Sei sulla pagina 1di 37

PPE XV PPE.

Atti XV
vol. I

PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei
Ricerche e scavi

ATTI DEL QUINDICESIMO INCONTRO DI STUDI


PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA
L’ipogeismo è uno dei temi più appassionanti e maggiormente studiati nella pre e protostoria; grandi
caverne, tombe sotterranee dalla complessa architettura, abitati rupestri hanno da sempre spinto gli ar-
cheologi alla ricerca del significato e dell’uso di questi mondi sotterranei, spesso frequentati per sempli-
ce bisogno di protezione, per trovare un riparo dal mondo esterno, talvolta ostile. Ma i ritrovamenti ar-
cheologici ci hanno fatto capire che le caverne sono uno spazio a sé, collocato tra il modo dei vivi e
l’universo dove si andrà a stare dopo la morte, una zona di passaggio, la porta su un altro mondo, popo-
lato da divinità buone o cattive, che bisognava incominciare a coltivare già durante la vita. La vita
nell’Aldilà, a giudicare dai corredi tombali, non doveva essere molto dissimile da quella che il defunto
aveva condotto in questo mondo, ma certamente ogni comunità avrà avuto una visione abbastanza chia-
ra dell’architettura del regno dei morti, delle leggi che lo regolavano e di cosa vi accadeva; si sarà co-
struita una visione mentale più o meno rassicurante.
Le tombe sono la casa dei defunti, che ormai vivono nell’altro mondo; ma sembrerebbe che questa casa,
e tutto il corredo contenuto, pur occupando uno spazio preciso su questa terra, dove i vivi possono visi-
tarla, in qualche modo si sia trasferita nell’Aldilà dove i defunti possono continuare ad usarla e a con-
durre la propria vita.
Gli insediamenti rupestri sono soprattutto di epoca medievale, ma quello di Sorgenti della Nova risale al
Bronzo Finale e sicuramente altri saranno riconosciuti in aree diverse. Anche in questo caso occorre stu-
diarne l’architettura e le funzioni (tempio, abitazione, magazzino etc.), ma soprattutto comprendere le
motivazioni della scelta, dato che nel medesimo sito, e quasi a contatto con queste, sono state costruite
abitazioni e ambienti di servizio all’aperto con le stesse funzioni, ma in materiali deperibili.
Il convegno si è proposto di indagare tutti gli aspetti dell’ipogeismo, i caratteri strutturali, quelli fun-
zionali e, per quanto possibile, le motivazioni che hanno indotto alcuni membri delle comunità antiche
a scegliere o a costruire ambienti sotterranei.
Lo scopo ultimo è stato quello di avere uno studio generale del fenomeno in tutti i suoi aspetti, che possa
permettere di comprendere meglio il significato dei singoli rinvenimenti e di inserirli in un quadro generale.
Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i necessari confronti sono stati pre-
sentati anche interventi relativi ad aree diverse, dell’Europa e del Mediterraneo. In qualche caso, stret-
tamente legato all’Etruria, si sono anche analizzati elementi di epoca più recente, come esiti dei feno-
meni protostorici.
ATTI DEL QUINDICESIMO INCONTRO DI STUDI
La seconda sezione raccoglie gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre- e protostoriche effet-
tuate in Etruria, ma non solo, durante gli ultimi anni, con preferenza per gli aggiornamenti dei temi
affrontati nei convegni precedenti.
volume I
CENTRO STUDI DI PREISTORIA E ARCHEOLOGIA
Milano
le edizioni del CSP
Centro Studi di Preistoria e Archeologia
PPE.Ati XV.indb 1 26/08/22 15:13
PPE.Ati XV.indb 2 26/08/22 15:13
PREISTORIA E PROTOSTORIA IN ETRURIA

ATTI DEL QUINDICESIMO INCONTRO DI STUDI

Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei

Ricerche e scavi

In memoria di Giovanni Carboni

volume I

Centro Studi di Preistoria e Archeologia


Milano

PPE.Ati XV.indb 1 26/08/22 15:13


In copertina
Grotta Nuova (Ischia di Castro, VT),
fotografia di Christian Metta.
Idoletto fittile di Grotta dell’Infernetto
(Ischia di Castro, VT), disegno di Christian Metta.

ISBN 9788894712506

L’editore ringrazia gli autori per avere cortesemente


fornito testi e immagini per questo volume,
autorizzandone la pubblicazione.

© 2022 Centro Studi di Preistoria e Archeologia


viale Lazio 26, 20135 Milano
www.preistoria.it
Tutti i diritti riservati

PPE.Ati XV.indb 2 26/08/22 15:13


Atti del Quindicesimo Incontro di Studi
Valentano (VT), 11-13 Settembre 2020

Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei
Ricerche e scavi

a cura di Nuccia Negroni Catacchio,


Christian Metta, Veronica Gallo, Matteo Aspesi

PPE.Ati XV.indb 3 26/08/22 15:13


Preistoria e Protostoria in Etruria

Quindicesimo Incontro di Studi


Valentano, 11-13 Settembre 2020

Direzione scientifica
Nuccia Negroni Catacchio

Coordinamento scientifico
Massimo Cardosa, Laura Guidetti, Fabio Rossi, Christian Metta,
Matteo Aspesi, Veronica Gallo, Marco Romeo Pitone

Segreteria
Christian Metta, Veronica Gallo
Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Enti Promotori
Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano
Comune di Valentano (VT) - Museo della preistoria della Tuscia
e della Rocca Farnese

Enti di patrocinio
Università degli Studi di Milano
Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province
di Siena, Grosseto e Arezzo
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area
metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale
Regione Lazio
Fondazione Carivit, Viterbo
Sistema Museale del Lago di Bolsena

Contributi di
Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano
Comune di Valentano
Fondazione Carivit, Viterbo

PPE.Ati XV.indb 4 26/08/22 15:13


Presidenze
Maria Bernabò Brea, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria
Massimo Cardosa, Museo di Preistoria e Protostoria della Valle
del fiume Fiora, Manciano; Accademia di Belle Arti di Brera, Milano;
Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano
Francesco di Gennaro, già Soprintendente del Museo Nazionale
Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”; C.S.P. Renato Peroni
Margherita Eichberg, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio
per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria
meridionale
Alessandro Guidi, Università Roma Tre
Monica Miari, Presidente Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria;
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città
metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia
e Ferrara

Atti del Quindicesimo Incontro di Studi


Coordinamento e redazione
Matteo Aspesi, Veronica Gallo e Christian Metta
Impaginazione
Laura Guidetti

