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L’APPRODO DELLE
MERAVIGLIE
TOFET
PISCINA SACRA
(«KOTHON»)
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S ta per iniziare la 36ª campagna
scavi a Mozia condotta dall’U-
niversità di Roma «La Sapien-
za» congiuntamente con la Soprin-
tendenza di Trapani (sotto la super-
visione di Rossella Giglio e l’egida
di Paola Misuraca), una sinergia pro-
ficua, che dura da quando il profes-
sor Vincenzo Tusa, nel 1964, invitò il
nostro Ateneo a lavorare in questo
GLI ARCHEOLOGI DELL’UNIVERSITÀ splendente angolo della Sicilia e Sa-
«LA SAPIENZA» STANNO PER TORNARE batino Moscati inviò la sua allieva
piú promettente, Antonia Ciasca, a
A MOZIA. PRONTI AD AGGIUNGERE dirigere le ricerche sull’isola siciliana
NUOVI TASSELLI A UN MOSAICO colonizzata dai Fenici.
La «Sapienza» ha rinnovato il suo
SEMPRE PIÚ RICCO E CHE CONFERMA impegno nel 2002, questa volta per
QUANTO LA CITTÀ FENICIA SIA STATA iniziativa di Sebastiano Tusa e di chi
scrive (con il fondamentale soste-
UNO DEI CENTRI PIÚ IMPORTANTI gno di Paolo Matthiae), adottando
PORTA NORD DELL’ANTICO MEDITERRANEO una prospettiva storica e una meto-
dologia nuove.
di Lorenzo Nigro
RICERCA
E DIVULGAZIONE
I risultati degli scavi condotti negli
ultimi quattordici anni sono visibi-
li a chiunque visiti Mozia: una
nuova area sacra scoperta, scavata e
musealizzata, con il tempio di Baal
e quello di Astarte presso la piscina
sacra (detta erroneamente «Ko-
thon»); due quartieri residenziali
con la casa del Sacello domestico e
la casa del Corno di Tritone e la
casa del Pozzo quadrato sulle pen-
dici occidentali dell’Acropoli; il
Tofet, anch’esso ripreso e musealiz-
zato, la Fortezza Occidentale, il
sacello di Astarte, la Porta Nord-
Ovest e altri tratti di mura, il tutto
non solo reso fruibile a Mozia, ma
anche accessibile in una vasta serie
di pubblicazioni disponibili on line
(www.lasapienzamozia.it).
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SCAVI • MOZIA
Il primo stanziamento
Veduta aerea del primo
insediamento fenicio sulla sponda
meridionale di Mozia, con, in
Edificio C8 evidenza, l’edificio C8. Sulla base
delle ricerche fin qui condotte, si
può affermare che la frequentazione
del sito ebbe inizio certamente già
in età preistorica e che la scelta
dell’isola fu dettata dalla sua
posizione geografica, che ne faceva
uno scalo obbligato per tutte le piú
importanti rotte marittime che
solcavano il Mediterraneo, reso
ancor piú invitante dalla facilità
con cui vi si poteva approdare.
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In alto: il tempio di Baal (o «del
Kothon»), scoperto dall’Università
«Sapienza» e scavato dal 2002 al 2010.
A sinistra: il Fondaco C8, scavato dal
2011 al 2015. L’edificio fu fondato agli
inizi dell’VIII sec. a.C. e serví da base
per i primi abitanti fenici di Mozia.
IL REGNO DEL
«SIGNORE POTENTE»
Questo era il regno di Baal ‘Addir, il
«signore potente», che, come ha di-
mostrato un’iscrizione votiva greca
ritrovata in una delle favisse, era il
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distante. Sempre nel tempio altre Altri reperti dal
offerte venivano bruciate in apposi- Fondaco C8:
ti incavi posti nel pavimento. 5. madreperla
La prima colonia si trasformò rapi- utilizzata come
damente in una fiorente città com- ornamento
merciale e l’abitato si estese fino di un mobile
all’opposta sponda settentrionale o di un lituo;
dell’isola, dove, nel punto piú pro- 6. pesi da rete.
