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Inquadramento
ambientale e storico
Analisi
Morfobiometria
semi/frutti/annessi fiorali
9 km
10
km 28
km
Montegibbio
PIANTE UTILI
ALCUNE EVIDENZE SIGNIFICATIVE
II sec. a.C. -
Area Ex Cinema Capitol - MO SITO 3 archeologiche domus
IV sec. d.C.
I sec. a.C. - santuario e livelli di
Cittanova - MO SITO 4 archeologiche
II sec. d.C. frequentazione
Baggiovara (MO) - II a.C. -
SITO 5 archeologiche fossa di scarico e tombe
Podere Fossa Buracchione VI sec. d.C.
Poggio di Montegibbio - II sec. a.C. -
SITO 6 archeologiche insediamento
Sassuolo (MO) VI sec. d.C.
VIALE AMENDOLA
area periurbana
16,9% (6)
3,4% (2)
Potamogeton pusillus
3,241 mm
Callitriche sp.
1,181 mm
Zannichellia palustris subsp. polycarpa
3,361 mm
Piante di ambienti acquatici/umidi Piante ruderali/infestanti Piante con frutti eduli Piante di altri ambienti altre piante
FASE DI OCCUPAZIONE E FREQUENTAZIONE
Relativo aumento della frequentazione antropica, documentata dalla presenza di noce, vite e ruderali;
continua presenza di piante di ambiente umido accompagnate da piante di margine e di prato umido.
La mancanza di commensali/infestanti indicano che l’area non era utilizzata dal punto di vista agricolo.
Sambucus nigra
3.185 mm
Vitis vinifera
5,987 mm Prunella vulgaris
Ajuga genevensis 1,583 mm
1,485 mm
5,6% (14)
6,8% (16)
Cyperus longus
1,4% (11) 1,100 mm
38,3% (45)
47,7% (30)
Chenopodium album
1,103 mm
Nasturtium officinalis
1,061 mm
Silene flos-cuculi
1,157 mm
Atriplex sp.
1,454 mm Carex pilulifera
2,773 mm
Piante di ambienti acquatici/umidi Piante ruderali/infestanti Piante con frutti eduli Piante di altri ambienti altre piante
La presenza di certe tipologie di piante di ambiente umido
(Zannichellia palustris, Chara sp., Nitella sp., Myriophyllum)
da indicazioni sul tipo d’acqua:
Chara
Nitella
oogonio calcificato -
oogonio calcificato -
0,96 mm
0,85 mm
da risorgiva o fontanile fortemente calcarea
ricca di carbonati e bicarbonati in soluzione
non eutrofica, ma oligotrofica o leggermente mesotrofica
Analisi Xilologiche
Conferma dell’ontano come
entità principale,
seguono pioppo, quercie
caducifoglie, farnia, e in
tracce, olmo e frassino
PALAZZO VACCARI
Ranunculus sceleratus
achenio - 1, 03 mm Eleocharis palustris/uniglumis
achenio - 1,42 mm
2406; 32%
32; 0%
48; 1%
INFORMAZIONI SULLA VITA URBANA
1359; 18%
3614; 49% pre Domus:
DURANTE LA DOMUS area ampiamente frequentata con colture in atto (fruttiferi, orti),
piante utili ruderali s.l. entità di ambienti umidi piante diqualche
altri ambienti ornamentale,
alia fra cui platano (introduzione etrusca) e mirto
(inserimento romano); ambienti umidi di modesta entità
fasi DOMUS
fasi Domus:
153; 26% attenuarsi delle aree umide; utilizzo altre ornamentali, come cipresso
2; 0%
post Domus:
11; 2%
calo piante alimentari e ornamentali; ampliarsi degli ambienti umidi
49; 8%
368; 64%
260; 38% 2; 0%
1; 0%
105; 15%
316; 47%
Myrtus communis
Pianta nativa del sud Europa e del Vicino Est,
vegeta allo stato spontaneo in Italia lungo le coste peninsulari,
nelle isole e in Liguria
i primi documenti
archeocarpologici in Regione
L’associazione simbolica ha la sua probabile origine nella infiorescenza che resta integra
conservando intatti i calici e le robuste brattee dei singoli fiori.
Così anche quando la pianta stessa, un erbacea annuale, sta per completare il ciclo vitale, l’infiorescenza
permane immutata assumendo un colore marrone - rossiccio che la rende assai vistosa.
Anche pensando a una sua maggiore presenza appenninica in periodo tardo-antico, i
reperti di abete rosso di Baggiovara sono da collegarsi non a piante presenti Picea excelsa
(L - 17,5 mm)
naturalmente in posto, a quota planiziale, ma più probabilmente a rami raccolti
altrove e appositamente portati sul sito o a piante presenti in loco perché
coltivate a scopo ornamentale/rituale, come cita Plinio.