PPE.Ati XV.indb 5 26/08/22 15:13


Premessa

L’ipogeismo è uno dei temi più appassionanti e maggiormente studiati


nella pre e protostoria; gran-di caverne, tombe sotterranee dalla comples-
sa architettura, abitati rupestri hanno da sempre spinto gli archeologi alla
ricerca del significato e dell’uso di questi mondi sotterranei, spesso fre-
quentati per semplice bisogno di protezione, per trovare un riparo dal
mondo esterno, talvolta ostile. Ma i ritrovamenti archeologici ci hanno
fatto capire che le caverne sono uno spazio a sé, collocato tra il modo dei
vivi e l’universo dove si andrà a stare dopo la morte, una zona di passag-
gio, la porta su un altro mondo, popolato da divinità buone o cattive, che
bisognava incominciare a coltivare già durante la vita. La vita nell’Aldilà,
a giudicare dai corredi tombali, non doveva essere molto dissimile da
quella che il defunto aveva condotto in questo mondo, ma certamente
ogni comunità avrà avuto una visione abbastanza chiara dell’architettura
del regno dei morti, delle leggi che lo regolavano e di cosa vi accadeva; si
sarà costruita una visione mentale più o meno rassicurante.
Le tombe sono la casa dei defunti, che ormai vivono nell’altro mondo; ma
sembrerebbe che questa casa, e tutto il corredo contenuto, pur occupando
uno spazio preciso su questa terra, dove i vivi possono visitarla, in qualche
modo si sia trasferita nell’Aldilà dove i defunti possono continuare ad
usarla e a condurre la propria vita.
Gli insediamenti rupestri sono soprattutto di epoca medievale, ma quello
di Sorgenti della Nova risa-le al Bronzo Finale e sicuramente altri saranno
riconosciuti in aree diverse. Anche in questo caso occorre studiarne l’archi-
tettura e le funzioni (tempio, abitazione, magazzino etc.), ma soprattutto
comprendere le motivazioni della scelta, dato che nel medesimo sito, e
quasi a contatto con queste, sono state costruite abitazioni e ambienti di
servizio all’aperto con le stesse funzioni, ma in materiali deperibili.
Il convegno si è proposto di indagare tutti gli aspetti dell’ipogeismo, i ca-
ratteri strutturali, quelli funzionali e, per quanto possibile, le motivazioni
che hanno indotto alcuni membri delle comunità anti-che a scegliere o a
costruire ambienti sotterranei.
Lo scopo ultimo è stato quello di avere uno studio generale del fenomeno
in tutti i suoi aspetti, che possa permettere di comprendere meglio il signi-
ficato dei singoli rinvenimenti e di inserirli in un quadro generale.
Ogni caso di studio presentato ha ovviamente illustrato i rinvenimenti,
ma anche inserito l’ambiente ipogeo in una tipologia di massima, qui di
seguito indicata:
- naturali (grotte, inghiottitoi, ripari sotto roccia, cunicoli etc.) e la loro
breve descrizione morfologica (zone modificate, uno o più ambienti, e
quali usati, presenza di acqua etc.);
- artificiali funerari (tombe a forno, a camera, a più ambienti, con o senza
tumulo di copertura) e la loro descrizione architettonica;
- artificiali abitativi o cultuali (ambienti di servizio, abitazioni rupestri,
luoghi di culto, templi sotterranei) e la loro descrizione architettonica.
È anche stata presa in esame la funzione, che spesso può essere multipla
(per le grotte: abitazione temporanea o stabile, santuario, luogo di sepol-
tura; per le tombe: santuari, luoghi cerimoniali, cenotafi; per gli ambienti
artificiali: tempio, abitazione, magazzino etc.).

Come sempre il tema ha riguardato l’Etruria in senso lato, ma per i neces-


sari confronti sono stati presentati anche interventi relativi ad aree diver-
se, dell’Europa e del Mediterraneo. In qualche caso, strettamente legato

PPE.Ati XV.indb 6 26/08/22 15:13


all’Etruria, si sono anche analizzati elementi di epoca più recente, come esiti
dei fenomeni protostorici.
La seconda sezione raccoglie gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre
e protostoriche effettuate in Etruria, ma non solo, durante gli ultimi anni, con
preferenza per gli aggiornamenti dei temi affrontati nei convegni precedenti.

In conclusione, desidero ringraziare innanzitutto gli intervenuti che hanno


dato spessore scientifico a questo Incontro di Studi e ricordare e ringraziare
quanti si sono prodigati per la buona riuscita del convegno: i presidenti delle
diverse sedute, i cui nomi sono citati nelle pagine iniziali, il sindaco e in gene-
rale l’amministrazione comunale di Valentano, che, a causa della pandemia
che ha reso difficile gli spostamenti, ha ospitato il Convegno per tutti e tre i
giorni. Gli Enti e le Istituzioni che hanno dato il loro prezioso appoggio, e il
loro patrocinio, sono anch’essi citati nelle pagine iniziali di questi Atti. A
tutti loro siamo molto grati per l’interessamento e per il contributo finanziario
e organizzativo; un particolare ringraziamento va alle Soprintendenze Arche-
ologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia
di Viterbo e l’Etruria meridionale e per le province di Siena, Grosseto e Arez-
zo che come sempre hanno dato un amichevole appoggio e hanno contribuito
con la presentazione delle loro ricerche alla riuscita scientifica del convegno,
anche se in questa occasione l’incontro si è tenuto solo nel territorio di Viter-
bo. Ancora un grato ringraziamento va alla Fondazione Carivit di Viterbo,
che, come ogni anno, ha sostenuto le nostre attività in Etruria concedendo il
proprio patrocinio e un indispensabile finanziamento.
Desidero infine ringraziare tutti i miei collaboratori e per primi i membri del
comitato scientifico: Massimo Cardosa, responsabile in particolare dello scavo
di Duna Feniglia e direttore del Museo di Preistoria e Protostoria della Valle
del fiume Fiora di Manciano, Laura Guidetti, redattrice di tutte le pubblica-
zioni del Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Fabio Rossi, conduttore sul
campo dello scavo di Duna Feniglia e direttore del Museo della preistoria
della Tuscia e della Rocca Farnese di Valentano che, sempre in accordo con il
Sindaco, ci concede da molti anni la sala conferenze del Museo, Christian
Metta, socio e segretario del Centro Studi di Preistoria e Archeologia, dottore
di ricerca presso l’Università di Pisa, Matteo Aspesi e Veronica Gallo, soci e
collaboratori del Centro Studi di Preistoria e Archeologia e, infine, Marco
Romeo Pitone, socio e collaboratore del Centro Studi di Preistoria e Archeo-
logia e Project Manager Archaeology presso Jarrow Hall Anglo-Saxon Farm,
Village and Bede Museum.
Un ringraziamento va ai co-curatori di questi Atti, Christian Metta, Veronica
Gallo e Matteo Aspesi, che hanno condotto con efficienza l’organizzazione del
convegno e della pubblicazione.
Ringrazio inoltre Virginia Guerra, che continua l’opera di Anna Passoni, cu-
rando la trascrizione delle discussioni tenute durante il convegno.
Infine, ringrazio ancora una volta tutti i miei allievi e collaboratori impegnati
sugli scavi di Sorgenti della Nova e Duna Feniglia, che con molta passione e
capacità si impegnano nelle nostre comuni ri-cerche nell’ambito del Centro
Studi di Preistoria e Archeologia, contribuendo ad accrescere il patri-monio
culturale del territorio che ci ospita.
Da ultimo, desideriamo tutti ricordare con rimpianto e affetto l’amico e colle-
ga Giovanni Carboni, cui ci legano lunghi anni di ricerca comune sulla cultu-
ra di Rinaldone. Alla sua memoria dedichiamo gli Atti di questo Convegno.

Nuccia Negroni Catacchio


Già Università degli Studi di Milano
e Politecnico di Milano
Presidente del Centro Studi di Preistoria e Archeologia

Milano, agosto 2022

PPE.Ati XV.indb 7 26/08/22 15:13


PPE.Ati XV.indb 8 26/08/22 15:13
Sommario

Volume I
10 In ricordo di Giovanni Carboni
Francesco di Gennaro

15 Ipogei
La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei

15 Aspetti generali

97 L’Italia centro-settentrionale

Volume II
433 Le regioni meridionali
589 Le isole e i siti del Mediterraneo
697 Ricerche e scavi

