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Dipartimento di INGEGNERIA

Corso di
Statica e Sismica delle Costruzioni in Muratura

PROPRIETA’ DEI MATERIALI


E
TIPOLOGIE DELLA MURATURA
Prof. Ing. Roberta Santoro

A.A. 2018-2019
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Premessa
• Il termine “muratura” indica tecniche assai diverse per tipo e forma dei materiali
da cui è costituita e per modalità costruttive.

• L’esame delle tipologie di murature storiche rende evidente la varietà di sistemi


costruttivi che si raccoglie sotto il termine “muratura”.

• La valutazione delle caratteristiche meccaniche di una muratura è un aspetto da


non sottovalutare e che richiede innanzitutto la conoscenza dei materiali impiegati
e della loro resistenza.

• Le caratteristiche meccaniche di una muratura, con riferimento alle NTC, si


determinano a partire dalle caratteristiche degli elementi che le compongono.

• Tuttavia la resistenza della muratura, al di là dei fenomeni di degrado che ne


riducono progressivamente il valore, è spesso di valutazione assai incerta, in
quanto non sempre è possibile correlarla alla resistenza dei suoi componenti: un
ruolo importante, infatti, è giocato dal modo con cui tali componenti (pietra,
mattoni, malta ecc.) sono disposti e collegati tra loro.
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Premessa
• Il comportamento della muratura dipende non soltanto dalle caratteristiche dei
suoi componenti ma anche dalle caratteristiche dei singoli paramenti che la
costituiscono. Quello che si osserva sul prospetto può essere spesso non
rappresentativo della corrispondente sezione muraria, la cui conoscenza è
fondamentale per la comprensione del comportamento della muratura.
• Normative e modelli empirici non vanno bene per le murature storiche.
Sezioni
paramento
MURATURA CON
PARAMENTO DI PIETRA
SQUADRATA

Fronte Sezioni

MURATURA A CORSI
REGOLARI
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Premessa

• La resistenza d’insieme, in certi tipi di muratura, può ridursi nel tempo, anche se
non vi sono segni evidenti di degrado; questa riduzione è tanto più marcata
quanto più sono elevati i carichi e quindi quanto più le tensioni di esercizio sono
prossime alla resistenza dei materiali.

• Si deve tenere presente che blocchi in laterizio di diversa origine, ancorché con
analoghi parametri fisico-geometrici, possono presentare resistenze meccaniche
diverse, in relazione alle caratteristiche della materia prima (argilla) che li
caratterizza. Di conseguenza è importante che il calcolatore delle opere strutturali
disponga di dati di resistenza meccanica corrispondenti a quelli dei materiali
(blocchi e malte) che effettivamente verranno impiegati nella realizzazione di
murature portanti, al fine di una corretta valutazione delle caratteristiche
meccaniche della muratura.
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I materiali per muratura
• Gli elementi che concorrono alla formazione di una muratura portante in laterizio
sono due:
- i blocchi in laterizio;
- la malta di allettamento.

• È quindi evidente che la resistenza meccanica di una muratura dipende


innanzitutto dalle caratteristiche meccaniche degli elementi costituenti;
solitamente l'elemento "debole" della muratura è rappresentato dalla malta. Non
va peraltro trascurata l'influenza delle modalità di posa in opera.

• La soluzione del problema richiede quindi in primo luogo la conoscenza delle


caratteristiche meccaniche dei blocchi e della malta; esse vengono determinate
tramite esecuzione di prove con modalità ben definite dalla normativa tecnica
vigente.

• In particolare, per quanto riguarda le murature di nuova costruzione, le NTC fanno


diretto riferimento alla marcatura CE (norma armonizzata UNI EN 771-1). Questa
rappresenta la prima evidente novità rispetto alle previgenti disposizioni.
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Le malte
• Ai fini della definizione delle caratteristiche meccaniche della muratura, come è
ovvio, le malte rappresentano un elemento fondamentale.

• La malta è normalmente composta da un legante, un aggregato e acqua.

• Le cause di degrado delle malte sono simili a quelle dei mattoni; le tensioni nella
malta possono inoltre risultare assai elevate rispetto alla resistenza, accelerando
in questo modo il processo di degrado.

• La durabilità delle malte dipende dalla porosità, e quindi dai materiali utilizzati,
dalle proporzioni nei quali questi sono miscelati tra loro e dal metodo di
lavorazione adottato.

• Il degrado della malta spesso influenza solo le aree più superficiali della struttura
in mattoni, cosicché la stabilità di insieme può restare assicurata anche quando il
degrado risulta molto sviluppato.
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Le malte
Possono essere classificate in:

• malte di allettamento: utilizzate come letto di posa per elementi con diversa
funzione (spessore generalmente inferiore al centimetro). Sono utilizzate per
chiudere fessure o per rifiniture.
• malta di finitura: utilizzata per rifinire sistemi a malta grezzi, è generalmente
caratterizzata da una distribuzione di inerti prevalentemente fini, di dimensione ben
inferiore al millimetro. Gli intonaci rientrano in questa tipologia di malta.
• malte da iniezione: vengono utilizzate per interventi di riadesione di sistemi
precedentemente disconnessi o distaccati. Sono caratterizzate da un'elevata fluidità
ottenuta mediante eccesso d'acqua di impasto o l'uso di additivi fluidificanti e
superfluidificanti.

