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Piazza Santa Chiara n.

1 - 29022 Bobbio (Pc)

Geom. Daniele Davico


0.INDICE DEGLI ELABORATI
1. DOCUMENTI DI SINTESI
1.1 Sintesi del percorso progettuale
1.2 Condizioni d'uso e livelli di sicurezza della costruzione
2. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE
2.1 Premessa
2.2 ES Analisi storico-critica ed esito del rilievo geometrico – strutturale
2.2.1 ES analisi storico – critica
2.2.2 ES esito del rilievo geometrico – strutturale
2.3 Descrizione generale dell'opera e criteri generali di progettazione, analisi e verifica
2.4 Quadro normativo di riferimento adottato
2.4.1 Norme di riferimento cogenti
2.4.2 Altre norme e documenti tecnici integrativi
2.5 ES Livelli di conoscenza e fattori di conoscenza
2.6 Azioni di progetto sulla costruzione
2.7 Modello/i numerico/i
2.7.1 Metodologia di modellazione ed analisi
2.7.2 Informazioni sul codice di calcolo
2.7.3 Modellazione della geometria e delle proprietà meccaniche
2.7.4 Modellazione dei vincoli interni ed esterni
2.7.5 Modellazione delle azioni
2.7.6 Combinazioni e/o percorsi di carico
2.8 Principali risultati
2.8.1 Risultati dell'analisi modale
2.8.2 Deformate e sollecitazioni per condizioni di carico
2.8.3 Inviluppo delle sollecitazioni maggiormente significative
2.8.4 Reazioni vincolari
2.8.5 Altri risultati significativi
2.9 Giudizio motivato di accettabilità dei risultati
2.10 Verifiche agli stati limite ultimi
2.11 Verifiche agli stati limite di esercizio
3. RELAZIONE SUI MATERIALI
3.1 Elenco dei materiali impiegati e loro modalità di posa in opera
3.2 Valori di calcolo
4. ELABORATI GRAFICI ESECUTIVI E PARTICOLARI COSTRUTTIVI
4.1 ES Rilievo geometrico-strutturale
4.2 ES Documentazione fotografica
4.3 ES Quadro fessurativo e/o di degrado
4.4 Elaborati grafici generali
4.5 Particolari costruttivi
5. PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL'OPERA
6. RELAZIONE SUI RISULTATI SPERIMENTALI – INDAGINI SPECIALISTICHE
6.1 Relazione geologica: indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del sito
6.2 Relazione geotecnica: indagini, caratterizzazione e modellazione del volume significativo di
terreno
6.3 ES Relazione sulla caratterizzazione meccanica dei materiali

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INTRODUZIONE
Oggetto della presente relazione di calcolo strutturale sono i locali del complesso edilizio che ospita la
scuola secondaria di I grado “Vittorino da Feltre”.
La scuola, che si affaccia su piazza S.Colombano, è ubicata nel centro storico del capoluogo.
I locali scolastici sono ricavati nel complesso degli edifici della antica abbazia di S. Colombano,
sottoposto al vincolo dei Beni Culturali per la sua importanza.

Figura 1- Ortofoto del centro storico di Bobbio con individuazione dell’area interessata dalla scuola.

Di proprietà del Comune di Bobbio, la scuola è censita al Catasto Fabbricati di Bobbio al foglio 57,
mappale 222.
Le coordinate geografiche della scuola sono:
- latitudine: 44,767522 N
- longitudine: 9,385517 E

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Estratto di mappa catastale – Foglio 57 del Comune di Bobbio

La scuola media utilizza numerosi locali dislocati in diversi corpi di fabbrica tra loro interconnessi. Gli
edifici in questione sono stati edificati in epoche differenti e risultano molto dissimili tra loro;
differiscono, infatti, per tipologie costruttive, tipologie strutturali e per tipi di materiale impiegato.
Sono diverse anche le destinazioni d'uso dei locali (scuola, musei, servizi) che si intersecano nei vari
livelli utilizzati.
Oggetto della presente relazione sono gli interventi strutturali progettati per il miglioramento statico e
sismico di due corpi di fabbrica, più precisamente:
 Corpo A: interventi di tipo locale consistenti nel consolidamento delle porzioni murarie sopra i
capitelli delle colonne in corrispondenza del porticato su Piazza Santa Fara;
 Corpo C: intervento di consolidamento statico (volte del piano terra) e miglioramento sismico
dell’unità strutturale.
Per la redazione del progetto si è seguito il progetto preliminare per “Lavori di miglioramento statico e
sismico con sistemazione copertura e opere accessorie per contenimento energetico e fruibilità edificio
scuola secondaria di 1° grado Vittorino da Feltre – Bobbio” redatto in data 29 maggio 2018 dall’Ufficio
Tecnico Comunale e approvato con Delibera della Giunta Comunale n° 54 del 01 giugno 2018.
Sotto l’aspetto strutturale il progetto preliminare è stato redatto seguendo la relazione di vulnerabilità
sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti di Bobbio.

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1. DOCUMENTI DI SINTESI
1.1 Sintesi del percorso progettuale

Il presente progetto è finalizzato all’esecuzione di opere di miglioramento sismico e consolidamento


statico relativamente ai Corpi A e C del complesso edilizio che ospita la scuola secondaria di I grado
“Vittorino da Feltre”.
Il progetto si articola in tre fasi.
FASE CONOSCITIVA
L’edificio oggetto di intervento è stato innanzitutto rilevato ed analizzato dal punto di vista geometrico e
strutturale attraverso lo studio della documentazione tecnica resa disponibile dall’Amministrazione.
- Relazione di vulnerabilità sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti;
- Indagine geologico - sismica a cura del Dott. Nicola Cavanna;
- Rilievo architettonico e strutturale svolti dall’ing. Aldo Galleti.
E’ stato svolto infine un accurato RILIEVO GEOMETRICO E STRUTTURALE dell’edificio per la
determinazione delle caratteristiche costruttive.
FASE DIAGNOSTICA
I dati raccolti nella fase conoscitiva sono stati restituiti graficamente ed utilizzati per la costruzione di
modelli di calcolo sia globali che locali degli edifici oggetto di intervento il più possibile aderenti alla
realtà, sia in termini geometrici, sia in termini di comportamento degli elementi coinvolti.
Lo stato di fatto è stato sottoposto ad un’analisi delle criticità strutturali presenti attraverso lo studio delle
caratteristiche generali del manufatto, in termini di rilievo dei dissesti (e di elementi di debolezza di
concezione dell’edificio.
Segue l’analisidello stato di fatto, al fine di determinare anche numericamente i livelli di vulnerabilità di
partenza, per indirizzare gli interventi di progetto.
FASE DI PROGETTO
Individuazione degli interventi di consolidamento necessari, con l’analisi dello stato di progetto,
finalizzata alla verifica degli elementi strutturali e alla valutazione della sicurezza post intervento.

1.2 Condizioni d'uso e livelli di sicurezza della costruzione

L’edificio è utilizzato come scuola e come museo. In particolare il corpo A (verso Piazza santa Fara)
ospita un museo, mentre il corpo C (ex refettorio) ospita i laboratori della scuola. Gli edifici si mostrano
piuttosto rimaneggiati soprattutto nei decenni scorsi, in particolare per la sistematica messa in opera di
pesanti coperture in laterocemento al posto delle coperture in legno, com’era prassi all’epoca

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nell’illusoria convinzione di migliorare il comportamento strutturale degli edifici storici. Lo stato di
conservazione è discreto, ma le relazioni di vulnerabilità sismica e statica evidenziano problematicità
relative alla statica degli edifici, evidenziate e confermate dai quadri fessurativi riscontrati. Ne segue
pertanto la necessità di intervenire per eliminare le situazioni più critiche.

2. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE


2.1 Premessa

E’ stato redatto un completo rilievo del complesso da utilizzarsi come base per l’intero progetto. Il
progetto è stato redatto sulla base del progetto preliminare redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune di
Bobbio, a sua volta redatto, per quanto riguarda gli interventi strutturali, sulla base della relazione sulla
vulnerabilità sismica prodotta dall’ing. Aldo Galleti di Bobbio.
Sempre nella relazione citata sono riportate ampie informazioni storico-critiche, frutto delle ricerche
dell’ing. Galleti, che avendo seguito gli interventi sul complesso dagli anni ’70 ad oggi ne può essere
considerato la “memoria storica”.

2.2 ES Analisi storico-critica ed esito del rilievo geometrico – strutturale

2.2.1 ES analisi storico – critica

Nel corso dell'anno 612 a Bobbio arriva Colombano, monaco irlandese, che ha avuto in donazione dal re
longobardo Agilulfo una vasta zona di territorio nell'alta valle della Trebbia. A Bobbio accanto ai ruderi
di una chiesuola costruisce il primo elemento del monastero (parte a nord del corpo F).
Numerosi corpi sono aggiunti e rimaneggiati nei secoli. Gli interventi più consistenti nei riguardi
strutturali risultano i seguenti in relazione alle parti utilizzate dalle scuole medie, secondo informazioni
raccolte dallo studio del prof. ing. H. Balducci (Pavia, 1936), dalle ricerche del prof. dr. M. Tosi
(Bobbio, 1983) e dalla pubblicazione di G. Fiori, B. Graviani e A. Guasconi (Piacenza, 1986).
Anni 600-980:
 secoli VII-IX: costruzione del refettorio con le cucine al P.T. e magazzino al piano sotterraneo
(corpo C);
 secoli VII-VIII: costruzione della parte nord del corpo F (primo scriptorium);
 secoli IX-X: costruzione di parte del P.T del corpo A (lato nord-ovest) e del corpo F (parte del lato
sud-est, abitazioni per monaci).
Anni 980-1600:
 demolizione della parete realizzata del corpo A e ricostruzione del corpo A (dal 1540, per dormitorio
dei monaci, sopraelevata dal 1570);

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 costruzione del porticato e della veranda (corpo D, intorno al 1300);
 costruzione del corpo H (dal 1570, andito e corridoio);
 ristrutturazione e sopraelevazione del corpo F (locali per scriptorium e biblioteca).
Anni 1600-1800:
 costruzione del corpo G (scalone, dal 1723);
 costruzione del corpo E (locali biblioteca, nel Settecento);
 ristrutturazioni al 1° P del corpo F (abitazione dell'abate).
Anni 1800-2000:
 opere interne di ristrutturazione su tutti gli edifici dopo la soppressione del monastero nel 1804
con la laicizzazione dei beni da parte dell'Impero Francese (dall'anno di Termidoro X) e quindi
del Regno di Sardegna, per destinarli a tribunale, a caserma e a carceri (dal 1820);
 opere interne di divisione tra parrocchia di S.Colombano e Comune di Bobbio nel corpo A con
destinazione del 1° piano a Scuola Normale e poi a Istituto Magistrale Statale (dal 1860);
 costruzione del corpo B (scale), sopraelevazione del corpo C per Scuola Media Statale, con
destinazione del Piano terra a palestra per le Medie e a locali di servizio per il Comune
(falegnameria e depositi), a partire dal 1927;
 ampliamento verso sud del corpo F su due piani (intorno al 1925)
 opere interne di ristrutturazione nel corpo F per destinazione a Scuola Elementare Statale e poi a
Istituto Professionale Statale (1978);
 realizzazione del Museo della Città (parte dei corpi B, C, E, F, nel 1998).
2010: spostamento delle aule della Scuola Media dal corpo A (1° P.) al corpo F;
2014: interventi interni diversi di ristrutturazione per scuola media;
2015: apertura del Museo Arte Moderna al 1° piano del corpo A, con demolizione di murature di
pietrame in elevazione di separazione tra le proprietà della Parrocchia e del Comune.

2.2.2 ES esito del rilievo geometrico – strutturale


Essendo il complesso edilizio decisamente articolato, si ritiene opportuno suddividere i vari corpi di
fabbrica, ognuno corrispondente a una unità strutturale, secondo una schematizzazione che riprende la
nomenclatura utilizzata nella relazione sulla vulnerabilità sismica dell’agglomerato edilizio di S.
Colombano redatta dall’ing. Aldo Galleti, al fine di mantenere una corrispondenza tra i vari documenti e
le varie descrizioni sull’argomento.
Il gruppo di edifici, quindi, viene diviso in una serie di corpi che presentano analoghi caratteri costruttivi
e la stessa epoca di realizzazione o di ristrutturazione e quindi riconducibili a un’unica unità strutturale.

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La suddivisione, inizialmente pensata per una più precisa analisi dal punto di vista statico e sismico,
torna utile anche nella descrizione storica e tecnica dei locali.
Schematicamente, i corpi di fabbrica della scuola sono divisi secondo la pianta che segue.

Planimetrie del complesso con evidenziata l’area destinata alla scuola secondaria di I grado – Piano Primo

Planimetrie del complesso con evidenziata l’area destinata alla scuola secondaria di I grado – Piano Terra

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Schema dei vari corpi di fabbrica che costituiscono il complesso scolastico.

UNITA’ STRUTTURALI DELL’AGGLOMERATO EDILIZIO

Esaminando la distribuzione dei diversi corpi di fabbrica sopra descritti si verifica che possono essere
identificate differenti Unità Strutturali (US) sottoposte ad azioni sismiche praticamente indipendenti,
tenendo in considerazione le NTC (cap.8), la Circolare Applicativa (punto C8A.3 e 4) e le Linee Guida
per i Beni Culturali, essendo l’intero complesso abbaziale un immobile tutelato.
Per la definizione delle US sono tenuti presenti i seguenti fattori:
a- le epoche di realizzazione dei corpi di fabbrica e l’omogeneità dei materiali presenti, quindi dotati di
analoghi caratteri di resistenza;
b- l’unitarietà del comportamento strutturale nei confronti dei carichi verticali e orizzontali;
c- le interazioni presenti dovute ai collegamenti murari, verificandone la scarsa influenza per le ridotte
dimensioni fisiche degli stessi (caso del corpo scale B nei riguardi del corpi A e C);
d- l’entità delle masse dei corpi di collegamento, relativamente molto minore rispetto a quella dell’unità
sotto studio (caso del corpo scale G nei riguardi dei corpi H ed F);
e- della eventuale presenza di masse significative dei corpi di collegamento viene tenuto con-to
mediante l’applicazione di carichi dovuti alle masse stesse sui setti murari resistenti interessati delle US
sotto esame;

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Sotto le ipotesi sopra indicate, sono determinate le seguenti US:

US1- corpo A, prospettante a est su piazza S.Fara e a ovest e a sud su chiostro e cavedio interni.

US1 – Corpo A: piano terreno

US1 – Corpo A: 1° piano. I locali con velatura più rossa sono occupati dalla scuola media.

