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Universit degli studi di Modena e Reggio Emilia

FACOLT DINGEGNERIA Corso di laurea in Ingegneria Civile

STUDIO QUALITATIVO DEL COMPORTAMENTO DI UNA MATRICE CEMENTIZIA FIBRORINFORZATA CON FIBRE POLIMERICHE

Tesi di Laurea di GIAMMARCO NERI

Relatore: Chiar.mo Dott. Prof. Ing. A.M.TARANTINO Correlatore: Chiar.mo Prof. Ing. L.LANZONI

Anno Accademico 2011-2012


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INTRODUZIONE
Negli ultimi anni sono state sviluppate numerose ricerche per approfondire lo studio del comportamento dei materiali compositi adoperati nellambito dellingegneria civile. I materiali classici pi utilizzati nelle costruzioni civili sono lacciaio e il calcestruzzo; in particolare in Europa, il calcestruzzo il materiale da costruzione pi diffuso. Tale materiale caratterizzato da unottima resistenza a compressione, ma da un limitato valore della resistenza a trazione, con lo sviluppo e la propagazione di fessure anche per bassi valori della sollecitazione di trazione. Molti sforzi sono stati fatti per migliorare il comportamento a trazione del materiale sia cercando di ottenere calcestruzzi ad alta resistenza, scegliendo ingredienti (aggregati, malta, additivi) di qualit elevata e miscelandoli opportunamente, sia progettando materiali compositi ottenuti mediante laggiunta di fibre corte di acciaio, di vetro, polimeriche o di carbonio a una matrice di calcestruzzo. Lutilizzo di tali materiali come i calcestruzzi fibrorinforzati (Fiber Reinforced Concrete FRC) sta diventando sempre pi frequente e diffuso. Poich il suo impiego riduce i fenomeni di fessurazione, migliora la durabilit delle strutture in calcestruzzo e in molti casi, permette di integrare o sostituire larmatura convenzionale. Laggiunta di fibre permette quindi di migliorare il comportamento strutturale del composito, creando cos un nuovo materiale capace di lavorare non solo a compressione ma anche in piccola parte a trazione, ma soprattutto caratterizzato da una discreta duttilit e una buona capacit plastica. Lutilizzo delle fibre come rinforzo strutturale uninvenzione abbastanza recente, ma se si guarda alle fibre nella concezione pi ampia e generale del termine, non si pu certo definirla una scoperta attuale, infatti, reperti di abitazioni delle civilt mesopotamiche testimoniano lutilizzo di paglia come

rinforzo per i mattoni di fango e argilla. Anche nelle civilt Inca e Maya troviamo esempi significativi di questa pratica, infatti si ritrova laggiunta di fibre vegetali al vasellame per impedire che crepasse durante la fase di asciugatura al sole. Negli ultimi anni nella pratica comune, solo le fibre in acciaio sono considerate come rinforzo strutturale, ovvero come una sorta di armatura diffusa che possa collaborare o addirittura in alcuni casi sostituire larmatura classica; tale utilizzo comporta un rilevante impatto sulla tecnologia costruttiva, difatti la posa dellarmatura richiede tempo e lavoro, con un peso negativo sullintero costo di produzione. Purtroppo per laggiunta di fibre nellimpasto produce una diminuzione di lavorabilit proporzionale al volume di fibre aggiunte, quelle in acciaio poi sono soggette pi delle altre a fenomeni quali la segregazione e il raggruppamento che non garantiscono una diffusione omogenea nella miscela. Per questo motivo negli ultimi tempi si avuto un crescente interesse per le fibre sintetiche, infatti esse possiedono sostanziali vantaggi rispetto quelle metalliche, tra cui: la leggerezza dovuta al minor peso specifico (dosaggi in peso tipicamente 6/7 volte inferiori alle fibre d'acciaio), lassoluta resistenza alle aggressioni chimiche, come acidi o alcali, lassenza di fenomeni corrosivi e la completa neutralit elettromagnetica. Inoltre, avendo strutture meno rigide e minor durezza superficiale, provocano in fase di posa una minima usura dei macchinari e una maggior facilit di miscelazione e pompaggio. Tuttavia il campo dapplicazione principale delle fibre sintetiche rimane comunque quello non strutturale. (manca introduzione alla parte sperimentale)

Cap. 1: CARATTERISTICHE GENERALI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Cap. 1: CARATTERISTICHE GENERALI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI.


1.1 GENERALIT. Non facile determinare in maniera precisa le propriet di un calcestruzzo fibrorinforzato, perch esse sono profondamente legate alla qualit dei materiali usati per limpasto della matrice cementizia e ancor pi dal materiale delle fibre. Tuttavia il motivo per cui si richiede linclusione di fibre nelle malte o nei calcestruzzi principalmente quello di modificare e migliorare alcune di quelle mancanze e deficienze di questi ultimi. Gli obiettivi specifici sono di seguito indicati: Migliorare la resistenza a trazione; Migliorare la resistenza allurto; Diminuire la fessurazione; Migliorare la capacit portante post-fessurazione assicurando una maggiore duttilit che altrimenti la matrice non avrebbe; Cambiare le caratteristiche a fresco del materiale; Come gi accennato, esistono vari tipi di fibra che si differenziano sia per lo scopo sia per il materiale con cui sono fatte, tra i quali ci sono: Fibre sintetiche (polipropilene, kevlar, ecc.) Fibre di acciaio; Fibre di vetro; Fibre di carbonio; Fibre di basalto.

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1.2 CALCESTRUZZO. Nella produzione dei composti cementizi rinforzati sono utilizzati gli stessi componenti del calcestruzzo ordinario. Si possono utilizzare diversi tipi di cementi, tra i quali il pi usato il Portland. Un parametro molto importante nella progettazione della matrice cementizia il rapporto acqua/cemento (a/c) che non deve superare il valore di 0,5-0,55. Questa limitazione richiesta per evitare che lacqua, nel momento in cui evapora, lasci vuoti nel materiale fibrorinforzato, vuoti che sarebbero riempiti per capillarit da sostanze che potrebbero compromettere le caratteristiche del composito stesso, tali vuoti devono essere evitati anche perch potrebbero compromettere laderenza fibra-matrice con una conseguente diminuzione delle propriet meccaniche. La presenza dacqua pu anche produrre una non trascurabile contrazione di volume tale da instaurare allinterno del calcestruzzo uno stato tensionale non gradito. Un altro parametro fondamentale nella progettazione della matrice la granulometria degli aggregati. Per ottenere un calcestruzzo di qualit occorre che gli aggregati presentino una buona distribuzione granulometrica, in altre parole un assortimento continuo di grani di diverse dimensioni tale da garantire la massima omogeneit dellimpasto. Questassortimento permette in primo luogo la creazione di uno scheletro dinerti con vuoti relativamente ridotti, i quali saranno poi riempiti dalla pasta di cemento per un conglomerato monolitico. Inoltre si osserva che, a parit di dosaggio di legante, calcestruzzi con inerti meglio assortiti presentano migliore lavorabilit. Il problema consiste nel determinare quindi le migliori proporzioni tra aggregati di diversa grandezza. Esistono in particolare delle curve di distribuzione ottimale, come quella di Fuller o di Bolomey, che permettono di ottenere la massima compattazione e che possiamo utilizzare per il proporzionamento degli inerti.

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La curva granulometrica di Fuller permette di ottenere la massima compattabilit dellimpasto con la seguente espressione:

! = 100 in cui:

! !

p la percentuale cumulativa passante al setaccio di apertura d; d il diametro minimo dei vagli; D il diametro massimo dei vagli. La curva granulometrica di Bolomey generalmente utilizzata per forti dosaggi di legante ed ha la seguente espressione:

! = ! + (100 !) in cui:

! !

A=12 se laggregato arrotondato; A=14 se laggregato spigoloso. Particolari accorgimenti per quanto riguarda la granulometria sono da tenere nel caso in cui sia richiesta una percentuale di fibre abbastanza rilevante. Infatti, aumentando il contenuto di sabbia e diminuendo il volume degli inerti a grana grossa, si riesce a produrre un impasto pi viscoso, nel quale le fibre sono trattenute senza aver problemi come la segregazione. Il calcestruzzo che deve essere rinforzato da fibre non deve contenere inerti con diametro maggiore di 1015 mm, che potrebbero impedire una corretta distribuzione delle fibre.

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1.3 FIBRE. Esistono diverse variet di fibre, come in precedenza scritto; alcune tipologie consentono di incrementare sensibilmente la tenacit (resistenza allavanzamento del processo fessurativo) del calcestruzzo e sono definite fibre strutturali; altre tipologie di fibra sono particolarmente efficaci nel limitare la fessurazione da ritiro e migliorare la resistenza al fuoco e sono definite non strutturali. Per verificare la possibilit di utilizzo del fibrorinforzo (includendo sia la tipologia sia il dosaggio della fibra) per le applicazioni strutturali necessario effettuare prove di tenacit seguendo, per esempio, le indicazioni della norma UNI 11039. Le fibre strutturali fungono da elemento resistente diffuso con azione di cucitura tra i lembi delle fessure; pertanto evidente che le fibre diventano efficaci e migliorano le prestazioni del materiale solo ad avvenuta fessurazione della matrice di calcestruzzo. Per esercitare la loro azione di cucitura, le fibre devono essere ben ancorate alla matrice; a tal fine sono spesso sagomate per ottenere geometrie che incrementano le loro prestazioni nella matrice di calcestruzzo.

Figura 1: grafici di pull-out delle fibre in funzione della loro sagoma [G.Plizzari 2009].

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In generale si pu dire che la percentuale in volume di fibre nel conglomerato relativamente bassa, e ci permette di concludere che il modulo elastico del composito non sia troppo differente da quello della matrice; lallungamento a rottura invece molto pi elevato della deformazione a rottura della matrice. Di seguito sono elencate alcune importanti propriet e parametri delle fibre. Geometria: come gi sopra accennato le fibre, sono prodotte in diverse forme geometriche per garantire una migliore aderenza, tra i vari profili abbiamo: fibre prismatiche, sagomate, uncinate ecc. Diametro equivalente: il diametro di un cerchio con area equivalente allarea media della sezione trasversale della fibra. Esso si misura con micrometri per dimensioni maggiori di 0.3 mm e con strumenti ottici per dimensioni minori. un parametro molto importante perch da esso dipende la rigidezza della fibra; Rapporto daspetto: consiste nel rapporto tra la lunghezza della fibra e il suo diametro equivalente. Anche questo parametro direttamente legato alla rigidezza della fibra. Fibre comunemente impiegate nei conglomerati cementizi hanno rapporti daspetto compresi tra 50 e 400; Resistenza a trazione delle fibre: la tensione corrispondente alla massima forza di trazione sopportata dalla fibra. La resistenza a trazione deve essere valutata in accordo a specifiche norme di riferimento, come il rapporto tra la suddetta forza e larea equivalente della sezione trasversale; Concentrazione: la percentuale in volume di fibre rispetto al volume totale del composito, un valore importante che condiziona soprattutto le caratteristiche reologiche del composito (a impasto ancora fresco). La percentuale definita bassa se compresa tra 0.1 e 1%, moderate se tra l1 e il 3% alta se superiore al 3 %. 8

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Dimensione: questa caratteristica mi divide le fibre in due grandi gruppi, le micro-fibre con lunghezze contenute nellordine dei millimetri (funzioni non strutturali) e macro-fibre con lunghezze fino a 80 mm. Fiber count: il numero di fibre in unit di volume del composito. Nella fase di costituzione le propriet reologiche del materiale dipendono da quanto vicine sono le fibre, unenergia di compattazione maggiore richiesta per posizionare e distribuire la matrice quando le fibre sono pi vicine tra loro, rispetto al caso in cui le fibre sono maggiormente distanti tra loro. La concentrazione di fibre ha un'altra importante conseguenza sul comportamento del composito, infatti Per piccole percentuali volumetriche di fibre (circa 0.2-2%) il legame carico-spostamento a trazione di un FRC presenta un ramo discendente (comportamento degradante), ma caratterizzato da una resistenza residua e da una maggiore tenacit. Per percentuali volumetriche di fibre superiori (circa 2-8%), il comportamento pu diventare incrudente, grazie alla comparsa di una multifessurazione.

Figura 2: curva carico spostamento per FRC con piccola percentuale di fibre (a) e con alta percentuale di fibre (b) [CNR-DT 204/2006].

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Le principali caratteristiche delle fibre polimeriche disponibili in commercio sono riportate in tabella 1.1.

TABELLA 1.1 propriet fibre polimeriche

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1.5 PROPRIET DELLIMPASTO FRESCO. Le propriet reologiche di un conglomerato cementizio fibroso sono linsieme delle caratteristiche che ne definiscono il comportamento allo stato fresco. Le principali propriet reologiche sono: Lavorabilit; Segregabilit; Una prova che misura la lavorabilit del calcestruzzo, sia ordinario che fibroso, pu essere effettuata mediante labbassamento del cono di Abrams. una prova veloce e semplice, idonea per un controllo di qualit sul calcestruzzo. Lapparecchiatura consiste in un tronco di cono aperto alle due estremit che viene appoggiato su una base metallica non assorbente e riempito dallalto con tre strati successivi di calcestruzzo costipati con modalit standardizzate. Sollevando il cono, limpasto per lazione della forza di gravit, tende a spandersi sulla base dappoggio fino a che non si raggiunge un equilibrio tra le forze interne resistenti e quelle esterne. Dopo aver sollevato il cono si misura labbassamento (slump) del calcestruzzo rispetto allaltezza originale. La prova eseguita seguendo la norma UNI EN 12350-2. In base alla misura dellabbassamento si pu catalogare il calcestruzzo secondo classi di consistenza (tabella 1.2).

Figura 3: diversi tipi di abbassamento (slump) nella prova di Abrams [M. Collepardi, 1991].

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Cap. 1: CARATTERISTICHE GENERALI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI TABELLA 1.2: Classi di consistenza
Classe di consistenza S1 S2 S3 S4 S5 Abbassamento al cono [mm] Da 10 a 40 Da 50 a 90 Da 100 a 150 Da 160 a 210 Oltre 210 Denominazione Umida Plastica Semifluida Fluida Superfluida

La misura della lavorabilit dei calcestruzzi, pu essere valutata anche eseguendo una prova che utilizza il consistometro di Veb. Questultima sicuramente la prova pi rappresentativa per quanto riguarda la lavorabilit del calcestruzzo fibrorinforzato, in quanto simula la compattazione che il materiale subir nella fase di posa in opera. Con questa prova si misura lo sforzo necessario per compattare il calcestruzzo. Il calcestruzzo fresco viene posto in un cono simile a quello usato per lo slump test. Questo cono montato su una piattaforma rigida che viene prima bagnata poi messa in vibrazione con una velocit prestabilita nel momento in cui il cono stesso viene tolto. A questo punto viene misurato il tempo necessario al calcestruzzo per essere compattato. Il tempo Veb tiene conto dellinfluenza della forma e del volume degli inerti, del contenuto daria, della presenza di additivi e dellattrito superficiale delle fibre. Inoltre la prova consente di individuare il volume critico di fibre, superato il quale non possibile realizzare una compattazione completa usando le tradizionali tecniche di costipamento. Maggiore il tempo di vibrazione misurato, minore la lavorabilit del conglomerato. Se il tempo < 5 s o > 30 s il metodo Veb risulta poco significativo. poi interessante notare a parit di volume di fibre leffetto che hanno fibre di diverso materiale sulla lavorabilit, in particolare la diminuzione della fluidit della miscela pi accentuata se si aggiungono fibre polipropileniche. 12

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Tuttavia questultime recentemente sono preferite rispetto a quelle dacciaio per il loro minor costo e per la pi bassa rigidezza, esse difatti permettono lutilizzo della tecnologia spritz-beton ovvero il calcestruzzo sparato senza creare danni alle attrezzature, inoltre danno meno problemi anche in fase di posa. Gli altri parametri che influenzano la lavorabilit di un materiale fibroso sono quelli relativi alla geometria delle fibre e alla dimensione degli inerti. Infatti, qualora vengano utilizzate fibre con un rapporto daspetto maggiore di 100, queste durante il mescolamento possono addensarsi in grovigli che difficilmente riescono ad essere eliminati (soprattutto quelle metalliche).