Apparati
843 Elenco delle abbreviazioni

845 Indice generale

PPE.Ati XV.indb 9 26/08/22 15:13


In ricordo di Giovanni Carboni
Francesco di Gennaro

PPE.Ati XV.indb 10 26/08/22 15:13


Il determinante e vivace contributo di Giovanni Carboni in occa-
sione del XV Incontro di Studi Preistoria e Protostoria in Etruria,
articolato in una relazione condivisa, in interventi di discussione e
nella presentazione dell’opera “Roma prima del mito”, è stato l’ul-
timo, perché egli è venuto a mancare il 3 agosto 2021, in seguito al
fulmineo decorso di una malattia improvvisa.
Della vulcanica personalità scientifica di Gianni Carboni due
sono i principali tratti che a mio parere meritano di essere sottoli-
neati: l’autodisciplina e l’attenzione per le opportunità formative
liberamente disponibili, in un percorso del tutto autodidattico, da
una parte, e l’atteggiamento oltremodo generoso, sempre positivo
e improntato alla assoluta estraneità alle maldicenze e agli intrighi,
dall’altra.
La sua determinazione e il suo equilibrio, sia nel percorso di
crescita professionale, sia nel farsi accettare dall’istituzione acca-
demica in cui si era inserito, diventandone un membro indispen-
sabile, hanno fatto dimenticare a tutti il suo percorso formativo
autonomo e individuale, facendone una figura che sul piano
dell’affidabilità e dei risultati scientifici era difficilmente distingui-
bile da un docente titolato e qualificato.
La contiguità anagrafica e la vicinanza operativa delle nostre
vicende personali mi hanno concesso di seguire da vicino la pa-
rabola della sua storia e di condividere con amici comuni, come
Marco Pacciarelli, il merito di aver indirizzato gli interessi ar-
cheologici di Gianni, di tutto campo prima del 1975, verso la
preistoria, e anche di averlo presentato a quelle persone, prima
fra tutte Anna Maria Sestieri, che ne hanno colto il valore irri-
nunciabile.
La straordinaria vis creativa, di ricognitore, di disegnatore, di
studioso, che ha consentito la maturazione e la messa a disposizio-
ne della comunità scientifica delle sue non comuni conoscenze, è
cresciuta costantemente da quando, con sforzo e sacrifici persona-
li, Gianni prese parte alle attività di campo e di laboratorio del
Gruppo Archeologico Romano nella irripetibile feconda stagione
dei primi anni ’70.
Cercatore e rinvenitore per antonomasia, e come tale addirittu-
ra mitizzato nel mondo dei ricercatori volontari, ha continuato a
esserlo anche fuori del campo della sua autodeterminazione pro-
fessionale, con la passione e l’attitudine per la ricerca dei funghi,
attività alla quale facevano riferimento i regali a lui tributati da
colleghi e amici in occasione della celebrazione del suo “fine-car-
riera”, e di lì a poco tramutatisi in inutili simboli di tristezza.
11

PPE.Ati XV.indb 11 26/08/22 15:13


Giovanni Carboni a Farnese in occasione del XV Incontro PPE. “Bar della piazza alta”, 12 settembre 2020.

12

PPE.Ati XV.indb 12 26/08/22 15:13


Proprio in vista del pensionamento la sua attività si è sostanzia-
ta in mesi di studio matto e disperatissimo; quasi che inconsape-
volmente – pur se intenzionato ed esortato a non interrompere gli
studi e la collaborazione con il Museo delle Origini – volesse chiu-
dere la fatica editoriale che lo impegnava da lungo tempo, prima
che fosse troppo tardi.
Solo chi ha partecipato ai lavori o seguito da vicino i giorni
conclusivi della preparazione della sua già citata opera maggiore,
resoconto di oltre due decenni di raccolta e sistemazione di dati,
sa quale fervore lo animasse e quanto sia stato scrupoloso nell’at-
tività redazionale.
La sua generosità ha trovato la massima espressione proprio in
questa pubblicazione, che ha documentato dati cospicui e inso-
spettati sulla preistoria del Lazio – presentata giusto nel corso del
XV Incontro PPE – giacché nel contesto della stessa egli ha voluto
che risultasse valorizzato al massimo il contributo, di fatto minore,
del coautore che aveva consentito a Gianni l’accesso ad aree e
contesti promuovendolo a protagonista della scoperta del mondo
eneolitico dell’area romana.
Uno spazio, quello dell’età del rame e del Primo Bronzo (IV-
inizi I millennio a.C.), che egli ha padroneggiato al pari di un bla-
sonato archeologo, al punto da diventarne una figura di riferimen-
to e che gli ha regalato una fama imperitura, anche per i terzi che
non lo hanno potuto amare come persona; relativamente a questo
stesso ambito egli ci ha riservato anche un dono postumo: un sag-
gio sul complesso di Torre Crognola (Canino) che sarà disponibile
a breve.
Dispiace profondamente che di detta meritata fama e della ma-
turazione della propria personalità scientifica Gianni non abbia
potuto godere a lungo, spegnendosi e togliendo a congiunti e ami-
ci il piacere di frequentarlo, solo pochi mesi dopo la pubblicazio-
ne del suo capolavoro.
Si veda anche: https://www.iipp.it/ricordo-di-giovanni-carboni/.

13

PPE.Ati XV.indb 13 26/08/22 15:13


PPE.Ati XV.indb 14 26/08/22 15:13
I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.:
un approccio interdisciplinare

Rachele Modesto* Il presente lavoro costituisce la sintesi di alcuni dei risultati otte-
Anna Maria Tunzi** nuti sino ad ora dallo scavo microstratigrafico e dalle conseguenti
Italo Maria Muntoni***
Elena Dellù** indagini interdisciplinari sui resti archeologici e bioarcheologici
Francesca Alhaique**** dell’Ipogeo del Guardiano, uno degli ipogei dell’età del bronzo di
Giacomo Eramo***** Trinitapoli, località Madonna di Loreto (BT) (Tunzi Sisto 2005).
Martina Di Matteo******
Vittorio Mironti*
L’ipogeo
La struttura ipogeica, ubicata all’interno del Parco degli Ipogei (fig.
1), è scavata nel banco carbonatico (meglio noto come “crusta”) e
presenta una pianta articolata che si sviluppa in un lungo corridoio,
il cui primo tratto (di ca. 3 × 0,80 m) corre a cielo aperto e in leggera
pendenza (in direzione della camera) mentre il secondo (di ca.
6 × 2,20 m) è sotterraneo e consente l’accesso nella camera, unico
ambiente in cui è stato possibile intercettare modifiche strutturali
(ampliamenti e restringimenti) (Tunzi et alii 2017; 2018a; Modesto
2019). Al termine delle indagini, sul piano di base, è stato possibile
notare una sorta di dislivello, nella porzione di camera più prossima
al corridoio, che presenta un andamento curvilineo che sembrereb-
be estendersi anche nelle pareti dove crea un ingrottamento, sem-
pre con andamento circolare; questo dato potrebbe indicare la pre-
esistenza di una struttura a pianta semplice e circolare (tipologia
ben attestata nel Parco degli Ipogei: Tunzi Sisto 2005) successiva-
mente inglobata nella pianta dell’ipogeo (Tunzi et alii 2018a).
Anche se al momento non si dispone di datazioni assolute, dal-
lo studio stilistico-tipologico della ceramica (Tunzi et alii 2018a;
Modesto 2019) l’ipogeo sembra essere stato frequentato tra il
XVIII e il XV secolo a.C. (facies protoappenninica).
L’analisi stratigrafica, unita agli studi in corso sui materiali rin-
venuti all’interno dell’ipogeo, da una parte ha consentito di con-
fermare una frequentazione di tipo esclusivamente cultuale e
dall’altra ha messo in evidenza l’articolazione e l’evoluzione del
rituale stesso, distinguendo la frequentazione dell’ipogeo in due
fasi (fig. 1). È stata, inoltre, individuata una terza fase riferibile ai
livelli di “riempimento” della struttura, verosimilmente associabi-

*  Dottore di ricerca in Archeologia Preistorica.