Un’altra classificazione interessa il legante:

• ACQUA • AEREA – se il legante è calce aerea

MALTE • INERTE (SABBIA) • IDRAULICA – se il legante è calce idraulica

• LEGANTE • CEMENTIZIA – se il legante è cemento

• BASTARDA – se composta da due leganti


quali calce e cemento
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Le malte
• Malte di calce aerea: sono composte da calce spenta, sabbia (silicea o calcarea) e
acqua, induriscono per reazione con il biossido di carbonio presente nell’aria (da
qui il nome calce aerea).
In ambiente umido, dove è più difficile la penetrazione dell’aria, le malte di calce
aerea possono non riuscire a indurire completamente e, a causa dell’elevato ritiro,
possono formarsi fessure o lesioni. Per questa ragione le malte di calce aerea non
sono adatte per essere iniettate per consolidare la muratura.

• Malte di calce idraulica: queste malte sono analoghe a quelle di calce aerea, con la
differenza che la calce è ottenuta portando a elevata temperatura, in un forno, la
marna (o una combinazione di pietre calcaree e arenarie); questo tipo di malta è un
prodotto piuttosto recente (XVIII sec.) e ha caratteristiche simili al cemento, che
sarà scoperto un secolo dopo.
Le malte idrauliche possono indurire sotto acqua, in assenza di aria, e sono
generalmente di buona qualità.
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Le malte
• Malte cementizie: Sono le più recenti e resistenti, hanno minore porosità delle
precedenti e buona resistenza nei confronti del degrado. Le malte cementizie
possono essere iniettate per rinforzare le murature.
Si deve fare attenzione, tuttavia, perché possono non essere chimicamente
compatibili con alcuni tipi di muratura, e la formazione di sali solubili di sodio può
creare cristalli nell’interno della muratura nonché efflorescenze sulle superfici; le
malte di cemento non possono quindi essere utilizzate per iniezioni in muri con
intonaci pregiati e tanto meno in presenza di affreschi.

• Malte bastarde. Si ottengono mischiando calce e cemento (calce, cemento, sabbia


e acqua). Queste malte possono essere utili anche per rinforzare e costruire gli
intonaci.
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Le NTC per le malte

• Le NTC prevedono la classificazione di 2 tipi di malte:


a) malte a prestazione garantita;
b) malte a composizione prescritta.

• Le prime sono soggette ad una produzione con controllo di qualità e Marcatura


CE e quindi offrono una garanzia maggiore in termini statistico-prestazionali. Le
malte a composizione prescritta si basano invece sulla classica composizione
volumetrica che può essere eseguita in cantiere. A questa seconda tipologia la
norma assegna una “affidabilità” inferiore rispetto a quelle a composizione
garantita e dunque la scelta del tipo di malta implica l’adozione di un coefficiente
di sicurezza dei materiali che è più penalizzante nel secondo caso.
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Le NTC per le malte

• In particolare, con il “Sistema di Attestazione della Conformità 2+” si evidenzia


che il controllo di produzione viene eseguito da un ente terzo accreditato dalla
normativa europea.
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Le NTC per le malte
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Le NTC per le malte
• Le classi di malte a composizione prescritta sono definite in rapporto alla
composizione in volume.

• La normativa italiana (D.M. Infrastrutture 14 Gennaio 2008, Circolare 2 Febbraio


2009 n°617/C.S.LL.PP) al § 11.10.2 – Malte per muratura definisce sei differenti tipi
di malta, in base alla composizione in volume, di cui indica la Classe e il valore
limite che la Resistenza media a compressione fm (N/mm2) deve possedere

• Per le nuove costruzioni in zona sismica è consentito solamente l'impiego di malta


cementizia
• L'individuazione della classe di appartenenza della malta è importante ai fini della
successiva determinazione della resistenza caratteristica della muratura.
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Le malte

• Malte di composizione diversa (preventivamente sperimentate con le modalità


riportate nella norma UNI EN 1015-11:2007) possono essere considerate equivalenti
a quelle indicate come M2.5, M5, M10, M15 , M20 , Md qualora la resistenza media a
compressione non risulti inferiore a quanto previsto nella Tab. 11.10.III delle NTC di
seguito riportata:

• La definizione della sigla per le classi di malta secondo le nuove NTC italiane
deriva da quella impiegata dalle norme tecniche europee. Infatti l’Eurocodice 6
prevede la classificazione delle malte secondo la resistenza media a compressione,
indicando la classe con una M seguita dal valore della resistenza in N/mm2.

