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I vulcani e il vulcanesimo

I vulcani possono essere attivi, estinti o quiescenti.


Vulcanesimo: una delle manifestazioni in natura dell’attività endogena, ovvero interna, della terra.
Studiando la vulcanologia è possibile capire come è l’interno della terra. Esso è composto
dall’emissione di lave, materiali piroclastici, gas e vapori dalle spaccature della crosta terrestre, i
vulcani. Tutti questi fenomeni si generano dal magma.

Il magma deriva dalla fusione parziale di rocce presenti al centro della terra ed essi sono:

- magma primario: si forma nel mantello superiore, è femico (cioè basico, ricco di metalli), caldo e
fluido. Si forma nelle zone dove le zolle si allontanano tra di loro. Alimenta perciò le eruzioni nelle
dorsali oceaniche
- magma secondario o di anatessi: si forma nella crosta, è sialico (acido, alto contenuto di silice). Si
forma dove le placche vanno a comprimersi, è più viscoso e fa dunque più fatica a scorrere e
risalire, dando spesso origine ad un’attività intrusiva.

Il magma va a generarsi quando all’interno della terra ci sono aumenti di temperatura, diminuzioni di
pressione e aumento di contenuto d’acqua.

Come dicevamo, all’origine della formazione del magma c’è una parziale fusione di rocce preesistenti.
Da esse si creano i diapiri magmatici, gocce di grande dimensione, che cominciano a risalire poiché
meno densi del materiale circostante. I diapiri si aggregano e fanno un’unica massa di magma che
avvicinandosi alla superficie diminuisce la densità della litosfera. Il magma rallenta e si ferma. Qui se
la massa fusa si raffredda completamente si creano dei Plutoni, altrimenti si forma un vulcano.
Nel caso in cui il magma fuoriesca esso diviene lava poiché lascia la componente gassosa e a seconda
del tipo di magma fa uscire materiali piroclastici differenti.

La risalita del magma in diapiri dipende innanzitutto dalla sua densità (dipendente dalla composizione
chimica) in relazione alla sua viscosità (e il suo grado di polimerizzazione, perciò i magmi sialici sono
più viscosi dei femici ma meno fluidi, quindi hanno un movimento difficoltato). Importante è anche il
contenuto di acqua nel magma, poiché abbassa la temperatura di fusione.
Come dicevamo, se il magma solidifica in profondità, cioè a livello intrusivo, si creano Plutoni, che
arrivano in superficie col movimento delle zolle. Essi si dividono in batoliti (affioranti), filoni (corpi
tubulari) e laccoliti (fungo).

I Vulcani sono spaccature della superficie e possono essere ad attività centrale o lineare.

TI
Si estendono in altezza,
Formato dal
magma
fuoriuscito nel
tempo
Si
estendono
in lunghezza
con camera e camino a
edificio o a cono
Fino a che il magma è stabile resta fermo nella camera magmatica, ma esce a causa di:
- diminuzione della pressione litosferica
- aumento della pressione dei gas con aumento dello spazio occupato
- spinta del nuovo magma che risale dall’interno della terra.

Le eruzioni sono classificabili per:

PRODOTTI
-lave e scorie —> attività effusiva, cioè il magma esce piano senza esplosioni, con magma femico
- materiali solidi —> attività eiettiva, con Pirloclasti ed esplosioni, con magma sialico
-gas —> attività esalativa con vapori d’acqua, biossido di carbonio, ossido di zolfo.

