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ORIZZONTI

ORIZZONTI
Rassegna di archeologia

Direttori
Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli

Comitato scientifico
Marcella Barra Bagnasco, Torino
Robert Bedon, Limoges
Oscar Belvedere, Palermo
Fabrizio Bisconti, Roma
Jacopo Bonetto, Padova
Stefano Campana, Siena
Giovanna Cera, Lecce
Giuseppe Ceraudo, Lecce
Francesco D’Andria, Lecce
Salvatore Garraffo, Catania
Marijke Gnade, Amsterdam
Jorge Martinez Pinna, Malaga
Eugenio Polito, Cassino
Giuseppina Renda, Santa Maria Capua Vetere
Russel T. Scott, Bryn Mawr College
Gianluca Tagliamonte, Lecce
Edoardo Tortorici, Catania

Segreteria di redazione
Giuseppina Renda, Santa Maria Capua Vetere

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I manoscritti possono essere inviati ai seguenti indirizzi:
Prof. Lorenzo Quilici, Viale dell’Esperanto 21, I 00144 Roma,
lorenzo.quilici@gmail.com
Prof.ssa Stefania Quilici Gigli, stefanella.quilici@gmail.com

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*
In copertina: Veduta del così detto Sepolcro di Annia Regilla.
(Foto Lorenzo Quilici).
ORIZZONTI
Rassegna di archeologia
XXII · 2021

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PISA · ROMA
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e-issn 1724-1936
Sommario
articoli
11 Lorenzo Quilici, Stefania Quilici Gigli, Melabron. Una città sulle rotte del Mediterraneo orientale
25 Cristina Corsi, Frank Vermeulen, Suburbia and the town-territory relationship in the Roman West: theory,
method and archaeological practice
37 Jacopo Bonetto, Elena Pettenò, Caterina Previato, Federica Trivisonno, Francesca Veronese,
Matteo Volpin, Il teatro romano di Padova
65 Elisa Chiara Portale, Le tre vite di un’effigie onoraria: usi e abusi di un ritratto virile dall’agorà/foro di Alesa
(Sicilia)

note
83 Andrea C. Montanaro, Una sepoltura aristocratica dalla Peucezia: la tomba 77/1977 della necropoli di contrada
Purgatorio a Rutigliano (Bari). Note e riflessioni preliminari
103 Lorenzo Quilici, Un’ara funeraria da Montelibretti
109 Alessio De Cristofaro, La villa di Erode Attico sull’Appia, tra novità e questioni aperte

scavi e monumenti
123 Margherita Bedello Tata, Una comunità nell’agro di Casoria: testimonianze dalla necropoli
139 Flavia Fiorinelli, Cales: un edificio lungo via Formelle
143 Maria Teresa Guaitoli, Una chiesa a doppia abside: il caso di Santa Maria Maggiore a Trento

rassegne
155 Marcello Spanu, Breve rassegna sull’occupazione della Teverina laziale in epoca romana

167 Abbreviazioni
Breve rassegna sull’occupazione
della Teverina laziale in epoca romana
Marcello Spanu

Riassunto · Indagini ancora in corso the Teverina Laziale, the sector of the settentrionale è segnata dai caratteristici
offrono lo spunto per tracciare alcune Middle Tiber Valley between Orte and e noti calanchi, formatisi a causa del di-
considerazioni sulla Teverina Laziale, Orvieto. In spite of a substantial absence lavamento.
ovvero il settore della Media Valle del of studies (especially for the central Dal punto di vista delle conoscenze
Tevere compreso tra Orte ed Orvieto. A part) for the Roman period, the data that archeologiche, questo comparto non ha
dispetto di una sostanziale assenza di are being acquired document an almost goduto di particolare attenzione, sorte
studi (soprattutto per la parte centrale) capillary occupation of the territory, condivisa con gran parte della media val-
per il periodo romano, i dati che si stan- with a considerable presence of villas. A le del Tevere. Se si escludono alcuni casi
no acquisendo documentano una occu- very useful help came from aerial pho- episodici – tra cui lo scavo parziale di un
pazione quasi capillare del territorio, tography which, in some cases, allowed insediamento (villa?) in località Poggio
con una presenza considerevole di ville. to understand in detail the articulation La Guardia presso Sipicciano1 (24) –, la
Un ausilio non secondario nella ricerca è and extension of the villas. In addition Teverina non ha avuto in passato un
giunto dalla fotografia aerea che, in al- to the data usually obtainable from field numero consistente di indagini,2 una
cuni casi, ha permesso di comprendere survey, the possibility of carrying out an lacuna che è stata in parte compensata
in modo dettagliato la loro articolazione extensive excavation was added for the grazie ad un progetto di ricognizioni
ed estensione. Ai dati usualmente otte- occasion, which allowed to highlight a protrattesi per circa venti anni, interes-
nibili dalla ricognizione di superficie, particularly relevant context of the first sando sostanzialmente i territori a caval-
inoltre, si è aggiunta per l’occasione la century A.D. lo di Viterbo. Per quanto riguarda l’area
possibilità di condurre uno scavo esten- ad est del capoluogo, i risultati acquisiti
Keywords · Ancient Topography, South
sivo che ha consentito di mettere in luce in questa circostanza sono stati rilevanti,
Etruria, Tiber, Aerial Photography.
un contesto particolarmente rilevante di soprattutto per il periodo romano, gra-
i secolo d.C. zie alla localizzazione di fornaci atte alla
Parole chiave · Topografia antica,
Lziale’area nota oggi come Teverina la-
corrisponde alla media valle del
produzione di opus doliare urbano e agli
studi collegati a questa tematica.3
Etruria meridionale, Tevere, Foto- Tevere per il tratto compreso grosso La prosecuzione ideale di questo stu-
grafia aerea. modo tra Orte e Castiglione in Teverina. dio territoriale (il cui obiettivo è l’esten-
Si tratta di un settore del Lazio nord- sione verso nord delle aree già indagate
Abstract · Brief review on the occupation orientale caratterizzato sommariamen- nella Teverina) è iniziata nel 2014, sotto
of Teverina Laziale in Roman period · Re- te da pendii collinari che digradano la direzione di chi scrive, con la collabo-
searches still in progress offer the oppor- dolcemente verso una larga pianura al- razione fattiva della Soprintendenza
tunity to trace some considerations on luvionale contigua al Tevere; la parte competente.4 Se da una parte lo scopo