• Si noti che l’indicazione per la classe di malte a composizione prescritta ha una


“taratura” diversa rispetto a quelle a composizione garantita, ovvero le classi M8 e
M12 compaiono solo per le prime. Anche in questo caso il numero che segue la
lettera M indica il limite inferiore di resistenza media espressa in N/mm2.
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Le malte

• Gli strati orizzontali di malta devono possedere


spessore non superiore a 0.5-1.0 cm per evitare, tra
l'altro, che la loro espansione sotto carico generi
sforzi orizzontali di trazione nella muratura: questi,
infatti, possono dar luogo a una maggiore
vulnerabilità del tessuto murario con la formazione
di lesioni sub-verticali che finiscono per
configurare, sotto l'aspetto strutturale, una
molteplicità di pilastri affiancati.

• Nel D.M. del 14-01-2008 si consigliano di


adottare i seguenti pesi medi per unità di
volume:
- malta di calce 18,00 kN/m3
- malta di cemento 21,00 kN/m3
- malta bastarda 19,00 kN/m3
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Le malte
• Per quanto riguarda le caratteristiche di resistenza delle malte, recenti ricerche
hanno dimostrato che esistono notevoli differenze tra i valori ottenuti attraverso le
prove di compressione effettuate su provini di malta (cubici o prismatici) e i valori
determinati mediante prove di compressione del giunto inserito nella muratura.

• I motivi di tale divario dipendono, oltre che dalla diversa geometria del provino e
del giunto, anche dalla differente quantità di acqua presente nella fase di
maturazione che, nel caso dei giunti in opera, subisce una notevole riduzione a
causa dell'assorbimento compiuto dagli elementi lapidei.
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Le malte
• I valori della Resistenza media a compressione fm sono stati ricavati da prove di
compressione mono-assiale su cubetti (le più antiche) aventi i lati compresi tra 3
cm e 7 cm; su prismi (le più recenti) di dimensioni 4x4x8 cm o 4x4x16 cm. La
norma di riferimento è UNI EN 1015-11 Metodi di prova per malte per opere murarie-
Parte 11: Determinazione della resistenza a flessione e a compressione della malta
indurita).
• La verifica sulla malta deve essere effettuata su n. 3 provini prismatici 40 x 40 x
160 mm da sottoporre a flessione, e quindi a compressione sulle 6 metà risultanti,
secondo la norma armonizzata UNI EN 998-2;

Esecuzione di prove sulle malte:a flessione (a) e compressione (b).


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Le malte: prove di flessione
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Le malte: prove di compressione
• Prova a compressione sui monconi rotti per flessione
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Le malte
• Le NTC non ammettono in alcun caso l'impiego, per muratura portante, di malte
con resistenza fm<2,5 N/mm² (M 2,5).

• In particolare, per muratura da realizzare nelle zone 3, 2, 1 viene prescritto


l'impiego di malta di allettamento con resistenza media non inferiore a 5 N/mm² (M
5).

• Per muratura armata è sempre obbligatorio l'impiego di malte con resistenza media
a compressione di almeno 10 N/mm² (M 10).
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Elementi artificiali e naturali per murature:
La certificazione del prodotto
• I blocchi per muratura portante possono essere, in relazione al sistema di
attestazione della conformità utilizzato, di Categoria I o di Categoria II. In pratica,
tuttavia, questa distinzione non comporta significative differenze prestazionali in
termini di resistenza meccanica.

• In termini molto semplificativi, anche se non tecnicamente rigorosi, si può dire


che, per elementi di Categoria II la prestazione viene raggiunta ammettendo una
maggiore variabilità dei singoli valori di resistenza, mentre per elementi di
Categoria I viene raggiunta con una minore variabilità dei singoli valori di
resistenza.

• Aspetto fondamentale è che, in luogo del certificato a compressione annuale, non


più richiesto, le NTC pongono a carico del Direttore dei Lavori l'obbligo di far
eseguire prove di accettazione sugli elementi per muratura portante, come illustrato
nel seguito.
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Elementi artificiali e naturali per murature:
La certificazione del prodotto
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Elementi resistenti artificiali
• Gli elementi resistenti artificiali sono caratterizzati da una produzione in serie
sottoposta ad un sistema di certificazione del prodotto normalizzato.
• Hanno generalmente forma parallelepipeda, posti in opera in strati regolari di
spessore costante e legati tra di loro tramite malta.

• Gli elementi resistenti artificiali possono essere in:


– laterizio normale;
– laterizio alleggerito in pasta;
– calcestruzzo normale;
– calcestruzzo alleggerito.

• I mattoni si distinguono inoltre per le modalità di produzione e per la presenza o


meno di fori: ogni tipologia ha un suo impiego preferenziale e consente specifiche
soluzioni che meglio ne valorizzano le caratteristiche di base.