Figura 4: effetto del diametro dell'inerte sulla distribuzione di fibre [M. Collepardi, L.Coppola 1990].

Linconveniente creato dallaggiunta di fibre alla matrice risolto utilizzando pi sabbia che in un calcestruzzo standard e inerti con dimensioni limitate. Un altro accorgimento pu essere utilizzare additivi superfluidificanti cos da ottenere calcestruzzi fibrosi con una discreta lavorabilit sempre che la concentrazione di fibre non sia troppo elevata e che il rapporto daspetto sia minore di 100. 13

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Perdite di lavorabilit grandi non possono essere compensate solo con laggiunta di additivi, in quanto alti dosaggi di additivi portano ad uneccessiva fluidit della matrice che tende quindi a segregarsi dalle fibre e dagli inerti quindi o si agisce sulla concentrazione di fibre, diminuendola, cos facendo per si abbassano anche le propriet meccaniche oppure si usa il fumo di silice in aggiunta alladditivo. In questo modo il calcestruzzo presenta unelevata viscosit a riposo ed una buona fluidit in movimento, eliminando i problemi di segregazione. La tendenza alla segregazione di un calcestruzzo, ovvero la separazione dei suoi costituenti, sia ordinario che fibroso viene valutata attraverso una prova che consiste nel far cadere un volume fissato di calcestruzzo da unaltezza prestabilita su di una base a forma di cono. Da questa prova si riesce a determinare il rapporto tra il peso degli inerti che rimangono nella malta prima e dopo la prova; questo rapporto detto grado di stabilit, ed lopposto della segregazione.

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1.6 PRODUZIONE Il processo produttivo di un calcestruzzo rinforzato con micro-fibre non si discosta in maniera evidente da quello tipico di un calcestruzzo comune, perch come gi spiegato la percentuale volumetrica di fibre, ricopre una piccola parte del materiale finale. Analizzeremo di seguito le fasi principali di questo processo con particolare riferimento alle variazioni, seppur minime, richieste dallaggiunta della parte fibrosa. La fase principale nella produzione del calcestruzzo sicuramente il mix design, letteralmente il progetto della miscela, o in altre parole il calcolo della composizione del calcestruzzo a partire dalle prestazioni richieste (lavorabilit, resistenza meccanica, durabilit, ecc.) e dalle caratteristiche delle materie prime disponibili (cemento, inerti, additivi). Di seguito si riporta una schematizzazione del processo di Mix-Design, utile alla progettazione della miscela del calcestruzzo a partire dai cinque dati fondamentali di resistenza, lavorabilit dellimpasto, tipologia di inerte e distribuzione granulometrica, ottimale e disponibile, degli inerti.

Figura 5: schema di "Mix design".

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La scelta della fibra ottimale dipende essenzialmente da due fattori, requisiti meccanici e di lavorabilit. Che si traduce in una pi alta facilit di getto e soprattutto in minor segregazione del rinforzo. Il parametro pi importante per quel che riguarda le fibre sicuramente la geometria, poich, come gi visto, agisce sulladerenza delle fibre con la matrice, nonch sulle propriet antiritiro. La scelta della lunghezza adeguata dovr sottostare alla forma ed alle dimensioni dell'oggetto da realizzare e dovr essere sempre rapportata alla dimensione massima dell'aggregato per garantire la corretta distribuzione delle fibre. Per quel che riguarda il diametro, occorre considerare gli effetti positivi sul ritiro, ma allo stesso tempo sul calo di lavorabilit dellimpasto: infatti ben noto che fibre con piccoli diametri (ad esempio fibre di vetro di pochi m di diametro) agiscono in maniera tale da bloccare la perdita di acqua del composto, generando un impasto troppo viscoso, poco plastico e quindi difficilmente lavorabile. La scelta del diametro corretto dovr quindi valutare entrambi i contributi, a breve e lungo termine. La consistenza dellimpasto una caratteristica da non sottovalutare nella produzione, il concetto di consistenza legato a quello di lavorabilit se si parla di una miscela viscosa come il calcestruzzo; si fa riferimento alla propriet del composto di essere compattato nelle forme volute, mediante vibrazione o costipazione, al fine di ottenere la massima densit possibile eliminando i vuoti.

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Figura 6: lavorabilit dell'impasto in funzione del dosaggio di fibre e del rapporto d'aspetto [Veronesi 2009].

interessante notare come l'aggiunta di acqua al fibrorinforzato, oltre determinati quantitativi, pu non influire sulla lavorabilit della miscela, ma anzi tenda solamente ad indebolire il materiale una volta indurito. In secondo luogo lutilizzo dinerti dalla granulometria pi costante possibile favorisce lo scorrimento della miscela evitando allo stesso tempo la segregazione delle fibre e la formazione di nidi e grovigli. Le fibre, infatti, hanno la comune tendenza a raggrupparsi in grumi (segregarsi) a causa di una serie di fattori quali: Possono gi essere raggruppate prima di essere miscelate: in tal caso la normale azione meccanica non rompe questi grumi Sono aggiunte troppo rapidamente alla miscela per permettere loro di disperdersi adeguatamente;

Si aggiunge un volume troppo elevato di fibre;


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In alcuni casi si pu ricorrere, in funzione della geometria della fibra utilizzata, al cosiddetto rilascio multi-stadio grazie al quale si ottiene uneccellente dispersione del rinforzo. In questo caso le fibre sono raccolte in fasci che vengono introdotti nel calcestruzzo. Nella prima fase del mescolamento si ottiene la dispersione di questi fasci, che essendo oggetti pi grandi e pesanti delle fibre singole, si muovono pi facilmente allinterno del fluido; nella seconda fase ogni fascio rilascia le fibre che lo compongono che a loro volta si disperdono localmente.

Figura 7: miscelazione delle fibre, singolo stadio e doppio stadio [Veronesi 2009].

La produzione di un calcestruzzo rinforzato con macro-fibre invece eseguita con dei precisi e collaudati metodi di fabbricazione. Importante la creazione di una o pi direzioni principali delle fibre nel conglomerato che si possono ottenere mediante il winding process. Questo un meccanismo di produzione efficace e capace di garantire risultati esatti.

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In questo metodo i fasci di fibre vengono innanzitutto immersi in un impasto liquido di cemento, e poi posati in opera. Le fibre in una matrice cementizia possono essere orientate secondo una direzione anche mediante la tecnica dellestrusione attraverso una forte compressione del materiale attraverso uno stampo. In generale grandi quantit di fibre risultano allineate alla direzione di estrusione. Luso preciso delle tecniche sopra descritte permette di evitare fenomeni, quali laggrovigliamento di fibre, che possono compromettere negativamente le caratteristiche e la resistenza del materiale finale. Infatti, se tali fenomeni avvengono gi nello stato fresco, limpasto deve essere scartato e il calcestruzzo non pu essere gettato. Esiste una curva (fig. 8) basata su analisi sperimentali che permette di mettere in relazione la resistenza a compressione (fc) della matrice e la percentuale di volume di fibre (Vf) necessarie per lottimizzazione del composito, e quindi per garantire il passaggio da comportamento fragile a comportamento duttile.

Figura 8: ottimizzazione del composito fibrorinforzato. [G.Galli, 2003]

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI.


Analizzeremo ora le principali propriet del calcestruzzo fibrorinforzato con particolare riferimento alle propriet elasto-meccaniche e chimico-fisiche. Cio quelle pi visibilmente influenzate dalla presenza delle fibre, per poter valutare gli effetti, positivi o negativi, di queste su di un materiale gi ampiamente conosciuto. 2.1 PROPRIET CHIMICO-FISICHE. Sono legate alla natura chimica e cristallino-strutturale dei composti presenti nel cemento. Come vedremo leffetto delle fibre risulta generalmente migliorativo sotto questo aspetto, soprattutto in virt della inerzia chimica delle fibre rispetto alla matrice cementizia. 2.1.1 RITIRO. Il ritiro del calcestruzzo, come gi visto, pu essere efficacemente controllato con luso di microfibre ausiliarie in virt dellelevatissima superficie specifica di tali fibre per unit di volume e quindi della loro capacit di trattenere acqua per tensione superficiale. Le pi utilizzate sono di natura polimerica. Per contrastare invece gli effetti del ritiro a lungo termine le fibre ottimali sono quelle di acciaio (d 0,20 mm), classificabili come microfibre di acciaio, che garantiscono una maggior interazione con la matrice cementizia.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 2.1.2 DURABILIT. La durabilit (o durevolezza) di un materiale, la capacit di resistere nel tempo alle azioni aggressive e durature dell'ambiente in cui si trova; fenomeni che possono essere di qualunque tipo ovvero chimici, fisici o meccanici. Essa comunque influenzata anche dalla qualit del materiale stesso, in altre parole dai suoi componenti e dalla cura utilizzata nella preparazione e nella posa, specie per i calcestruzzi. Un materiale come il calcestruzzo, per sua natura, subisce in maniera evidente tutte le azioni esterne, in generale non si pu impedire definitivamente leffetto distruttivo di queste azioni senza ricorrere a soluzioni particolari quali ricoprimenti del manufatto o trattamenti superficiali. Sicuramente risulta particolarmente efficace ridurre la porosit del calcestruzzo, scegliendo un minimo rapporto a/c, evitare la fessurazione superficiale del manufatto e ricorrere ad un copriferro di dimensioni adeguate. La normativa vigente in particolare stabilisce diverse classi di esposizione per le opere in calcestruzzo imponendo nei diversi casi un valore minimo del copriferro, che risulta la miglior soluzione per rallentare lingresso di sostanze nocive. Laggiunta di fibre, specie di natura polimerica, consente tuttavia di diminuire tali valori in virt di una forte limitazione della micro fessurazione superficiale che inibisce lingresso di sostanze esterne. 2.1.3 CICLI DI GELO E DISGELO. A temperature inferiori a 0 C l'acqua contenuta nei pori del calcestruzzo congela con conseguente aumento di volume. Se il grado di saturazione del calcestruzzo superiore al grado di saturazione critica, il volume dell'acqua solidificatasi non pu pi essere contenuto all'interno dei pori non ancora saturi. In queste condizioni si generano sulla superficie dei pori delle pressioni capaci di distruggere il calcestruzzo; qualora il fenomeno si ripetesse ciclicamente si potrebbe incorrere nella tipica rottura a fatica. 21

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Il fenomeno degradante si manifesta sotto forma di fessurazioni, sfaldamenti e distacchi superficiali, e pu essere efficacemente contrastato con laggiunta di fibre che forniscano un sufficiente aumento di resistenza a trazione, in qualunque direzione. In particolare calcestruzzi rinforzati con fibre di acciaio, con unadeguata porosit, mostrano unottima resistenza a cicli di gelo-disgelo rispetto a calcestruzzi dalle stesse caratteristiche non rinforzati. 2.1.4 ESPOSIZIONE AL FUOCO. I conglomerati mostrano generalmente una resistenza piuttosto scadente nei confronti dellincendio nonch della esposizione a forti aumenti di temperatura: la ridotta porosit, infatti, ostacola la migrazione del vapore acqueo, prodottosi internamente al manufatto per effetto della evaporazione dellacqua assorbita, il risultato quello di promuovere indesiderati effetti di delaminazione e scoppio superficiale del copriferro (spalling). Le fibre, se presenti in basse percentuali, non alterano significativamente il comportamento del materiale e quindi non influiscono sulle caratteristiche di resistenza ultima degli elementi in calcestruzzo. Tuttavia la presenza di fibre non metalliche (anche a bassi dosaggi) pu ridurre drasticamente il fenomeno di spalling grazie alla fusione delle fibre, dovuta allinnalzamento della temperatura prodotto (a 150-170 C circa), che lascia allinterno della matrice una porosit aggiuntiva in cui il vapore prodotto pu liberamente espandersi riducendo la pressione responsabile dei fenomeni di espulsione del calcestruzzo.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 2.2 COMPORTAMENTO MECCANICO. La presenza di un certo numero di fibre in una matrice cementizia pu favorire leffetto di bridging, in altre parole la trasmissione della tensione attraverso una fessura, provocando anche un aumento della resistenza massima del composito. Lo sviluppo e laumento di dimensioni delle fessure chiama in gioco lausilio di fibre pi lunghe per poter ottenere il fenomeno di bridging, che pu essere alla base dellarresto della propagazione delle fessure in un materiale. Come si vede dalla figura 9 combinando fibre di varie dimensioni nel conglomerato fibrorinforzato si pu ottenere un aumento nella resistenza massima, oltre al raggiungimento di una tenacit post picco.

Figura 9: Diverse misure delle fibre e loro comportamento nel grafico sfrozo-deformazione [S.P. Shah, 1991]

In generale si pu affermare che la vicinanza tra le fibre in un FRC una caratteristica richiesta per garantire che lavanzamento della propagazione della frattura venga bloccato o comunque fortemente rallentato. 23

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Ci legato al fatto che dopo la frattura della matrice cementizia, dellenergia addizionale deve essere spesa per estrarre le fibre dallimpasto fessurato, se si vuole che la frattura si propaghi. Il parametro legato alla quantit di energia assorbita nel momento in cui una frattura incontra una fibra la superficie specifica delle fibre. La figura successiva mostra i modi nei quali le fibre entrano in gioco per assorbire energia e per controllare laumento della fessura. Sono rappresentati la rottura della fibra (fenomeno non frequente), il pull-out della fibra, il fenomeno di bridging, cio il passaggio della tensione da un lato allaltro della fessura e infine il fenomeno del distacco tra fibra e matrice.

