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I PPE.Atti IX
L’alba dell’Etruria
Fenomeni di continuità e trasformazione
nei secoli XII-VIII a.C.
Ricerche e scavi
Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzione
L’alba dell’Etruria
Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.
Ricerche e scavi
ISBN 978-88-639-9038-6
© 2010 by Centro Studi di Preistoria e Archeologia – Onlus
via Fiori Chiari 8, 20121 Milano
www.preistoria.it
Preistoria e Protostoria in Etruria
Nuccia Negroni Catacchio* I più che trentennali scavi condotti dall’Università degli Studi di
Matilde Kori Gaiaschi** Milano nell’insediamento del Bronzo Finale di Sorgenti della Nova
(Farnese, Vt) hanno portato in luce un centro costituito da diversi ti-
pi di abitazioni, tra i quali quello a pianta ellittica appare di partico-
lare interesse per i confronti che è possibile effettuare1.
L’esigenza di meglio comprendere tali strutture ci ha spinto ad af-
frontare lo studio di questa tipologia abitativa2, inquadrandola nel-
l’ambito più ampio dell’Etruria tra l’età del bronzo e la prima età del
ferro. Il tipo è comunque il più diffuso dall’Eneolitico al Primo Fer-
ro soprattutto nell’Italia centro meridionale; in questa sede ci si limi-
ta a confrontare le abitazioni di Sorgenti della Nova con quelle rin-
venute nell’Etruria tra la fine dell’età del bronzo e il Primo Ferro3. In
alcuni casi, quando particolarmente significativi, vengono effettuati
confronti con il territorio Falisco e il Latium vetus.
* Università degli Studi di Milano, Cen- qui presentato è frutto di un lavoro co-
tro Studi di Preistoria e Archeologia, mune degli autori. In particolare Nuccia
Milano. Negroni ha curato l’impostazione genera-
** Centro Studi di Preistoria e Archeo- le e l’indirizzo della ricerca, mentre è ope-
logia, Milano. ra di Matilde Gaiaschi la ricerca e l’elabo-
1 La bibliografia su Sorgenti della Nova razione dei dati. Molto importante per
è troppo complessa per essere riportata comprendere questo tipo di abitazioni è il
in questa sede. Per i caratteri generali si confronto con le urne a capanna (Barto-
vedano Sorgenti Nova 1981, 1995, Guida loni et alii 1987) e in particolare lo studio
Nova 2007 e nei lavori citati più avanti. analitico dei loro elementi costitutivi ef-
2 Questa ricerca fa parte di uno studio più fettuato da Alessandra Massari e Barbara
ampio sulle abitazioni a pianta ellittica Setti (Massari 1996; Massari, Setti 2000).
rinvenute in Italia dal Bronzo Antico al 3
Con la fase orientalizzante e arcaica, l’a-
Primo Ferro, oggetto della tesi di laurea bitazione rettangolare allungata sostitui-
di Matilde Gaiaschi, discussa presso l’U- sce quella ovale. Il fenomeno è partico-
niversità degli Studi di Milano. Il testo larmente visibile a Sovana (Sovana 2009).
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
Abitazione 1
L’abitazione 1, (fig. 2)4 è posta nel settore III; è stata rinvenuta in
pessimo stato di conservazione, tanto che ne restano le tracce di fon-
dazione conservate solo nella parte occidentale a monte, mentre ver-
so valle e a est risulta completamente erosa. Non è possibile stabilire
se fosse in origine a una o più navate, mentre, sulla base dei confron-
ti con le altre abitazioni, probabilmente era suddivisa all’interno in al-
meno tre ambienti.
Sulla base della porzione restante è possibile ipotizzare che la
struttura, orientata in senso NE-SW, presentasse in origine una lun-
ghezza di circa 9,8 m, una larghezza di 5 m e un’area di 42 mq. Il pe-
rimetro era indicato da una canaletta, conservatasi per una lunghez-
za totale di 9 m. È possibile anche supporre la presenza di un ingres-
so posto a SW, sul lato corto, che. sulla base dei confronti, doveva es-
sere di tipo semplice e chiuso da un pannello mobile.
