adeguata
Trattandosi di bene vincolato, si farà riferimento, nell’ambito del quadro normativo definito dalle NTC
18 e relativa circolare esplicativa e alle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale.
In particolare, con riferimento alle Linee guida citate, i livelli di valutazione saranno:
Corpo A: LV2 (riparazione o intervento locale) in quanto trattasi di interventi su zone limitate del
manufatto e che non vanno ad alterare in modo significativo il comportamento strutturale accertato
e per la cui valutazione si seguiranno metodi di analisi locale.
Corpo C: LV3 (miglioramento sismico) trattandosi di interventi diffusi che comunque non vanno
ad alterare in modo significativo il comportamento strutturale accertato. Gli interventi di progetto
sono volti a ridurre le masse non strutturali e a conferire un miglior comportamento scatolare al
manufatto, per cui la valutazione dello stato di progetto verrà effettuata anche con un modello
globale.
Non sono previsti interventi in fondazione in quanto non si rilevano dissesti ad esse attribuibili ed
essendo il territorio pianeggiante non vi sono condizioni morfologiche sfavorevoli. Sono esclusi
fenomeni di liquefazione, così come rilevato dalle indagini geologiche condotte dal dott. Cavanna.
Gli interventi sono progettati per rispettare le Linee Guida citate, con particolare riferimento a:
Estensione: Corpo A: interventi limitati ad alcuni elementi (intervento locale);
Corpo C: interventi estesi a tutta la struttura (miglioramento sismico) senza modifiche di rilievo alle
strutture storiche.
Comportamento statico (e dinamico) accertato e conseguito: gli interventi che non modificano l’attuale
comportamento statico;
Invasività e reversibilità: gli interventi proposti integrano gli elementi resistenti e condizionano le
sollecitazioni senza trasformare in modo permanente la struttura originale. In particolare:
Corpo A: i trefoli metallici saranno nascosti nei giunti di malta;
Corpo C: la nuova struttura metallica si ancorerà direttamente al cordolo esistente in calcestruzzo e sarà
completamente reversibile; la demolizione del solaio esistente avverrà senza particolari traumi per la
struttura storica in quanto sono in appoggio solo sulle travi in calcestruzzo armato trasversali e sulle
Corpo C – Progetto
Dalle analisi condotte sui vari fabbricati che costituiscono il complesso di S. Colombano, il corpo di
fabbrica C è quello che risulta più problematico poiché presenta i maggiori dissesti strutturali oltre a
problemi di umidità e infiltrazioni d’acqua piovana.
Ne segue quindi che, come già evidenziato nella relazione sulla vulnerabilità sismica redatta dall’ing.
Aldo Galleti, sono le verifiche statiche a non essere soddisfatte ancor prima di quelle sismiche.
Alla luce di quanto esposto, al fine di migliorare dal punto di vista statico e sismico il fabbricato e
sanificare i locali dai problemi di umidità e infiltrazione d’acqua, si sono previsti alcuni interventi edilizi
che si vanno di seguito a descrivere.
Per scaricare l’arco e le volte dal peso eccessivo che ne hanno causato il dissesto, si interverrà da un lato
riducendo i carichi sovrastanti mediante la demolizione dei tramezzi murari, del muro sovrastante l’arco
OPCM 3274 del 20/03/2003 – “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica
del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, e successive
modifiche e integrazioni (OPCM 3431 03/05/2005).
Norme tecniche per le Costruzioni – D.M. 17/01/2018 e relativa circolare esplicativa.
L.R. 19/2008 Regione Emilia Romagna.
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011 “Linee guida per la valutazione e
riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale”.
In particolare le azioni sismiche, i parametri meccanici dei materiali con i relativi coefficienti e i metodi
di calcolo sono tutti assunti conformemente alle NTC 18 e relativa circolare esplicativa oltre che alla
citata Direttiva.
CNR-DT 200 R1/2013 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di interventi di
consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati”.