Marcello Spanu, marcello.spanu@uniro- scenze dell’Etruria agli inizi dell’età imperia- Archaeology Conference. LAC 2014, pp. 1-7. Per le
ma3.it, Università degli Studi Roma Tre. le: si tratta di una regione idealmente divisa novità sulla produzione laterizia: T. Gaspe-
in tre parti, delle quali quella interna (dove ri- roni, Nuove acquisizioni dai praedia dei Domitii
1 Per un inquadramento generale del- cade l’area in esame) «is the largest and least nella valle del Fosso del Rio, in Interpretare i bolli
l’area, v. Cagiano de Azevedo, Schmiedt intensively surveyed». Più che eloquente a laterizi di Roma e della valle del Tevere. Produzio-
1974; specificatamente per l’età protostorica: questo proposito è il volume Mercator Placi- ne, storia economica e topografia, Atti del conve-
A. Schiappelli, Sviluppo storico della Teverina dissimus 2008, ricco di contributi molto im- gno all’École Française de Rome e all’Institutum
nell’età del Bronzo e nella prima età del Ferro, Fi- portanti riguardo al Tevere, ma che trattano Romanum Finlandiae (Roma 2000), Roma, 2005,
renze, 2008. Per l’età storica, escludendo casi dei settori a sud e a nord della Teverina, esclu- pp. 103-120.
sporadici di interventi di emergenza, i siti in- sa per mancanza di dati. Di fronte a questa 4 Il progetto è stato fortemente appog-
teressati da indagini prolungate condotte a ri- sostanziale lacuna, non è superfluo ricordare giato da M.L. Arancio, Funzionario com-
dosso del Tevere e delle quali si ha riscontro come le attività dei tombaroli siano state petente della sabap-rm-met - Soprintenden-
in pubblicazioni scientifiche nel settore a particolarmente consistenti nella regione si- za Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
nord di Orte sino ad Orvieto sono limitati al no almeno agli anni Sessanta del secolo scor- l’area metropolitana di Roma, la provincia di
porto di Seripola (M. A. De Lucia Brolli, so, depauperando irreversibilmente il quadro Viterbo e l’Etruria meridionale (già Soprin-
L. Suaria, Il territorio. Il porto fluviale in loca- conoscitivo. tendenza per i Beni archeologici dell’Etruria
lità Seripola, in Orte (Viterbo) e il suo territorio. 3 L’idea ed il coordinamento di queste at- meridionale) a cui vanno i miei ringrazia-
Scavi e ricerche in Etruria meridionale fra antichi- tività per molti anni sono state di Piero A. menti. Determinanti per lo svolgimento
tà e medioevo, a cura di P. Aureli, M. A. De Lu- Gianfrotta (allora docente dell’Università del- delle ricerche sono stati O. Arcangeli (Assi-
cia Brolli, S. Del Lungo, Oxford, 2006, pp. 135- la Tuscia, Viterbo); i risultati acquisiti prossi- stente di scavo della Soprintendenza) e G.
170), alla villa di Lugnano in Teverina (D. mi all’area in esame sono stati editi nelle mo- Mottura, Sindaco di Civitella d’Agliano, per
Soren, N. Soren, A Roman villa and a late nografie: T. Gasperoni, Le fornaci dei aver offerto il supporto logistico indispen-
Roman infant cemetery: excavation at Poggio Domitii. Ricerche topografiche a Mugnano in Te- sabile per la partecipazione dei numerosi
Gramignano Lugnano in Teverina, Roma, 1999) verina, Viterbo, 2003 («Daidalos», 5); G. Scar- studenti che hanno preso parte alle attività
ed al complesso di Scoppieto (per il quale si dozzi, Ager Ciminius. (I.G.M. F 137 ii NO Soria- archeologiche, sapientemente diretti sul
rimanda agli esaustivi volumi editi a cura di no nel Cimino, ii SO Vignanello), Viterbo, 2004 campo da T. Mastracci. Le ricerche hanno
M. Bergamini tra il 2007 ed il 2016); per una («Carta archeologica d’Italia. Contributi»); trovato linfa grazie al prin 2015 Sistemi della
singolare casualità, tutti questi casi sono Gasperoni, Scardozzi 2010; per un bilan- conoscenza e tecnologie integrate. Risultati pre-
nell’odierna Umbria. cio complessivo di tali indagini: M. Spanu, liminari sono stati presentati nel 2019 nella
2 Significativo è il giudizio espresso in R. Ancient Topography in Southern Etruria: an Ap- conferenza presso la sabap-rm-met (Palaz-
Witcher, Settlement and Society in Early Impe- praisal of Twenty Years of Research, in Multi-, zo Patrizi Clementi, Roma) ed in un semina-
rial Etruria, «Journal of Roman Studies», 96, inter- and transdisciplinary research in Land- rio dell’École Française de Rome (Piazza Na-
2006, p. 104, riguardo allo stato delle cono- scape Archaeology. 3rd International Landscape vona, Roma).