**  Soprintendenza ABAP per la Città metropolitana di Bari.
***  Soprintendenza ABAP per le province di BAT e FG.
****  Museo delle Civiltà (Roma) - Servizio di Bioarcheologia.
*****  Università di Bari Aldo Moro, Dipartimento di Scienze della Terra e
Geoambientali.
******  Dottoranda in Archeologia Preistorica, Dipartimento di Scienze
dell’Antichità, Università Sapienza di Roma.
511

PPE.Ati XV.indb 511 26/08/22 15:14


Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo Maria Muntoni - Elena Dellù - Francesca Alhaique - Giacomo Eramo
- Martina Di Matteo - Vittorio Mironti

512

PPE.Ati XV.indb 512 26/08/22 15:14


I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.: un approccio interdisciplinare

1. A. Pianta del parco archeologico li a momenti successivi alla sua frequentazione antropica; questi
di Trinitapoli (BT); B. Foto livelli potrebbero essersi infiltrati naturalmente, ma non si esclude
zenitale dell’ipogeo in corso
di scavo; C. Camera, uno dei la possibilità che possano essere il risultato di un’azione volonta-
livelli archeologici della fase ria, magari proprio connessa al rituale di chiusura che sanciva il
2; D. Camera, uno dei livelli termine ultimo di frequentazione (Tunzi et alii 2017).
archeologici della fase 1;
E. Camera, al termine dello scavo
Complessivamente nella fase più antica di frequentazione (fase
(foto da archivio SABAP BAT-FG). 1), è documentato l’utilizzo del fuoco, ma sono i palchi di cervo a
A. Map of “Parco Archeologico costituire un elemento di forte caratterizzazione. I palchi, infatti,
di Trinitapoli” (BT); B. Zenithal sono abbondanti soltanto nei primi livelli di frequentazione dove
photo from the hypogeum under
excavation; C. Chamber, one sono stati rinvenuti in associazione ad una macina e a contenitori
archaeological levels from phase in buono stato di conservazione (fig. 2).
2; D. Chamber, one archaeological Nella fase più recente di frequentazione (fase 2), alla quale si
levels from phase 1; E. Chamber, at
the end of the excavation (photo by
riferisce gran parte dei livelli indagati, scompaiono quasi comple-
the SABAP BAT-FG Archive). tamente i palchi di cervo, ma sono presenti numerosissimi resti di
cani, mentre sono attestati resti umani (fig. 3), anche se non sem-
bra trattarsi di vere e proprie deposizioni, sia pure secondarie, ma
di ossa isolate. In questa fase cambia anche l’assetto della camera,
probabilmente per problemi di ordine strutturale connessi alla
stabilità delle pareti dell’ipogeo (Tunzi et alii 2017).
L’Ipogeo del Guardiano trova confronti più stringenti con le
strutture rinvenute a San Ferdinando di Puglia, in località Terra di
Corte (Tunzi Sisto 1999b), con le quali condivide l’articolazione
della pianta, l’arco cronologico e il tipo di frequentazione, che non
con i vicini Ipogei dei Bronzi (Tunzi Sisto 1999a), degli Avori
(Tunzi Sisto 2001; Peroni et alii 2003) e dei Fermatreccia (Tunzi et
alii 2018b; Modesto 2019), anch’essi con pianta articolata, ma nei
quali è documentata non solo una frequentazione anche successi-
va al Protoappenninico, ma anche una trasformazione delle strut-
ture in tombe collettive. (R.M. – A.M.T. – V.M.)

Morfometria e archeometria della ceramica

Analisi morfometrica
In riferimento alla quantificazione del repertorio ceramico, l’ana-
lisi tipologica aveva sin da subito evidenziato l’elevato numero di
frammenti a fronte di un numero basso di contenitori ben conser-
vati. Nell’ambito della Ricerca di Dottorato di una delle autrici
(R.M.), è stato applicato un protocollo di analisi che includesse
l’intero campione ceramico, pareti comprese, tenendo conto dello
stato dei frammenti, incluso il grado di arrotondamento delle frat-
ture. L’analisi è stata condotta con il fine di capire le modalità di
introduzione e lo stato di conservazione del materiale ceramico,
nonché il trattamento ad esso riservato, per comprenderne il
ruolo/i nell’ambito dei rituali. Una volta registrati tutti i parametri
metrici (altezza, larghezza, spessore massimo e minimo) si è pro-
ceduto con una selezione del dato, per diminuire il numero di
variabili da considerare. Il grado di arrotondamento è stato espres-
so con due variabili binarie, angolose e arrotondate. I dati e gli
513

PPE.Ati XV.indb 513 26/08/22 15:14


Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo Maria Muntoni - Elena Dellù - Francesca Alhaique - Giacomo Eramo
- Martina Di Matteo - Vittorio Mironti

indici di statistica descrittiva di ciascuna variabile sono stati ripor-


tati in tabelle, utili a una sintesi dei caratteri del campione cerami-
co considerato, descrivendone i valori centrali, la distribuzione, il
coefficiente di correlazione etc. Si è scelto di considerare la media-
na come valore centrale dei dati di ciascuna variabile, poiché più
stabile rispetto ai valori estremi.
Dallo stato dei materiali (Modesto et alii 2020) sembrerebbe
che nell’Ipogeo del Guardiano siano pochi i casi di introduzione di
contenitori ceramici già allo stato frammentario (pochi frammenti
con fratture arrotondate e dimensioni ridotte) e che, al contrario,
514

PPE.Ati XV.indb 514 26/08/22 15:14


I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.: un approccio interdisciplinare

2. Foto zenitale di uno dei livelli sarebbe passato un breve lasso di tempo tra la rottura dei conteni-
cultuali di fase 1 con il dettaglio tori e la loro deposizione all’interno della struttura (prevalenza di
di alcuni dei materiali rinvenuti.
A, C, D. Biconico rinvenuto in due fratture angolose); la maggiore incidenza di frammenti con fratture
distinte metà; B, E. Palchi di cervo; angolose, inoltre, non esclude la possibilità di un ripescaggio (invo-
F. Scodellina ben conservata (foto lontario) di materiali dai livelli inferiori interni all’ipogeo. Nono-
da archivio SABAP BAT-FG).
Zenithal photo of one of the cult
stante la forte incidenza di materiale con fratture angolose, sono
levels belonging to phase 1, with rari i casi in cui è stato possibile trovare frammenti combacianti;
detail of some of the finds. A, C, questo dato potrebbe essere strettamente connesso al rituale che
D. Biconical vessel found in two potrebbe aver previsto diversi passaggi prima del suo completa-
halves; B, E. Deer’s antlers; F.
Small bowl in good conservation mento tra cui la rottura del contenitore, seguita dall’introduzione
status (photo by the SABAP BAT-FG all’interno dell’ipogeo soltanto di una selezione di frammenti.
Archive). Non si registrano grandi differenze nelle tre fasi di vita dell’ipo-
geo; piccole ma interessanti discrepanze si riscontrano nella fase 3
che, rispetto a quanto osservato nelle fasi 1 e 2, presenta frammen-
ti più piccoli e i valori degli spessori sono più bassi. Questa diffe-
renza potrebbe essere giustificata proprio dal fatto che la fase 3 si
riferisce alla fase successiva alla frequentazione e quindi i fram-
menti ivi rinvenuti potrebbero essere stati coinvolti in dinamiche
diverse rispetto a quelli provenienti dai livelli di vera frequenta-
zione della struttura, come ad esempio: l’infiltrazione di terreno e
materiale dall’esterno (in questo caso si tratterebbe di un’azione
non controllata) o parte integrante di un rituale di chiusura della
struttura (azione controllata) che potrebbe aver previsto un diver-
so trattamento dei frammenti ceramici rispetto a quello riservato
ai frammenti relativi alle fasi di frequentazione. Tra le fasi di fre-
quentazione la 2 è quella che probabilmente ha avuto una durata
maggiore e ciò potrebbe giustificare l’alta incidenza di frammenti
che presentano fratture in parte angolose e in parte arrotondate,
collegabili sia al movimento di persone all’interno dell’ipogeo tale
da provocare fratture da calpestio, sia alle intense attività di natu-
ra rituale ben documentate nella fase 2 e possibili anche nella fase
3 (se si pensa ad un rituale di chiusura della struttura).