• Gli elementi resistenti artificiali possono essere pieni o dotati di fori in direzione
normale al piano di posa (elementi a foratura verticale) oppure in direzione
parallela (elementi a foratura orizzontale)
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Elementi resistenti artificiali
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Elementi resistenti artificiali: classificazione
• Gli elementi lapidei artificiali sono classificati (§ 4.5.2.2) in base alla percentuale di
foratura φ ed all’area media della sezione normale di ogni singolo foro f.
• I fori sono di regola distribuiti pressocchè uniformemente sulla faccia dell’elemento.
• La percentuale di foratura è espressa dalla relazione:
φ =100F/A

dove:
F= area complessiva dei fori passanti e profondi non passanti;
A= area lorda della faccia dell’elemento di muratura delimitata
dal suo perimetro.

• La produzione di laterizi si attesta su una classificazione di base normata dal DM


14.01.08 e che prevede, per gli elementi artificiali di impiego strutturale, una
distinzione in tre gruppi, in base alla percentuale di foratura:
- pieno un elemento con percentuale di foratura non superiore al 15%;
- semipieno con foratura maggiore del 15% e non superiore al 45%;
- forato un elemento con foratura maggiore del 45% e non superiore al 55%.
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Classificazione
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Murature in laterizio: Dimensioni
• La necessità di concatenare i mattoni per realizzare muri dello spessore di due o
più teste fa sì che larghezza e lunghezza del mattone siano fra loro rigorosamente
coordinate.

• Il mattone unificato inglese si


presenta con i lati nel rapporto 2:3:6.
La lunghezza è dunque modulare con
l’altezza e con lo spessore, ma altezza
e spessore non sono modulari fra di
loro.

• Il mattone unificato italiano, al contrario, con i lati nel rapporto 1:2:4, assicura
una modularità completa, consentendo pertanto una maggiore varietà di
concatenamenti.
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Murature in laterizio: Dimensioni
• La moderna tecnica delle costruzioni in muratura portante si rivolge
prevalentemente all’utilizzo di elementi artificiali semipieni, poiché in essi si
realizza il miglior compromesso in termini di economia del materiale, peso del
prodotto, caratteristiche termoigrometriche e facilità di posa.

• Inoltre rispetto al tradizionale formato del “mattone pieno” di dimensioni nominali


12cm x 25 cm x 6 cm, la diminuzione del peso dovuta alla presenza dei fori
comporta un sensibile incremento dimensionale del singolo pezzo e
conseguentemente una riduzione dei tempi di posa nella realizzazione delle
superfici dei paramenti murari.

• Per questi motivi il mercato offre oggi una notevole offerta di formati di elementi
artificiali in laterizio semipieno con caratteristiche geometriche differenziate, atte
anche a favorire la messa in opera con sistemi ad incastro appositamente studiati e
spesso brevettati.
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Elementi resistenti naturali
• Per le costruzioni in muratura portante possono anche essere utilizzati elementi
naturali.

• Si tratta di una produzione di serie basata su elementi ricavati per taglio da


materiale lapideo non friabile o sfaldabile, resistenti al gelo, possedere buona
adesività alle malte; essi non devono contenere in misura sensibile sostanze
solubili, o residui organici e devono essere integri, senza zone alterate o rimovibili.

• Ad ogni modo anche questo tipo di elementi devono possedere i requisiti di


resistenza meccanica ed adesività alle malte determinati secondo le modalità
descritte in specifici paragrafi delle NTC (§ 11.10.3).
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Caratteristiche e proprietà delle pietre

Proprietà significative:

o Densità (variabile tra i 2200 e 2600 kg/m3) influenza:


- resistenza meccanica (aumenta con l’aumentare della densità)
- comportamento termico (migliora con il diminuire della densità)
- durevolezza (migliora aumentando la compattezza e la densità)

o Lavorabilità
- segabilità (maggiore nelle pietre tenere)
- lucidabilità (maggiore nelle pietre compatte)

o Gelività (tendenza a fratturarsi per azione del gelo) aumenta con l’aumento
della porosità.
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Caratteristiche e proprietà delle pietre
• Norma Uni 8458/1983 - Prodotti Lapidei:
Secondo questa norma le rocce impiegate in edilizia ad uso ornamentale o da
costruzione vengono classificate commercialmente in MARMO, GRANITO,
TRAVERTINO e PIETRA, a seconda della loro origine, composizione, durezza dei
minerali che li compongono e la loro lucidabilità di superficie.
• Il peso di volume rappresenta il peso specifico apparente ossia il peso di un dm3
di materiale non frantumato: il peso è una delle proprietà più importanti delle
pietre in relazione a: resistenza meccanica, conducibilità termica, durevolezza
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Caratteristiche e proprietà delle pietre
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Elementi artificiali e naturali per murature:
Resistenza caratteristica a compressione
•La resistenza a compressione degli elementi lapidei, naturali e artificiali, è definita
dalle norme tramite la Resistenza caratteristica a compressione fbk che rappresenta
il valore al disotto del quale si può trovare solamente il 5% di tutte le resistenze
riscontrabili sperimentalmente, ossia quel valore che ha probabilità di essere
superato solamente nel 5% dei casi (Estratto dalla Circolare 02/02/2009, n. 617, §
C11.10.1.1.1"Si definisce resistenza caratteristica quella resistenza al di sotto della quale
ci si può attendere di trovare il 5% della popolazione di tutte le misure di resistenza”)

