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vol.

I PPE.Atti IX

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

L’alba dell’Etruria
Fenomeni di continuità e trasformazione
nei secoli XII-VIII a.C.
Ricerche e scavi

Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzione

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA


sulle vicende e sulle trasformazioni avvenute in Etruria tra i secoli XII e VIII a.C.,

ATTI DEL NONO INCONTRO DI STUDI


un’epoca cruciale in cui si forma quella che nei secoli successivi sarà la Civiltà etrusca
ormai completamente sviluppata.
Lo scopo del convegno è stato quello di indagare queste trasformazioni, i processi
che le sottendono, e la spiegazione delle loro cause, sia dal punto di vista del territorio,
sia da quello dello sviluppo sociale, culturale, ideologico.
I dati archeologici ora a nostra disposizione, frutto di scavi e studi recenti permettono
di rivisitare gli eventi di questo lungo periodo e di ricostruirli e leggerli in modo critico.
Si sono prese in esame le continuità e le trasformazioni che avvengono nel tempo
in situazioni particolarmente indicative: quali l’uso del territorio; gli insediamenti,
le singole strutture abitative o di servizio, la programmazione degli spazi interni;
la formazione di villaggi rurali e artigianali; i luoghi del culto, la concezione del sacro
e l’ideologia funeraria; gli oggetti del quotidiano; l’organizzazione sociale
e i corrispondenti indicatori; la concezione del potere e i simboli di status; la mentalità.
Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari
confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché con
problematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all’Etruria, è stato anche
possibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche.
La seconda sezione ha raccolto gli interventi relativi agli studi e alle scoperte
pre e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni.

ATTI DEL NONO INCONTRO DI STUDI

CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIA


le edizioni del CSP
Centro Studi di Preistoria e Archeologia Milano
Atti del Nono Incontro di Studi
Valentano (Vt) – Pitigliano (Gr), 12-14 Settembre 2008

L’alba dell’Etruria
Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.
Ricerche e scavi

a cura di Nuccia Negroni Catacchio


In copertina
L’alba dell’Etruria, disegno di Ercole Negroni

Questo volume è stato stampato con il contributo


dell’Università degli Studi di Milano

È vietata la riproduzione anche parziale a uso interno o didattico,


con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia non autorizzata.

ISBN 978-88-639-9038-6
© 2010 by Centro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus
via Fiori Chiari 8, 20121 Milano
www.preistoria.it
Preistoria e Protostoria in Etruria

Nono Incontro di Studi


Valentano (Vt) – Pitigliano (Gr), 12-14 Settembre 2008
Direzione scientifica
Nuccia Negroni Catacchio
Coordinamento scientifico
Massimo Cardosa, Laura Guidetti, Enrico Pellegrini
Segreteria
Chiara Fizzotti, Maria Teresa Peragine, Centro Studi di Preistoria
e Archeologia
Enti Promotori
Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze dell’Antichità,
Sezione di Archeologia
Centro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus, Milano
Comune di Pitigliano (Gr) – Museo Civico Archeologico
della Civiltà Etrusca
Comune di Valentano (Vt) – Museo della Preistoria della Tuscia
e della Rocca Farnese
Enti di patrocinio
Ministero per i Beni e le Attività Culturali:
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Regione Toscana – Assessorato alla Cultura
Regione Lazio – Assessorato alla Cultura
Provincia di Grosseto – Assessorato alla Cultura
Provincia di Viterbo – Assessorato alla Cultura
Contributi di
Centro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus, Milano
Fondazione Carivit, Viterbo
Provincia di Viterbo – Assessorato alla Cultura
Comune di Pitigliano
Comune di Valentano
Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano
Presidenze
Filippo Delpino, CNR. Istituto di Studi sulle Civiltà Italiche
e del Mediterraneo Antico
Maurizio Harari, Università degli Studi di Pavia
Fulvia Lo Schiavo, Soprintendente per i Beni Archeologici della Toscana,
Firenze
Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia
Romagna, Bologna
Anna Maria Moretti Sgubini, Soprintendente per i Beni Archeologici
dell’Etruria Meridionale, Roma
Enrico Pellegrini, Musei Civici di Pitigliano
Anna Maria Sestieri, Presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria
e Protostoria
Atti del Nono Incontro di Studi
Coordinamento, redazione e impaginazione
Laura Guidetti
Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

Nuccia Negroni Catacchio* I più che trentennali scavi condotti dall’Università degli Studi di
Matilde Kori Gaiaschi** Milano nell’insediamento del Bronzo Finale di Sorgenti della Nova
(Farnese, Vt) hanno portato in luce un centro costituito da diversi ti-
pi di abitazioni, tra i quali quello a pianta ellittica appare di partico-
lare interesse per i confronti che è possibile effettuare1.
L’esigenza di meglio comprendere tali strutture ci ha spinto ad af-
frontare lo studio di questa tipologia abitativa2, inquadrandola nel-
l’ambito più ampio dell’Etruria tra l’età del bronzo e la prima età del
ferro. Il tipo è comunque il più diffuso dall’Eneolitico al Primo Fer-
ro soprattutto nell’Italia centro meridionale; in questa sede ci si limi-
ta a confrontare le abitazioni di Sorgenti della Nova con quelle rin-
venute nell’Etruria tra la fine dell’età del bronzo e il Primo Ferro3. In
alcuni casi, quando particolarmente significativi, vengono effettuati
confronti con il territorio Falisco e il Latium vetus.

Le abitazioni a pianta ellittica di Sorgenti della Nova


Finora a Sorgenti della Nova sono state rinvenute sei abitazioni di
questo tipo (fig. 1), simili nella struttura, ma in parte differenti per mi-
sure e particolari costruttivi, distribuite nei settori III e IX sul versane
settentrionale e Vc in quello meridionale. In generale queste abitazio-
ni si dispongono sui fianchi terrazzati artificialmente della rupe: alle
loro spalle si aprono grotte artificiali, destinate ad abitazioni e a luo-
ghi di culto e numerosi piccoli ambienti semi-ipogei, con funzione di
strutture di servizio, in molti casi adibiti a luogo di cottura. Sono an-
che presenti forni a cupola in cotto, sempre per la cottura di cibi.
Molte abitazioni a pianta ellittica sono andate probabilmente di-
strutte a causa dei lavori di cava, che hanno in più casi tagliato i pia-
nori antistanti le grotte; quelle conservate, lo sono solo parzialmente,
in quanto la parte verso valle prospiciente il pendio è generalmente
crollata, lasciando quindi solo la metà a monte delle abitazioni.

* Università degli Studi di Milano, Cen- qui presentato è frutto di un lavoro co-
tro Studi di Preistoria e Archeologia, mune degli autori. In particolare Nuccia
Milano. Negroni ha curato l’impostazione genera-
** Centro Studi di Preistoria e Archeo- le e l’indirizzo della ricerca, mentre è ope-
logia, Milano. ra di Matilde Gaiaschi la ricerca e l’elabo-
1 La bibliografia su Sorgenti della Nova razione dei dati. Molto importante per
è troppo complessa per essere riportata comprendere questo tipo di abitazioni è il
in questa sede. Per i caratteri generali si confronto con le urne a capanna (Barto-
vedano Sorgenti Nova 1981, 1995, Guida loni et alii 1987) e in particolare lo studio
Nova 2007 e nei lavori citati più avanti. analitico dei loro elementi costitutivi ef-
2 Questa ricerca fa parte di uno studio più fettuato da Alessandra Massari e Barbara
ampio sulle abitazioni a pianta ellittica Setti (Massari 1996; Massari, Setti 2000).
rinvenute in Italia dal Bronzo Antico al 3
Con la fase orientalizzante e arcaica, l’a-
Primo Ferro, oggetto della tesi di laurea bitazione rettangolare allungata sostitui-
di Matilde Gaiaschi, discussa presso l’U- sce quella ovale. Il fenomeno è partico-
niversità degli Studi di Milano. Il testo larmente visibile a Sovana (Sovana 2009).