https://doi.org/10.19272/202107501011 · «orizzonti», xxii, 2021


156 marcello spanu

Fig. 1. Carta archeologica della Teverina laziale 2019 (comuni di Graffignano e Civitella d’Agliano).
breve rassegna sull ’ occupazione della teverina laziale in epoca romana 157
primario era quello di estendere il qua-
dro delle conoscenze storico-archeolo-
giche, dall’altra è sussistito sin dall’inizio
delle indagini il desiderio di porre a con-
fronto due aree contigue, accomunate
dalla presenza di un elemento determi-
nante quale il Tevere, ma contrassegna-
te da profonde diversità geografiche. Il
settore meridionale, indagato preceden-
temente, infatti, presenta i rilievi molto
ravvicinati al fiume, alture peraltro co-
stituite in gran parte da argilla utile allo
sfruttamento intensivo per la produzio- Fig. 3. Pian delle Piscine (Graffignano)
ne di enormi quantitativi di laterizi; di- (23): lacerto di muro in opera reticolata.
versamente il comparto in esame vede
le colline in posizione più arretrata, la-
sciando spazio ad una vasta pianura
molto più adatta ad usi agricoli. Questa to le ricerche. L’unica eccezione in que-
vocazione si può riscontrare in modo sto senso è costituita da un mosaico in
molto evidente nel paesaggio odierno, bianco e nero conservato in situ in loca-
caratterizzato da uno sfruttamento in- lità Magrino (68) in una proprietà priva-
tensivo del territorio, coltivato in pianu- ta (Fig. 2).8 Se in questo caso l’evidenza
ra a cereali o erba medica e con vigneti dei manufatti antichi è equivalsa ad una
e oliveti nei declivi collinari, lasciando sorta di tutela e preservazione degli stes-
posto a boschi e macchie nelle aree più si, le indagini condotte nell’area hanno
interne. Apparentemente, sembrerebbe appurato come le strutture in luce dove-
trattarsi di un territorio con un rischio vano essere molto più consistenti sino a
archeologico non particolarmente ele- tempi non molto lontani, ma sono state
vato (anche in considerazione della scar- di fatto cancellate sistematicamente ed
sa pressione edilizia legata ad una demo- in modo intenzionale. Tale ipotesi è av-
Fig. 2. Magrino (Civitella d’Agliano)
grafia in calo), ma le aree coltivate in valorata dal fatto che spesso sono stati
(68): mosaico in situ.
pianura sono arate sempre più in pro- trovati lacerti e spezzoni di muri in tec-
fondità, mentre l’impianto di nuovi vi- niche costruttive di tipo diverso (come
gneti non raramente comporta una vera anche singoli blocchi lapidei) all’interno
e propria rimodellazione del suolo, con poche difficoltà: al pari di molte altre delle macchie boschive poste ai margini
scassi molto incisivi e riporti consistenti. aree in Italia, le fonti letterarie sono ine- di aree coltivabili, da dove sono stati di-
Un elemento non secondario nella sistenti, le fonti epigrafiche sono limita- velti e spostati (Fig. 3).
trasformazione del paesaggio, infine, è tissime, come pure i dati di archivio.6 Questa situazione (sicuramente non
costituito dalla apertura di cave per Di fronte a questo silenzio, esiti ben unica in Italia) di fatto ha avuto come ri-
l’estrazione della breccia (materiale par- diversi sono giunti dalla ricognizione di- sultato – almeno inizialmente – il riscon-
ticolarmente ricercato), i cui bacini pos- retta e sistematica sul terreno, condotta tro pressoché esclusivo di aree di fram-
sono assumere dimensioni considerevo- soprattutto nei mesi autunnali, ai quali menti fittili quale elemento utile per
li e determinare pertanto un processo si sono aggiunti risultati del tutto inatte- ricostruire gli assetti topografici ed inse-
distruttivo irreversibile.5 si con uno scavo che ha interessato gli diativi del territorio, con tutti i noti con-
Venendo all’area sinora indagata, essa anni 2014-2018. dizionamenti ad esse inerenti (quale, ad
corrisponde ad una fascia sulla sponda Le novità più rilevanti sono giunte esempio, la visibilità): limiti questi solo
occidentale del Tevere lunga km 12 circa per il periodo romano e si presentano in parzialmente ridotti con l’iterazione di
e larga km 6 circa che va grosso modo questa sede a livello preliminare, anche sopralluoghi nel corso dell’anno.
dal km 464 sino al km 476 dell’Autostra- in funzione di eventuali spunti di discus- I risultati acquisiti con le ricognizioni
da del Sole, coprendo i territori dei Co- sione.7 dirette sono stati integrati dall’analisi di
muni di Civitella d’Agliano, Graffignano Il primo elemento da segnalare è la fotografie aeree storiche e di immagini
e parte di quello di Castiglione in Teve- pressoché totale assenza di emergenze satellitari, alla quale si è affiancato un
rina (Fig. 1). monumentali nel territorio preso in esa- prezioso lavoro di monitoraggio perio-
Lo studio ha seguito i metodi canonici me, un aspetto che – probabilmente – dico di alcune delle aree individuate me-
della Topografia Antica seppur con non non ha contribuito a stimolare in passa- diante voli mirati con drone.9

5 Parte di un complesso architettonico ro- numerosi ambienti rupestri (quasi costante- squi, R. Mengarelli, Carta archeologica
mano è stata quasi miracolosamente salvata mente rilavorati se non quasi totalmente di- d’Italia (1881-1897). Materiali per l’Etruria e la Sa-
in un intervento di emergenza da parte della strutti) riconducibili a tombe etrusche e l’im- bina, Firenze, 2012, p. 4: assieme al vano mo-
Soprintendenza in località Pian delle Frasche portanza del territorio preso in esame in età saicato, vennero allora segnalate una piscina
(Graffignano) (44) ai margini di una cava. alto medievale, quando esso corrispose al co- ed un tratto di strada ora scomparse, mentre
6 Nell’area in esame non sono note iscri- siddetto ‘corridoio bizantino’, i cui limiti non sopravvivono strutture in cementizio in pros-
zioni: dalle immediate vicinanze (Castiglione furono sempre stabili. Non casualmente, a simità del mosaico.
in Teverina) provengono una epigrafe men- questo riguardo, proprio da Graffignano (lo- 9 A causa della vicinanza con il Tevere,
zionante un Caesareum ed una pertinente ad calità Mazzocchera-Sipicciano) proviene una della presenza della linea ferroviaria e del
un restauro di un edificio ad Apollo: C. Hül- fistula plumbea bollata da Teodato, re dei Go- ponte Renaro (uno dei pochi atti a superare il
sen, Neue Inschriften, «BullInst», 18, 1924, pp. ti dal 534 al 536, ora al Museo dell’Alto Me- fiume nell’ambito di chilometri), le fotografie
336-337; CIL xi, 7270-7271. dioevo ‘A. Vaccaro’ - Roma: R. Paribeni, Roc- aeree della ii guerra mondiale conservate
7 Esulano da questo contributo i risultati calvecce. Fistula aquaria col nome di Teodato Re, presso l’Aerofototeca Nazionale sono nume-
acquisiti per gli altri periodi, altrettanto im- «ns», 1927, pp. 368-369. rose, comportando una lunga disamina (rin-
portanti. Mi limito a segnalare la presenza di 8 G. F. Gamurrini, A. Cozza, A. Pa- grazio, non per dovere, la Direttrice E. J. She-
158 marcello spanu
primo insediamento di un certo rilievo
per gran parte di tutta la Teverina dopo
quelli di Piammiano-Statonia e di Pian-
torena, ubicati ai margini dell’area in
esame.10
L’aspetto che tuttavia sembra caratte-
rizzare in maniera sostanziale la regione
oggetto di indagine è dato dalle ville, si-
nora del tutto sconosciute11 e individua-
te in numero elevato. Rispetto all’usuale
dilemma sulla destinazione di uso (fatto-
ria? villa?), nel caso in esame alcune di
esse sono state identificate non solo sul-
la base dei più consueti (e problematici)
criteri convenzionali (dimensioni delle
aree di frammenti fittili, presenza di ele-
menti discriminanti quali marmo, mo-
saici etc.), ma soprattutto grazie a tracce
inequivocabili desunte dalla documen-
tazione aerea realizzata nelle modalità
sopra menzionate.
In via preliminare, si espongono a li-
vello macroscopico i casi più significati-
vi, partendo da sud.
– Castelvecchio (Graffignano) (14) (Fig. 4).
La levata del 24/6/2017 di Google Earth pre-
senta la visibilità migliore: in questo caso
la documentazione aerea successiva non
ha apportato ulteriori integrazioni. Si trat-
ta di un complesso architettonico articola-
to in diversi corpi di fabbrica. Due (a, b)
sono identificabili come cisterne per la
presenza di contrafforti: esse sono orienta-
te ortogonalmente l’una rispetto all’altra e
sono ampie orientativamente m 12 × 7,5
circa e m 7 × 9,5; un terzo comparto (c) è
costituito dalla villa vera e propria, mentre
un quarto (d) è di destinazione più incerta,
essendo caratterizzato da una pianta ret-
tangolare (m 23,5 × 8,5 circa), dalla presen-
za di un’abside interna e da una possibile
pavimentazione di una certa consistenza,
elementi che potrebbero essere compati-
bili con un’area di lavoro (edificio per
torcularia? stalla?). Della parte residenziale
è facilmente riconoscibile l’ingresso, fian-
Fig. 4. Castelvecchio (Graffignano) (14): immagine satellitare e restituzione grafica. cheggiato da due ambienti simmetrici, che
porta ad un atrio del quale si scorgono
l’impluvio ed i vani perimetrali. Sebbene il
complesso sia leggibile solo in parte (la
In generale, la fotolettura non ha Nel complesso, l’area presenta per il parte meridionale non offre evidenze, an-
che se non è chiaro per quale causa: distru-
cambiato il numero delle evidenze, ma periodo romano una occupazione mol- zione? interro maggiore?), esso sicura-
grazie ad essa è stato possibile ricostrui- to intensa, ma con un solo sito che può mente aveva dimensioni ragguardevoli e,
re caratteristiche generali ed articola- potenzialmente essere considerato co- con tutta probabilità, estendersi verso sud
zione di una serie di complessi architet- me vicus. Si tratta del sito di Pianano e sud est, dove compaiono ulteriori tracce,
tonici, con risultati molto interessanti (47), dove materiale archeologico com- più labili e poco coerenti.
sia per i singoli casi che per un discorso pare in superficie (anche se non in modo – Campo La Noce (Graffignano) (18) (Fig. 5).
più ampio. del tutto unitario) su tutto il pianoro In questo caso le levate di Google Earth del
24/6/2017 e soprattutto del 25/4/2018 sono
Il quadro che si sta venendo a delinea- compreso tra Pianano e Villa Venturini, state integrate con voli da drone; la restitu-
re risulta alquanto articolato per quanto per un’area lunga circa m 1000 e larga m zione d’insieme del materiale acquisito
riguarda sia l’occupazione del territorio 300. Se l’interpretazione del sito come porta ad una ricostruzione grafica di un
sia le attestazioni di cultura materiale. vicus cogliesse nel vero, si tratterebbe del complesso ampio almeno m 65 × 65 circa,