In relazione al livello di conoscenza del manufatto (Linee Guida – § 2),è stato calcolato il fattore di
confidenza Fc (Linee Guida – §4.2). Essoè stato ottenuto attraverso l’assegnazione dei fattori di
confidenza parziali(Fck, con k=1, 2, 3, 4) riportati in Tabella 4.1, associati alle quattrocategorie
d’indagine ed al livello di approfondimento in esseraggiunto (Tabella 1).
I valori dei fattori parziali di confidenza assunti per la valutazione dellasicurezza sismica nello stato
attuale sono riportati nella tabella seguente.
Rilievo Rilievo geometrico completo Fc1 = 0,00
geometrico con restituzione grafica dei quadri deformativi e fessurativi
Il fattore di confidenza calcolato corrisponde di fatto al livello di conoscenza LC2 definito nelle NTC 18.
Carico vento
Corpo C
CARICHI CHE RESTANO INVARIATI ALLO STATO DI FATTO E DI PROGETTO
Carichi permanenti
Peso murature pietrame: 2100 daN/mc
Peso muratura mattoni pieni e malta di calce: 1800 daN/mc
Carichi variabili
SOLAIO DI COPERTURA
Stratigrafia Pesi propri interassi (m) base (m) altezza (m) spessore (m) daN/mq
Solaio Celersap 12 cm 123 1,00 1,00 1,00 1,00 123
Tegole doppio strato 70 1,00 1,00 1,00 1,00 70
Totale permanenti 193
Variabili (neve) 131
Totale variabili 131
SLD
Corpo A
Rimanendo nell’ambito dell’”Intervento locale”, così come definito dalle NTC18, non si procederà ad
una verifica su modello di calcolo globale in quanto è previsto il solo rinforzo delle porzioni murarie
sopra i capitelli delle colonne in pietra. La metodologia di calcolo è quella fornita dalla Norma CNR-DT
200 R1/2013 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di interventi di
consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati” par. 5.6 “Confinamento di
colonne in muratura”, oltre ad avvalersi delle pubblicazioni citate al punto 2.4.2. Per i calcoli ci si è
avvalsi di un apposito foglio di calcolo testato dallo scrivente.
Corpo C
Per il corpo C è previsto un intervento che è da intendersi ai sensi delle NTC 18 come “Interventi di
miglioramento sismico”. Secondo il par. 2.2 delle Linee Guida BBCC il livello di valutazione sarà quindi
LV3 (miglioramento sismico) trattandosi di interventi diffusi che comunque non vanno ad alterare in
modo significativo il comportamento strutturale accertato. Gli interventi di progetto sono volti a ridurre
le masse non strutturali e a conferire un miglior comportamento scatolare al manufatto, per cui la
valutazione dello stato di progetto verrà effettuata con un modello di calcolo tridimensionale che ne
analizzi il comportamento di insieme. Allo stato di progetto gli interventi previsti sono volti a conferire
un comportamento di insieme al fabbricato (cosiddetto “scatolare”) volto a scongiurare l’attivazione di
meccanismi locali a bassa energia di attivazione per cui una analisi tridimensionale assume un significato
fisico.
Verrà svolta una analisi statica non lineare, che si ritiene la più idonea a interpretare il comportamento di
edifici in muratura. Le verifiche richieste si concretizzano nel confronto tra la curva di capacità per le
diverse condizioni previste e la domanda di spostamento prevista dalla normativa. La curva di capacità è
individuata mediante un diagramma spostamento-taglio massimo alla base.
La modellazione dell'edificio viene realizzata mediante l'inserimento di pareti che vengono discretizzate
in macroelementi, rappresentativi di maschi murari e fasce di piano deformabili; i nodi rigidi sono
indicati nelle porzioni di muratura che tipicamente sono meno soggette al danneggiamento sismico.
Solitamente i maschi e le fasce sono contigui alle aperture, i nodi rigidi rappresentano elementi di
collegamento tra maschi e fasce. La concezione matematica che si nasconde nell'impiego di tale
elemento, permette di riconoscere il meccanismo di danno, a taglio nella sua parte centrale o a
pressoflessione sui bordi dell'elemento in modo da percepire la dinamica del danneggiamento così come
si presenta effettivamente nella realtà.
