Atti XV
vol. I
Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei
Ricerche e scavi
Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei
Ricerche e scavi
volume I
ISBN 9788894712506
Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei
Ricerche e scavi
Direzione scientifica
Nuccia Negroni Catacchio
Coordinamento scientifico
Massimo Cardosa, Laura Guidetti, Fabio Rossi, Christian Metta,
Matteo Aspesi, Veronica Gallo, Marco Romeo Pitone
Segreteria
Christian Metta, Veronica Gallo
Centro Studi di Preistoria e Archeologia
Enti Promotori
Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano
Comune di Valentano (VT) - Museo della preistoria della Tuscia
e della Rocca Farnese
Enti di patrocinio
Università degli Studi di Milano
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province
di Siena, Grosseto e Arezzo
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area
metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale
Regione Lazio
Fondazione Carivit, Viterbo
Sistema Museale del Lago di Bolsena
Contributi di
Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano
Comune di Valentano
Fondazione Carivit, Viterbo
Volume I
10 In ricordo di Giovanni Carboni
Francesco di Gennaro
15 Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei
15 Aspetti generali
97 L’Italia centro-settentrionale
Volume II
433 Le regioni meridionali
589 Le isole e i siti del Mediterraneo
697 Ricerche e scavi
Apparati
843 Elenco delle abbreviazioni
12
13
Rachele Modesto* Il presente lavoro costituisce la sintesi di alcuni dei risultati otte-
Anna Maria Tunzi** nuti sino ad ora dallo scavo microstratigrafico e dalle conseguenti
Italo Maria Muntoni***
Elena Dellù** indagini interdisciplinari sui resti archeologici e bioarcheologici
Francesca Alhaique**** dell’Ipogeo del Guardiano, uno degli ipogei dell’età del bronzo di
Giacomo Eramo***** Trinitapoli, località Madonna di Loreto (BT) (Tunzi Sisto 2005).
Martina Di Matteo******
Vittorio Mironti*
L’ipogeo
La struttura ipogeica, ubicata all’interno del Parco degli Ipogei (fig.
1), è scavata nel banco carbonatico (meglio noto come “crusta”) e
presenta una pianta articolata che si sviluppa in un lungo corridoio,
il cui primo tratto (di ca. 3 × 0,80 m) corre a cielo aperto e in leggera
pendenza (in direzione della camera) mentre il secondo (di ca.
6 × 2,20 m) è sotterraneo e consente l’accesso nella camera, unico
ambiente in cui è stato possibile intercettare modifiche strutturali
(ampliamenti e restringimenti) (Tunzi et alii 2017; 2018a; Modesto
2019). Al termine delle indagini, sul piano di base, è stato possibile
notare una sorta di dislivello, nella porzione di camera più prossima
al corridoio, che presenta un andamento curvilineo che sembrereb-
be estendersi anche nelle pareti dove crea un ingrottamento, sem-
pre con andamento circolare; questo dato potrebbe indicare la pre-
esistenza di una struttura a pianta semplice e circolare (tipologia
ben attestata nel Parco degli Ipogei: Tunzi Sisto 2005) successiva-
mente inglobata nella pianta dell’ipogeo (Tunzi et alii 2018a).
Anche se al momento non si dispone di datazioni assolute, dal-
lo studio stilistico-tipologico della ceramica (Tunzi et alii 2018a;
Modesto 2019) l’ipogeo sembra essere stato frequentato tra il
XVIII e il XV secolo a.C. (facies protoappenninica).
L’analisi stratigrafica, unita agli studi in corso sui materiali rin-
venuti all’interno dell’ipogeo, da una parte ha consentito di con-
fermare una frequentazione di tipo esclusivamente cultuale e
dall’altra ha messo in evidenza l’articolazione e l’evoluzione del
rituale stesso, distinguendo la frequentazione dell’ipogeo in due
fasi (fig. 1). È stata, inoltre, individuata una terza fase riferibile ai
livelli di “riempimento” della struttura, verosimilmente associabi-
512
1. A. Pianta del parco archeologico li a momenti successivi alla sua frequentazione antropica; questi
di Trinitapoli (BT); B. Foto livelli potrebbero essersi infiltrati naturalmente, ma non si esclude
zenitale dell’ipogeo in corso
di scavo; C. Camera, uno dei la possibilità che possano essere il risultato di un’azione volonta-
livelli archeologici della fase ria, magari proprio connessa al rituale di chiusura che sanciva il
2; D. Camera, uno dei livelli termine ultimo di frequentazione (Tunzi et alii 2017).