Internamente era presente una canaletta trasversale, conservatasi
per un tratto di 1,5 m che probabilmente in origine era più lunga e
divideva la struttura in due ambienti, uno più piccolo a ovest e uno
più grande a est5. Questa tagliava perpendicolarmente un’altra cana-
letta, lunga circa 5,4 m, distante circa 0,4-0,9 m da quella perimetra-
le, con cui si congiungeva nei pressi dell’ingresso. Lo spazio compre-
so tra le due canalette perimetrali formava un terzo ambiente, che po-
teva essere destinato a ospitare giacigli per la notte, oppure una sor-
ta di banchina adibita a sostenere oggetti.
Abitazione 2
L’Abitazione 2 (fig. 3), posta nel settore III, si è conservata solo
nella parte a monte, mentre verso valle risulta completamente erosa.
È stato possibile tuttavia identificare quattro buchi di palo portanti,
4 Per le abitazioni 1 e 2 si veda Dolfini desse l’area verso est, creando un am-
2002 e in generale le opere sopra citate. biente “buio” in analogia con le altre
5 È anche probabile che una parete, di abitazioni (Negroni Catacchio-Domani-
cui sono ora scomparse le tracce, chiu- co 2001).
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
Abitazione 3
Rinvenuta nel settore Vc (fig. 4), si è conservata, come le altre, so-
lo nella parte a monte; era presumibilmente a due navate e suddivisa
in almeno tre ambienti. La struttura era orientata in senso NW-SE;
sulla base della ricostruzione della pianta le misure appaiono le se-
guenti: lunghezza di 15,4 m, larghezza di 6,8 m e area di 90,8 mq.
Il perimetro era delineato da una canaletta conservatasi per 12,6
m, al suo interno sono stati individuati numerosi piccoli buchi che
probabilmente ospitavano i pali che reggevano la parete esterna. Ver-
so ovest la canaletta era sostituita da sei buchi di palo, che sorregge-
vano il lato corto absidato.
Sono stati rinvenuti anche due buchi di pali portanti posti lungo
la linea mediana e relativi a una probabile fila collocata al centro. A
causa del pessimo stato di conservazione, è difficile risalire al un nu-
mero esatto. L’ingresso era posto nell’area SW sul lato corto absida-
to e leggermente spostato verso valle rispetto alla linea mediana del-
la abitazione; era di tipo semplice chiuso presumibilmente da un pan-
nello mobile.
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
Abitazione 4
L’abitazione 4 è stata rinvenuta nel settore IX (fig. 5) conservata
solo parzialmente nell’area a monte: infatti la zona verso valle è stata
tagliata da un’abitazione successiva (Ab. 6), posta a un livello infe-
riore, mentre su parte del perimetro a monte si è sovrapposta la ca-
naletta perimetrale di una terza abitazione (Ab. 5), in parte cancel-
landolo e in parte riutilizzandolo11.
Questa era presumibilmente a tre navate e suddivisa in tre ambienti.
La struttura, orientata in senso NE-SW si sviluppava per una lun-
ghezza di 17,4 m, una larghezza di circa 9 m per un’area di 134 mq.
Il perimetro della struttura era indicato da una canaletta conser-
vatasi per una lunghezza di 12,6 m; cinque buchi di palo proseguiva-
no l’andamento della canaletta nel punto in cui questa si interrompe-
va, forse per permettere l’apertura di un ingresso laterale. Altri buchi
si sostituivano alla canaletta in prossimità delle pareti trasversali che
dividevano la struttura in più ambienti, probabilmente con funzione
di rinforzo in un punto nevralgico del suo sistema statico.
Sono stati individuati inoltre quattro buchi di palo, probabilmen-
te inerenti al sistema portante del tetto, ipoteticamente composto da
due file di tre buchi di palo.
L’ingresso non si è conservato, ma con molta probabilità si apriva sul
lato corto a SW ed era di tipo semplice chiuso da un pannello mobile.
Lungo la canaletta perimetrale all’interno della struttura erano posi-
zionati sei buchi di palo, forse relativi a un rinforzo interno della parete.
11Le abitazioni 4, 5 e 6 sono sostanzial-
mente inedite e la loro ricostruzione in
pianta e in alzato è attualmente allo stu-
dio. Per una prima descrizione si veda
in Guida Nova 2007.