pherd per le sue consuete pazienza e amici- umidità) siano state riscontrate nella levata vedo, Schmiedt 1974, pp. 37-42; G. Roma-
zia). Oltre a questa collezione, è stato consul- del 24/6/2017 presente su Google Earth e si gnoli, Ferento e la Teverina viterbese: insedia-
tato in parte anche il fondo ‘Fondo S.A.R.A. - spiegano con la straordinaria siccità dell’an- menti e dinamiche del popolamento tra il x e il xiv
Ala Littoria S.A.’, conservato presso l’Archi- no, interrotta da rovesci temporaleschi avve- secolo, Viterbo, 2006 («Daidalos, Supplemen-
vio di Stato di Viterbo, sul quale v. G. Scar- nuti poco prima delle riprese. ti», 1), pp. 185-194.
dozzi, Fotografie aeree storiche e ricerche di topo- 11 Più che eloquenti sono le piante desola-
grafia antica nell’Etruria meridionale interna, 10 Per Piammiano-Statonia, v. M. Munzi, tamente bianche che illustrano le ville note
«Archeologia Aerea», iii, 2008, pp. 21-59. Da La nuova Statonia, «Ostraka», iv, 1995, pp. 285- nell’area a est di Viterbo nel recente catalogo:
segnalare, infine, come nella regione in esa- 299; Gasperoni, Scardozzi 2010, pp. 25-38, Marzano 2007, map 2a, p. 248; map 2b, p.
me tracce particolarmente evidenti (tutte da 316-328; per Piantorena, v. Cagiano de Aze- 249; map 18, p. 644.
breve rassegna sull ’ occupazione della teverina laziale in epoca romana 159

Fig. 6. Poggio La Guardia (Graffignano)


(24): veduta da drone del bacino.

e a est da ambienti alquanto grandi e irre-


golari (c). Molto particolare è la parte occi-
dentale del complesso (d), forse separata
dal resto da una corte: essa, infatti, prevede
un muro perimetrale che cinge degli am-
bienti posti centralmente ed addossati
l’uno contro l’altro.
– Con tutte le cautele del caso, sembrereb-
be che il settore articolato con gli ambienti
posti a nord abbia svolto le funzioni di par-
te residenziale, che gli ambienti piccoli po-
sti a sud siano serviti come luoghi di depo-
sito, mentre quelli più grandi a est come
parte produttiva. Più particolare e proble-
matica è la parte orientale del complesso: il
muro di cinta funzionale a comprendere
gli ambienti posti all’interno potrebbe sug-
gerire che si tratti di una sezione in qualche
modo necessaria di una protezione parti-
colarmente rigorosa, per cui oltre alla pos-
sibilità che si tratti di ulteriori magazzini, è
forte la suggestione di identificarla come
ergastula.
– Cordigliano (Graffignano) (35) (Fig. 8). Il
complesso è stato restituito essenzialmen-
te da una immagine satellitare di Google
Earth del 24/6/2017, dal momento che ulte-
riori riprese da drone non hanno apportato
novità particolarmente significative. Ri-
spetto ai casi precedenti, le tracce riscon-
trate non consentono di poter arrivare ad
Fig. 5. Campo La Noce (Graffignano) (18): immagine satellitare e restituzione grafica. una definizione particolareggiata, per cui
l’unico aspetto che si può mettere in evi-
denza sono le sue dimensioni, che coprono
una superficie di almeno m 70 × 60.