Figura 10: Metodi di assorbimento di energia da parte delle fibre. [F. Zollo, 1996]

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Come si detto, quando si forma una fessura nel materiale composito, le fibre che lo attraversano normalmente non si spezzano, ma continuano a resistere ulteriormente anche al progredire dellapertura grazie al fenomeno di bridging. Lefficacia di questo fenomeno va a influenzare i vari modi di rottura del materiale. Se le fibre si rompono o si estraggono durante la fase iniziale della formazione della prima fessura, o se dopo il suo sviluppo non riescono pi a trasferire lo sforzo, allora la resistenza di prima fessurazione corrisponde alla resistenza ultima. In questo caso la deformazione successiva del materiale influenzata dallo sviluppo di questa fessura. Questo comportamento noto come softening, o comportamento degradante (figura 2 a). Se, diversamente, le fibre sono in grado di sopportare ulteriore carico dopo la formazione della prima fessura allora si formeranno altre fratture. Questo fenomeno di fessurazione multipla permette al materiale di possedere un comportamento hardening, detto anche incrudente (figura 2 b), con conseguente aumento notevole dellenergia assorbita e, quindi, della duttilit. 2.3 CONCETTI DI MECCANICA DELLA FRATTURA. I processi di danneggiamento nei compositi fibrorinforzati sono dovuti principalmente alla formazione e propagazione di microvuoti e di microfessure nella matrice cementizia. I modelli micromeccanici attualmente sviluppati, in grado di cogliere la risposta meccanica del FRC, sono basati sulla meccanica della frattura, perci in questo paragrafo sono riportati alcuni concetti fondamentali di meccanica della frattura. La meccanica della frattura pu essere studiata sia nellambito lineare sia in quello non lineare. Per quel che riguarda lo studio lineare, saranno richiamati il criterio energetico di Griffith per la propagazione di una fessura, la definizione dei fattori di intensificazione delle tensioni, il criterio di frattura di Irwin e la

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI relazione tra i due approcci energetico (Griffith) e tensionale (Irwin). Lo studio non lineare della frattura invece non trattato in questa sede. 2.3.1 CRITERIO ENERGETICO DI GRIFFITH La meccanica della frattura elastica lineare (LEFM) ha le sue origini nel 1920 quando l'ingegner A. A. Griffith affront la dinamica fessurativa dei materiali con un approccio energetico. Egli intu che nella fase di propagazione di una fessura si compie lavoro; nell'ipotesi di un corpo che si sta deformando elasticamente e che gli effetti dell'energia cinetica delle parti fratturate siano trascurabili, questo lavoro di frattura (che assorbe energia) viene alimentato a spese dell'energia elastica immagazzinata nel materiale sottoposto a sforzo di trazione. Prima di allora non si riusciva a spiegare perch la reale resistenza dei materiali fragili fosse significativamente inferiore a quella prevista teoricamente Prendiamo il caso del vetro: un materiale che avrebbe una resistenza teorica alla trazione incredibilmente elevata, se non fosse che essendo cos drammaticamente fragile, una qualunque fessura infinitesimale (sulla superficie del vetro normalmente ce ne sono a migliaia) fa crollare la sua resistenza. Griffith dimostr che tale differenza legata alla concentrazione di tensioni che si sviluppa alle estremit delle fessure presenti nel materiale. Infatti, se un foglio di materiale elastico perfettamente fragile uniformemente teso, le linee di flusso delle tensioni sono dritte e parallele alla direzione dello sforzo. Forando il pannello, le linee di flusso sono costrette ad aggirarlo e si genera una concentrazione di tensioni alle estremit del foro (vedi figura 11). La concentrazione pi elevata quanto pi il foro tende ad assumere la forma di una fessura. Sufficientemente lontano dal foro invece la distribuzione delle tensioni risulta non disturbata dalla presenza del difetto.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 11: Linee di flusso delle tensioni principali in una lastra sottile soggetta a tensioni uniformi allinfinito: (a) lastra fessurata, (b) lastra non fessurata [Marfia, 2007].

Il valore delle tensioni che si sviluppano alle estremit di una fessura sono state calcolate da Inglis (1913) come il caso limite della soluzione del foro ellittico. Dalla soluzione di Inglis, Griffith ha dedotto che il classico criterio di resistenza non poteva essere applicato nel caso di materiali fragili fessurati, in quanto allestremit della fessura, la tensione tende allinfinito indipendentemente dal valore del carico applicato. Inoltre osserv che per fare formare o propagare la fessura, una certa quantit di energia per unit di area deve essere fornita al materiale per vincere la resistenza di coesione presente tra le molecole ai due lati della fessura. Tale energia risulta nellambito della LEFM una costante del materiale (energia elastica che riesce a immagazzinare il materiale) mentre in un ambito pi generale pu dipendere dalla evoluzione del processo di fessurazione. 27

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Un problema fondamentale della meccanica della frattura valutare le due aliquote di energia, quella disponibile per lavanzamento della fessura e quella necessaria per levoluzione del processo di fessurazione.

Figura 12: Crescita di una fessura in un elemento strutturale: (a) situazione iniziale, (b) crescita della fessura nel piano in seguito ad un incremento di carico [Marfia, 2007].

Se si considera una lastra di spessore b caratterizzata dalla presenza di una fessura di lunghezza a (vedi figura 12) lenergia necessaria per fare avanzare la fessura di una quantit infinitesima !", in presenza di un fissato livello di carico, risulta: !" ! = !! !" ! Dove !" il rilascio critico di energia detto anche energia di frattura. Lenergia totale fornita alla struttura in un processo infinitesimo considerato, pari al lavoro delle forze esterne !" , pu essere divisa in due aliquote, una immagazzinata come energia elastica !" e laltra disponibile sia per guidare altri processi !" ! sia per generare energia cinetica !" . Quando il fenomeno quasi statico (!" = 0) e la frattura lunico processo che consuma energia, risulta: !" !" = !" ! = ! !" !

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI La quantit ! una funzione che dipende dalle condizioni geometriche e dalle condizioni al contorno attuali e non dalla loro evoluzione. Il criterio di Griffith ha la seguente formulazione generale: ! < !! !" = 0 !" = 0 Assenza di propagazione (stabile); ! = !! !" 0 !" = 0 Propagazione quasi-statica; ! > !! !" > 0 !" > 0 Propagazione dinamica (instabile). Queste condizioni spiegano che nel caso lenergia disponibile fosse minore di quella necessaria la fessura non si propaga e la struttura rimane stabile, se lenergia disponibile uguagliasse quella necessaria, la fessura potrebbe propagarsi staticamente cio in presenza di forze di inerzia trascurabili, infine se lenergia disponibile superasse quella necessaria, la struttura diventa instabile e la fessura pu propagarsi dinamicamente. Tradotto in pratica, questo vuol dire che per fessure piccole (microfessure), la propagazione dellapertura un processo energeticamente dispendioso e non avviene spontaneamente; superata tuttavia una certa lunghezza, detta critica, la propagazione della stessa libera energia e diventa da quel momento un processo spontaneo che si autoalimenta, e quindi implacabile fino al raggiungimento della crisi. Il problema centrale la determinazione dellaliquota di energia disponibile alla propagazione della fessura !" ! . Si consideri ancora la struttura piana con il difetto iniziale di lunghezza a soggetto a un carico concentrato, rappresentata in figura 12, dove u lo spostamento del punto di applicazione del carico. Se si considera un processo generale dove sia lo spostamento u sia la lunghezza della fessura a possono variare, lequazione diviene: !" !, ! !" !" !, ! !"

! !" ! = !" !" = ! !, ! !"

!" +
!

!"
!

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI dove !", !", !" ! !" sono le variazioni rispettivamente della lunghezza della fessura, del valore dello spostamento, del lavoro dei carichi esterni e dellenergia di deformazione. Richiamando il secondo teorema di Castigliano: ! !, ! = si pu valutare ! : 1 !" !, ! ! = ! !, ! = ! !"

!" !,! !" !

Questo risultato mostra che il rilascio specifico di energia pari alla derivata dellenergia elastica ! rispetto alla lunghezza della fessura ! eseguita mantenendo lo spostamento costante. Un ragionamento analogo si pu sviluppare utilizzando il carico applicato ! al posto dello spostamento ! come variabile indipendente e introducendo lenergia complementare ! (!, !) , funzione di ! e !. Seguendo la stessa procedura, lenergia di rilascio ! si pu valutare come derivata dellenergia complementare ! rispetto ad ! mantenendo il carico applicato ! costante: 1 !! !, ! ! = ! !, ! = ! !"

Questo risultato pu essere considerato valido in generale perch anche in presenza di carichi distribuiti sempre possibile definire una forza ! ed uno spostamento ! generalizzati e calcolare il carico esterno con la formula seguente: !" = ! !"

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI In particolare Griffith applic il criterio energetico per valutare la propagazione della fessura in una lastra infinita uniformemente tesa e intagliata da una fessura di lunghezza 2!, rappresentata in figura 13. Dimostr che lenergia specifica rilasciata da una lastra di spessore unitario soggetta ad una tensione uniforma !, dovuta alla presenza di una fessura di lunghezza 2!, risulta:

Figura 13: (a) Lastra soggetta a tensione uniforme all'infinito; (b) tensione di rottura in funzione della lunghezza della fessura ottenuta con il principio di Griffith [Marfia, 2007].

!! ! = !! ! !
!

Dove ! ! pari al modulo elastico ! in uno stato piano di tensione mentre vale ! / (1 ! ! ) in uno stato piano di deformazione. Dallequazione che esprime la condizione di propagazione quasi-statica della fessura e dallequazione appena scritta si ottiene il criterio di rottura e landamento della tensione di rottura in funzione della semilunghezza della fessura !.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

!! =

!!! !"

Dalla semplice inversione di questultima equazione si pu calcolare la semilunghezza critica della fessura, !! in corrispondenza della quale si verifica la propagazione per un determinato carico applicato !. In figura 13 rappresentato landamento della !! in funzione di ! dato dall ultima equazione scritta. Si pu notare come al tendere di ! a zero la resistenza del materiale tenda allinfinito, mentre al tendere di ! allinfinito la resistenza del materiale si annulli. Se si suppone lesistenza di una resistenza intrinseca del materiale !! si pu definire una semilunghezza !! pari a: 1 !! ! ! ! !!

!! =

sotto alla quale lo snervamento a trazione precede la propagazione della fessura. La semilunghezza !! pu essere vista come la dimensione del difetto preesistente nel materiale. 2.3.2 CRITERIO LOCALE O TENSIONALE DI IRWIN. Il problema della LEFM stato riformulato in termini dello stato tensionale allapice della fessura da Irwin (1957), il quale ha anche dimostrato lequivalenza tra lapproccio locale da lui proposto e quellenergetico globale di Griffith. Irwin mostr come la presenza di una fessura in un corpo modifica il comportamento lineare elastico e isotropo del corpo solo in una ristretta zona allestremit della fessura. In questa zona, infatti, si verifica una concentrazione di tensioni. 32

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Inoltre Irwin osserv che le dimensioni, la forma e le condizioni al contorno del corpo non hanno alcuna influenza sullandamento di tali tensioni ma solo sulla loro intensit. Un approccio generalmente usato quello di dividere lo stato di tensione in tre stati elementari detti modo I, II e III e rappresentati in figura 14. Il Modo I, detto anche opening mode, caratterizzato da uno stato di tensioni piane e simmetriche che genera unapertura della fessura, cio spostamenti delle facce dellapertura normali al loro piano. Il Modo II, detto anche in-plane shear/sliding mode, si riferisce a uno stato di tensioni piane antisimmetriche che causa uno spostamento relativo delle facce della fessura nel loro piano. Il Modo III, detto anche anti-plane shear/tearing mode, caratterizzato da uno stato di tensioni che generano uno spostamento relativo delle due facce fuori dal loro piano.

Figura 14: tre possibili modi di deformazione della fessura: (a) MODO I opening mode; (b) MODO II sliding mode; (c) MODO III tearing mode [Marfia, 2007].

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Per calcolare la concentrazione di tensione che avviene allestremit di una fessura in un corpo elastico, necessario risolvere matematicamente il problema di corpi elastici contenenti fessure. Tale problema molto complesso da un punto di vista matematico ed possibile arrivare a soluzioni in forma chiusa solo in casi semplici per esempio nel caso di solidi bidimensionali infinitamente estesi soggetti al Modo I, II o III di frattura. Se si considera un solido bidimensionale infinito soggetto a uno stato piano di tensioni o di deformazioni, come rappresentato in figura 15, e si assume un sistema di riferimento ortogonale !! !! con !! coincidente con lasse della fessura, il campo tensionale vicino allapice definito dalle relazioni seguenti: !! ! ! 3! cos 1 sin sin (2!")!/! 2 2 2 !! ! ! 3! cos 1 + sin sin (2!")!/! 2 2 2 !! ! ! 3! cos sin sin (2!")!/! 2 2 2

!!! = !!! =

!!" =

Dove ! e ! sono le coordinate polari locali con origine allapice !! = ! della fessura (vedi figura 15) e !! il cosiddetto fattore di intensificazione delle tensioni (stress intensity factor) relativo al Modo I di frattura. Nellipotesi di deformazioni piane la componente !!! della tensione si pu determinare con la usuale formula: !!! = ! !!! + !!!

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 15: (a) Lastra soggetta a tensioni uniformi all'infinito; (b) particolare della fessura [Marfia, 2007].

Si deve sottolineare che le espressioni delle componenti della tensione sono valide solo in prossimit della fessura cio quando il rapporto !/! tende a zero. Inoltre le tensioni sono caratterizzate da un andamento asintotico con singolarit ! !! ! . La potenza 1/2 e le funzioni della variabile polare ! presenti nelle relazioni citate non dipendono dalle condizioni allinfinito ma solo dalle condizioni al contorno sulle due facce della fessura. Il campo tensionale allestremit della fessura determinato perci univocamente dal fattore dintensificazione !! che funzione della lunghezza della fessura, delle condizioni allinfinito e per lastre finite, delle condizioni al contorno. Le dimensioni fisiche di !! risultano [! ][!]!!/! . Per il caso esaminato !! dato dallespressione: !! = !" 35

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

In generale landamento delle tensioni risulta asintotico in tutti i corpi fessurati indipendentemente dalla loro geometria mentre il fattore di intensificazione delle tensioni dipende dalla configurazione geometrica, dalle condizioni al contorno e da una dimensione caratteristica del corpo e pu essere espresso, nel caso di fessure in mezzi infiniti o in strisce infinite, come prodotto del fattore di intensificazione delle tensioni nel caso di singola fessura in un mezzo infinito per un coefficiente !! : !! = !! !" Il coefficiente !! risulta funzione di una dimensione caratteristica del corpo e della lunghezza della fessura. Lo spostamento !! in direzione !! dei punti lungo la faccia della fessura (! = !) caratterizzato da un andamento parabolico avente tangente parallela allasse !! allapice ed dato dalla seguente formula: !! ! = ! = 2 ! ! !! ! !

Sostituendo lespressione di !! in questultima, lapertura della fessura, la COD (crack opening displacement) si ottiene come somma dello spostamento della faccia superiore ed inferiore della fessura.
! ! ! = !! !! =

4! ! !

Per un corpo soggetto a diversi sistemi di carico che generano differenti modi di frattura, il campo tensionale allapice della fessura pu essere determinato utilizzando la sovrapposizione delle tensioni prodotte da ogni singolo modo, infatti, le espressioni con cui si sono trovate le !!! , !!! ! !!" e i fattori di intensificazione delle tensioni sono stati determinati nellambito dellelasticit

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI lineare e dipendono linearmente dai carichi applicati quindi si pu applicare il principio di sovrapposizione degli effetti. La generica componente di tensione risultante pu essere espressa dalla seguente formula: 1 ! !! !!! !! !!" ! + !!! !!" ! + !!!! !!" (! ) ! / ! (2!")