L’analisi viene svolta con il software 3Muri prodotta da Sta Data di Torino.
Secondo le prescrizioni da normativa [D.M. 17 gennaio 2018], le condizioni di carico che devono essere
esaminate sono di due tipi:
Distribuzione di forze proporzionale alle masse
Sigla: 3MURI
Produzione e S.T.A. DATA srl Corso Raffaello, 12 - 10126 TORINO (TO) tel. 0116699345
distribuzione: fax 0116699375 http://www.stadata.com e.mail: info@stadata.com
Autori: Prodotto: S.T.A. DATA srl Motore di calcolo: Responsabile Prof. Ing. Sergio
LAGOMARSINO Prof. Ing. Serena CATTARI Prof. Ing. Andrea PENNA Ing.
Alessandro GALASCO
Versione: 12.6.0.0
Numero Licenza: (014541) DOTT. ING. FRESCHI LUIGI
Le azioni applicate al modello sono suddivise in azioni statiche derivanti dai carichi gravitazionali che
sono riportate sulle aste (travi) del modello in funzione dell’orditura dei solai. Diversamente le azioni
sismiche sono funzione degli spettri di progetto agli stati limite sismici SLV, SLD, SLO, nelle varie
combinazioni di carico.
Carico Sismico:
Le verifiche allo stato limite ultimo (SLV) e allo stato limite di esercizio (SLD; SLO); devono essere
effettuate per la seguente combinazione [Norme Tecniche 2018 §2.5.3].
Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti carichi
gravitazionali:
Carico Statico:
La verifica allo stato limite ultimo per carichi statici viene condotta con la seguente combinazione dei
carichi.
dove:
E azione sismica per lo stato limite in esame;
Gk1 peso proprio di tutti gli elementi strutturali;
Gk2 peso proprio di tutti gli elementi non strutturali;
QKi valore caratteristico della azione variabile;
2 coefficiente di combinazione;
0 coefficiente di combinazione per i carichi variabili
G1; G2; Q : coefficienti parziali di sicurezza
I valori dei vari coefficienti sono scelti in base alla destinazione d'uso dei vari solai secondo quanto
indicato nella norma. [Norme Tecniche 2018 Tabella 2.5.1].
Non pertinente.
2.8.5 Altri risultati significativi
La muratura sopra i capitelli sostiene le volte e le strutture murarie del piano primo e a causa della sua
snellezza risulta non verificata ai carichi statici. La situazione di sofferenza si è resa evidente in
occasione di scosse sismiche dei decenni scorsi con conseguente apertura di lesioni nella muratura in
corrispondenza di due colonne che per l’occasione fu poi demolita e ricostruita.
Si rende quindi necessario un intervento (secondo le NTC 18 inquadrabile come “Interventi locali”) che
preveda preliminarmente, previa puntellazione degli archi, la rimozione dei mattoni in cotto rotti e la loro
sostituzione con altri di uguali dimensioni e colore con utilizzo di malta di calce e successivamente la
cerchiatura mediante l’impiego di trefoli circonferenziali 4 mm in acciaio inox collocati direttamente
nel giunto di malta, preventivamente scarnito per una profondità di circa 15 mm, che, attraverso una
pretensione iniziale, permettono di realizzare un efficace effetto di confinamento, senza però determinare
modificazioni evidenti nella struttura interessata.
Si è scelta questa tipologia di intervento in quanto risulta praticamente invisibile a lavori terminati e
quindi compatibile con le caratteristiche storiche del bene, senza la necessità di alterare la sagoma degli
elementi oggetto di intervento o di estese demolizioni e inoltre risulta reversibile.
Per la valutazione dell’effetto del confinamento si è utilizzato un foglio di calcolo redatto secondo le
indicazioni del documento CNR-DT 200 R1/2013 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il
Controllo di interventi di consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati” par. 5.6
“Confinamento di colonne in muratura”, oltre ad avvalersi delle seguenti pubblicazioni:
L. Jurina – Tecniche di cerchiatura di colonne in muratura
A. Borri, G. Castori, M. Corradi – Utilizzo di trefoli metallici per il rinforzo di colonne murarie
con mattoni “faccia vista”
A. Borri, G. Castori, M. Corradi – Confinamento di colonne murarie con mattoni “faccia vista”
Nel foglio di calcolo si effettua anche la verifica allo stato di fatto che risulta essere molto penalizzante.