archeologici della fase 1;
E. Camera, al termine dello scavo
Complessivamente nella fase più antica di frequentazione (fase
(foto da archivio SABAP BAT-FG). 1), è documentato l’utilizzo del fuoco, ma sono i palchi di cervo a
A. Map of “Parco Archeologico costituire un elemento di forte caratterizzazione. I palchi, infatti,
di Trinitapoli” (BT); B. Zenithal sono abbondanti soltanto nei primi livelli di frequentazione dove
photo from the hypogeum under
excavation; C. Chamber, one sono stati rinvenuti in associazione ad una macina e a contenitori
archaeological levels from phase in buono stato di conservazione (fig. 2).
2; D. Chamber, one archaeological Nella fase più recente di frequentazione (fase 2), alla quale si
levels from phase 1; E. Chamber, at
the end of the excavation (photo by
riferisce gran parte dei livelli indagati, scompaiono quasi comple-
the SABAP BAT-FG Archive). tamente i palchi di cervo, ma sono presenti numerosissimi resti di
cani, mentre sono attestati resti umani (fig. 3), anche se non sem-
bra trattarsi di vere e proprie deposizioni, sia pure secondarie, ma
di ossa isolate. In questa fase cambia anche l’assetto della camera,
probabilmente per problemi di ordine strutturale connessi alla
stabilità delle pareti dell’ipogeo (Tunzi et alii 2017).
L’Ipogeo del Guardiano trova confronti più stringenti con le
strutture rinvenute a San Ferdinando di Puglia, in località Terra di
Corte (Tunzi Sisto 1999b), con le quali condivide l’articolazione
della pianta, l’arco cronologico e il tipo di frequentazione, che non
con i vicini Ipogei dei Bronzi (Tunzi Sisto 1999a), degli Avori
(Tunzi Sisto 2001; Peroni et alii 2003) e dei Fermatreccia (Tunzi et
alii 2018b; Modesto 2019), anch’essi con pianta articolata, ma nei
quali è documentata non solo una frequentazione anche successi-
va al Protoappenninico, ma anche una trasformazione delle strut-
ture in tombe collettive. (R.M. – A.M.T. – V.M.)
Analisi morfometrica
In riferimento alla quantificazione del repertorio ceramico, l’ana-
lisi tipologica aveva sin da subito evidenziato l’elevato numero di
frammenti a fronte di un numero basso di contenitori ben conser-
vati. Nell’ambito della Ricerca di Dottorato di una delle autrici
(R.M.), è stato applicato un protocollo di analisi che includesse
l’intero campione ceramico, pareti comprese, tenendo conto dello
stato dei frammenti, incluso il grado di arrotondamento delle frat-
ture. L’analisi è stata condotta con il fine di capire le modalità di
introduzione e lo stato di conservazione del materiale ceramico,
nonché il trattamento ad esso riservato, per comprenderne il
ruolo/i nell’ambito dei rituali. Una volta registrati tutti i parametri
metrici (altezza, larghezza, spessore massimo e minimo) si è pro-
ceduto con una selezione del dato, per diminuire il numero di
variabili da considerare. Il grado di arrotondamento è stato espres-
so con due variabili binarie, angolose e arrotondate. I dati e gli
513
2. Foto zenitale di uno dei livelli sarebbe passato un breve lasso di tempo tra la rottura dei conteni-
cultuali di fase 1 con il dettaglio tori e la loro deposizione all’interno della struttura (prevalenza di
di alcuni dei materiali rinvenuti.
A, C, D. Biconico rinvenuto in due fratture angolose); la maggiore incidenza di frammenti con fratture
distinte metà; B, E. Palchi di cervo; angolose, inoltre, non esclude la possibilità di un ripescaggio (invo-
F. Scodellina ben conservata (foto lontario) di materiali dai livelli inferiori interni all’ipogeo. Nono-
da archivio SABAP BAT-FG).