Tale unità risulta collegata:


- all’estremo nord al corpo H: di questo collegamento si tiene conto delle masse poste in a-diacenza fino
alla sezione ortogonale del corpo H di minimo valore;
- al centro della sua pianta, al corpo B (scale) e al corpo D (porticato con veranda). Data la massa assai
ridotta di questi due corpi rispetto a quella molto maggiore del corpo A, si può ipotizzare che la azione
orizzontale trasmessa assuma valori non rilevanti per il corpo A e quindi sono trascurati.
I vani sopra identificati sono utilizzati attualmente da un numero molto ridotto di persone (1 o 2) e in
misura molto poco frequente.

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Viene comunque effettuata la verifica della US sia quella strutturale, con particolare riguardo al porticato
di PT verso est, che dimostra una vulnerabilità molto elevata, rispetto ai meccanismi locali interessanti la
scuola.
Le foto seguenti evidenziano le discontinuità murarie all’interfaccia tra il corpo A e il corpo H lato
chiostro.

US2- corpo C, avente 3 livelli (uno interrato). Il 1° P è destinato ad aule e servizi. Vede la presenza in
adiacenza:
- del corpo B (scale) verso est, di trascurabile interesse per dimensioni e masse presenti,

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US2 – Piano terreno, destinato a museo

US2 – 1° piano, occupato dalle scuole medie con aule speciali

- della veranda del corpo D, di scarso peso e di interazione ridotta, la cui presenza sarà messa in conto
nel modello globale del corpo C come massa aggiunta;
- del corpo E (uffici), di epoca diversa, delle cui interazioni si tiene conto considerando le sue zone di
influenza verso il corpo C.
US3- corpo F, aule e servizi, su due piani.
Anche in questo caso il corpo F può essere definito come US separata, date le minime dimensioni fisiche
dei collegamenti con il corpo G (scalone), con il corpo D (portico e veranda) e con il corpo E (uffici);
nelle foto seguenti è evidente la discontinuità muraria tra il corpo F e il corpo H lato chiostro.

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US3 – Piano terreno: la velatura più intensaUS3 – 1° piano: tutta la superficie è occupata
indica i vani della scuola media dalla scuola media

US4- corpo G, scalone settecentesco.


I deboli collegamenti con il corpo F e con il corpo H possono essere trascurati, dato il loro basso valore
dovuto alle minime dimensioni dei setti murari di unione; nelle foto seguenti è evidente la discontinuità
muraria tra il corpo G e il corpo F vista dal cortile esterno.

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US4 – Piano terreno US4 – Primo piano
Questa unità è il collegamento verticale tra i piani della scuola media
US5- corpo H, destinato a passaggio pubblico al PT e a locali scolastici di servizio al 1° P. Il piano
terreno è utilizzato come passaggio pubblico, mentre il primo piano è in uso alla scuola media per uso
saltuario.

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Nel seguito si riporteranno glie esiti del rilievo geometrico – strutturale relativamente ai corpi A e C,
oggetto della presente relazione di calcolo.

CORPO A

Vista del prospetto su Piazza Santa Fara

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Dettaglio delle murature oggetto di intervento

Il corpo A è un fabbricato stretto e lungo che prospetta a est su Piazza S. Fara e a ovest sul chiostro
interno.
Al piano terra, a una quota rialzata rispetto a quella della piazza, troviamo il porticato scandito da una
sequenza di campate con volte a crociera impostate sul muro di fabbrica da un lato e su colonne in pietra
dall’altro; le colonne, a loro volta, poggiano su un parapetto in muratura. All’imposta degli archi del
porticato sono posizionate delle catene in ferro battuto in direzione trasversale al passaggio coperto di
dimensioni 12/22 x 68/82 risalenti all’anno 1540. In questi spazi al piano terra è stato allestito il Museo
dell’Abbazia di Bobbio.
Una seconda scalinata si trova in posizione diametralmente opposta rispetto alla facciata e anch’essa
collega piazza S. Fara al piano dell’edificio attraversando il giardino recintato dell’abbazia. In prossimità
di questa ultima scalinata si trova l’accesso al Museo Mazzolini che è stato allestito al piano superiore
del fabbricato.
Per quanto concerne il porticato, in alcuni archi della facciata sono presenti cedimenti puntuali in
corrispondenza dell’imposta degli archi, proprio sopra ai capitelli in pietra; tali cedimenti sono dovuti
all’esiguo spessore della muratura oltre ad assestamenti strutturali che hanno portato alla rottura di vari
mattoni in cotto; alcuni capitelli, usurati dal tempo e da eventi naturali, presentano distacchi ed erosioni.

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Al piano superiore, si accede mediante una scala sita a sud del porticato (ingresso principale) e una scala
secondaria sita a nord utilizzata come uscita di emergenza. A questo livello si trovano due file di stanze
voltate, una posta a est e una posta a ovest, che si aprono su un corridoio centrale scandito da campate
con volte a crociera.
La suddivisione interna dei locali al piano primo, non coincide con la suddivisione dei locali al piano
terra e questo comporta che i carichi principali della struttura muraria non scaricano sui muri portanti, ma
sulle volte sottostanti.
Nella sezione trasversale del corpo A di seguito riportata, si evince la presenza di una muratura portante
costruita in falso sulle volte del Piano Terra.

Sezione trasversale del corpo A

Avendo la scuola necessità di spazi per lo svolgimento delle varie attività, attualmente vengono utilizzati
due vani del corpo A come stanze di servizio per la scuola.
La stanza dei bidelli presente al primo piano del corpo A, di forma pressoché quadrata e con copertura a
volta, si trova a una quota superiore rispetto a quella del primo piano della scuola media (corpo D) ed è
raggiungibile mediante una scala interna.
L’archivio con relativo vano di accesso, invece, è più a nord ed è raggiungibile percorrendo il primo
piano del lungo corpo H al quale si arriva salendo dallo scalone principale (corpo G).
La quota del primo piano del corpo A è uguale a quello del primo piano del corpo H, ma entrambe sono
maggiori della quota del primo piano del corpo D.
La muratura del fabbricato è in pietrame con malta di calce, mentre la muratura sopra i capitelli del
porticato è realizzata con mattoni pieni e malta di calce.

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CORPO C

Vista prospetto lato cortile esterno Vista prospetto lato chiostro

Il corpo C si sviluppa su tre piani ed è stato edificato in epoche differenti.


Il piano interrato e il piano terra risalgono ad un periodo compreso tra i secoli VII e IX mentre il piano
primo è frutto di una sopraelevazione per la realizzazione della scuola Media statale a partire dal 1927
che ha visto anche un cambio di destinazione d’uso dei vecchi locali.
Il piano interrato, nato originariamente come magazzino, ha una pianta rettangolare e una spessa
muratura in pietra con muri leggermente a scarpa che dall’imposta della volta si allargano man mano che
scendono alla quota del pavimento
La copertura presenta una discontinuità muraria. Essa, infatti, è costituita da due volte a botte contigue
che differiscono in chiave per circa 22 cm di altezza.
Entrambe le volte sono realizzate con mattoni in cotto messi a coltello che corrono in direzione della
lunghezza della stanza. È presente una bocca di lupo che si apre nel cortile a ovest.

Volte del piano interrato

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Una seconda nicchia tamponata è posizionata a soffitto nella porzione di volta più a nord e
probabilmente indica la presenza di una antica apertura, oggi chiusa, da cui probabilmente venivano
calati i materiali da stoccare nel magazzino.
Attualmente questo ampio locale interrato è destinato a sala espositiva.
Il piano è servito da vari collegamenti verticali: dalla scala del Corpo B che costituisce anche l’ingresso
del percorso museale, dall’ascensore che collega il piano interrato al cortiletto interno compreso tra il
corpo A e il corpo C e, infine, da una seconda scala a L che funge da uscita di sicurezza e che conduce al
cortile esterno sito a ovest del Corpo C. Quest’ultima scala serve anche l’ampia centrale termica
realizzata sotto al cortile esterno.
Il piano terra, nato come refettorio con le cucine, si trova a una quota leggermente ribassata rispetto a
quella del chiostro. Sono presenti due stanze contigue.

Piano terra Tirante a vista piano terra

Capochiave del tirante PT zona cucine verso cortile


esterno
Capochiave del tirante PT zona cucine verso corpo A

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La prima stanza ha una pianta rettangolare ed è suddivisa in due campate voltate a crociera mediante un
arco centrale con tirante.
Questo ambiente, come già anticipato, è nato come refettorio nei secoli VII-IX, intorno al 1927 fu
adibito a palestra dell’Istituto scolastico e successivamente, intorno al 1998, divenne sede del Museo
della Città.
L’arco che divide questa prima stanza è l’elemento in cui si sono manifestati i principali problemi
strutturali con lesioni evidenti. Le lesioni, come ben evidenziato dalle foto seguenti, sono di recente
insorgenza. È presente una catena in ferro forgiato con capichiavi visibili sui muri esterni del fabbricato.
Dall’analisi della muratura attorno al paletto del tirante sul prospetto ovest, si nota un rimaneggiamento
dell’apparato murario a testimonianza di interventi pregressi sulla catena in questione. Probabilmente è
stata ritesata per contrastare la spinta dell’arco e lo spanciamento della muratura.
Le lesioni sono ben visibili all’intradosso delle volte e dell’arco e sono principalmente imputabili
all’eccesso di carico che grava sulle strutture voltate, dovuto principalmente agli interventi degli anni ’20
per la sopraelevazione e all’aggiunta degli anni ’70 dei solai in laterocemento. E’ infatti probabile che a
causa del rilassamento plastico a cui sono soggette le strutture in calcestruzzo, associato alla loro
notevole luce (oltre 9,00 m) le travi 30x65 cm di sostegno del solaio di copertura del 1° piano poggino in
parte sulle murature divisorie tra le aule andando a gravare poi sulle volte.
Sull’arco poi poggia un muro in mattoni pieni che prima del rifacimento della copertura andava a
sostenere la trave di colmo del vecchio tetto in legno.
Le lesioni riscontrate sono compatibili con lo spanciamento dell’arco e si dimostrerà in seguito nelle
analisi di dettaglio che il contrasto delle spinte fornito dal tirante e dal paletto è insufficiente.
Nel seguito uno schema assonometrico del fabbricato e un rilievo schematico del quadro fessurativo (da
relazione ing. Galleti). Ulteriori informazioni sono reperibili nella tavola del rilievo geometrico
strutturale.

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Nelle foto seguenti sono visibili le lesioni sulle volte nel 2017. Si nota la riapertura delle lesioni nella
volta, già risarcita e tinteggiata nel 1998 e il cedimento della catena all’imposta orientale (circa 1 mm).

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Arco piano terra, prima dell’allestimeento del Museo
o della Città. N
Non sono visiibili lesioni.

Scuuola Secondarria 1° Grado “Vittorino


“ da Feltre”
F - Bobbbio – Verifiche strutturali pag. 22
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Arco piano terra, foto agoosto 2020. Son
no ben visibili le lesioni.

Caapochiave dell tirante dell’aarco PT verso corpo A


Capochiave del
d tirante delll’arco PT versso cortile inteerno. Visibile una
u
zona dii muratura rim
maneggiata

Unn’altra evideenza dello stato


s di soffferenza dellle pareti in prossimità
p d
dell’arco è ll’apertura di
d una lesionne
in prossimità della scala di accesso all’interratto in occasione degli eventi sismici dell’aprille 2020 (fotto
segguente).

Scuuola Secondarria 1° Grado “Vittorino


“ da Feltre”
F - Bobbbio – Verifiche strutturali pag. 23
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La seconda stanza del piano terra, alla quale si accede attraversando una porta di collegamento con l’ex
refettorio, ha una pianta quadrata con volta a crociera ed era destinata, con molta probabilità, alle cucine.
Attualmente i due locali al piano terra, ai quali si accede dal chiostro, ospitano il Museo Multimediale
della città di Bobbio e di S. Colombano.
Gli ambienti del piano interrato e del piano terra, presentano gravi problemi di umidità e di infiltrazioni
di acqua piovana che si acuiscono notevolmente durante i periodi di intense piogge.
Il piano primo del corpo C, invece, è di recente costruzione ed è stato realizzato intorno all’anno 1927
quando l'intero edificio viene sopraelevato di un piano per ricavarne delle nuove aule scolastiche e dei
servizi igienici.
Lungo il perimetro vi sono setti murari di pietrame spessi circa 55/60 cm; nel centro del corpo di
fabbrica, al di sopra dell’arco aggettante del piano terra, si eleva un setto murario di mattoni pieni che
sosteneva le vecchie travi di colmo del tetto. Questo setto presenta evidenti lesioni con andamento circa
a 45° compatibili con il cedimento dell’arco sottostante.

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Le pareti divisorie delle aule sono di nuova costruzione e sono realizzate con mattoni pieni di spessore
pari a 12 cm.
Le aule attualmente presenti al piano primo sono 4 e sono adibite a laboratorio. Essendo la quota del
piano delle aule maggiore rispetto alla quota del corpo D, a questo piano si accede salendo una rampa di
scale.
Nel corridoio è presente un controsoffitto in cartongesso, che ha una altezza minore rispetto a quello
delle aule così come indicato nelle tavole allegate.
Nel 1976 il Genio Civile si è occupato della ristrutturazione delle strutture di copertura. In
quell’occasione la struttura del tetto di legno è stata sostituita con una copertura di laterocemento e
cemento armato, costituita da una capriata continua formata da solai prefabbricati RDB di travetti 9/12
con pignatte da cm 12, sostenuti da cordoli di cemento armato di colmo e di imposta con tiranti di
acciaio per l’eliminazione della spinta.
La struttura del solaio del 1° piano, invece, è realizzata con travi di cemento armato di dimensioni 40x65
cm che corrono trasversalmente al corpo di fabbrica fungendo anche da tiranti per la capriata del tetto e
da un solaio semiprefabbricato RDB con travetti 9/12 e pignatte da 12 cm di altezza, così come meglio
esplicitato negli schemi di seguito riportati tratti dalla relazione dell’ing. Galleti.
L’intervento, in linea con le modalità operative dell’epoca di realizzazione, oggi è ritenuto inaccettabile
sia sotto l’aspetto conservativo del bene sia sotto quello più prettamente strutturale in quanto introduce

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eleementi con masse e rigidezze
r trroppo elevaate difficilm
mente comppatibili con gli elemen
nti strutturaali
stoorici. Ha coomunque avvuto l’effettoo benefico di
d sgravare l’arco del piano
p terra dal peso deella coperturra
in quanto la copertura
c mento è una capriata co
inn laterocem on spinta elliminata daii tiranti infferiori e dallle
traavi in c.a. Il manto di coopertura è rimasto
r di coppi di laterizio antichhi.