-segnalare la raccolta sullo spontaneo dei frutti come aggiunta occasionale alla dieta umana
dato il sapore dolce degli endocarpi delle piccole drupe
EX CASSA DI RISPARMIO
canale bonificato
Gli strati interessanti dal punto di vista archeobotanico sono quelli relativi
alla I fase (UUSS 29 - 30 - 31)
Periodo Repubblicano
Buona parte dei reperti appartiene
a piante coltivate/utilizzate come alimento
Cucumis melo
frutta da coltura Vitis vinifera
come meloni (Cucumis melo ), loto (Dyospiros lotus), fichi (Ficus carica),
noci (Juglans regia), gelso nero (Morus nigra), pinoli (Pinus pinea),
ciliegie (Prunus avium), susine (Prunus cerasifera), mandorle (Prunus dulcis),
pesche (Prunus persica), vite (Vitis vinifera subsp. Vinifera)
Ficus carica
Pinus pinea -
Juglans regia Prunus persica pinolo Diospyros lotus
frutta da raccolta sullo spontaneo o incerta coltura
Lathyrus sativus
Vicia faba
Ortive s.l. tra cui:
ortaggi veri e propri con bietole (Beta
vulgaris), carote selvatiche (Daucus carota),
zucche da vino (Lagenaria siceraria),
porcellana (Portulaca oleracea)
Daucus carota
Beta vulgaris
Cladium mariscus
Ajuga reptans
Valerianella dentata
IL CANALE
canale con acque piuttosto basse, probabilmente alimentato da un fontanazzo,
con acque tendenzialmente oligotrofiche e piuttosto ferme.
AREE MARGINALI
formazioni prative
improntate a una certa
umidità ma anche prati più
aridi
numerose nitrofile,
dei macereti e ruderi
infestanti/commensali
alcune frequenti nei coltivi a
cereali, altre presenti in orti e
vigne
TERRITORIO CIRCOSTANTE
variate colture, “frutteti”, vigneti, orti, colture da fibra e da coloranti,
qualche “giardino” e, sullo sfondo, campi di cereali.
Prunus
persica
(Rosaceae)
La Cina è il luogo dove è più diversificato il pool genetico della specie: gli ecotipi
colturali sono oltre 800, il germoplama è conservato in tre siti: Beijing (N China),
Zhengzhou (C China), and Nanjing (E China).
La coltura del pesco, datata al 2000 a.C., si diffonde nei paesi asiatici, presumibilmente
fino in Persia, della quale durante l’età classica si riteneva fosse originaria.
Giunse in Grecia forse al seguito di una spedizione di Alessandro Magno (IV sec.
a.C.), che era arrivato sino alle soglie della Cina.
Alessandro giunse ai confini
dell'odierno Turkestan cinese,
dove fondò nel 329 a.C. Alessandria
Eschate, o "Ultima" (oggi Chodjend,
nella regione del Xinjiang).
Foglio miniato –
Iran XVIII sec.
I Romani favorirono la
diffusione del pesco in
Europa e nel Nord Africa.
Nonostante non fosse un
prodotto “della romanità”
...... cercarono comunque di
trovarsi un merito.
Renania – XV sec.
Ma in Italia dove, quando e come arrivò il pesco ?
I primi reperti sono stati rinvenuti a Modena (centro storico), in un canale
bonificato, datati al 15-40 AD
Questa è la datazione certa più antica per l’Italia, più antica rispetto ai reperti
dell’Italia centro-meridionale (SADORI et al., 2009). Quest’ultima area poteva
rappresentare quella più probabile per l’arrivo di tale specie esotica, nativa della Cina
occidentale.
introdotto via terra attraverso i Balcani nel nord Italia, e poi verso sud attraverso la Via Aemilia
- l’introduzione della pesca, che si propagava allora per seme, deve essere
antedatata alla tarda età repubblicana (I sec. a.C.) o al massimo ai primi
anni del I sec. d.C.;
nel Canale sono presenti oltre agli endocarpi, numerosi pedicelli, che, di grossa
taglia e facilmente asportabili, fanno pensare al consumo di pesche raccolte
in loco e non “conservate”.
il numero di endocarpi del sito del Canale (118) è da solo superiore al numero
globale (81) di quelli rinvenuti in tutto il nord-est dell’Europa (Inghilterra
compresa) in Periodo Romano e, pur con qualche dubbio di coltura locale,
giudicati per lo più di importazione (LIVARDA, 2011).
Analisi morfobiometriche sugli endocarpi di Pesco
Spessore (s)
stadi abbastanza iniziali di messa a coltura
che ancora non hanno dato luogo a selezioni locali di landraces
arrivo di un'unica forma colturale brevità dell’intervallo trascorso tra l’arrivo del pesco “esotico”
nell’area emiliano-romagnola a Mutina e le prime raccolte da colture locali delle pesche
il pesco ha trovato
nell’area di Modena
terreno favorevole per
prosperare.
