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Relazione Tecnica Generale CATEGORIA D’INTERVENTO: Intervento Locale e adeguamento

sismico

1.1 DESCRIZIONE DELL’OPERA

1.1 Localizzazione e destinazione

L’oggetto dell’intervento è localizzato a XXXXX meglio identificato in catasto di XXXX al Foglio XX mappali XXX
e XX sub. XX con corte annessa.
La proprietà è del richiedente XXXX meglio anagrafata nel modello di istanza.
La destinazione d'uso dell’immobile è residenziale.
Il progetto prevede tre distinti interventi strutturali:
 Realizzazione di un porticato a piano terra con annessa scala esterna in ampliamento al mappale XXX
sub. X;
 Ampliamento del piano primo (mappale XXX) da realizzare in sopraelevazione al mappale XXX sub. X;
 Demolizione del vano scala interno al mappale XX e rifacimento del solaio in esso compreso.

Il fabbricato si trova in zona XX secondo XXXX, il mappale XXX da n. X piani fuori terra, il mappale XX sub. X
dal solo piano terra.

1.2 Categoria d’intervento

L’intervento rientra in quelli classificati dai capitoli 4.1 e 8.4.1 delle NTC 2018, come: nuova costruzione;
ampliamento ed intervento locale di riparazione.

Il progetto riguarda nuova costruzione (portico e scala esterna);


costruzione esistente intervenendo con intervento locale
miglioramento
adeguamento

1.2 DESCRIZIONE DEL SITO

Volendo descrivere la morfologia del sito, l’immobile si trova nella cuspide della collina denominata dal
toponimo XXX. La costruzione pertanto ha un posizionamento in rilevato rispetto alla strada, ed il terrapieno su
due lati è contenuto da un muro di sostegno alto 4 metri sull’angolo Sud Ovest fino a 3 metri a quello Sud Est.X
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1.3 ANALISI STORICO CRITICA DELLO STATO ATTUALE

Le porzioni di edificio oggetto di intervento risultano edificate in due distinte epoche, il mappale XXX in epoca
antecedente al XX il mappale XX sub. X nel XX, entrambi risultano costituiti da struttura a telaio in cemento
armato.

La struttura del mappale XX distaccata dal fabbricato in muratura (mappale X/X) da giunto tecnico di circa cm
X, è costituita da otto pilastri e due impalcati fuori terra, con una campata per telaio e sbalzo laterale.

La struttura del mappale X sub. X è costituita da un unico impalcato a singola campata con travi a spessore tra
la parete in c.a. posta a confine e tre pilastri giuntati al mappale XX.

Il mappale X sub. X è stato costruito senza alcuna autorizzazione, entrambi i corpi di fabbrica risultano
legittimati con le Concessioni Edilizie in Sanatoria n. XXX e n. X.
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1.4 DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI CONOSCENZA DELLE STRUTTURE

Con il termine livello di conoscenza (LC) si intende il grado di approfondimento delle informazioni raccolte dal
progettista in merito alla struttura che dovrà essere sottoposta ad un futuro intervento. Infatti, sarà proprio il
progettista a decidere quale livello di conoscenza raggiungere, basandosi su risorse economiche e tempi messi
a disposizione per le indagini.

La scelta del livello di conoscenza servirà a definire in primis il fattore di confidenza (FC), un parametro con il
quale si decurtano le resistenze medie ottenute dalle indagini o, eventualmente, si aumentano le sollecitazioni.

Il fattore di confidenza permette di raggiungere lo stesso livello di sicurezza a partire da diversi livelli di
conoscenza.

Le NTC indicano, per ciascun livello di conoscenza, tutte le informazioni che il progettista dovrà reperire.

Nel caso in esame, per la determinazione del livello di conoscenza (LC) ci si è affidati agli elaborati progettuali
disponibili e alle indagini in sito, effettuate con Pacometro PS-100 HILTI, Sclerometro e termocamera.

La termocamera ha permesso di individuare gli elementi e le eventuali lesioni strutturali, le tessiture murarie, i
distacchi di intonaco, i punti di rugiada, di dispersione e i ponti termici. L’indagine pacometrica ha consentito di
valutare la posizione delle armature longitudinali e trasversali. La prova sclerometrica ha permesso di
classificare (seppure in maniera approssimativa) il calcestruzzo.
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In generale si può affermare che gli elementi, strutturali e non strutturali, risultano in buono stato di
conservazione.