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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

1. Abitazioni a pianta ellittica di


Sorgenti della Nova: Abitazioni 1
e 2 del settore III (rielaborato
da Dolfini 2002), Abitazione 3
del settore Vc (rielaborato da
Sorgenti Nova 1995), Abitazioni
4, 5 e 6 del settore IX.
2. Pianta dell’Abitazione 1
del settore III (rielaborato §da
Dolfini 2002).
3. Pianta dell’Abitazione 2
del settore III (rielaborato
da Dolfini 2002).

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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

Infine la lettura è resa ancora più complicata dai successivi rifaci-


menti di queste strutture, le cui tracce sulla roccia di base non sem-
pre sono stratigraficamente e cronologicamente distinguibili.
Sulla base dei dati di scavo, si è cercato negli anni passati e anche
attualmente, di ricostruire graficamente le piante e gli alzati in uno o
più momenti della loro vita. Naturalmente come spesso accade, si
tratta di ipotesi e non di certezze (Sorgenti Nova 1995, Dolfini 2002).
Si dà qui di seguito una breve descrizione delle abitazioni rinve-
nute a Sorgenti della Nova in cui si illustrano gli elementi tipologici
più significativi per i quali è possibile istituire confronti con le altre
abitazioni simili del Bronzo Finale e del Primo Ferro in Etruria.

Abitazione 1
L’abitazione 1, (fig. 2)4 è posta nel settore III; è stata rinvenuta in
pessimo stato di conservazione, tanto che ne restano le tracce di fon-
dazione conservate solo nella parte occidentale a monte, mentre ver-
so valle e a est risulta completamente erosa. Non è possibile stabilire
se fosse in origine a una o più navate, mentre, sulla base dei confron-
ti con le altre abitazioni, probabilmente era suddivisa all’interno in al-
meno tre ambienti.
Sulla base della porzione restante è possibile ipotizzare che la
struttura, orientata in senso NE-SW, presentasse in origine una lun-
ghezza di circa 9,8 m, una larghezza di 5 m e un’area di 42 mq. Il pe-
rimetro era indicato da una canaletta, conservatasi per una lunghez-
za totale di 9 m. È possibile anche supporre la presenza di un ingres-
so posto a SW, sul lato corto, che. sulla base dei confronti, doveva es-
sere di tipo semplice e chiuso da un pannello mobile.
Internamente era presente una canaletta trasversale, conservatasi
per un tratto di 1,5 m che probabilmente in origine era più lunga e
divideva la struttura in due ambienti, uno più piccolo a ovest e uno
più grande a est5. Questa tagliava perpendicolarmente un’altra cana-
letta, lunga circa 5,4 m, distante circa 0,4-0,9 m da quella perimetra-
le, con cui si congiungeva nei pressi dell’ingresso. Lo spazio compre-
so tra le due canalette perimetrali formava un terzo ambiente, che po-
teva essere destinato a ospitare giacigli per la notte, oppure una sor-
ta di banchina adibita a sostenere oggetti.

Abitazione 2
L’Abitazione 2 (fig. 3), posta nel settore III, si è conservata solo
nella parte a monte, mentre verso valle risulta completamente erosa.
È stato possibile tuttavia identificare quattro buchi di palo portanti,
4 Per le abitazioni 1 e 2 si veda Dolfini desse l’area verso est, creando un am-
2002 e in generale le opere sopra citate. biente “buio” in analogia con le altre
5 È anche probabile che una parete, di abitazioni (Negroni Catacchio-Domani-
cui sono ora scomparse le tracce, chiu- co 2001).

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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

che con ogni probabilità in origine si disponevano su due file com-


poste da tre buchi ciascuna, suddividendo quindi lo spazio interno in
tre navate. Sulla base dei dati rimasti e della ricostruzione, si può an-
che ipotizzare che in origine fosse suddivisa in tre ambienti, uno cen-
trale, più grande, comprendente l’ingresso, uno verso l’abside poste-
riore6 e uno perimetrale alla parete lunga verso monte7, probabil-
mente destinato alla zona notte, per la presenza di buchi di palo che
potevano sostenere l’impalcatura di letti in legno8.
La struttura, orientata in senso NE-SW, aveva in origine una pian-
ta lunga 11 m, larga circa 8 m per una superficie complessiva di 70 mq.
Il perimetro era indicato da una canaletta conservatasi per 13 m e da
una serie di cinque buchi di palo posti lungo una linea curva che for-
mava il lato corto occidentale, probabilmente in corrispondenza del-
l’ingresso. La canaletta perimetrale esterna ne tagliava un’altra più anti-
ca, terminante in un’appendice semicircolare che occupava uno spazio
di circa 1 × 1,1 m contenente due buchi di palo9. La struttura per i suoi
rapporti stratigrafici con le canalette perimetrali dell’abitazione, la for-
ma circolare e le piccole dimensioni, appare di difficile interpretazione.
L’ingresso, con molta probabilità posto a SW, sul lato corto, era di
tipo semplice e chiuso da un pannello mobile.
All’interno della abitazione una canaletta trasversale conservatasi
per 3 m circa divideva la struttura in due ambienti: uno più grande a
sud-ovest e uno più piccolo a nord-est.
A circa 1 m dalla canaletta perimetrale, ne era presente una seconda
lunga 11,5 m, che si congiungeva a questa presso la parete di fondo. Nel-
la sua parte centrale si sdoppiava in due canalette10, entrambe tagliate da
quattro buchi di palo. Una terza canaletta correva quasi parallela alle
prime due perimetrali, ed era tagliata da un buco di palo al centro.
Tra le la seconda e la terza canaletta erano presenti sette buchi di
palo, di cui uno riferibile a un palo portante, e una canaletta trasver-
sale, con un grande buco al centro di forma ovoidale.
La canaletta più interna potrebbe riferirsi invece a una struttura
precedente o a una parete divisoria interna, ma non è possibile ora
chiarirne la funzione.
È stato individuato un piano pavimentale compatto, costituito da ter-
reno a matrice sabbiosa di colore bruno-giallastro, con minuscoli fram-
menti di tufo e pomice, ricco di materiale ceramico; era di spessore esi-
guo e posto a diretto contatto del piano di roccia in modo da livellarlo.

6 In realtà si nota la presenza di due am- 8 In questo e in altri casi in alternativa si


bienti di misure diverse, certamente rela- potrebbe pensare non a letti, ma a ripia-
tivi a una ristrutturazione dell’abitazione. ni per appoggiarvi oggetti.
7 A causa del pessimo stato di conserva- 9 In questa sede non è stata presa in con-

zione, non è possibile sapere se fosse siderazione in quanto sicuramente pre-


presente anche un ambiente lungo la cedente.
parete a valle. 10 Frutto di un probabile rifacimento.

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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

4. Pianta dell’Abitazione 3 Nell’insieme le tracce inducono a ipotizzare uno o più rifacimenti,


del settore Vc (rielaborato che ora non è possibile individuare con chiarezza. Una ipotesi di rico-
da Sorgenti Nova 1995). struzione della pianta e dell’alzato, riferita al momento di vita più com-
prensibile, è stata pubblicata in Sorgenti Nova 1995 e in Dolfini 2002.