Componente Componente
Carico Carico Peso specifico
verticale della orizzontale della
Peso proprio trasmesso dal trasmesso alla della muratura
DATI spinta di archi o spinta di archi o
INIZIALI Elevazione della parete solaio al piano i- parete dai piani i [kN/m 3]
volte al piano i- volte al piano i-
esimo superiori
W Pi [kN] esimo esimo
PSi [kN] N [kN]
FVi [kN] FHi [kN]
1 264,6 50,0 256,0 216,0 18,0
2 378,0 50,0 50,0 590,0 381,0 21,0
3 336,0 50,0 20,0
Distanza Distanza
Azione dei tiranti orizzontale del verticale del Fattore di
Elevazione ai solai intermedi Altezza del Peso proprio del baricentro del baricentro del Confidenza
Ti [kN] Macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento FC
rispetto al polo rispetto al polo
hi [m] W i [kN]
dello stesso dello stesso
xgi [m] ygi [m]
1-2 1
1,21
2-3 14,0 2
Valore assunto
Quota di
da per
formazione della
cerniera Valore minimo Massa Frazione massa Accelerazione
Flessione Valore minimo Valore di h1 per cerniera rispetto
corrispondente assunto da partecipante partecipante spettrale
alla base della
verticale di fascia assunto da minimo [m] alla quota del
muraria continua parete M* e* a0* [m/sec2]
solaio oppure
della volta a h1 [m]
DATI DI secondo piano
CALCOLO -0,090 7,05 -0,090 7,05 -0,090 163,432 0,833 -0,872
Quota di
formazione della
Flessione Massa Frazione massa Accelerazione
Numeratore di Denominatore di Valore assunto cerniera rispetto
verticale di Valore di partecipante partecipante spettrale
alla base della
da
macroelementi a parete M* e* a0* [m/sec2]
geometria nota
h1 [m]
N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 0,000 0,000 N.C.
CALCOLO DELLE PGA PER LA VERIFICA DELLO STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA
CIRCOLARE N. 617 DEL 02-02-2009 - ISTRUZIONI PER L'APPLICAZIONE DELLE NTC 14-01-2008
Flessione ag(SLV)
verticale di min(C8A.4.9;
fascia muraria C8A.4.10)
continua
-0,148
PGA-SLV
Flessione
verticale di ag(SLV)
macroelementi min(C8A.4.9;
C8A.4.10)
a geometria
nota -
Risulta evidente il valore negativo di ag(SLV), quindi la parete risulta non verificata anche dal punto di
vista statico, con le spinte dovute alle volte e all’arco che non sono adeguatamente contrastate.
Per ulteriori verifiche, in particolare le verifiche delle volte e la verifica di livello LV1, si rimanda alla
relazione di vulnerabilità sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti.
Dalle risultanze della citata relazione si ha in particolare come le volte del piano terra non risultano
verificate, e anche questo risultato trova riscontro nel quadro fessurativo riscontrato e riportato in modo
schematico nelle tavole allegate.
Le tensioni (0,64 MPa) sono ora compatibili con quelle del materiale.
Nella schermata seguente sono significative le reazioni alle reni H e V, significativamente inferiori a
quelle calcolate in precedenza allo stato di fatto, con una riduzione altrettanto significativa delle
sollecitazioni sulle pareti laterali.