(dda Galleti, citt.)

(dda Galleti, citt.)

Scuuola Secondarria 1° Grado “Vittorino


“ da Feltre”
F - Bobbbio – Verifiche strutturali pag. 26
2 di 94
(da Galleti, cit.)

(da Galleti, cit.)

Vista del sottotetto, sono visibili un tirante, una trave in c.a. di sostegno del solaio e l’imposta dei travetti della copertura
in laterocemento sul cordolo laterale

Dal punto di vista della salubrità dei locali, invece, sono presenti fenomeni di umidità e di infiltrazione
d’acqua dovuti al diretto contatto della muratura con la terra da un lato e dall’assenza di una adeguata

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protezione dalle acque meteoriche della scala di accesso al locale interrato dall’altra che provoca
allagamenti al piano.

2.3 Descrizione generale dell'opera e criteri generali di progettazione, analisi e


verifica

Trattandosi di bene vincolato, si farà riferimento, nell’ambito del quadro normativo definito dalle NTC
18 e relativa circolare esplicativa e alle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale.
In particolare, con riferimento alle Linee guida citate, i livelli di valutazione saranno:
 Corpo A: LV2 (riparazione o intervento locale) in quanto trattasi di interventi su zone limitate del
manufatto e che non vanno ad alterare in modo significativo il comportamento strutturale accertato
e per la cui valutazione si seguiranno metodi di analisi locale.
 Corpo C: LV3 (miglioramento sismico) trattandosi di interventi diffusi che comunque non vanno
ad alterare in modo significativo il comportamento strutturale accertato. Gli interventi di progetto
sono volti a ridurre le masse non strutturali e a conferire un miglior comportamento scatolare al
manufatto, per cui la valutazione dello stato di progetto verrà effettuata anche con un modello
globale.

Non sono previsti interventi in fondazione in quanto non si rilevano dissesti ad esse attribuibili ed
essendo il territorio pianeggiante non vi sono condizioni morfologiche sfavorevoli. Sono esclusi
fenomeni di liquefazione, così come rilevato dalle indagini geologiche condotte dal dott. Cavanna.
Gli interventi sono progettati per rispettare le Linee Guida citate, con particolare riferimento a:
Estensione: Corpo A: interventi limitati ad alcuni elementi (intervento locale);
Corpo C: interventi estesi a tutta la struttura (miglioramento sismico) senza modifiche di rilievo alle
strutture storiche.
Comportamento statico (e dinamico) accertato e conseguito: gli interventi che non modificano l’attuale
comportamento statico;
Invasività e reversibilità: gli interventi proposti integrano gli elementi resistenti e condizionano le
sollecitazioni senza trasformare in modo permanente la struttura originale. In particolare:
Corpo A: i trefoli metallici saranno nascosti nei giunti di malta;
Corpo C: la nuova struttura metallica si ancorerà direttamente al cordolo esistente in calcestruzzo e sarà
completamente reversibile; la demolizione del solaio esistente avverrà senza particolari traumi per la
struttura storica in quanto sono in appoggio solo sulle travi in calcestruzzo armato trasversali e sulle

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murature laterali sulle quali sono in semplice appoggio e potranno essere sfilati senza demolizioni
significative.
Integrità architettonica: gli interventi conservano non solo la qualità materico costruttiva del manufatto,
ma anche la tipologia ed il suo aspetto.
Durabilità e compatibilità materiale: Intervento durabile nel tempo, anche in rapporto alle caratteristiche
chimico fisiche della materia storica. In particolare:
Corpo A: i trefoli metallici saranno in acciaio inox;
Corpo C: le nuove strutture metalliche interne saranno protette con antiruggine, mentre quelle esterne
della tettoia saranno in acciaio zincato verniciato a polveri.
L’intervento è stato essere valutato anche in ragione del suo costo, rapportandolo all’entità delbeneficio
da esso prodotto ed all’effettiva necessità.

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Corpo A – Progetto
La muratura sopra i capitelli sostiene le volte e le strutture murarie del piano primo e a causa della sua
snellezza risulta non verificata ai carichi statici. La situazione di sofferenza si è resa evidente in
occasione di scosse sismiche dei decenni scorsi con conseguente apertura di lesioni nella muratura in
corrispondenza di due colonne che per l’occasione fu poi demolita e ricostruita.
Si rende quindi necessario un intervento (secondo le NTC 18 inquadrabile come “Interventi locali”) che
preveda preliminarmente, previa puntellazione degli archi, la rimozione dei mattoni in cotto rotti e la
loro sostituzione con altri di uguali dimensioni e colore con utilizzo di malta di calce e successivamente
la cerchiatura mediante l’impiego di trefoli circonferenziali 4 mm in acciaio inox collocatidirettamente
nel giunto di malta, preventivamente scarnito per una profondità di circa 15mm, che, attraverso una
pretensione iniziale, premettono di realizzare un efficace effetto di confinamento, senza peròdeterminare
modificazioni evidenti nella struttura interessata permettendo anche una ristilatura che celi l’intervento
effettuato.
L’intervento di progetto è da intendersi come una messa in sicurezza di elementi molto vulnerabili sotto
l’aspetto statico ed è classificabile ai sensi delle NTC 18 come “Interventi locali” in quanto riguardano
singole parti della struttura per migliorarne le caratteristiche di resistenza senza alterare il
comportamento d’insieme del fabbricato, non essendo previsti nel progetto preliminare approvato dalla
Giunta Comunale ulteriori interventi di miglioramento sismico.
Si è scelta questa tipologia di intervento in quanto risulta praticamente invisibile a lavori terminati e
quindi compatibile con le caratteristiche storiche del bene, senza la necessità di alterare la sagoma degli
elementi oggetto di intervento o di estese demolizioni e inoltre risulta reversibile.

Corpo C – Progetto
Dalle analisi condotte sui vari fabbricati che costituiscono il complesso di S. Colombano, il corpo di
fabbrica C è quello che risulta più problematico poiché presenta i maggiori dissesti strutturali oltre a
problemi di umidità e infiltrazioni d’acqua piovana.
Ne segue quindi che, come già evidenziato nella relazione sulla vulnerabilità sismica redatta dall’ing.
Aldo Galleti, sono le verifiche statiche a non essere soddisfatte ancor prima di quelle sismiche.
Alla luce di quanto esposto, al fine di migliorare dal punto di vista statico e sismico il fabbricato e
sanificare i locali dai problemi di umidità e infiltrazione d’acqua, si sono previsti alcuni interventi edilizi
che si vanno di seguito a descrivere.
Per scaricare l’arco e le volte dal peso eccessivo che ne hanno causato il dissesto, si interverrà da un lato
riducendo i carichi sovrastanti mediante la demolizione dei tramezzi murari, del muro sovrastante l’arco

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e del solaio del piano primo e svuotando le volte dal materiale di riempimento previa demolizione della
pavimentazione. Una volta raggiunto l’estradosso della volta si procederà al suo rinforzo mediante la
messa in opera di sistema FRCM costituito da rete bidirezionale in fibra PBO disposta uniformemente su
tutta la superficie delle volte in matrice inorganica a base di calce senza cemento e senza utilizzo di
resine epossidiche o connettori per l’aggrappaggio. Il rinforzo è estradossale e quindi sarà invisibile una
volta terminati i lavori.
Per contrastare le spinte laterali esercitate dagli elementi voltati, saranno posizionati dei nuovi tiranti
nelle due direzioni che andranno ad ancorarsi ai muri perimetrali esterni. Questi nuovi tiranti, insieme al
consolidamento FRCM delle volte che sarà opportunamente ancorato alle murature d’ambito, concorrerà
anche a conferire un maggior comportamento scatolare al fabbricato contribuendo a realizzare di fatto un
diaframma di piano per una migliore ripartizione dell’azione sismica sulle murature.
Le volte saranno poi riempite con materiale tipo LecaCem o equivalente con bassa densità (450 kg/m3) e
quindi si procederà con la nuova pavimentazione.
In seguito alla demolizione del muro sopra l’arco si andrà a realizzare un nuovo muro in mattoni Doppio
Uni opportunamente ammorsato ai muri esistenti in corrispondenza del muro esistente del piano terra al
fine di realizzare un efficace setto sismoresistente.
Per quanto riguarda il piano primo, si procederà con la demolizione del solaio laterocemento, previa
messa in opera di una struttura reticolare di piano costituita da putrelle HEA 160 ancorate ai cordoli in
calcestruzzo esistenti controventata nel suo piano da tiranti in acciaio allo scopo di ricostituire il
diaframma di piano costituito dal solaio stesso. Le travi in c.a. di sostegno del solaio si ritiene invece più
opportuno mantenerle in quanto la loro demolizione risulta piuttosto problematica a causa del contesto in
cui si opera. Inoltre a più di quarant’anni dalla loro messa in opera il fabbricato si è per modo di dire
“adattato” ad esse e una loro demolizione rischia di indurre nuovi assestamenti non voluti e difficilmente
prevedibili. Le nuove travi possono essere rese parte del nuovo diaframma di piano andando ad ancorare
sul loro fianco i nuovi tiranti di piano. La nuova struttura sarà realizzata utilizzando il solaio esistente,
posto a quota inferiore, come appoggio e solo successivamente sarà demolito per evitare situazioni
transitorie di assenza completa di diaframma di piano e tiranti. Le nuove putrelle avranno anche la
funzione di tiranti per assorbire la spinta della copertura e saranno affiancate da nuovi tiranti che si
aggiungeranno a quelli già presenti. Sulle ali superiori delle nuove putrelle si fisserà una robusta lamiera
grecata quale presidio contro eventuali crolli provenienti dal solaio di copertura, oltre che per permettere
l’ispezionabilità del sottotetto.

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I nuovi tramezzi saranno realizzati in cartongesso, di peso nettamente inferiore rispetto a quelli in
laterizio e molto meno vulnerabili rispetto alle sollecitazioni sismiche grazie alla loro intelaiatura
metallica interna.
Sarà poi realizzato un controsoffitto di cartongesso appeso alla nuova struttura reticolare
Il tirante dell’arco al piano terra verrà controllato ed eventualmente ritesato, liberando il paletto esterno
dalla muratura e ad operazione conclusa verrà ripristinata la muratura usando gli stessi materiali
precedentemente accatastati in cantiere, legati tra loro mediante una malta di calce dalle caratteristiche
fisiche e chimiche analoghe a quella esistente.
Per ovviare ai fenomeni di infiltrazione d’acqua, invece, verrà realizzata una tettoia a protezione del vano
scala e sarà previsto un sistema di drenaggio contro la parete ovest del cortile con le aiuole per
allontanare le acque dalla muratura e convogliarle nella rete fognaria esistente.
La pensilina sarà realizzata in ferro verniciato e sarà accostata al manufatto mediante il posizionamento
di un profilato metallico tassellato al muro che sosterrà i traversi su cui poggerà la copertura in lamiera
liscia di colore grigio/marrone scuro. La struttura della tettoia sarà sostenuta da elementi portanti che
riprenderanno il disegno della ringhiera esistente (o altra tipologia tra le soluzioni proposte).

Analisi incrementale a collasso (push-over)


Al fine di eseguire le dovute verifiche nei riguardi dell'edificio in questione, si è deciso di procedere con
l'esecuzione di una analisi statica non lineare.
Le verifiche richieste si concretizzano nel confronto tra la curva di capacità per le diverse condizioni
previste e la domanda di spostamento prevista dalla normativa.
La curva di capacità è individuata mediante un diagramma spostamento-taglio massimo alla base.
Secondo le prescrizioni da normativa [D.M. 17 gennaio 2018], le condizioni di carico che devono essere
esaminate sono di due tipi:
 Distribuzione di forze proporzionale alle masse
 Distribuzione di forze proporzionali al prodotto delle masse per la deformata corrispondente al
primo modo di vibrare.
L'analisi, eseguita in controllo di spostamento, procede al calcolo della distribuzione di forze che genera
il valore dello spostamento richiesto. L'analisi viene fatta continuare fino a che non si verifica il
decadimento del taglio del 20% dal suo valore di picco. Si calcola così il valore dello spostamento
massimo alla base dell'edificio generato da quella distribuzione di forze. Questo valore di spostamento
costituisce il valore ultimo dell'edificio.

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Lo spostamento preso in esame per il tracciamento della curva di capacità è quello di un punto
dell'edificio detto nodo di controllo.
La normativa richiede il tracciamento di una curva di capacità bi-lineare di un sistema equivalente
(SDOF). Il tracciamento di tale curva deve avvenire con una retta che, passando per l'origine interseca la
curva del sistema reale in corrispondenza del 70% del valore di picco; la seconda retta risulterà parallela
all'asse degli spostamenti tale da generare l'equivalenza delle aree tra i diagrammi del sistema reale e
quello equivalente.
La determinazione della curva relativa al sistema equivalente, permette di determinare il periodo con cui
ricavare lo spostamento massimo richiesto dal sisma, secondo gli spettri riportati sulla normativa.
La normativa definisce una eccentricità accidentale del centro delle masse pari al 5% della massima
dimensione dell'edificio in direzione perpendicolare al sisma.
Carico sismico: individua quale delle due tipologie di distribuzioni (proporzionale alle masse o al primo
modo) prendere in esame.
Direzione: individua la direzione lungo cui viene caricata la struttura (X o Y del sistema globale) dal
carico sismico.
Al fine di individuare la condizione di carico sismico più gravosa, si eseguono le analisi distinte per
tipologia di carico, direzione del sisma e di eventuali eccentricità accidentali.

2.4 Quadro normativo di riferimento adottato

2.4.1 Norme di riferimento cogenti

OPCM 3274 del 20/03/2003 – “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica
del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”, e successive
modifiche e integrazioni (OPCM 3431 03/05/2005).
Norme tecniche per le Costruzioni – D.M. 17/01/2018 e relativa circolare esplicativa.
L.R. 19/2008 Regione Emilia Romagna.
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 febbraio 2011 “Linee guida per la valutazione e
riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale”.
In particolare le azioni sismiche, i parametri meccanici dei materiali con i relativi coefficienti e i metodi
di calcolo sono tutti assunti conformemente alle NTC 18 e relativa circolare esplicativa oltre che alla
citata Direttiva.
CNR-DT 200 R1/2013 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di interventi di
consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati”.

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2.4.2 Altre norme e documenti tecnici integrativi

L. Jurina – Tecniche di cerchiatura di colonne in muratura.


A. Borri, G. Castori, M. Corradi – Utilizzo di trefoli metallici per il rinforzo di colonne murarie con
mattoni “faccia vista”.
A. Borri, G. Castori, M. Corradi – Confinamento di colonne murarie con mattoni “faccia vista”.