Zenithal photo of one of the cult
stante la forte incidenza di materiale con fratture angolose, sono
levels belonging to phase 1, with rari i casi in cui è stato possibile trovare frammenti combacianti;
detail of some of the finds. A, C, questo dato potrebbe essere strettamente connesso al rituale che
D. Biconical vessel found in two potrebbe aver previsto diversi passaggi prima del suo completa-
halves; B, E. Deer’s antlers; F.
Small bowl in good conservation mento tra cui la rottura del contenitore, seguita dall’introduzione
status (photo by the SABAP BAT-FG all’interno dell’ipogeo soltanto di una selezione di frammenti.
Archive). Non si registrano grandi differenze nelle tre fasi di vita dell’ipo-
geo; piccole ma interessanti discrepanze si riscontrano nella fase 3
che, rispetto a quanto osservato nelle fasi 1 e 2, presenta frammen-
ti più piccoli e i valori degli spessori sono più bassi. Questa diffe-
renza potrebbe essere giustificata proprio dal fatto che la fase 3 si
riferisce alla fase successiva alla frequentazione e quindi i fram-
menti ivi rinvenuti potrebbero essere stati coinvolti in dinamiche
diverse rispetto a quelli provenienti dai livelli di vera frequenta-
zione della struttura, come ad esempio: l’infiltrazione di terreno e
materiale dall’esterno (in questo caso si tratterebbe di un’azione
non controllata) o parte integrante di un rituale di chiusura della
struttura (azione controllata) che potrebbe aver previsto un diver-
so trattamento dei frammenti ceramici rispetto a quello riservato
ai frammenti relativi alle fasi di frequentazione. Tra le fasi di fre-
quentazione la 2 è quella che probabilmente ha avuto una durata
maggiore e ciò potrebbe giustificare l’alta incidenza di frammenti
che presentano fratture in parte angolose e in parte arrotondate,
collegabili sia al movimento di persone all’interno dell’ipogeo tale
da provocare fratture da calpestio, sia alle intense attività di natu-
ra rituale ben documentate nella fase 2 e possibili anche nella fase
3 (se si pensa ad un rituale di chiusura della struttura).
Analisi archeometriche
Un campione del materiale ceramico è stato inoltre sottoposto ad
analisi archeometriche. La ceramica deposta per attività di culto è
stata utilizzata, attraverso la definizione delle relative petrofacies e
quindi degli ambienti di provenienza delle materie prime, per mi-
surare l’areale entro il quale si muovevano la o le comunità coin-
volte nelle attività cultuali, in relazione a più ampi aspetti socio-
ideologici. Un totale di 48 frammenti ceramici sono stati quindi
analizzati presso i laboratori del Dipartimento di Scienze della
Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari Aldo
Moro, mediante microscopia ottica polarizzata in sezione sottile
(POM), diffrazione di raggi X su polveri (XRPD) e fluorescenza
di raggi X (XRF). La selezione del campione è stata effettuata
dopo un’analisi macroscopica e morfometrica di un totale di 153
frammenti ceramici.
515
Industria litica
Le indagini stratigrafiche nell’Ipogeo del Guardiano hanno resti-
tuito un numero limitato di manufatti in pietra scheggiata. La
scarsa presenza di industria litica, probabilmente, è riconducibile
alla tipologia stessa della struttura, inoltre, come già ipotizzato
(Tunzi et alii 2018a), è possibile che i rituali svolti all’interno della
struttura prevedessero un maggior uso di strumenti metallici a di-
scapito dei manufatti litici. La maggioranza dei manufatti ritocca-
ti mostra caratteristiche morfofunzionali che riconducono a possi-
bili attività di taglio e allo stesso modo potrebbero essere attribu-
iti a quest’attività anche gli elementi laminari non ritoccati
presenti nel campione. La presenza, invece, all’interno dell’ipogeo
di manufatti come grattatoi, intaccature etc., associabili ad attività
516
Resti antropologici
I resti umani rinvenuti nella fase più recente di frequentazione
(fase 2) si presentano disarticolati e distribuiti arealmente tra i set-
tori “a” e “b” della camera (fig. 3A). Nello specifico si tratta di
materiale osteologico quasi integralmente in stato frammentario
riferibile a differenti distretti anatomici, con una predominanza di
frammenti cranici; il tutto è pertinente a soggetti variegati colloca-
bili tra l’età perinatale e quella adulta (Cattaneo, Grandi 2004;
White, Folkens 2005; Canci, Minozzi 2007).