Componente Componente
Carico Carico Peso specifico
verticale della orizzontale della
Peso proprio trasmesso dal trasmesso alla della muratura
DATI spinta di archi o spinta di archi o
INIZIALI Elevazione della parete solaio al piano i- parete dai piani i [kN/m 3]
volte al piano i- volte al piano i-
esimo superiori
W Pi [kN] esimo esimo
PSi [kN] N [kN]
FVi [kN] FHi [kN]
1 264,6 40,0 110,0 105,0 18,0
2 378,0 40,0 40,0 283,0 196,0 21,0
3 336,0 0,0 20,0
Distanza Distanza
Azione dei tiranti orizzontale del verticale del Fattore di
Elevazione ai solai intermedi Altezza del Peso proprio del baricentro del baricentro del Confidenza
Ti [kN] Macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento FC
rispetto al polo rispetto al polo
hi [m] W i [kN]
dello stesso dello stesso
xgi [m] ygi [m]
1-2 1
1,21
2-3 148,0 2
Valore assunto
Quota di
da per
formazione della
cerniera Valore minimo Massa Frazione massa Accelerazione
Flessione Valore minimo Valore di h1 per cerniera rispetto
corrispondente assunto da partecipante partecipante spettrale
verticale di fascia assunto da alla base della
minimo [m] alla quota del
parete M* e* a0 * [m/sec2]
muraria continua solaio oppure
della volta a h1 [m]
DATI DI secondo piano
CALCOLO 0,150 7,05 0,150 7,05 0,150 125,889 0,851 1,426
Quota di
formazione della
Flessione Massa Frazione massa Accelerazione
Numeratore di Denominatore di Valore assunto cerniera rispetto
verticale di Valore di partecipante partecipante spettrale
alla base della
macroelementi a da
M* e* a0 * [m/sec2]
parete
geometria nota
h1 [m]
N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 0,000 0,000 N.C.
CALCOLO DELLE PGA PER LA VERIFICA DELLO STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA
CIRCOLARE N. 617 DEL 02-02-2009 - ISTRUZIONI PER L'APPLICAZIONE DELLE NTC 14-01-2008
Flessione ag(SLV)
verticale di min(C8A.4.9;
fascia muraria C8A.4.10)
continua
0,131
PGA-SLV
Flessione
verticale di ag(SLV)
macroelementi min(C8A.4.9;
C8A.4.10)
a geometria
nota -
Effetti considerati
- Comportamento non lineare del materiale della muratura
- Comportamento a fessurazione del calcestruzzo
- Ridistribuzione plastica di forze orizzontali
- Torsione a causa di eccentricità esistente (distanza tra baricentro e centro di taglio)
- Torsione a causa di eccentricità casuale (imprecisione di costruzione e modello, distribuzione non
uniforme del carico di servizio)
Il fabbricato risulta più vulnerabile in direzione Y, come era lecito aspettarsi considerata la sua forma
allungata.
Nelle verifiche rispetto alle azioni sismiche il livello di sicurezza della costruzione è quantificato
attraverso il rapporto E tra l'azionesismica massima sopportabile dalla struttura e l’azione sismica
massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione. Nel caso in esame Emin = 0,626. La
verifica globale risulta essere più penalizzante rispetto alla verifica della singola parete svolta in
precedenza, per cui prima del verificarsi del meccanismo locale si ha la crisi globale della struttura per
raggiungimento dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita.
L’intervento di progetto per mette di soddisfare le prescrizioni del par. 8.4.2 “Interventi di
miglioramento” “…Per la combinazione sismica delle azioni, il valore di E può essere minore dell’unità.
A meno di specifiche situazioni relative aibeni culturali, per le costruzioni di classe III ad uso
scolastico e di classe IV il valore di E, a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere
comunque non minore di 0,6, mentre per le rimanenti costruzioni di classe III e per quelle di classe II il
valoredi E, sempre a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere incrementato di un valore
comunque non minore di 0,1…”
L 9,20 m
Non si tiene conto dei valori ridotti per instabilità laterale in quanto l’asta è stabilizzata dalla lamiera
grecata superiore, dai tiranti di piano e dalla putrella accoppiata saldata lungo le ali.
La resistenza può essere considerata pari a circa 120 kNm, valore compatibile con Msd.
Il calcolo effettuato può essere considerato a favore di sicurezza in quanto ipotizza un impatto istantaneo
di tutto il solaio di copertura con il massimo sovraccarico sulla putrella.