•Al § 11.10.1.1.1 delle NTC del 2009 sono indicate le modalità di prova per la
determinazione di tale valore per gli elementi lapidei artificiali o naturali da
utilizzarsi per le nuove costruzioni o per la riparazione di costruzioni esistenti.

•In cava (per le pietre naturali) o in stabilimento (per le pietre artificiali) la


produzione deve essere controllata mediante prove ufficiali con periodicità almeno
annuale.
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Elementi artificiali e naturali per murature:
Resistenza a compressione
• La resistenza di rottura a compressione di un singolo elemento, sia esso
artificiale o naturale, è data dalla seguente espressione:

fbi  Ni Ai
in cui:
Ni = carico di rottura applicato in direzione ortogonale al piano di posa;
Ai = area lorda della sezione normale alla direzione di carico
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Elementi resistenti artificiali:
Resistenza a compressione

• La conoscenza della resistenza a compressione dei blocchi è essenziale per una


corretta valutazione delle caratteristiche meccaniche della muratura. Essa viene
fornita dal produttore, nell'ambito degli adempimenti della marcatura CE,
seguendo le modalità di prova riportate nella UNI EN 772-1.

• Normalmente i valori di resistenza riportati nel cartiglio CE si riferiscono (se non


diversamente indicato) alla resistenza media a compressione fbm . La procedura
di controllo di accettazione in cantiere prevede invece il confronto delle
resistenze rilevate con la resistenza caratteristica a compressione fbk .
La Circolare 02/02/2009 n. 617, esplicativa delle NTC, riporta (Circolare, §
C11.10.1.1.1) alcune indicazioni utili per la valutazione di fbk.
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Elementi resistenti artificiali:
Resistenza a compressione
• La Resistenza media a compressione fbm deve essere ricavata (secondo quanto
prescritto nella Circ. 2/2/09 al § 11.10.1.1) nella direzione dei carichi verticali,
come media delle prove di rottura a compressione eseguite su almeno n = 30
elementi:
i fbi i Ni Ai
fbm  
30 30
• Nella direzione ortogonale a quella dei carichi verticali (ma sempre nel piano del
muro), mediante prove di rottura a compressione su almeno 6 elementi:

i fbi i Ni Ai
fbm  
6 6

Prova a compressione su blocco in laterizio: il blocco


nella pressa (a) ed al termine della prova (b).
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Elementi resistenti artificiali:
Resistenza a compressione
• La Resistenza caratteristica a compressione è fornita dalle seguenti espressioni:
- nella direzione dei carichi verticali:

fbk  (1  1,64 ) fbm


dove

- nella direzione ortogonale a quella dei carichi verticali (ma sempre


nel piano del muro):

fbk  0.70 fbm


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Elementi resistenti artificiali
• Il D.M. 14-01-2008 dispone, al §7.8 (il capitolo 7 è quello dedicato alle verifiche
in zona sismica per la costruzioni), prescrizioni aggiuntive rispetto a quanto
precedentemente riportato:

 gli elementi devono essere pieni o semipieni


(percentuale foratura φ ≤ 45%);
 i setti disposti parallelamente al piano del muro
devono essere continui e rettilinei (salvo le
interruzioni ammesse in corrispondenza dei fori di
presa);
 resistenza caratteristica a compressione degli
elementi in direzione verticale fbk ≥ 5 N/mm2 ed
ortogonale nel piano del muro fbk ≥ 1,5 N/mm2;
 giunti verticali riempiti con malta;
 resistenza media a compressione della malta non
inferiore a 5 N/mm2 (10 N/mm2 per muratura
armata);
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Elementi resistenti artificiali
• Per quanto riguarda i valori delle resistenze e dei moduli elastici si ha una grande
quantità di dati storici disponibili, corrispondente a produzioni industriali
estremamente diversificate e non più reperibili.

• Si può osservare che la resistenza delle pietre artificiali attualmente in


produzione attinge valori anche 3-4 volte superiori ai migliori elementi prodotti in
passato.

• Il progettista che affronta l'analisi di una parete, nel caso di nuovi edifici,
attingerà i dati necessari direttamente dal produttore degli elementi lapidei da
impiegare, mentre per le murature esistenti, in alternativa alla determinazione
diretta, potrà trarre dalla bibliografia disponibile solamente generiche indicazioni.