I reperti mostrano una marcata alterazione cromatica tendente
al bruno-rossastro, fratturazioni e parziali perdite della corticale
ossea da riconnettere ad azioni di combustione, per le quali si pro-
cederà con accertamenti specifici ai fini della determinazione della
presenza di osso secco o con rivestimento tissutale al momento
della somministrazione del fuoco (Schmidt, Symes 2015).
Di interesse è un cranio integro collocato al limite tra i settori
“a” e “b” della camera, pertanto non molto distante dal tratto di
corridoio coperto, a cui risulta associabile una mandibola, rinve-
nuta a poca distanza in direzione N-E (fig. 3B). Il cranio presen-
ta due lesioni da taglio lineari e superficiali localizzate sul fronta-
le sinistro e sul parietale e temporale destro, non riconducibili a
modificazioni diagenetiche e tafonomiche (fig. 3C). Per tali indi-
catori, per i quali sono in corso accertamenti mirati, possiamo al
momento ipotizzare pratiche di trattamento/manipolazione del
cranio plausibilmente da connettere al rito o ad eventi traumati-
ci subiti in vita (Ortner, Putschar 1985; Cattaneo, Grandi 2004;
Rubini 2008; Cattaneo, Porta 2009; Fornaciari, Giuffra 2009;
Ortner 2012; Roberts, Manchester 2010). (E.D.)
Resti archeozoologici
Il campione faunistico rinvenuto nell’ipogeo include un totale di
1.009 frammenti, di cui 906 (89,8%) sono riferibili alle tre fasi di
frequentazione della struttura (Tunzi et alii 2018a; Di Matteo et
alii c.s.a).
La distribuzione dei materiali lungo la sequenza stratigrafica
non è omogenea, infatti circa l’87% dei frammenti ossei proviene
dalla fase 2, considerata quindi quella più documentata nel sito.
Inoltre, i resti faunistici sono stati recuperati prevalente-
mente dalla camera, con una piccola percentuale che proviene
dalla parte finale del corridoio che conduceva alla struttura
centrale. Questo conferma la camera come fulcro delle attività
517
518
3. A. Planimetria dell’ipogeo (US di culto, in particolare quelle in cui gli animali assumono un
53) con localizzazione dei reperti ruolo centrale.
ossei e ceramici; B. US 53, cranio
e mandibola disconnessi pertinenti Nonostante la variabilità dello stato di conservazione e del gra-
al medesimo individuo; C. US 53, do di frammentazione dei resti ossei tra le diverse fasi, la percen-
cranio con lesione lineare da taglio tuale di reperti determinati è tale da consentire di indagare diacro-
sull’osso frontale sinistro (foto da
archivio SABAP BAT-FG).
nicamente e sincronicamente l’uso degli animali nell’ambito dei
A. Planimetry of the hypogeum rituali svolti all’interno dell’ipogeo.
(SU 53) with location of bone Nelle primissime fasi di frequentazione dell’ipogeo (fase 1, NR
and ceramic finds; B. SU = 22), strettamente legate ad attività cultuali come sottolinea l’in-
53, disconnected skull and jaw
pertinent to the same individual; sieme delle evidenze archeologiche recuperate da questi livelli
C. SU 53, skull with linear cut (fig. 2), il rituale è caratterizzato dalla presenza quasi esclusiva di
injury on the left frontal bone palchi di Cervus elaphus.
(photo by the SABAP BAT-FG
Archive).
I suddetti palchi (7 NR), riferibili a circa sei individui maschi di
età adulta, sono quasi tutti di caduta, ad eccezione di uno, e ciò
potrebbe suggerire una stagionalità non solo nella raccolta dei pal-
chi, ma di conseguenza anche nel rituale stesso (infatti i cervi ma-
schi “perdono” i loro palchi durante la stagione primaverile, suc-
cessivamente alla fine della stagione degli amori).
La ricorrenza del cervo all’interno di contesti ipogeici rituali è
attestata anche nei vicini Ipogei 2 e 3 dell’età del bronzo in locali-
tà Terra di Corte (San Ferdinando di Puglia), coevi all’Ipogeo del
Guardiano (Oronzo 1995).
I pochi altri elementi determinabili appartengono ad ovini, bo-
vini e suini, e sono presumibilmente riferibili a resti di pasto. Tra i
molluschi sono presenti il Cerastoderma edule e la Glycymeris in-
subrica, specie eduli tipiche del mar Mediterraneo.