Il pesco continua a viaggiare ………
Francia: 1503-08
Il pesco “romano” può rappresentare
una delle tradizioni colturali, e
culturali, più vecchie per l’Emilia
Romagna, che, attraverso la continuità
dei numerosi reperti medievali/
rinascimentali (SADORI et al., 2009;
BOSI et al., dati inediti), è oggi una delle
prime tre in Italia per la coltura e
produttività delle pesche
(FIDEGHELLI, 2008) ed ha ottenuto
l’Indicazione Geografica Protetta - IGP
(DELLA CASA, 2008).
Francia: 1503-08
FRUTTA COLTIVATA
Olea europaea
specie stenomediterranea presente oggi
sporadicamente sulle colline modenesi
come pianta coltivata
13,1 mm
le forme coltivate (O. europaea var. europaea) da quelle spontanee (O. europea var. sylvestris)
Misure
Numero reperti altezza (L), Media delle dimensioni (mm),
Taxa Tipo di reperto
misurati larghezza (l), minimo e massimo (mm)
spessore (s)
L 8,6 (6,0 - 13,4)
l 5,9 (4,0 - 8,0)
Olea europaea L. endocarpo 183 s 5,5 ( 4,0 - 7,0)
frutta locale, proveniente da olivi coltivati nelle aree collinari intorno alla città
frutta importata per la consumazione
“olivae novi fracte” - olive giovani
raccolte prima del cambio di colorazione
e leggermente schiacciate e salate
Zucca da vino Lagenaria siceraria
Molina Standley
Lagenaria siceraria
“… odiano l’inverno e amano i terreni ben seme - 14,53 mm; 14,08 mm; 14,48 mm
irrigati e concimati…
Plinio (NH, Liber XIX, 69).
COLTIVATA?
E’ la zucca nota ai Romani
e utilizzata prima della
scoperta del Nuovo Mondo.
XV sec. Francia
Ambedue hanno diversificato
un’infinita forma di frutti, da quello
a fiasco a quello assai allungato
(es. “cocuzzi”, consumato in Italia
Meridionale)
1 1,82
2 2,04 x
3 1,91
7,12 mm semi di colore giallo mai scuro 4 2,05 x
14,48 mm
5 2,1 X
“auricole” basali evidenti 6 1,92
7 1,91
coppia di linee prominenti
8 2,06 x
10 2,15 x
11 1,85
13 2,03 x
(L. siceraria susp. asiatica)
14 2,12 x
(TEPPNER, 2004; ERICKSON et al., 2005;
15 1,66
SCHLUMBAUM & VANDORPE, 2010) 16 2,04 x
17 2,07 x
Semi perfettamente formati
18 2,01 x
20 2,04 x
scartati da un frutto giunto a maturazione
da: Janick et al., 2007
La pianta “globetrotter”
2) Cina e Giappone:
9000/8000 BP - domesticata
da 12.000-13000 BP
1) Messico:
10000 -9000 BP
224 giorni
La zucca è partita
dall’Asia orientale:
galleggiando ha seguito la
corrente fredda del Nord
Pacifico, verso le coste
dell’America, più o meno
all’altezza del parallelo
40° N, corrispondente ai
siti dei più antichi reperti
americani.
La pianta mistica
“Nella circonferenza
di una zucca si può
trovare l’intero
universo”
Il mistero di
Diospyros lotus
Originario del Medio Oriente e dell’Asia
Centrale, da fonti botanico-storiche, risulta
introdotto e coltivato in Italia
solo a partire dal XVI secolo d.C.
L’ideale per l’allevamento dei maiali sono i boschi che si vestono di quercia, di sughero, di
faggio, di cerri, di elci, di oleastri, di terebinti, di noccioli e di tutti gli alberi da frutto
selvatici, come sono il biancospino, il carrubo, il ginepro, il loto, la vite, il corniolo, il
corbezzolo, il prugno selvatico, il marrobbio e il pero selvatico.
Sono possibili due spiegazioni del suo ritrovamento
in un contesto archeologico
1,5 cm
Calici persistenti delle bacche
rinvenuti nella canaletta romana di Modena
Linum usitatissimum
(Linaceae)
Attribuire i reperti a presenze casuali prodotte dalla vegetazione naturale prossima al Canale contrasta
con l’attuale ecologia nell’area del lino selvatico che vegeta in zone aride
i reperti della vegetazione naturale circostante il Canale indicano principalmente ambienti e prati umidi
Ipotesi:
1) L. bienne coltivato a scopo di fibra
Reseda luteola
seme - 0,95 mm
COLTIVAZIONE
per utilizzo tintorio, attività praticata a Mutina
Editto di Diocleziano
(301 d.C.):