Le indagini sugli elementi strutturali (travi e pilastri) non hanno mostrato particolari tipi di sofferenze. I pilastri a
bordo telaio del mappale X hanno dimensioni di 30x45 cm, le travi emergenti 30x50 cm e le travi a spessore
50x20 cm. I pilastri a bordo telaio del mappale X hanno dimensioni 30x30 cm e le travi, tutte a spessore, hanno
dimensioni 60x20cm.

In merito ai solai, è stato possibile individuarne la tecnologia costruttiva, in particolare si tratta di solai latero-
cementizi costituiti da tralicci prefabbricati posti ad interasse di 50,0 cm tra i quali sono interposti laterizi con
altezza di 16 cm; superiormente a tali elementi è stata quindi realizzata una cappa di calcestruzzo di 4,0 cm che
ha portato lo spessore complessivo del solaio ad un totale di 20 cm. La massima campata riscontrabile è di
4,25 metri, e lo schema statico notevole è quello di trave continua su 2 e 3 appoggi.

Tali indagini permesso di raggiungere un livello di conoscenza LC1, ottenibile con l’effettuazione di rilievi
geometrici, verifiche in situ limitate sui dettagli costruttivi ed indagini in situ limitate sulle proprietà dei materiali. Il
corrispondente fattore di confidenza, che riduce i valori medi di resistenza dei materiali della struttura esistente,
è FC=1.35.

1.5 INTERVENTI

Come già anticipato, sono state previste tre differenti tipologie di intervento:

 Nuova costruzione: realizzazione di un porticato con annessa scala esterna in ampliamento al mappale
XX, la nuova struttura in c.a. è costituita da quattro pilastri 30x30cm su platea di fondazione di 40,00
cm di spessore solaio il latero-cemento da 16+4= 20cm, le travi, tutte emergenti hanno dimensioni di
cm 30x50. La scala è a sbalzo dalla trave a ginocchio compresa tra i pilastri n. 2 e n. 4;
 Ampliamento: consistente nella sopraelevazione di quattro dei sei pilastri costituenti il mappale XX. I
pilastri hanno dimensioni di cm 30x30, il solaio in latero-cemento ha spessore di 20cm e le travi, tutte
emergenti, hanno dimensioni di cm 30x40;
 Intervento locale: demolizione della scala interna e del restante solaio al primo impalcato tra i pilastri 5-
6-7-8 del mappale XX. L’intervento prevede il rifacimento del solaio nel suo intero, tra i pilastri 5-6-7-8.

Il solaio sarà gettato in opera con le armature delle nervature orizzontali inghisate in preforo alle travi 30x50
esistenti.

Ovest
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Nuova costruzione

Est

ampliamento

Primo impalcato (intervento locale)

Esistente
Di progetto

1.6 NORMATIVE DI RIFERIMENTO

I calcoli della presente relazione fanno riferimento alla normativa vigente ed in particolare:
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6.1 Normativa nazionale

 Decreto Ministeriale 17 gennaio 2018 - “Norme Tecniche per le Costruzioni 2018”, pubblicate sulla G.U.
n° 42 del 20 febbraio 2018;
 CIRCOLARE 21 gennaio 2019, n. 7 C.S.LL.PP. Istruzioni per l’applicazione dell’«Aggiornamento delle
“Norme tecniche per le costruzioni”» di cui al decreto ministeriale 17 gennaio 2018;
 Decreto Ministeriale 16 gennaio 1996 - “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. (G.U. 5-2-
1996, N. 29)”;
 Circolare 10 aprile 1997, n. 65/AA.GG. - “Istruzioni per l’applicazione delle "Norme tecniche per le
costruzioni in zone sismiche" di cui al decreto ministeriale 16 gennaio 1996”;
 Decreto Ministeriale 16 gennaio 1996 - “Carichi e sovraccarichi - Norme tecniche relative ai 'Criteri
generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni, e dei carichi e sovraccarichi'. (G.U. 5-2-1996, N.
29)”;
 Circolare 4 luglio 1996, n. 156 AA.GG/STC. - “Istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche
relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi" di cui
al decreto ministeriale 16 gennaio 1996. (G.U. 16-9-1996, n. 217 - supplemento)”;
 Decreto Ministeriale 9 gennaio 1996 - “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche. (Da utilizzarsi nel
calcolo col metodo degli stati limite) (G.U. 5-2-1996, N. 29)”;
 Circolare 15 ottobre 1996, n. 252 AA.GG. /S.T.C. - “Istruzioni per l'applicazione delle "Norme tecniche
per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle opere in cemento armato normale e precompresso e per
le strutture metalliche" di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996. (G.U. 26-11-1996, n. 277 - suppl.)”;
 Decreto Ministeriale 20 novembre 1987 - “Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e collaudo
degli edifici in muratura e per il loro consolidamento. (Suppl. Ord. alla G.U.5-12-1987, n. 285)”;
 Decreto Ministeriale dell’11-3-1988 - “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la
stabilità dei pendii e delle opere di fondazione”;
 Decreto Ministeriale del 14-2-1992 - “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle
strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”. (G.U. 18-3-1992, N.
65).