La seconda fase ha restituito un campione osseo molto consi-
stente (NR = 781) che ha permesso la determinazione di uno spet-
tro faunistico più ampio e variegato.
Il taxon dominante è il cane (Canis familiaris) – esclusivo di
questa fase al pari dei resti umani – rappresentato da almeno tre
individui (un perinatale, un giovanissimo e un giovane) presumi-
bilmente trasportati integri, forse ancora vivi, all’interno dell’ipo-
geo (Di Matteo et alii c.s.b).
Il cane è noto per il suo forte valore simbolico e si trova spesso
in contesti funerari, già a partire dal Paleolitico. Per ciò che ri-
guarda i contesti coevi all’ipogeo, resti di cani in età perinatale
sono stati rinvenuti, ad esempio, nella tomba 743 di Lavello (PZ)
(Wilkens 1994).
La sepoltura di almeno un cane in una struttura ipogeica mi-
nore nel sito 2 della diga della Rendina testimonia la stretta rela-
zione tra ipogeismo e cani (Cipolloni Sampò 1998). Resti spora-
dici di cani, inoltre, sono stati rinvenuti nell’Ipogeo 2 di Terra di
Corte (San Ferdinando di Puglia: Oronzo 1995) e nell’Ipogeo
dei Fermatreccia, anch’esso nel Parco Archeologico degli Ipogei
di Trinitapoli.
Anche per le altre specie domestiche (ovicaprini, bovini e sui-
ni) si segnala la presenza di individui giovani e giovanissimi, ma
519
Considerazioni conclusive
Per concludere, l’integrazione di studi di carattere tipologico e
morfometrico sulla ceramica e sull’industria litica con analisi ar-
cheometriche applicate al materiale ceramico, da una parte, e
l’analisi di altre classi di materiali, quali i resti antropologici e
archeozoologici, dall’altra, sta permettendo di delineare un qua-
dro più puntale circa le dinamiche relative alle modalità di fre-
quentazione di questa struttura nel corso del tempo. Il prosieguo
dello studio (anche di altri reperti, come quelli archeobotanici
ad esempio), i risultati delle analisi in corso e l’integrazione di
nuove indagini potrà certamente fornire un saldo punto di par-
tenza su cui poter formulare una quanto più completa ipotesi di
interpretazione del contesto. (R.M. – A.M.T. – I.M.M. – E.D. –
F.A. – G.E. – M.D.M. – V.M.)
520
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521
Riassunto / Abstract Si presentano i risultati preliminari di scavo e delle analisi applicate ad alcune
classi di materiali provenienti dall’Ipogeo del Guardiano, una delle strutture
dell’età del bronzo ubicate nel Parco degli Ipogei di Trinitapoli (BT), la cui
frequentazione, sulla base dello studio stilistico-tipologico della ceramica, rica-
drebbe nell’ambito della facies protoappenninica. Grazie all’analisi dei dati
stratigrafici, dei resti archeologici (ceramica e litica scheggiata) e bioarcheologi-
ci (faune e resti antropologici) sono state proposte due distinte fasi di vera e
propria frequentazione della struttura in cui è stato possibile leggere l’evoluzio-
ne della pianta dell’ipogeo e del/i rituale/i nel corso del tempo. È stata, inoltre,
distinta una terza fase pertinente al post-frequentazione i cui materiali presen-
tano delle differenze con quelli relativi alla frequentazione della struttura.
This paper presents the preliminary results of the excavations carried out at the
Ipogeo del Guardiano and of the analyses performed on some classes of materials
recovered there. The structure is one of the Bronze Age features identified in the
Parco degli Ipogei di Trinitapoli (BT, Italy); according to typological studies on
pottery this hypogeum was occupied by human groups referable to the “Protoap-
penninica” facies. The combined analysis of stratigraphical data, material culture
(pottery and lithic finds), faunal and human remains allows recognizing two oc-
cupational phases in the structure which mirror the evolution though time of its
planimetry and of the ritual/s performed. Furthermore, a third phase, following
the actual occupational ones, has been identified; its material culture shows dif-
ferences from the preceding phases.