!!" =

! !! !!! dove !!" , !!" e !!" sono funzione di ! e !! , !!! , !!!! sono i fattori di

intensificazione delle tensioni relativi ai vari modi. Se ogni modo di deformazione generato da diversi sistemi di carico anche in questo caso si pu usare la sovrapposizione degli effetti per determinare il fattore dintensificazione delle tensioni globale per ogni singolo modo, ad esempio !! pu essere calcolato con la seguente espressione valida anche per !!! e !!!! : !! = !!! + !!! + !!! +. . . +!!" dove !!" il fattore di intensificazione delle tensioni del Modo I relativo al sistema di carico j-esimo. Si pu adesso introdurre il criterio di Irwin per la frattura di materiali fragili. Secondo questo criterio la fessura si propaga quando il fattore dintensificazione delle tensioni !! che definisce il campo tensionale allapice, raggiunge un valore critico !!" . Il fattore dintensificazione critico !!" , detto anche resistenza della frattura (fracture toughness), che una costante del materiale. Nel Modo I il criterio espresso dalle seguenti formule: !! < !!" Assenza di propagazione stabile ; !! = !!" Propagazione quasi statica; !! > !!" Propagazione dinamica instabile .

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 2.3.3 EQUIVALENZA DELLAPPROCCIO TENSIONALE DI IRWIN CON LAPPROCCIO ENERGETICO DI GRIFFITH. Irwin (1957) dimostr lequivalenza tra la formulazione energetica globale e quella tensionale locale nel problema della propagazione delle fessure in materiali fragili. Ricav la relazione tra lenergia di rilascio ! , pari alla variazione dellenergia potenziale totale del sistema corrispondente ad un incremento unitario della fessura, e il fattore di intensificazione delle tensioni !!,!!,!!! che definisce il campo di tensioni allapice della fessura. Per ottenere tale relazione Irwin esamin il caso di una lastra infinita caratterizzata dalla presenza di un difetto iniziale di lunghezza 2! e da spostamenti bloccati al contorno, costituita da materiale perfettamente fragile, in uno stato di tensioni o deformazioni piane. Si consideri il Modo I di frattura e si immagini di fare avanzare la fessura di una quantit infinitesima !" nella direzione dellasse !! . Lo stato iniziale A e quello finale B sono rappresentati in figura 16. Lo stato A ottenuto introducendo una fessura di lunghezza !" , allapice del difetto
! preesistente, mantenuta chiusa da tensioni esterne di richiusura !!! pari alle

tensioni !!! effettivamente presenti nello stato A.

Figura 16: Riduzione proporzionale delle tensioni di richiusura [Marfia, 2007].

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Lo stato B ottenuto riducendo tale campo di tensioni a zero in modo proporzionale, cio lo stato B rappresenta la completa apertura della fessura di
! un tratto lungo !" in cui gli spostamenti risultano pari a !! .

Essendo !" infinitesimo si pu assumere che per !! [!, ! + !"] il campo di


! ! tensioni !!! e il campo di spostamenti !! siano forniti rispettivamente dalle

equazioni: !!! = !! ! ! 3! cos 1 + sin sin (2!")!/! 2 2 2 !! ! = ! = 2 ! ! !! ! !

valide solo in prossimit dellapice della fessura. Gli stati intermedi come quello rappresentato in figura 16 (b) sono caratterizzati da tensioni di richiusura ridotte
! pari a !"!! dove ! un parametro scalare che vale 1 nello stato A e 0 nello stato

finale B. Lapertura della fessura deve anchessa variare in modo lineare dal
! valore nullo iniziale alla distribuzione di spostamenti finale !! quindi in uno ! stato intermedio si avr un campo di spostamenti pari a (1 ! ) !! .

Lenergia di rilascio ! pu essere calcolata come variazione dellenergia potenziale totale associata al processo di apertura del tratto da della fessura. Il lavoro elementare per unit di area compiuto in un dato punto dalle tensioni di richiusura !!! quando la fessura si apre di !"! dato da !!! !"! dove il segno meno dovuto alla diversa orientazione delle tensioni e degli spostamenti. Il lavoro esterno per unit di superfice in uno stato intermedio in cui il parametro ! varia di !" fornito dallespressione: ! !" ! ! ! ! = !!!! ! 1 ! !! = !!!! !" !! !"#

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI dove ! lo spessore del corpo. Integrando rispetto a si ottiene il lavoro totale per unit di area passando dallo stato A allo stato B: !"!!! ! ! = !!! !! !"#
! !

1 ! ! ! !" = !!! !! 2

Il lavoro totale compiuto dalle forze di richiusura risulta pari alla variazione di energia elastica, perch, per le particolari condizioni al contorno, il lavoro compiuto dalle forze applicate allinfinito risulta nullo, ed ottenuto integrando lequazione sopra scritta rispetto ad r : !! !! = !!!! 1 = 2
!" ! ! ! !!! !! !"

! Dallequazione delle !!! ponendo = 0 il campo di spostamento !!! risulta:

! !!!

!! ! 2!"

dove ! ha origine allapice della fessura nello stato A, mentre il campo di


! spostamenti !! si ottiene dallequazione di !! .

! !! =

2 ! ! ! !! ! !

dove ! ha origine allapice della fessura nello stato B. operando il cambio di variabili ! ! = !" ! nellultima equazione e sostituendo sia questultima che la precedente nellequazione del lavoro si ottiene:

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 2!! ! !! ! !" = ! !! !


!" !

!" ! 2!! ! !! ! !" = ! !" ! !! !

Tenendo in conto che per condizioni fisse al contorno lequazione ! !" ! = !" !" = ! !, ! !" !" !, ! !" !" +
!

!" !, ! !"

!"
!

diviene: ! !" ! = !" e che !! ! !! ! !"# !" 0 si ottiene la relazione tra lenergia di rilascio e il fattore di intensificazione delle tensioni di Irwin: !!! != ! ! Si pu inoltre determinare la relazione tra lenergia di frattura critica !! ed il fattore di intensificazione critico delle tensioni !!" che nel Modo I fornita dalla seguente formula:
! !!" !! = ! !

Tal equazione esprime lequivalenza tra il criterio di propagazione della frattura locale o tensionale proposto da Irwin e quello globale o energetico proposto da Griffith. 2.4 RUOLO DELLE FIBRE NELLA PROPAGAZIONE DELLA FRATTURA. Con riferimento alla teoria di Griffith, possiamo osservare come per materiali tenaci (come lacciaio) il lavoro di frattura sia talmente elevato da richiedere una cricca piuttosto lunga per innescare la propagazione della fessura.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Al contrario materiali fragili come il calcestruzzo presentano lunghezze critiche molto pi limitate, sono sufficienti cricche di dimensioni minime per provocare la rottura del materiale. Tuttavia anche materiali fragili, se opportunamente rinforzati, possono assumere caratteristiche di tenacit sconosciute; Un fenomeno molto importante da questo punto di vista per i materiali compositi il famoso fenomeno di Cook-Gordon. J. Cook e J. E. Gordon studiarono negli anni '60 cosa accadeva alle fessure in un solido in materiale composito. La loro attenzione si rivolse in particolare alla fessura in propagazione quando sta per raggiungere la zona di separazione tra i due componenti del materiale. Trovarono che, per un complicato equilibrio di forze in gioco, in corrispondenza dell'apice di una fessura, non solo si hanno forze di trazione in direzione perpendicolare alla fessura (quindi nella direzione dello sforzo applicato all'intero corpo) che tendono ad allargare ulteriormente la fessura, ma sono presenti anche tensioni in direzione parallela alla fessura. Queste ultime sono pi acute non in corrispondenza dell'apice ma bens poco sotto (si veda la figura 18).

Figura 17: Fasi del processo di attivazione del fenomeno Cook-Gordon [fibrepercalcestruzzi]

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 18: Tipi di tensione all'interno di un solido posto in trazione [fibrepercalcestruzzi].

Cook e Gordon si resero conto che in un materiale composito, quando la fessura in propagazione sta per raggiungere la zona di separazione tra i due componenti del materiale, le forze parallele alla fessura molto spesso tendono a separare tra loro i due materiali (vedi figura 17). Questo meccanismo crea una seconda microfessurazione sul cammino della fessura principale; quando questa, nel propagarsi ulteriormente, incontra la nuova microfessura indotta (disposta perpendicolarmente alla prima), ne intrappolata. In altri termini come se la fessura avesse un raggio molto maggiore, e quindi il fattore di moltiplicazione degli sforzi all'apice crolla bruscamente, alleviando le tensioni localmente e arrestandone la propagazione. La presenza di fibre allinterno di un materiale composito presenta diversi vantaggi, infatti, lazione di questultime va a costituire una sorta di reticolo tridimensionale che aiuta a distribuire meglio gli sforzi che attraversano l'opera in calcestruzzo, aumentando la resistenza del manufatto stesso sia quando esso perfettamente sano, sia qualora vi dovessero essere delle micro-fratture (anche interne).

43

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI In tal caso, infatti, alla presenza di un calcestruzzo adeguatamente fibrorinforzato, la fessura sarebbe attraversata da un fascio di fibre che crea una sorta di continuit strutturale, il quale andrebbe ad alleviare le sollecitazioni sul calcestruzzo stesso, specialmente in corrispondenza dell'apice della fessura. Inoltre il reticolo 3D creato dalle fibre, nel caso delle fibre strutturali, consente di avere una certa resistenza anche qualora il calcestruzzo si fosse del tutto fratturato, proprio in virt della miriade di microfilamenti che attraverserebbero la frattura, capaci di sostenere limitati carichi strutturali (questo solamente per alcuni modelli di fibre). Infine, le fibre hanno una caratteristica formidabile, cio quella di creare moltissime micro-superfici di separazione tra fibra e matrice cementizia, disperse in tutto il volume del manufatto e orientate in tutte le direzioni. Alla presenza di una fessura in propagazione (cosa non infrequente, data la caratteristica fragile del calcestruzzo indurito), esse vanno a costituire tantissime piccole trappole di Cook-Gordon nel momento in cui la fessura dovesse incontrare la fibra lungo il suo tragitto, molto spesso arrestandone l'avanzamento con successo. Si spiegher ora il concetto in precedenza accennato delleffetto bridging delle fibre, ovvero quellazione che permette a un calcestruzzo fibrorinforzato di trasmettere sforzi anche attraverso fessure della matrice cementizia. Basandosi sul concetto di slegamento contro la forza dattrito data dalle ! e sul concetto di una fibra inclinata che agisce come corda flessibile attraverso la fessura , Li riuscito a derivare lo stress di bridging delle fibre, integrando il contributo individuale delle fibre posizionate a varie distanze dal centro della fessura nella matrice (z), e a varie orientazioni ! relative alla direzione del carico di trazione. Per un materiale composito con una frazione volumetrica di fibre !! , di lunghezza !! e diametro !! , il bridging stress !! pu essere calcolato con la seguente espressione in funzione dellapertura della fessura ! : 44

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 4!!


! !"! ! /! ! !! !! /! !"# ! ! !!

!! (! ) =

! ! ! ! ! ! !" !"

dove ! ! la forza di bridging espressa da una singola fibra con una lunghezza dancoraggio di l e un angolo dorientazione !:

! ! ! ! ! = 1 + ! !! !! !" ! ! !" !"# ! < !! 2 ! !! !" ! ! = !"# !! 1 ! !"# ! < ! < !! + ! !

! ! = 0 !"# !! + ! ! dove !! 4! ! !/ 1 + ! !! !! e ! !! !! /! ! !! . Con !! e! ! rispettivamente il modulo di Young e la frazione di volume nella matrice del materiale che contiene le fibre mentre !! il modulo di Young delle fibre. Sostituendo le equazioni sopra scritte in quella della !! e assumendo una casualit tridimensionale uniforme per le funzioni di densit di probabilit ! ! e ! ! si ottiene lo stress di bridging delle fibre pre-picco.
! !

!! ! = !! 2

! !

! !

!"# 0 ! !

dove !! !"!! !! !! /2,! ! (!! /2) e dove: !! 2! 1 + ! !! !!

45

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI che corrisponde al valore massimo attendibile di !! per le fibre con la massima lunghezza dancoraggio pari a !! /2. Il fattore di smorzamento ! in questultima equazione definito in termini di coefficiente di smorzamento ! :
!" 2 ! 1 + ! 4 + !!

lo stress post picco rapportato allapertura della fessura pu essere derivato dallequazione di!! (! ) usando solo lequazione di !(! )e il risultato espresso dalla seguente equazione:
!

!! ! = !! 1 ! !

!"# ! < ! 1

Si riscontrato che i risultati di questequazione sono comparabili con i dati sperimentali ottenuti da provini sia con fibre metalliche sia con quelle polimeriche. Nel ricavare le equazioni di !! ! necessario prestare attenzione a scontare il contributo di quelle fibre che sono scivolate fuori dalla matrice. Questo aiuta ad eliminare il contributo di tutte quelle fibre con lunghezza dancoraggio ! minore dellapertura della fessura nel processo dintegrazione per ottenere !! ! . Le forze dattrito ! possono essere espresse da una funzione di scivolamento locale, per fare ci stata impiegata una comoda forma polinomiale che sembra descrivere bene i dati sperimentali per il pull-out delle fibre: ! ! ! = !! + !! ! ! + !! ! !
!

dove le costanti !! , !! ! !! devono essere determinate sperimentalmente per ogni combinazione di fibre, matrice e tipologia di processo produttivo. 46

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Questo perch lo slittamento locale precedentemente alla rottura completa in generale molto basso quindi si pu semplificare questultima equazione in: ! ! = !! !"# ! !
!

! ! = !! + !! ! + !! !

!"# ! > !

Bisogna considerare inoltre che una fessura nella matrice che si avvicina a una fibra isolata pu essere intrappolata grazie allinterfaccia di separazione formata dalla fibra stessa (effetto Cook-Gordon). Osservazioni dirette di questeffetto per mezzo di microscopi SEM suggeriscono che le superfici di distacco possono estendersi da 200!" fino a oltre 1000 !", questo dipende probabilmente dalla disomogeneit dellinterfaccia della microstruttura. Di conseguenza ci si aspetta uno spostamento addizionale !!" legato allo stiramento elastico della lunghezza di separazione ! , poi chiamata parametro Cook-Gordon. Per una singola fibra, lo spostamento addizionale pu essere stimata come segue: !!" = 4!" ! !!! !!

sostituendo questequazione nellequazione dintegrazione di !! , !!" pu essere scritta come: !!" = 4!" ! !! !! !

quindi la larghezza totale della fessura w pu essere approssimativamente data da: ! = ! + !!"

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Questa procedura permette di calcolare lo stress di bridging della fibra indirettamente come funzione della larghezza totale della fessura w. Infine, va riconosciuto che alla formazione di una crepa nella matrice, e prima della formazione di un eventuale frattura, la fibra si trova gi in uno stato stressato. Il
! livello del pre-stress !!" pu essere stimato dalla spartizione del carico tra fibra

e matrice nel punto di rottura della matrice. Questo porta a:


! !!" = !! !! !!" !! !!

dove !!" la deformazione di fessurazione della matrice, tipicamente intorno al 0.02% per i materiali cementizi, e !! and !! sono rispettivamente il fattore defficienza per lorientazione e il fattore defficienza per la lunghezza. Ci si aspetta che il pre-stress della fibra si riduca con lavanzare del processo di separazione, e che si riduca a 0 quando la fibra completamente espulsa. Ovvero quando ! ! . Come prima approssimazione si pu assumere che il livello di pre-stress diminuisca linearmente con lapertura della fessura, cos che: !!"
! !!" ! ! ! = !"# ! < ! !