2.5 ES Livelli di conoscenza e fattori di conoscenza

In relazione al livello di conoscenza del manufatto (Linee Guida – § 2),è stato calcolato il fattore di
confidenza Fc (Linee Guida – §4.2). Essoè stato ottenuto attraverso l’assegnazione dei fattori di
confidenza parziali(Fck, con k=1, 2, 3, 4) riportati in Tabella 4.1, associati alle quattrocategorie
d’indagine ed al livello di approfondimento in esseraggiunto (Tabella 1).
I valori dei fattori parziali di confidenza assunti per la valutazione dellasicurezza sismica nello stato
attuale sono riportati nella tabella seguente.
Rilievo  Rilievo geometrico completo Fc1 = 0,00
geometrico con restituzione grafica dei quadri deformativi e fessurativi

Identificazione delle specificità Restituzione parziale delle fasi costruttive e interpretazione del Fc2 = 0,06


storiche e costruttive comportamento strutturale fondate su: b) esteso rilievo materico e degli
della fabbrica elementi costruttivi associato alla comprensione delle vicende
di trasformazione (indagini documentarie e tematiche)

Proprietà meccaniche Parametri meccanici desunti da  Fc3 = 0,12


dei materiali dati già disponibili

Terreno e fondazioni Disponibilità di dati geotecnici e sulle Fc4 = 0,03


strutture fondazionali; limitate indagini sul
terreno e le fondazioni
Fc = 1,21

Il fattore di confidenza calcolato corrisponde di fatto al livello di conoscenza LC2 definito nelle NTC 18.

2.6 Azioni di progetto sulla costruzione

Carichi variabili comuni a tutte le unità strutturali


Carico neve (NTC 2018)
Zona I mediterranea qsk 1,632 kN/m2
as  [m] 275 Ct 1
Topografia Normale Ce 1
α [°] 20 μ1 0,80
qs 1,31 kN/m2

Carico vento

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Normativa: D.M. 17/01/2018 (NTC 2018, Circolare 17/01/2019, n.7)
La pressione del vento è calcolata secondo l'espressione:p = qr ꞏ ce ꞏ cp ꞏ cd
Provincia: Piacenza
Zona: 2
Altitudine: 275 m s.l.m
Tempo di ritorno Tr: 50 anni;
Velocità di riferimento vr(Tr): 25 m/s
Pressione cinetica di riferimento qr: 390.62 N/m2
Altezza della costruzione z: 12 m (zmin: 5m)
Distanza dalla costa: Terra, oltre i 40 km dalla costa, sotto i 500 m
Classe di rugosità del terreno: C
Categoria di esposizione del sito: III
Coefficiente topografico ct: 1
Coefficiente dinamico cd: 1
Coefficiente di esposizione ce(z):
ce(zmin = 5m): 1.71
ce(z = 12m): 2.26
Edifici a pianta rettangolare con coperture piane, a falde inclinate o curvilinee
Dimensioni in pianta: 27 x 10 m
Altezza: 12 m
Pareti verticali
Faccia sopravento: cp = 0.8
Faccia laterale: cp = -0.9
Faccia sottovento: cp = -0.51
Copertura a falda doppia
Angolo della falda sopravento: 19°
Vento perpendicolare alla direzione del colmo
Valore negativo cpe = -0.547
Valore positivo cpe = +0.253
Vento parallelo alla direzione del colmo
Fascia sopravento di profondità pari a 12 m: cpe,A = -0.927
Restanti zone: cpe,B = -0.5

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Angolo della falda sottovento: 19°
Vento perpendicolare alla direzione del colmo
cpe = -0.56
Vento parallelo alla direzione del colmo
Fascia sopravento di profondità pari a 12 m: cpe,A = -0.927
Restanti zone: cpe,B = 0.5
Pressione del vento con coefficiente di forma cp = -0.93
p(zmin = 5 m) = -620.31 N/m2
p(z = 12 m) = -820.04 N/m2
Pressione del vento con coefficiente di forma cp = -0.9
p(zmin = 5 m) = -600.3 N/m2
p(z = 12 m) = -793.58 N/m2
Pressione del vento con coefficiente di forma cp = -0.56
p(zmin = 5 m) = -373.52 N/m2

p(z = 12 m) = -493.78 N/m2


Pressione del vento con coefficiente di forma cp = -0.55

p(zmin = 5 m) = -366.85 N/m2

p(z = 12 m) = -484.97 N/m2


Pressione del vento con coefficiente di forma cp = -0.51

p(zmin = 5 m) = -340.17 N/m2

p(z = 12 m) = -449.7 N/m2


Pressione del vento con coefficiente di forma cp = -0.5

p(zmin = 5 m) = -333.5 N/m2

p(z = 12 m) = -440.88 N/m2


Pressione del vento con coefficiente di forma cp = 0.25

p(zmin = 5 m) = 166.75 N/m2

p(z = 12 m) = 220.44 N/m2


Pressione del vento con coefficiente di forma cp = 0.5

p(zmin = 5 m) = 333.5 N/m2

p(z = 12 m) = 440.88 N/m2

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Pressione del vento con coefficiente di forma cp = 0.8

p(zmin = 5 m) = 533.6 N/m2

p(z = 12 m) = 705.41 N/m2

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Corpo A
 Carichi permanenti
Solaio laterocemento+coppi 191 daN/mq
Pavimento cotto 1800 0,02 36 daN/mq
Sottofondo 1600 0,06 96 daN/mq
Muratura in pietra 2100 daN/mc
Muratura in mattoni pieni 1800 daN/mc

 Carichi variabili (analisi secondo D.M. 17.01.2018):


Attualmente l’edificio ospita un museo. La categoria è quindi la C3.

Corpo C
CARICHI CHE RESTANO INVARIATI ALLO STATO DI FATTO E DI PROGETTO
 Carichi permanenti
Peso murature pietrame: 2100 daN/mc
Peso muratura mattoni pieni e malta di calce: 1800 daN/mc
 Carichi variabili

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La categoria è la C1 (scuola) per il piano primo, mentre il solaio laterocemento è accessibile per sola
manutenzione, cat. H.

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STATO DI FATTO

SOLAIO ESISTENTE PIANO PRIMO


Stratigrafia Pesi propri interassi (m) base (m) altezza (m) spessore (m) daN/mq
Solaio Celersap 12 cm 123 1,00 1,00 1,00 1,00 123
Intonaco 30 1,00 1,00 1,00 1,00 30
Leca sciolta 400 1,00 1,00 1,00 0,20 80
Incidenza travi in c.a. 2500 5,20 0,30 0,65 1,00 94
Totale permanenti 327
Variabili (solaio accessibile per sola ispezione) 50
Totale variabili 50

VOLTA PIANO TERRA STATO DI FATTO


Stratigrafia Pesi propri interassi (m) base (m) altezza (m) spessore (m) daN/mq
Volta laterizio 1800 1,00 1,00 1,00 0,15 270
Intonaco 30 1,00 1,00 1,00 1,00 30
Riempimento 1400 1,00 1,00 1,00 1,32 1848
Incidenza pareti laterizio 42683 219,73 1,00 1,00 1,00 194
Massetto 1600 1,00 1,00 1,00 0,04 64
Pavimentazione  1800 1,00 1,00 1,00 0,01 18
Totale permanenti 2424
Variabili 300
Totale variabili 300

SOLAIO DI COPERTURA
Stratigrafia Pesi propri interassi (m) base (m) altezza (m) spessore (m) daN/mq
Solaio Celersap 12 cm 123 1,00 1,00 1,00 1,00 123
Tegole doppio strato 70 1,00 1,00 1,00 1,00 70
Totale permanenti 193
Variabili (neve) 131
Totale variabili 131

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STATO DI PROGETTO

SOLAIO DI PROGETTO PIANO PRIMO


Stratigrafia Pesi propri interassi (m) base (m) altezza (m) spessore (m) daN/mq
Lamiera grecata 15 1,00 1,00 1,00 1,00 15
Incidenza 2 HEA160 30,4 0,88 1,00 1,00 1,00 35
Incidenza tiranti 1,58 0,50 1,00 1,00 1,00 3
Controsoffitto+isolamento 30 1,00 1,00 1,00 1,00 30
Incidenza travi in c.a. 2500 5,20 0,30 0,65 1,00 94
Totale permanenti 176
Variabili 50
Totale variabili 50

VOLTA PIANO TERRA STATO DI PROGETTO


Stratigrafia Pesi propri interassi (m) base (m) altezza (m) spessore (m) daN/mq
Volta laterizio 1800 1,00 1,00 1,00 0,15 270
Intonaco 30 1,00 1,00 1,00 1,00 30
Riempimento Lecacem Maxi 450 1,00 1,00 1,00 1,22 549
Rinfianco Leca Cls 1400 1400 1,00 1,00 1,00 0,10 140
Incidenza pareti cartongesso 14228 219,73 1,00 1,00 1,00 65
Massetto 1600 1,00 1,00 1,00 0,04 64
Pavimentazione  1800 1,00 1,00 1,00 0,01 18
Totale permanenti 1136
Variabili 300
Totale variabili 300

AZIONE SISMICA DI RIFERIMENTO


Gli spettri di risposta, sono definiti in funzione del reticolo di riferimento definito dalle Norme Tecniche
17 gennaio 2018.
Tale tabella fornisce, in funzione delle coordinate geografiche (latitudine, longitudine), i parametri
necessari a tracciare lo spettro. I parametri forniti dal reticolo di riferimento sono:
 ag: accelerazione orizzontale massima del terreno;
 F0: valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;
 T*C: periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale.
La trilogia di valori qui descritta, è definita per un periodo di ritorno assegnato (TR), definito in base alla
probabilità di superamento di ciascuno degli stati limite.
Tali valori, saranno pertanto definiti per ciascuno degli stati limite esaminati.
Lo spettro sismico dipende anche dalla “Classe del suolo” e dalla “categoria topografica”.

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Categoria di sottosuolo: B, corrispondente a un coefficiente di amplificazione stratigrafica Ss = 1,20,
come da indagini geologiche allegate.
Categoria topografica: T1 (terreno pianeggiante), corrispondente a un coefficiente di amplificazione
topografica St = 1,00.
La classe d'uso adottata è la III, edificio scolastico.
Nel seguito vengono definiti i parametri sismici per lo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV) e
per lo Stato Limite di Danno (SLD) che sono gli stati limite più significativi per le analisi condotte.
SLV

SLD

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2.7 Modello/i numerico/i

2.7.1 Metodologia di modellazione ed analisi

Corpo A
Rimanendo nell’ambito dell’”Intervento locale”, così come definito dalle NTC18, non si procederà ad
una verifica su modello di calcolo globale in quanto è previsto il solo rinforzo delle porzioni murarie
sopra i capitelli delle colonne in pietra. La metodologia di calcolo è quella fornita dalla Norma CNR-DT
200 R1/2013 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di interventi di
consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati” par. 5.6 “Confinamento di
colonne in muratura”, oltre ad avvalersi delle pubblicazioni citate al punto 2.4.2. Per i calcoli ci si è
avvalsi di un apposito foglio di calcolo testato dallo scrivente.
Corpo C
Per il corpo C è previsto un intervento che è da intendersi ai sensi delle NTC 18 come “Interventi di
miglioramento sismico”. Secondo il par. 2.2 delle Linee Guida BBCC il livello di valutazione sarà quindi
LV3 (miglioramento sismico) trattandosi di interventi diffusi che comunque non vanno ad alterare in
modo significativo il comportamento strutturale accertato. Gli interventi di progetto sono volti a ridurre
le masse non strutturali e a conferire un miglior comportamento scatolare al manufatto, per cui la
valutazione dello stato di progetto verrà effettuata con un modello di calcolo tridimensionale che ne
analizzi il comportamento di insieme. Allo stato di progetto gli interventi previsti sono volti a conferire
un comportamento di insieme al fabbricato (cosiddetto “scatolare”) volto a scongiurare l’attivazione di
meccanismi locali a bassa energia di attivazione per cui una analisi tridimensionale assume un significato
fisico.
Verrà svolta una analisi statica non lineare, che si ritiene la più idonea a interpretare il comportamento di
edifici in muratura. Le verifiche richieste si concretizzano nel confronto tra la curva di capacità per le
diverse condizioni previste e la domanda di spostamento prevista dalla normativa. La curva di capacità è
individuata mediante un diagramma spostamento-taglio massimo alla base.
La modellazione dell'edificio viene realizzata mediante l'inserimento di pareti che vengono discretizzate
in macroelementi, rappresentativi di maschi murari e fasce di piano deformabili; i nodi rigidi sono
indicati nelle porzioni di muratura che tipicamente sono meno soggette al danneggiamento sismico.
Solitamente i maschi e le fasce sono contigui alle aperture, i nodi rigidi rappresentano elementi di
collegamento tra maschi e fasce. La concezione matematica che si nasconde nell'impiego di tale
elemento, permette di riconoscere il meccanismo di danno, a taglio nella sua parte centrale o a
pressoflessione sui bordi dell'elemento in modo da percepire la dinamica del danneggiamento così come
si presenta effettivamente nella realtà.

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I nodi del modello, sono nodi tridimensionali a 5 gradi di libertà (le tre componenti di spostamento nel
sistema di riferimento globale e le rotazioni intorno agli assi X e Y) o nodi bidimensionali a 3 gradi di
libertà (due traslazioni e la rotazione nel piano della parete). Quelli tridimensionali vengono usati per
permettere il trasferimento delle azioni, da un primo muro a un secondo disposto trasversalmente rispetto
al primo. I nodi di tipo bidimensionale hanno gradi di libertà nel solo piano della parete permettendo il
trasferimento degli stati di sollecitazione tra i vari punti della parete.
Gli orizzontamenti, sono modellati con elementi solaio a tre nodi connessi ai nodi tridimensionali, sono
caricabili perpendicolarmente al loro piano dai carichi accidentali e permanenti; le azioni sismiche
caricano il solaio lungo la direzione del piano medio. Per questo l'elemento finito solaio viene definito
con una rigidezza assiale, ma nessuna rigidezza flessionale, in quanto il comportamento meccanico
principale che si intende sondare è quello sotto carico orizzontale dovuto al sisma.