522
Volume I
Aspetti generali
17 Ipogei. La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei nella pre- e protostoria
nel territorio di Vulci
Nuccia Negroni Catacchio - Matteo Aspesi - Christian Metta - Veronica Gallo
29 L’uso delle cavità naturali in funzione domestica e/o cultuale: alcuni esempi
dalla preistoria italiana
Renata Grifoni Cremonesi
49 Discussione
51 Grotte come spazi rituali. Recenti scavi archeologici nelle grotte dell’Armenia
Artur Petrosyan - Boris Gasparyan - Maria Rosa Iovino - Hasmik Margaryan -
Roberto Dan
73 Recenti studi sull’architettura rupestre nell’Altopiano Armeno: problematiche
e prospettive di ricerca
Roberto Dan - Boris Gasparyan - Priscilla Vitolo - Soseh Aghaian -
Artur Petrosyan
L’Italia centro-settentrionale
99 Evidenze di culto della prima età del bronzo nella grotta Altro Pianet di Grone
(BG)?
Cristina Longhi - Marco Tremari - Claudia Mangani - Umberto Tecchiati -
Alfonsina Amato
105 Il ritrovamento di un cranio eneolitico nella grotta Marcel Loubens (San Lazzaro
di Savena, BO): analisi antropologica e ricostruzione del rituale funerario
Teresa Nicolosi - Monica Miari - Rita Sorrentino - Annalisa Pietrobelli -
Valentina Mariotti - Jo De Waele - Daniele Scarponi - Luca Grandi - Nevio Preti
- Lucia Castagna - Stefano Benazzi - Maria Giovanna Belcastro
121 Discussione
123 Attività artigianali specializzate nella Grotta Serafino Calindri (San Lazzaro
di Savena) durante l’età del bronzo
Paolo Boccuccia - Alessandra Celant - Fabrizio Finotelli - Rossana Gabusi
137 Nuovi dati dall’Eneolitico delle Marche: la necropoli in località San Claudio
- Campiglione (FM). Risultati preliminari
Paola Mazzieri - Claudio Cavazzuti - Marco Mulargia - Tania Quero
141 Discussione
143 I luoghi di culto nelle cavità naturali dell’età del bronzo in Italia centrale: il caso
della Grotta di Fondarca – Marche (Riassunto)
Gian Maria Di Nocera, Fabio Rossi
144 Discussione
147 La ceramica dell’età del bronzo delle campagne di scavo 2001-2005 nella Grotta
di Fondarca (PU)
Martina Ciavardini
157 Discussione
159 Uso degli spazi sotterranei nell’Umbria pre-protostorica
Maria Cristina De Angelis
179 La grotta di San Francesco a Titignano (Orvieto, TR). Alcune riflessioni sulla
frequentazione a scopo rituale delle cavità naturali dell’area umbra-senese
durante la media età del bronzo
Chiara De Marco
199 Discussione
201 Le deposizioni di ossa umane disarticolate e di frammenti di ceramica nel Riparo
Di Cicco 1 di Civitaluparella (CH): le parti e il tutto, il suolo e il sottosuolo
Tomaso Di Fraia - Gianni Furiassi - Guido Palmerini
215 Discussione
217 Lavori nel sottosuolo al Poggio di Spaccasasso (Alberese, Grosseto): attività
estrattive, forme architettoniche involontarie e riutilizzo di ambienti in un
contesto minerario del tardo Neolitico
Andrea Terziani - Nicoletta Volante
235 Discussione
239 La cultura eneolitica delle tombe a fossa: aggiornamenti e revisioni
Andrea Jacopo Sala
251 Discussione
253 L’utilizzo di grotte funerarie nell’Italia centrale in età protostorica. Il caso studio
di Grotta della Spinosa (Massa Marittima)
Antonietta Del Bove - Biancamaria Aranguren
259 Lo spazio funzionale e rituale. Nuove riflessioni alla luce delle indagini
della necropoli del Mandrione di San Giovanni (Ischia di Castro - VT)
Matteo Aspesi - Stella Interlando - Andrea Jacopo Sala
283 Discussione
285 La cultura di Rinaldone. Nuove prospettive di ricerca
Matteo Aspesi
313 Discussione
317 Nuovi materiali eneolitici dal Museo Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti”
di Ischia di Castro (VT) e una revisione delle necropoli di Poggio Volparo (Ischia
di Castro, VT) e di Pian Costanzi (Sorano, GR)