!!" ! = 0 !"# ! ! dove ! = ! + !!" (!! = !! ) risulta che lo stress di bridging che la fibra riesce a sopportare prima di collassare formato da due componenti, cio:

!!" ! = !! ! + !!" (! )

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 2.5 PROVE CARATTERIZZANTI IL COMPORTAMENTO DEI

CALCESTRUZZI FIBRORINFORZATI. Le metodologie di prova impiegate per normali materiali cementizi non sempre possono essere estendibili anche ai materiali fibrorinforzati, questo perch nei calcestruzzi ordinari si adotta lipotesi di comportamento elastico fino a rottura, i materiali fibrosi invece presentano un comportamento elastoplastico. Tale comportamento deve essere assolutamente valutato, perch proprio questaspetto che fornisce al calcestruzzo fibrorinforzato quelle caratteristiche tipiche per il quale utilizzato. 2.5.1 COMPRESSIONE I materiali cementizi ed in particolare i calcestruzzi presentano ottime resistenze meccaniche a compressione, quindi lo studio degli effetti dati dallaggiunta di fibre stato incentrato su quelle caratteristiche dei materiali che non sempre risultano soddisfacenti, come la resistenza a trazione, a flessione e ad urto. Tuttavia grazie alla semplicit di prova e allelevata diffusione dei dispositivi di prova, sono numerose le esperienze e i dati sulla resistenza meccanica a compressione. I materiali cementizi presentano una microstruttura ricca dimperfezioni e piccole fessure che tendono a espandersi e a propagarsi fino a rottura quando il materiale soggetto a sollecitazioni di compressione. Gli aggregati presenti possono ostacolare o favorire la propagazione delle fessure. Il primo caso si verifica quando c buona adesione tra aggregato e malta cementizia. In questo caso la fessura, per deviare intorno ai granuli dellinerte, deve allungare il suo tragitto, e quindi richiede unenergia maggiore per propagarsi, e tutto ci provoca un aumento del carico sopportabile. Nel secondo caso invece la presenza di difetti nellinterfaccia tra pasta cementizia e aggregato pu favorire la propagazione della fessura.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Per tutto ci che stato in precedenza esposto, si potrebbe concludere che la presenza di fibre dovrebbe aumentare la resistenza a compressione, in quanto le fibre contrastano la propagazione delle fessure nella direzione ortogonale a quella del carico. In realt laumento della resistenza a compressione minore del previsto a causa di scorrimenti tra fibre e matrice, infatti, aumentano talvolta di pochi punti percentuali, secondo il dosaggio, qualora non siano esattamente uguali a quelli del materiale puro. Ci si spiega col fatto che le fibre, sotto lazione di carichi assiali di compressione, si comportano come elementi snelli, si destabilizzano e non oppongono alcuna resistenza nei confronti di questazione. Come si pu osservare dal grafico successivo (figura 19), la resistenza a compressione non sostanzialmente influenzata dalla presenza di fibre, qualunque sia la loro natura. Si ha un certo miglioramento del comportamento nella fase discendente della curva sforzo-deformazione, dovuto al fatto che le fibre contrastano lapertura delle fessure.

Figura 19: Effetto dellaggiunta di fibre di polipropilene ed acciaio sulla resistenza a compressione in provini di calcestruzzo cilindrici [M. Collepardi, L.Coppola 1990].

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI 2.5.2 TRAZIONE. Lo studio di prove in cui il materiale viene sottoposto a tensione monoassiale pu permettere di giungere a risultati importanti. I tre tipici andamenti della curva sforzo-deformazione sono indicati nella figura 20.

Figura 20: Curve sforzo-deformazione per diversi tipi di calcestruzzi fibrorinforzati [D.J. Hannant, 2000].

Le curve B e C si basano sullassunzione che lo sforzo nel materiale fibrorinforzato cresca costantemente. Per le tre curve, il ramo OX definisce il modulo elastico ( !! ) del conglomerato non fessurato. Le curve A e C si riferiscono a materiali in cui non ci sono abbastanza fibre da poter sopportare il carico dopo una prima fase di sviluppo delle fessure continue nella matrice. Nella curva A in particolare le fratture si formano in corrispondenza di X e le fibre velocemente vengono espulse dalla matrice (crisi per pull-out) assorbendo una certa quantit di energia. Questo il tipico comportamento di compositi abbastanza deboli come calcestruzzi rinforzati con fibre corte di polipropilene.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Nella curva C, lalto carico richiesto per la propagazione della frattura porta a un istantaneo rilascio di energia e ad un altrettanto istantaneo fenomeno di pullout, o anche rottura delle fibre. Comunque possono esistere microfratture stabili prima del raggiungimento del picco di sforzo. La curva B tipica di materiali con una sufficiente concentrazione di fibre tale da sopportare il carico quando nella matrice si creano e si sviluppano le fessure. Il tratto orizzontale della curva il risultato di fratture multiple a sforzo costante, mentre il tratto successivo rappresenta la fase in cui le fibre iniziano a staccarsi dalla matrice. Si pu notare che nelle curve A e B le fibre non entrano in gioco per aumentare significativamente lo sforzo relativo alla prima fessurazione (!! ). importante ora definire il volume critico di fibre, che in una fase fessurativa permette di sopportare il carico a cui il composito era soggetto in una fase prefessurativa. Si esprimono i volumi delle fibre e della matrice come frazioni del materiale composito posto uguale a uno, si ottiene: !! = !! !! + 1 !! !! !! = !! !! + !! (1 !! ) dove: !! , !! ! !! sono rispettivamente i moduli di Young del composito della matrice e delle fibre. !! , !! ! !! sono le tensioni relative rispettivamente al composito, matrice e fibre. !! la percentuale in volume di fibre.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Ponendo per ipotesi, !! = !! si ottiene: !! = ! !! con n coefficiente di omogeneizzazione: != !! !!

si riesce quindi a ottenere: !! = Si definiscono: !!" = deformazione corrispondente alla fessurazione della matrice. !! =sforzo relativo alla fessurazione. !!"#$% = volume critico di fibre. !!" = tensione di rottura della matrice. !!" = resistenza delle fibre o sforzo relativo al pull-out. Al momento della creazione della fessura si ha:
!! = !!" e !! = !! !!"

!! 1 + ! 1 !!

sostituendo si ottiene: !! = !!"#$% !! !!" + 1 !!"#$% !!" Dopo la creazione della frattura questo sforzo viene a gravare sulle fibre, si suppone quindi che ci siano abbastanza fibre da sopportarlo, quindi il volume delle fibre pari a quello critico: 53

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI !! = !!"#$% !!" Dalluguaglianza delle ultime due equazioni si ottiene: !!" !!" !! !!" + !!"

!!"#$% =

Infine lorientazione delle fibre pu avere un grande effetto sulla determinazione di !!"#$% , in quanto una distribuzione casuale delle fibre pu ridurre il numero di fibre stesse attorno ad una fessura. Per fibre che si sfilano prima di rompersi, come accade solitamente per le fibre dacciaio, studi hanno mostrato che !!"#$% effettivo, chiamato !!"#$%,!"" cio per una disposizione casuale delle fibre, pari a 2 volte al volume critico relativo al caso di distribuzione allineata, trovato precedentemente nellultima relazione scritta. Questamplificazione raggiunge valori maggiori nel caso le fibre si rompano prima di sfilarsi; perch si verifichi ci le fibre dacciaio devono avere lunghezze elevate, sviluppando quindi tensioni richieste per lestrazione maggiori di quelle di rottura. Se questo valore critico del volume viene raggiunto, possibile ottenere una fessurazione multipla nella matrice. Questa una situazione desiderabile in quanto trasforma un materiale tipicamente fragile con una singola superficie di frattura in un materiale decisamente pi duttile. Il risultato al quale si vuole tendere quello di ottenere un grande numero di fessure che abbiano unapertura molto piccola; questo pu ridurre molti problemi, tra i quali il rischio di penetrazione di materiali aggressivi nella matrice. Grandi resistenze dellancoraggio tra fibre e matrice aiutano a pervenire a questi risultati.

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 21: Relazione tra l'apertura della fessura e il volume di fibre [D.J. Hannant, 2000].

Il grafico precedente (fig. 21) mostra la relazione che intercorre tra lapertura media della frattura alla fine del fenomeno fessurativo e il volume delle fibre. Si pu notare che grandi variazioni del valore dellapertura della fessura si hanno per piccole variazioni di volume, quando questo volume assume percentuali basse. Per ottenere risultati migliori bisogna utilizzare percentuali di fibre comprese tra 2 e 5%. Dal punto di vista pratico le prove che portano allo studio di questi fenomeni possono essere eseguite mediante lutilizzo di macchine di prova universali. Comunemente vengono usati campioni che si presentano sotto forma di cilindretti di materiale fibrorinforzato, e sottoposti a classiche prove di trazione per determinare la resistenza ultima a trazione. Per la natura fragile del calcestruzzo, prove di trazione diretta sono difficili da portare a termine, ma se correttamente eseguite possono fornire informazioni importantissime. Oggi ancora non esistono metodi standard per le prove a trazione diretta, infatti, sono state sviluppate diverse tipologie di prova che si basano su differenti modalit di carico. 55

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Per assicurare una riuscita ottimale della prova, il dispositivo di prova deve soddisfare i seguenti requisiti minimi: Lapparecchiatura nel suo complesso deve essere abbastanza rigida da poter evitare una fase di scarico non stabile dopo il raggiungimento del picco massimo di carico. Non deve essere introdotto dal dispositivo di carico un disallineamento del provino per evitare sollecitazioni di tenso-flessione. Lapparecchiatura deve presentare unelevata rigidit rotazionale per prevenire deformazioni flessionali nel provino.

Figura 22: Rappresentazione schematica di un dispositivo di prova a trazione diretta [Y.Wang, 1990].

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Alla luce di ci, spesso, questi tipi di prove vengono condotte con lausilio di macchine (fig. 22) ad alta capacit, per le quali il massimo carico richiesto dalla prova solo una piccola percentuale del carico che possono offrire; questo assicura una buona rigidit del dispositivo di prova. La deformazione della macchina di prova, se presente, dovuta alla scarsa rigidit delle giunzioni tra cella di carico e ossatura vera e propria della macchina. Come gi detto, uno sbagliato posizionamento del provino pu indurre sforzi sconosciuti che possono compromettere i risultati della prova stessa. Questo perch un posizionamento eccentrico del provino pu causare sforzi flessionali. Il processo di collasso del provino non intagliato comporta in successione: Una deformazione elastica lineare. La formazione di microfessure. Un addensamento di queste vicino ad un piano preferenziale. La formazione di macrofessure sul piano. La propagazione della fessura in tutto il piano. La trasmissione dello sforzo da una parte allaltra della fessura da parte delle fibre. Alla luce del fatto che tutti i provini contengono disomogeneit, potrebbe essere introdotta una deformazione flessionale se non sintroducessero vincoli alla rotazione degli estremi del provino. La figura seguente (fig. 23) mostra alcuni dettagli del macchinario di prova:

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 23: Dettagli del dispositivo di prova per trazione diretta [Y.Wang, 1990].

Lapparecchiatura si compone di una coppia di due pesanti piatti in acciaio saldamente collegati al resto del dispositivo di prova; un piatto collegato alla cella di carico, mentre laltro ad un pistone. Il provino viene incollato mediante adesivi epossidici ai due piatti. La maggiore rigidit della macchina rispetto al provino assicurata mediante leliminazione di ogni tipo di collegamento morbido. La misurazione dellapertura delle fessure viene eseguita mediante due LVDT (linear variable differential transformers), montati su due superfici laterali opposte del provino. La prova viene eseguita utilizzando velocit costanti del pistone. La macchina a controllo di spostamento. La prova si divide in quattro fasi, le prime due relative al posizionamento e allincollaggio del provino ai piatti, la terza parte consiste in una fase di carico ad una velocit ridotta del

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI pistone per poter mettere in luce in maniera pi chiara i dettagli relativi al tratto di ascesa del diagramma sforzo-apertura della fessura, mentre lultima parte si riferisce ad una velocit maggiore del pistone in quanto in questa fase la prova meno sensibile alla velocit del pistone stesso. Una delle conclusioni pi significative che la deformazione massima cresce allaumentare della percentuale di fibre nel calcestruzzo fibrorinforzato. 2.5.3 FLESSIONE. Le principali applicazioni dei calcestruzzi fibrorinforzati richiedono che questi materiali siano sottoposti principalmente a sforzi di flessione. Risulta importante quindi studiare il loro comportamento sotto questo tipo di azioni, anche alla luce del fatto che la trattazione teorica di aspetti come la resistenza a trazione molto differente e spesso non paragonabile alla resistenza a flessione. La resistenza a trazione per flessione pu essere fino a tre volte superiore a quella di trazione diretta, anche se, secondo la teoria dellelasticit, esse sono unespressione dello stesso valore. La principale ragione di questa differenza costituita dal comportamento duttile che caratterizza i compositi fibrosi sottoposti a trazione ed in conseguenza del quale la forma del diagramma delle tensioni di trazione della sezione trasversale di una trave inflessa in fase di fessurazione non pi quella triangolare. La figura 2.19 mostra una trave fessurata e rinforzata con fibre. La distribuzione delle tensioni lineare e lasse neutro spostato verso la zona compressa. Leffetto delle fibre, come precedentemente descritto, quello di provvedere a trasmettere la forza attraverso la fessura, tenendone unite le due facce. Comunque gli esatti sforzi nelle fibre sono ignorati e per semplicit viene assunto un diagramma equivalente degli sforzi (fig. 24 d). La forma di questo diagramma dipende da vari fattori quali il volume di fibre, la resistenza del vincolamento e lorientazione delle fibre. 59

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 24: Distribuzione delle tensioni e delle deformazioni in una trave fessurata [D.J. Hannant, 2000].

Il secondo diagramma della figura 25 mostra landamento delle tensioni tipico per un materiale fibrorinforzato dopo la fessurazione, dove le fibre vengono estratte ad un carico costante lungo la fessura. In questo diagramma !!" la resistenza ultima a trazione dopo la fessurazione e !!"#$ lo sforzo di compressione sulla faccia superiore della trave.

Figura 25: Andamento delle tensioni a flessione. a) comportamento elastico a tensione e a compressione. b) comportamento elastico a compressione e plastico a tensione [D.J. Hannant, 2000].

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Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI Una stima cautelativa della distanza dellasse neutro dalla superficie compressa D/4 e con questassunzione il momento resistente dato dai due diagrammi di tensione pu essere paragonato. Per il primo diagramma il momento resistente assume il valore: 1 !! = !!" ! ! ! 6 Mentre per il secondo: !! = 13 !!" ! ! ! 32

Dalluguaglianza delle due relazioni si trova: !!" = 2.44 !!" !!" = 0.41 !!" Questo implica che possibile il verificarsi di un aumento della resistenza a flessione a patto che nel caso di trazione la resistenza residua dopo la fessurazione superi di 0.41 volte la resistenza massima. Per chiarire questo comportamento utile analizzare qualche esempio. La figura 26 mostra due curve caratteristiche sforzo-deformazione per sollecitazione monoassiale di trazione. La prima figura (fig. 26 a) corrisponde al caso in cui non sia raggiunto il volume critico di fibre a trazione. Si nota che dopo la fessurazione presente una tensione pari a 0.41 volte la tensione ultima, quindi, per ci che stato detto prima, non si avranno riduzioni nella capacit di sopportare un carico flessionale dopo la fessurazione. Ci implica che il volume critico nella flessione stato raggiunto. Per ottenere un comportamento duttile a flessione, infatti, non necessario che sia duttile anche a trazione. Nel secondo caso (fig. 26 b), diversamente dal primo, il volume critico di fibre a trazione stato raggiunto, e per questo la capacit di sopportare un carico flessionale dopo la fessurazione sar 2.44 volte maggiore della tensione ultima di trazione. 61

Cap. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI

Figura 26: Curve sforzo-deformazione per sforzo monoassiale [D.J. Hannant, 2000].