La configurazione adottata non è ricompresa tra quelle previste per il calcolo sismico, comunque anche
aggravando gli indici di sfruttamento di circa il 20% per tener conto degli effetti sismici si ottiene ancora
una verifica sostanziale dell’ancoraggio.
Nel seguito si riportano i valori di calcolo relativamente ai nuovi materiali. Per i materiali esistenti si
veda il successivo punto 6.3.
Corpo A
Acciaio inox per trefoli:
Acciaio inox AISI 316 conforme a EN 10088:
Nome E Peso specifico ftk
2
[N/mm ] [kN/m3] [N/mm2]
Inox AISI 316 200.000 79 1570
Acciaio per carpenteria metallica (capichiave a paletto di contrasto dei tiranti e putrelle della struttura
reticolare di piano)
Nome E G Peso specifico ftk fyk
2 2
[N/mm ] [N/mm ] [kN/m3] [N/mm2] [N/mm2]
S355 210.000 80.769 79 510 355
Muratura per nuovo muro ed eventuali ripristini(Riferimento D.M. 17.01.2018, par. 11.10)
Caratteristiche minime dei materiali impiegati per i ripristini delle murature oggetto di intervento ove
necessario.
Modulo di elasticità normale secante E: E = 1000*fk
Modulo di elasticità tangenziale secante G: G = 0.4*E
Parametri caratteristici:
fk: resistenza caratteristica a compressione della muratura;
fvk0: resistenza caratteristica a taglio in assenza di carichi verticali; fvk0 = 0.7 fvm;
fvk: resistenza caratteristica a taglio in presenza di tensioni di compressione;
fvk = fvk0 + 0.4σn;
Valore della fk per murature in elementi artificiali pieni e semipieni
Per la nuova muratura interna si useranno mattoni semipieni con fbk minimo 10 MPa e malta M10.
Corpo A: in alcuni archi della facciata sono presenti cedimenti puntuali in corrispondenza dell’imposta
degli archi, proprio sopra ai capitelli in pietra; tali cedimenti sono dovuti all’esiguo spessore della
muratura oltre ad assestamenti strutturali che hanno portato alla rottura di vari mattoni in cotto; alcuni
capitelli, usurati dal tempo e da eventi naturali, presentano distacchi ed erosioni. Per il resto la struttura si
mostra in un discreto stato di conservazione.
Corpo C: l’arco e le volte del piano terrasono gli elementi strutturali in cui si sono manifestati i
principali problemi strutturali, con evidenti lesioni di recente insorgenza.
Le lesioni sono ben visibili all’intradosso delle volte e dell’arco e sono principalmente imputabili
all’eccesso di carico che grava sulle strutture voltate, dovuto principalmente agli interventi degli anni ’20
per la sopraelevazione e all’aggiunta degli anni ’70 dei solai in laterocemento.
Sull’arco poi poggia un muro in mattoni pieni che prima del rifacimento della copertura andava a
sostenere la trave di colmo del vecchio tetto in legno, che presenta evidenti lesioni con andamento circa a
45° compatibili con il cedimento dell’arco sottostante e si dimostrerà in seguito nelle analisi di dettaglio
che il contrasto delle spinte è insufficiente.
Si vedano anche le foto precedentemente inserite per maggiore dettaglio.
Gli altri edifici del complesso si mostrano in buono stato di conservazione, per cui il progetto preliminare
approvato dalla Giunta Comunale ha individuato interventi strutturali solo per il Corpo A e il Corpo C.
Tale piano di manutenzione delle strutture, coordinato con quello generale della costruzione, costituisce
parte essenziale della progettazione strutturale. Viene corredato del manuale d’uso, del manuale di
manutenzione e del programma di manutenzione delle strutture.
Il Progettista strutturale
(ing. Luigi Freschi)
MODALITA’ DI CONTROLLO
Controllo visivo atto a riscontrare possibili anomali che precedano fenomeni di cedimenti
strutturali.
PERIODICITA’
Annuale.
PROBLEMI RISCONTRABILI
Insorgere di efflorescenze.
Formazione di fessurazioni o crepe.
Disgregazione del copriferro con evidenza barre di armatura
Corrosione delle armature.