L’analisi viene svolta con il software 3Muri prodotta da Sta Data di Torino.
Secondo le prescrizioni da normativa [D.M. 17 gennaio 2018], le condizioni di carico che devono essere
esaminate sono di due tipi:
 Distribuzione di forze proporzionale alle masse

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 Distribuzione di forze proporzionali al prodotto delle masse per la deformata corrispondente al
primo modo di vibrare.
L'analisi, eseguita in controllo di spostamento, procede al calcolo della distribuzione di forze che genera
il valore dello spostamento richiesto. L'analisi viene fatta continuare fino a che non si verifica il
decadimento del taglio del 20% dal suo valore di picco. Si calcola così il valore dello spostamento
massimo alla base dell'edificio generato da quella distribuzione di forze. Questo valore di spostamento
costituisce il valore ultimo dell'edificio.
Lo spostamento preso in esame per il tracciamento della curva di capacità è quello di un punto
dell'edificio detto nodo di controllo.
La normativa richiede il tracciamento di una curva di capacità bi-lineare di un sistema equivalente
(SDOF). Il tracciamento di tale curva deve avvenire con una retta che, passando per l'origine interseca la
curva del sistema reale in corrispondenza del 70% del valore di picco; la seconda retta risulterà parallela
all'asse degli spostamenti tale da generare l'equivalenza delle aree tra i diagrammi del sistema reale e
quello equivalente.
La determinazione della curva relativa al sistema equivalente permette di determinare il periodo con cui
ricavare lo spostamento massimo richiesto dal sisma, secondo gli spettri riportati sulla normativa.
La normativa definisce una eccentricità accidentale del centro delle masse pari al 5% della massima
dimensione dell'edificio in direzione perpendicolare al sisma.
In base alla tipologia dell'edificio e alle scelte progettuali che si ritengono più idonee, si può decidere la
condizione di carico sismico da prendere in esame.
Carico sismico: Individua quale delle due tipologie di distribuzioni (proporzionale alle masse o al primo
modo) prendere in esame.
Direzione: Individua la direzione lungo cui viene caricata la struttura (X o Y del sistema globale) dal
carico sismico.
Al fine di individuare la condizione di carico sismico più gravosa, vengono eseguite analisi distinte per
tipologia di carico, direzione del sisma e di eventuali eccentricità accidentali.

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2.7.2 Informazioni sul codice di calcolo

Sigla: 3MURI
Produzione e S.T.A. DATA srl Corso Raffaello, 12 - 10126 TORINO (TO) tel. 0116699345
distribuzione: fax 0116699375 http://www.stadata.com e.mail: info@stadata.com
Autori: Prodotto: S.T.A. DATA srl Motore di calcolo: Responsabile Prof. Ing. Sergio
LAGOMARSINO Prof. Ing. Serena CATTARI Prof. Ing. Andrea PENNA Ing.
Alessandro GALASCO
Versione: 12.6.0.0
Numero Licenza: (014541) DOTT. ING. FRESCHI LUIGI

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2.7.3 Modellazione della geometria e delle proprietà meccaniche

Corpo A: non pertinente


Corpo C: i nodi del modello, sono nodi tridimensionali a 5 gradi di libertà (le tre componenti di
spostamento nel sistema di riferimento globale e le rotazioni intorno agli assi X e Y) o nodi
bidimensionali a 3 gradi di libertà (due traslazioni e la rotazione nel piano della parete). Quelli
tridimensionali vengono usati per permettere il trasferimento delle azioni, da un primo muro a un
secondo disposto trasversalmente rispetto al primo. I nodi di tipo bidimensionale hanno gradi di libertà
nel solo piano della parete permettendo il trasferimento degli stati di sollecitazione tra i vari punti della
parete.
Gli orizzontamenti, sono modellati con elementi solaio a tre nodi connessi ai nodi tridimensionali, sono
caricabili perpendicolarmente al loro piano dai carichi accidentali e permanenti; le azioni sismiche
caricano il solaio lungo la direzione del piano medio. Per questo l'elemento finito solaio viene definito
con una rigidezza assiale, ma nessuna rigidezza flessionale, in quanto il comportamento meccanico
principale che si intende sondare è quello sotto carico orizzontale dovuto al sisma.

2.7.4 Modellazione dei vincoli interni ed esterni

Corpo A: non pertinente


Corpo C: l'interazione col terreno è stata modellata con K winkler = 1daN/cmc, valore che si ritiene
compatibile con le risultanze delle indagini geologiche.

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Nel modello le aste interne in acciaio di nuova realizzazione sono state inserite con vincoli di cerniera di
estremità, mentre le travi esistenti in c.a. sono state considerate con vincolo di incastro.

2.7.5 Modellazione delle azioni

Le azioni applicate al modello sono suddivise in azioni statiche derivanti dai carichi gravitazionali che
sono riportate sulle aste (travi) del modello in funzione dell’orditura dei solai. Diversamente le azioni
sismiche sono funzione degli spettri di progetto agli stati limite sismici SLV, SLD, SLO, nelle varie
combinazioni di carico.

2.7.6 Combinazioni e/o percorsi di carico

Carico Sismico:
Le verifiche allo stato limite ultimo (SLV) e allo stato limite di esercizio (SLD; SLO); devono essere
effettuate per la seguente combinazione [Norme Tecniche 2018 §2.5.3].

Gli effetti dell'azione sismica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti carichi
gravitazionali:

Carico Statico:
La verifica allo stato limite ultimo per carichi statici viene condotta con la seguente combinazione dei
carichi.

dove:
E azione sismica per lo stato limite in esame;
Gk1 peso proprio di tutti gli elementi strutturali;
Gk2 peso proprio di tutti gli elementi non strutturali;
QKi valore caratteristico della azione variabile;
2 coefficiente di combinazione;
0 coefficiente di combinazione per i carichi variabili
G1; G2; Q : coefficienti parziali di sicurezza
I valori dei vari coefficienti sono scelti in base alla destinazione d'uso dei vari solai secondo quanto
indicato nella norma. [Norme Tecniche 2018 Tabella 2.5.1].

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2.8 PRINCIPALI RISULTATI

2.8.1 Risultati dell'analisi modale

Corpo A: non pertinente


Corpo C: si riportano i primi 10 modi di vibrare
Modo T [s] mx [kg] Mx [%] my [kg] My [%] mz [kg] Mz [%]
1 0,44288 70.303 5,42 52 0,00 3 0,00
2 0,37461 245 0,02 1.029.650 79,44 65 0,00
3 0,29970 0 0,00 0 0,00 973 0,08
4 0,29611 3 0,00 0 0,00 1.049 0,08
5 0,29399 1 0,00 0 0,00 2.321 0,18
6 0,29391 8 0,00 0 0,00 1.409 0,11
7 0,29387 0 0,00 0 0,00 77 0,01
8 0,29387 1 0,00 0 0,00 934 0,07
9 0,29378 0 0,00 0 0,00 4 0,00
10 0,29174 1 0,00 0 0,00 806 0,06

2.8.2 Deformate e sollecitazioni per condizioni di carico

Si veda il punto 2.10

2.8.3 Inviluppo delle sollecitazioni maggiormente significative

Si veda il punto 2.10


2.8.4 Reazioni vincolari

Non pertinente.
2.8.5 Altri risultati significativi

Si ritiene la relazione di calcolo già completa.

2.9 Giudizio motivato di accettabilità dei risultati

Le funzioni di controllo disponibili, innanzitutto quelle grafiche, consentono di verificare la riproduzione


della realtà costruttiva ed accertare la corrispondenza del modello con la geometria strutturale e con le
condizioni di carico ipotizzate. Si evidenzia che il modello viene generato direttamente dal disegno
architettonico riproducendone così fedelmente le proporzioni geometriche. In ogni caso sono stati
effettuati alcuni controlli dimensionali con gli strumenti software a disposizione dell’utente. Tutte le
proprietà di rilevanza strutturale (materiali, sezioni, carichi, sconnessioni, etc.) sono state controllate
attraverso le funzioni di indagine specificatamente previste.

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Sono state sfruttate le funzioni di autodiagnostica presenti nel software che hanno accertato che non
sussistono difetti formali di impostazione.
I risultati ottenuti sono perfettamente in linea con quanto atteso dall'esperienza e non si ritiene di dover
procedere ad ulteriori verifiche.

2.10 Verifiche agli stati limite ultimi

2.11 Verifiche agli stati limite di esercizio

Corpo A: verifiche allo stato di fatto e di progetto

La muratura sopra i capitelli sostiene le volte e le strutture murarie del piano primo e a causa della sua
snellezza risulta non verificata ai carichi statici. La situazione di sofferenza si è resa evidente in
occasione di scosse sismiche dei decenni scorsi con conseguente apertura di lesioni nella muratura in
corrispondenza di due colonne che per l’occasione fu poi demolita e ricostruita.
Si rende quindi necessario un intervento (secondo le NTC 18 inquadrabile come “Interventi locali”) che
preveda preliminarmente, previa puntellazione degli archi, la rimozione dei mattoni in cotto rotti e la loro
sostituzione con altri di uguali dimensioni e colore con utilizzo di malta di calce e successivamente la
cerchiatura mediante l’impiego di trefoli circonferenziali 4 mm in acciaio inox collocati direttamente
nel giunto di malta, preventivamente scarnito per una profondità di circa 15 mm, che, attraverso una
pretensione iniziale, permettono di realizzare un efficace effetto di confinamento, senza però determinare
modificazioni evidenti nella struttura interessata.
Si è scelta questa tipologia di intervento in quanto risulta praticamente invisibile a lavori terminati e
quindi compatibile con le caratteristiche storiche del bene, senza la necessità di alterare la sagoma degli
elementi oggetto di intervento o di estese demolizioni e inoltre risulta reversibile.
Per la valutazione dell’effetto del confinamento si è utilizzato un foglio di calcolo redatto secondo le
indicazioni del documento CNR-DT 200 R1/2013 “Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il
Controllo di interventi di consolidamento statico mediante l’utilizzo di compositi fibrorinforzati” par. 5.6
“Confinamento di colonne in muratura”, oltre ad avvalersi delle seguenti pubblicazioni:
 L. Jurina – Tecniche di cerchiatura di colonne in muratura
 A. Borri, G. Castori, M. Corradi – Utilizzo di trefoli metallici per il rinforzo di colonne murarie
con mattoni “faccia vista”
 A. Borri, G. Castori, M. Corradi – Confinamento di colonne murarie con mattoni “faccia vista”
Nel foglio di calcolo si effettua anche la verifica allo stato di fatto che risulta essere molto penalizzante.

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Si precisa che il par. 5.6.1 (9) del documento CNR citato recita: “Al fine di limitare deformazioni assiali
e danneggiamenti in condizioni di esercizio, è opportunocontenere l’incremento tensionale a carico
dell’elemento confinato entro valori non superiori al50% della tensione di progetto, fmd , del materiale
non confinato”. In questo caso il limite del 50% viene superato ma si ritiene comunque accettabile,
considerati i vincoli imposti dal rispetto del contesto storico-culturale e la finalità della progettazione da
intendersi come messa in sicurezza in attesa di futuri interventi più estesi di consolidamento e
miglioramento sismico.

- Calcolo dell’azione di progetto sulle porzioni murarie sopra le colonne


CARICO SU PILASTRI ESTERNI
Cornicione 1800 4,55 0,30 0,30 0,50 369 daN
Copertura laterocem 191 4,55 2,50 2173 daN
Muro pietra P1 2100 4,55 4,20 0,44 17658 daN
A dedurre finestre ‐2100 1,45 2,80 0,44 ‐3751 daN
Parapetto 2100 1,00 0,90 0,30 567 daN
Intonaco interno 25 4,55 3,30 375 daN
A dedurre intonaco int. Fin. ‐25 1,35 1,60 ‐54 daN
Muro pietra e mattoni inferiore 1800 4,55 2,25 0,38 7002 daN
A dedurre Muro pietra e mattoni inferio ‐1800 17,34 0,38 0,50 ‐5931 daN
Volta P1 1800 4,55 2,21 0,06 1,20 1303 daN
Intonaco intradosso volta P1 25 4,55 2,21 1,20 302 daN
Muro pietra separazione locali P1 2100 2,21 4,00 0,33 6126 daN
Intonaco su muro separazione locali P1 25 2,21 4,00 2 442 daN
Pavimento P1 (cotto+sottofondo) 132 2,21 4,55 1327 daN
Volta PT 1800 4,55 2,28 0,12 1,20 2683 daN
Intonaco intradosso volta PT 25 4,55 2,28 1,20 311 daN
Tot. Perman. 30902 daN 1,3 40172 daN
Variabili volta P1 500 2,21 4,00 4420 daN 1,5 6630 daN
Neve 131 2,21 4,50 1303 daN 0,75 977 daN
Tot. Variabili 5723 daN
Totali 36624 daN Nsd = 47779 daN

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- Calcolo dell’effetto di confinamento
CALCOLO DELLA SEZIONE IN MURATURA CONFINATA
B 360 mm spessore
H 360 mm larghezza del pilastro in muratura (lato lungo)
A 129600 mm2 Area del pilastro
fmk 3,5 Mpa resistenza media a compressione della muratura
gamma,m 3 coefficiente di sicurezza sul materiale muratura
FC 1,2 fattore di confidenza 
fmdc 0,97 MPa resistenza media di calcolo della muratura
gamma,m 1800 kg/m3 densità della muratura
n° trefoli 3 numero di nastri sullo stesso avvolgimento
n° fori intermedi 0 numero di fori nella sezione rettangolare allungata 
CAM ‐ por 54 mm passo del rinforzo (se previsto foro intermedio non impiegare un passo inferiore ai 30 cm)
CAM ‐sigma pret 100 MPa valore di pretensione di calcolo dei nastri
CAM ‐ftk 1570 MPa valore di rottura del nastro CAM
CAM ‐fyk 1100 MPa valore di snervamento del nastro CAM (vd. NOTA)
CAM ‐fyd 879 MPa valore di calcolo dei nastri
fi 4,00 mm diametro trefolo
A trefolo 17,20 mm2 area del trefolo
r' 40 mm raggio di arrotondamento degli spigoli
B' 280 mm spessore efficace 0,596708
H' 280 mm larghezza efficace della sezione
alfa,1 0,5 fattore di riduzione della resistenza a compressione per colonna soggetta solamente a sforzo assiale
k' 1,8 coefficiente di incremneto in resistenza roh 0,010617
f1 4,667 MPa pressione di confinamento
Kh 0,597 valore di efficienza del confinamento in pianta  0,596708
Kv 0,87 valore di efficienza del confinamento in verticale (CNR DT200‐2013)
f1,eff 2,41 MPa pressione efficacie di confinamento
fmdc 3,728 MPa resistenza media di calcolo della muratura CONFINATA
FS,C 3,83 incremento per effetto del CONFINAMENTO

Nsd 477 kN sforzo assiale di compressione agente


Nrd,NC 126 kN sforzo assiale di compressione resistente (sezione NON confinata)
FS,NC 0,264 Fattore di sicurezza (sezione NON confinata)
Nrd,CC 483 kN sforzo assiale di compressione resistente (sezione CONFINATA)
FS,CC 1,01 Fattore di sicurezza  (sezione CONFINATA)

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Corpo C: verifiche allo stato di fatto
Le verifiche numeriche sismiche e statiche relative allo stato di fatto sono state effettuate dall’ing. Galleti
nella sua relazione sulla vulnerabilità sismica del complesso. Nel seguito vengono effettuate alcune
verifiche integrative ritenute significative, mentre si rimanda alla citata relazione per le altre qui non
trattate.
Si precisa che allo stato di fatto non si ritiene corretto ipotizzare un comportamento “scatolare”
dell’edificio, per cui si procederà con analisi di tipo locale.