La condizione limite nella figura 26 b si ottiene quando lasse neutro raggiunge la faccia compressa della trave, mantenendo sempre il massimo valore di resistenza a trazione !!" . In questo caso luguaglianza dei momenti resistenti : 1 1 !!" ! ! = !!" ! ! !!" = 3 !!" 2 6 Questa analisi semplificata del problema mostra perch la resistenza a flessione di una malta o di un calcestruzzo fibrorinforzati sia stimata pari a 2-3 volte la resistenza a trazione. Anche il volume critico effettivo di fibre a trazione sar quindi moltiplicato per il coefficiente 0,41 per ottenere il volume critico effettivo a flessione che risulta essere quindi: !!"#$%,!"",!" = 0.41 !!"#$%,!"" = 0.41 2 !!"#$% Questo solo un approccio teorico, i risultati di tutto ci devono essere verificati tramite prove di laboratorio. Le modalit di prova secondo le diverse normative sono illustrate nei paragrafi successivi.

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.


La caratterizzazione della resistenza a flessione pu essere determinata secondo diverse modalit, ognuna corrispondente ad un riferimento normativo diverso. Tutte le prove, sebbene si differenzino tra loro, sono tese a determinare la resistenza a flessione e laumento di duttilit provocato dalle fibre. Da ognuna di queste prove si determina mediamente che lintroduzione di fibre dacciaio lascia sostanzialmente invariata la tensione di prima fessurazione della matrice, ma consente di ottenere una resistenza a flessione superiore al valore corrispondente del calcestruzzo senza fibre. Purtroppo non sono ancora stati pubblicati riferimenti normativi per quanto riguarda fibre di materiale diverso dallacciaio, anche se neglultimi tempi si notato un crescente interesse soprattutto per le fibre polimeriche, la speranza quella di avere presto linee guida anche per questa tipologia di fibre. Le prove che saranno in seguito analizzate sono quelle riferite alla normativa: ASTM C 1018 - 97 normativa americana. UNI 11039 - 2003 normativa italiana (attualmente non in vigore). 3.1 ASTM C 1018-97. Questa prova serve per stimare parametri correlati alla tenacit e legati allarea sottesa dalla curva sforzo-deflessione. I parametri determinati vengono chiamati indici di tenacit. Questi parametri sono determinati dividendo l'area sotto la curva carico-deflessione fino ad un criterio di deflessione specificato, per larea della stessa curva fino a una deflessione in cui si ritiene avvenga lapertura della prima fessura (a partire da questo punto la curva carico-deflessione assume un andamento non lineare). 63

Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Gli indici di tenacit sono dunque numeri adimensionali che caratterizzano la tenacit dopo linizio della fessurazione fino a un punto di fine deflessione, e sono cos definiti:

!! : numero ottenuto dividendo larea corrispondente ad una deflessione pari a 3 volte la deflessione di prima fessurazione ! per larea sottesa alla curva corrispondente a prima fessurazione. !!" :numero ottenuto dividendo larea corrispondente ad una deflessione pari a 5,5 volte la deflessione di prima fessurazione ! per larea sottesa alla curva corrispondente a prima fessurazione. !!" : numero ottenuto dividendo larea corrispondente ad una deflessione pari a 10,5 volte la deflessione di prima fessurazione ! per larea sottesa alla curva corrispondente a prima fessurazione.

Vengono anche introdotti dei fattori, sempre adimensionali, di resistenza residua; essi rappresentano la forza rimasta dopo la prima frattura esprimendo la media del carico post fessurazione sopra uno specifico intervallo di deflessione come percentuale del carico di prima fessurazione:

!!,!" : numero ottenuto dalla relazione !!" !! . !!",!" : numero ottenuto dalla relazione !!" !!" .

Limportanza di questi parametri dipende dalla natura dellapplicazione proposta e dalla serviziabilit richiesta in termini di fessure e deflessioni. La presenza di fibre pu in certi casi aumentare significativamente gli indici di tenacit e i fattori di resistenza residua, mentre in altri casi si registrano incrementi rilevanti solo nella resistenza corrispondente alla prima fessurazione e non negli indici di tenacit e i fattori di resistenza residua. Gli indici di tenacit e i fattori di resistenza determinati attraverso questo metodo riflettono il comportamento post-fessurativo di un conglomerato cementizio fibrorinforzato sotto carichi flessionali quasi statici. I valori assoluti di resistenza determinati computando gli indici di tenacit sono abbastanza 64

Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

significativi dal punto di vista pratico poich dipendono direttamente dalle caratteristiche geometriche del provino e dalle modalit di carico. Per eseguire la prova sono utilizzati travetti in calcestruzzo fibrorinforzato di 350 mm di lunghezza e 100 mm X 100 mm come dimensioni della sezione trasversale. Questi provini sono sottoposti a flessione su tre punti (fig. 27); la macchina di prova deve lavorare in controllo di spostamento, poich lavorando a controllo di carico non si potrebbe determinare il tratto di curva ! ! dopo la fessurazione. Il carico deve essere applicato al provino senza eccentricit e senza provocare contributi torsionali, per non compromettere i risultati della prova.

Figura 27: Prova di carico su tre punti [ASTM C 1018-97]

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

La misura della deflessione del provino pu essere effettuata nella mezzeria e deve essere eseguita mediante trasduttori elettronici. Le curve che si ottengono sono essenzialmente di due tipi: il primo in cui il tratto che precede la prima fessurazione presenta un andamento concavo (fig. 2.27 a), e un secondo in cui questo tratto convesso (fig. 2.27 b). In entrambi i casi, il punto corrispondente alla prima fessurazione (A) il punto in cui la curva presenta un netto cambiamento di pendenza.

Figura 28: caratteristiche di una curva sforzo-deflessione.

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Questa prova richiede un minore tempo di preparazione rispetto a test che prevedono provini intagliati, tuttavia ci non detto che comporti una maggiore economicit. Infatti, per provini con bassi contenuti di fibre si pu formare una fessura instabile che determina lesito negativo della prova e quindi la necessit di utilizzare un nuovo campione. 3.2 UNI 11039-2003. La presente norma stata elaborata dallUNICEMENTO, ente federato allUNI, nellambito del Sottogruppo di lavoro "Calcestruzzo rinforzato con fibre" del Gruppo di lavoro "Calcestruzzi speciali". E definisce le caratteristiche e i requisiti del calcestruzzo rinforzato con fibre dacciaio e descrive per provini costituiti da questo materiale un metodo di prova per la determinazione della resistenza a prima fessurazione e degli indici di duttilit. Ora questa norma risulta non in vigore perch sostituita dalla norma UNI EN 14651, che purtroppo non si riusciti a reperire. Per tale motivo si spiega la prova con la vecchia modalit. Il provino deve avere dimensioni 150 mm x 150 mm x 600 mm. La macchina di prova utilizzata conforme alla norma UNI EN 12390-4 per quanto riguarda: la misurazione e laccuratezza nellindicazione della forza, la frequenza della taratura e la sicurezza. Si tratta di una prova a quattro punti; il dispositivo di applicazione del carico costituito da: Due cilindri superiori. Un elemento in grado di ripartire equamente e uniformemente il carico applicato alla macchina di prova fra i due rulli. Due cilindri inferiori di supporto.

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE. Lo schema di carico rappresentato in figura 29.

Figura 29: Schema di carico di una prova a flessione secondo la norma UNI 11039-2: 1) cilindri di carico liberi di ruotare e inclinarsi; 2) cilindro di supporto; 3) Cilindro di supporto libero di ruotare e di inclinarsi [UNI 11039-1, 2003].

La misura del carico compiuta attraverso un trasduttore di forza. Il provino dotato di un intaglio nella sezione di mezzeria per forzare (e controllare) la posizione della sezione fessurata, esso ha una lunghezza di 45 mm ed sagomato a V nella sua parte terminale in modo tale da controllare il punto dinnesco della fessura. Come spostamento di riferimento si utilizza lapertura di fessura misurata sia allapice (Crack Tip Opening Displacement, CTOD) sia allestremit inferiore dellintaglio (Crack Mouth Opening Displacement, CMOD); questultima misurazione utilizzata come variabile di controllo. Il CMOD deve essere aumentato ad una velocit costante di (0,05 0,01) !!/!"#. Per valori di CMOD maggiori di 0,65 mm la velocit di spostamento pu essere progressivamente aumentata fino a (0,5 0,02) !!/!"# con una accelerazione non maggiore di 1 !!/!"#! .

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Procedendo in questo modo si riesce ad evitare quasi sempre il propagarsi instabile delle fratture, sia nei provini fibrorinforzati sia nel calcestruzzo semplice. In figura 30 riportato lo schema dellintaglio secondo normativa.

Figura 30: Schema dellintaglio: 1) apice della struttura, 2) portatrasduttore per la misurazione della CTOD, 3) intaglio 4) portatrasduttore per la misurazione della CMOD, [UNI 11039-1, 2003].

Il carico di prima fessurazione si pu determinare attraverso il CTOD. Questultimo per deve avere un valore di riferimento da prendere in considerazione (!"#!! ). Il !"#!! il valore dello spostamento allapice della fessura corrispondente allinnesco convenzionale del processo fessurativo del calcestruzzo di base. Esso pu essere ottenuto mediante due metodi: Eseguendo direttamente una prova su un provino realizzato con la stessa matrice di calcestruzzo ma senza fibre (metodo diretto). Assumendo convenzionalmente un valore pari a 25!" determinato da unanalisi statistica basata su una popolazione di provini di calcestruzzo ordinario di resistenza a compressione variabile tra 25 e 80 !"# (metodo indiretto). 69

Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Come si nota nella figura 31, determinato il valore di riferimento, lo si inserisce nel grafico carico - CTOD relativo al calcestruzzo fibrorinforzato analizzato e si ottiene il valore del carico di prima fessurazione !!! , definito come massimo del carico rilevato dal diagramma carico - CTOD in corrispondenza di valori di CTOD compresi tra 0 e !"#!! .

Figura 31: Esempi di diagrammi carico-COTD per la determinazione del carico di prima fessurazione [UNI 11039-2, 2003].

Noto il carico di prima fessurazione possibile determinare lo sforzo di prima fessurazione ( !!! ), che per la normativa si determina convenzionalmente assumendo una distribuzione lineare degli sforzi nella sezione reagente in corrispondenza dellintaglio: !!! ! ! !!

!!! =

[!"#]

Restano da determinare glindici di duttilit !! ! !! , la normativa li definisce: D0: indice di duttilit dellSFRC nel campo di apertura media di fessura !"#!!"# compreso fra (0-0,6) mm, con !"#!!"# valore di !"#$ al netto di !"#!! ; tale indice espresso dal rapporto tra la resistenza equivalente !!"
!!!,!

e la resistenza di prima fessurazione !!! . 70

Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

D1: indice di duttilit dellSFRC nel campo di apertura media di fessura !"#!!"# compreso fra (0,6-3) mm; esso espresso dal rapporto tra le resistenze equivalenti !!" Tali indici sono definiti come:
!!" !!!,! ! !! !!" !,!!! !!" !!!,! !,!!!

e !!"

!!!,!

!! =

!! =

La norma definisce le resistenze equivalenti come il valor medio dellintegrale della resistenza convenzionale a flessione dellSFRC calcolato in un intervallo predeterminato di apertura di fessura. Quindi !!"
!!!,!

e !!"

! ,! ! !

sono le

resistenze equivalenti post-fessurazione, relative allintervallo di !"#!!"# compreso tra 0 e 0,6 mm e tra 0,6 e 3 mm rispettivamente. Tali resistenze sono definite come: !!" !!" dove:
! .! ! ,! ! ! !!!,!

1 ! !! 1 ! !!

!! ! 0 .6 !! ! 2 .4

!! =

!(!"#$)!(!"#$)

!! =

!(!"#$)!(!"#$)

! .!

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

rappresentano le aree sottese dalla curva di carico - CTOD nei due intervalli di !"#!!"# definiti in precedenza. La figura 32 rappresenta quanto detto sopra.

Figura 32: Esempio di curva carico-CTOD[UNI 11039-2, 2003].

La normativa UNI 11039 prevede di classificare il calcestruzzo fibrorinforzato in base ai tre parametri !! , ! , !! ! !! . Per quanto riguarda lo sforzo di prima fessurazione, la normativa prevede le classi di resistenza riportate nella tabella 3.1.
Tabella 3.1: Classi di resistenza previste dalla UNI 11039 per lo sforzo di prima fessurazione [UNI 11039-2, 2003].

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Le classi previste per gli indici di duttilit sono riportate nella tabella 3.2; si pu notare la presenza di tre gruppi di classi, caratterizzate dalle sigle !! , !! ! !! , che identificano rispettivamente un comportamento degradante (dallinglese softening), un comportamento plastico (plastic) e un comportamento incrudente (hardening). Il comportamento degradante diviso in tre classi, !!! , !!! ! !!! , come il comportamento incrudente che suddiviso nelle tre classi !!! , !!! ! !!! .
Tabella 3.2: Classi previste dalla UNI per gl'indici di duttilit.

La normativa definisce che un SFRC con un indice di duttilit !! inferiore a 0,5 non sia classificabile come calcestruzzo fibrorinforzato. Inoltre lUNI 11039 impone precise caratteristiche al materiale composito finale, infatti, la composizione e i costituenti del calcestruzzo di base dell'SFRC (cemento, aggregati, acqua, eventuali aggiunte e/o additivi) devono essere tali da soddisfare i requisiti previsti dalla UNI EN 206-1 e dalla presente norma. Le fibre di acciaio) devono soddisfare i requisiti specificati da UNI 11037. L'SFRC deve essere progettato in modo che la dispersione delle fibre di acciaio nella matrice sia omogenea e casuale.Il cemento utilizzato deve essere scelto tra quelli elencati dalla UNI EN 197-1. In considerazione della specificit dell'SFRC il contenuto minimo di cemento non pu essere minore di 330 !"/!! e comunque deve soddisfare quanto prescritto dalla UNI EN 206-1 in relazione alla classe di esposizione.

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Cap. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE.

Il dosaggio minimo di fibre non deve essere minore di !"/!! . Sono ammessi dosaggi minori, purch siano giustificati attraverso dati sperimentali ottenuti in sede di prequalifica dellSFRC, nei casi seguenti: Per rapporto daspetto delle fibre maggiori di 60.

In applicazioni speciali, per esempio getti con spessore paragonabile alla lunghezza delle fibre.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.