PERIODICITÀ
- attivi —> hanno eruttato negli ultimi 1000-2000 anni
- estinti —> non sono alimentati da magma
- quiescenti —> non eruttano da molto da tempo ma sono attivi

MECCANISMI ERUTTIVI
- Di tipo hawaiano: lave basaltiche molto fluide, fontane di lava da vulcani a scudo
- di tipo Stromboliano: attività esplosiva alternata ad effusiva
- di tipo vulcaniano : lava molto acida, esplosioni violente ma colate assenti
- di tipo pliniano: violenta esplosione iniziale
- eruzioni lineari: lave basaltiche che si espandono sul vulcano lineare
I terremoti
I corpi rocciosi sono deformati o dislocati quando sono sottoposti a dinamica endogena. Queste
sollecitazioni possono essere uniformi (pressione litostatica) o in una direzione preferenziale
(pressione orientata). La scienza che studia l’azione delle forze endogene è la tettonica.
Inizialmente una roccia quando è sottoposta a forze endogene ha un comportamento elastico, vale a
dire che dopo la deformazione torna alla sua forma originale. Tuttavia, se si va avanti, essa arriva al
limite della sua elasticità e la deformazione diventa plastica, cioè permanente. Se si supera pero il limite
di rottura, la roccia si rompe e diventa una faglia. L’energia formata nella creazione di una faglia porta
in parte ala creazione di onde sismiche, in parte a calore.

I terremoti sono rapide e violente vibrazioni elastiche causate d’ala liberazione di energia nella
litosfera. Essi sono classificati in base alle cause che li originano:
- terremoti vulcanici, accompagnati da eruzioni
- terremoti da crollo, cioè se rolla una cavita entro la terra
- terremoti da esplosione, come le detonazioni
- terremoti tettonici

L’ipocentro è il luogo in profondità da cui partono le onde sismiche, cioè da dove l’energia si propaga
come onde sferiche. In base alla profondità si hanno terremoti superficiali (0-70 km), intermedi (70-300
km) e profondi (300-700 km, non più giu perché nell‘astenosfera lo stato è fuso. Il punto raggiunto per
primo perché situato sulla verticale dell’ ipocentro è detto epicentro.
I terremoti tettonici sono ricorrenti in regioni particolari, dette aree sismiche, che coincidono
all’incirca con le aree vulcaniche.
Le scosse possono essere sussultorie (movimenti verticali), ondulatorie (orizzontali) e
rotatorie(entrambi).

Le onde sismiche
Le onde che partono dall’ipocentro sono di due tipi:

- onde P —> onde prime, chiamate di compressione o longitudinali. Sono quelle che si muovono più
velocemente ( da 4 a 8 km/s). Provocano una variazione di volume nel materiale attraversato e si
propagano nei materiali solidi, liquidi e gassosi.

- onde S —> onde seconde, chiamate di distorsione o trasversali, provocano variazione di forma ma
non di volume. Il mezzo percorso da queste onde si sposta perpendicolarmente rispetto alla
propagazione si muovono a 2,3-4,6 km/s e si propagano solo attraverso materiali solidi. Si
propagano dall’ipocentro in tutte le direzioni.

Dall‘epicentro si propagano invece


-onde L—> onde superficiali, si propagano quando le S e le P arrivano in superficie. Divise in onde di
Rayleigh e onde di Love, si muovono a 3,5 km/s e per movimento ellittico o trasversale. sono quelle a
Provocare i maggiori danni in superficie.

Le onde sono registrate attraverso i sismografi, strumenti in grado di


rilevare la componente verticale e orizzontale delle onde.
Per localizzare un terremoto, occorre localizzare il suo epicentro. Le
onde P ed S arrivano proporzionali alla distanza dall’epicentro: in ogni
stazione di rilevamento è presente un dromocrone, una curva di
riferimento spazio-tempo con cui si sa il ritardo tra onde P ed S n
relazione a quanto si dista dall’epicentro. Per trovare il corretto luogo
dell’epicentro si prendono i dati di 3 stazioni, si traccia una circonferenza
con la distanza rilevata: dove le circonferenze si intersecano è situato
l’epicentro.

A
Come misurare un terremoto
Non siamo in grado di misurare l’energia conservata all’inizio dell’eros ione delle rocce e poi rilasciata.
Per misurare l’intensità di u terremoto si usa la scala MSC (Mercalli, Cancani, Sieberg) , che assegna a
ogni sisma un grado di intensità da I a XII in base agli effetti che il sisma ha a livello di costruzioni,
person e modifiche territoriali. Essa diminuisce allontanandosi dall’epicentro. I valori di intensità
sono riportati poi su carte geografiche e si ottengono le isosisme.