VERIFICA ARCO PIANO TERRA


L’arco al piano terra viene verificato con l’ausilio del software Arco 1.2 del prof. Gelfi. Di seguito si
riportano le schermate più significative.
L’arco è realizzato con pietrame a spacco e mattoni pieni di buona qualità, ben sovrapposti e con buona
calce aerea.

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I valori di pressione sono piuttosto elevati rispetto ai materiali con cui è realizzato l’arco, anche se
comunque non destano preoccupazione nell’immediato.

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VERIFICA PARETE IN CORRISPONDENZA DELL’ARCO LATO CORTILE
Nella schermata seguente sono calcolate le reazioni alle reni H e V.

La resistenza del tirante viene stimata nel seguito.

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Chiaramente la resistenza risultante è data dal valore più penalizzante.
Nel seguito con il foglio di calcolo CINE 1.0.4 viene analizzata la flessione verticale della parete lato
cortile interno a 3 piani (FV 3 PIANI). Viene analizzata questa porzione di parete in quanto in seguito
allo scavo per la realizzazione della scala di accesso al piano interrato è venuto meno il contrasto offerto
dal terreno ed è quindi sicuramente la più svantaggiata.
Si ipotizza un meccanismo di flessione verticale in quanto si ritiene valido il vincolo sommitale offerto
dai solai di copertura.
Il calcolo è stato considerato considerando una striscia di circa 3,00 m di larghezza, circa la larghezza
della zona intorno al paletto del tirante in cui si nota lo spanciamento verso l’esterno della muratura.
Nella conteggio della spinta degli archi e delle volte è stata considerata anche la spinta delle volte.

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Lee notazioni utilizzate
u daal foglio di calcolo
c sonno le seguen
nti:

Scuuola Secondarria 1° Grado “Vittorino


“ da Feltre”
F - Bobbbio – Verifiche strutturali pag. 57 di 94
CARATTERIZZAZIONE GEOMETRICA DELLE PARETI

Braccio Braccio Braccio


Braccio verticale
Altezza della orizzontale del orizzontale orizzontale del
dell'azione di
Spessore della parete al piano i- carico dell'azione di carico
archi o volte al
parete al piano i- esimo trasmesso dai archi o volte al trasmesso dal
Elevazione piano i-esimo
esimo (interpiano i- piani superiori piano i-esimo solaio al piano i-
rispetto al polo
esimo) rispetto al rispetto al polo esimo rispetto al
si[m] del corpo
carrello in B del corpo polo del corpo
hPi [m]
hVi [m]
d [m] dVi [m] ai [m]
1 1,40 3,50 1,10 2,20 1,20
2 1,00 6,00 0,20 0,20 8,05 0,20
3 1,00 5,60 0,20

AZIONI SUI MACROELEMENTI

Componente Componente
Carico Carico Peso specifico
verticale della orizzontale della
Peso proprio trasmesso dal trasmesso alla della muratura
DATI spinta di archi o spinta di archi o
INIZIALI Elevazione della parete solaio al piano i- parete dai piani i [kN/m 3]
volte al piano i- volte al piano i-
esimo superiori
W Pi [kN] esimo esimo
PSi [kN] N [kN]
FVi [kN] FHi [kN]
1 264,6 50,0 256,0 216,0 18,0
2 378,0 50,0 50,0 590,0 381,0 21,0
3 336,0 50,0 20,0

CARATTERIZZAZIONE GEOMETRICA DEI MACROELEMENTI (*)

Distanza Distanza
Azione dei tiranti orizzontale del verticale del Fattore di
Elevazione ai solai intermedi Altezza del Peso proprio del baricentro del baricentro del Confidenza
Ti [kN] Macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento FC
rispetto al polo rispetto al polo
hi [m] W i [kN]
dello stesso dello stesso
xgi [m] ygi [m]
1-2 1
1,21
2-3 14,0 2

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MOLTIPLICATORE  

Valore assunto
Quota di
da   per
formazione della
cerniera Valore minimo Massa Frazione massa Accelerazione
Flessione Valore minimo Valore di h1 per cerniera rispetto
corrispondente assunto da partecipante partecipante spettrale
alla base della
verticale di fascia assunto da     minimo [m] alla quota del
muraria continua parete  M* e* a0* [m/sec2]
solaio oppure
della volta a h1 [m]
DATI DI secondo piano
CALCOLO -0,090 7,05 -0,090 7,05 -0,090 163,432 0,833 -0,872
Quota di
formazione della
Flessione Massa Frazione massa Accelerazione
Numeratore di Denominatore di Valore assunto cerniera rispetto
verticale di Valore di  partecipante partecipante spettrale
alla base della
  da  
macroelementi a parete M* e* a0* [m/sec2]
geometria nota
h1 [m]
N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 0,000 0,000 N.C.

CALCOLO DELLE PGA PER LA VERIFICA DELLO STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA
CIRCOLARE N. 617 DEL 02-02-2009 - ISTRUZIONI PER L'APPLICAZIONE DELLE NTC 14-01-2008

Fattore di struttura q 2,00


Coefficiente di amplificazione topografica ST 1,00
Categoria suolo di fondazione B
PGA di riferimento ag(PVR) [g] 0,118
Fattore di amplificazione massima dello spettro FO 2,480
Periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro TC * [sec] 0,290
Fattore di smorzamento  1,000
Quota di base del macroelemento rispetto alla fondazione [m] 0,20
Altezza della struttura H [m] 15,50
Coefficiente di amplificazione stratigrafica SS 1,200
Coefficiente CC 1,409
Fattore di amplificazione locale del suolo di fondazione S 1,200
PARAMETRI
DI CALCOLO Numero di piani dell'edificio N 3
Coefficiente di partecipazione modale  1,286
Primo periodo di vibrazione dell'intera struttura T1 [sec] 0,391

Flessione Baricentro delle


ag(SLV) Se(T1)
verticale di linee di vincolo (Z) = Z/H
(C8A.4.9) (C8A.4.10)
fascia muraria Z [m]
continua
9,000 0,581 -0,148 -2,336

Flessione Baricentro delle


ag(SLV) Se(T1)
verticale di linee di vincolo (Z) = Z/H
(C8A.4.9) (C8A.4.10)
macroelementi Z [m]
geometria nota
0,000 - -

Flessione ag(SLV)
verticale di min(C8A.4.9;
fascia muraria C8A.4.10)
continua
-0,148
PGA-SLV
Flessione
verticale di ag(SLV)
macroelementi min(C8A.4.9;
C8A.4.10)
a geometria
nota -

Risulta evidente il valore negativo di ag(SLV), quindi la parete risulta non verificata anche dal punto di
vista statico, con le spinte dovute alle volte e all’arco che non sono adeguatamente contrastate.

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Questo è evidente dalla lesione in chiave dell’arco e anche osservando la muratura intorno al paletto, che
risulta essere rimaneggiata, forse per il tentativo di ritesare il tirante in seguito allo spanciamento della
muratura e alla lesione nell’arco.
Un’altra evidenza dello stato di sofferenza delle pareti in prossimità dell’arco è l’apertura di una lesione
in prossimità della scala di accesso all’interrato in occasione degli eventi sismici dell’aprile 2020, già
evidenziata nei punti precedenti.

Per ulteriori verifiche, in particolare le verifiche delle volte e la verifica di livello LV1, si rimanda alla
relazione di vulnerabilità sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti.
Dalle risultanze della citata relazione si ha in particolare come le volte del piano terra non risultano
verificate, e anche questo risultato trova riscontro nel quadro fessurativo riscontrato e riportato in modo
schematico nelle tavole allegate.

Corpo C: verifiche dello stato di progetto


VERIFICA DEL CONSOLIDAMENTO DELLE VOLTE DEL PIANO TERRA
La verifica delle volte è stata effettuata dall’ing. Galleti nella sua relazione di vulnerabilità sismica con
esito negativo, confermato dal quadro fessurativo presente. Nel seguito si procede quindi al calcolo del
rinforzo con sistema FRCM diffuso.

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VERIFICA DELL’ARCO IN SEGUITO ALL’ALLEGGERIMENTO
La verifica viene svolta in seguito all’alleggerimento di progetto. Il progetto prevede la demolizione del
solaio del piano primo, della muratura sopra l’arco e l’alleggerimento delle volte, oltre alla messa in
opera di due tiranti estradossali per il soddisfacimento delle verifiche complessive della parete verificata
in precedenza e non verificata per i carichi statici.
Nel seguito si riportano le videate più significative del software.

Le tensioni (0,64 MPa) sono ora compatibili con quelle del materiale.
Nella schermata seguente sono significative le reazioni alle reni H e V, significativamente inferiori a
quelle calcolate in precedenza allo stato di fatto, con una riduzione altrettanto significativa delle
sollecitazioni sulle pareti laterali.

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Nel seguito si stima la resistenza dei nuovi tiranti estradossali. Il contributo di questi nuovi tiranti si va ad
aggiungere al tirante storico esistente.

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Con i nuovi dati si procede con la riverifica della parete lato cortile interno a flessione verticale 3 piani
con il foglio di calcolo CINE 1.0.4 (FV 3 PIANI) già analizzata allo stato di fatto.
Si ipotizza un meccanismo di flessione verticale in quanto con la realizzazione del nuovo diaframma di
piano si viene a costituire un valido vincolo sommitale.
Il calcolo è stato considerato considerando una striscia di circa 3,00 m di profondità.
Nella conteggio della spinta degli archi e delle volte è stata considerata anche la spinta delle volte.

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CARATTERIZZAZIONE GEOMETRICA DELLE PARETI

Braccio Braccio Braccio


Braccio verticale
Altezza della orizzontale del orizzontale orizzontale del
dell'azione di
Spessore della parete al piano i- carico dell'azione di carico
archi o volte al
parete al piano i- esimo trasmesso dai archi o volte al trasmesso dal
Elevazione piano i-esimo
esimo (interpiano i- piani superiori piano i-esimo solaio al piano i-
rispetto al polo
esimo) rispetto al rispetto al polo esimo rispetto al
si[m] del corpo
carrello in B del corpo polo del corpo
hPi [m]
hVi [m]
d [m] dVi [m] ai [m]
1 1,40 3,50 1,10 2,20 1,20
2 1,00 6,00 0,20 0,20 8,05 0,20
3 1,00 5,60 0,20

AZIONI SUI MACROELEMENTI

Componente Componente
Carico Carico Peso specifico
verticale della orizzontale della
Peso proprio trasmesso dal trasmesso alla della muratura
DATI spinta di archi o spinta di archi o
INIZIALI Elevazione della parete solaio al piano i- parete dai piani i [kN/m 3]
volte al piano i- volte al piano i-
esimo superiori
W Pi [kN] esimo esimo
PSi [kN] N [kN]
FVi [kN] FHi [kN]
1 264,6 40,0 110,0 105,0 18,0
2 378,0 40,0 40,0 283,0 196,0 21,0
3 336,0 0,0 20,0

CARATTERIZZAZIONE GEOMETRICA DEI MACROELEMENTI (*)

Distanza Distanza
Azione dei tiranti orizzontale del verticale del Fattore di
Elevazione ai solai intermedi Altezza del Peso proprio del baricentro del baricentro del Confidenza
Ti [kN] Macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento macroelemento FC
rispetto al polo rispetto al polo
hi [m] W i [kN]
dello stesso dello stesso
xgi [m] ygi [m]
1-2 1
1,21
2-3 148,0 2

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MOLTIPLICATORE  

Valore assunto
Quota di
da   per
formazione della
cerniera Valore minimo Massa Frazione massa Accelerazione
Flessione Valore minimo Valore di h1 per cerniera rispetto
corrispondente assunto da partecipante partecipante spettrale
verticale di fascia assunto da   alla base della
  minimo [m] alla quota del
parete  M* e* a0 * [m/sec2]
muraria continua solaio oppure
della volta a h1 [m]
DATI DI secondo piano
CALCOLO 0,150 7,05 0,150 7,05 0,150 125,889 0,851 1,426
Quota di
formazione della
Flessione Massa Frazione massa Accelerazione
Numeratore di Denominatore di Valore assunto cerniera rispetto
verticale di Valore di  partecipante partecipante spettrale
alla base della
macroelementi a   da  
M* e* a0 * [m/sec2]
parete
geometria nota
h1 [m]
N.C. N.C. N.C. N.C. N.C. 0,000 0,000 N.C.

CALCOLO DELLE PGA PER LA VERIFICA DELLO STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA
CIRCOLARE N. 617 DEL 02-02-2009 - ISTRUZIONI PER L'APPLICAZIONE DELLE NTC 14-01-2008

Fattore di struttura q 2,00


Coefficiente di amplificazione topografica ST 1,00
Categoria suolo di fondazione B
PGA di riferimento ag(PVR) [g] 0,118
Fattore di amplificazione massima dello spettro FO 2,480
Periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro TC * [sec] 0,290
Fattore di smorzamento  1,000
Quota di base del macroelemento rispetto alla fondazione [m] 0,20
Altezza della struttura H [m] 15,50
Coefficiente di amplificazione stratigrafica SS 1,200
Coefficiente CC 1,409
Fattore di amplificazione locale del suolo di fondazione S 1,200
PARAMETRI
DI CALCOLO Numero di piani dell'edificio N 3
Coefficiente di partecipazione modale  1,286
Primo periodo di vibrazione dell'intera struttura T1 [sec] 0,391

Flessione Baricentro delle


ag(SLV) Se(T1)
verticale di linee di vincolo (Z) = Z/H
(C8A.4.9) (C8A.4.10)
fascia muraria Z [m]
continua
9,000 0,581 0,242 3,821

Flessione Baricentro delle


ag(SLV) Se(T1)
verticale di linee di vincolo (Z) = Z/H
(C8A.4.9) (C8A.4.10)
macroelementi Z [m]
geometria nota
0,000 - -

Flessione ag(SLV)
verticale di min(C8A.4.9;
fascia muraria C8A.4.10)
continua
0,131
PGA-SLV
Flessione
verticale di ag(SLV)
macroelementi min(C8A.4.9;
C8A.4.10)
a geometria
nota -

Le verifiche sono ora soddisfatte (0,131>0,118).