organizzato in due blocchi affiancati. Que- ad arco di cerchio e di un vano quadrango- Se a queste esemplificazioni (come si è
sti non sono identici, ma sono entrambi ca- lare (utile forse per la captazione delle ac- detto, scelte come indicative) si aggiun-
ratterizzati dalla presenza di una corte cen- que), interpretabile con tutta probabilità gono le aree menzionate del Magrino
trale con gli ambienti disposti sui lati: più come cisterna idrica (Fig. 6). (68), dell’insediamento più grande di
nitido è quello orientale, la cui corte inter- – Pian delle Piscine (Graffignano) (23) (Fig. Pianano (47) ed il caso (che verrà presen-
na (più piccola rispetto a quella del blocco 7). La notevole quantità di materiale pre- tato in conclusione) di Spoletino (73), ap-
vicino, seppur di dimensioni ragguardevo- sente in superficie in questo sito non aveva
li: m 27 × 17,5) sembra prevedere un peristi- praticamente avuto riscontro in tracce in- pare evidente il livello di intensità della
lio interno. In questo caso, sono ben defini- dividuabili nelle fotografie aeree storiche, occupazione del territorio in esame in
ti i sei ambienti posti sul lato orientale, di come anche nelle immagini satellitari di- età romana, che viene ad essere quasi ca-
lunghezza costante (pari a m 8 circa) e di sponibili. Tale assenza è stata totalmente pillare, se si prendono in considerazione
larghezza differente. confutata da voli condotti periodicamente, tutte le aree di frammenti fittili, sulla cui
– Poggio La Guardia - Sipicciano (Graffigna- realizzati in condizioni diverse di vegeta- interpretazione si soprassiede in questa
no) (24). Come già detto, numerose strut- zione e climatiche. La documentazione ac-
ture sono state messe in luce da scavi con- quisita in queste circostanze ha consentito
sede.
dotti dalla Soprintendenza: la parzialità di individuare un complesso estremamen- Limitando il discorso a queste eviden-
delle indagini sinora portate avanti non te rilevante sia per dimensioni sia per arti- ze “maggiori”, diversi sono gli spunti di
consente di stabilire quali siano state le de- colazione. La villa si estende per un’area di riflessione.
stinazioni d’uso che, via via, il sito ha avuto almeno m 100 × 50, con un asse longitudi- Il primo è quello pertinente agli aspet-
nel corso di una occupazione protrattasi si- nale orientato quasi perfettamente in sen- ti cronologici. In assenza di scavi (per
curamente per un lungo arco di tempo. In so est-ovest. Il complesso appare essere or- quanto parziali), proposte di datazione
attesa della continuazione dei lavori e, so- ganizzato in blocchi distinti, associabili per
prattutto, della edizione dei dati, si segnala dimensioni e forma dei vani: in particolare, dei singoli siti sono ovviamente basate
l’elemento più appariscente del comples- alcuni (a), occupano la parte settentrionale sui materiali di superficie individuati, tra
so: una struttura circolare del diametro di e sono fiancheggiati a sud da una serie di i quali le ceramiche fini costituiscono,
circa m 19, munita di una scala con gradini ambienti più piccoli (b) disposti su due file come usualmente, i principali fossili gui-
160 marcello spanu
cromo ‘a stuoia’ (entrambi di orizzonte
tardo-repubblicano/augusteo), casi ai
quali si aggiunge un lacerto in bianco e
nero dal sito di Pianano (47) (attribuibile
alla media età imperiale) (Fig. 9).
Un altro tipo di reperto di notevole
importanza sia per un inquadramento
degli sviluppi edilizi dei singoli comples-
si sia per le specifiche attestazioni è co-
stituito senza dubbio dai bolli laterizi. Le
produzioni laterizie della media valle del
Tevere sono più che note ed è più che
probabile che anche nella zona in esame
(per quanto contraddistinta da una mag-
giore vocazione agricola) vi fossero figli-
ne, anche se non necessariamente di
grandi dimensioni. Questa ipotesi sem-
bra trovare una conferma dalla presenza
nel territorio in esame di bolli non parti-
colarmente frequenti o nuovi, pertinen-
ti sia alle grandi produzioni destinate al
mercato urbano sia a necessità pretta-
mente locali.
A titolo esemplificativo si segnala il
bollo «cil», xv, S. 22: C(ai) Cassi C(ai)
f(ili) Vet() / ex figlinis Caelianis, attestato
sinora solamente ad Hadrumetum (Africa
Proconsolare) e a Roma (seppur da col-
lezione) e che è stato rinvenuto a Spole-
tino (73) ed in una area di frammenti fit-
tili in località Casale Caselli (80)14 e
l’esemplare circolare (diam. cm 9,7; alt.
lettere cm 1,3), con fattura molto simile
alle produzioni di opus doliare urbano,
ma inedito, che riporta: [- - -]ig Placidus
[- - -] / [- - -].Umbri(cius?) Primi.[- - -], tro-
Fig. 7. Pian delle Piscine (Graffignano) (23): veduta da drone e ricostruzione grafica. vato in località Pardimiglio (74) (Fig. 10).
Venendo ad esporre il caso di una del-
le ville individuate in questa ricerca (Ca-
stelvecchio, 14), i mattoni bollati portati
da. Per tutti i casi menzionati l’arco cro- derazioni risulta essere di particolare ri- alla luce dalle arature paiono essere
nologico va orientativamente dal ii seco- lievo la presenza di specifici materiali. significativi per delineare (per quanto in
lo a.C. (presenza di vernice nera) sino al Nel caso in esame, oltre ai più che preve- modo approssimativo) le vicende del
iv-v secolo d.C. (sigillata africana C e D dibili mattoncini utili per l’opus spicatum complesso (Fig. 11). Un primo bollo
in forme diverse), con l’eccezione del si- (praticamente onnipresenti) e al caso ri- (molto frammentario) è pertinente alle
to di Cordigliano (35), dove a causa della cordato del mosaico in situ in località figline Vicciane, presenta lettere a rilievo
pessima visibilità si è potuta registrare la Magrino (68), non raramente è stata ri- alte cm 1,7 con disposizione curvilinea, è
sola presenza di frammenti non diagno- scontrata la presenza di lacerti pavimen- identificabile con «cil», xv, 1510: [C.
stici (non meglio inquadrabili da un pun- tali, esito di quella dinamica ricordata Vi]cci ed è databile tra il 30 ed il 50 d.C.;15
to di vista cronologico) di ceramica acro- per le strutture murarie che si è registra- il secondo bollo, noto da numerose
ma e da fuoco, con un solo frammento di ta (seppur in misura minore) anche per attestazioni a Roma, Ostia e nel territo-
sigillata italica. Si tratta ovviamente di le pavimentazioni, laddove evidente- rio di Todi, è «cil», xv, 694: Opu(s)
dati riferibili alla ‘frequentazione’ delle mente esse sono state intercettate.12 doli(are) / ex ofic(ina) Valeriae Nicen(sis) /
aree, i cui termini non necessariamente Questo si è potuto registrare, ad esem- ex praedis Plotinae Aug(ustae) ed è databi-
intendono il momento dell’impianto di pio, a Pian delle Piscine (23) e in località le in età adrianea.16 A questi si aggiunge
ogni singola villa né tantomeno quello Cerquetone (Bomarzo) (5),13 dove sono un terzo bollo, di forma rettangolare
del suo abbandono. stati recuperati rispettivamente un (alt. cm 4, lungh. mass. cm 13) organizza-
A questo riguardo, per tracciare (al- frammento di cementizio con tessere di to su due linee, con lettere a rilievo (alt.
meno a livello indiziario) alcune consi- mosaico inserite ed uno in mosaico poli- cm 1,4÷1,6), che sembra essere inedito, il