Analisi archeometriche
Un campione del materiale ceramico è stato inoltre sottoposto ad
analisi archeometriche. La ceramica deposta per attività di culto è
stata utilizzata, attraverso la definizione delle relative petrofacies e
quindi degli ambienti di provenienza delle materie prime, per mi-
surare l’areale entro il quale si muovevano la o le comunità coin-
volte nelle attività cultuali, in relazione a più ampi aspetti socio-
ideologici. Un totale di 48 frammenti ceramici sono stati quindi
analizzati presso i laboratori del Dipartimento di Scienze della
Terra e Geoambientali dell’Università degli Studi di Bari Aldo
Moro, mediante microscopia ottica polarizzata in sezione sottile
(POM), diffrazione di raggi X su polveri (XRPD) e fluorescenza
di raggi X (XRF). La selezione del campione è stata effettuata
dopo un’analisi macroscopica e morfometrica di un totale di 153
frammenti ceramici.
515

PPE.Ati XV.indb 515 26/08/22 15:14


Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo Maria Muntoni - Elena Dellù - Francesca Alhaique - Giacomo Eramo
- Martina Di Matteo - Vittorio Mironti

Sono stati individuati 33 fabric, organizzati in cinque raggrup-


pamenti in base alle inclusioni non plastiche prevalenti (G*=grog;
Q*=quarzo; V*= componenti vulcaniche; Ka*=aggregati carbo-
natici; Px*=pirosseni). Nei fabric G*, quelli in assoluto maggior-
mente documentati, è comune l’utilizzo di ceramica frantumata e
riciclata come tempra (grog). I fabric Q* sono contraddistinti, ol-
tre che da una prevalenza di sabbia di quarzo, da una matrice
povera in calcio. Di contro i fabric V* hanno tutti una matrice
ricca in calcio e la frequente presenza di minerali (clinopirosseni,
orneblenda basaltica, sanidino) e frammenti litici di origine vulca-
nica. Gli aggregati carbonatici (Ka) sono molto frequenti fra le
INP dei fabric Ka* mentre, infine, il contenuto di clinopirosseni
vulcanici è massimo nel fabric Px*. La maggior parte dei fabric
presenta una matrice ricca di carbonati e la presenza di materia
organica.
Le petrofacies riconosciute nei frammenti ceramici indicano
(Modesto et alii 2021) quattro diversi ambienti deposizionali rife-
ribili all’età del bronzo nel Tavoliere: pianura alluvionale, pianura
alluvionale-transizionale; laguna settentrionale di Salpi; laguna
meridionale di Salpi (Di Rita et alii 2011; De Santis, Caldara 2015).
Ciò dimostra una frequentazione cultuale degli ipogei (localizzata
nella zona meridionale della laguna di Salpi) da parte di una o più
comunità locali, o comunque prossimali, mentre è possibile esclu-
dere l’interazione con comunità da ambienti più lontani (p. es.
Appennino, Gargano, Murge). Sulla base di queste distinzioni, i
fabric maggiormente documentati sono pertinenti alla laguna me-
ridionale (40,9%), seguiti dalla pianura alluvionale-transizionale
(29,0%), dalla laguna settentrionale (22,6%) e dalla pianura allu-
vionale (7,5%). Si deduce una produzione di ceramiche locale,
sebbene al momento non siano stati individuati insediamenti nella
zona meridionale della laguna di Salpi, o prossimale. Per quanto
riguarda la tecnologia ceramica, la maggior parte dei campioni
mostra una sintetizzazione medio-bassa e temperatura di cottura
massime tra 600 e 850 °C. (R.M. – G.E. – I.M.M.)

Industria litica
Le indagini stratigrafiche nell’Ipogeo del Guardiano hanno resti-
tuito un numero limitato di manufatti in pietra scheggiata. La
scarsa presenza di industria litica, probabilmente, è riconducibile
alla tipologia stessa della struttura, inoltre, come già ipotizzato
(Tunzi et alii 2018a), è possibile che i rituali svolti all’interno della
struttura prevedessero un maggior uso di strumenti metallici a di-
scapito dei manufatti litici. La maggioranza dei manufatti ritocca-
ti mostra caratteristiche morfofunzionali che riconducono a possi-
bili attività di taglio e allo stesso modo potrebbero essere attribu-
iti a quest’attività anche gli elementi laminari non ritoccati
presenti nel campione. La presenza, invece, all’interno dell’ipogeo
di manufatti come grattatoi, intaccature etc., associabili ad attività
516

PPE.Ati XV.indb 516 26/08/22 15:14


I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.: un approccio interdisciplinare

diverse dal taglio, resta di difficile interpretazione. Inoltre, l’assen-


za di nuclei, associata alla scarsa presenza di cortice, porta con
ogni probabilità ad escludere che l’ipogeo sia stato interessato da
attività di scheggiatura in loco, attività che verosimilmente era
svolta altrove (Tunzi et alii 2018a). (V.M.)

Resti antropologici
I resti umani rinvenuti nella fase più recente di frequentazione
(fase 2) si presentano disarticolati e distribuiti arealmente tra i set-
tori “a” e “b” della camera (fig. 3A). Nello specifico si tratta di
materiale osteologico quasi integralmente in stato frammentario
riferibile a differenti distretti anatomici, con una predominanza di
frammenti cranici; il tutto è pertinente a soggetti variegati colloca-
bili tra l’età perinatale e quella adulta (Cattaneo, Grandi 2004;
White, Folkens 2005; Canci, Minozzi 2007).
I reperti mostrano una marcata alterazione cromatica tendente
al bruno-rossastro, fratturazioni e parziali perdite della corticale
ossea da riconnettere ad azioni di combustione, per le quali si pro-
cederà con accertamenti specifici ai fini della determinazione della
presenza di osso secco o con rivestimento tissutale al momento
della somministrazione del fuoco (Schmidt, Symes 2015).
Di interesse è un cranio integro collocato al limite tra i settori
“a” e “b” della camera, pertanto non molto distante dal tratto di
corridoio coperto, a cui risulta associabile una mandibola, rinve-
nuta a poca distanza in direzione N-E (fig. 3B). Il cranio presen-
ta due lesioni da taglio lineari e superficiali localizzate sul fronta-
le sinistro e sul parietale e temporale destro, non riconducibili a
modificazioni diagenetiche e tafonomiche (fig. 3C). Per tali indi-
catori, per i quali sono in corso accertamenti mirati, possiamo al
momento ipotizzare pratiche di trattamento/manipolazione del
cranio plausibilmente da connettere al rito o ad eventi traumati-
ci subiti in vita (Ortner, Putschar 1985; Cattaneo, Grandi 2004;
Rubini 2008; Cattaneo, Porta 2009; Fornaciari, Giuffra 2009;
Ortner 2012; Roberts, Manchester 2010). (E.D.)

Resti archeozoologici
Il campione faunistico rinvenuto nell’ipogeo include un totale di
1.009 frammenti, di cui 906 (89,8%) sono riferibili alle tre fasi di
frequentazione della struttura (Tunzi et alii 2018a; Di Matteo et
alii c.s.a).
La distribuzione dei materiali lungo la sequenza stratigrafica
non è omogenea, infatti circa l’87% dei frammenti ossei proviene
dalla fase 2, considerata quindi quella più documentata nel sito.
Inoltre, i resti faunistici sono stati recuperati prevalente-
mente dalla camera, con una piccola percentuale che proviene
dalla parte finale del corridoio che conduceva alla struttura
centrale. Questo conferma la camera come fulcro delle attività

517

PPE.Ati XV.indb 517 26/08/22 15:14


Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo Maria Muntoni - Elena Dellù - Francesca Alhaique - Giacomo Eramo
- Martina Di Matteo - Vittorio Mironti

518

PPE.Ati XV.indb 518 26/08/22 15:14


I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.: un approccio interdisciplinare