Abitazione 3
Rinvenuta nel settore Vc (fig. 4), si è conservata, come le altre, so-
lo nella parte a monte; era presumibilmente a due navate e suddivisa
in almeno tre ambienti. La struttura era orientata in senso NW-SE;
sulla base della ricostruzione della pianta le misure appaiono le se-
guenti: lunghezza di 15,4 m, larghezza di 6,8 m e area di 90,8 mq.
Il perimetro era delineato da una canaletta conservatasi per 12,6
m, al suo interno sono stati individuati numerosi piccoli buchi che
probabilmente ospitavano i pali che reggevano la parete esterna. Ver-
so ovest la canaletta era sostituita da sei buchi di palo, che sorregge-
vano il lato corto absidato.
Sono stati rinvenuti anche due buchi di pali portanti posti lungo
la linea mediana e relativi a una probabile fila collocata al centro. A
causa del pessimo stato di conservazione, è difficile risalire al un nu-
mero esatto. L’ingresso era posto nell’area SW sul lato corto absida-
to e leggermente spostato verso valle rispetto alla linea mediana del-
la abitazione; era di tipo semplice chiuso presumibilmente da un pan-
nello mobile.

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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

Internamente la struttura appariva divisa da una canaletta trasver-


sale e da alcuni buchi di palo in due ambienti principali, uno più pic-
colo a sud-ovest probabilmente pertinente all’ingresso e uno più
grande a NE.
Sempre all’interno era presente un tratto di canaletta lungo 6,6 m
con andamento quasi parallelo a quella perimetrale. Le due strutture
erano “collegate” da quattro canalette trasversali, che costituivano la
base di divisori. La medesima funzione doveva essere assolta da una
serie di buchi di palo allineati, che definivano in tal modo alcuni pic-
coli ambienti, forse destinati al riposo notturno.
All’esterno della struttura davanti all’ingresso sono stati indivi-
duati alcuni buchi di palo; a nord del lato lungo sono numerosissimi
altri piccoli buchi di palo, tutti forse con funzione di rinforzo o di
strutture accessorie esterne. Alche per l’ipotesi di ricostruzione di
questa abitazione si può vedere in Sorgenti Nova 1995.

Abitazione 4
L’abitazione 4 è stata rinvenuta nel settore IX (fig. 5) conservata
solo parzialmente nell’area a monte: infatti la zona verso valle è stata
tagliata da un’abitazione successiva (Ab. 6), posta a un livello infe-
riore, mentre su parte del perimetro a monte si è sovrapposta la ca-
naletta perimetrale di una terza abitazione (Ab. 5), in parte cancel-
landolo e in parte riutilizzandolo11.
Questa era presumibilmente a tre navate e suddivisa in tre ambienti.
La struttura, orientata in senso NE-SW si sviluppava per una lun-
ghezza di 17,4 m, una larghezza di circa 9 m per un’area di 134 mq.
Il perimetro della struttura era indicato da una canaletta conser-
vatasi per una lunghezza di 12,6 m; cinque buchi di palo proseguiva-
no l’andamento della canaletta nel punto in cui questa si interrompe-
va, forse per permettere l’apertura di un ingresso laterale. Altri buchi
si sostituivano alla canaletta in prossimità delle pareti trasversali che
dividevano la struttura in più ambienti, probabilmente con funzione
di rinforzo in un punto nevralgico del suo sistema statico.
Sono stati individuati inoltre quattro buchi di palo, probabilmen-
te inerenti al sistema portante del tetto, ipoteticamente composto da
due file di tre buchi di palo.
L’ingresso non si è conservato, ma con molta probabilità si apriva sul
lato corto a SW ed era di tipo semplice chiuso da un pannello mobile.
Lungo la canaletta perimetrale all’interno della struttura erano posi-
zionati sei buchi di palo, forse relativi a un rinforzo interno della parete.
11Le abitazioni 4, 5 e 6 sono sostanzial-
mente inedite e la loro ricostruzione in
pianta e in alzato è attualmente allo stu-
dio. Per una prima descrizione si veda
in Guida Nova 2007.

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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

5. Pianta dell’Abitazione 4
del settore IX.

La struttura internamente appariva divisa in tre ambienti da due


canalette trasversali, che isolavano l’abside di ingresso e quella poste-
riore, creando due piccoli ambienti a semicerchio sui lati minori e un
grande spazio centrale di forma sub-rettangolare.

Abitazione 5
L’Abitazione 5 del settore IX (fig. 6) si è conservata solo in parte,
infatti, come la precedente, alla quale si sovrappone, la zona verso val-
le è stata tagliata dall’abitazione 6, posta a un livello inferiore. Era pre-
sumibilmente a tre navate e probabilmente a cinque ambienti12.
La struttura è orientata in senso NE-SW; la ricostruzione della
pianta ha permesso di ipotizzare le seguenti notevoli dimensioni ori-
ginarie: lunghezza circa 22 m, larghezza 11,5 m, area 208 mq. Il peri-
metro era evidenziato da una canaletta che sul fondo della costruzio-
ne era tagliata da un buco di palo cui corrispondeva all’esterno un se-
condo buco. Inoltre era tagliata anche da altri due buchi di palo in
corrispondenza di due canalette trasversali che dovevano sostenere al-
trettante pareti divisorie. La parete absidata verso l’ingresso era com-
posta da una serie di cinque buchi di palo. La canaletta perimetrale e
quella trasversale di fondo erano interessate da un riempimento in cui

12Una canaletta poco profonda e poco biente stretto e lungo destinato a una
leggibile che segue l’andamento di banchina per l’appoggio e la conserva-
quella perimetrale a monte potrebbe zione di oggetti e contenitori o di giaci-
indicare, come in precedenza, un am- gli per la notte.
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

6. Pianta dell’Abitazione 5
del settore IX.

risultavano tagliati alcuni buchi di palo. Il riempimento, con funzione


di sostegno delle pareti, era composto di terra di matrice sabbiosa di
colore marrone chiaro con un’alta concentrazione di blocchetti di tufo
di dimensioni variabili (0,02-0,2 m). In alcuni punti i blocchi più gran-
di si trovavano sul fondo, come ad esempio all’interno della canaletta
trasversale, in altri costituivano l’intero riempimento.
Si sono conservati quattro buchi riferibili al sistema portante del tet-
to, che doveva disporsi su due file di quattro pali ognuna, e dividere lo
spazio interno in tre navate. L’ingresso era collocato sul lato corto a SW
ed era probabilmente di tipo semplice chiuso da un pannello mobile. La
struttura era articolata al suo interno in tre ambienti principali di cui due
più piccoli a semicerchio, presso le absidi, e uno più grande centrale,
sub-rettangolare. Nell’ambiente di fondo si collocava un ulteriore pic-
colo ambiente composto da una canaletta curvilinea terminante in un
buco di palo, che forse faceva parte del sistema di chiusura. Anche nel
locale centrale era presente un piccolo vano, aperto su un lato, di forma
quadrangolare individuato da due canalette unite ad angolo retto .
All’interno era presente un forno a cupola in cotto, collocato su al-
cuni strati preparatori e appoggiato alla parete lunga a monte13, che

13 All’esterno, quasi in corrispondenza simili, ma è ancora incerta la loro rela-


di questo, sono presenti altri due forni zione cronologica.
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

7. Pianta dell’Abitazione 6
del settore IX.

sulla base dei frammenti di incannicciato rinvenuti, doveva essere in-


tonacata, anche per difenderla dall’eccessivo calore del forno.

Abitazione 6
L’abitazione 614, sita nel settore IX (fig. 7) è stata costruita investendo
e parzialmente distruggendo l’abitazione 5 e quanto restava della abita-
zione 4; come tutte le altre si è conservata solo nella parte a monte; era
presumibilmente a tre navate e suddivisa in tre ambienti maggiori.
Orientata in senso NE-SW, era lunga 17,3, larga 8,8 e con un’area di
133 mq. Il perimetro era indicato da una canaletta lunga 18 m, ta-
gliata nei pressi della parete trasversale di fondo da un buco di palo,
cui se ne affiancavano altri due, interpretabili come sostegno di pali
per un sistema di rinforzi in un punto vulnerabile della struttura. Ver-
so l’ingresso il perimetro era indicato da alcuni buchi di palo.
La differenza sostanziale tra questa struttura e le due precedenti è
costituita dalle pareti lunghe che si sviluppavano con un andamento
maggiormente rettilineo.