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
5. Pianta dell’Abitazione 4
del settore IX.
Abitazione 5
L’Abitazione 5 del settore IX (fig. 6) si è conservata solo in parte,
infatti, come la precedente, alla quale si sovrappone, la zona verso val-
le è stata tagliata dall’abitazione 6, posta a un livello inferiore. Era pre-
sumibilmente a tre navate e probabilmente a cinque ambienti12.
La struttura è orientata in senso NE-SW; la ricostruzione della
pianta ha permesso di ipotizzare le seguenti notevoli dimensioni ori-
ginarie: lunghezza circa 22 m, larghezza 11,5 m, area 208 mq. Il peri-
metro era evidenziato da una canaletta che sul fondo della costruzio-
ne era tagliata da un buco di palo cui corrispondeva all’esterno un se-
condo buco. Inoltre era tagliata anche da altri due buchi di palo in
corrispondenza di due canalette trasversali che dovevano sostenere al-
trettante pareti divisorie. La parete absidata verso l’ingresso era com-
posta da una serie di cinque buchi di palo. La canaletta perimetrale e
quella trasversale di fondo erano interessate da un riempimento in cui
12Una canaletta poco profonda e poco biente stretto e lungo destinato a una
leggibile che segue l’andamento di banchina per l’appoggio e la conserva-
quella perimetrale a monte potrebbe zione di oggetti e contenitori o di giaci-
indicare, come in precedenza, un am- gli per la notte.
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
6. Pianta dell’Abitazione 5
del settore IX.
7. Pianta dell’Abitazione 6
del settore IX.
Abitazione 6
L’abitazione 614, sita nel settore IX (fig. 7) è stata costruita investendo
e parzialmente distruggendo l’abitazione 5 e quanto restava della abita-
zione 4; come tutte le altre si è conservata solo nella parte a monte; era
presumibilmente a tre navate e suddivisa in tre ambienti maggiori.
Orientata in senso NE-SW, era lunga 17,3, larga 8,8 e con un’area di
133 mq. Il perimetro era indicato da una canaletta lunga 18 m, ta-
gliata nei pressi della parete trasversale di fondo da un buco di palo,
cui se ne affiancavano altri due, interpretabili come sostegno di pali
per un sistema di rinforzi in un punto vulnerabile della struttura. Ver-
so l’ingresso il perimetro era indicato da alcuni buchi di palo.
La differenza sostanziale tra questa struttura e le due precedenti è
costituita dalle pareti lunghe che si sviluppavano con un andamento
maggiormente rettilineo.
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
Sono stati individuati quattro buchi che dovevano far parte di due
fila di quattro pali portanti.
L’ingresso si apriva a SW sul lato corto ed era probabilmente di ti-
po semplice chiuso da un pannello mobile.
L’interno della struttura era diviso da due canalette trasversali, in
due ambienti più piccoli presso le absidi e in uno più grande al centro.
Nell’ambiente di fondo è stato identificato un piccolo vano sub-
circolare, definito da una serie di buchi di palo. Anche nell’ambiente
centrale era collocato un vano accessorio quadrangolare, definito da
una canaletta posta a squadra.
Lungo la parete lunga a monte era collocato su focolare, alla cui ba-
se è stato rinvenuto un piano di concotto di forma rettangolare, que-
sto a sua volta era sistemato su uno strato preparatorio a matrice sab-
biosa. Un piccolo buco di palo poteva essere pertinente a una struttu-
ra accessoria dell’area di cottura. Alcuni buchi di palo collocati all’in-
terno della canaletta perimetrale sono stati individuati grazie alle trac-
ce lasciate nel riempimento, formato da terreno sabbioso bruno scuro
molto ricco di pietre di medie e grosse dimensioni, a volte fortemente
connesse tra di loro, povero di elementi di origine antropica.
Su tutta l’area dell’abitazione è stato individuato un piano pavimen-
tale costituito da un sottile livello di pomice sbriciolata e compattata.
All’esterno della parete lunga a monte è stato rinvenuto una sorta
di canale che la costeggiava e si approfondiva man mano che si diri-
geva verso valle, dove si interrompeva bruscamente, senza sfociare
sul pendio. Questa struttura, che non scarica l’acqua a valle, sembra
da interpretare piuttosto come un bacino di raccolta delle acque più
che come sistema di drenaggio vero e proprio.