• Per quanto riguarda i mattoni pieni, a fronte dell'enorme variabilità di tipologie


impiegate e di resistenze che le caratterizzano, i dati reperibili si limitano a valori
della tensione di rottura dei mattoni compresi tra 4 MPa (mattoni poco cotti) e 20
MPa (ferrioli).
40
Elementi resistenti artificiali

CARATTERISTICHE DEI BLOCCHI

Range di spessori in produzione: 20 ÷ 45 (cm)


Classificazione del blocco: semipieno
Peso specifico apparente del blocco: ~ 800 ÷ 860 (kg/m3)
Percentuale di foratura: φ: ≤ 45%
Resistenza caratteristica in direzione dei carichi verticali: fbk> 8,0 (N/mm2)
Res. caratt. in dir. ortogonale ai carichi verticali e nel piano del muro:
f'bk> 1,5 (N/mm2)
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Elementi resistenti naturali:
Resistenza a compressione

• La Resistenza media a compressione fbm deve essere ricavata (secondo il §


C11.10.1.1.1 della Circolare) come media dei valori fbi di rottura a compressione
ottenuti su 30 elementi:

i fbi i Ni Ai
fbm  
30 30

• La Resistenza caratteristica a compressione fbk per qualunque tipo di pietra


naturale è fornita, invece, dalla seguente espressione:

fbk  0.75 fbm


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Caratteristiche e proprietà delle pietre
• E’ fondamentale per gli impieghi strutturali conoscere la resistenza a compressione
per la realizzazione di strutture verticali, la resistenza a flessione per elementi a
sbalzo o lastre orizzontali appoggiate o incastrate agli estremi.
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Pietre naturali
• Per i materiali maggiormente impiegati nelle costruzioni, attraverso campagne di
prove sperimentali, si forniscono valori orientativi del peso per unità di volume
(KN/mc) dei carichi medi di rottura a compressione e a trazione (in MPa), del
modulo di elasticità normale E (in MPa).

• Quasi tutti i valori riportati sono stati ottenuti su provini cubici di lato compreso tra
4 cm e 7 cm: tale osservazione appare di notevole importanza in considerazione
del fatto che la resistenza subisce, in generale, una sensibile riduzione al crescere
delle dimensioni del campione sottoposto a prova.
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Pietre naturali
45
Pietre naturali
46
Pietre naturali
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Disposizione nella conduzione del cantiere
• Va rammentato inoltre l'obbligo per il Direttore dei Lavori di eseguire prove di
accettazione sugli elementi per muratura portante forniti in cantiere e di
verificarne la congruenza con i dati dichiarati dal produttore.

• Ai fini del calcolo strutturale, dati di resistenza di carattere generale possono


essere considerati per eseguire valutazioni approssimate o di massima, non
potendo tuttavia prescindere, per un calcolo e verifica esatti, dalla conoscenza dei
parametri meccanici degli specifici materiali impiegati nell'opera.
48
Accettazione
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Accettazione
• In cantiere, il controllo di accettazione eventualmente richiesto dal Direttore dei
Lavori deve essere effettuato sottoponendo a prova di compressione campioni
(prelievi), ognuno dei quali costituito da tre elementi (provini).

• Esso ha lo scopo di accertare se gli elementi da mettere in opera abbiano le


caratteristiche dichiarate dal Produttore.

• Indicando con f1< f2 < f3 le resistenze a compressione dei tre prelievi e con fbk la
resistenza caratteristica a compressione (richiesta) per gli elementi lapidei
impiegati, il controllo si considera soddisfatto se risulta:
f1  f 2  f3
 1, 20 fbk
3
f1  0,90 fbk
50
Pesi medi per unità di volume
• Le Istruzioni per l'applicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la
verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi contenute nel
D.M. LL.PP. del 16.01.1996, alla quale si riferisce la nuova NTC, consigliano di
adottare i seguenti pesi medi per unità di volume:
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Classificazione delle murature
Le murature possono essere classificate in vari modi a secondo dei materiali e delle
tecniche con cui vengono costruite o la funzione svolta:
• in base al materiale impiegato
- in pietra
- in laterizio
- in blocchi di calcestruzzo
• in base alla tecnica di costruzione
- a secco
- con malta
- armata
• in base alla funzione
- portante
- di chiusura
- di partizione
• in base alla forma
- monostrato
- multistrato, o muri doppi
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Classificazione delle murature
secondo il DM 14.01.2008
• Il DM 14.01.08 classifica le murature (§ 4.5.2.) secondo i seguenti tipi:

Le murature costituite dall’assemblaggio organizzato ed efficace di elementi e malta


possono essere:
1) a singolo paramento, se la parete è senza cavità o giunti verticali continui nel
suo piano,
2) a paramento doppio.

• In questo ultimo caso, se non è possibile considerare un comportamento


monolitico si farà riferimento a normative di riconosciuta validità od a
specifiche approvazioni del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici.
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Definizioni dell’eurocodice 6

• Molto più vasta e completa risulta invece la classificazione secondo l’Eurocodice 6.