14 L’abitazione è sostanzialmente inedi-


ta, una prima descrizione si può leggere
in Guida Nova 2007.

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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

Sono stati individuati quattro buchi che dovevano far parte di due
fila di quattro pali portanti.
L’ingresso si apriva a SW sul lato corto ed era probabilmente di ti-
po semplice chiuso da un pannello mobile.
L’interno della struttura era diviso da due canalette trasversali, in
due ambienti più piccoli presso le absidi e in uno più grande al centro.
Nell’ambiente di fondo è stato identificato un piccolo vano sub-
circolare, definito da una serie di buchi di palo. Anche nell’ambiente
centrale era collocato un vano accessorio quadrangolare, definito da
una canaletta posta a squadra.
Lungo la parete lunga a monte era collocato su focolare, alla cui ba-
se è stato rinvenuto un piano di concotto di forma rettangolare, que-
sto a sua volta era sistemato su uno strato preparatorio a matrice sab-
biosa. Un piccolo buco di palo poteva essere pertinente a una struttu-
ra accessoria dell’area di cottura. Alcuni buchi di palo collocati all’in-
terno della canaletta perimetrale sono stati individuati grazie alle trac-
ce lasciate nel riempimento, formato da terreno sabbioso bruno scuro
molto ricco di pietre di medie e grosse dimensioni, a volte fortemente
connesse tra di loro, povero di elementi di origine antropica.
Su tutta l’area dell’abitazione è stato individuato un piano pavimen-
tale costituito da un sottile livello di pomice sbriciolata e compattata.
All’esterno della parete lunga a monte è stato rinvenuto una sorta
di canale che la costeggiava e si approfondiva man mano che si diri-
geva verso valle, dove si interrompeva bruscamente, senza sfociare
sul pendio. Questa struttura, che non scarica l’acqua a valle, sembra
da interpretare piuttosto come un bacino di raccolta delle acque più
che come sistema di drenaggio vero e proprio.

Le strutture di Sorgenti della Nova nel quadro della abitazioni


a pianta ellittica dell’Etruria meridionale tra Bronzo Finale
e Primo Ferro
Pur essendo molto simili tra loro, queste abitazioni differiscono in
alcuni particolari, che a loro volta le accomunano e le differenziano
dalle altre numerose abitazioni simili dell’Etruria meridionale alla fi-
ne della protostoria.
Per maggiore chiarezza i principali caratteri tipologici verranno in-
dicati in modo schematico:

Tipologie della piante


Le abitazioni di SdN sono a pianta ellittica, con l’asse maggiore pa-
rallelo al terrazzamento della rupe e al suo andamento generale: quin-
di sono tutte orientate NE SO. Rispetto alle altre, l’Ab. 6, che certa-
mente è stratigraficamente posteriore alla 4 e alla 5, in quanto le taglia
entrambe, presenta il lato lungo superstite quasi rettilineo, venendo
quindi ad assomigliare a una abitazione rettangolare biabsidata.

278
Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

8. Pianta dell’Abitazione I o D Nello stesso periodo e nella successiva età del ferro iniziale, ac-
del settore D di San Giovenale canto a quelle a pianta ellittica, sono presenti in Etruria, abitazioni
con fondazioni su canaletta su canaletta a pianta rettangolare, quadrangolare e rettangolare, che
e muretto a secco esterno a
essa. Presenza della banchina
in questa sede non vengono prese in considerazione15.
nella sua prima fase d’uso
(rielaborato da Bengt 1984). Tipologia delle fondazioni
9. Pianta dell’Abitazione 1, A SdN la totalità delle fondazioni è su canaletta perimetrale; in cor-
settore Ia, di Sovana-Cattedrale rispondenza dell’abside volta a SO, dove è collocato l’ingresso, la ca-
con fondazioni su buchi di palo naletta si interrompe per lasciare posto a una serie di buchi di palo,
(rielaborato da Sovana 2009). che delineano comunque il lato corto absidato. Nelle Ab.1 e 4, que-
sta caratteristica non sembra presente, ma occorre tener conto della
loro conservazione molto parziale.
In alcuni casi, buchi di palo erano inseriti nella canaletta perime-
trale o all’esterno di questa, con funzione di probabile rinforzo delle
pareti. Un altro esempio di questa tipologia di fondazione è costitui-
to dalle abitazioni di Tarquinia (Linington 1982).
In altri siti dell’Etruria meridionale, la canaletta perimetrale è ac-
compagnata da muretti di pietre a secco con funzione di sostegno del-
le pareti, come ad esempio nel caso di San Giovenale (Bengt 1984)
(fig. 8).
Le fondazioni possono essere costituite anche dai soli buchi di pa-
lo perimetrali, come avviene nelle abitazioni del BF di Sovana (Sova-
na 2009) (fig. 9) e ancora di San Giovenale (fig. 10) o da muretti pe-
rimetrali di pietre a secco, presenti ancora a San Giovenale (Hannel
1962), a Luni sul Mignone (Östenberg 1967) e al Torrionaccio (Cas-
sano, Manfredini 1978) (fig. 11).
Il muretto di pietre a secco può, a sua volta, poggiare direttamente
sul terreno di base, come nei casi sopra citati, oppure essere contenu-
to in una trincea di fondazione, come a Narce (Potter 1976) (fig. 12).
A San Giovenale, si ha anche il caso di una fondazione a tecnica mista
con muretto di pietre a secco e canaletta scavata nella roccia con parte del-
la struttura costruita su un terrazzamento (Pohl 1977) (figg. 13-14).

15 Questo intervento ha lo scopo di con le altre del territorio. In altra sede si


comprendere meglio le abitazioni a studierà la tipologia generale di tutte le
pianta ellittica di SdN confrontandole abitazioni su canaletta.

279
Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

Un ulteriore tipo di fondazione presenta una base parzialmente in- 10. Pianta dell’Abitazione V o B
cassata, come a Campassini nei pressi di Monteriggioni (Monteriggio- del settore D di San Giovenale
ni-Campassini 2004) e ancora una tecnica mista con base parzialmen- con fondazioni su buchi di palo
(rielaborato da Hanell 1964).
te scavata nella roccia su un lato e muretto di pietre a secco sul lato op-
posto, riscontrata a Veio (Bartoloni 2006) (figg. 15-16). A Campassi- 11. Pianta dell’Abitazione Y
ni era presente un’altra combinazione; base leggermente incassata e di Torrionaccio con piano
pavimentale e fondazioni
buchi di palo16 (Monteriggioni-Campassini 2004) (fig. 17). su muretto a secco (rielaborato
Se nel Bronzo Finale, come nelle età precedenti, i diversi tipi co- da Cassano, Manfredini 1978).
struttivi risultano impiegati indifferentemente, nella prima età del
ferro invece si nota una predominanza delle abitazioni su canaletta.
Concludendo, la tipologia delle fondazioni si articola in due grup-
pi, che tra loro possono mescolarsi nei vari modi sopra descritti:
Base piana: il piano della abitazione è a livello del suolo e le strut-
ture di fondazioni possono essere costituite da:
- canalette
- buchi di sostegno dei pali
- muretti a secco sempre per sostenere i pali.
Base leggermente incassata17: il piano della abitazione è ribassato di
poco rispetto al suolo esterno; le strutture di fondazione sono anco-
ra costituire da buchi di palo e muretti a secco, all’interno della area
pavimentale. È possibile anche la presenza di canalette perimetrali,
sempre interne.

Le dimensioni
Le abitazioni di Sorgenti della Nova si differenziano tra loro per le
dimensioni. L’Ab. 1 supera di poco i 40 mq, la 2 raggiunge gli 80, la
3 i 90, le Ab. 4 e 6 superano abbondantemente i 100 mq, mentre la 5
raggiunge i 208 mq, queste ultime sono quelle di maggiori dimensio-
ni durante il BF nel territorio in esame (fig. 1).