6.2 Eurocodici

 UNI EN 1992-1-1:2005 - “Eurocodice 2, parte 1-1- Progettazione delle strutture in calcestruzzo. Regole
generali e regole per gli edifici”;
 UNI EN 1993-1-1: 2005 - “Eurocodice 3, parte 1-1 - Progettazione delle strutture di acciaio. Regole
generali e regole per gli edifici”;
 UNI EN 1994-1-1:2005 - “Eurocodice 4, parte 1-1 Progettazione delle strutture composte acciaio-
calcestruzzo. Regole generali e regole per gli edifici”;
 UNI EN 1995-1-1: 2005 - “Eurocodice 5, parte 1-1 - Progettazione delle strutture di legno - Parte 1-1:
Regole generali - Regole comuni e regole per gli edifici”;
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 UNI EN 1996-1-1:2006 – “Eurocodice 6, parte 1-1- Progettazione delle strutture in muratura. Regole
generali per strutture di muratura armata e non armata”;

1.7 AZIONI SULLE COSTRUZIONI

Le azioni vengono definite secondo il § 2.5.1 delle N.T.C. 2018; si distinguono quindi in:

 Carico permanente (G): azioni che agiscono durante tutta la vita nominale della costruzione, la cui
variazione di intensità nel tempo è così piccola e lenta da poterle considerare con sufficiente
approssimazione costanti nel tempo; questi si dividono in:
- strutturale: peso proprio di tutti gli elementi strutturali (G1);
- non strutturale: peso proprio di tutti gli elementi non strutturali (G2);
 Carico variabile (qk): azioni sulla struttura o sull’elemento strutturale con valori istantanei che possono
risultare sensibilmente diversi fra loro nel tempo;
 Carico da neve: carico provocato dalla neve sulle coperture.

7.1 Carico permanente strutturale


Per la determinazione dei pesi propri strutturali dei più comuni materiali possono essere assunti i valori dei pesi
dell’unità di volume riportati nella N.T.C. 2018 nella Tab. 3.1.I.

7.2 Carico permanente non strutturale


I carichi permanenti non strutturali sono quei carichi non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione.
Essi devono essere valutati sulla base delle dimensioni effettive delle opere e dei pesi dell’unità di
volume dei materiali costituenti.

7.3 Carico variabile


I carichi variabili sono attribuiti secondo la Tab. 3.1.II della N.T.C. 2018, che li distingue in base alla
destinazione d’uso dell’edificio. In particolare, faremo riferimento ai carichi verticali uniformemente distribuiti q k.

7.4 Azione della neve


Il carico provocato dalla neve sulle coperture o sui balconi sarà valutato mediante le modalità esplicate nella
N.T.C. 2018 e la circolare C.S.LL.PP. n. 7/2019.
Si ipotizza che il carico agisca in direzione verticale e lo si riferisce alla proiezione orizzontale della superficie
della copertura.
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7.5 Azione del vento

Il vento esercita sulle costruzioni azioni che variano nel tempo e nello spazio provocando, in generale, effetti
dinamici. Per il presente progetto, rientrando nella categoria di costruzioni usuali, l’azione del vento è ricondotta
ad azioni statiche equivalenti definite nelle N.T.C. 2018 al § 3.3.3.
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1.8 SOLAI