La scala magnitudo, o scala Richter, è basata sulla valutazione del magnitudo del terremoto. Viene
stabilita confrontando l’ampiezza massima registrata dal sismografo della stazione di rilevamento
e L’ampiezza massima di un sismografo standard. Essa è una sala logaritmica, i valori non dipendono
da distanze e il valore non ha un minimo o un massimo.
M =

legno ¥g q
+
È UN FATTORE DIPENDENTE

Dalla Distanza DALL' EPICENTRO .


L’interno della terra
L’interno della Terra può essere studiato con :
- metodi diretti come le perforazioni, le miniere, le rocce affioranti e i fenomeni vulcanici
- metodi indiretti come lo studio delle onde sismiche, il flusso di calore e il campo magnetico
terrestre (magnetosfera)

Andando verso il centro della terra aumentano sia la densità, che la pressione che la temperatura

La propagazione delle onde sismiche P ed S segue regole beh recise:


- se attraversa uno strato omogeneo per caratteristiche fisiche e chimiche procedono in linea
retta con velocità costante
- se in uno strato Le caratteristiche dei materiali presenti variano gradualmente, seguono
traiettorie più curve
- se passano da uno strato all’altro con proprietà fisiche nettamente diverse, vengono riflesse e
rifratte lungo le superfici di contatto.
Confrontando sismogrammi relativi a uno stesso terremoto, si
individuano regolarità e anomalie che segnalano variazione di
velocità di onde sismiche non dovute a fenomeni locali. Grazie a ciò,
è stato possibile rilevare le cosiddette zone d’ombra delle onde S e
delle onde P collocate a una distanza fissa.
Per le onde S, L’arco in cui non sono rilevate è quello che va da 0 a
103 gradi (un grado è circa 111 km).
Per le onde P invece la zona d’ombra, dove arrivano solo
fortemente rifratte è tra i 103 e i 143 gradi.
L’analisi della modalità di propagazione delle onde sismiche ha consentito di individuare alcune
superfici di discontinuità lungo le quali le onde P ed S subiscono variazioni di velocità e direzione:

- discontinuità di Mohorovicic , a profondità media di 4-10 km sotto gli oceani e di 20-70 sotto i
continenti. Le onde P ed S accelerano e la densità aumenta
- discontinuità di Gutenberg, a profondità costante di 2700 km, separa mantello e nucleo. Le onde P
sono rifratte e rallentano , le onde S sono fermate
- discontinuità di Lehman , a profondità di 5170 km, separa nucleo esterno da nucleo interno. Le onde P
sono rifratte e accelerano.
LA CROSTA
Essa è compresa fra la superficie
terrestre e la MOho, ha comportamento
meccanico rigido ed elastico. Si divide in:
-crosta continentale, spessore medio di
30-40 km con massimi sulle catene montuose.
Costituita principalmente da rocce sialiche
o intermedie, è meno densa (2,7 g/cm3)
- crosta oceanica, con spessore più
ridotto (7-10 km) e densità di 3 g/cm3, è
composta da rocce femiche, costituita da
tre livelli sovrapposti, cioè sedimenti,
basalti (femici effusivi) e gabbri (femici
intrusivi)
IL MANTELLO
Compreso tra Moho e discontinuità di Gutenberg, è diviso in mantello superiore e inferiore.
Il mantello superiore è a sua volta diviso in mantello litosferico ( assieme alla crosta forma la
litosfera e ha spessore di circa 100 km), astenosfera ( si comporta come fluido molto viscoso, onde S
e P rallentano ed arriva fino a 250 m) e mesosfera ( zona di transizione dove la materia riacquista lo
stato solido e le onde riacquistano velocità, arriva fino a 700 km)

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