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
8. Pianta dell’Abitazione I o D Nello stesso periodo e nella successiva età del ferro iniziale, ac-
del settore D di San Giovenale canto a quelle a pianta ellittica, sono presenti in Etruria, abitazioni
con fondazioni su canaletta su canaletta a pianta rettangolare, quadrangolare e rettangolare, che
e muretto a secco esterno a
essa. Presenza della banchina
in questa sede non vengono prese in considerazione15.
nella sua prima fase d’uso
(rielaborato da Bengt 1984). Tipologia delle fondazioni
9. Pianta dell’Abitazione 1, A SdN la totalità delle fondazioni è su canaletta perimetrale; in cor-
settore Ia, di Sovana-Cattedrale rispondenza dell’abside volta a SO, dove è collocato l’ingresso, la ca-
con fondazioni su buchi di palo naletta si interrompe per lasciare posto a una serie di buchi di palo,
(rielaborato da Sovana 2009). che delineano comunque il lato corto absidato. Nelle Ab.1 e 4, que-
sta caratteristica non sembra presente, ma occorre tener conto della
loro conservazione molto parziale.
In alcuni casi, buchi di palo erano inseriti nella canaletta perime-
trale o all’esterno di questa, con funzione di probabile rinforzo delle
pareti. Un altro esempio di questa tipologia di fondazione è costitui-
to dalle abitazioni di Tarquinia (Linington 1982).
In altri siti dell’Etruria meridionale, la canaletta perimetrale è ac-
compagnata da muretti di pietre a secco con funzione di sostegno del-
le pareti, come ad esempio nel caso di San Giovenale (Bengt 1984)
(fig. 8).
Le fondazioni possono essere costituite anche dai soli buchi di pa-
lo perimetrali, come avviene nelle abitazioni del BF di Sovana (Sova-
na 2009) (fig. 9) e ancora di San Giovenale (fig. 10) o da muretti pe-
rimetrali di pietre a secco, presenti ancora a San Giovenale (Hannel
1962), a Luni sul Mignone (Östenberg 1967) e al Torrionaccio (Cas-
sano, Manfredini 1978) (fig. 11).
Il muretto di pietre a secco può, a sua volta, poggiare direttamente
sul terreno di base, come nei casi sopra citati, oppure essere contenu-
to in una trincea di fondazione, come a Narce (Potter 1976) (fig. 12).
A San Giovenale, si ha anche il caso di una fondazione a tecnica mista
con muretto di pietre a secco e canaletta scavata nella roccia con parte del-
la struttura costruita su un terrazzamento (Pohl 1977) (figg. 13-14).
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
Un ulteriore tipo di fondazione presenta una base parzialmente in- 10. Pianta dell’Abitazione V o B
cassata, come a Campassini nei pressi di Monteriggioni (Monteriggio- del settore D di San Giovenale
ni-Campassini 2004) e ancora una tecnica mista con base parzialmen- con fondazioni su buchi di palo
(rielaborato da Hanell 1964).
te scavata nella roccia su un lato e muretto di pietre a secco sul lato op-
posto, riscontrata a Veio (Bartoloni 2006) (figg. 15-16). A Campassi- 11. Pianta dell’Abitazione Y
ni era presente un’altra combinazione; base leggermente incassata e di Torrionaccio con piano
pavimentale e fondazioni
buchi di palo16 (Monteriggioni-Campassini 2004) (fig. 17). su muretto a secco (rielaborato
Se nel Bronzo Finale, come nelle età precedenti, i diversi tipi co- da Cassano, Manfredini 1978).
struttivi risultano impiegati indifferentemente, nella prima età del
ferro invece si nota una predominanza delle abitazioni su canaletta.
Concludendo, la tipologia delle fondazioni si articola in due grup-
pi, che tra loro possono mescolarsi nei vari modi sopra descritti:
Base piana: il piano della abitazione è a livello del suolo e le strut-
ture di fondazioni possono essere costituite da:
- canalette
- buchi di sostegno dei pali
- muretti a secco sempre per sostenere i pali.