Per quanto riguarda lo spessore dei solai al netto delle finiture si sono osservati i dati geometrici della struttura,
cioè le luci che si vogliono coprire. Il valore scelto sarà maggiore di 1/25 della luce, limite minimo per solai in
c.a. indicato dalla normativa del 1996, tale valore risulta ottimale, in quanto dovrebbe ridurre le inflessioni che
possono compromettere la funzionalità del solaio ( l’argomento viene approfondito all’interno dell’Eurocodice2
dove vengono indicati i casi in cui non risulta necessario il calcolo dell’inflessione (punto 7.4.2, tabella 7.4.N) ).
Lo spessore rientra nei valori ammessi dalla norma ( H > 15cm).
Si è proceduto alla scelta dello spessore della soletta e dei laterizi di alleggerimento, considerando che per
norma s ≥ 4 cm ma che difficilmente superano i 5 cm e che i laterizi in commercio hanno valori standardizzati
anch’essi normati. Le dimensioni dei travetti e dei loro interassi, sono stati assegnati.

8.1 Solaio di piano


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Il solaio di primo calpestio è del tipo Latero cementizio gettato in opera a tralicci.

Dimensioni [cm]
H h s m p bp bt
24 20 4 4 2 40 10

Materiale n L1 [m] L2 [m] h [m] P [KN/mc] G [KN/mq]

Travetti 2,00 0,10 1,00 0,20 25,00 1,00


Pignatte 2,00 0,40 1,00 0,20 8,00 1,28
Soletta 1,00 1,00 1,00 0,04 25,00 1,00
Carico perm anente strutturale G1 3,28

Massetto 1,00 1,00 1,00 0,04 21,00 0,84


Pavimento 1,00 1,00 1,00 0,02 20,00 0,40
Intonaco 1,00 1,00 1,00 0,02 20,00 0,40
Tramezzi g2 1,20
Carico perm anente non strutturale G2 2,84

Carico variabile qk 2,00

Per quanto riguarda il peso proprio degli elementi divisori interni si è fatto riferimento alle N.T.C. 2018 (§3.1.3.1)
che, in caso di un’adeguata ripartizione del carico, permettono di eguagliarlo ad un carico permanente portato
uniformemente distribuito g2 in funzione dell’entità del peso proprio per unità di lunghezza G2.
Nel caso in esame siamo abbiamo i seguenti parametri:

G2 ≤ 1,00 kN/m g2 = 0,40 kN/mq;


1,00 ≤ G2 ≤ 2,00 kN/m g2 = 0,80 kN/mq;
2,00 ≤ G2 ≤ 3,00 kN/m g2 = 1,20 kN/mq;
3,00 ≤ G2 ≤ 4,00 kN/m g2 = 1,60 kN/m;
4,00 ≤ G2 ≤ 5,00 kN/m g2 = 2,00 kN/m.

1.9 PRINCIPI FONDAMENTALI IN AMBITO DI SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE.

Le opere e le componenti strutturali sono progettate tenendo conto della prevista utilizzazione e del livello di
sicurezza previsto dalle norme. La N.T.C. 2018 al §2.1 definisce:
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“La sicurezza e le prestazioni di un’opera o di una parte di essa devono essere valutate in relazione agli stati
limite che si possono verificare durante la vita nominale. Stato limite è la condizione superata la quale l’opera
non soddisfa più le esigenze per le quali è stata progettata.”
Attraverso una opportuna scelta dei materiali e un opportuno dimensionamento (successivamente esplicitati)
viene assicurata alla struttura un’adeguata durabilità affinché i livelli di sicurezza vengano mantenuti durante
tutta la vita dell’opera, garantendo così la conservazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche dei materiali.
Al fine della definizione del livello di sicurezza, di seguito si esplicitano i fattori dai quali questo dipende.

9.1 Vita nominale

Nella definizione della vita nominale dell’opera strutturale si fa riferimento al § 2.4.1 delle NTC/2018, che
definisce: “La vita nominale di un’opera strutturale VN è intesa come il numero di anni nel quale la struttura,
purché soggetta alla manutenzione ordinaria, deve potere essere usata per lo scopo al quale è destinata.”
Questa viene individuata da normativa nella Tab. 2.4.I ed in base a questa sono dimensionate le strutture ed i
particolari costruttivi, scelti i materiali e le eventuali applicazioni e le misure protettive per garantire il
mantenimento della resistenza e della funzionalità.
Nel presente progetto ci si trova nel caso:

Tipi di costruzione Vita nominale VN


1 Opere provvisorie, Opere provvisionali, Strutture in fase costruttiva ≤ 10 anni
Opere ordinarie, ponti, opere infrastrutturali e dighe di dimensioni
2 ≥ 50 anni
contenute o di importanza normale
Grandi opere, ponti, opere infrastrutturali e dighe di grandi dimensioni
3 ≥ 100 anni
o di importanza strategica
Si evidenzia che, ai sensi e per gli effetti del Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 3685 del
21 ottobre 2003 il carattere strategico di un’opera o la sua rilevanza per le conseguenze di un eventuale
collasso, sono definiti dalla classe d’uso.