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Definizioni dell’eurocodice 6
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Definizioni dell’eurocodice 6
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Classificazione delle murature in elementi naturali

• Le norme tecniche danno indicazioni anche sulla muratura in elementi naturali.

• Le murature in pietra naturale sono quelle ottenute dall'assemblaggio di elementi


lapidei naturali squadrati o non squadrati, mediante l'impiego di malta o per
semplice accostamento (muri a secco): quest'ultima tipologia non è più
contemplata dalle norme vigenti.

• Nel caso di elementi naturali, le pietre di geometria pressoché parallelepipeda,


poste in opera in strati regolari, formano le murature di pietra squadrata.

• L’impiego di materiale di cava grossolanamente lavorato è consentito per le nuove


costruzioni, purché posto in opera in strati pressoché regolari: in tal caso si parla
di muratura di pietra non squadrata;

• Se la muratura in pietra non squadrata è intercalata, ad interasse non superiore a


1,6 m e per tutta la lunghezza e lo spessore del muro, da fasce di calcestruzzo
semplice o armato oppure da ricorsi orizzontali costituiti da almeno due filari di
laterizio pieno, si parla di muratura listata.
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Classificazione delle murature in elementi naturali
• Ricapitolando, la vigente normativa definisce i seguenti tipi di muratura (sempre
legata da malta):
- Muratura di pietra non squadrata, composta da pietrame grossolanamente lavorato
(spessore minimo 50 cm). È consentito per le nuove costruzioni purché posto in
opera in strati pressoché regolari e purché siano realizzate in zona a bassa
sismicità.
- Muratura listata, costituita da pietre non squadrate intercalate da cordoli di
calcestruzzo semplice o armato, oppure da due filari di laterizio pieno (ad interasse
non superiore a 1.60 m), estesi per l'intera lunghezza e l'intero spessore del muro;
tale muratura è consentita solo per edifici di nuova costruzione ricadenti in zona a
bassa sismicità.
- Muratura di pietra squadrata (con spessore minimo 24 cm); è questo l'unico tipo di
muratura (con malta cementizia) consentita in zona sismica superiore alla zona 4.
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Murature a secco
• La muratura a secco è un particolare tipo di muro
costruito con blocchi di pietra opportunamente
disposti senza uso di leganti o malte di alcun genere.
• Il muro a secco può essere realizzato sostanzialmente
in due tipologie:
- muro costruito con pietre grezze del posto selezionate
di varia forma e dimensione;
- muro costruito con blocchi di pietra squadrati
regolarmente e tagliati con le superfici perfettamente
piane, per assicurare un contatto uniforme.
• Questo tipo di muratura ha un’ottima resistenza ed è
stato molto usato dai Romani per costruire pareti e
archi.

Muratura in pietra irregolare


Nuraghe di Losa Abbasanta (Cagliari) a doppia cortina
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Murature a sacco
• Questo tipo di muratura consiste di due paramenti di pietra o di mattoni, che
costituiscono le facce esterne del muro, e di un riempimento interno, in genere
costituito da materiale di pezzatura irregolare, sciolto, o scarsamente cementato.
• Questo tipo di muratura deve quindi sempre essere controllato con grande attenzione
perché è potenzialmente a rischio.
• È una tipologia muraria sostanzialmente eterogenea e può avere una resistenza
effettiva assai minore di quanto lascerebbe supporre l’apparente robustezza (in genere
si presenta con spessore molto grande). È soggetta a fenomeni di degrado, dovuti alla
perdita di consistenza del riempimento interno, il quale non solo finisce per non
contribuire alla resistenza, ma viene anche a esercitare pressioni traversali sui
paramenti, ingobbandoli, distaccandoli dal nucleo e rendendoli soggetti a fenomeni di
instabilità, compromettendo in definitiva la stabilità d’insieme.
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Adobe
• Adobe è una tecnica che prevede la realizzazione di mattoni di terra cruda formati
a mano con o senza stampo, senza compressione e lasciati seccare naturalmente,
senza cottura.
Con questo nome si intendono i muri fatti di fango, spesso limoso, seccato al
sole; sono molto sensibili all’umidità, alla temperatura e al vento. I rapidi
cambiamenti climatici peggiorano la situazione, accelerano il degrado e
favoriscono la cristallizzazione dei sali.
L’erosione alla base dei muri in adobe è un fenomeno frequente.
A volte ai muri di fango veniva data una certa coesione aggiungendo al fango
stesso piccole canne o paglia.
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Muratura mista di pietrame e mattoni

In questo tipo di muratura i mattoni possono essere impiegati per chiudere i vuoti
fra gli elementi di pietra o per la costruzione dei ricorsi orizzontali, da interporre
alla muratura di pietrame.
L’intercalare a certi livelli con filari di mattoni, disposti orizzontalmente, assicura
una migliore continuità; il filare funziona come una specie di catena.
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Tecniche di costruzione
• Murature poligonali – Opus siliceum: consiste nella
sovrapposizione di massi in pietra non lavorati o poco lavorati,
anche di notevoli dimensioni, senza ausilio di malta o altri leganti.
Lo stesso peso dei massi utilizzati assicura, infatti, la stabilità
delle strutture che, in genere, presentano uno spessore maggiore
alla base e si rastremano (assottigliano) verso l'alto.

