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Lantico borgo di CastellArquato sorge su una sorta di terrazzo naturale, nel passaggio tra larea collinare e
la pianura vera e propria, in prossimit del torrente Arda. Entrato a far parte del Club dei Borghi pi belli
d'Italia, domina dallalto le aree circostanti, ed famoso, oltre che per la bellezza del paese, per i depositi
marini presenti nel sottosuolo, che conferiscono a questa zona un significato del tutto eccezionale. Sono
numerose, infatti, le testimonianze fossili, conservate fino ai nostri giorni, risalenti a milioni di anni fa,
precisamente al periodo del Pliocene (la cui datazione va da circa cinque milioni di anni fino a un milione e
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Il Piacenziano Cenni
Il termine Piacenziano riferito a un periodo storico del Pliocene, compreso tra i 3,5 e 1,8 milioni di anni fa,
epoca le cui tracce sono numerose nella Provincia di Piacenza, al punto da avergli permesso lattribuzione
di questo nome. La pi antica citazione di fossili risale a Leonardo Da Vinci, che scrisse
"Nelle montagne di Parma e Piacenza ancora visibile una gran moltitudine di nicchi e coralli
intarlati, ancora congiunti ai sassi, che io ebbi modo di vedere quando risiedevo a Milano per
fare il gran cavallo e dei quali me ne fu portato gran sacco nel mio studio da certi contadini,
con alcuni in ottimo stato di conservazione " (Codice Leichester, foglio 9, verso).
La documentazione geo-paleontologica costituisce l'aspetto pi interessante, anche se non l'unico, di
questa parte del territorio piacentino, che pu essere considerata la culla storica del Pliocene, quell'epoca
della storia terrestre nel corso della quale il vasto braccio di mare che occupava l'area padana si ritir
gradualmente verso Est, lasciando spazio alla costituenda Pianura Padana. L'ottimo stato di conservazione e
l'abbondanza dei resti fossili degli organismi (molluschi, coralli, granchi, echinidi, cetacei ecc.) ha attirato su
questarea l'attenzione della comunit scientifica internazionale fin dal 1700. solo nel 1858 tuttavia che il
geologo svizzero C. Mayer conia il termine di Piacenziano, ed solo nel 1967 che la comunit scientifica
internazionale accetta la definizione di Piacenziano, ancor oggi spesso oggetto di fervente discussione
scientifica. E del 1995 la costituzione della Riserva Naturale del Piacenziano, composta da nove stazioni
sparse nel territorio di vari comuni del piacentino, da Castell'Arquato, Carpaneto Piacentino, Gropparello,
Lugagnano Val d'Arda e Vernasca. La fascia collinare, tutelata dallistituzione di questa riserva, una delle
aree pi classiche per chi studia il Pliocene del Mediterraneo, e costituisce, per la comunit scientifica
internazionale, un indubbio punto di riferimento da oltre centanni.
Allepoca, la situazione italiana era abbastanza complessa: i bizantini, che in quel periodo dominavano la
parte orientale di quello che era stato limpero romano, avevano invaso e assoggettato con la guerra greco
- gotica, durata allincirca trentanni, gran parte della penisola italiana, per poi vedersi strappare nel 568
d.C. il controllo di vasti territori, per mano dei longobardi guidati da Alboino. Il quadro, che rimarr in parte
inalterato fino allarrivo di Carlo Magno nel 774 d.C., vedeva, semplificando, lItalia settentrionale
controllato dai longobardi, oltre a porzioni di territorio nel centro-sud, con capitale posta a Pavia; i
bizantini, da parte loro, erano attestati al centro-sud, con centro amministrativo e politico nella citt di
Ravenna.
E quindi dallanno 789 che si pu far partire il dominio del vescovo su CastellArquato. Dalla donazione
apprendiamo lesistenza a CastellArquato della Basilica di S. Maria, che allepoca doveva essere terminata.
Dellarchitettura del primitivo edificio di culto, non rimasto in pratica nulla, essendo stato seriamente
danneggiato da un forte terremoto nellinverno del 1117, come ricordato nella Cronaca di Romualdo
Salernitano. Solo una grande vasca battesimale a immersione, del diametro di due metri, sopravvissuta
fino ai tempi nostri, e fa bella mostra di s nellattuale chiesa della Collegiata, che attesta con assoluta
certezza che la chiesa del paese avesse fin dallVIII secolo una funzione battesimale. Nei secoli successivi, il
borgo particolarmente attivo, sia dal punto di vista commerciale che urbano: sono almeno tre le fiere
importanti allestite allanno, mentre il paese si estende nella parte pi bassa del promontorio, dove
svilupper in seguito il quartiere indicato con il nome di Monteguzzo (intorno allXI secolo circa). I rapporti
con Piacenza, dove il potere comunale in forte crescita, sono stretti, come dimostrato in occasione della
discesa di Federico Barbarossa I (1154) nella zona, che vede sia la citt sia CastellArquato schierate sullo
stesso fronte contro limperatore germanico. Tranne che nel decennio 1154 - 1164, il borgo rimane alle
dipendenze della Mensa vescovile ininterrottamente fino al XIII secolo, come accertato dal prezioso
Registrum Magnum, conservato allArchivio di Stato di Piacenza, anche se in tale scritto non sono riportati
dati precisi sul paese. Apprendiamo che il vescovo aveva il diritto di raccogliere le imposte dirette, il
cosiddetto fodro, applicato a tutti gli uomini, a quel tempo corrispondenti ai nobiles, ai castellani e al
personale ecclesiastico addetto alla chiesa di Santa Maria. La figura dellarciprete nel borgo coincideva con
quella di un pastore, posto a capo dellorganizzazione pievana, eletto dal capitolo locale e poi investito della
propria carica dal vescovo e dal capitolo della cattedrale di Piacenza. La pieve di Santa Maria assolveva, fin
dalla sua ricostruzione nel 1122, a compiti spirituali e pedagogici; retta da un collegio di canonici, aveva
autonomia liturgica, amministrativa ed economica.
Una nota: mentre nel Medioevo i termini Scotti e Scotto li troviamo riportati con una singola t, secondo
luso di quel tempo, in tutti i documenti consultati per questa ricerca abbiamo trovato tali parole scritte con
due t, a causa delle modifiche intercorse nel tempo alla lingua. Metodo che abbiamo deciso di adottare
anche per questa relazione.
I Visconti
E del 16 maggio 1316 linizio dellassedio di CastellArquato da parte di Galeazzo I Visconti, coadiuvato da
Corrado Malaspina e dalla famiglia degli Arcelli: il 1317 lanno in cui Alberto Scotto si arrende, per poi
morire prigioniero lanno successivo, il 1318. Dopo la sua caduta, la famiglia Visconti del ramo di Milano
che sinsedia a CastellArquato, detenendone il controllo, pur con qualche problema, fino al 1438. Nel 1322
i Visconti devono abbandonare il territorio a seguito di una sollevazione popolare, sorretta dalla chiesa,
mentre il borgo rimane nelle mani di un loro partigiano, Manfredo Landi, che per si premunisce di cederlo
al comune di Piacenza, al tempo soggetto al dominio della chiesa. Nel 1336, con Azzo Visconti, la famiglia
torna al potere, e ha inizio la costruzione della cinta muraria (di cui rimane la Porta di Sasso) e della Rocca, i
cui primi lavori risalgono al 1342, sotto Luchino Visconti. Dopo alterne vicende, che vedono CastellArquato
al centro di una contesa con la casa reale di Francia, il borgo finisce agli inizi del Quattrocento agli Scotti:
controllo, che nel 1414, ceduto, per volont degli stessi abitanti, di nuovo alla famiglia Visconti, nella
persona di Filippo Maria Visconti, tanto che dal 1416 al 1470 il paese si chiamer Castel Visconti. Ed
proprio Filippo Maria che passa, nel 1438, il paese a un suo condottiero: Niccol Piccinini, che promulga gli
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In epoca recente la regione Emilia Romagna ha conferito a CastellArquato lappellativo di citt darte.
Il Secondo Concilio di Lione, convocato da Gregorio a soli quattro giorni dalla sua incoronazione, si
prefiggeva tre obiettivi: la soluzione dei gravi problemi in Terra Santa (cosa particolarmente a cuore del
papa), la riconciliazione con la Chiesa d'Oriente, la riforma dei costumi della Chiesa e del clero. Dopo varie
sessioni, e grazie a una delegazione della Chiesa Greca, furono approvati decreti sul clero, presentata la
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A parte i numerosi partecipanti di varie nazioni dellepoca, gi di per s un successo, il Concilio sembr
portare a termine tutti gli obiettivi prefissati: fu decisa tra i sovrani una nuova Crociata, l'unione con la
Chiesa Greca venne preparata grazie anche agli accordi antecedenti tra Clemente IV e il sovrano
dellImpero bizantino Michele Paleologo (che impose l'unione ai suoi sudditi, accettando tutte le condizioni
del Papa), vennero fissate con la Ubi Periculum regole per l'elezione papale. Per i costumi del clero e dei
laici numerosi decreti di riforma furono promulgati, nel tentativo di ridare dignit alla Chiesa. Purtroppo,
con la morte di Gregorio X, molti dei progetti vennero a cadere, malgrado si fose certi della loro
realizzazione: la crociata e lunione con la Chiesa orientale decaddero, di tutto il lavoro sopravvisse solo la
Ubi Periculum.
Un particolare: riguardo allunione con la Chiesa Greca, latto, formulato a Costantinopoli nel febbraio del
1274 e ripetuto a Lione il 6 luglio, non poteva avere vita lunga, perch non era stata data alla chiesa alla
chiesa greca la facolt di esprimere liberamente il proprio parere in questa materia. I latini infatti scelsero il
testo e le formule che riproducevano la dottrina ecclesiologica elaborata e composta in occidente (lettera di
papa Paolo VI del 19 ottobre 1974). La possibilit di risolvere lo scisma dur finche vissero i due
protagonisti: limperatore Michele VIII e Gregorio X (che scelse di proseguire la politica del suo
predecessore). Il figlio di Michele VIII, Andronico, una volta salito al potere sconfess loperato del padre e
il Concilio, che doveva ricostituire lunit, fin per approfondire il solco, politico e religioso, tra oriente ed
occidente cristiano.
Si consiglia, soprattutto se siete in un gruppo un po numeroso, la visita guidata. Il prezzo si aggira sui 75
euro a gruppo, un prezzo abbordabile se siete in gruppo e che vi d accesso a numerose informazioni e
luoghi che da soli difficilmente riuscireste a rintracciare. Dal prezzo escluso il biglietto dei musei, che,
anche se ridotto (essendo un gruppo), aggiunge altre spese a testa a persona.
Esiste anche un altro museo a CastellArquato, di propriet privata, ospitato nellAntico Palazzo Pretorio e
posto accanto alla Rocca, vicino alla Piazza Monumentale (indicato nella mappa online). Detto Museum in
Motion, alloggia mostre darte contemporanea. Al link sottostante i vari eventi organizzati in quella
locazione.
http://www.castellodisanpietro.it/mim/?cat=8
Email: iatcastellarquato@gmail.com
Telefono e FAX +39.0523.803215
Sito: http://www.comune.castellarquato.pc.it/
Nel caso non riusciate a mettervi in contatto lo IAT, disponibile la Biblioteca Comunale, che ha sede al
primo piano del Palazzo Comunale Vigevani Gravaghi. Laccesso avviene sempre tramite la Piazza Municipio
(ingresso comune agli altri uffici comunali) oppure (negli orari e giorni in cui il Comune chiuso) dalla
Scalinata Ospedale Santo Spirito. Nulla da eccepire neanche su di loro, veramente professionali e
disponibili. Questi gli orari di apertura al pubblico, anche se si consiglia di visitare il sito web del comune per
sicurezza sugli orari:
Orario invernale
MARTEDI, GIOVEDI, e SABATO dalle 8,30 alle 13,00
MARTEDI e GIOVEDI dalle 14.30 alle 17.30
Orario estivo
Dal LUNEDI al SABATO dalle 9,00 alle 13,00
MARTEDI dalle 18,00 alle 21,00
E-mail: biblioteca@comune.castellarquato.pc.it
Telefono: 0523.804008
Fax: 0523.803982
Sito: http://www.comune.castellarquato.pc.it/
La Visita
Durata: dalle tre alle cinque ore (se si visitano tutti i musei)
La mappa
In fondo a questa guida, in allegato, copia della mappa qui sopra riportata, fornitaci gentilmente dalla
Biblioteca e dallo IAT di CastellArquato che ringraziamo per la disponibilit e la collaborazione. Disponibile
su Google Maps, link http://maps.google.it/, una mappa pubblica da noi creata, basata in parte su quella
dataci, dal titolo :
Itinerari in provincia di Piacenza - Castell'Arquato
Nel caso non riuscite a trovare questa mappa, una volta andati su Google Maps cliccate sulla voce, posta da
parte al tasto Cerca nelle Mappe, mostra opzioni di ricerca. Apparir un nuovo campo, selezionate la voce
Mappe create dagli utenti, e inserite nel campo di ricerca:
fabio.malusardi
Appariranno sulla sinistra tutte le mappe da noi create, selezionate quella dal titolo Itinerari in provincia di
Piacenza CastellArquato. Potrete visionarla tramite internet direttamente sul cellulare se ne avrete
bisogno.
Le due mappe sono simili, lunica differenza consta in alcuni siti che abbiamo aggiunto (o rimosso) dalla
mappa originale. Le mappe non sono precise al 100%, in alcuni casi alcune vie sono mostrate solo in
maniera parziale.
La prima vuole illustrare i monumenti e le cose rilevanti presenti nella parte alta del borgo, con
partenza dal cimitero posto sulla sommit del colle e conclusione alla piazza monumentale del
municipio, cuore del paese, gi chiamato Solario, dove si trova sia il Comune sia la Collegiata.
Undici le locazioni consigliate.
Nel caso abbiate deciso di seguire le indicazioni della presente guida, vi preghiamo di procedere
ordinatamente, come illustrato nei capitoli successivi, in altre parole partendo dallalto del paese per poi
terminare nella parte bassa. La guida qui descritta illustra lintero borgo: molti degli edifici non sono
visitabili, cosa che ci premureremo di specificare nella descrizione.
Il consiglio che sentiamo di darvi di far durare la vostra permanenza a CastellArquato un intero giorno: la
mattina la riservate alla parte alta, pranzo in un ristorante della zona, pomeriggio la parte bassa. Questo
perch i musei spesso hanno orari che rischiano di accavallarsi. In genere lorario di chiusura intorno alle
17:30 per tutti i musei, con ingresso accettato non oltre le 17:00. Per avere conferma degli orari
preferibile chiedere sempre allo IAT, dove potete avere rilievo su eventuali modifiche dellultima ora.
Se invece avete poco tempo per visitare il paese, vi consigliamo, oltre a Porta Sotana, la piazza
monumentale, con la Collegiata, il Palazzo del Podest e la Rocca. Nella parte bassa Palazzo Stradivari e la
chiesa di Santo Stefano, con la tomba di Sforza Sforza. Tra i musei, da visitare il museo annesso della
Collegiata e il Museo Geologico. Anche gli altri musei meritano, ma sono pi specifici, quello di Luigi Illica
per gli appassionati della lirica e quello della Rocca per chi volesse sapere della vita cos comera nel
medioevo.
Attenzione: ogni locazione consigliata per la visita avr come identificativo il numero romano I o II, che
indica se dentro la prima o la seconda parte dell'itinerario. Dopo quel numero romano, la cifra in uso
nel nostro alfabeto, che indica la successione con cui le locazioni vanno visitate. Questi identificativi
avranno un corrispettivo nella mappa online creata su Google Maps, non su quella fornita dal borgo.
Inoltre, nel caso di edifici, specificato se Visitabile internamente o Non Visitabile.
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Normalmente, il tragitto dal parcheggio alla piazza non richiederebbe pi di quindici minuti, nel nostro caso
il tempo sar molto pi lungo visto lobiettivo che ci proponiamo di raggiungere. La prima costruzione da
osservare lOratorio della Madonna della Cima, non visitabile, presente nellingresso del cimitero. Per
scendere nel paese dal parcheggio dovreste normalmente girare a sinistra e iniziare a percorrere via
Vassalli. Nel nostro caso dovrete girare a destra e risalire per circa dieci metri fino a trovarvi davanti
allingresso del cimitero.
Resti Mura
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Cappella
La cappella recente, ma in ogni caso interessante da vedere.
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Dirigetevi ora verso tre siti di particolare interesse, nellordine dincontro: il Collegio delle Dorotee, il
Conservatorio Villaggi, la Chiesa di S. Nicol. Per giungervi, risalite via Porta del Sasso fino al bivio con via
Vassalli, qua tornate indietro per la strada fatta dal cimitero verso la piazza di alcuni metri e girate subito a
destra, in una diramazione diversa di via Vassalli. Nella mappa seguente la diramazione molto pi vicina di
come sembra.
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Percorso Porta Sotana Collegio delle Dorotee, Conservatorio Villaggi, Chiesa San Nicol
Collegio delle Dorotee Locazione I5
Non Visitabile
Avvolta nel mistero la sua precisa origine. Sembra che lattuale collegio dedicato a Santa Dorotea sorga
sulla Canonica che era aggregata alliniziale Chiesa dedicata a San Nicol, voluta da Giovanni di
CastellArquato, Canonico della cattedrale di Beauvais, come si evince dal suo testamento del 1292. Alcuni
resti presenti nel collegio (un affresco, ridipinto in epoca contemporanea, che raffigura frontalmente un
santo vescovo, barbuto, in atteggiamento benedicente, forse un S. Nicol; i resti, trovati in una soffitta,
degli spioventi di un edificio precedente, e, sempre in quella stanza, quel che rimane di due affreschi ascritti
al Quattrocento) sembrano confermare lipotesi. Altri studiosi indicano invece che lattuale collegio inglobi
non la canonica, ma la Chiesa di San Nicol. Dalla strada sintravede il portone e parte del viale che conduce
allingresso.
Essendo un collegio, per accedere al complesso dovete prima sentire se vi concesso il permesso dalla
Madre Superiore o di chi ne fa le sue veci in quel momento.
Ingresso Collegio
In questo periodo chiuso per ristrutturazione, si spera in un futuro la sua riapertura visto lalto grado
artistico e di interesse dei locali interni.
Possiamo ora proseguire verso il centro del paese, la piazza, che allo stesso tempo centro e simbolo di
CastellArquato, detta anche Piazza Alta. Su di lei si affacciano, formando un unico insieme monumentale,
gli edifici rappresentativi del borgo, sedi del potere politico e religioso, tra cui ricordiamo:
Tornate indietro sui vostri passi, ritornando al bivio in cui avevate girato in via Porta di Sasso. Giunti l,
proseguite in discesa per via Vassalli, fino a quando sulla vostra destra non scorgete una scalinata, con un
cartello che la indica come Scalinata del Fossato: salite i gradini e vi ritroverete nei giardini della Rocca.
Piazza Monumentale
Vasca Battesimale
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La facciata volge a Occidente, non sulla piazza centrale ma su una piazzetta minore, circondata da abitazioni
che ricordano il medioevo. La struttura, in arenaria, conserva tracce di conchiglie fossili, e, sopra al severo
portale con arco a tutto sesto, fanno bella mostra le minuscole finestre e, pi in alto, una piccola bifora che
sostituisce il preesistente rosone che era stato inserito nellOttocento (quindi una modifica della chiesa
originale).
Interessante il trecentesco Portico del Paradiso, che ospita uno splendido portale (sempre di arenaria), con
nella lunetta la raffigurazione della Vergine col Bambino tra San Pietro e un angelo, probabilmente di uno
scultore attivo anche nel cantiere del Duomo di Piacenza (XII secolo). Larchitrave, sorretto da due
telamoni, ha uniscrizione in latino, relativa al dogma dellImmacolata Concezione. Il telamone, per chi non
lo sapesse, una scultura maschile, a tutto tondo o a rilievo, impiegata come sostegno, strutturale o
decorativo, spesso in sostituzione di colonne o lesene. sinonimo di Atlante, che nella mitologia greca
porta i pilastri del cielo.
Degna attenzione meritano le lastre dellaltare e del pulpito, capolavori del XII secolo della plastica
romanica. Quelle del pulpito raffigurano i simboli evangelici e San Gerolamo, mentre nellaltare sono
presenti soggetti come lAnnunciazione, Maria e Elisabetta, Il Profeta Isaia. Sopra laltare domina il
crocifisso ligneo, forse di scuola lombarda della seconda met del XIII secolo, alto pi di tre metri e largo
due, riportato ai colori originali. Da non perdere assolutamente, il fonte battesimale, posto nella piccola
abside semicircolare a destra dellaltare, a un livello pi basso del piano della chiesa. Come gi detto, uno
dei rari manufatti sopravvissuti dellantica chiesa dellVIII secolo.
Pulpito
Altare
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La Cappella di Santa Caterina la prima a destra dellentrata e comunica con la navata attraverso una
grande arcata a sesto acuto. Essa costituita da due campate, divise da un arco trasversale a sesto acuto,
ognuna sormontata da una volta a crociera di forma quadrata. Si consiglia al visitatore di armarsi di
monetine, essendo lilluminazione a tempo. Gli affreschi sono del Quattrocento, probabilmente di maestro
toscano, riscoperti nel 1899 dal professor Giuseppe Fei dellAccademia di Brera nel 1899, essendo stati, nel
corso di una delle tante modifiche, occultati da uno spesso strato dintonaco. Lo stesso professore ha
ripristinato parte del ciclo pittorico, non completo a causa di alcune lesioni subite nel corso del tempo,
ricostruendo le parti mancanti. Il rifacimento integrale, ma purtroppo di totale invenzione: due sono le
aree interessate, dove alcuni riquadri sono andati distrutti a causa dellapertura di due arcate, una di
accesso alla seconda campata della chiesa, laltra verso un corridoio dalla parte del chiostro. In queste zone,
il professore da una parte introduce ex novo Il Battesimo di Cristo, dallaltra dipinge invece Santa Caterina
dAlessandria, il Sorteggio della Tunica con i soldati che giocano a dadi, la Deposizione, la Piet e la
Resurrezione. I rifacimenti sono stilisticamente ben riconoscibili, e non intaccano la preziosit della
decorazione nel suo complesso. Per la datazione della cappella, ci si basa su una lastra tombale, al centro
del pavimento: presente uniscrizione con la data del 1460, e gli stemmi delle famiglie del luogo, i
Pietranera e gli Aldighieri. Se si aggiunge un atto notarile del 1461, e il testamento della stessa Caterina del
1481, si pu far risalire a quegli anni la cappella. Nelle pareti laterali, su due registri sovrapposti, gli
affreschi narrano la Passione di Cristo, mentre nei piccoli tondi del soffitto sono dipinti gli Evangelisti con i
loro simboli. Al centro, sopra una piccola Crocifissione, le Esequie della Vergine, con sovrapposta
lIncoronazione della Vergine, caratterizzata da uniconografia inconsueta, lanima della Vergine che esce
dal corpo ed accolta fra le braccia di Cristo che la fa sedere sul trono alla sua destra. Studi recenti fanno
risalire gli affreschi a due fasi distinte di realizzazione: un primo intervento, anteriore al 1461, connesso
alla committenza dei canonici, mentre un secondo intervento, risalente agli anni che vanno dal 1461 al
1466, a committenza di Caterina Aldighieri, dopo la morte del marito.
Laltra Cappella, dedicata a San Giuseppe, patrono del borgo, stata edificata nel 1630, si pensa come
ringraziamento per la fine dellepidemia di peste. Labbondanza di stucchi, marmi, statue, svela con
chiarezza limpronta barocca dellambiente, incongruo con il resto della chiesa. Alle pareti, dipinti
raffiguranti lo Sposalizio di Maria e la Nascita di Ges, di Giacomo Guidotti; sullaltare, la Sacra Famiglia, di
un artista romano del primo Settecento.
Altare
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Accessibile sempre dal chiostro lArchivio Capitolare, la cui visita possibile solo su permesso del parroco e
su prenotazione, che conserva preziosi documenti, tra cui ricordiamo: il fondo in pergamena Membrana
Vetera, documenti dal XII secolo al XV secolo; carte pi recenti che permettono di ricostruire la storia della
chiesa; un importante fondo musicale, contenente manoscritti di musica strumentale e vocale, sia sacra sia
profana. A tale patrimonio, stato aggiunto, frutto della donazione del Canonico Carlo Dalla Negra, la
Biblioteca Capitolare, preziosi codici risalenti allantico Capitolo della Collegiata. La sala stata restaurata
nel 2007, per opera del parroco Giuseppe Rigolli, e vi sono esposti anche antichi messali e preziosi
antifonari provenienti dai dintorni.
L'antifona una frase, recitata o cantata in una salmodia, durante la celebrazione liturgica dell'ufficio o
della messa. Gli antifonari sono raccolte di queste passi.
Il Messale, nella Chiesa cattolica, un libro liturgico contenente tutte le informazioni (testi, orazioni, canti,
gli stessi gesti e le rubriche) necessarie al celebrante per la celebrazione della messa o Eucaristia secondo
l'anno liturgico.
Chiostro
Pozzo
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Sei sono le torri presenti nel recinto del castello, differenti fra loro per altezza, dimensione e forma: senza
dimenticarsi della torre maestra, dimpianto quadrangolare e alta circa 35 metri, che contiene al proprio
interno il Museo di Vita Medievale, articolato su pi livelli, dove il visitatore viene guidato, attraverso un
percorso multimediale, allosservazione della vita della gente nel Medioevo e dei vari rapporti che
CastellArquato intratteneva con i suoi vicini. Il fortilizio non contiene materiali dellepoca, ma merita,
soprattutto nei giorni di sole, la visita, un sopralluogo, poich si pu avere unottima vista panoramica dagli
spalti, spaziante sullintera valle.
Con questa visita termina la prima parte del tragitto, che ha evidenziato la parte alta di CastellArquato.
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Si parte dalla piazza monumentale, precisamente dallUfficio del Turismo (IAT), che ha sede nel Palazzo del
Podest. Sono sei le locazioni di rilievo nellarea:
Il Palazzo Stradivari
Il museo conserva esemplari di notevole interesse e una ricca documentazione di quella che stata la storia
geologica del bacino Padano. Nelle sale si possono osservare molluschi, fossili, resti di balenottere e delfini,
rinvenuti nel Novecento nei dintorni del borgo, oltre a resti di grandi mammiferi come elefanti, ippopotami,
bisonti. Fra i reperti pi interessanti spicca la balena di Monte Falcone rinvenuta nel 1936. Visto il prezzo
ridotto del biglietto, il contenuto del museo, la cornice dellex ospedale dove la mostra ospitata, la
gentilezza e cortesia del personale addetto, se ne consiglia altamente la visita.
Previsto a breve un allargamento del museo anche al piano inferiore con la probabile apertura della porta
che d sulle Caverne Santo Spirito.
Usciti dal museo geologico, potete osservare, davanti allingresso, una scalinata, detta Scalinata Ospedale
Santo Spirito. Tale scalinata conduce direttamente alla piazza centrale, oltre che a un ingresso della
biblioteca comunale.
Continuate a scendere per la via, e svoltate nella prima strada a sinistra, prima della svolta, anche se non
segnata in modo chiaro sulla cartina online. E via della Riva. Risalite per alcuni metri e potrete osservare le
Caverne Santo Spirito.
Caverne Santo Spirito Locazione II3
Visitabile
Lunico esempio di portici connessi alla via, ancora conservato in CastellArquato, facenti parte del
complesso dellex ospedale Santo Spirito.
Per chi non lo sapesse, la parasta un elemento architettonico strutturale verticale (pilastro) inglobato in
una parete, dalla quale sporge solo leggermente. Si differenzia dalla lesena, che pur avendo
apparentemente lo stesso aspetto esterno, ha invece funzioni solo decorative.
Facciata
Dopo la Chiesa della Santissima Trinit, proseguite per una decina di metri, e sulla destra trovate la Chiesa
di Santo Stefano.
Facciata
Casa Medievale
Porta di Monteguzzo
Passate Palazzo Stradivari, arrivate a un incrocio. Prendete il vicolo sulla destra, Vicolo San Giacomo, lo
percorrete e vi ritrovate in Via San Pietro. Girate a sinistra, e al numero tre della via, trovate la Casa
Medievale.
Casa Medievale
Proseguite per la via, fino a quando non simmette nella via principale. Girate a destra, e pochi metri pi
avanti potrete osservare, sulla destra, la Chiesa di San Pietro, al numero 45.
Il Barbieri, attivo come scultore nella seconda met del XVI secolo, nasce a Correggio, in provincia di Parma,
prima del 1540 (non certa la data di nascita). Oltre al sarcofago di Sforza Sforza a CastellArquato,
ricordiamo tra le sue opere il sepolcro marmoreo del conte Guido da Correggio (1570 circa),
unacquasantiera scolpita per il Duomo di Parma nel 1573, laltare di SantAgapito, nella cripta del Duomo
di Parma (terminata nel 1578). Mor presumibilmente a Parma dopo il 1584, ultimo anno in cui ricordato
come scultore.
Uscite dalla chiesa, e proseguite a destra scendendo per la via per una decina di metri. Siete arrivati a Porta
Monteguzzo.
Porta Monteguzzo
Rimangono ora da vedere gli ultimi monumenti di CastellArquato:
Andate avanti, e quando la via termina in unaltra strada, siete arrivati al Palazzo del Duca, con annessa
fontana.
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Sempre risalente al 1292 la Fontana del Duca, dono del podest Teodosio de Spectinis, ancora in
funzione e, fino al secolo scorso, usata come lavatoio pubblico. Detta anticamente Fontana di Monteguzzo,
ubicata sotto la facciata sud del Palazzo del Duca. Vi si accede scendendo dodici gradini, e il suolo
pavimentato con lastre di pietra ben squadrate, di epoca posteriore al monumento. La fontana costituita
da otto bocche di bronzo, a forma di teste di animali, quattro con sembianze di una testa di mastino,
quattro con aspetto di testa di leonessa o qualche altro felino. Da osservare con attenzione una lastra,
scolpita ed inserita nel muro, raffigurante due scudi in mezzo ai quali si evince il simbolo araldico di un
castello con torre merlata e una scritta che riportiamo senza abbreviazioni:
1292, Hoc factum fuit tempore regiminis Tedixii de Spectinis Potestaris Castri Arquati
Spectinis, come detto, era il podest Teodosio de Spectinis, nominato da Alberto Scotto allepoca della
costruzione. A sinistra della lastra unaltra lapide reca il simbolo degli Scotti, con una banda obliqua e le due
stelle di sei raggi sul campo neutro.
Palazzo
Fontana
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Se invece volete porre termine alla visita, salite la scalinata (chiamata Scalinata della Boschina). Mentre
vinerpicate, potete osservare a sinistra i resti delle antiche mura medievali, e a destra dei giardini,
intercalati da sentieri, che vi accompagnano nella salita e circondano il Parco delle Driadi. Gli scalini
terminano vicino alla piazza Monumentale, e infatti alla vostra sinistra potete osservare la Rocca. Dirigetevi
verso ledificio, e sulla destra, appena prima della piazza, scoprirete un piccolo giardino con tanto di
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Siete arrivati alla conclusione dellitinerario proposto. Spero siete rimasti soddisfatti del nostro lavoro, cos
come noi lo siamo stati nello scriverlo.
Vi consigliamo un ultimo giro allEnoteca Comunale, prima di ripercorrere allindietro la fase iniziale di
questo percorso che vi condurr, passando per i giardini della Rocca, al parcheggio del cimitero dove avete
lasciato la macchina.
Lo Staff
Prodotti Locali
Il vino
La cultura della vite ha radici antichissime a CastellArquato. Il paese, sede di unenoteca comunale e di
numerose cantine, famoso per molteplici vini, caratteristici della zona.
Il Monterosso Valdarda Doc Colli Piacentini, vino locale per definizione, prende il nome da una collina
accanto al borgo e si produce solo nelle valli circostanti.
Gli altri grandi vini Doc del territorio sono lOrtrugo, la Malvasia, il Sauvignon e, tra i rossi, il Gutturnio e la
Bonarda.
Il piatto del borgo
Gli anolini in brodo (anvein in dialetto) il piatto tipico del borgo: a differenza del resto del Piacentino,
dove vengono realizzati con un ripieno di stracotto, a CastellArquato il ripieno di grana padano
amalgamato con pane grattato e odori. Il brodo rigorosamente di gallina, manzo e vitello. In aggiunta il
patrimonio gastronomico locale ha tre prodotti che hanno ricevuto la Denominazione di Origine
Controllata: la coppa, la pancetta e il salame piacentino.
Curiosit e Leggende
Leggende del Luogo: Sergio e Laura
Le cronache del XVII secolo accennano a una torbida vicenda damore e sangue. Anno 1620: la signoria
nelle mani del Cardinale Sforza, alle orecchie del quale giunge la notizia di una cospirazione ordita da un
certo Sergio Montale, coadiuvato dal servitore Arturo Galatti, detto Spadone. Immediatamente lo Sforza
dispone l'arresto dei due, che vengono condannati alla tortura e alla morte. Le suppliche dei famigliari non
hanno effetto, e i due in attesa dellesecuzione sono rinchiusi nelle segrete della Rocca, custodite da
Gaspare Dallavigna e dal suo aiutante, Giacomo Manara. Il Dallavigna, uomo aspro e severo, ha una
bellissima figlia, Laura, che simpietosisce della sorte di Sergio e se ne innamora. Nella notte del 15 aprile,
Laura, dopo aver sottratto le chiavi al padre, apre la porta della cella e fugge con i due condannati. Ma il
tentativo di fuga non sfugge all'occhio bieco e vigile dell'aiutante del Dallavigna, innamorato senza speranza
di Laura, che corre a svegliare il superiore. Le uscite della Rocca sono bloccate, ma Spadone riesce a
fermare Dallavigna, ed i tre possono fuggire. Approfittando dell'occasione, il Manara decide di vendicarsi
sia del suo amore respinto sia del padre di Laura: spinge il Dallavigna gi dal ponte levatoio, uccidendolo.
Udito l'urlo del padre, Laura si ferma e gli armigeri circondano i fuggitivi: solo Spadone riesce a fuggire.
Incolpati dellassassinio del Dallavigna, i due giovani, nonostante le loro dichiarazioni dinnocenza, vengono
condannati alla fustigazione seguita dalla decapitazione. La sentenza eseguita il 20 Maggio 1620. Spadone
non trova pace e, dopo sette anni di latitanza, la notte della vigilia di Natale torna nel paese, dove uccide,
per vendicare lamico Sergio, Giacomo Manara, per poi costituirsi al Podest. Lo Sforza, informato, scrive
una lettera per sollecitarne la condanna a morte, ma il Podest ha compreso i motivi dellomicidiovendetta, e risponde al cardinale che il comune povero e non ha i soldi per pagare gli impiegati e
tantomeno per organizzare l'esecuzione. Pertanto, suggerisce a Sua Eccellenza di trasformare la pena in
ergastolo. Il Cardinale accetta, e Spadone non viene giustiziato.
La Vandea di CastellArquato
Se tutti conoscono i moti controrivoluzionari vandeani, meno conosciuta l'insurrezione del 1805 nelle
vallate di CastellArquato contro gli occupanti francesi. Esasperati dal comportamento delle truppe francesi,
ostili alla repubblica, guidati da esponenti della nobilt e del clero, i valligiani si sollevarono. Un folto
gruppo dinsorti devast gli uffici del locale Pretorio, il 30 Dicembre, provocando la reazione del presidio
che assieme a nuovi reparti francesi disarm i ribelli, parecchi dei quali furono fucilati nel cortile della
Rocca. La rivolta fu repressa nel sangue.
Le Case Arse
La localit sembra sia raggiungibile partendo dal luogo in cui era ubicato il convento dei Riformati, oltre il
ponte sull'Arda. In tempi antichi sembra fosse presente un paese, a conferma di ci le continue di fondamenta
di case e di sepolcri con scheletri coperti di lastre di pietra.
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Nel giro al museo geologico, tra i vari reperti era presente questa statua. Incuriositi, abbiamo appreso che
quelle statue erano messe sui comignoli, con lo scopo, nei secoli passati, di allontanare gli spiriti maligni.
L'archivio scomparso
Un tempo larchivio della Collegiata era ricco, al pari di quello di altre chiese, di pergamene e codici inerenti
la storia e le vicende del borgo. Da varie fonti sembra che un canonico archivista, mosso da motivi
economici, trafugasse diverse pergamene per venderle a un libraio di Piacenza.
Lady Hawke
CastellArquato fu una delle locazioni scelte per girare il film Lady Hawke, un romantico film fantasy uscito
nel 1985. Il paese venne coinvolto nel progetto, una parte della popolazione assunta come comparse mentre
la cornice del borgo adibita a set a cielo aperto. Regia di Richard Donner, con la fotografia di Vittorio
Storaro. Fra i protagonisti ricordiamo Michelle Pfeiffer, nel ruolo di Isabeau d'Anjou.