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VERIFICHE ANALISI PUSHOVER STATO DI PROGETTO
Generale
Metodo di calcolo Metodo PushOver (basato sugli spostamenti)
Modello Il calcolo si basa su un modello stereoscopico utilizzando macro-elementi (FME -
Macro Elementi Finiti). Il diagramma di capacità è calcolato sulla base del modello
complessivo.
Fattore di conformità Calcolo del fattore di confomità αuve αed
αuv = PGACLV/ PGADLV
αed= PGACLD/ PGADLD
Deformazione ultima La deformazione critica (Du) è definita per un crollo parziale dell'edificio.
Un crollo parziale dell'edificio è considerato come una condizione che provoca il
crollo di piani o parti di essi.
Richieste normative Spostamento richiesto (nodo di controllo, Dmax)

Effetti considerati
- Comportamento non lineare del materiale della muratura
- Comportamento a fessurazione del calcestruzzo
- Ridistribuzione plastica di forze orizzontali
- Torsione a causa di eccentricità esistente (distanza tra baricentro e centro di taglio)
- Torsione a causa di eccentricità casuale (imprecisione di costruzione e modello, distribuzione non
uniforme del carico di servizio)

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Dettaglio verifiche

Il fabbricato risulta più vulnerabile in direzione Y, come era lecito aspettarsi considerata la sua forma
allungata.
Nelle verifiche rispetto alle azioni sismiche il livello di sicurezza della costruzione è quantificato
attraverso il rapporto E tra l'azionesismica massima sopportabile dalla struttura e l’azione sismica
massima che si utilizzerebbe nel progetto di una nuova costruzione. Nel caso in esame Emin = 0,626. La
verifica globale risulta essere più penalizzante rispetto alla verifica della singola parete svolta in
precedenza, per cui prima del verificarsi del meccanismo locale si ha la crisi globale della struttura per
raggiungimento dello Stato Limite di Salvaguardia della Vita.
L’intervento di progetto per mette di soddisfare le prescrizioni del par. 8.4.2 “Interventi di
miglioramento” “…Per la combinazione sismica delle azioni, il valore di E può essere minore dell’unità.
A meno di specifiche situazioni relative aibeni culturali, per le costruzioni di classe III ad uso
scolastico e di classe IV il valore di E, a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere
comunque non minore di 0,6, mentre per le rimanenti costruzioni di classe III e per quelle di classe II il
valoredi E, sempre a seguito degli interventi di miglioramento, deve essere incrementato di un valore
comunque non minore di 0,1…”

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Sovrapposizione delle curve pushover

Relativamente all’analisi più svantaggiata (n° 23) si riportano i dettagli:

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VERIFICHE STATICHE DELLE MURATURE
Le verifiche statiche delle murature risultano in generale soddisfate, ad eccezione per alcune porzioni
murarie dettagliate nel seguito per le quali si prevedono iniezioni di malte senza cemento a base di calce

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VERIFICA DEL NUOVO IMPALCATO METALLICO
Il nuovo impalcato metallico è stato verificato alle azioni globali mediante il modello di calcolo.
Nel seguito si procede anche con una verifica di tipo locale delle nuove putrelle nei confronti di carichi
derivanti da crolli di porzioni più o meno estese del solaio laterocemento superiore di copertura.
Verranno quindi messe in opera due HEB160 affiancate e tra loro saldate S355, controventate nel loro
piano e a interasse di circa 1,75 m.
Verrà quindi messa in opera anche una robusta lamiera grecata per realizzare un impalcato continuo ed
evitare cadute di materiale ai piani inferiori.
Il carico complessivo del solaio può essere stimato in 300 daN/mq (peso proprio+coppi+neve).
Il carico del solaio è da considerarsi di tipo eccezionale (urti e impatti, par. 2.5.1 NTC 18) con
coefficienti parziali sui carichi considerati unitari.
Il carico statico del solaio è stato amplificato moltiplicandolo per 5 per tenere conto degli effetti
dinamici, in analogia a quanto previsto dal par. 3.6.3.3.1 delle NTC 18 per gli urti derivanti da carrelli
elevatori.
I carichi agenti possono essere quindi così stimati, considerando metà interasse essendo la verifica
riferita a una sola putrella.

Peso putrella 30 daN/m


Peso lamiera grecata 15 0,87 13 daN/m
Peso controsoffitto 15 0,87 13 daN/m
Carico dinamico 300 5 0,87 1305 daN/m
1361 daN/m

L  9,20 m

Msd = 12800 daNm 9

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Resistenza flessionale di una putrella HEB 160:

ASTA INFLESSA - PROFILO LAMINATO O SALDATO AD "H"


EN 1993-1-1: 2005

Asta: HEB160 Mc,Rd= 119,7 kNm ( cfr: EN-1993-1-1 6.2.5 )

Mb,Rd1= 57,8 kNm ( cfr: EN-1993-1-1 6.3.2.2 )

Mb,Rd2= 65,2 kNm ( cfr: EN-1993-1-1 6.3.2.3 )

Mb,Rd3= 64,5 kNm ( NTC 2008 )

Mf= 54,6 kNm ( f= L/100 ) Dati d'input:

Jy= 2492,0 cm4 γ M0= 1,05


Wel,y= 311,5 cm3 k= 1,00 γ M1= 1,05
Wp,y= 354,0 cm3 k-w= 1,00
It= 31,2 cm4 N= 100 ( f<= L/N )
i-y= 6,8 cm L= 9,2 m β0= 1,00 ( qf actored = β0 x qf )
i-z= 4,0 cm fy = 355 N/mm2
A= 54,3 cm2 z g/H= 0,50 E= 210000 N/mm2
Jz= 889,2 cm4 G= 80770 N/mm2
Iw= 47940,0 cm6 C1= 1,127 _
It= 31,2 cm4 C2= 0,454 LT,0  0,4 (Parameters for
H= 160,0 mm  0,75 EN-1993-1-1 6.3.2.3)
Param. Per
b-f= 160,0 mm kc= 0,940 (Table 6.6) MA= 0 kNm
Instruzione
r= 15,0 mm MB= 0 kNm LLPP
h-w= 104,0 mm
t-w= 8,0 mm 235 0,814
 
t-f= 13,0 mm fy

Resistenza a flessione ( cfr. 6.2.5 ):


fy
bcf t f  4,7 Classe ala: 1 M c ,Rd  Wy  119,7 kNm
Classe anima: 1 M0
hw tw  13,0 Classe sezione: 1

Non si tiene conto dei valori ridotti per instabilità laterale in quanto l’asta è stabilizzata dalla lamiera
grecata superiore, dai tiranti di piano e dalla putrella accoppiata saldata lungo le ali.
La resistenza può essere considerata pari a circa 120 kNm, valore compatibile con Msd.
Il calcolo effettuato può essere considerato a favore di sicurezza in quanto ipotizza un impatto istantaneo
di tutto il solaio di copertura con il massimo sovraccarico sulla putrella.

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VERIFICA DELL’ANCORAGGIO DELLE PUTRELLE AI CORDOLI IN C.A. ESISTENTI
Le sollecitazioni sono state dedotte dal modello di calcolo e tengono conto sia di quelle afferenti le
putrelle che quelle afferenti i tiranti di controventamento.

La configurazione adottata non è ricompresa tra quelle previste per il calcolo sismico, comunque anche
aggravando gli indici di sfruttamento di circa il 20% per tener conto degli effetti sismici si ottiene ancora
una verifica sostanziale dell’ancoraggio.

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3. RELAZIONE SUI MATERIALI
3.1 Elenco dei materiali impiegati e loro modalità di posa in opera

3.2 Valori di calcolo

Nel seguito si riportano i valori di calcolo relativamente ai nuovi materiali. Per i materiali esistenti si
veda il successivo punto 6.3.

Corpo A
Acciaio inox per trefoli:
Acciaio inox AISI 316 conforme a EN 10088:
Nome E Peso specifico ftk
2
[N/mm ] [kN/m3] [N/mm2]
Inox AISI 316 200.000 79 1570

Muratura per ripristini(Riferimento D.M. 17.01.2018, par. 11.10)


Caratteristiche minime dei materiali impiegati per i ripristini delle murature oggetto di intervento ove
necessario.
Modulo di elasticità normale secante E: E = 1000*fk
Modulo di elasticità tangenziale secante G: G = 0.4*E
Parametri caratteristici:
fk: resistenza caratteristica a compressione della muratura;
fvk0: resistenza caratteristica a taglio in assenza di carichi verticali; fvk0 = 0.7 fvm;
fvk: resistenza caratteristica a taglio in presenza di tensioni di compressione;
fvk = fvk0 + 0.4σn;
Valore della fk per murature in elementi artificiali pieni e semipieni

Resistenza caratteristica a compressione fbk dell’elemento Tipo di malta


N/mm2
M15 M10 M5 M2,5

7.5 5.0 4.5 4.1 3.5

10.0 6.2 5.3 4.7 4.1

15.0 8.2 6.7 6.0 5.1

20.0 9.7 8.0 7.0 6.1

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Il ripristino delle murature dovrà essere effettuato con mattoni pieni con caratteristiche compatibili con
quelli esistenti che garantiscano un fbk minimo pari a 20 MPa e con malta senza cemento classe M15.
Corpo C
Acciaio per carpenteria metallica (nuovi tiranti e tiranti della struttura reticolare di piano)
Nome E G Peso specifico ftk fyk
[N/mm2] [N/mm2] [kN/m3] [N/mm2] [N/mm2]
S275 210.000 80.769 79 430 275

Acciaio per carpenteria metallica (capichiave a paletto di contrasto dei tiranti e putrelle della struttura
reticolare di piano)
Nome E G Peso specifico ftk fyk
2 2
[N/mm ] [N/mm ] [kN/m3] [N/mm2] [N/mm2]
S355 210.000 80.769 79 510 355

Muratura per nuovo muro ed eventuali ripristini(Riferimento D.M. 17.01.2018, par. 11.10)
Caratteristiche minime dei materiali impiegati per i ripristini delle murature oggetto di intervento ove
necessario.
Modulo di elasticità normale secante E: E = 1000*fk
Modulo di elasticità tangenziale secante G: G = 0.4*E
Parametri caratteristici:
fk: resistenza caratteristica a compressione della muratura;
fvk0: resistenza caratteristica a taglio in assenza di carichi verticali; fvk0 = 0.7 fvm;
fvk: resistenza caratteristica a taglio in presenza di tensioni di compressione;
fvk = fvk0 + 0.4σn;
Valore della fk per murature in elementi artificiali pieni e semipieni

Resistenza caratteristica a compressione fbk dell’elemento Tipo di malta


N/mm2
M15 M10 M5 M2,5

7.5 5.0 4.5 4.1 3.5

10.0 6.2 5.3 4.7 4.1

15.0 8.2 6.7 6.0 5.1

20.0 9.7 8.0 7.0 6.1

Per la nuova muratura interna si useranno mattoni semipieni con fbk minimo 10 MPa e malta M10.

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Gli eventuali ripristini delle murature esistenti dovranno essere effettuati con mattoni pieni con
caratteristiche geometriche compatibili con quelli esistenti che fbk minimo 10MPa e con malta senza
cemento classe minima M5.

Sistema FRCM PBO-MESH 22/22


Sistema FRCM per muratura composto dalla rete bidirezionale in PBO da 22+22 g/m2 e dalla matrice
inorganica.

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Calcestruzzo per cordolo sulla nuova muratura
Riferimenti:D.M. 17.01.2018, par. 11.2;Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo
strutturale;UNI EN 206-1/2016;
Tipologia strutturale: Elevazione
Classe di resistenza necessaria ai fini statici: 25 N/mm2 (250 daN/cm2)
Condizioni ambientali: Strutture interne di edifici non industriali con
umidità bassa.
Classe di esposizione: XC2
Rapporto acqua/cemento max: 0.60
Classe di consistenza: S4
Diametro massimo aggregati: 16 mm
Parametri caratteristici e tensioni limite

Rck fck fcd fctm u.m.

25 20.75 11.75 2.26 [N/mm2]

Acciaio per calcestruzzo armato (Rif. D.M. 17.01.2018, par. 11.3.2)

ACCIAIO PER C.A. B450C

fyk tensione nominale di snervamento: ≥ 4580 kg/cm2 (≥ 450 N/mm2)


ftk tensione nominale di rottura: ≥ 5500 kg/cm2 (≥ 540 N/mm2)
ftd tensione di progetto a rottura: fyk / S = fyk / 1.15 = 3980 kg/cm2 (= 391 N/mm2)

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4. ELABORATI GRAFICI ESECUTIVI E PARTICOLARI COSTRUTTIVI
4.1 ES Rilievo geometrico-strutturale

Per il rilievo geometrico-strutturale si vedano le tavolestrutturali e architettoniche allegate.

4.2 ES Documentazione fotografica

In aggiunta alle foto inserite nella relazione si aggiungono le seguenti.

Vista corpo C dal Chiostro

Scala accesso all’interrato corpo C

Plastico con vista di insieme del complesso

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4.3 ES Quadro fessurativo e/o di degrado

Corpo A: in alcuni archi della facciata sono presenti cedimenti puntuali in corrispondenza dell’imposta
degli archi, proprio sopra ai capitelli in pietra; tali cedimenti sono dovuti all’esiguo spessore della
muratura oltre ad assestamenti strutturali che hanno portato alla rottura di vari mattoni in cotto; alcuni
capitelli, usurati dal tempo e da eventi naturali, presentano distacchi ed erosioni. Per il resto la struttura si
mostra in un discreto stato di conservazione.
Corpo C: l’arco e le volte del piano terrasono gli elementi strutturali in cui si sono manifestati i
principali problemi strutturali, con evidenti lesioni di recente insorgenza.
Le lesioni sono ben visibili all’intradosso delle volte e dell’arco e sono principalmente imputabili
all’eccesso di carico che grava sulle strutture voltate, dovuto principalmente agli interventi degli anni ’20
per la sopraelevazione e all’aggiunta degli anni ’70 dei solai in laterocemento.
Sull’arco poi poggia un muro in mattoni pieni che prima del rifacimento della copertura andava a
sostenere la trave di colmo del vecchio tetto in legno, che presenta evidenti lesioni con andamento circa a
45° compatibili con il cedimento dell’arco sottostante e si dimostrerà in seguito nelle analisi di dettaglio
che il contrasto delle spinte è insufficiente.
Si vedano anche le foto precedentemente inserite per maggiore dettaglio.
Gli altri edifici del complesso si mostrano in buono stato di conservazione, per cui il progetto preliminare
approvato dalla Giunta Comunale ha individuato interventi strutturali solo per il Corpo A e il Corpo C.