• Opus caementicium: è il nucleo di un muro composto di


spezzoni lapidei, caementa, impastati con malta di calce e
sabbia di pozzolana e racchiuso tra due cortine di tufelli, mattoni
o marmo.

• Opus incertum: La tecnica


rappresenta uno sviluppo dell’opera
cementizia: Il muro è costituito da un
solido nucleo formato da frammenti di
vari materiali (pietre, laterizi) cementati
con malta, rivestito da un paramento in
blocchetti (caementa) di forma irregolare
e sommariamente sgrossati.
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Tecniche di costruzione
• L’opus quadratum: consiste nella sovrapposizione di
blocchi squadrati in forma parallelepipeda e di altezza
uniforme, che vengono messi in opera in filari omogenei con
piani di appoggio continui. La tecnica si affina
progressivamente, con una maggiore regolarità del taglio e una
disposizione più articolata dei blocchi. Inizialmente (in quella
che in passato era definita "maniera etrusca") i filari dei blocchi
presentavano delle discontinuità ed i blocchi stessi non erano
perfettamente omogenei. Successivamente ("maniera greca"), I
blocchi parallelepipedi vengono disposti nella muratura "di
taglio" (a vista il lato di lunghezza maggiore) oppure "di testa“
(a vista il lato di lunghezza minore, mentre il lato maggiore si
estende nello spessore del muro). L'opera quadrata isodoma
(opus isodomum), derivata da modelli greci, consiste di blocchi
parallelepipedi di uguali dimensioni disposti tutti di taglio con i
giunti verticali sfalsati tra un filare e l'altro.

(a) sistema greco isodomo


(b) sistema greco ad ortostati e diatoni alternati
(c) sistema romano arcaico
(d) sistema romano a filari di ortostati e diatoni
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Tecniche di costruzione
• Opus Quasi Reticulatum : Inizialmente consistette in una variante
dell'opera incerta più evoluta, nella quale le pietre che formavano il
paramento del muro venivano preparate prima della messa in opera a
forma irregolarmente piramidale a base quadrata e disposte quindi con
la base in vista, mentre la punta affondava nel cementizio. La
disposizione veniva a creare un irregolare reticolo diagonale sulla
superficie della parete (“opera quasi reticolata").

• Opus Reticulatum : Successivamente furono utilizzati cubilia (o più


impropriamente "tufelli") con base quadrata perfettamente regolare e
assolutamente uniformi, che venivano disposti in file regolari con i lati
a 45° rispetto alla linea orizzontale. I lati dei cubilia erano separati da
un leggero strato di malta: dopo la realizzazione del paramento sulle
due facce del muro, veniva colato all'interno il cementizio che ne
costituiva la struttura e la costruzione procedeva a strati successivi.

• L’opus mixtum è la tecnica nata dall'unione fra


opus incertum e opus reticulatum, con l'uso di
rinforzare l'opera reticolata con fasce orizzontali di
mattoni, che si perfeziona con l'aggiunta di
ammorsature laterali agli stipiti e agli angoli.
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Tecniche di costruzione
• Opus Latericium – Opus Testaceum: I mattoni (lateres) di forma
rettangolare (circa 45 cm x 30) venivano sovrapposti alternando i
giunti. Questo tipo di muratura tuttavia non poteva essere utilizzato per
edifici a più piani, dato che lo spessore del muro era limitato dalle
dimensioni dei mattoni. Vitruvio definisce inoltre una structura testacea
(muratura in cementizio nella quale siano inserite scaglie più o meno
grandi di terracotta): l'utilizzo della terracotta nella muratura
permetteva infatti di raggiungere una maggiore protezione contro
l'umidità.

• Opus Vittatum: un nuovo tipo di paramento, costituito da fasce


orizzontali di mattoni, alternate con parallelepipedi di tufo disposti
sempre in fasce orizzontali, le vittae.
L'opera listata o opus vittatum è una tecnica edilizia nella quale il
paramento del nucleo di cementizio della muratura è costituito da filari
di laterizi alternati a filari di altri materiali (specialmente blocchetti di
tufo poco più grandi dei mattoni nelle costruzioni della città di Roma e
dintorni a partire dal IV secolo).
La tecnica era utilizzata anche in precedenza in costruzioni fuori da
Roma, con paramenti in filari di laterizi alternati a strati di pietrame di
forma più o meno regolare, con l'utilizzo di materiali disponibili sul
posto.

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