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tetto e piú alto, fu costruito il tem-
pio detto del «Cappiddazzu»: era cropoli (successivamente attraversa- Astarte; sul lato ovest era un edificio
dedicato al dio di Tiro, Melqart (poi ta dalle mura, scavate dalla «Sapien- porticato, fronteggiato dal pozzo
identificato con Herakles), e aveva za»), con tombe a incinerazione in sacro (in cui ancora oggi sgorga
una funzione piú direttamente lega- ciste o inumazioni in sarcofagi, e il acqua dolce), all’interno del quale si
ta al potere politico. Lungo la costa santuario del Tofet, il luogo sacro poteva scendere comodamente per
nord furono localizzati anche la ne- dove venivano sepolti i resti com- effettuare i riti di purificazione. In-
busti degli infanti che venivano of- fine, all’estremità ovest del santuario,
ferti, in determinate occasioni, al si trovava un tempietto, con una
dio Baal Hammon. piattaforma rialzata sulla quale era
posto un piccolo «trono di Astarte»
L’OFFERTA DEGLI INFANTI con ai lati due sfingi. Nella piatta-
Il Tofet di Mozia, scavato stratigrafi-
camente da Antonia Ciasca, è uno Nella pagina accanto, in basso: il
6 dei meglio conosciuti del Mediter- Tofet dopo la musealizzazione e i piú
raneo. Gli scavi recentissimi della recenti scavi della «Sapienza».
«Sapienza» (2009-2014) hanno per- In basso: vasi utilizzati come urne per
messo di individuare l’ingresso al i resti incinerati dei bambini sepolti
santuario e di ricostruire la serie dei nel Tofet in gruppi raccolti attorno a
piccoli edifici che circondavano il stele o installazioni. La ripresa dei
campo di urne e venivano utilizzati lavori nel cosiddetto «Sacello A» ha
nei riti collegati al sacrificio chia- rivelato come il piccolo edificio di
mato «molk», l’azione rituale che culto eretto alla metà del VI sec. a.C.
accompagnava l’offerta degli infanti: insista su un’installazione precedente,
un’edicola ospitava i simulacri del anch’essa funzionale al rito nel Tofet e
dio e le maschere apotropaiche e di risalente all’VIII sec. a.C.
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Sorgente del tempio
C.4567
In alto: un particolare della struttura forma è stata ritrovata, nel 2014, una dall’équipe della professoressa Lau-
del Kothon in una foto scattata durante punta di lancia di bronzo ripiegata ra Ottini del Dipartimento di Me-
il prosciugamento del bacino, con funzione apotropaica, mentre dicina Molecolare della «Sapien-
realizzato nel 2013. La freccia indica il sepolte nei cavi di fondazione dei za»), puntano a stabilire se tra i
punto in cui sgorga l’acqua dolce, nei muri del sacello erano delle figurine diversi individui incinerati esistes-
pressi dell’angolo nord-est di quella fittili fatte al tornio. sero rapporti di parentela, oltre a
che è stata ormai riconosciuta come Al centro del Tofet si trovava il contribuire alla mappatura dell’an-
una grande piscina sacra. campo di urne, con migliaia di tica popolazione moziese.
La denominazione convenzionale vasi contenenti i resti combusti
continua a essere utilizzata per dei bambini raggruppati a grappo- UNA VISIONE INEDITA
ricordare Giuseppe Whitaker, il quale li attorno a stele e segnacoli. Le Tornando all’area sacra del Kothon,
la propose al tempo delle sue piú recenti indagini coadiuvate con l’assoggettamento a Cartagine
pionieristiche esplorazioni del sito. dall’analisi del DNA (effettuata attorno alla metà dei VI secolo a.C.,
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Il dio incedente Una statua colossale
A destra: statua fenicia di
personaggio divino incedente, dallo
di Baal si stagliava
Stagnone di Marsala. Palermo, al centro del Kothon
Museo «A. Salinas».
In basso: ricostruzione grafica della
statua di Baal incedente che
doveva trovarsi al centro del Kothon
e di cui, nel 2013, è stato trovato il il
basamento nel quale si inseriva il
blocco con il piede sinistro.
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Didascalia da fare Ibusdae
evendipsam, officte erupit antesto
taturi cum ilita aut quatiur restrum
grandi ancore antiche e dal ritrova- gillosa, sono gli astragali bruciati apotropaicamente alla base
eicaectur, testo blaborenes iumdel mu-
mento del cratere attico a figure ritualmente, le lucerne, gli scarabei ro di recinzione
quasped quos non dell’area
etur reiussacra.
nonem
rosse detto di Alcimedonte, delle e numerosi denti umani appartenu- Presso il tempio quos
quam expercipsunt di Astarte, in un
rest magni
matrici di terracotte votive, oltre a ti a individui maschili di età com- piccolo mateces
autatur apic molto ben conservato
enditibus teces.
stele, segnacoli e piccole installazio- presa tra i 18 e i 30 anni, probabil- edificio sacro in antis rivolto a sud
ni di culto, collegate alle osservazio- mente soldati morti da eroi per di- e contraddistinto da un nicchia
ni degli astri celesti. fendere Mozia o, viceversa, nemici rialzata realizzata in blocchetti di
sacrificati allo stesso scopo, sparsi calcarenite, è stato ritrovato un de-
UN MURO PODEROSO
La struttura era costruita a setti di
3-5 m di lunghezza, spartiti sulla
circonferenza esterna da piedritti
monolitici di calcarenite e aveva
uno spessore variabile da 0,7 a 1,5
m. Nel settore meridionale, il Te-
menos è conservato con un’altezza
di piú di 1,5 m, ma in origine
doveva essere alto almeno il dop-
pio, con la parte superiore realiz-
zata in mattoni crudi.