3. A. Planimetria dell’ipogeo (US di culto, in particolare quelle in cui gli animali assumono un
53) con localizzazione dei reperti ruolo centrale.
ossei e ceramici; B. US 53, cranio
e mandibola disconnessi pertinenti Nonostante la variabilità dello stato di conservazione e del gra-
al medesimo individuo; C. US 53, do di frammentazione dei resti ossei tra le diverse fasi, la percen-
cranio con lesione lineare da taglio tuale di reperti determinati è tale da consentire di indagare diacro-
sull’osso frontale sinistro (foto da
archivio SABAP BAT-FG).
nicamente e sincronicamente l’uso degli animali nell’ambito dei
A. Planimetry of the hypogeum rituali svolti all’interno dell’ipogeo.
(SU 53) with location of bone Nelle primissime fasi di frequentazione dell’ipogeo (fase 1, NR
and ceramic finds; B. SU = 22), strettamente legate ad attività cultuali come sottolinea l’in-
53, disconnected skull and jaw
pertinent to the same individual; sieme delle evidenze archeologiche recuperate da questi livelli
C. SU 53, skull with linear cut (fig. 2), il rituale è caratterizzato dalla presenza quasi esclusiva di
injury on the left frontal bone palchi di Cervus elaphus.
(photo by the SABAP BAT-FG
Archive).
I suddetti palchi (7 NR), riferibili a circa sei individui maschi di
età adulta, sono quasi tutti di caduta, ad eccezione di uno, e ciò
potrebbe suggerire una stagionalità non solo nella raccolta dei pal-
chi, ma di conseguenza anche nel rituale stesso (infatti i cervi ma-
schi “perdono” i loro palchi durante la stagione primaverile, suc-
cessivamente alla fine della stagione degli amori).
La ricorrenza del cervo all’interno di contesti ipogeici rituali è
attestata anche nei vicini Ipogei 2 e 3 dell’età del bronzo in locali-
tà Terra di Corte (San Ferdinando di Puglia), coevi all’Ipogeo del
Guardiano (Oronzo 1995).
I pochi altri elementi determinabili appartengono ad ovini, bo-
vini e suini, e sono presumibilmente riferibili a resti di pasto. Tra i
molluschi sono presenti il Cerastoderma edule e la Glycymeris in-
subrica, specie eduli tipiche del mar Mediterraneo.
La seconda fase ha restituito un campione osseo molto consi-
stente (NR = 781) che ha permesso la determinazione di uno spet-
tro faunistico più ampio e variegato.
Il taxon dominante è il cane (Canis familiaris) – esclusivo di
questa fase al pari dei resti umani – rappresentato da almeno tre
individui (un perinatale, un giovanissimo e un giovane) presumi-
bilmente trasportati integri, forse ancora vivi, all’interno dell’ipo-
geo (Di Matteo et alii c.s.b).
Il cane è noto per il suo forte valore simbolico e si trova spesso
in contesti funerari, già a partire dal Paleolitico. Per ciò che ri-
guarda i contesti coevi all’ipogeo, resti di cani in età perinatale
sono stati rinvenuti, ad esempio, nella tomba 743 di Lavello (PZ)
(Wilkens 1994).
La sepoltura di almeno un cane in una struttura ipogeica mi-
nore nel sito 2 della diga della Rendina testimonia la stretta rela-
zione tra ipogeismo e cani (Cipolloni Sampò 1998). Resti spora-
dici di cani, inoltre, sono stati rinvenuti nell’Ipogeo 2 di Terra di
Corte (San Ferdinando di Puglia: Oronzo 1995) e nell’Ipogeo
dei Fermatreccia, anch’esso nel Parco Archeologico degli Ipogei
di Trinitapoli.
Anche per le altre specie domestiche (ovicaprini, bovini e sui-
ni) si segnala la presenza di individui giovani e giovanissimi, ma

519

PPE.Ati XV.indb 519 26/08/22 15:14


Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo Maria Muntoni - Elena Dellù - Francesca Alhaique - Giacomo Eramo
- Martina Di Matteo - Vittorio Mironti

sono presenti anche rari animali adulti. Nuovamente, nel caso di


queste ultime specie si suppone un loro utilizzo come cibo nell’am-
bito del rituale, ma una minore attenzione alla selezione del taxon
e/o delle classi di età rispetto al cane.
Tra le specie selvatiche sono state identificati il cervo, il caprio-
lo, la volpe e la lepre, rappresentati comunque da un esiguo nume-
ro di frammenti.
Vi sono inoltre rari resti di ittiofauna (in particolare orata e
cefalo), testudinati e avifauna. La malacofauna è in questa fase
relativamente abbondante (67 NR), con una maggior presenza del
murice (46 NR).
Nella terza e ultima fase (103 NR) la specie più frequente sono
gli ovicaprini, seguiti dal bue e dal maiale, rappresentati esclusiva-
mente da individui adulti.
Tra gli animali selvatici, invece, sono stati individuati rari resti
di volpe e lepre. Per quanto riguarda le specie acquatiche sono
presenti esclusivamente i molluschi tra cui domina, come nella
fase precedente, il murice.
In conclusione, è possibile notare come le specie attestate risul-
tino coerenti con quelle individuate in altri contesti funerari e cul-
tuali coevi nell’area, ma con particolare rilevanza nell’Ipogeo del
Guardiano per i palchi di cervo e il cane.
Nella fase più antica i palchi di cervo sembrano avere avuto un
ruolo fondamentale nel rituale; la seconda fase di frequentazione,
invece, è caratterizzata dall’associazione tra resti umani e cani
molto giovani, sottolineando l’importanza simbolica del cane nel-
la ritualità di questi gruppi umani, come dimostrano anche le nu-
merose testimonianze funerarie e rituali coeve nell’area.
Gli altri taxa domestici, infine, individuati nelle diverse fasi di
frequentazione, ossia ovicaprini, bovini e maiali, sono presumibil-
mente da ricondurre a offerte legate al culto oppure rappresenta-
no resti di pasto riferibili a banchetti funerari o comunque rituali.
(F.A. – M.D.M.)

Considerazioni conclusive
Per concludere, l’integrazione di studi di carattere tipologico e
morfometrico sulla ceramica e sull’industria litica con analisi ar-
cheometriche applicate al materiale ceramico, da una parte, e
l’analisi di altre classi di materiali, quali i resti antropologici e
archeozoologici, dall’altra, sta permettendo di delineare un qua-
dro più puntale circa le dinamiche relative alle modalità di fre-
quentazione di questa struttura nel corso del tempo. Il prosieguo
dello studio (anche di altri reperti, come quelli archeobotanici
ad esempio), i risultati delle analisi in corso e l’integrazione di
nuove indagini potrà certamente fornire un saldo punto di par-
tenza su cui poter formulare una quanto più completa ipotesi di
interpretazione del contesto. (R.M. – A.M.T. – I.M.M. – E.D. –
F.A. – G.E. – M.D.M. – V.M.)
520

PPE.Ati XV.indb 520 26/08/22 15:14


I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.: un approccio interdisciplinare