Movimenti relativi fra i giunti.
POSSIBILI CAUSE
Alternanza di penetrazione e di ritiro dell’acqua.
MODALITA’ DI CONTROLLO
Controllo visivo atto a riscontrare possibili anomali che precedano fenomeni di cedimenti
strutturali.
PERIODICITA’
Annuale.
PROBLEMI RISCONTRABILI
Possibili distacchi fra i vari componenti.
Perdita della capacità portante.
Rottura dei punti di saldatura.
Cedimento delle giunzioni bullonate.
Fenomeni di corrosione.
Perdita della protezione ignifuga.
POSSIBILI CAUSE
Anomali incrementi dei carichi da sopportare.
Fenomeni atmosferici.
Incendi.
MODALITA’ DI CONTROLLO
Controllo visivo atto a riscontrare possibili anomali che precedano fenomeni di cedimenti
strutturali.
PERIODICITA’
Annuale.
PROBLEMI RISCONTRABILI
Formazione di fessurazioni o crepe.
Corrosione delle armature.
Disgregazione del copriferro con evidenza barre di armatura
POSSIBILI CAUSE
Alternanza di penetrazione e di ritiro dell’acqua.
Per determinare le caratteristiche geo-morfologiche del sito sono state effettuate indagini geologiche. La
categoria di sottosuolo è risultata essere la B (NTC 18), corrispondente a un coefficiente di amplificazione
stratigrafica Ss = 1,20, mentre la categoria topografica è rappresentata dalla categoria T1 (terreno
pianeggiante), corrispondente a un coefficiente di amplificazione topografica St = 1,00. Non vi sono in
atto movimenti franosi né le fondazioni denotano segni di dissesto ad essi riconducibili. La stratigrafia
risultante delle indagini geologiche è la seguente:
Si è proceduto al rilievo materico e dei dettagli costruttivi dei due fabbricati, in particolare per il corpo C,
spesso avvalendosi della dettagliata relazione di vulnerabilità sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti oltre
che delle informazioni da lui assunte personalmente, grazie alla sua esperienza quarantennale, avendone
lui seguito in questo lasso di tempo buona parte di tutte le trasformazioni intervenute sul complesso
storico.
Le tipologie murarie sono ben individuabili e con riferimento alla tabella C8.5.1 della Circolare di
applicazione delle NTC 18 si individuano le seguenti tipologie.
Qualtà
fm o fVo Em G W Iniezione
Malta Ricorsi o ammorsatur D
Diatono
di miscele
a
Buona listature a tra i esistente
e
M
Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa KN
N/mc leganti
blocchi
3,5 0,09
90 0,2 1500 500 1
18 NO NO Media NO NO
Corpo C: il fabbricato presenta i piani interrato e terra di costruzione più antica (prima dell’anno 1000) e
un piano primo frutto di sopraelevazione più recente risalente al secolo scorso.
Ne segue che la muratura del piano terra può essere ascrivibile alla tipologia “Muratura a conci sbozzati
con paramenti di spessore disomogeneo”. E’ presente un foro nella muratura esterna verso il cortile
esterno che ha permesso di indagarla visivamente fino a una profondità di circa 40/50 cm senza rilevare
discontinuità e constatando una malta ben compatta.
Qualtà
fm o fVo Em G W Iniezione
Malta Ricorsi o ammorsatur Diatono
di miscele
Buona listature a tra i esistente
Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa KN/mc leganti
blocchi
Qualtà
fm o fVo Em G W Iniezione
Malta Ricorsi o ammorsatur Diatono
di miscele
Buona listature a tra i esistente
Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa KN/mc leganti
blocchi
Sono poi presenti opere in calcestruzzo armato risalenti alla fine degli anni ’70 (solaio laterocemento di
copertura del piano primo e copertura). Sono state effettuate varie prove sclerometriche riscontrando valori
di Rck superiori a 20 MPa. Le caratteristiche meccaniche che ne derivano sono le seguenti:
L’acciaio in tondini impiegato, considerata l’epoca, può essere considerato di categoria FeB38k, con le
seguenti caratteristiche meccaniche: