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Quadrimestrale di archeologia subacquea e navale

Anno XVIII, n. 3 (54), Settembre - Dicembre 2012


Sped. in abb. post. 70% - Autorizz. Filiale di Bari

Pisa, San Rossore. La nave “D” durante lo scavo

La carta archeologica subacquea della Puglia in rete

Convegni: Tecnologie per l’archeologia subacquea


Relitti di Venezia

Le navi di Pisa: una questione ancora “pendente”

Mostre: L’Apoxyomenos di Croazia al Louvre


The Antikythera Shipwreck ad Atene
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SPECIALE

Le navi di Pisa
Una questione ancora “pendente”
L’
Italia non è un paese normale: ellenistica e romana rinvenute a Pisa, le cui la direzione scientifica dapprima di Stefano
questa è l’osservazione che sem- vicende per la loro rilevanza meritano d’es- Bruni e poi di Andrea Camilli, un ampio e
pre più spesso in patria e all’estero sere a distanza di tanti anni qui brevemente laborioso intervento di scavo stratigrafico.
sentiamo emettere da chi consideri le nostre ripercorse. La scelta di condurre le indagini in esten-
vicende politiche, sociali, economiche e –
sione per un’area di 3500 m2 sui 10000 m2
per quello che più qui ci riguarda - culturali. La scoperta
Giudizio che, però, suona alle nostre orec- complessivi e l’immediato affiorare, ad una
chie quasi assolutorio ed ingiustificata- L’area della scoperta è quella del com- quota tra - 5,50 e - 9 m, dei primi relitti e
mente benevolo di fronte a decenni di mal- plesso ferroviario della stazione di Pisa-San dei numerosi reperti relativi ai carichi na-
versazioni, di corruzione ad ogni livello, di Rossore, avvenuta nel tardo autunno del vali ha “obbligato” ad abbandonare l’origi-
superficialità, d’impreparazione tecnica e 1998, nel corso dei lavori di ampliamento nario progetto urbanistico, ricollocato nei
gestionale della nostra classe politica ed dello scalo da parte di Rete Ferroviaria Ita- pressi dell’esistente Stazione Centrale.
amministrativa, di generalizzata accondi- lia SpA funzionale alla
scendenza ed ignoranza collettiva. Scon- costruzione del centro di
forta infatti rilevare come, pur nell’avvi- controllo dell’Alta Velo-
cendarsi di governi di segno diverso, nulla cità. In quest’area, di-
sia mutato nella sostanza, in un “gattopar- stante poche centinaia di
dismo” dilagante che ha paralizzato il paese metri dal Campo dei
bloccando sul nascere qualsiasi ipotesi di Miracoli e dalla celeber-
cambiamento o di concreta inversione di rima Torre, si estendeva
tendenza. il porto urbano di Pisa
La mala gestione dei beni culturali, a ben antica tra la fine del V
vedere, rappresenta uno degli indicatori più secolo a.C. ed il V se-
significativi del basso livello raggiunto dal- colo dell’era volgare. Il
l’Italia tra le cosiddette democrazie evolute. rinvenimento, del tutto
Il degrado inarrestabile del nostro multi- fortuito e di grande im-
forme patrimonio, l’esiguità delle risorse ad patto mediatico (che ha
esso destinate (appena lo 0,2 % della spesa fatto enfaticamente gri-
pubblica), l’evidente anoressia dei ruoli tec- dare alla “Pompei del
nici del Ministero dei Beni e delle Attività mare”), ha permesso di
Culturali, la conseguente incapacità di tute- aprire un inedito capi-
lare i beni archeologici e storico-artistici tolo sulla storia marit-
presenti su tutto il territorio nazionale, scon- tima, economica e
volto da speculazioni edilizie, da dissennate sociale della città to-
pianificazioni urbanistiche ed infrastruttu- scana e potenzialmente
rali, dai sempre più aggressivi e pervasivi di accrescere le cono-
interessi delle organizzazioni mafiose. scenze relative alla tec-
In questo quadro sconfortante, che contra- nica navale antica.
sta smaccatamente con la retorica ufficiale Nonostante le pressioni
del Bel Paese, immeritevole depositario di che spingevano a com-
parte così consistente del patrimonio cultu- piere un rapido inter-
rale mondiale, s’inserisce anche – come più vento di semplice sterro
volte segnalato in queste pagine – la triste dell’area con il recupero
sorte dei beni archeologici sommersi e dei reperti più interes-
delle importanti testimonianze navali del- santi, si è invece oppor-
l’antichità. Proprio tra queste ultime un tunamente avviata da
ruolo quanto mai emblematico (e non pro- parte della Soprinten-
priamente positivo, come vedremo) ven- denza ai Beni Archeolo-
gono a rappresentare le navi d’epoca gici della Toscana, sotto Materiali archeologici pertinenti alla nave ellenistica.
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A sinistra: Palizzata lignea di contenimento


della darsena antica.
Al centro: Relitto C in fase di ricopertura con guscio di vetroresina.
A destra: Planimetria dello scavo (2002).

Lo scavo dell’articolato sistema portuale marittimo-


fluviale della città, sviluppatosi anche sui
L’indagine di scavo si è svolta in un am- contigui bacini costieri, al pari di quanto
biente di particolare difficoltà, interessato sappiamo ad esempio per Ostia repubbli-
da strati sedimentari di notevole spessore e cana o per la città di Minturnae. Del resto,
dall’esistenza di una copiosa falda idro- l’importanza di Pisa e del suo porto va ri-
geologica. Ad ovviare quest’ultima inva- connessa anche al ruolo di punto privile-
siva presenza, tutta l’area era stata giato per lo sbarco delle merci d’oltremare
perimetrata con un grande cassero di pa- destinate alla Toscana interna e di scalo at-
lancole larsen, all’interno delle quali l’ac- trezzato per l’esportazione dell’ampia
qua presente veniva svuotata dall’azione gamma di merci e prodotti di cui era ricca
continua di pompe meccaniche (well- la regione, tra cui si segnalano il legname
points), cosa che ha permesso lo svolgi- per l’edilizia e la cantieristica navale, il prevedono costruzioni di modelli in scala e
mento dello scavo e della documentazione grano considerato di prima qualità, l’ap- di ricostruzioni in ambiente 3D, databile
in ogni sua fase, secondo i criteri stratigra- prezzata produzione vinicola e di ceramica sulla labile base delle ceramiche rinvenute
fici dettati dalla moderna scienza archeolo- fine da mensa. nei pressi al II secolo a.C.
gica. Alla prima età imperiale sono state invece
Tra i risultati topografici più rilevanti assegnate quattro distinte imbarcazioni
I relitti coinvolte in uno stesso naufragio, causato
spicca la scoperta dell’antico porto fluviale
urbano di Pisa, subito a valle della città, in Già nelle prime fasi di scavo, giunti ad una forse da una disastrosa ondata di piena. La
prossimità della confluenza dell’antico certa profondità, è affiorata una impressio- nave “B”, una oneraria di dimensioni con-
fiume Auser con l’Arno, in un tratto ab- nante serie di relitti sovrapposti adagiati su siderevoli, è stata rinvenuta adagiata su un
bandonato a seguito delle rettifiche artifi- banchi limosi e sabbiosi, che hanno resti- fianco con ancora parte del suo carico di
ciali apportate al suo corso terminale nella tuito materiali compresi tra la fine dell’età anfore Dressel 6 e Lamboglia 2, contenenti
piana costiera di San Rossore già nel XIV ellenistica e l’età tardo-antica. Inizialmente però non vino (come di consueto), ma riu-
sec. Qui, tra l’altro, sono stati infatti portati sono apparsi resti lignei di scafi e frammenti tilizzate per trasportare varie qualità di
alla luce ventotto tronchi di leccio, quercia, di fasciame, che si è ritenuto di associare frutta secca, olive ed anche sabbia di pro-
frassino e olmo con la punta scortecciata in- con parte della grande quantità di materiali venienza campana. Il rinvenimento nelle
fissi in fila verticalmente nel terreno, da ri- fittili (soprattutto anfore greco-italiche, vicinanze di ossa umane e dello scheletro
ferire forse ad una porzione di palizzata per Dressel 1 e puniche, ceramica a vernice di un cane ha fatto suggestivamente rite-
il contenimento della darsena portuale nera, ecc…) presente nei pressi, che diffi- nere che si trattasse del marinaio e del suo
d’epoca arcaica, oltre ad una struttura di cilmente però per la disomogeneità tipolo- fedele compagno di viaggio.
grosse pietre calcaree interpretata come gica e la differenziazione cronologica Anche la nave “E” si trovava coricata su di
parte della banchina repubblicana. Si è al- possono essere ricondotti ad accertabili ed un fianco, con il suo carico rappresentato
tresì anche potuto chiarire meglio il per- unitari carichi marittimi, quanto verosimil- da anfore Dressel 2-4 e da dolia contenenti
corso antico dell’alveo snodantesi verso il mente a butti di materiali fuori uso, come di in origine vino. Oltre ad un frammento di
mare con numerose anse sinuose le quali, frequente si riscontra nei contesti portuali. nave, contraddistinto dalla lettera “P”, il re-
rallentando il flusso della corrente, favori- Il più antico dei 19 relitti dichiarati dal di- litto più significativo di questo gruppo è
rono fin da epoca remota l’approdo di im- rettore del cantiere (ma in realtà come ve- quello della nave “C”, lunga oltre 12 metri
barcazioni e poi lo sviluppo della portualità dremo si hanno informazioni per soli 12) e in eccezionale stato di conservazione, rin-
in età romana, come testimoniato tra gli risulta, al momento, essere un relitto disas- venuta ancora con una cima d’ormeggio
altri da Strabone, Plinio il Vecchio e Ruti- semblato e disperso in un’area molto vasta, fissata ad un bitta. Si tratta di una imbarca-
lio Namaziano. In realtà il porto della Pisa dai cui frammenti Marco Bonino ha propo- zione a remi, come testimoniano i sei ban-
romana, in considerazione dell’avanza- sto una suggestiva ricostruzione di un’im- chi predisposti ad accogliere i vogatori,
mento dell’attuale linea di costa di quasi sei barcazione costruita secondo la concezione fornita di pronunciata prua a tagliamare,
chilometri rispetto all’età antica (ove ora a guscio e con tecnica a mortase e tenoni, perfettamente conservata con il suo rivesti-
sorge la basilica altomedievale di San Piero basata però solo su disegni a tavolino, ossia mento in metallo, per la quale è stata ipo-
a Grado), si configurava come un elemento senza seguire le moderne metodologie che tizzata una funzione militare.
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difficilissima ge- po hanno espresso seri dubbi. A questo si


stione delle attività, aggiunga la perdurante stasi nelle indagini
a causa soprattutto di scavo e il progressivo prosciugamento
del rinvenimento di dei fondi destinati a questo intervento, che
una quantità ecce- ha fatto anche di recente alzare un accora-
zionale di materiali to grido d’allarme da parte del Comitato
archeologici, in degli Amici dei Musei d’Italia, affinché a
gran parte organici sua integrale tutela l’UNESCO dichiari
e quindi fortemente Patrimonio dell’Umanità il sito archeolo-
deperibili. L’as- gico di San Rossore.
senza inoltre di ar- Pur volendo riconoscere la buona volontà
cheologi navali degli archeologi e dei restauratori impe-
nell’équipe di ri- gnati, alla prova dei fatti dobbiamo dunque
cerca, unitamente rilevare la risposta ondivaga delle istitu-
all’inesperienza da zioni pubbliche, la mancanza di una strate-
parte della dire- gia complessiva convincente e
Pisa, San Rossore. Relitto D, area del cantiere perimetrata con un cassero
zione scientifica l’inadeguatezza delle soluzioni proposte,
di palancole (1999). nell’affrontare un l’esiguità delle risorse rese disponibili. A
grosso scavo con distanza di quindici anni, infatti, lo scavo
resti navali e quindi non è stato completato, manca ancora (no-
In età adrianea, nei primi decenni del II sec. grandi quantità di legno imbibito e alle spe- nostante una messe di articoli divulgativi e
d.C., ancora una rovinosa piena fluviale cificità rappresentate da resti di antiche im- non, di mostre, di seminari e l’immancabile
avrebbe coinvolto almeno altre quattro im- barcazioni, ha fatto sì che lo scavo fosse istituzione di varie commissioni ministe-
barcazioni, causandone il naufragio. Di condotto sostanzialmente come un comune riali) una pubblicazione scientifica com-
queste la nave “A” è un’oneraria di grandi intervento archeologico di terraferma, pleta ed ineccepibile che dia conto di tutte
dimensioni la cui integrità è stata sfortuna- senza la piena consapevolezza dovuta ad un le fasi dell’intervento di scavo fin qui rea-
tamente compromessa dalla messa in opera contesto assai particolare, a cui evidente- lizzato e delle navi recuperate, solo di al-
del palancolato metallico di contenimento mente per limiti oggettivi di formazione gli cuni relitti è stato ultimato il restauro,
dell’area di cantiere. Il relitto “H” è invece archeologi (preistorici o classici che siano) mentre s’attende la piena musealizzazione
relativo ad un barchino a fondo piatto di cui non sono normalmente avvezzi. degli scafi e degli importanti reperti nel-
sono rimasti magri resti oggetto di una tesi Questo grave errore di valutazione inizia- l’ambito degli Arsenali Medicei, destinati
di laurea a firma di Chiara Rossi. Interes- le, mai compensato nel proseguimento del- lodevolmente ad ospitare il Museo delle
sante è anche l’individuazione di due altri le indagini, ha dunque comportato il si- Navi Antiche di Pisa.
relitti (“G”, “B”) a carattere commerciale, multaneo scavo di tutti i relitti individuati Una risposta in tal senso sembra però ora
rinvenuti sovrapposti l’uno all’altro. La e la necessità del recupero integrale degli essere giunta, se effettivamente dopo due
nave “F”, una sorta di piroga, dallo scafo scafi lignei (pena la loro distruzione) e del- anni e mezzo di blocco dei lavori, con il
ben conservato, è stata recuperata e trasfe- la moltitudine di materiali ceramici e non cantiere delle antiche navi romane in se-
rita per il restauro in Germania, nei labora- rinvenuti, imponendo d’affrontare conte- miabbandono e spesso invaso dall’acqua,
tori attrezzati del Museum für Antike stualmente gli enormi problemi di conser- finalmente l’indetta gara d’appalto per un
Schiffahrt di Mainz, dove è stato realizzato vazione e trattamento dei legni bagnati milione e mezzo di euro permetterà di tor-
anche un modello in scala 1:10. provenienti dal sito e dai relitti, ad una sca- nare a scavare e di procedere al restauro
È invece da assegnare ad epoca tardo-an- la mai tentata prima né in Italia, né al- delle navi e delle imbarcazioni già indivi-
tica alto medievale (VI-VII sec. d.C.) il re- l’estero con questa ampiezza e relativa dif- duate ma ancora non recuperate (sono le
litto della nave “D”, il cui scafo si ficoltà logistica e operativa. navi denominate “A”, “I” e “D”).
contraddistingue per il fasciame apparente- Da qui traggono ori-
mente privo di connessioni a mortase e te- gine, ci sembra, an-
noni. Rinvenuto in posizione capovolta che i ritardi nell’in-
conserva (evento assai raro) gran parte del tervento conservati-
ponte dell’imbarcazione con il boccaporto vo sui relitti (affidato
d’accesso alla stiva. Al di sotto di questa prima all’Istituto
nave sono stati poi individuati altri due re- Centrale del Restau-
litti affondati qui in epoca precedente. ro e poi al Centro di
Restauro del Legno
Le attuali criticità Bagnato), la disomo-
geneità e l’incomple-
In considerazione dello straordinario nu- tezza dei risultati
mero di relitti navali individuati, forte- raggiunti, con l’ado-
mente opinabile e da sottoporre a doverosa zione di tecniche
critica appare la decisione presa di eseguire sperimentali non te-
lo scavo unitariamente per tutta l’esten- state (come quella “a
sione dell’area e non più razionalmente per guscio chiuso” pro-
settori circoscritti cosa che, se ha permesso mossa dall’ICR), sul-
di avere una panoramica ampia del giaci- la cui efficacia diver-
mento, ha viceversa presentato problemi di si specialisti da tem- Pisa. Gli Arsenali Medicei.
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Dobbiamo comunque infine constatare, con


qualche amarezza, come anche nel caso
delle navi di Pisa il nostro paese non abbia
saputo cogliere a pieno le straordinarie po-
tenzialità offerte da questa eccezionale sco-
perta per dare il giusto impulso alla ricerca
archeologica subacquea e al settore dell’ar-
cheologia navale, offrendo alla ribalta in-
ternazionale un esempio tangibile delle
capacità scientifiche e tecniche dei tanti
specialisti che in questi ultimi decenni sono
stati formati – pur tra mille difficoltà - dalle
nostre università. Né si abbia ancora chiaro
come proprio dalla concreta consapevo-
lezza, dalla valorizzazione e dalla corretta
gestione del nostro straordinario patrimo-
nio culturale, storico e ambientale, possa
giungere una delle risposte più convincenti
alla crisi economica, sociale ed etica che
non inevitabilmente ci opprime.
Operazioni di scavo e rilievo.
F.P.A.
È ovviamente di grande interesse anche la torno di visibilità ed economico-turistico

UNA GRANDE OPPORTUNITÀ MANCATA


possibilità di ricostruire la storia di un pic- per il loro paese, e di fronte al susseguirsi
colo porticciolo fluviale di età antica che delle scoperte di altri relitti, gli archeologi
sembra aver subito, a più riprese, devastanti turchi, in stretta collaborazione tra museo
A distanza di quindici anni dalla scoperta piene, causa dell’affondamento repentino archeologico di Istanbul (corrispondente
delle navi di Pisa e di quasi altrettanti dal- degli scafi e quindi della loro conserva- alla nostra soprintendenza locale) e Uni-
l’uscita dei primi articoli di critica sulla zione, e sono sicuramente di grande impor- versità di Istanbul, hanno pensato bene di
conduzione degli scavi di San Rossore fir- tanza anche i numerosissimi oggetti farsi insegnare dagli americani la metodo-
mati anche dallo scrivente (vd. Repubblica appartenenti alle navi o sparsi sul fondale logia e le tecniche di documentazione per
4 dicembre 2000; Il Gazzettino, 5 dicembre riferibili sia al carico sia all’attrezzatura na- poi applicarle ad oltre trenta relitti su cui
2000, ma altro è uscito nel 2002 anche in vale sia a suppellettili personali che pos- hanno lavorato solo archeologi e studenti
sedi scientifiche, tra cui “Anche in Italia fi- sono permettere di conoscere l’aspetto turchi. È nata così dal nulla, o meglio dal-
nalmente (ri)nasce l’archeologia navale?”, della vita portuale e della vita di bordo. l’esperienza dell’ateneo statunitense, una
vd. L’archeologo subacqueo 23, 2002, pp. Prima della scoperta, del 2004, delle navi scuola di scavo e documentazione di relitti
15-18) e commenti poco teneri sono stati del porto bizantino di Yenikapi, ad Istanbul, antichi in condizioni di interramento che,
le direzioni che si sono susseguite alla sul piano metodologico, ha trascurato ben
espressi anche da Patrice Pomey e da Giu-
guida del cantiere si vantavano, probabil- poco. Sono state infatti seguite le metodo-
lia Boetto nello stesso periodo), è avvilente
mente a buon diritto, che quello di Pisa era logie di prassi nel settore archeologico na-
dover ammettere che poco è cambiato nelle
il più grande e più importante scavo ar- vale nella consapevolezza che scavare e
strategie di gestione del cantiere e che molti
cheologico navale del mondo; ora certo non documentare un relitto di una nave richiede
degli errori denunciati a suo tempo sono una preparazione assolutamente speciali-
possono più farlo, Pisa infatti ha perso que-
difficilmente riparabili. Non conosciamo stica, come peraltro spiegano molto bene
sto primato sia per la quantità di relitti sco-
nel dettaglio le cifre, di denaro pubblico, perti in Turchia, ossia 36! (reali e non Patrice Pomey e Éric Rieth nel loro ma-
spese per questo cantiere, che comunque frammentari) contro una dozzina (o i 19 di- nuale L’Archéologie navale del 2005, ma
sembra che complessivamente ammontino chiarati dalla direzione) sia per le dimen- anche, ben prima dello scavo pisano..., J.
a ben 20 milioni di euro..., per cui ci aste- sioni del sito, di circa 3000 m2 a Pisa e Richard Steffy nel suo Wooden Ship buil-
niamo per il momento da esprimere un giu- 58000 m2 (per quasi il doppio di profon- ding and the Interpretation of Shipwrecks.
dizio sul bilancio costi-benefici, mentre dità) ad Istanbul... e per la qualità della con- Ad Istanbul, si è quindi proceduto con
conosciamo molto bene l’importanza scien- duzione delle ricerche. un’organizzazione di cantiere, sul piano lo-
tifica di gran parte del patrimonio navale Ma dove sta la differenza nella conduzione gistico, encomiabile, proteggendo ogni re-
rinvenuto nel sito. dei due cantieri? Sta nel fatto che gli ar- litto con tendoni ed irrorandoli
Alcune delle imbarcazioni scoperte sono di cheologi turchi, consapevoli della loro costantemente. Ogni elemento ligneo è
estremo interesse per la varietà tipologica ignoranza in materia navale e della delica- stato campionato per le analisi e quindi lo
e l’appartenenza a tipi navali adatti ad tezza ed importanza della scoperta, ebbero scafo è stato oggetto di una precisa docu-
acque interne di cui si sa molto poco. Ov- l’intelligenza e la modestia di affidare le mentazione per mezzo della semplice, ma
viamente alcuni scafi, quale il “C”, lasciano prime navi rinvenute ad un’equipe della efficacissima, stazione totale, che ha per-
addirittura a bocca aperta per la qualità del Texas A&M University, diretta da Cemal messo di ricavare delle piante e delle se-
livello conservativo che “non lascia nulla Pulak, che da anni, come noto, svolgeva at- zioni disponibili quasi in tempo reale.
all’immaginazione...” o, sarebbe meglio tività di ricerca archeologico-navale a Bo- Ogni relitto, dopo essere stato tenuto espo-
dire, visto che stiamo parlando di navi, alla drum. Una volta compresa l’importanza sto il tempo necessario per eseguire tutta la
ricostruzione. scientifica del sito e la possibilità di un ri- documentazione di rito (comunque poche
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l’area del porto wrecks) are still not fully documented nor
bizantino e dei analysed from a nautical point of view».
resti navali e c’è Come detto, le navi di Yenikapi sono in
da credere, dato corso di trattamento conservativo per
che il cantiere è mezzo del “semplice” PEG mentre le navi
stato sgombrato di Pisa sono state sottoposte a varie speri-
dalle navi già da mentazioni. La prima, inventata da Costan-
un anno, che i la- tino Meucci dell’ICR, ha previsto la
vori arriveranno chiusura dei relitti all’interno di gusci di ve-
a conclusione troresina; di questa tecnica in tempi non so-
molto veloce- spetti in molti abbiamo denunciato la totale
mente. inefficacia (cfr. “Archeologia navale mi-
Va fatto presente liardaria”, a firma di Giulia Boetto e Piero
che Yenikapi non Alfredo Gianfrotta vd. L’archeologo su-
è un tranquillo bacqueo 15, 1999, pp. 2-3 e il nostro già ci-
campo di fru- tato Anche in Italia finalmente (ri)nasce
Resti della banchina antica con elementi lignei. mento in mezzo l’archeologia navale?), di cui aveva già
alla campagna fatto le spese l’ormai dimenticato scafo ro-
ma un quartiere mano di Valle Ponti di Comacchio e l’in-
settimane) è stato smontato in maniera da popolatissimo nel pieno centro di Istanbul compatibilità con il fondamentale lavoro di
ridurre drasticamente i costi del recupero, dove gli scavi erano finalizzati a costruire documentazione dei disegnatori e di analisi
da permettere un restauro più efficace la principale stazione della metro e l’im- degli archeologi dato che gli scafi vengono
(come noto i pezzi singoli sono gli unici boccatura del nuovo tunnel sottomarino che sottratti alla vista già nel corso dello scavo
che possono essere consolidati efficace- permetterà di collegare la parte europea con e comunque rimangono chiusi nel “sarco-
mente mentre gli scafi assemblati presen- la parte asiatica della città. Le pressioni po- fago”, e quindi invisibili, fino alla sua ria-
tano grossi problemi di restauro) e da litiche e il danno economico per il progetto pertura. Eppure, malgrado questo, si è
garantire la possibilità della necessaria do- del tunnel che sono derivate da questa sco- voluto comunque operare sui relitti con
cumentazione analitica in laboratorio pre- perta quindi sono ben immaginabili e certo questa tecnica che ora, oltre al problema
ventiva al restauro. Quest’ultima è stata superiori a quelle causate dalla scoperta di della mancanza di adeguati rilievi, potrebbe
condotta prima con il sistema manuale, San Rossore dove infatti, alla fine, il pro- presentare spiacevoli sorprese quali il pro-
adottato in Italia quasi esclusivamente dallo getto di costruzione di edifici delle FS è babile deterioramento del legno nel corso
scrivente e da Dario Gaddi (per la nave ro- stato dirottato altrove. di tanti anni di stoccaggio.
mana di Grado e per molti altri piccoli re- Gli studi sulle navi bizantine hanno visto A Pisa, passati attraverso altre tecniche per
litti), ma ben noto all’estero – poi con il una prima immediata uscita di un volume il consolidamento del legno, quali l’uso
sistema del braccio misuratore 3D Faro preliminare, ma già ricco di informazioni e della colofonia, si è ora arrivati alla speri-
Arm, una sorta di pantografo interfacciato di rilievi precisi degli scafi, nel 2008 e mentazione di un sistema di impregnazione
con un PC che permette di rilevare con pre- quindi una serie di articoli su riviste spe- per mezzo della kauramina una resina ter-
cisione millimetrica un oggetto in tre di- cializzate a firma sia degli scavatori sia di moindurente a base di melammina e for-
mensioni, come oramai si fa in tutto il specialistici del calibro di Patrice Pomey e maldeide. L’ultima gara d’appalto del
mondo e come applicato in Italia sempre Yaacov Kahanov che, attraverso il mate- cantiere, da 1,5 milioni di euro, ha previsto
dallo scrivente e su sapiente richiesta della riale disponibile, hanno potuto già com- infatti uno stretto protocollo che richiedeva
Soprintendenza per i Beni Archeologici del mentare alcuni aspetti tecnici degli scafi, l’uso esclusivo di questa tecnica impiegata
Veneto. cosa che sulle navi di Pisa, a distanza di in precedenza, e comunque con delle va-
Nel cantiere di Pisa invece non è stata se- quindici anni dai primi rilevamenti, è prati- rianti, solo al Museo della Navi Romane di
guita la stessa metodica né tantomeno la camente impossibile fare. Delle navi di Pisa Mainz. Questa tecnica di restauro, già in
stessa tempistica, si è andati avanti a strappi infatti si sa pochissimo perché rarissimi e corso di utilizzo a Pisa su alcuni relitti, non
per anni e anni, lasciando le navi in situ piuttosto superficiali sono stati gli studi è reversibile, il legno viene praticamente
parzialmente scavate con ovvie conse- fatti fino ad ora, pe-
guenze conservative. Non si è ritenuto ne- raltro di rado presen-
cessario, malgrado le molte critiche tati nei consessi
piovute, in questo senso, coinvolgere ar- internazionali per
cheologi navali sul campo e non si è proce- specialisti in costru-
duto con l’allestimento di un laboratorio di zione navale antica e
documentazione del legno post scavo, da assenti nella lettera-
eseguirsi di regola comunque prima del re- tura specialistica.
stauro anche per scongiurare eventuali al- Riassumono bene la
terazioni in fase di trattamento. situazione le parole
Ad Istanbul, durante lo scavo, è stato av- scritte da Patrice
viato un laboratorio di restauro per conso- Pomey nel 2009 negli
lidare i legni con la tradizionale, ma ancora atti dell‘11th ISBSA a
valida, tecnica del PEG. Un progetto pre- proposito dei relitti
vede infine la creazione di un parco ar- «... ten years after the
cheologico e di un museo dedicati excavation, unfortu-
rispettivamente alla valorizzazione del- nately, they (the Resti della banchina antica.
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plastificato e perde la sua naturale consi- biente archeologico navale internazionale


stenza, inoltre, come dichiarato su un re- quali il semplice PEG.
cente articolo di denuncia anche dal Questo avvilente scenario spinge a ribadire PER LEGGERE ANCORA
restauratore Giovanni Gallo, sbianca e e concludere che questo scavo è stata una
perde il suo colore tanto che è necessario grande occasione persa per l’archeologia AA.VV., The Ancient Ships of Pisa. A Eu-
usare un mordente per dare ai legni un co- italiana, che la scarsezza di dati disponibili ropean Laboratory for Research and
Preservation, Pisa 2002.
lore simile al naturale. Infine il trattamento sulle navi, a distanza di quindici anni, è evi-
presenta un potenziale grado di tossicità, dente e che i dubbi sulla qualità della do- Beltrame, C., 2002, An historical analysis
of the research in Nautical archaeology
forse cancerogeno, per gli operatori, a cumentazione prodotta e le tecniche di in Italy, in Tzalas, H. (a cura di), Tropis
causa della presenza di formaldeide. restauro impiegate difficilmente potrà es- VII, 7th International Symposium on
Non sappiano se l’irreversibilità, lo sbian- sere smentita. Ship Construction in Antiquity, Pylos
camento e la tossicità siano condizioni ac- Più in generale, ci sembra che la gestione 1999, Atene, pp. 963-980.
cettabili per un restauratore italiano ma del cantiere di Pisa non faccia che rispec- Beltrame, C., 2012, Archeologia marit-
certamente non lo sono per un archeologo chiare molti dei problemi che affliggono il tima del Mediterraneo. Navi, merci e
navale e ci chiediamo se era veramente op- nostro paese quali la mancanza di collabo- porti dall’antichità all’età moderna,
portuno sperimentare nuove tecniche su un razione tra istituzioni (l’annosa, e molto at- Roma.
patrimonio così unico invece di seguire si- tuale, questione delle tensioni tra Bizzicari, M., 2013, Come ti sistemo un
stemi affidabili, e probabilmente anche Università che “cercano” di fare archeolo- nostro patrimonio culturale. Storie di
meno costosi, adottati in quasi tutto l’am- gia e Soprintendenze...), l’assenza di con- relitti e di trattamenti in http://libre-
riainternazionaleilmare.blogspot.it/2013
fronto con l’estero e la mancanza di /01/come-ti-sistemo-un-nostro-patrimo-
programmazione. La collaborazione offerta nio.html
da alcuni specialisti di atenei italiani, il con- S. Bruni (a cura di), Il porto urbano di
fronto con le prassi seguite all’estero, spe- Pisa Antica, Milano 2003.
cialmente in nord Europa e una seria A. Camilli, E. Setari (a cura di), Le navi
progettazione – altro grande neo del si- antiche di Pisa. Guida archeologica,
stema italiano che vive costantemente alla Milano 2005.
giornata e in emergenza, non solo per man- A. Camilli (a cura di), Pisa. Un viaggio
canza di denaro... – avrebbero probabil- nel mare dell’antichità, (Catalogo mo-
mente scongiurato il rischio di trovarsi, a stra Roma, S. Michele a Ripa, 2006),
quindici anni dalla scoperta, a sollevare le Milano 2006.
avvilenti considerazioni qui espresse. http://www.cantierenavipisa.it
Pisa, la nave “B”. Ossa umane e scheletro di
un cane. C.B.