Bibliografia

A. Canci, S. Minozzi 2007 dell’età del Bronzo di Trinitapoli e San C.W. Schmidt, S.A. Symes 2015
Archeologia dei resti umani, Urbino. Ferdinando di Puglia”, tesi di dottorato The Analysis of Burned Human
difesa presso La Sapienza - Università Remains, Erie-PA.
C. Cattaneo, M. Grandi 2004 di Roma.
Antropologia e Odontologia forense. A.M. Tunzi Sisto 1999a
Guida allo studio dei resti umani. Testo R. Modesto, G. Eramo, I.M. Trinitapoli - Ipogeo dei Bronzi, in A.M.
atlante, Bologna. Muntoni, A.M. Tunzi 2020 Tunzi Sisto (a cura di), Ipogei della
Vasi interi o già rotti? Analisi Daunia. Preistoria di un territorio,
C. Cattaneo, D. Porta 2009 morfometrica dei frammenti ceramici Foggia, pp. 183, 316.
Trauma analysis of skeletal remains, in provenienti dagli Ipogei dell’età del
Wiley Encyclopedia of Forensic Science, Bronzo del Guardiano e dei A.M. Tunzi Sisto 1999b
pp. 2557-2565. Fermatreccia di Trinitapoli (BT), San Ferdinando di Puglia, in A.M.
in AttiDaunia XL, pp. 227-240. Tunzi Sisto (a cura di), Ipogei della
M. Cipolloni Sampò 1998 Daunia. Preistoria di un territorio,
Ipogeismo funerario e cultuale nella R. Modesto, I.M. Muntoni, Foggia, pp. 151, 181.
Daunia meridionale, in AttiDaunia G. Eramo 2021
XIX, pp. 129-137. Provenienza e tecnologia delle A.M. Tunzi Sisto 2001
ceramiche dell’età del Bronzo di L’Ipogeo degli Avori di Trinitapoli,
V. De Santis, M. Caldara 2015 Trinitapoli (BT): prima ipotesi sulle in  AttiDaunia XXI, pp. 253-274.
The 5.5–4.5 kyr climatic transition as dinamiche sociali di frequentazione
recorded by the sedimentation pattern degli ipogei, in Atti del primo convegno A.M. Tunzi Sisto 2005
of coastal deposits of the Apulia region, regionale dei Beni Culturali in Puglia. L’Ipogeismo minore di Trinitapoli,
southern Italy, in The Holocene 25 (8), Dialoghi multidisciplinari per la ricerca, in AttiDaunia XXV, pp. 189-198.
pp. 1313–1329. la tutela e la valorizzazione, Bari.
A.M. Tunzi, R. Modesto,
M. Di Matteo, A.M. Tunzi, S. Oronzo 1995 M. Lo Zupone, V. Mironti 2017
R. Modesto, F. Alhaique c.s.a Analisi di un campione di resti L’Ipogeo del Guardiano (Trinitapoli,
Primi risultati archeozoologici faunistici dell’Età del Bronzo BT), in Notiziario di Preistoria e
dall’Ipogeo del Guardiano (Trinitapoli, provenienti dall’Ipogeo 2 in località Protostoria 4.1, pp. 59-61.
BAT), in Atti del nono convegno Terra di Corte (San Ferdinando di
nazionale di Archeozoologia (Ravenna, Puglia), in AttiDaunia XVI, pp. 57-66. A.M. Tunzi, R. Modesto,
28 novembre - 1 dicembre 2018), F. Alhaique, M. Di Matteo,
in corso di stampa. D.J. Ortner 2012 M. Lo Zupone, V. Mironti 2018a
Differential diagnosis and issues in Nuove indagini nell’ipogeo dell’età del
M. Di Matteo, A.M. Tunzi, disease classification, in A.L. Grauer Bronzo del Guardiano (Trinitapoli,
R. Modesto, F. Alhaique c.s.b (a cura di), A companion to BT): considerazioni preliminari, in
The dogs from the cult layers of Ipogeo paleopathology, Cambridge, pp. 250- AttiDaunia XXXVIII, pp. 273-290.
del Guardiano Trintapoli (Barletta- 267.
Andria-Trani, Italy), in Atti del primo A.M. Tunzi, N. Gasperi,
convegno internazionale Dogs Past & D.J. Ortner, W.G.J. Putschar 1985 M. Lo Zupone, F.M. Martino 2018b
Present (Roma, 14-17 novembre Identification of Pathological Signori della guerra. Gli armati negli
2018), in corso di stampa. Conditions in Human Skeletal ipogei di Trinitapoli, in PPE.Atti XIII,
Remains, Washington. pp. 325-334.
F. Di Rita, O. Simone, M. Caldara,
W.R. Gehrels, D. Magri 2011 R. Peroni, B. Barbaro, A. Vanzetti T.D. White, P.A. Folkens 2005
Holocene environmental changes in the 2003 The Human Bone manual,
coastal Tavoliere Plain (Apulia, I materiali del nuovo ipogeo di Boston.
southern Italy): a multiproxy approach, Trinitapoli, in AttiDaunia XXIII,
in Palaeogeography, Palaeoclimatology, pp. 287-320. B. Wilkens 1994
Palaeoecology 310 (3-4), pp. 139-151. I resti faunistici della tomba 743
C. Roberts, A.K. Manchester 2010 di Lavello (Basilicata), in Atti del
G. Fornaciari, V. Giuffra 2009 The Archaeology of Disease, Ithaca. Congresso internazionale l’ipogeismo
Lezioni di paleopatologia, Pisa. nel Mediterraneo: origini, sviluppo,
M. Rubini 2008 quadri culturali (Sassari-Oristano,
R. Modesto 2019 Elementi di paleopatologia. Atlante, 23-28 maggio 1994), vol. II,
La produzione ceramica degli ipogei Roma. pp. 667-670.

521

PPE.Ati XV.indb 521 26/08/22 15:14


Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo Maria Muntoni - Elena Dellù - Francesca Alhaique - Giacomo Eramo
- Martina Di Matteo - Vittorio Mironti

Riassunto / Abstract Si presentano i risultati preliminari di scavo e delle analisi applicate ad alcune
classi di materiali provenienti dall’Ipogeo del Guardiano, una delle strutture
dell’età del bronzo ubicate nel Parco degli Ipogei di Trinitapoli (BT), la cui
frequentazione, sulla base dello studio stilistico-tipologico della ceramica, rica-
drebbe nell’ambito della facies protoappenninica. Grazie all’analisi dei dati
stratigrafici, dei resti archeologici (ceramica e litica scheggiata) e bioarcheologi-
ci (faune e resti antropologici) sono state proposte due distinte fasi di vera e
propria frequentazione della struttura in cui è stato possibile leggere l’evoluzio-
ne della pianta dell’ipogeo e del/i rituale/i nel corso del tempo. È stata, inoltre,
distinta una terza fase pertinente al post-frequentazione i cui materiali presen-
tano delle differenze con quelli relativi alla frequentazione della struttura.

This paper presents the preliminary results of the excavations carried out at the
Ipogeo del Guardiano and of the analyses performed on some classes of materials
recovered there. The structure is one of the Bronze Age features identified in the
Parco degli Ipogei di Trinitapoli (BT, Italy); according to typological studies on
pottery this hypogeum was occupied by human groups referable to the “Protoap-
penninica” facies. The combined analysis of stratigraphical data, material culture
(pottery and lithic finds), faunal and human remains allows recognizing two oc-
cupational phases in the structure which mirror the evolution though time of its
planimetry and of the ritual/s performed. Furthermore, a third phase, following
the actual occupational ones, has been identified; its material culture shows dif-
ferences from the preceding phases.

522

PPE.Ati XV.indb 522 26/08/22 15:14


PPE.Ati XV.indb 432 26/08/22 15:14
Indice generale

Volume I

Ipogei. La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei

Aspetti generali
17 Ipogei. La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei nella pre- e protostoria
nel territorio di Vulci
Nuccia Negroni Catacchio - Matteo Aspesi - Christian Metta - Veronica Gallo
29 L’uso delle cavità naturali in funzione domestica e/o cultuale: alcuni esempi
dalla preistoria italiana
Renata Grifoni Cremonesi
49 Discussione
51 Grotte come spazi rituali. Recenti scavi archeologici nelle grotte dell’Armenia
Artur Petrosyan - Boris Gasparyan - Maria Rosa Iovino - Hasmik Margaryan -
Roberto Dan
73 Recenti studi sull’architettura rupestre nell’Altopiano Armeno: problematiche
e prospettive di ricerca
Roberto Dan - Boris Gasparyan - Priscilla Vitolo - Soseh Aghaian -
Artur Petrosyan