Base leggermente incassata17: il piano della abitazione è ribassato di
poco rispetto al suolo esterno; le strutture di fondazione sono anco-
ra costituire da buchi di palo e muretti a secco, all’interno della area
pavimentale. È possibile anche la presenza di canalette perimetrali,
sempre interne.
Le dimensioni
Le abitazioni di Sorgenti della Nova si differenziano tra loro per le
dimensioni. L’Ab. 1 supera di poco i 40 mq, la 2 raggiunge gli 80, la
3 i 90, le Ab. 4 e 6 superano abbondantemente i 100 mq, mentre la 5
raggiunge i 208 mq, queste ultime sono quelle di maggiori dimensio-
ni durante il BF nel territorio in esame (fig. 1).
16 Come nella capanna del Sett. Ve di invece le abitazioni a base molto incas-
Sorgenti della Nova, questa tuttavia a sata (per esempio la capanna 1 del Sett.
base quadrangolare. 1 di Sorgenti della Nova, che raggiun-
17 Si tratta di abitazioni contenute in ge una notevole profondità (Massari
una leggera depressione. Diverse sono 2003).
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
In generale, a eccezione dei casi indicati di SdN, le strutture del 18. Grafico di confronto delle
Bronzo Finale restano in linea con quelle delle prime fasi dell’età del aree delle abitazioni a pianta
bronzo, con aree fino a 50 oppure fino a 100 mq18 (fig. 18). ellittica del Bronzo Finale. St:
Struttura; Ab: Abitazione; Cap:
Anche nel Primo Ferro le dimensioni restano comprese tra poco Capanna; C.L.: Casa-laboratorio.
meno di 50 e 100 mq e non fa eccezione la capanna più grande sul
Palatino Cermalo19. In questo periodo è invece eccezionale la struttu- 19. Grafico di confronto delle
aree delle abitazioni a pianta
ra individuata a Cerveteri, che superava i 500 mq (fig. 19) (Cerasuo- ellittica della prima età del ferro.
lo 2001). Ab: Abitazione; Cap: Capanna.
I sistemi di copertura
Di diverse tipologie erano anche i sistemi di copertura. A SdN il
tetto poteva essere sorretto da una unica fila di pali centrali, come nel-
la Ab.3: in questo caso l’interno risultava diviso in due navate (fig. 4).
All’esterno il tetto appariva completamente chiuso, infatti la coper-
tura delle absidi veniva creata mediante l’appoggio di travetti posti a
raggiera tra la parete curva e il fronte della trave di colmo.
Il tetto era costituito da coppie di travetti posti in posizione obli-
qua, che si incrociavano sulla sommità della struttura.
Una seconda tipologia era costituita dal tetto a capriata poggiante
su due file di pali portanti e in questo caso la struttura risultava divi-
sa in tre navate, come nelle abitazioni 4, 5, 6 (figg. 5-6-7). Il sistema
di copertura era composto da una prima serie di travetti laterali pog-
gianti sulla parete perimetrale e su un sistema di travi orizzontali so-
stenuto dalle due fila di pali portanti, il cui elemento di base è deno-
minato “catena.”
Al centro della catena era sistemato un “monaco”, cioè un corto
palo verticale che reggeva a sua volta la trave di colmo (fig. 20) Or-
ganizzati in una seconda fila più alta, altri travetti obliqui partivano
dal sistema di travi orizzontali e si congiungevano incrociandosi al di
sopra della trave di colmo, formando il tal modo l’ossatura del tetto.
Questa seconda fila di travetti obliqui lasciava sulla parete fronta-
le e su quella di fondo uno spazio triangolare, che il più delle volte re-
stava aperto con funzione di lucernario. Come si vede nelle urne a ca-
18 Come si è sopra detto, questo lavoro 19 Questa abitazione presenta una lun-
fa parte di una più ampia ricerca anco- ghezza di 12 m per una larghezza di 8,
ra in corso, che prende in esame tutte dimensioni quindi quasi identiche al-
le abitazioni a pianta ellittica rinvenute l’Ab. 2 di SdN, una delle più piccole
in Italia dal Bronzo Antico al Primo dell’insediamento (Brocato 2000, Cara-
Ferro. fa 2000).