9.2 Classe d’uso

Per l’individuazione della classe d’uso si fa riferimento al § 2.4.1 delle NTC/2018 in cui si ha la suddivisione
delle costruzioni, in presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una interruzione di
operatività o di un eventuale collasso.

Nel presente progetto si farà riferimento alla classe indicata:

Classe I Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici agricoli.


Classe II Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per
l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con attività non
pericolose per l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in Classe
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d’uso III o in Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui interruzione non provochi situazioni di
emergenza. Dighe il cui collasso non provochi conseguenze rilevanti.
Classe III Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per
l’ambiente. Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la
cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un
loro eventuale collasso.
Classe IV Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla
gestione della protezione civile in caso di calamità. Industrie con attività particolarmente
pericolose per l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre 2001, n.6792,
“Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle strade”, e di tipo C quando
appartenenti ad itinerari di collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da
strade di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il mantenimento delle
vie di comunicazione, particolarmente dopo un evento sismico. Dighe connesse al
funzionamento di acquedotti e a impianti di produzione di energia elettrica.

Per quanto riguarda le classi d’uso III e IV, definizioni più dettagliate sono contenute nel Decreto
del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 3685 del 21 ottobre 2003.

9.3 Periodo di riferimento per l’azione sismica

Al fine di valutare le azioni sismiche sulla costruzione, si ricava il periodo di riferimento V R utilizzato
moltiplicando la vita nominale VN per il coefficiente d’uso CU, come specificato da normativa:

VR = VN ×CU

dove CU è definito come da tabella Tab.2.4. II. delle NTC/2018 e, in base alla classe d’uso già individuata, sarà
il seguente:

Classe d’uso I II III IV


Coefficiente CU 0,7 1,0 1,5 2,0

Inoltre, VR potrà variare, al fine di assicurare alla costruzione un livello di sicurezza antisismica minimo
irrinunciabile, entro gli intervalli (espressi in anni) riportati nella successiva tabella (Tab.C.2.4. II. della Circolare
n.7/2019/C.S.LL.PP.)

Valori di VR
Vita nominale
Classe d’uso
VN
I II III IV
≤ 10 anni 35 35 35 35
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≥ 50 anni ≥ 35 ≥ 50 ≥ 75 ≥ 100
≥ 100 anni ≥ 70 ≥ 100 ≥ 150 ≥ 200

Si ottiene quindi VR = VN × CU = 50 × 1 = 50.


1.10
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11.Sommario
1. DESCRIZIONE DELL’OPERA...............................................................................................................1
1.1 Localizzazione e destinazione.............................................................................................................1

1.2 Categoria d’intervento..........................................................................................................................1

2. DESCRIZIONE DEL SITO.....................................................................................................................1


3. ANALISI STORICO CRITICA DELLO STATO ATTUALE.....................................................................2
4. DETERMINAZIONE DEL LIVELLO DI CONOSCENZA DELLE STRUTTURE....................................3
5. INTERVENTI..........................................................................................................................................4
6. NORMATIVE DI RIFERIMENTO...........................................................................................................6
6.1 Normativa nazionale............................................................................................................................6

6.2 Eurocodici............................................................................................................................................6

7. AZIONI SULLE COSTRUZIONI.............................................................................................................7


7.1 Carico permanente strutturale.............................................................................................................7

7.2 Carico permanente non strutturale......................................................................................................7

7.3 Carico variabile....................................................................................................................................7

7.4 Azione della neve.................................................................................................................................7

7.5 Azione del vento.................................................................................................................................12

8. SOLAI...................................................................................................................................................13
8.1 Solaio di piano....................................................................................................................................14

9. PRINCIPI FONDAMENTALI IN AMBITO DI SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE......................15


9.1 Vita nominale.....................................................................................................................................15

9.2 Classe d’uso.......................................................................................................................................15

9.3 Periodo di riferimento per l’azione sismica........................................................................................16


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