Andrea Jacopo Sala
327 Codice grotte: morfologia, topografia e cronologia delle cavità naturali
della Maremma tosco-laziale tra l’Eneolitico e l’età del bronzo
Christian Metta
339 Discussione
343 Nuove considerazioni sulla rappresentazione demografica e sul rituale funerario
nelle cavità funerarie nella Maremma tosco-laziale tra l’Eneolitico e l’età
del bronzo
Christian Metta - Teresa Nicolosi
353 Dalle grotte alle acque lungo i corsi dei fiumi Fiora e Albegna: cavità, risorse
naturali e attrattori culturali nelle frequentazioni eneolitiche e dell’età del
bronzo
Christian Metta - Giovanna Pizziolo
367 Nuove tombe a camera dell’età del bronzo nell’area di attestazione primaria
Biedano-Mignone
Francesco di Gennaro - Luciano Santella
375 Discussione
Volume II
Le regioni meridionali
435 Nel buio dell’ipogeo: rituali di morte dal Neolitico all’età del bronzo nella Puglia
settentrionale
Anna Maria Tunzi - Elena Dellù - Nicola Gasperi - Mariangela Lo Zupone -
Francesco Matteo Martino - Tania Quero - Angela Sciatti
445 Discussione
447 Ricostruzione delle abitudini alimentari di un gruppo umano neolitico tramite
analisi spettrometriche di resti scheletrici recuperati all’interno dell’Ipogeo F
del sito archeologico di Santa Barbara (Polignano a Mare, Puglia)
Ilaria Vigliarolo - Rocco Sanseverino - Fulvio Bartoli
455 La fauna di alcuni complessi ipogei dal sito neolitico di Santa Barbara, in Puglia
centrale, alla luce delle recenti indagini
Maria Maurizio - Rocco Sanseverino
461 Tanatologia delle sepolture neolitiche rinvenute all’interno dell’Ipogeo F nel sito
archeologico di Santa Barbara (Polignano a Mare, Puglia)
Rocco Sanseverino - Sandro Sublimi Saponetti - Ilaria Vigliarolo
465 Discussione
467 La necropoli di tombe a grotticella del Neolitico finale di Cava Ripatetta
(Lucera – FG). Risultati preliminari
Domenico Oione - Italo M. Muntoni - Tania Quero - Rachele Modesto -
Andrea D’Ardes
479 Discussione
481 Rituali nel profondo delle grotte. Aspetti culturali da Grotta San Biagio (Ostuni
- Brindisi) nel quadro delle evidenze neo-eneolitiche della Puglia centrale
Antonio Curci - Francesco Genchi
493 Discussione
497 Ipogei funerari eneolitici nell’alto Tavoliere e nel Subappennino daunio.
I casi di Torre de Rubeis a Troia e di Masseria D’Amendola a Deliceto (Foggia)
Italo Maria Muntoni - Domenico Oione - Raffaele Fanelli - Nicola Gasperi -
Ginevra Panzarino - Tania Quero
501 Le grotte del Sud-Est peninsulare nell’età del rame: luoghi identitari in cui
onorare gli antenati e le divinità
Giorgia Aprile - Ida Tiberi
511 I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.:
un approccio interdisciplinare
Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo M. Muntoni - Elena Dellù -
Francesca Alhaique - Giacomo Eramo - Martina Di Matteo - Vittorio Mironti
523 Tombe a camera e a grotticella della Daunia tra V e III secolo a.C.
Architettura, pitture funerarie e contesti
Andrea Celestino Montanaro
557 Un geo-database dell’utilizzazione delle cavità naturali in Italia meridionale
tra Neolitico e prima età del ferro ed un modello predittivo su un caso studio:
la Lucania occidentale
B. Alberto Ricciardi - Federico Nomi - Michele Truffi - Giovanni D’Andrea -
Vittorio Cossio - Erwan Gueguen
569 Discussione
571 Il sepolcreto sotterraneo di Grotta della Monaca (Sant’Agata di Esaro, Cosenza).
Aspetti archeologici
Felice Larocca
585 Discussione
Ricerche e scavi
699 The Late Copper Age Settlement Levels at the San Martino Site, Torano
di Borgorose (RI)
Elizabeth Colantoni - Gabriele Colantoni - Serena Cosentino - Gianfranco Mieli
Apparati
843 Elenco delle abbreviazioni
845 Indice generale