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
Gli ingressi
L’ingresso alla abitazioni di Sorgenti della Nova è sempre sul lato
corto absidato rivolto a sud-ovest, qualunque sia il versante della ru-
pe occupato.
La tipologia di ingresso maggiormente riscontrata nel Bronzo Fi-
nale e nel Primo Ferro è quella semplice, cioè senza l’impiego di par-
ticolari strutture. In molti casi è tuttavia attestato un portichetto che
precede la porta di accesso.
A SdN le abitazioni a pianta ellittica su canaletta non presentano
alcun portichetto all’ingresso. Tuttavia questa struttura è testimoniata
20In questa tipologia rientrano invece le non presentano alcun palo centrale.
capanne a base infossata del Sett. I, di (Sorgenti Nova 1981 e 1995, Dolfini
forma sub ellittica e subcircolari, che 2002, Massari 2003).
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
Le suddivisioni interne
Le abitazioni a pianta ellittica di Sorgenti della Nova erano al lo-
ro interno ripartite in più vani per mezzo di pareti in materiale de-
peribile, che poggiavano su buchi di palo o canalette di fondazio-
ne scavate nella roccia, ancora in molti casi ben leggibili24. Pur-
troppo la loro conservazione solo parziale impedisce di compren-
dere se tutte le abitazioni fossero al loro interno suddivise in mo-
do simile.
Nelle abitazioni 1, 2, 3 si può ipotizzare la presenza di un vano
lungo una delle pareti maggiori. Lo spazio così ottenuto veniva a sua
volta suddiviso in parti più piccole. Poiché non è possibile rico-
struire l’altezza delle pareti, non sappiamo se venissero costruiti
piccoli vani chiusi da adibire al riposo notturno, o a magazzini, op-
pure si trattasse di una serie di ripiani su cui appoggiare oggetti e
strumenti.
Come sopra si è detto, di tutte le abitazioni resta solo la metà a
monte, ma poiché erano certamente simmetriche, è possibile rico-
struirne i caratteri generali. Tuttavia non è dato sapere se il vano ri-
scontrato lungo una delle pareti, fosse presente anche lungo l’altra.
L’Ab. 3 permette di ipotizzare una risposta positiva a questa doman-
da: infatti, a differenza di tutte le altre, costruite sul versante setten-
trionale, si colloca nel settore Vc, posto sul versante meridionale del-
la rupe. L’apertura è collocata sempre verso SO, come negli altri ca-
si, ma il lato conservato verso monte è quello a NE, speculare a quel-
lo conservato nelle altre abitazioni. Il fatto che lungo questo lato sia
presente il vano allungato, fa supporre che esso si addossasse a en-
trambe le pareti lunghe25.
Nelle altre tre questo vano non appare, forse a eccezione di una
suddivisione all’interno della Ab. 5, indicata da una canaletta poco
profonda e di non sicura interpretazione26.
Le abitazioni 2, 4, 5, 6 e probabilmente 1, presentano tutte una pa-
rete divisoria che isola l’abside in cui si apre l’ingresso dall’ambente
centrale e una seconda parete che separa quest’ultimo dall’abside di
fondo. Tutti questi ambienti, compresi i vani laterali, avevano funzio-
ni diverse ed erano destinati al riposo notturno, o alla dispensa (l’am-
biente absidato buio in fondo), alla vita in comune e al lavoro fem-
24
Naturalmente nelle porzioni di abita- la duplice presenza è accertata; sono sta-
zioni conservate. Simili elementi erano ti interpretati uno come suddiviso in pic-
presenti anche nelle altre strutture abita- cole stanze adibite al riposo notturno, e
tive e di servizio di SdN: le capanne a ba- l’altro come spazio aperto ospitante una
se incassata e le grotte artificiali (Sorgenti serie di ripiani. (Sorgenti Nova 1995, fig.
Nova 1981, 1995, Guida Nova 2007). 120). L’ipotesi è stata poi in parte modi-
25
La capanna a base leggermente incassa- ficata in Cardosa-Passoni 2004.
ta del Sett. Ve, a pianta rettangolare, pre- 26
Non è nemmeno del tutto certo se
senta due vani stretti e lunghi addossati questa canaletta sia pertinente all’Ab. 4
alle due pareti maggiori. In questo caso o all’Ab. 5.