Tra i ritrovamenti piú tipici del Te-
menos, pavimentato con marna ar-
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I lavori nel Temenos Circolare dure- visitatori non esperti. Pannelli in vo lavoro di pulizia che ha reso
ranno ancora diversi anni, necessari italiano e inglese aiutano nella lettu- nuovamente visibili le mirabili
per portare alla luce e studiare le ra del complesso sacro, che è a oggi strutture difensive (con spessori su-
complesse e affascinanti testimo- uno dei piú grandi santuari del Me- periori a 4 m), che costituirono per
nianze del culto praticato nella diterraneo preclassico. secoli una invalicabile difesa della
grande area sacra di Baal e Astarte. città nel tratto compreso dalla Torre
Nel frattempo, tuttavia, i monumen- LE MURA ORIENTALI Orientale alla Posterula Whitaker e
ti sono stati resi fruibili attraverso il Con la campagna 2015, i lavori del- alla Porta Nord, dove i lavori conti-
restauro conservativo delle strutture, la «Sapienza» sono ripresti sulle mu- nueranno anche nel 2016. Le mol-
adottando uno stile garbato, reversi- ra orientali, già esplorate tra 1974 e teplici e successive linee di fortifica-
bile e finalizzato a rendere i resti 1992 da Antonia Ciasca. Per prima zione di Mozia, con orientamenti
architettonici comprensibili anche ai cosa si è proceduto a un impegnati- in parte divergenti, sono state ripor-
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UN AURIGA
Sebbene sottomessa a Cartagine
D’ECCEZIONE dal VI secolo a.C., Mozia tentò in
tutti i modi di integrarsi nella
congerie culturale delle città
greche di Sicilia. Un atteggiamento
politicamente aperto e pacifico le
si confaceva assai meglio di uno
ostile, considerata la sua indole
intrinsecamente commerciale.
Cosí, nel V secolo a.C., essa
somiglia piú a una delle tante città
siceliote che a una città punica.
Il potere è nelle mani di un re o
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cieli moziesi, al vento che sempre versità di Roma «La Sapienza», in In alto: una veduta della Torre 3 e della
risveglia con l’aria di mare i sensi (e sinergia con la Soprintendenza di Posterula Whitaker durante gli
l’appetito). Trapani e la Fondazione «G.Whita- interventi condotti nella campagna del
ker», è stato proprio quello di far 2015, mirati a rendere nuovamente
UN PATRIMONIO conoscere le meraviglie di Mozia. visibili e documentare le massicce
DA TRASMETTERE Scoprire, studiare, capire, restaurare strutture difensive di cui la città di
Ciascuno di questi elementi è un e valorizzare le vestigia di questa Mozia si era dotata.
valore da preservare e tramandare, e antica città non è solo un grande
in questi anni l’impegno dell’Uni- privilegio, ma anche, per l’archeo- logo, un immenso piacere, che di-
venta dovere di tradurre muri, vasi,
statue, figurine, reperti in qualcosa
di sensato da trasmettere alle gene-
tiranno (non piú di un consiglio di tuttavia, non salvò la città razioni future, affinché anch’esse se
ricchi mercanti) che fa realizzare dall’attacco finale di Dionigi di ne innamorino. I risultati dello
per il suo Tempio (il cosiddetto Siracusa che, dopo un drammatico sforzo di generazioni di studiosi e
«Cappiddazzu») la statua del dio assedio, terminato con un studenti di archeologia della Sa-
Melqart nelle vesti di Eracle- sanguinoso saccheggio, la rase al pienza si vedono: venite a Mozia e
auriga che entra vittorioso sul suolo nel 397/6 a.C. potrete gustare la storia della Sicilia
carro nell’Olimpo: si tratta del assieme a un bicchiere di vino e a
capolavoro scoperto da Vincenzo Nella pagina accanto: il Giovane di una fetta di indimenticabile pane
Tusa che conosciamo come «il Mozia, la statua di Eracle/Melqart in cunzato (letteralmente «pane con-
Giovane di Mozia» e che solo a veste d’auriga, dedicata nel tempio dito» era la pietanza di chi, non
Mozia acquista appieno il suo del dio detto del «Cappiddazzu», avendo altro che una pagnotta, cer-
significato artistico, storico e a Mozia. 475 a.C. circa. Mozia, cava di renderla piú sostanziosa e
archeologico. Tutto questo, Museo «Whitaker». saporita strofinandovi sopra, per
esempio, qualche sarda, n.d.r.).
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