La trama
In un borgo fortificato del Medio Evo francese, nell'immaginaria citt di Aquila, ha la sua corte un vescovosignore, di animo malvagi, capace stregonerie e oscuri incantesimi. Invaghitosi di Isabella dAngi (Isabeau),
fidanzata del capo delle guardie Etienne Navarre, invoca una maledizione sulla coppia dopo aver compreso
che non potr mai dividerla: di notte Etienne condannato a trasformarsi in lupo nero, mentre la donna lo
segue in delicate sembianze umane; di giorno Isabeau a trasformarsi in falco, mentre luomo riassume
sembianze umane. Solo per un istante, all'alba e al calar del sole, possono sfiorarsi nelle loro vere sembianze.
Il film mostra i tentativi dei due protagonisti di spezzare lincantesimo, fino a quando, grazie a una serie di
personaggi un po bizzarri, come lintraprendente Philippe il Topo (fuggito anch'egli dalle oscure prigioni del
vescovo) e il monaco Imperius (che aveva tradito i due allinizio) la situazione giunger ad un lieto fine.
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Itinerari Esterni
In futuro saranno oggetto di nuovi itinerari:
Vernasca
Posto a una decina di chilometri da CastellArquato in direzione Lugagnano, il paese conserva i resti della
romanica Pieve di S. Colombano (secolo XII), ovvero il campanile e l'abside, poste nella parte alta del paese.
Interessante la frazione di Vezzolacca.
Vigolo Marchese
Posto a sei chilometri circa da CastellArquato una delle sue frazioni pi importanti. Il sito interessante
per l'antica chiesa romanica (risalente, si pensa, intorno allanno mille) e per il battistero, antecedente,
oltre che per il panorama.
San Lorenzo
Sulle pendici delle ultime colline, prima della pianura, la chiesa di antica fondazione domina la piccola
frazione di San Lorenzo. In essa si conserva un dipinto del Cinquecento del pittore italo fiammingo
Dioniso Calvaert (Anversa 1540 Bologna 1619), raffigurante il martirio di San Lorenzo, arcidiacono a Roma
vittima della persecuzione dellimperatore Valeriano nel III secolo d.C. (mandato a morte e arso sulla
graticola).
Vigoleno
Di Vigoleno abbiamo gi creato un itinerario, disponibile nel nostro sito al seguente indirizzo:
http://www.piacenzaeprovincia.eu/sito/materiale/iivigolenohome.htm
Sacello di Cristo
Posto fuori ex porta Soprana, opera rifatta in epoca settecentesca, loriginale si pensa potesse risalire
addirittura a prima del 1414, data in cui Giovanni Scotti fu signore di CastellArquato. Si deduce dal fatto
che su un mattone delledificio reca lo stemma a banda obliqua degli Scotti.
Cappella di Pantegano
La Cappella di Pantegano o di Santa Maria Maddalena, a circa 3 Km da CastellArquato, posto in localit
Pallastrelli. La costruzione originale risale al secolo XI, in epoca recente stato rifatto. E un edificio di
modeste proporzioni, a pianta rettangolare, terminante con una piccola abside. Costruita con materiale
misto di pietra e laterizio.
Fonti Bibliografiche
Tutte le informazioni sono state prese dai seguenti libri e siti qua sotto elencati. Si consiglia lacquisto dei
libri per coloro desiderosi di approfondire le informazioni, descritte in questa guida in modo sintetico.
Siti
CastellArquato
http://www.comune.castellarquato.pc.it/
http://www.flickr.com/groups/naturalmente/discuss/72157603509808029/
http://www.castellarquato.com
http://www.borghitalia.it/
http://www.agriturismipiacentini.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
http://www.museogeologico.it/borgo.html
http://www.archiviodistatopiacenza.beniculturali.it/
http://www.zerodelta.net/speciali/guida-viaggio-piacenza-dintorni/castell-arquato-piacenza.php
Piacenziano
http://www.provincia.pc.it/cartografico/cartografia/img/elab_tem/Sintesi_piacenziano.PDF
http://www.geocities.com/RainForest/Andes/7161/geo/piacenziano/riorosello.html
http://www.ermesambiente.it/wcm/parchi/parchi/riserva_naturale_geologica_piacenziano.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Piacenziano
Calanchi
http://www.scuolesogliano.it/mediasogliano/ist_territorio/calanchi.htm
Leggenda Sergio e Laura
http://claudiorancati.blogspot.com
http://www.comune.castellarquato.pc.it/
Neogotico
http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_neogotica
Barbieri Giovanni Battista
http://www.parmaelasuastoria.it/ita/Barabacci-Barzizza.aspx?idMostra=38&idNode=226
Mostre Antico Palazzo Pretura
http://www.castellodisanpietro.it/mim/?cat=8
Ringrazio tutti coloro che ci hanno fornito le informazioni, lo IAT di CastellArquato e la guida che si messa
a nostra disposizione. Agli usufruitori di tale guida, chiediamo, in caso trovino incorrettezze o errori, di
segnalarcele, per poter rendere la guida il pi vicino alla realt. Non siamo onniscienti, ed probabile che ci
siamo dimenticati qualcosa o abbiamo commesso qualche sbaglio. Segnalateceli allindirizzo:
sito@piacenzaeprovincia.eu