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
Dunque pur essendo le divisioni interne simili tra loro, i vari am-
bienti potevano assumere funzione differente. Infatti a Sorgenti della
Nova si suppone che l’ambiente absidato di fondo fosse destinato al-
la conservazione delle derrate alimentari e delle suppellettili, mentre
l’ambiente centrale doveva essere il luogo in cui si svolgeva la vita quo-
tidiana (Negroni Catacchio-Domanico 2001, Dolfini 2002). In altri ca-
si l’ambiente di fondo poteva assumere la funzione di thalamos, men-
tre le suppellettili venivano conservate nell’ambiente centrale o nelle
banchine laterali.
Conclusioni
In questa sede ci siamo proposte di effettuare una analisi detta-
gliata dei dati emersi dallo scavo e una loro prima classificazione che
possa facilitare lo studio dei modelli abitativi dell’Etruria protostori-
ca e del Latium vetus, le tecnologie usate per costruire le case, le so-
luzioni trovate per i problemi di staticità e durata che queste grandi
abitazioni certamente ponevano. Unendo poi i dati architettonici e
spaziali allo studio dei materiali e della loro funzione e distribuzione
all’interno delle strutture abitative, sarà possibile ricostruire con più
precisione anche l’uso e la destinazione degli spazi del vivere quoti-
diano e il valore a essi attribuito, secondo un progetto già iniziato gli
anni passati (Negroni Catacchio-Domanico 2001, Dolfini 2002) e
che si intende continuare con le abitazioni e le grotte recentemente
rinvenute.
Gli stessi dati dovranno contribuire a risolvere gli interrogativi so-
ciali ancora aperti: Si tratta di abitazioni destinate a nuclei familiari
allargati? oppure a specifici ceti sociali o ancora sono grandi case la-
boratorio? E infine cosa distingue gli abitanti delle case ovali, da
quelli delle capanne incassate e delle grotte che coesistono nello stes-
so abitato e sulla medesima rupe?
Alcuni di questi argomenti sono stati in parte affrontati, e, come si
è detto si riprenderanno in seguito, sulla base dei dati che stiamo pa-
zientemente raccogliendo e analizzando e senza i quali ogni ricostru-
zione sarebbe priva di fondamento
Qui possiamo per ora osservare, a conclusione di questa analitica di-
samina delle abitazioni a pianta ellittica riferibili al Bronzo Finale e al-
la prima età del ferro finora ritrovate in Etruria, nel territorio Falisco e
nel Latium vetus, che a Sorgenti della Nova si concentrano le abita-
zioni che presentano dimensioni maggiori, una articolazione spaziale
interna più complessa, e, contemporaneamente, le uniche che rivelano
una disposizione regolare e ripetuta nelle varie aree dell’abitato.
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Le abitazioni a pianta ellittica in Etruria nei secoli XII-VIII a.C.
A. PIPINO 1987
La Piana di Palmi, in La casa rurale
in Calabria, Ricerche sulle dimore
rurali in Italia, 31, pp. 421-425.
I. POHL 1977
San Giovenale III, 3. The Iron Age
habitation in area E, Acta Istituti
Romani Regni Sueciae 4, XXVI,
Stockholm, pp. 10-101.
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Nuccia Negroni Catacchio - Matilde Kori Gaiaschi
Riassunto / Abstract Si analizzano le abitazioni a pianta ellittica scoperte a Sorgenti della Nova sui ter-
razzi artificiali ricavati nei fianchi della rupe. Queste strutture di cui rimangono so-
lo le canalette e i buchi di palo che ne costituivano le fondamenta, erano caratte-
rizzate da una suddivisione interna in ambienti principali, definiti da pareti che iso-
lavano le aree delle absidi, e ambienti secondari. Vengono proposte alcune consi-
derazioni in merito alle tipologie delle fondazioni, alle dimensioni delle strutture,
ai sistemi di copertura, agli ingressi, alle suddivisioni e agli arredi interni, operan-
do anche confronti con strutture che presentano pianta simile appartenenti all’E-
truria, al territorio Falisco e al Latium vetus. Si operano anche confronti di tipo et-
nografico per meglio comprendere l’aspetto funzionale dei vari ambienti.