16 Come nella capanna del Sett. Ve di invece le abitazioni a base molto incas-
Sorgenti della Nova, questa tuttavia a sata (per esempio la capanna 1 del Sett.
base quadrangolare. 1 di Sorgenti della Nova, che raggiun-
17 Si tratta di abitazioni contenute in ge una notevole profondità (Massari
una leggera depressione. Diverse sono 2003).

280
Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

12. Pianta dell’Abitazione 2


con piano pavimentale e
focolare di Narce con fondazioni
su muretto a secco contenuto
da una trincea di fondazione
(rielaborato da Potter 1976).
13. Pianta della Abitazione I
del settore E di San Giovenale
con piano pavimentale, in parte
con fondazioni su canaletta
e in parte su muretto a secco.
La struttura era metà sulla
roccia e metà su un
terrazzamento (rielaborato
da Pohl 1977).
14. Sezione della Abitazione I
del settore E di San Giovenale
in cui è ben visibile la parte
terrazzata (rielaborato da Pohl
1977).

15-16. Pianta e sezione della 17. Pianta della Capanna B


Struttura A di Isola Farnese con di Monteriggioni-Campassini
base incassata su un lato e nella prima fase di occupazione
fondazioni su muretto a secco con base poco incassata
sull’altro (rielaborato da e fondazioni su buchi di palo
Bartoloni 2006). (rielaborato da Monteriggioni-
Campassini 2004).

281
Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

In generale, a eccezione dei casi indicati di SdN, le strutture del 18. Grafico di confronto delle
Bronzo Finale restano in linea con quelle delle prime fasi dell’età del aree delle abitazioni a pianta
bronzo, con aree fino a 50 oppure fino a 100 mq18 (fig. 18). ellittica del Bronzo Finale. St:
Struttura; Ab: Abitazione; Cap:
Anche nel Primo Ferro le dimensioni restano comprese tra poco Capanna; C.L.: Casa-laboratorio.
meno di 50 e 100 mq e non fa eccezione la capanna più grande sul
Palatino Cermalo19. In questo periodo è invece eccezionale la struttu- 19. Grafico di confronto delle
aree delle abitazioni a pianta
ra individuata a Cerveteri, che superava i 500 mq (fig. 19) (Cerasuo- ellittica della prima età del ferro.
lo 2001). Ab: Abitazione; Cap: Capanna.

I sistemi di copertura
Di diverse tipologie erano anche i sistemi di copertura. A SdN il
tetto poteva essere sorretto da una unica fila di pali centrali, come nel-
la Ab.3: in questo caso l’interno risultava diviso in due navate (fig. 4).
All’esterno il tetto appariva completamente chiuso, infatti la coper-
tura delle absidi veniva creata mediante l’appoggio di travetti posti a
raggiera tra la parete curva e il fronte della trave di colmo.
Il tetto era costituito da coppie di travetti posti in posizione obli-
qua, che si incrociavano sulla sommità della struttura.
Una seconda tipologia era costituita dal tetto a capriata poggiante
su due file di pali portanti e in questo caso la struttura risultava divi-
sa in tre navate, come nelle abitazioni 4, 5, 6 (figg. 5-6-7). Il sistema
di copertura era composto da una prima serie di travetti laterali pog-
gianti sulla parete perimetrale e su un sistema di travi orizzontali so-
stenuto dalle due fila di pali portanti, il cui elemento di base è deno-
minato “catena.”
Al centro della catena era sistemato un “monaco”, cioè un corto
palo verticale che reggeva a sua volta la trave di colmo (fig. 20) Or-
ganizzati in una seconda fila più alta, altri travetti obliqui partivano
dal sistema di travi orizzontali e si congiungevano incrociandosi al di
sopra della trave di colmo, formando il tal modo l’ossatura del tetto.
Questa seconda fila di travetti obliqui lasciava sulla parete fronta-
le e su quella di fondo uno spazio triangolare, che il più delle volte re-
stava aperto con funzione di lucernario. Come si vede nelle urne a ca-

18 Come si è sopra detto, questo lavoro 19 Questa abitazione presenta una lun-
fa parte di una più ampia ricerca anco- ghezza di 12 m per una larghezza di 8,
ra in corso, che prende in esame tutte dimensioni quindi quasi identiche al-
le abitazioni a pianta ellittica rinvenute l’Ab. 2 di SdN, una delle più piccole
in Italia dal Bronzo Antico al Primo dell’insediamento (Brocato 2000, Cara-
Ferro. fa 2000).

282
Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

20. Particolare di una abitazione


riportata sul trono di Verucchio.
Sono visibili gli elementi
costruttivi del sistema
di copertura e in particolare panna, il lucernario (fig. 22) poteva mantenere la forma triangolare,
la capriata, formata dalla oppure assumere quella circolare o quadrangolare. Le aperture a vol-
“catena” orizzontale, dal te venivano chiuse da un pannello mobile.
“monaco” verticale che regge
la trave di colmo del tetto
Come si è detto, in alcuni casi i travetti potevano proseguire oltre
e dalle serie di travetti obliqui, il colmo del tetto e sporgere venendo a costituire anche un elemento
che si intrecciano sul colmo decorativo (fig. 22).
e sporgono dal tetto, formando In altri casi i travetti si arrestavano alla trave di colmo.
un motivo ornamentale, oppure Il fenomeno continua nell’architettura spontanea (fig. 21).
con valore scaramantico Più raramente e solo per le abitazioni di minori dimensioni, non
accostato a quelli delle scimmie
e dell’uccello acquatico erano previsti pali interni portanti: in questo caso l’abitazione era for-
(da Von Eles 2002). mata da una sola navata e le pareti reggevano tutta la copertura. A Sor-
21. Abitazione di pastori tosco-
genti ella Nova nessuna abitazione a pianta ellittica presenta questo
laziali in cui i travetti del tetto tipo di copertura, anche se l’abitazione 1 del Sett. III, in cui non è sta-
di arrestano all’interno del to riconosciuto alcun buco di palo portante, è troppo poco conser-
colmo (da Maffei 1986). vata per poter fornire dati20.
In questo caso il tetto, completamente chiuso, veniva sorretto gra-
zie al mutuo soccorso dei travetti obliqui che si appoggiavano alle pa-
reti e si incrociavano alla sommità. Nel caso di dimensioni non mol-
to elevate non erano necessari particolari accorgimenti, tranne a vol-
te il posizionamento di un cannello al di sopra dell’incrocio dei tra-
vetti, in modo da tenerli uniti.

Gli ingressi
L’ingresso alla abitazioni di Sorgenti della Nova è sempre sul lato
corto absidato rivolto a sud-ovest, qualunque sia il versante della ru-
pe occupato.
La tipologia di ingresso maggiormente riscontrata nel Bronzo Fi-
nale e nel Primo Ferro è quella semplice, cioè senza l’impiego di par-
ticolari strutture. In molti casi è tuttavia attestato un portichetto che
precede la porta di accesso.
A SdN le abitazioni a pianta ellittica su canaletta non presentano
alcun portichetto all’ingresso. Tuttavia questa struttura è testimoniata

20In questa tipologia rientrano invece le non presentano alcun palo centrale.
capanne a base infossata del Sett. I, di (Sorgenti Nova 1981 e 1995, Dolfini
forma sub ellittica e subcircolari, che 2002, Massari 2003).