Come si osserva per un qualsiasi altro materiale composito, almeno nelle prime fasi dello sviluppo, laggiunta di un rinforzo in forma di fibre ha un ruolo ausiliario, di resistenza nei confronti di fenomeni degradanti per il materiale ma mai compromettenti della sua integrit strutturale. Sotto questaspetto il calcestruzzo non rappresenta una eccezione tant che le prime applicazioni del fibrorinforzato si osservano nella realizzazione di pavimentazioni industriali in cui il rinforzo risulta complementare prima, sostitutivo poi, della classica rete elettrosaldata, con evidenti benefici economici ed applicativi, ritiro. Solo recentemente si assistito a una reale crescita dellapplicazione del prodotto rinforzato a tutti i settori dellingegneria strutturale, in veste di materiale innovativo in termini di resistenza e facilit di utilizzo. Attualmente il principale campo di applicazione rimane quello delle pavimentazioni, ma il fibrorinforzato viene efficacemente impiegato nel rivestimento delle gallerie, nel ripristino di strutture lesionate, o ancora nella stabilizzazione del suolo e nel rivestimento delle scarpate; risulta inoltre ottimale lutilizzo nella realizzazione di strutture in ambiente salino, come moli o banchine e piattaforme marittime, dove la possibilit di sostituire le armature metalliche elimina alla fonte i fenomeni di degrado del calcestruzzo dovuti allattacco di cloruri Non c dubbio sul fatto che levoluzione del materiale, e il principale campo di ricerca, siano rivolti alla possibilit di applicare il fibrorinforzato alle strutture intelaiate in completa sostituzione delle armature metalliche. 75 ma col solo scopo di evitare la fessurazione e poter aumentare la campitura dei giunti anti

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.1 PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI Le pavimentazioni in calcestruzzo vengono troppo frequentemente relegate a un piano secondario in quanto sono impropriamente considerate elementi non strutturali. Questo comporta la mancanza della normale attenzione agli aspetti progettuali ed esecutivi che riservata ad altri elementi strutturali (travi, pilastri etc.), per i quali esiste una consolidata tradizione. Nella realt le pavimentazioni sono strutture (piastre su appoggio continuo) sottoposte a sollecitazioni di tipo flessionale dovute al trasferimento dei carichi superficiali al sottofondo. Gli strati di supporto della pavimentazione reagiscono a tali sollecitazioni subendo dei cedimenti che dovranno essere di entit modesta, in modo da non comprometterne la funzionalit questo evidenzia come la progettazione di pavimentazioni sia governata maggiormente dagli stati limite desercizio (controllo della fessurazione e delle deformazioni) e meno influenzata dagli Stati Limite Ultimi. Le pavimentazioni in calcestruzzo rappresentano loggetto di contestazione nella maggior parte delle controversie che riguardano gli edifici civili e industriali, con danni considerevoli a causa dei notevoli volumi di calcestruzzo in gioco che richiedono onerosi interventi di riparazione o di parziale sostituzione. Per fornire un dato significativo, si consideri che circa l80% delle contestazioni nelle forniture di calcestruzzo rappresentato da quelle relative alle pavimentazioni industriali, che in Italia assorbono circa il 10% della produzione totale di calcestruzzo. Nel caso di pavimenti poco sollecitati e/o di notevole spessore, larmatura pu essere omessa se tutti gli sforzi di trazione sono affidati alla resistenza a trazione del calcestruzzo (Figura ); anche in questo caso opportuno prevedere lutilizzo di armatura non strutturale per contenere gli effetti del ritiro, costituita da una rete elettrosaldata (posizionata nella parte centrale dello spessore) o da microfibre sintetiche. 76

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Figura 33: Diverse tipologie di rinforzo nelle pavimentazioni. a) pavimentazione senza armatura, b) pavimentazione con armatura convenzionale, c) pavimentazione in FRC senza armatura convenzionale. [G.Plizzari, pavimentazioni in FRC].

Quando le pavimentazioni sono pi sollecitate o quando si vuole contenere lo spessore del calcestruzzo, necessario prevedere unarmatura strutturale che resista agli sforzi di trazione. Questarmatura pu essere costituita dalla classica rete elettrosaldata tuttavia lutilizzo di questa tecnologia presenta numerosi svantaggi tra cui: La necessit di mantenere nella posizione corretta la rete superiore durante le operazioni di getto, quando i posatori camminano sulla rete. La poca efficacia della rete elettrosaldata per pavimentazioni con spessori di grandezza maggiore di 100 mm. Problemi di corrosione e durabilit della rete, soprattutto in ambienti aggressivi come quelli marini.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. Linutilit della rete se non perfettamente collocata nella lastra di calcestruzzo. La difficolt di stoccaggio e di movimentazione dei rotoli di rete elettrosaldata, che possono essere anche molto costosi. Tutti questi fattori in aggiunta alla necessit di ridurre i tempi di controllo per verificare la corretta sovrapposizione di tutti i fogli di rete, hanno spinto allutilizzo di un rinforzo basato su fibre strutturali che permettono di utilizzare la tecnologia del calcestruzzo proiettato, non si corrodono, non danneggiano un eventuale barriera al vapore e inoltre permettono un miglior controllo delle fessure rispetto alla rete elettrosaldata, grazie al sistema di armatura tridimensionale che creano. La presenza del fibrorinforzo, che rappresenta unarmatura diffusa, comporta altri vantaggi come la riduzione della fessurazione strutturale, una minore permeabilit (cio maggiore durabilit) in aggiunta ad una maggiore resistenza allimpatto e alla fatica. Lutilizzo di fibre pu quindi ridurre sia i costi di manodopera necessari per la posa dellarmatura tradizionale sia i tempi di controllo necessari alla Direzione Lavori per verificare la corretta disposizione della rete di armatura. Al fine di fare chiarezza sul comportamento delle pavimentazioni in FRC, di caratterizzare opportunamente il materiale e di stabilire valide regole di progettazione e di realizzazione, il Conpaviper ha attivato il Gruppo di Lavoro Calcestruzzi Fibrorinforzati. Tale Gruppo ha prodotto una prima bozza di Linee Guida per le pavimentazioni in calcestruzzo fibrorinforzato, il cui obiettivo primario quello di introdurre il concetto di prestazione del FRC nel processo di realizzazione di un pavimento industriale.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Figura 34: Esempi di pavimentazioni in Calcestruzzo rinforzato con fibre.

Le

Linee

Guida

prevedono

che

la

classificazione

del

calcestruzzo

fibrorinforzato si basi sulla sua tenacit, cio sulla resistenza opposta dal materiale allavanzamento del processo di frattura, che rappresenta una propriet intrinseca del materiale stesso. 79

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.2 CLS FIBRORINFORZATO NELLA PREFABBRICAZIONE. Lutilizzo del FRC nella prefabbricazione risulta particolarmente interessante in quanto, oltre a migliorare le caratteristiche dei prodotti (con particolare riferimento alla fessurazione ed alla durabilit), permette una notevole industrializzazione del ciclo produttivo riducendo i costi di manodopera necessari per la realizzazione degli elementi [14]. Inoltre, il controllo delle caratteristiche del materiale pu essere meglio garantito dalla continuit del processo di produzione. Gli elementi prefabbricati che possono ottenere miglioramenti delle loro prestazioni attraverso luso del FRC sono i seguenti: Piccoli elementi non strutturali nei quali il rinforzo fibroso principalmente impiegato per migliorare la duttilit e limitare i fenomeni fessurativi. Tubi in calcestruzzo per realizzare canalizzazioni sotto pressione. Sottostrutture ferroviarie precompresse sottoposte a carichi ciclici che generano problemi di fatica. Sono inoltre in corso studi molto avanzati per la produzione di strutture scatolari per garage e altri tipi di contenitori. Un interessante esempio applicativo rappresentato dai pannelli esterni di tamponamento degli edifici industriali che non assolvono una particolare funzione statica principale in quanto sono in genere autoportanti e soggetti alla sola azione esterna del vento. Le fibre possono essere impiegate in sostituzione delle armature minime trasversali in elementi strutturali come le travi precompresse o gli elementi prefabbricati di copertura. Il maggiore controllo sul processo produttivo del calcestruzzo contribuisce inoltre allottenimento di manufatti con caratteristiche meccaniche costantemente elevate, grazie al limitato scarto osservato sulla distribuzione del rinforzo in fibra, con conseguenti buone prospettive per una produzione in serie controllata. 80

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. La prefabbricazione leggera fa uso di una notevole quantit di calcestruzzo per la realizzazione di manufatti che a volte sono sottoposti a sollecitazioni molto modeste in cui sufficiente un rinforzo minimo per garantirne la duttilit. Altre tipologie di elementi devono resistere a carichi importanti, come le piastre per tombinature carrabili, dove i fori per i chiusini provocano la concentrazione degli sforzi; lottimizzazione del rinforzo di questi elementi consiste nellabbinare unarmatura convenzionale, nei punti in cui gli sforzi sono concentrati, al fibrorinforzo nei punti in cui gli sforzi sono diffusi. 4.2.1 TEGOLO DI COPERTURA PREFABBRICATO IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. Il tegolo prefabbricato un prodotto standard, che si colloca come elemento di copertura tra due travi alari in calcestruzzo precompresso, ad esempio per la copertura di capannoni industriali. Tali elementi sono realizzati in calcestruzzo armato precompresso e devono sopportare, oltre al peso proprio, il carico standard per le coperture di 1,50 !"/!! .

Figura 35: Schema di tegolo di copertura [brochure ISTRICE].

Allo scopo di valutare i benefici che ladozione di fibre strutturali, pu portare nella produzione di tali elementi, stata condotta una prova di flessione avente a oggetto un tegolo armato tradizionale e un tegolo modificato, dove si sono sostituite le armature secondarie con le fibre, in un quantitativo di 10 Kg/m3 di calcestruzzo; la figura 35 mostra i risultati dei test fatti. 81

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Figura 36: Diagrammi freccia-tempi per tegolo standard e per tegolo fibrorinforzato, con la freccia nelle ordinate e i tempi nelle ascisse [brochure ISTRICE].

Infine viene mostrato il confronto relativo tra la freccia del tegolo standard e la freccia media del tegolo fibrorinforzato, rapportata alla freccia media del tegolo standard. Le prove a lungo termine non hanno evidenziato significativi incrementi delle frecce assolute in un tempo di 22 ore. Si osserva che il tegolo fibrorinforzato presenta sempre delle frecce inferiori allomologo tegolo tradizionale armato, con un beneficio che si colloca in un intervallo che spazia dal 23% al 15%. Il prodotto che ne deriva presenta quindi migliori propriet meccaniche che si accompagnano a un aumento della durabilit del manufatto, con un ridotto quantitativo di armatura suscettibile di fenomeni di ossidazione.

Figura 37: Diagramma freccia-tempi che mette in relazione la freccia media del tegolo standard (curva nera) con quella del tegolo fibrorinforzato (curva grigia) [brochure ISTRICE].

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. I tegoli precompressi sono utilizzati per realizzare ampie campate di copertura. Nel caso specifico il tegolo era dotato, oltre che dellarmatura di precompressione lungo le nervature, di una rete elettrosaldata sullelemento lastra, spesso 5 cm. Questultima armatura stata completamente sostituita. Le prove in seguito realizzate, con carichi applicati sia in mezzeria del tegolo sia sullo sbalzo delle mensole laterali, hanno evidenziato una resistenza dellelemento fibrorinforzato paritetica a quella ottenuta con unarmatura metallica; questultima per ben pi costosa e difficile da inserire su uno spessore cos esiguo.

4.2.2 CONCI PREFABBRICATI IN CLS FIBRORINFORZATO PER GALLERIE. Una delle possibili e allo stesso tempo pi promettenti applicazioni strutturali del calcestruzzo fibrorinforzato certamente quella che si riferisce alla costruzione degli anelli in conci prefabbricati per il rivestimento di tunnel scavati con limpiego delle moderne TBM integralmente automatizzate (fig. 38). La presenza delle fibre dacciaio nel conglomerato cementizio conferisce a questultimo una duttilit che comporta una risposta migliore alle sollecitazioni esterne, soprattutto nelle fasi di manipolazione, trasporto, installazione dei conci e durante la spinta dei martinetti della TBM nelle fasi di avanzamento dello scavo.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Figura 38: Fresa a tutta sezione TBM [M.Cremona, G.Morselli, 2010].

Figura 39: Galleria realizzata con scavo meccanizzato TBM [M.Cremona, G.Morselli, 2010].

In particolare, luso delle fibre in sostituzione parziale o totale dellarmatura tradizionale in questo tipo di elementi strutturali, conveniente quando: 84

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. Le condizioni tipiche del terreno incoerente, generalmente sotto falda, rendono difficili le previsioni delle sollecitazioni che agiscono nelle sezioni trasversali e assiali del tunnel e di conseguenza, molte delle ipotesi fatte nella progettazione del rivestimento di gallerie costruite con macchine di scavo integrale (TBM) devono essere accettate bench abbiano un impatto negativo importante sullesecuzione o sugli aspetti economici. Da questo punto di vista, il poter contare sulle caratteristiche di tenacit di un materiale, come il calcestruzzo rinforzato con fibre di acciaio, di fondamentale importanza. La combinazione dei momenti flettenti e delle forze normali applicate in direzione tangenziale risulta specialmente favorevole per lutilizzo di questo materiale in sostituzione (per lo meno parziale) della tradizionale armatura; inoltre lutilizzo delle fibre permette di diminuire in maniera sensibile gli spessori di questi elementi, che nel caso di progettazione con calcestruzzo standard vengono sovradimensionati per tenere conto delle eventuali condizioni di sollecitazione non simmetriche. Si vuole avere un miglior controllo dei possibili crolli locali di porzioni del rivestimento. Si vuole creare una protezione passiva al fuoco riducendo il fenomeno dello spalling in caso dincendio in galleria (in modo particolare il calcestruzzo rinforzato con fibre sintetiche). La sostituzione parziale o totale dellarmatura tradizionale comporta significativi vantaggi economici nella fase di prefabbricazione, riducendo limpiego della mano dopera, il peso complessivo dei materiali di armatura, velocizzando i getti nei casseri e limitando le fasi di controllo della posa delle gabbie di armatura.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Figura 40: Armatura ottimizzata in un concio prefabbricato [M.Cremona, G.Morselli, 2010].

In tale contesto, si inserisce lEsperimento dincendio di una cassa del veicolo della Linea C della Metropolitana di Roma, dove la Officine Maccaferri SpA ha promosso e sviluppato proposte sulla realizzazione dei conci prefabbricati per i quali stato previsto lutilizzo di unarmatura con Fibre dacciaio abbinate a Fibre di Polipropilene come efficaci elementi di protezione passiva al fuoco, per la riduzione del fenomeno di spalling del calcestruzzo. Lesperimento dincendio si svolto il 30 Ottobre 2009. Allinterno del sito individuato per la realizzazione della prova, stata realizzata una galleria di circa 110 m di lunghezza avente le stesse caratteristiche dimensionali e funzionali della Linea C della Metropolitana di Roma che al tempo era in costruzione. Questa galleria stata realizzata utilizzando in parte i conci con armatura tradizionale, come da progetto, e in parte con armatura mista tradizionale abbinata a fibre dacciaio e fibre di polipropilene.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

Figura 41: Lesperimento di una prova dincendio in una cassa della Linea C della metropolitana di Roma

[M.Cremona, G.Morselli, 2010].