12 Testimonianze orali riportano il ricordo 14 Il bollo è databile per la sua forma semi- 98) sono attestate nelle ricognizioni in atto da
del ritrovamento in altre località di lacerti circolare alla metà del i secolo d.C.; le figline almeno tre esemplari (identificabili come
musivi, ormai irreperibili. Celiane dopo questa produzione sembrano «cil», xv, 1510 = «lso», 1083 o «cil», xv, S.
13 In questo caso le uniche evidenze del- aver cessato l’attività sino agli anni 120, quan- 204 = «lso», 578); tali rinvenimenti sembrano
l’insediamento sono date dal materiale in su- do riprendono con la domina Flavia Seia Isau- confermare come queste officine avessero
perficie (che, anche in questo caso, va dalla rica: cfr. Steinby 1974-75, p. 30; J. P. Bodel, una complessa articolazione con – probabil-
vernice nera alla sigillata africana) e da bloc- Roman Brick Stamps in the Kelsey Museum, Ann mente – diversi punti produttivi; per una sin-
chi in travertino accatastati nella macchia cir- Arbor, 1983, n. 16, p. 24. tesi della questione, v. Gasperoni, Scar-
costante; non si sono registrate tracce dalla 15 Le figline Vicciane (caratterizzate da dozzi 2010, pp. 322-323 (con bibliografia
documentazione aerea. una storia complessa: Steinby 1974-75, pp. 95- precedente). 16 «lso», 592.
breve rassegna sull ’ occupazione della teverina laziale in epoca romana 161
cui  testo ad una prima lettura reci-
ta:  [- - -].ÆROVILICO / [- - -] (Ae?)MILIÆ
POSILLÆ.17
Tali testimonianze (diverse non solo
formalmente, ma anche per cronologia
e per tipo) sembrano rispecchiare la
vitalità del complesso, evidentemente
oggetto di diverse fasi edilizie, portate
avanti con forniture di materiali
differenti corrispondenti alle sorti del-
l’industria laterizia romana, destinata ad
essere progressivamente acquisita dal-
l’entourage imperiale.
Volendo tracciare una prima serie di
appunti, le evidenze riscontrate testi-
moniano un notevole indice di occupa-
zione del territorio, contrassegnato da
ville che sembrano aver vissuto nello
stesso arco di tempo. Per esse non si può
formulare una data per il loro impianto,
ma sicuramente conobbero fasi edilizie
consistenti in età tardorepubblicana/au-
gustea (come suggeriscono i tipi musivi)
e vari rifacimenti in età imperiale (indi-
cati dai bolli laterizi di diversa cronolo-
gia). Una sostanziale cautela va invece
avanzata riguardo alla loro fine: come si
è detto nella quasi totalità dei siti si ri-
scontra la presenza di sigillata africana
C e D, ma questa potrebbe testimoniare
una minima continuità di vita in com-
plessi progressivamente defunzionaliz-
zati, per poi essere definitivamente ab-
bandonati.
In merito alla destinazione di uso dei
casi esaminati, si è usato il termine ‘vil-
la’ sul quale si è lungamente discusso e, Fig. 8. Cordigliano (Graffignano) (35): immagine satellitare e restituzione grafica.
sicuramente, si continuerà a dibatte-
re.18 Senza entrare nel dettaglio, è più
che probabile che i vari complessi presi
in considerazione avessero funzioni di- coli che fossero) è la vicinanza con fossi le per Castelvecchio (14) (bordeggiato
verse, privilegiando di volta in volta e torrenti, che confluivano, natural- dal Fosso Formone), per Campo La
aspetti e ruoli differenti, come induco- mente, nel Tevere. Il caso più emblema- Noce (18) e Poggio La Guardia (24)
no a supporre le differenti planimetrie tico dello stretto legame tra il fiume e (prossimi a fossati legati al Torrente Ri-
con caratteristiche dissimili l’una dal- un abitato è costituito dal presumibile go), per Pian delle Piscine (23) (molto
l’altra.19 Questa differenza funzionale vicus di Pianano (47), il cui pianoro non vicino al Fosso di Malagappa che si
può spiegare, almeno in parte, la vici- solo è fiancheggiato da fossi, ma è an- getta nel Torrente Rigo), per Cordiglia-
nanza tra i complessi individuati che in che lambito da un percorso (sicuramen- no (35) (adiacente a Fosso di Fossetto,
taluni casi è molto stretta (intorno al te attivo in antico) denominato oggi collegato a Fosso della Nave), a cui si
chilometro): un dato che, a livello rura- Strada della Barca di Alviano, testimo- aggiungono altri siti che manifestano
le, sembra costituire una anomalia, so- niando la località della sua estremità una contiguità analoga.
prattutto se si considera la loro contem- orientale, coincidente con un traghetto Appare evidente quindi come la pros-
poraneità. sul Tevere estremamente noto e usato simità ad un corso d’acqua fosse partico-
Al di là di tali (o analoghi) quesiti che sino al secolo scorso. larmente ricercata, rispecchiando i noti
potranno essere risolti solo da scavi Se questo costituisce il caso più ecla- dettami proposti da parte di molti autori
estensivi,20 un altro aspetto che risulta tante, gli altri siti vedono comunque antichi,21 in quanto garantiva l’efficacia
essere in pratica una costante topografi- una stretta vicinanza con un corso della movimentazione delle merci, sia in
ca tra questi insediamenti (grandi o pic- d’acqua che porta al Tevere: questo va- entrata come in uscita. Se per le prime si