283
Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

22. Urna a capanna,


ritrovamento sporadico tra
Albano e Genzana con travetti
che proseguono oltre la trave
di colmo. Sono visibili il portello
con il bastone di sicurezza,
trattenuto da un anello,
il lucernario triangolare alla
base del tetto e i travetti che
sporgono dal colmo, rivestiti
da elementi ornamentali-
apotropaici (da Bartoloni
et alii 1987).

in alcune capanne a base incassata, in particolare la Cap. 1 del settore


I21 e la capanna del settore Ve22. E inoltre in alcune urne a capanna.
L’apertura sul lato lungo preceduta da un piccolo portico caratte-
rizza invece l’abitazione 1 a pianta ellittica di Sovana (fig. 9) (Sovana
2009, p. 139, fig. 71).
Nelle abitazioni databili fino al Bronzo Finale l’accesso era collo-
cato indifferentemente sul lato absidato o su quello lungo, solo a par-
tire dal Primo Ferro si riscontra una preferenza per l’accesso collo-
cato sull’abside. Rarissima, in tutti i periodi, è l’esistenza di più in-
gressi collocati su diversi lati della struttura.
La chiusura, come di regola nei periodi precedenti, era costituita
da un pannello mobile, formato da una intelaiatura lignea; in alcuni
casi il portello poteva essere dotato di un anello per ospitare un palet-
to che lo ancorava alle pareti (fig. 22), come riprodotto sulle urne a ca-
panna23. Nel Bronzo Finale e nel Primo Ferro a questo tipo di chiusu-
ra si aggiunse anche una porta che ruotava su un unico cardine.
21 Massari 2003, Sorgenti Nova 1995, moniata da due buchi nelle pareti di
Guida Nova 2007. roccia che costituivano l’ingresso (Sor-
22 Cardosa-Passoni 2004, Sorgenti Nova genti Nova 1995, fig. 28B. In qualche
1995, Guida Nova 2007. caso questo sistema è presente anche
23 La presenza di una chiusura formata nelle tombe a camera del Bronzo Anti-
da con portello mobile e bastone di si- co/Medio, per esempio nella necropoli
curezza si riscontra a SdN, nella capan- di Roccoia (Farnese, Vt), di recente rin-
na 1 del settore I, a base incassata, testi- venimento.

284
Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

Le suddivisioni interne
Le abitazioni a pianta ellittica di Sorgenti della Nova erano al lo-
ro interno ripartite in più vani per mezzo di pareti in materiale de-
peribile, che poggiavano su buchi di palo o canalette di fondazio-
ne scavate nella roccia, ancora in molti casi ben leggibili24. Pur-
troppo la loro conservazione solo parziale impedisce di compren-
dere se tutte le abitazioni fossero al loro interno suddivise in mo-
do simile.
Nelle abitazioni 1, 2, 3 si può ipotizzare la presenza di un vano
lungo una delle pareti maggiori. Lo spazio così ottenuto veniva a sua
volta suddiviso in parti più piccole. Poiché non è possibile rico-
struire l’altezza delle pareti, non sappiamo se venissero costruiti
piccoli vani chiusi da adibire al riposo notturno, o a magazzini, op-
pure si trattasse di una serie di ripiani su cui appoggiare oggetti e
strumenti.
Come sopra si è detto, di tutte le abitazioni resta solo la metà a
monte, ma poiché erano certamente simmetriche, è possibile rico-
struirne i caratteri generali. Tuttavia non è dato sapere se il vano ri-
scontrato lungo una delle pareti, fosse presente anche lungo l’altra.
L’Ab. 3 permette di ipotizzare una risposta positiva a questa doman-
da: infatti, a differenza di tutte le altre, costruite sul versante setten-
trionale, si colloca nel settore Vc, posto sul versante meridionale del-
la rupe. L’apertura è collocata sempre verso SO, come negli altri ca-
si, ma il lato conservato verso monte è quello a NE, speculare a quel-
lo conservato nelle altre abitazioni. Il fatto che lungo questo lato sia
presente il vano allungato, fa supporre che esso si addossasse a en-
trambe le pareti lunghe25.
Nelle altre tre questo vano non appare, forse a eccezione di una
suddivisione all’interno della Ab. 5, indicata da una canaletta poco
profonda e di non sicura interpretazione26.
Le abitazioni 2, 4, 5, 6 e probabilmente 1, presentano tutte una pa-
rete divisoria che isola l’abside in cui si apre l’ingresso dall’ambente
centrale e una seconda parete che separa quest’ultimo dall’abside di
fondo. Tutti questi ambienti, compresi i vani laterali, avevano funzio-
ni diverse ed erano destinati al riposo notturno, o alla dispensa (l’am-
biente absidato buio in fondo), alla vita in comune e al lavoro fem-
24
Naturalmente nelle porzioni di abita- la duplice presenza è accertata; sono sta-
zioni conservate. Simili elementi erano ti interpretati uno come suddiviso in pic-
presenti anche nelle altre strutture abita- cole stanze adibite al riposo notturno, e
tive e di servizio di SdN: le capanne a ba- l’altro come spazio aperto ospitante una
se incassata e le grotte artificiali (Sorgenti serie di ripiani. (Sorgenti Nova 1995, fig.
Nova 1981, 1995, Guida Nova 2007). 120). L’ipotesi è stata poi in parte modi-
25
La capanna a base leggermente incassa- ficata in Cardosa-Passoni 2004.
ta del Sett. Ve, a pianta rettangolare, pre- 26
Non è nemmeno del tutto certo se
senta due vani stretti e lunghi addossati questa canaletta sia pertinente all’Ab. 4
alle due pareti maggiori. In questo caso o all’Ab. 5.

285
Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

minile (quello centrale)27. Solo a Sorgenti della Nova nelle abitazioni


5 e 6, quasi identiche nella loro pianta, se non proprio nelle dimen-
sioni, si riscontra la presenza anche di due ulteriori piccoli vani posi-
zionati nell’ambiente centrale e in quello di fondo. A parte la loro
probabile funzione di magazzini, potevano anche ospitare una scala
che portava a un possibile soppalco o ambiente superiore, del tipo
documentato nel Bronzo Antico a Nola28 (Albore Livadie 1980).
Nell’area considerata si identificano anche altri tipi di partizione in-
terna. Le struttura potevano essere divise in due ambienti di dimensio-
ni simili attraverso una parete trasversale come l’Abitazione 2 di Sova-
na (Sovana 2009), oppure presentare l’isolamento di una sola delle ab-
sidi, quella di fondo come a Tarquinia (Linington 1982) o quella di in-
gresso come a San Giovenale (Bengt 1984). Le abitazioni nella mag-
gioranza dei casi erano però caratterizzate da un unico ambiente.

Gli arredi interni


Tra gli elementi di arredo interni sono state individuate banchine,
disposte lungo i lati, che potevano essere realizzate mediante mate-
riale ligneo collocato in buchi di palo e canalette come a Sorgenti
della Nova. Sulla base di raffronti con quelle utilizzate fino agli an-
ni ottanta del Novecento nelle abitazioni dei pastori tosco-laziali
possono essere interpretate, almeno in parte, come aree di riposo
composte da rudimentali letti o giacigli. Le banchine potevano an-
che essere composte di materiale lapideo. A questo proposito è in-
teressante notare come su quella realizzata all’interno della Tomba
della Capanna di Cerveteri (Torelli 1997; Bianchi Bandinelli-Torelli
1976) al momento della scoperta erano posizionati alcuni vasi, men-
tre il defunto era probabilmente posto nell’ambiente di fondo, nello
spazio lasciato vuoto dai ciottoli pavimentali, su un letto di strame;
questa disposizione sembra coincidere con quanto riscontrato in Ca-
labria (Pipino 1987); qui, nell’ambiente di fondo di una struttura a
pianta ellittica di pastori contemporanei, era ospitata la camera da
letto. In alcuni casi dunque, viste le ridotte dimensioni delle banchi-
ne, si può ipotizzare che fossero usate per appoggiare il materiale
domestico.
I focolari e i forni individuati, destinati alla cottura dei cibi, sono
relativi solo al Bronzo Finale. Questi, realizzati sempre con tecniche
differenti, erano generalmente collocati al centro della struttura. So-
lo a Sorgenti della Nova vengono posizionati a diretto contatto con la
parete interna, la quale, per ovviare al problema degli incendi, era in-
tonacata con materiale argilloso.
27
Per gli studi più approfonditi sull’ar- hanno conservato l’impronta dell’alza-
gomento si vedano Negroni Catacchio- to, degli arredi interni e le suppellettili
Domanico 2001 e Dolfini 2002. di una grande abitazione a pianta ellitti-
28
Qui, come è noto, le ceneri vulcaniche ca, risalente al Bronzo Antico.

