Il calcestruzzo gettato in opera è sicuramente più usato; risulta più performante nelle unioni
travi/pilastro ed è più vantaggioso da un punto di vista economico, ma le prestazioni possono
essere influenzate dall’incertezza delle condizioni climatiche.
Indice [Nascondi]
• Il calcestruzzo
• Tipi di cemento e caratteristiche
• Gli inerti
• Acqua di impasto
• Il mix design
◦ Miscele preconfezionate di componenti per calcestruzzo
• Specifiche del calcestruzzo
• Acciaio per cemento armato
Il calcestruzzo
La composizione di un aggregato di inerti (sabbia, ghiaia o pietrisco), legati tra loro dalla
pasta di cemento (cemento e acqua) dà luogo ad un conglomerato lapideo artificiale chiamato
calcestruzzo.
• acqua
• cemento
• elementi lapidei (aggregati)
• additivi chimici (fluidificanti, superfluidificanti, pozzolane artificiali, ecc.)
L’impasto ottenuto si presenta inizialmente allo stato fluido; lentamente avvengono una serie
di fenomeni di presa e indurimento che consentono alla miscela di sviluppare considerevoli
caratteristiche meccaniche.
Cementi naturali o Portland: sono quelli ottenuti direttamente dalla cottura di marne, con
piccola aggiunta di gesso per regolare il processo di idratazione e successiva macinazione.
Sono ottime marne da cemento quelle che hanno composizione chimica con il 78% di
carbonato di calcio e il 22% di sostanze argillose. Le marne vengono macinate finemente,
stagionate e cotte. Il prodotto che fuoriesce dal forno di cottura si presenta granelli di colore
scuro ed è detto clinker. Il clinker viene macinato e poi polverizzato finemente attraverso
sfere di acciaio.
Cementi artificiali: sono tutti quei leganti idraulici ottenuti con miscele di sostanze di
diversa provenienza:
• cementi bianchi, caratterizzati dalla purezza delle materie di origine (caolino) con
limitazione degli ossidi di ferro. Per la cottura si utilizzano combustibili privi di
ceneri residue per lasciarne inalterato il colore
• cementi colorati: si ottengono aggiungendo pigmenti inorganici colorati al cemento
bianco
• cementi alluminosi: conosciuti anche come fusi in quanto ottenuti dalla cottura a
1400-1600° C (sino alla fusione) di una miscela di bauxite e calcare
• cemento ferrico: si ottiene dal cemento Portland normale con l’aggiunta di una
piccola percentuale di cenere di pirite (ossido di ferro)
• cemento ad indurimento extra-rapido: l’accelerazione del processo di indurimento si
ottiene aggiungendo al Portland macinato molto finemente una percentuale del 2% di
cloruro di calcio
Il cemento in polvere impastato con acqua offre un’ottima resistenza alla compressione
(anche senza presenza di sabbia) ed il fenomeno di presa ha luogo sia all’aria che in presenza
di acqua.
I cementi Tipo I (CEM I) “Cementi Portland” sono costituiti almeno per il 95% da clinker e
in misura variabile da 0 a 5% da costituenti minori. Sono generalmente utilizzati nella
prefabbricazione di calcestruzzi armati semplici e precompressi.
I cementi Tipo II (CEM II) “Cementi Portland Compositi”, hanno come costituenti principali
oltre al clinker, presente in percentuale variabile dal 65 al 94%, le loppe granulate
d’altoforno, la silica fume, le pozzolane, le ceneri volanti, scisti calcinati e calcare. Hanno
proprietà molto simili a quelle dei CEM I che li rendono idonei ai più comuni impieghi nella
realizzazione di calcestruzzi armati normali e precompressi, di elementi prefabbricati.
I cementi Tipo III (CEM III) “Cementi d’altoforno”, sono costituiti da clinker fino al 64%, e
loppa granulata basica d’alto forno. Questo tipo è articolato in tre sottotipi con contenuti di
loppa variabile dal 36% al 95%. Rispetto al cemento Portland, i CEM III sono principalmente
indicati nelle situazioni in cui il calcestruzzo è soggetto ad ambienti chimicamente aggressivi
e per la realizzazione di opere di grosse dimensioni.
I cementi Tipo IV (CEM IV) “Cementi pozzolanici”, sono costituiti da clinker tra il 45 e
89%, e materiale pozzolanico naturale o artificiale. In base alla percentuale di materiale
pozzolanico, variabile dal 11% al 55%, sono articolati in due sottotipi. Il termine “pozzolana”
deriva dal nome da Pozzuoli, località della Campania dove si estraeva il materiale, destinato,
fin dall’antichità, alla produzione malte idrauliche. Presentano un’elevata resistenza
all’attacco chimico.
I cementi Tipo V (CEM V) “Cementi Compositi” sono costituiti da una miscela di clinker,
loppa d’altoforno e pozzolana e sono adatti a realizzare calcestruzzi esposti ad ambienti
mediamente aggressivi quali acqua di mare, acque acide, terreni solfatici, ecc.
Gli inerti
Gli inerti per il calcestruzzo, naturali o di frantumazione, devono essere costituiti da elementi
non gelivi, privi di parti friabili, polverulente, terrose e di sostanze comunque nocive
all’indurimento del conglomerato ed alla conservazione delle armature.
Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla
lavorazione di materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo
conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla
norma europea armonizzata UNI EN 13055-1.
Acqua di impasto
L’acqua per l’impasto del calcestruzzo deve essere limpida, non contenere sali in percentuali
dannose e non essere aggressiva. Sono da escludersi le acque degli scarichi industriali e
civili, o che contengono, zucchero, olii e grassi.
Per le acque torbide è ammesso un limite di torbidità di 2 g per litro definito “residuo alla
evaporazione”; oltre tale limite occorre far decantare l’acqua. Qualora venga usata acqua
calda per l’impasto, la temperatura non deve essere superiore ai 60°C.
Il mix design
Il mix design è il calcolo necessario per l’individuazione della composizione di un prefissato
calcestruzzo da effettuare in base alle prestazioni richieste dal progettista nonché delle
caratteristiche delle materie prime da utilizzare (cemento, inerti, additivi, aggiunte, ecc.).
Il progettista strutturale deve redigere apposita relazione (relazione sui materiali) in cui
descrive la qualità del calcestruzzo richiesto, indicando la classe di resistenza, la classe di
esposizione, la classe di consistenza e la dimensione nominale massima dell’aggregato.
È pertanto compito e responsabilità del produttore del calcestruzzo progettare una miscela
idonea a soddisfare i requisiti richiesti dal progettista.
Per effettuare il corretto mix design si devono considerare una serie di fattori:
• classe di resistenza
• classe di consistenza
• classe di esposizione
• diametro massimo dell’aggregato
La classe di resistenza è contraddistinta dai valori caratteristici delle resistenze cubica Rck e
cilindrica fck a compressione uniassiale, misurate su provini normalizzati e cioè
rispettivamente su cilindri di diametro 150 mm e di altezza 300 mm e su cubi di spigolo
150 mm.
Prima della fornitura in cantiere gli elementi di cui sopra possono essere saldati, presagomati
(staffe, ferri piegati, ecc.) o preassemblati (gabbie di armatura, ecc.) a formare elementi
composti direttamente utilizzabili in opera.
Le barre sono caratterizzate dal diametro ∅ della barra tonda liscia equipesante, calcolato
3
nell’ipotesi che la densità dell’acciaio sia pari a 7,85 kg/dm .