17 Non sono fuori luogo i ringraziamenti Villas in Central Italy. A Social and Economic degli horrea a corte centrale, con poco spazio
a F. Taglietti e L. Camilli che amichevolmente History, Brill, Leiden-Boston 2007, pp. 823, ISBN (almeno da quello che si può percepire in foto
hanno potuto vedere il bollo solo da fotogra- 9789004160378, «Oebalus», 3, 2008, pp. 364-375; aerea) per una parte residenziale padronale.
fia e sono, pertanto, esenti da qualsiasi re- rimando ad entrambi i contributi (al di là del- 20 Appare evidente che una tale vicinanza
sponsabilità di lettura e di interpretazione. la condivisibilità delle riflessioni e considera- tra complessi architettonici non secondari o
18 Non è questa la sede per affrontare un zioni espresse) per la corposa bibliografia pre- marginali pone subito il problema del regime
problema così ampio ed articolato; per una cedente. di proprietà di questo territorio e di come es-
sintesi del dibattito sul termine villa e sulle te- 19 Significativa in questo senso sembre- so sia mutato nel corso del tempo: un inter-
matiche connesse rinvio a Marzano 2007 rebbe essere l’articolazione del complesso di rogativo per il momento del tutto aperto.
(soprattutto, ma non solo, pp. 1-12) e a H. Di Campo La Noce, la cui pianta per il momento 21 Cato, agr., 1, 3; Varr., rust., 1, 16, 6;
Giuseppe, Recensione A. Marzano, Roman ricostruibile richiama molto da vicino quella Col., i, 2, 3.
162 marcello spanu
offrirà di seguito qualche indicazione
della quantità e qualità raggiunte in
questo settore della valle del Tevere, per
le seconde si dovrà pensare soprattutto a
derrate alimentari, data la già ricordata
vocazione agricola del territorio.
A questo riguardo, naturalmente,
analisi e osservazioni dei materiali rinve-
nuti nel corso delle ricognizioni trove-
ranno spazio in un lavoro più esteso a
conclusione delle indagini; ugualmente
si presenta in questa sede una fugace pa-
noramica dei materiali relativi ad una
‘appendice’ (per molti versi imprevista)
a) b) di questo progetto.
Agli inizi della ricerca, su invito del
funzionario preposto M. L. Arancio, si
è manifestata l’opportunità di valutare
la consistenza e la destinazione d’uso di
una struttura intercettata durante lavo-
ri agricoli condotti nel 2004 in località
Spoletino (Civitella d’Agliano) (73). La
generosa disponibilità dei proprietari
ha reso possibile che, a seguito dei pri-
mi sondaggi esplorativi condotti nel
2014, siano state condotte campagne di
scavo sino al 2018 che hanno consentito
c) di indagare gran parte del manufatto
(Fig. 12).22
Fig. 9. Lacerti musivi: a. da Pian delle Piscine (Graffignano) (23); b. da Cerquetone La struttura si è rivelata essere una ci-
(Graffignano) (5); c).da Pianano (Civitella d’Agliano) (47). sterna ampia m 42,10 × 14,20, orientata
quasi perfettamente in senso nord-sud,
munita di un corpo scala nell’angolo
sud-occidentale (a) e di una chiusura a
saracinesca sul lato opposto (b) (Fig.
13). Il muro perimetrale è spesso media-
mente m 0,60 ed è munito di una coppia
di contrafforti posti in posizione centra-
le rispetto ai lati lunghi, ma estrema-
mente piccoli, essendo lunghi m 0,60 ed
in pratica quasi inutili dal punto di vista
funzionale. Lo stato di conservazione in
elevato è mediamente di m 1,20 rispetto
al pavimento interno, costituito da un
piano in malta. Sicuramente gli inter-
venti agricoli intercorsi nel tempo non
solo hanno rasato la parte superiore del-
le murature (impedendo di valutare
quale fosse la loro altezza originaria),
ma anche asportato gran parte dei livelli
circostanti, cancellando il piano di cal-
Fig. 10. Laterizi bollati: «cil», xv, S. 22;,inedito. pestio esterno e rendendo pertanto
inattuabile una datazione della struttu-
ra su basi stratigrafiche. Questa impos-
sibilità di proporre un inquadramento
cronologico dell’impianto è dovuta an-
che alla particolare tecnica costruttiva
impiegata per il muro di delimitazione,
realizzato in opus signinum (Fig. 14); es-
so, infatti, si presenta privo di paramen-
to su entrambi i lati e fu evidentemente
ottenuto mediante il getto di cementi-

22 Anche in questo caso non sono di ri-


to  i ringraziamenti verso i Signori Casciani
(proprietari dell’area) per aver consentito
l’accesso all’area ed il superamento delle
note (e discutibili) recenti complicazioni bu-
Fig.11. Laterizi bollati: «cil», xv, 1510; «cil», xv, 694, inedito. rocratiche.
breve rassegna sull ’ occupazione della teverina laziale in epoca romana 163

Fig. 12. Spoletino (Civitella d’Agliano) (73): veduta da drone.

La cisterna era quindi in gran parte


interrata e senza dubbio a cielo aperto,
destinata a raccogliere acqua piovana
integrando eventualmente la conserva
mediante un pozzo intercettato nei
pressi; la capienza doveva essere per-
tanto estremamente variabile nel corso
dell’anno: ipotizzando un livello di un
metro e mezzo si arriva ad un volume
pari a poco meno di m3 800.24 Lo
scopo di questo enorme impianto era
pertinente esclusivamente all’irrigazio-
ne dei campi posti a est, come indica
senza ombra di dubbio la presenza
della chiusa e di un canale esterno a
Fig. 14. Spoletino (Civitella d’Agliano) questa collegato. Sicuramente la strut-
(73): muro perimetrale in opus signinum. tura doveva essere vicina ad una villa,
della quale l’unico indizio è costituito
da un piccolo vano a carattere termale
scoperto in uno scavo occasionale nel
zio in fossa, cui seguì lo svuotamento 1989 a circa m 500 in direzione ovest
della parte interna.23 (Fig. 15).25

23 Considero per acquisita la ‘nuova’ inter- nale, vedi: R. Thomas, A. Wilson, Water
pretazione di opus signinum avanzata in C.F. supply for Roman farms in Latium and South
Giuliani, Opus signinum e cocciopesto, in Segni Etruria, «pbsr», lii, 1994, pp. 139-196.
i, a cura di G. M. De Rossi, Napoli, 1992, pp. 25 Il vano, reinterrato a conclusione dello
89-94 («Quaderni del Dipartimento di Scienze scavo, costituisce l’unica evidenza della villa,
dell’Antichità, Università di Salerno», 11, I), ormai testimoniata solo da un’area di fram-
più volte ripresa e osteggiata, ma ineccepibi- menti fittili in un campo non più coltivato, ca-
le: vedi P. Braconi, Ostracus, astrico e lastrico: ratterizzato da pessima visibilità e che non ha
i pavimenti in cocciopesto degli antichi e l’opus offerto tracce nella documentazione aerea.
signinum, in Atti del xiv Colloquio AISCOM Richieste di poter condurre prospezioni geo-
(Spoleto 2008), Tivoli, 2009, pp. 371-383. fisiche avanzate nei confronti dei proprietari
Fig. 13. Spoletino (Civitella d’Agliano) 24 Per considerazioni sull’approvvigiona- non hanno avuto esito positivo.
(73): planimetria della cisterna (2018). mento idrico nel Lazio e in Etruria meridio-
164 marcello spanu

Fig. 15. Spoletino (Civitella d’Agliano) (73): planimetria di impianto termale.