286
Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.

Dunque pur essendo le divisioni interne simili tra loro, i vari am-
bienti potevano assumere funzione differente. Infatti a Sorgenti della
Nova si suppone che l’ambiente absidato di fondo fosse destinato al-
la conservazione delle derrate alimentari e delle suppellettili, mentre
l’ambiente centrale doveva essere il luogo in cui si svolgeva la vita quo-
tidiana (Negroni Catacchio-Domanico 2001, Dolfini 2002). In altri ca-
si l’ambiente di fondo poteva assumere la funzione di thalamos, men-
tre le suppellettili venivano conservate nell’ambiente centrale o nelle
banchine laterali.

Conclusioni
In questa sede ci siamo proposte di effettuare una analisi detta-
gliata dei dati emersi dallo scavo e una loro prima classificazione che
possa facilitare lo studio dei modelli abitativi dell’Etruria protostori-
ca e del Latium vetus, le tecnologie usate per costruire le case, le so-
luzioni trovate per i problemi di staticità e durata che queste grandi
abitazioni certamente ponevano. Unendo poi i dati architettonici e
spaziali allo studio dei materiali e della loro funzione e distribuzione
all’interno delle strutture abitative, sarà possibile ricostruire con più
precisione anche l’uso e la destinazione degli spazi del vivere quoti-
diano e il valore a essi attribuito, secondo un progetto già iniziato gli
anni passati (Negroni Catacchio-Domanico 2001, Dolfini 2002) e
che si intende continuare con le abitazioni e le grotte recentemente
rinvenute.
Gli stessi dati dovranno contribuire a risolvere gli interrogativi so-
ciali ancora aperti: Si tratta di abitazioni destinate a nuclei familiari
allargati? oppure a specifici ceti sociali o ancora sono grandi case la-
boratorio? E infine cosa distingue gli abitanti delle case ovali, da
quelli delle capanne incassate e delle grotte che coesistono nello stes-
so abitato e sulla medesima rupe?
Alcuni di questi argomenti sono stati in parte affrontati, e, come si
è detto si riprenderanno in seguito, sulla base dei dati che stiamo pa-
zientemente raccogliendo e analizzando e senza i quali ogni ricostru-
zione sarebbe priva di fondamento
Qui possiamo per ora osservare, a conclusione di questa analitica di-
samina delle abitazioni a pianta ellittica riferibili al Bronzo Finale e al-
la prima età del ferro finora ritrovate in Etruria, nel territorio Falisco e
nel Latium vetus, che a Sorgenti della Nova si concentrano le abita-
zioni che presentano dimensioni maggiori, una articolazione spaziale
interna più complessa, e, contemporaneamente, le uniche che rivelano
una disposizione regolare e ripetuta nelle varie aree dell’abitato.

287
Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

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La Piana di Palmi, in La casa rurale
in Calabria, Ricerche sulle dimore
rurali in Italia, 31, pp. 421-425.

I. POHL 1977
San Giovenale III, 3. The Iron Age
habitation in area E, Acta Istituti
Romani Regni Sueciae 4, XXVI,
Stockholm, pp. 10-101.

289
Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

Riassunto / Abstract Si analizzano le abitazioni a pianta ellittica scoperte a Sorgenti della Nova sui ter-
razzi artificiali ricavati nei fianchi della rupe. Queste strutture di cui rimangono so-
lo le canalette e i buchi di palo che ne costituivano le fondamenta, erano caratte-
rizzate da una suddivisione interna in ambienti principali, definiti da pareti che iso-
lavano le aree delle absidi, e ambienti secondari. Vengono proposte alcune consi-
derazioni in merito alle tipologie delle fondazioni, alle dimensioni delle strutture,
ai sistemi di copertura, agli ingressi, alle suddivisioni e agli arredi interni, operan-
do anche confronti con strutture che presentano pianta simile appartenenti all’E-
truria, al territorio Falisco e al Latium vetus. Si operano anche confronti di tipo et-
nografico per meglio comprendere l’aspetto funzionale dei vari ambienti.

The paper analyzes the elliptical-plan huts brought to light at Sorgenti della Nova
(Farnese, Viterbo) and built on artificial terracing on the sides of a tuff crag. Gul-
lies and postholes, i.e. the foundations, are all what is left of these houses that were
characterized by internal division: the apses and the secondary rooms were separat-
ed by partitions of perishable materials. We here suggest some considerations about
the kinds of foundations, the size of the structures, the roof system, the entrance,
the internal subdivision and the furniture, also examining some dwellings with
similar plan belonging to settlements of Etruria, the Faliscan territory and Latium
vetus. We also examine ethnographic comparisons to better understand the func-
tional aspects of the different internal areas.

290
Indice generale

Volume I

Prima sezione
L’alba dell’Etruria
23 Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.
Nuccia Negroni Catacchio

37 La questione delle origini etrusche: dati archeologici e linguistici


a confronto con i risultati di una recentissima indagine genetica
Maurizio Harari

49 Discussione

51 Astronomia e misura del tempo nella pre e protostoria d’Etruria


Adriano Gaspani

61 Comunità e territori nel Villanoviano evoluto dell’Etruria meridionale


Cristiano Iaia - Alessandro Mandolesi

79 Breve contributo relativo ai processi di sviluppo verso l’urbanizzazione


in ambiente mediotirrenico
Gian Luigi Carancini

Etruria e Lazio
93 Processi di protourbanizzazione in aree interne alla sinistra del Tevere.
Il caso dell’area ternana
Rita Paola Guerzoni

123 Metallurgia e produzione ceramica al Trebbio (Sansepolcro, Arezzo)


Nuovi dati archeometrici preliminari sulle attività produttive
dell’alta Valtiberina durante l’età del ferro
Andrea Ciacci - Adriana Moroni - Elisabetta Gliozzo - Isabella Memmi Turbanti
- Azzurra Cherubini - Alberto Comini - Andrea Masi

143 L’area chiusina fra la fine del mondo terramaricolo


e i nuovi assetti medio-tirrenici. Lo scavo di Bagnolo
Cristina Balducci - Fulvia Lo Schiavo - Alessandro Zanini

157 Nuovi dati dallo scavo di Duna Feniglia (Orbetello, Gr)


Laura Benedetti - Paola Capuzzo - Luca Fontana - Fabio Rossi

169 Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro:
il caso della Tomba dei Bronzetti sardi
Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini

215 Motivi decorativi e loro relazioni con le forme ceramiche


del Bronzo Finale nella valle del fiume Fiora
Massimo Cardosa - Christian Metta
227 Recenti rinvenimenti del Bronzo Finale da Farnese (Vt)
Nuccia Negroni Catacchio - Chiara Fizzotti

247 Condizioni di vita e stato di salute a Tarquinia (Vt)


nella fase iniziale della prima età del ferro
Rita Vargiu - Domenico Mancinelli - Robert R. Paine - Flavia Trucco

257 Continuità e trasformazione nel paesaggio protostorico cerite. Alcuni nuovi dati
Orlando Cerasuolo

269 Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.


Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi

291 Discussione

293 Alcuni dati sull’uso del territorio tra preistoria e protostoria


nella media valle del torrente Arrone (Tuscania, Viterbo)
Lucio Giuseppe Perego

299 La bassa valle del Tevere nel Primo Ferro


Formazione degli abitati e avvicendamento di assetti territoriali
Francesco di Gennaro - Angelo Amoroso

311 Il processo storico nel Lazio antico tra la tarda età del bronzo
e la prima età del ferro: i protagonisti
Anna De Santis - Olimpia Colacicchi - Maria Rita Giuliani - Barbara Santoro

327 Località Le Vignole, Maccarese (Fiumicino, Roma):


risultati preliminari dello scavo protostorico
Daria Ruggeri - Monica Gala - Alessandra Facciolo - Maria Cristina Grossi -
Cinzia Morelli - Maria Lucrezia Rinaldi - Sandra Sivilli - Elisa Carrisi - Daniela Citro
- Francesca Romana De Castro

339 Nuovi rinvenimenti dalle “terre di Marino”


Sepolture e aree funerarie del Bronzo Finale
Micaela Angle - Pamela Cerino - Agnese Livia Fischetti

359 Discussione

361 Per una revisione del popolamento in Romagna nell’età del bronzo finale
Maurizio Cattani - Vittorio Cavani - Bernardo Rondelli

367 Il sito di Monte Battaglia e il ruolo dei passi appenninici alla fine dell’età del bronzo
Monica Miari

383 Dinamiche insediative nella tarda età del bronzo


nell’Appennino bolognese. Nuove acquisizioni
Vittorio Cavani - Vanessa Poli

387 Nuove acquisizioni sul Villanoviano bolognese a quasi cento anni dalla scoperta
della necropoli di San Vitale da parte di Gherardo Ghirardini
Luigi Malnati - Caterina Cornelio - Davide Mengoli

423 Il lago Trasimeno tra Bronzo Medio e Primo Ferro:


proposta per un’analisi dell’insediamento
Maria Cristina De Angelis

441 Nuovi rinvenimenti del Bronzo Finale sul colle Sant’Elia a Spoleto
Nicola Bruni
Volume II

Aree di confronto
449 L’organizzazione del territorio in Polesine tra Bronzo Recente
e prima età del ferro iniziale (XIII-IX sec. a.C.)
Luciano Salzani - †Cecilia Colonna

455 L’Italia centrale adriatica tra il Bronzo Finale e la prima età del ferro
Marco Ritrecina

469 L’occupazione della Campania meridionale nella tarda età del bronzo:
fenomeni di continuità e discontinuità insediativa
Paola Aurino

487 Le genti delle dune e del mare, le tribù delle colline:


egemonia dei centri etruschi e ristrutturazione del mondo indigeno
in Campania nella seconda metà dell’VIII secolo a.C.
Alessandra Gobbi - †Gianni Bailo Modesti

511 Il cavaliere e la morte? Tombe con morsi di cavallo nella Campania protostorica
Marco Minoja

523 Aggiornamenti sulla fase IB di Capua. Elementi di continuità e trasformazione


culturale desumibili da contesti funerari inediti in località Cappuccini
Gian Luca Melandri

539 Le strutture abitative e di servizio dell’insediamento


dell’età del ferro di Longola (Poggiomarino, Na)
Claude Albore Livadie - Emilio Castaldo - Nicola Castaldo - Barbara Cesarano -
Daniela Citro - Adriana d’Avella - Matteo delle Donne - Maria Teresa Pappalardo -
Natascia Pizzano - Roberto Vannata

553 Il XII secolo a.C. nella Puglia settentrionale e in Molise:


fenomeni di continuità e trasformazione
Alberto Cazzella - Cristiana Ruggini

567 Discussione

568 I Sardi nell’Italia tirrenica nel Bronzo Finale - Primo Ferro (riassunto)
Anna Depalmas

569 Discussione

573 La céramique du Bronze Final dans le Sud de la Corse (XIIe-IXe siècle av. J.-C.)?:
les assemblages récurrents de type «?Apazzu-Castidetta-Cucuruzzu?»
Kewin Pêche-Quilichini

Seconda sezione
Ricerche e scavi
597 Aggiornamenti e riflessioni sul problema del sale
nella preistoria e nella protostoria
Tomaso Di Fraia

609 Le armille tipo Zerba: un riesame della questione


Silvia Paltineri - Francesco Rubat Borel
623 L’area di Gonfienti compresa tra il fiume Bisenzio
e il torrente Marinella (Prato e Firenze): prime considerazioni
sugli insediamenti dell’età del bronzo media e recente
Paola Perazzi - Pasquino Pallecchi - Gabriella Poggesi - Lucia Pagnini -
Cecilia Martini

643 L’applicazione della Tomografia Computerizzata (TC) al microscavo dei cinerari:


il caso della necropoli villanoviana di Pisa
Emanuela Paribeni - Jasmine Bagnoli - Valentina Giuffra - Davide Giustini -
Simona Minozzi - Davide Caramella - Gino Fornaciari

649 Nuove ricerche alla Grotta dei Santi (Monte Argentario, Grosseto)
Adriana Moroni Lanfredini - Margherita Freguglia - Federico Bernardini -
Giovanni Boschian - Carlo Cavanna - Jacopo Crezzini - Pamela Gambogi -
Laura Longo - Lucio Milani - Fabio Parenti - Stefano Ricci

663 Discussione

665 Alcuni interventi di chirurgia cranica rinvenuti sui reperti ossei


di recente recupero dalla grotta dello Scoglietto (Alberese, Gr)
Filiberto Chilleri - Elsa Pacciani

679 Discussione

681 Pianetti di Sovana, Sorano (Grosseto):


nuovi dati per la media età del bronzo nella valle del Fiora
Gabriella Barbieri - Valentina Faudino - Enrico Di Nola - Anna Ferrarese Lupi
- Fabrizio Diciotti - Luca Mario Nejrotti - Lara Arcangeli

685 Aspetti cronologici e primo inquadramento


del villaggio sommerso di Sposetta nel lago di Bracciano
Isabella Damiani - Patrizia Petitti - Flavia Trucco

697 Discussione

703 Alcuni corredi di età orientalizzante da Avella (Av)


Elena Acampa

713 Elenco dei partecipanti

721 Elenco delle abbreviazioni


vol.
I PPE.Atti IX

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

L’alba dell’Etruria
Fenomeni di continuità e trasformazione
nei secoli XII-VIII a.C.
Ricerche e scavi

Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzione

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA


sulle vicende e sulle trasformazioni avvenute in Etruria tra i secoli XII e VIII a.C.,

ATTI DEL NONO INCONTRO DI STUDI


un’epoca cruciale in cui si forma quella che nei secoli successivi sarà la Civiltà etrusca
ormai completamente sviluppata.
Lo scopo del convegno è stato quello di indagare queste trasformazioni, i processi
che le sottendono, e la spiegazione delle loro cause, sia dal punto di vista del territorio,
sia da quello dello sviluppo sociale, culturale, ideologico.
I dati archeologici ora a nostra disposizione, frutto di scavi e studi recenti permettono
di rivisitare gli eventi di questo lungo periodo e di ricostruirli e leggerli in modo critico.
Si sono prese in esame le continuità e le trasformazioni che avvengono nel tempo
in situazioni particolarmente indicative: quali l’uso del territorio; gli insediamenti,
le singole strutture abitative o di servizio, la programmazione degli spazi interni;
la formazione di villaggi rurali e artigianali; i luoghi del culto, la concezione del sacro
e l’ideologia funeraria; gli oggetti del quotidiano; l’organizzazione sociale
e i corrispondenti indicatori; la concezione del potere e i simboli di status; la mentalità.
Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari
confronti sono stati accettati anche interventi relativi ad aree diverse, purché con
problematiche collegate. In qualche caso, strettamente legato all’Etruria, è stato anche
possibile analizzare elementi di epoca più recente, come esiti di situazioni protostoriche.
La seconda sezione ha raccolto gli interventi relativi agli studi e alle scoperte
pre e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni.

ATTI DEL NONO INCONTRO DI STUDI

volume I

CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIA


le edizioni del CSP
Centro Studi di Preistoria e Archeologia Milano

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