The paper analyzes the elliptical-plan huts brought to light at Sorgenti della Nova
(Farnese, Viterbo) and built on artificial terracing on the sides of a tuff crag. Gul-
lies and postholes, i.e. the foundations, are all what is left of these houses that were
characterized by internal division: the apses and the secondary rooms were separat-
ed by partitions of perishable materials. We here suggest some considerations about
the kinds of foundations, the size of the structures, the roof system, the entrance,
the internal subdivision and the furniture, also examining some dwellings with
similar plan belonging to settlements of Etruria, the Faliscan territory and Latium
vetus. We also examine ethnographic comparisons to better understand the func-
tional aspects of the different internal areas.
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Indice generale
Volume I
Prima sezione
L’alba dell’Etruria
23 Fenomeni di continuità e trasformazione nei secoli XII-VIII a.C.
Nuccia Negroni Catacchio
49 Discussione
Etruria e Lazio
93 Processi di protourbanizzazione in aree interne alla sinistra del Tevere.
Il caso dell’area ternana
Rita Paola Guerzoni
169 Corredi funerari femminili di rango a Vulci nella prima età del ferro:
il caso della Tomba dei Bronzetti sardi
Letizia Arancio - Anna Maria Moretti Sgubini - Enrico Pellegrini
257 Continuità e trasformazione nel paesaggio protostorico cerite. Alcuni nuovi dati
Orlando Cerasuolo
291 Discussione
311 Il processo storico nel Lazio antico tra la tarda età del bronzo
e la prima età del ferro: i protagonisti
Anna De Santis - Olimpia Colacicchi - Maria Rita Giuliani - Barbara Santoro
359 Discussione
361 Per una revisione del popolamento in Romagna nell’età del bronzo finale
Maurizio Cattani - Vittorio Cavani - Bernardo Rondelli
367 Il sito di Monte Battaglia e il ruolo dei passi appenninici alla fine dell’età del bronzo
Monica Miari
387 Nuove acquisizioni sul Villanoviano bolognese a quasi cento anni dalla scoperta
della necropoli di San Vitale da parte di Gherardo Ghirardini
Luigi Malnati - Caterina Cornelio - Davide Mengoli
441 Nuovi rinvenimenti del Bronzo Finale sul colle Sant’Elia a Spoleto
Nicola Bruni
Volume II
Aree di confronto
449 L’organizzazione del territorio in Polesine tra Bronzo Recente
e prima età del ferro iniziale (XIII-IX sec. a.C.)
Luciano Salzani - †Cecilia Colonna
455 L’Italia centrale adriatica tra il Bronzo Finale e la prima età del ferro
Marco Ritrecina
469 L’occupazione della Campania meridionale nella tarda età del bronzo:
fenomeni di continuità e discontinuità insediativa
Paola Aurino
511 Il cavaliere e la morte? Tombe con morsi di cavallo nella Campania protostorica
Marco Minoja
567 Discussione
568 I Sardi nell’Italia tirrenica nel Bronzo Finale - Primo Ferro (riassunto)
Anna Depalmas
569 Discussione
573 La céramique du Bronze Final dans le Sud de la Corse (XIIe-IXe siècle av. J.-C.)?:
les assemblages récurrents de type «?Apazzu-Castidetta-Cucuruzzu?»
Kewin Pêche-Quilichini
Seconda sezione
Ricerche e scavi
597 Aggiornamenti e riflessioni sul problema del sale
nella preistoria e nella protostoria
Tomaso Di Fraia
649 Nuove ricerche alla Grotta dei Santi (Monte Argentario, Grosseto)
Adriana Moroni Lanfredini - Margherita Freguglia - Federico Bernardini -
Giovanni Boschian - Carlo Cavanna - Jacopo Crezzini - Pamela Gambogi -
Laura Longo - Lucio Milani - Fabio Parenti - Stefano Ricci
663 Discussione
679 Discussione
697 Discussione
L’alba dell’Etruria
Fenomeni di continuità e trasformazione
nei secoli XII-VIII a.C.
Ricerche e scavi
Da molti anni gli studiosi di Protostoria e gli Etruscologi focalizzano la loro attenzione
volume I