Fig. 16. Spoletino (Civitella d’Agliano) (73): superficie superiore del riempimento di i sec. d.C.
breve rassegna sull ’ occupazione della teverina laziale in epoca romana 165
Le indagini condotte nella cisterna
hanno consentito di ricostruire la sua vi-
ta, contrassegnata dalla costruzione di
un muro trasversale, largo circa m 0,70,
posto non in posizione perfettamente
centrale, realizzato a doppia cortina con
nucleo in cementizio. Le due parti così
ottenute ebbero una storia totalmente
diversa: quella meridionale rimase in
uso come conserva d’acqua sino alla de-
finitiva obliterazione, mentre la parte
settentrionale (leggermente più grande)
Fig. 17. Spoletino (Civitella d’Agliano) (73): campionatura di olle, tegami e pentole dal
fu colmata in antico intenzionalmente,
riempimento di i sec. d.C.
formando un contesto straordinario per
quantità e qualità dei materiali, il cui stu-
dio comporterà tempi ed analisi lunghi,
decisamente non prevedibili all’inizio
dello scavo.26
Questa prima operazione di riempi-
mento avvenne con modalità molto
particolari: infatti, essa non si può in-
terpretare come una discarica di uso
quotidiano, prolungata nel tempo, ma si
trattò di una attività realizzata in tempi
rapidi, come depongono l’assenza di te-
stimonianze riconducibili ai consumi
alimentari quotidiani (ossi ecc.) e di ce-
ramica residuale. Le disamine dei reper-
ti (ormai ad un livello molto avanzato)
evidenziano infatti che si tratta di un
contesto di materiali concentrati in un
breve lasso di tempo, cronologicamente
ben definibile nei decenni a cavallo della
metà del i secolo d.C.
Un altro elemento non secondario in
questa attività di colmatura è che quasi
certamente essa dovette interessare non
una struttura del tutto vuota, ma vero-
similmente parzialmente riempita da
acqua e fango: condizioni che hanno
consentito un eccezionale stato di con-
servazione di molti manufatti, recupera-
ti interi o ricomponibili pressoché inte-
gralmente (Fig. 16).27
Sommariamente, il contesto offre
una panoramica esaustiva di tutte le
classi utilizzate in questo periodo (Fig.
17), che non trova al momento riscontri
in tutta l’Etruria e con pochi confronti
nella stessa Roma. Il repertorio, estre-
mamente articolato, documenta in mo-
do straordinario entità e circolazione
delle produzioni locali e di importa-

26 Lo studio dei materiali (sia di questo


contesto che dell’altra parte della cisterna) è
stato affidato a E. Borgia (Sapienza Università
di Roma), coordinando un nutrito gruppo di
studiosi.
27 Una conferma a quanto ipotizzato nel
corso dello scavo è venuta dall’analisi dei
campioni analizzati presso il Dipartimento di
Biologia Ambientale (Sapienza Università di
Roma) da parte di D. Magri, A. Celant e F. Di
Rita, con l’individuazione di diatomee. Gli
stessi colleghi stanno curando analisi palino-
logiche e antracologiche, i cui esiti potranno
offrire – per la prima volta nella regione – la
possibilità di una ricostruzione dell’ambiente Fig. 18. Spoletino (Civitella d’Agliano) (73): campionatura di anfore dal riempimento
in età romana. di i sec. d.C.
166 marcello spanu
zione (Fig. 18), sulle quali si stanno con- Marzano 2007: A. Marzano, Roman
ducendo schedature, analisi quantitati- Abbreviazioni bibliografiche Villas in Central Italy, Leiden-Boston,
ve e così via su una base numerica mol- Cagiano de Azevedo, Schmiedt 2007 («Columbia Studies in the Clas-
to elevata e quindi particolarmente 1974: M. Cagiano de Azevedo, G. sical Tradition», 30).
attendibile.28 Schmiedt, Tra Bagnoregio e Ferento, Mercator Placidissimus 2008: Mercator
In conclusione, le ricerche in corso Roma, 1974. Placidissimus. The Tiber Valley in An-
confermano – qualora ve ne fosse bi- Gasperoni, Scardozzi 2010: T. Ga- tiquity. New research in the upper and
sogno – l’importanza e la vitalità della speroni, G. Scardozzi, Bomarzo, middle river valley, a cura di F. Coarelli,
Teverina: una regione forse troppo tra- Mugnano, Bassano in Teverina (I.G.M. H. Patterson, Roma, 2004.
scurata dall’attenzione scientifica e con- F. 137 i SO Attigliano, ii NO Soriano nel Steinby 1974-75: M. Steinby, La crono-
trassegnata dalla presenza del Tevere Cimino), Viterbo, 2010 («Carta ar- logia delle figlinae doliari urbane dalla
che, in età romana, era considerato non cheologica d’Italia. Contributi»). fine dell’età repubblicana fino all’inizio
solo mercator placidissimus, ma anche «lso»: M. Steinby, Lateres Signati Ostien- del iii sec., «bc», 84, 1974-75, pp. 7-132.
pluribus prope solus quam ceteri in omnibus ses, Roma 1977-1978 («Acta Instituti
terris amnes accolitur aspiciturque villis.29 Romani Finlandiae», vii 1, 2).

28 Indicativamente, lo scavo ha restituito meridionale della cisterna, i materiali indica- Referenze grafiche e fotografiche.
complessivamente più di 100.000 frammenti no come l’obliterazione avvenne agli inizi del Tutta la documentazione è opera dell’autore
ceramici, tre quarti dei quali pertinenti al iv secolo d.C., con un riempimento di natura ad eccezione di Figg. 1, 13: T. Mastracci, M.
contesto più antico: una ragguardevole per- totalmente diversa, presentano materiali di Spanu; Figg. 6, 15: Concessione sabap-rm-
centuale è costituita dalle anfore, riconducibi- varia natura, tra cui anche cospicui resti edili- met; Fig. 12: G. Ceraudo. La Fig. 1 ha
li a produzioni iberiche, galliche, africane, zi verosimilmente pertinenti alla definiva di- come base i tipi igm, le Figg. 4, 5 e 8 Google
egee con una percentuale consistente di An- struzione della villa vicina. Earth.
fore di Spello. Per quanto riguarda la sezione 29 Plin., nat., 3, 6, 9.
co mp osto i n ca r att e r e s e r r a da n t e da l la
fabrizio s e r r a e d i tor e, p i s a · roma .
sta mpato e r i l e gato n e l la
tip o g r afi a d i ag na n o, ag na n o p i s a n o ( p i s a ) .

*
Gennaio 2021
(cz 2 · fg 21)

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