4.4 Elaborati grafici generali

4.5 Particolari costruttivi

Si vedano le tavole allegate

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5. PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL’OPERA
(Ai sensi del D.M. 17.01.2018)
1. Premessa.
Il presente Piano di manutenzione della parte strutturale dell’opera è da considerarsi come elemento
complementare al progetto strutturale che ne prevede, pianifica e programma l’attività di manutenzione
dell’intervento al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza ed
il valore economico.

Tale piano di manutenzione delle strutture, coordinato con quello generale della costruzione, costituisce
parte essenziale della progettazione strutturale. Viene corredato del manuale d’uso, del manuale di
manutenzione e del programma di manutenzione delle strutture.

2. Scheda identificativa dell’opera.


I lavori consistono nella ristrutturazione con miglioramento sismico.
Nel seguito si forniscono alcuni dati necessari.

 Indirizzo: Piazza Santa Chiara 1 – 29022 Bobbio (Pc)


 Proprietà: Amministrazione Comunale di Bobbio (Pc)
 Progettazione strutturale: ing. Luigi Freschi
 Progetto architettonico: arch. Marzia Polinelli
 Collaudatore:

Il Progettista strutturale
(ing. Luigi Freschi)

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DESCRIZIONE DELL’ELEMENTO STRUTTURALE: Opere di elevazione in cemento
armato.
Elementi del sistema edilizio aventi il compito di resistere alle azioni verticali ed orizzontali agenti sulla
parte di struttura fuori terra e di trasmetterle alle opere di fondazione.

LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI


 Resistenza ai carichi e alle sollecitazioni previste in fase di progettazione.
 Buon comportamento alle azioni termiche e ai fenomeni naturali.
 Adeguata resistenza al fuoco.

MODALITA’ DI CONTROLLO
 Controllo visivo atto a riscontrare possibili anomali che precedano fenomeni di cedimenti
strutturali.

PERIODICITA’
 Annuale.

PROBLEMI RISCONTRABILI
 Insorgere di efflorescenze.
 Formazione di fessurazioni o crepe.
 Disgregazione del copriferro con evidenza barre di armatura
 Corrosione delle armature.
 Movimenti relativi fra i giunti.

POSSIBILI CAUSE
 Alternanza di penetrazione e di ritiro dell’acqua.

TIPO DI INTERVENTO (in ogni caso consultare preventivamente un tecnico strutturale).


 Riparazioni localizzate delle parti strutturali.
 Ripristino di parti strutturali in calcestruzzo armato.
 Protezione dei calcestruzzi da azioni disgreganti,
 Protezione delle armature da azioni disgreganti.

STRUMENTI ATTI A MIGLIORARE LA CONSERVAZIONE DELL’OPERA


 Vernici, malte e trattamenti speciali.
 Prodotti contenenti resine idrofuganti e altri additivi specifici.

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DESCRIZIONE DELL’ELEMENTO STRUTTURALE: Opere in acciaio.
Elementi del sistema edilizio orizzontali e verticali, aventi il compito di resistere alle azioni di progetto e
di trasmetterle alle fondazioni ed alle altre parti strutturali ad essi collegate.

LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI


 Elevata resistenza meccanica.
 Adeguata resistenza al fuoco.

MODALITA’ DI CONTROLLO
 Controllo visivo atto a riscontrare possibili anomali che precedano fenomeni di cedimenti
strutturali.

PERIODICITA’
 Annuale.

PROBLEMI RISCONTRABILI
 Possibili distacchi fra i vari componenti.
 Perdita della capacità portante.
 Rottura dei punti di saldatura.
 Cedimento delle giunzioni bullonate.
 Fenomeni di corrosione.
 Perdita della protezione ignifuga.

POSSIBILI CAUSE
 Anomali incrementi dei carichi da sopportare.
 Fenomeni atmosferici.
 Incendi.

TIPO DI INTERVENTO (in ogni caso consultare preventivamente un tecnico strutturale).


 Riparazioni localizzate delle parti strutturali.
 Verifica del serraggio fra gli elementi giuntati.
 Ripristino della protezione ignifuga.
 Verniciatura.

EVENTUALI ACCORGIMENTI ATTI A MIGLIORARE LA CONSERVAZIONE DELL’OPERA


 Vernici ignifughe.
 Altri additivi specifici.

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DESCRIZIONE DELL’ELEMENTO STRUTTURALE: Opere di fondazione
Elementi del sistema edilizio atti a trasmettere al terreno le azioni esterne e il peso proprio della struttura

LIVELLO MINIMO DELLE PRESTAZIONI


 Resistenza ai carichi e alle sollecitazioni previste in fase di progettazione.

MODALITA’ DI CONTROLLO
 Controllo visivo atto a riscontrare possibili anomali che precedano fenomeni di cedimenti
strutturali.

PERIODICITA’
 Annuale.

PROBLEMI RISCONTRABILI
 Formazione di fessurazioni o crepe.
 Corrosione delle armature.
 Disgregazione del copriferro con evidenza barre di armatura

POSSIBILI CAUSE
 Alternanza di penetrazione e di ritiro dell’acqua.

TIPO DI INTERVENTO (in ogni caso consultare preventivamente un tecnico strutturale).


 Riparazioni localizzate delle parti strutturali.
 Ripristino di parti strutturali in calcestruzzo armato.
 Protezione dei calcestruzzi da azioni disgreganti.
 Protezione delle armature da azioni disgreganti.

STRUMENTI ATTI A MIGLIORARE LA CONSERVAZIONE DELL’OPERA


 Vernici, malte e trattamenti speciali.
 Prodotti contenenti resine idrofuganti e altri additivi specifici.

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6. RELAZIONE SUI RISULTATI SPERIMENTALI – INDAGINI SPECIALISTICHE
6.1 Relazione geologica: indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del sito

6.2 Relazione geotecnica: indagini, caratterizzazione e modellazione del volume


significativo di terreno

Per determinare le caratteristiche geo-morfologiche del sito sono state effettuate indagini geologiche. La
categoria di sottosuolo è risultata essere la B (NTC 18), corrispondente a un coefficiente di amplificazione
stratigrafica Ss = 1,20, mentre la categoria topografica è rappresentata dalla categoria T1 (terreno
pianeggiante), corrispondente a un coefficiente di amplificazione topografica St = 1,00. Non vi sono in
atto movimenti franosi né le fondazioni denotano segni di dissesto ad essi riconducibili. La stratigrafia
risultante delle indagini geologiche è la seguente:

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Le fondazioni del corpo C sono quindi intestate sulle ghiaie a matrice limo sabbiosa.

6.3 ES Relazione sulla caratterizzazione meccanica dei materiali

Si è proceduto al rilievo materico e dei dettagli costruttivi dei due fabbricati, in particolare per il corpo C,
spesso avvalendosi della dettagliata relazione di vulnerabilità sismica redatta dall’ing. Aldo Galleti oltre
che delle informazioni da lui assunte personalmente, grazie alla sua esperienza quarantennale, avendone
lui seguito in questo lasso di tempo buona parte di tutte le trasformazioni intervenute sul complesso
storico.
Le tipologie murarie sono ben individuabili e con riferimento alla tabella C8.5.1 della Circolare di
applicazione delle NTC 18 si individuano le seguenti tipologie.

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Corpo A: “Muuratura in mattoni
m pienni e malta di calce” (lim
mitatamente alle zone dii intervento
o)
Le caratteristicche di resisttenzadei maateriali dedootte dalla taabella C8.5.1 della Circcolare. Ne segue
s quinddi il
calcolo dei paarametri meccanici, coon riferimeento alla taabella Minissteriale e aal Fattore di
d Conoscennza
calcolato al paaragrafo preecedente.
Fatttori correttiivi come daa valori dellaa Tab. C8.55.2: nessuno
o.

Fatttori correttiivi come daa valori dellaa Tab. C8.55.2: nessuno


o.

CARATTERIISTICHE MECC CANICHE MEDIIE ADOTTATE COEFF


FICIENTI CORR
RETTIVI
(valori comprensivi
c di coefficienti correttivi
c ) (COMPRES
SE EVENTUALLI INIEZIONI)

Qualtà
fm o fVo Em G W Iniezione
Malta Ricorsi o ammorsatur D
Diatono
di miscele
a
Buona listature a tra i esistente
e
M
Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa KN
N/mc leganti
blocchi

3,5 0,09
90 0,2 1500 500 1
18 NO NO Media NO NO

Scuuola Secondariia 1° Grado “V


Vittorino da Feltre”
F - Bobbiio – Verifichee strutturali pag. 90
0 di 94
fm 3,450 Mpa resistenza media a compressione
fmd 0,958 Mpa resistenza di calcolo a compressione verticale
ftd 0,045 Mpa resistenza di calcolo a trazione per fessurazione diagonale
fvod 0,056 Mpa resistenza di calcolo a taglio scorrimento (fvo/(FC*  M ))
mu 3,50E-03 deformazione ultima a compressione
M 3,0 coefficiente di sicurezza materiale
w 1800 Kg/m3 densità di massa della muratura
E 1500 Mpa modulo normale elastico (si può assumere pari a 1000 x fm)
fv,lim 1,420 Mpa resistenza limite a taglio per taglio scorrimento
FC 1,20 fattore di confidenza

Corpo C: il fabbricato presenta i piani interrato e terra di costruzione più antica (prima dell’anno 1000) e
un piano primo frutto di sopraelevazione più recente risalente al secolo scorso.

Ne segue che la muratura del piano terra può essere ascrivibile alla tipologia “Muratura a conci sbozzati
con paramenti di spessore disomogeneo”. E’ presente un foro nella muratura esterna verso il cortile
esterno che ha permesso di indagarla visivamente fino a una profondità di circa 40/50 cm senza rilevare
discontinuità e constatando una malta ben compatta.

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Anche le informazioni acquisite dall’ing. Galleti confermano la presenza di malta compatta e di discreta
qualità con paramenti ben collegati tra loro. La buona qualità dei materiali è coerente con la destinazione
d’uso originaria del fabbricato, essendo un importante monastero e non un semplice edificio rurale
costruito in economia.
Ne segue quindi il calcolo dei parametri meccanici, con riferimento alla tabella Ministeriale e al Fattori di
Conoscenza calcolato al paragrafo precedente.
Fattori correttivi come da valori della Tab. C8.5.2: nessuno.
Muratura a conci sbozzati con paramenti di spessore disomogeneo

CARATTERISTICHE MECCANICHE MEDIE ADOTTATE COEFFICIENTI CORRETTIVI


(valori comprensivi di coefficienti correttivi ) (COMPRESE EVENTUALI INIEZIONI)

Qualtà
fm o fVo Em G W Iniezione
Malta Ricorsi o ammorsatur Diatono
di miscele
Buona listature a tra i esistente
Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa KN/mc leganti
blocchi

2,0 0,043 0,0 1230 410 20 NO NO Media NO NO

fm 2,000 Mpa resistenza media a compressione


fmd 0,556 Mpa resistenza di calcolo a compressione verticale
ftd 0,022 Mpa resistenza di calcolo a trazione per fessurazione diagonale
fvod 0,000 Mpa resistenza di calcolo a taglio scorrimento (fvo/(FC*  M ))
mu 3,50E-03 deformazione ultima a compressione
M 3,0 coefficiente di sicurezza materiale
w 2000 Kg/m3 densità di massa della muratura
E 1230 Mpa modulo normale elastico (si può assumere pari a 1000 x fm)
fv,lim 0,652 Mpa resistenza limite a taglio per taglio scorrimento
FC 1,20 fattore di confidenza

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La muratura del piano primo, risalente agli anni ’20 del secolo scorso, risulta in pietra di spessore più
ridotto (circa 60 cm) e può essere ascritta alla categoria “Murature in pietre a spacco con buona tessitura”.
Anche in questo la malta si presenta compatta e di discreta qualità.
Ne segue quindi il calcolo dei parametri meccanici, con riferimento alla tabella Ministeriale e al Fattori di
Conoscenza calcolato al paragrafo precedente.
Fattori correttivi come da valori della Tab. C8.5.2: nessuno.
Murature in pietre a spacco con buona tessitura

CARATTERISTICHE MECCANICHE MEDIE ADOTTATE COEFFICIENTI CORRETTIVI


(valori comprensivi di coefficienti correttivi ) (COMPRESE EVENTUALI INIEZIONI)

Qualtà
fm o fVo Em G W Iniezione
Malta Ricorsi o ammorsatur Diatono
di miscele
Buona listature a tra i esistente
Mpa Mpa Mpa Mpa Mpa KN/mc leganti
blocchi

3,2 0,065 0,0 1740 580 21 NO NO Media NO NO

fm 3,200 Mpa resistenza media a compressione


fmd 0,889 Mpa resistenza di calcolo a compressione verticale
ftd 0,033 Mpa resistenza di calcolo a trazione per fessurazione diagonale
fvod 0,000 Mpa resistenza di calcolo a taglio scorrimento (fvo/(FC*  M ))
mu 3,50E-03 deformazione ultima a compressione
M 3,0 coefficiente di sicurezza materiale
w 2100 Kg/m3 densità di massa della muratura
E 1740 Mpa modulo normale elastico (si può assumere pari a 1000 x fm)
fv,lim 1,276 Mpa resistenza limite a taglio per taglio scorrimento
FC 1,20 fattore di confidenza

Sono poi presenti opere in calcestruzzo armato risalenti alla fine degli anni ’70 (solaio laterocemento di
copertura del piano primo e copertura). Sono state effettuate varie prove sclerometriche riscontrando valori
di Rck superiori a 20 MPa. Le caratteristiche meccaniche che ne derivano sono le seguenti:

Resistenza caratteristica cubica media Rck,m 22,00 N/mm²


Resistenza cilindrica caratteristica media fck,m = 0,83 Rcm 18,26 N/mm²
Fattore di Confidenza FC (LC 1) 1,35
Coefficiente parziale di sicurezza gamma m 1,50
Resistenza cilindrica media a compressione del cls fcm = fck +8 26,26 N/mm²
Resistenza a compressione cilindrica del calcestruzzo fcd = fck,m/gamma m/FC 9,02 N/mm²
fcd
Modulo elastico istantaneo Ecm = 22.000 [fcm / 10]0,3 29391 N/mm²

L’acciaio in tondini impiegato, considerata l’epoca, può essere considerato di categoria FeB38k, con le
seguenti caratteristiche meccaniche:

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Acciaio FeB38k
Tensione di rottura ftk 460 N/mm²
Tensione di snervamento fyk 380 N/mm²
s = 1,15
Fattore di Confidenza FC (LC 1) 1,35
fd = 245 N/mm²

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