La verifica strutturale dei conci prefabbricati con limpiego di calcestruzzi ha previsto una ottimizzazione dellarmatura lenta tradizionale posizionata lungo il perimetro esterno dove le analisi evidenziano la concentrazione degli sforzi e unarmatura diffusa con fibre, riducendone il peso complessivo. La verifica di questa tipologia costruttiva ha evidenziato come larmatura ottimizzata, cio tradizionale pi mix di fibre di natura diversa, produca un dominio di resistenza della sezione in grado di contenere tutte le combinazioni di carico corrispondenti alle azioni prodotte dal terreno a breve e lungo termine. Allo stesso tempo, tale configurazione permette di contrastare i possibili fenomeni fessurativi dovuti alle condizioni transitorie come la movimentazione e il montaggio attraverso la spinta della TBM oltre a determinare una maggiore efficienza alle alte temperature.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.2.3 STRUTTURE DI STOSTEGNO IN CLS FIBRORINFORZATO. La valutazione della stabilit dei pendii, costituiti da materiale eterogeneo, in cui blocchi lapidei e materiale clastico di varia pezzatura sono immersi in una matrice fine limoso-argillosa, un problema complesso sia da un punto di vista geotecnico, sia da un punto di vista strutturale. La spiccata eterogeneit dei materiali coinvolti rende difficile lanalisi geotecnica, e in particolare la scelta dei parametri meccanici pi adatti per il terreno. Tale incertezza, associata allinevitabile semplificazione geometrica del pendio in esame, impedisce spesso di giungere a una precisa valutazione del fattore di sicurezza per il pendio anche in assenza dellopera di sostegno; ancora pi difficoltosa risulta quindi essere la valutazione dellincremento del fattore di sicurezza in presenza dellopera di sostegno. Perci risulta molto importante utilizzare materiali con una crisi duttile, e non una collasso di tipo fragile senza preavviso. Per tale
Figura 42

motivo in questi anni si visto un sempre maggior utilizzo di calcestruzzi fibrorinforzati anche per strutture di questo tipo. Ad esempio il polo regionale di Lecco del Politecnico di Milano ha sviluppato un lavoro di ricerca in un sito in provincia di Como, con il finanziamento della regione Lombardia. Tale lavoro consiste nella progettazione ed esecuzione di unopera di sostegno su una parete sub-verticale di materiale eterogeneo debolmente cementato,

formata da quattro graticci prefabbricati (6 x 2.5 x 0.3 m) e dieci piastre (0.8 x 0.8 x 0.3 m) posizionate su cinque livelli, usate come contrasto per ancorare in profondit 26 tiranti costituiti da sette trefoli di diametro 0.6 ciascuno (fig. 42). 88

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. Lintroduzione di fibre di acciaio nella miscela ha consentito di evitare altri usuali sistemi di rinforzo. Le piastre sono realizzate con calcestruzzo fibrorinforzato ad alte prestazioni, armato con quattro barre ad aderenza migliorata, inserite in prossimit dei quattro lati
Figura 43: foto reale del sito

contro terra. Le barre sono

inoltre saldate alle estremit a opportuni golfari filettati, cos da facilitarne il sollevamento, il trasporto, e, una volta messe in opera, il mutuo collegamento per mezzo di cavi in acciaio. Ogni piastra stata ancorata alla parete per mezzo di tiranti in acciaio post-tesi lunghi 14 metri.Le dieci piastre sono state realizzate in calcestruzzo ad alte prestazioni fibrorinforzato con 100 !"/!! di fibre in acciaio ad alto contenuto di carbonio, di lunghezza 13 mm e diametro 0.16 mm, e posizionate opportunamente in parete. Il materiale ha una resistenza a compressione cubica di 116 !"# e, in accordo alla normativa UNI 11039, una resitenza di prima fessurazione !!! = 13.16 MPa e resistenze residue !"! !!!.! = 12.06 !"# e !"! !.!!! = 9.76 !"#.I principali vantaggi di questa soluzione progettuale sono il limitato peso, il costo ridotto e la facilit di messa in opera infatti non necessario predisporre uno strato di malta di allettamento tra piastra e terreno, tanto da suggerirne limpiego (ad esempio tramite elicotteri) anche in luoghi con accesso limitato o impervio. Il costo ridotto conseguenza dellottimizzazione del volume di materiale impiegato, e risulta essere sostanzialmente competitivo nei confronti

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. di una piastra tradizionale in acciaio, che avrebbe un costo

approssimativamente cinque volte

maggiore. Lutilizzo di calcestruzzo

fibrorinforzato, inoltre, grazie allelevata tenacit e durezza, particolarmente indicato per problemi dinterazione terreno-struttura nei quali non siano note a priori le condizioni di appoggio.

Figura 44: Schema tipo di una piastra utilizzata nellopera di sostegno.

Come ricordato, infine, il fatto che non sia necessario alcuno strato di malta rende le operazioni di messa in opera particolarmente rapide. Da un punto di vista realizzativo, la semplicit delle armature utilizzate rende particolarmente semplice un processo di prefabbricazione in serie automatizzata. La struttura di sostegno nel suo complesso quindi molto modulare e adattabile alle varie esigenze, e pu essere combinata con altri elementi strutturali, fino a ottenere sistemi anche complessi. Un tale sistema di piastre pu anche essere accoppiato a sistemi di sostegno tradizionali come le reti in acciaio, cos da stabilizzare eventuali meccanismi di rottura sia profondi, sia superficiali, combinando il confinamento agente in profondit con leffetto di contenimento degli strati superficiali offerto dalle reti. 90

Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.2.4 PANNELLI DI TAMPONAMENTO PREFABBRICATI IN CLS FIBRORINFORZATO. Questi elementi possono essere prodotti impiegando le fibre in sostituzione delle armature, in genere reti elettrosaldate, disposte nelle due facce della parete, mentre sono mantenute le armature principali presenti nei cordoli perimetrali. Alcuni studi effettuati sui pannelli di tamponamento hanno mirato allottimizzazione della geometria del manufatto considerando i requisiti statici, la possibilit di industrializzare il processo produttivo e di ridurre il peso globale del pannello. Dopo aver definito un sistema di carico a controllo di spostamento e un telaio di contrasto, sono stati provati pannelli disposti orizzontalmente (configurazione di carico maggiormente onerosa) soggetti pertanto alla flessione longitudinale da peso proprio e alla flessione trasversale dovuta allazione del vento. La sperimentazione su elementi in scala reale ha mostrato un comportamento dei pannelli in SFRC analogo a quello dei pannelli tradizionali in termini di rigidezza e di resistenza ultima.

Figura 45: Sistema di carico per un pannello di tamponamento [G.Plizzari, M. di Prisco].

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO.

4.2.5 TRAVI PRECOMPRESSE IN CLS FIBRORINFORZATO. La possibilit di sostituire larmatura minima traversale (costituita da staffe) con lutilizzo di FRC pu permettere un rilevante risparmio di manodopera. Il comportamento a taglio di manufatti in FRC stato studiato in letteratura con prove sperimentali su travi in scala reale senza armatura tradizionale, con armatura minima a taglio, e in calcestruzzo fibrorinforzato. La sperimentazione ha simulato il comportamento di una trave vicino agli appoggi, dove sono necessari importanti quantitativi di armatura trasversale, e nelle zone centrali della trave dove richiesta la disposizione della sola armatura minima. I risultati hanno evidenziato un comportamento delle travi in FRC simile o migliore rispetto a quello delle travi con armatura a taglio minima determinata in accordo con le prescrizioni dellEurocodice 2. Inoltre, la resistenza a taglio notevolmente incrementata (~ 20%) se si utilizzano le fibre di acciaio in aggiunta allarmatura trasversale convenzionale. Si infine notato che le fibre permettono una significativa riduzione dellapertura delle fessure per taglio. La figura 42 mostra, una prova di taglio su trave precompressa in SFRC.

Figura 46: Prova di taglio su una trave in calcestruzzo fibrorinforzato . [G.Plizzari, M. di Prisco].

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.3 INTERVENTI DI RESTAURO CON CLS FIBRORINFORZATO. Un altro campo dapplicazioni per i materiali rinforzati con fibre quello del restauro delle opere gi esistenti, infatti, molte ditte tra cui la ditta Fili&Forme hanno provveduto a eseguire diversi test su malte da ripristino rinforzate. La tipologia di malte prese come riferimento quella classificata secondo la UNI EN 1504/3 Prodotti e sistemi per la protezione e la riparazione delle strutture di calcestruzzo. La caratterizzazione delle malte senza e con laggiunta di fibre stata condotta secondo le principali prove indicate dalla UNI EN 1503/2, sono state pertanto condotte le seguenti misure: Lavorabilit mediante spandimento su tavola a scosse (UNI EN 13395-1). Massa volumica a fresco (UNI EN 1015-6). Ritiro/Espansione contrastata fino a 28 gg su una terna di provini di malta 5x5x25 cm secondo UNI 8147 modificata con maturazione ad UR 60% dopo 1g di stagionatura umida. Misura della resistenza di prima fessurazione e delle classi di duttilit su terne di travi come indicato nella UNI 11039/2.
Tabella 3: Composizione e prestazioni allo stato fresco delle male da ripristino confezionate con diversi tipi di fibra [brochure ISTRICE].

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.3.1 PALAZZO STORICO A BOLOGNA. Ladozione di microfibre sintetiche nella realizzazione degli intonaci interni ha consentito di realizzare strati di intonaco fibrorinforzato mantenendo lintegrit delle pareti. Questo tipo di fibra ha permesso di aggirare problemi di movimentazione e stoccaggio connessi alluso di reti elettrosaldate in determinati contesti angusti del centro storico (possibilit limitate di circolazione dei mezzi pesanti per larrivo dei materiali, scale e locali poco spaziosi allinterno degli edifici storici). Labbandono delle reti ha consentito un notevole risparmio anche in termini di costo della mano dopera, difettosit di posa delle reti e di riduzione dei tempi di lavoro. Lintonaco fibrorinforzato ha permesso inoltre il livellamento di zone irregolari delle pareti senza avere riduzioni di lavorabilit e applicabilit. Infine luso di tale tecnologia ha ridotto drasticamente le fessure dovute al ritiro igrometrico conferendo allintonaco compattezza e durabilit. Nel palazzo sono stati ripristinati anche i solai con struttura di legno e le cui volte accoglievano affreschi; per esigenze di tipo statico e di alleggerimento si sono realizzati massetti in calcestruzzo alleggerito fibrorinforzato con fibre polimeriche, evitando anche in questo caso luso di reti elettrosaldate.

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Cap. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. 4.3.2 CHIESA DEL XII SECOLO IN PROVINCIA DI TREVISO Sono stati eseguiti gli intonaci esterni in grassello di calce fibrorinforzato con 3 Kg/m3 di fibre polimeriche. Lintonaco fibrorinforzato ha consentito di livellare le irregolarit della parete muraria dovute alla composizione di pietre di varia natura e dimensioni. Allo stesso tempo, stata ottenuta unottima applicabilit e un ottimo stato di finitura evitando azioni invasive connesse alluso delle reti metalliche.

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BIBLIOGRAFIA
(1) Articolo L. Lanzoni A. M. Tarantino A. Nobili (2) Calcestruzzo fibrorinforzato per le strutture del futuro G. Plizzari M. di Prisco C. Failla. (3) Documento CNR 2006. (4) Norma UNI EN 12350-2 :Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 2: Prova Slump. (5) UNI EN 12350-3:Prova sul calcestruzzo fresco - Parte 3: Prova Vb. (6) Galli G., Grimaldi A., Rinaldi Z., Optimal design of FRC structural elements, 2003. (7) Zollo R.F., Fiber-reinforced concrete: an overview after 30 years of development, Elsevier Science, 1996. (8) Shah S.P., Do fibers increase the tensile strength of cement-based matrixes ACI Journal, 1991. (9) Calcestruzzi fibrorinforzati: dalle linee guida del CNR ai nuovi campi dimpiego. G.Plizzari 2009. (10) Collepardi M., Scienza e tecnologia del calcestruzzo, Hoepli, 1991. (11) Marfia , Sonia, Modellazione del calcestruzzo fibrorinforzato, 2007. (12) Hannant D.J., Cement-based composites, Elsevier Science, 2000. (13) ASTM C1018-97. (14) Pavimentazioni in fibrorinforzato. G.Plizzari. 96

(15) M.Cremona, G.Morselli, 2010 Limpiego del calcestruzzo fibrorinforzato.

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SOMMARIO
INTRODUZIONE ................................................................................................... 2 CAP. 1: CARATTERISTICHE GENERALI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI. ........................................................ 4
1.1 GENERALIT. ................................................................................................. 4 1.2 CALCESTRUZZO. ............................................................................................ 5 1.3 FIBRE. ............................................................................................................... 7 1.5 PROPRIET DELLIMPASTO FRESCO. .................................................. 11 1.6 PRODUZIONE .............................................................................................. 15

CAP. 2: CARATTERISTICHE PECULIARI DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI FIBRORINFORZATI. ...................................................... 20


2.1 PROPRIET CHIMICO-FISICHE. ............................................................. 20 2.1.1 RITIRO. ...................................................................................................................... 20 2.1.2 DURABILIT. .......................................................................................................... 21 2.1.3 CICLI DI GELO E DISGELO. ............................................................................... 21 2.1.4 ESPOSIZIONE AL FUOCO. .................................................................................. 22 2.2 COMPORTAMENTO MECCANICO. ......................................................... 23 2.3 CONCETTI DI MECCANICA DELLA FRATTURA. ................................. 25 2.3.1 CRITERIO ENERGETICO DI GRIFFITH ........................................................ 26 2.3.2 CRITERIO LOCALE O TENSIONALE DI IRWIN. ........................................ 32 2.3.3 EQUIVALENZA DELLAPPROCCIO TENSIONALE DI IRWIN CON LAPPROCCIO ENERGETICO DI GRIFFITH. ........................................................... 38 2.4 RUOLO DELLE FIBRE NELLA PROPAGAZIONE DELLA FRATTURA. ................................................................................................................................ 41

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2.5 PROVE CARATTERIZZANTI IL COMPORTAMENTO DEI CALCESTRUZZI FIBRORINFORZATI. ........................................................... 49 2.5.1 COMPRESSIONE .................................................................................................... 49 2.5.2 TRAZIONE. ............................................................................................................... 51 2.5.3 FLESSIONE. ............................................................................................................. 59

CAP. 3: PROVE SPERIMENTALI A FLESSIONE PROPOSTE DALLE DIVERSE NORMATIVE. .......................................................... 63


3.1 ASTM C 1018-97. ........................................................................................ 63 3.2 UNI 11039-2003. ....................................................................................... 67

CAP. 4:PRINCIPALI APPLICAZIONI PER IL CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. ........................................................................... 75


4.1 PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI .......................................................... 76 4.2 CLS FIBRORINFORZATO NELLA PREFABBRICAZIONE. .................. 80 4.2.1 TEGOLO DI COPERTURA PREFABBRICATO IN CALCESTRUZZO FIBRORINFORZATO. ...................................................................................................... 81 4.2.2 CONCI PREFABBRICATI IN CLS FIBRORINFORZATO PER GALLERIE. .......................................................................................................................... 83 4.2.3 STRUTTURE DI STOSTEGNO IN CLS FIBRORINFORZATO. ................ 88 4.2.4 PANNELLI DI TAMPONAMENTO PREFABBRICATI IN CLS FIBRORINFORZATO. ...................................................................................................... 91 4.2.5 TRAVI PRECOMPRESSE IN CLS FIBRORINFORZATO. .......................... 92 4.3 INTERVENTI DI RESTAURO CON CLS FIBRORINFORZATO. .......... 93 4.3.1 PALAZZO STORICO A BOLOGNA. ................................................................... 94 4.3.2 CHIESA DEL XII SECOLO IN PROVINCIA DI TREVISO .......................... 95 BIBLIOGRAFIA ....................................................................................................... 96

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