Un relitto carico di macine NOVITÀ EDIPUGLIA


a Filicudi LA PUGLIA NEL MONDO ROMANO
STORIA DI UNA PERIFERIA

I
DALLE GUERRE SANNITICHE
ALLA GUERRA SOCIALE
l 9 luglio
2013 è sta- di Francesco Grelle e Marina Silvestrini
to ritrovato
all’interno del Guardare al centro dalla periferia: la
porto di Fili- storia locale come percorso privile-
cudi un relitto: giato per rileggere la storia dell’Italia
fra i 42 e i 53 romana. Per la Puglia un approccio ai
m sono stati
temi della storia romana attraverso
individuate 13
macine di età un’ottica territoriale risponde ad una
romana, del ti- indicazione delle fonti, nelle quali
po a meta e l’identità regionale apulo-calabra si
catillo. Il ritro- presenta essa stessa come un prodotto
vamento è stato effettuato dal subacqueo Antonello Bere- e insieme un fattore di quella storia.
nati, che lo ha segnalato alla Soprintendenza del Mare.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/notizie/c f.to 17x24 - pp. 298 - ill. b/n - ril. - Bari 2013
ronaca/2013/9-luglio-2013/porto-filicudi-scoperta-nave- € 45,00
romana-42-metri-profondita-2222067383366.shtml
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