L’Italia centro-settentrionale
99 Evidenze di culto della prima età del bronzo nella grotta Altro Pianet di Grone
(BG)?
Cristina Longhi - Marco Tremari - Claudia Mangani - Umberto Tecchiati -
Alfonsina Amato
105 Il ritrovamento di un cranio eneolitico nella grotta Marcel Loubens (San Lazzaro
di Savena, BO): analisi antropologica e ricostruzione del rituale funerario
Teresa Nicolosi - Monica Miari - Rita Sorrentino - Annalisa Pietrobelli -
Valentina Mariotti - Jo De Waele - Daniele Scarponi - Luca Grandi - Nevio Preti
- Lucia Castagna - Stefano Benazzi - Maria Giovanna Belcastro
121 Discussione
123 Attività artigianali specializzate nella Grotta Serafino Calindri (San Lazzaro
di Savena) durante l’età del bronzo
Paolo Boccuccia - Alessandra Celant - Fabrizio Finotelli - Rossana Gabusi
137 Nuovi dati dall’Eneolitico delle Marche: la necropoli in località San Claudio
- Campiglione (FM). Risultati preliminari
Paola Mazzieri - Claudio Cavazzuti - Marco Mulargia - Tania Quero
141 Discussione
143 I luoghi di culto nelle cavità naturali dell’età del bronzo in Italia centrale: il caso
della Grotta di Fondarca – Marche (Riassunto)
Gian Maria Di Nocera, Fabio Rossi
144 Discussione
147 La ceramica dell’età del bronzo delle campagne di scavo 2001-2005 nella Grotta
di Fondarca (PU)
Martina Ciavardini

PPE.Ati XV.indb 1 26/08/22 15:14


Indice generale

157 Discussione
159 Uso degli spazi sotterranei nell’Umbria pre-protostorica
Maria Cristina De Angelis
179 La grotta di San Francesco a Titignano (Orvieto, TR). Alcune riflessioni sulla
frequentazione a scopo rituale delle cavità naturali dell’area umbra-senese
durante la media età del bronzo
Chiara De Marco
199 Discussione
201 Le deposizioni di ossa umane disarticolate e di frammenti di ceramica nel Riparo
Di Cicco 1 di Civitaluparella (CH): le parti e il tutto, il suolo e il sottosuolo
Tomaso Di Fraia - Gianni Furiassi - Guido Palmerini
215 Discussione
217 Lavori nel sottosuolo al Poggio di Spaccasasso (Alberese, Grosseto): attività
estrattive, forme architettoniche involontarie e riutilizzo di ambienti in un
contesto minerario del tardo Neolitico
Andrea Terziani - Nicoletta Volante
235 Discussione
239 La cultura eneolitica delle tombe a fossa: aggiornamenti e revisioni
Andrea Jacopo Sala
251 Discussione
253 L’utilizzo di grotte funerarie nell’Italia centrale in età protostorica. Il caso studio
di Grotta della Spinosa (Massa Marittima)
Antonietta Del Bove - Biancamaria Aranguren
259 Lo spazio funzionale e rituale. Nuove riflessioni alla luce delle indagini
della necropoli del Mandrione di San Giovanni (Ischia di Castro - VT)
Matteo Aspesi - Stella Interlando - Andrea Jacopo Sala
283 Discussione
285 La cultura di Rinaldone. Nuove prospettive di ricerca
Matteo Aspesi
313 Discussione
317 Nuovi materiali eneolitici dal Museo Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti”
di Ischia di Castro (VT) e una revisione delle necropoli di Poggio Volparo (Ischia
di Castro, VT) e di Pian Costanzi (Sorano, GR)
Andrea Jacopo Sala
327 Codice grotte: morfologia, topografia e cronologia delle cavità naturali
della Maremma tosco-laziale tra l’Eneolitico e l’età del bronzo
Christian Metta
339 Discussione
343 Nuove considerazioni sulla rappresentazione demografica e sul rituale funerario
nelle cavità funerarie nella Maremma tosco-laziale tra l’Eneolitico e l’età
del bronzo
Christian Metta - Teresa Nicolosi
353 Dalle grotte alle acque lungo i corsi dei fiumi Fiora e Albegna: cavità, risorse
naturali e attrattori culturali nelle frequentazioni eneolitiche e dell’età del
bronzo
Christian Metta - Giovanna Pizziolo
367 Nuove tombe a camera dell’età del bronzo nell’area di attestazione primaria
Biedano-Mignone
Francesco di Gennaro - Luciano Santella
375 Discussione

PPE.Ati XV.indb 2 26/08/22 15:14


Indice generale

379 Grotte naturali e artificiali per i vivi e per i morti


Francesco di Gennaro
383 Discussione
385 Ipogeismo artificiale nel Bronzo Finale: il caso studio del settore III di Sorgenti
della Nova (Farnese, VT)
Veronica Gallo
403 Discussione
407 Le strutture ipogeiche funerarie tra Orientalizzante e Arcaismo nella necropoli
della Peschiera di Tuscania
Alessandro Tizi
411 Discussione
413 Studio preliminare dell’area di necropoli in località Macchia Grande (Viterbo)
Emanuela Musotto
417 Tra i vivi e i morti: gestione degli spazi, rituali e culto degli antenati negli ipogei
di facies Rinaldone (gruppo “Roma-Colli Albani”) e del Gaudo nel territorio
di Roma
Giovanni Carboni†
431 Discussione

Volume II

Le regioni meridionali
435 Nel buio dell’ipogeo: rituali di morte dal Neolitico all’età del bronzo nella Puglia
settentrionale
Anna Maria Tunzi - Elena Dellù - Nicola Gasperi - Mariangela Lo Zupone -
Francesco Matteo Martino - Tania Quero - Angela Sciatti
445 Discussione
447 Ricostruzione delle abitudini alimentari di un gruppo umano neolitico tramite
analisi spettrometriche di resti scheletrici recuperati all’interno dell’Ipogeo F
del sito archeologico di Santa Barbara (Polignano a Mare, Puglia)
Ilaria Vigliarolo - Rocco Sanseverino - Fulvio Bartoli
455 La fauna di alcuni complessi ipogei dal sito neolitico di Santa Barbara, in Puglia
centrale, alla luce delle recenti indagini
Maria Maurizio - Rocco Sanseverino
461 Tanatologia delle sepolture neolitiche rinvenute all’interno dell’Ipogeo F nel sito
archeologico di Santa Barbara (Polignano a Mare, Puglia)
Rocco Sanseverino - Sandro Sublimi Saponetti - Ilaria Vigliarolo
465 Discussione
467 La necropoli di tombe a grotticella del Neolitico finale di Cava Ripatetta
(Lucera – FG). Risultati preliminari
Domenico Oione - Italo M. Muntoni - Tania Quero - Rachele Modesto -
Andrea D’Ardes
479 Discussione
481 Rituali nel profondo delle grotte. Aspetti culturali da Grotta San Biagio (Ostuni
- Brindisi) nel quadro delle evidenze neo-eneolitiche della Puglia centrale
Antonio Curci - Francesco Genchi
493 Discussione
497 Ipogei funerari eneolitici nell’alto Tavoliere e nel Subappennino daunio.
I casi di Torre de Rubeis a Troia e di Masseria D’Amendola a Deliceto (Foggia)
Italo Maria Muntoni - Domenico Oione - Raffaele Fanelli - Nicola Gasperi -
Ginevra Panzarino - Tania Quero

PPE.Ati XV.indb 3 26/08/22 15:14


Indice generale

501 Le grotte del Sud-Est peninsulare nell’età del rame: luoghi identitari in cui
onorare gli antenati e le divinità
Giorgia Aprile - Ida Tiberi
511 I vivi sotto terra. L’Ipogeo del “Guardiano” (Trinitapoli - BT) nel II millennio a.C.:
un approccio interdisciplinare
Rachele Modesto - Anna Maria Tunzi - Italo M. Muntoni - Elena Dellù -
Francesca Alhaique - Giacomo Eramo - Martina Di Matteo - Vittorio Mironti
523 Tombe a camera e a grotticella della Daunia tra V e III secolo a.C.
Architettura, pitture funerarie e contesti
Andrea Celestino Montanaro
557 Un geo-database dell’utilizzazione delle cavità naturali in Italia meridionale
tra Neolitico e prima età del ferro ed un modello predittivo su un caso studio:
la Lucania occidentale
B. Alberto Ricciardi - Federico Nomi - Michele Truffi - Giovanni D’Andrea -
Vittorio Cossio - Erwan Gueguen
569 Discussione
571 Il sepolcreto sotterraneo di Grotta della Monaca (Sant’Agata di Esaro, Cosenza).
Aspetti archeologici
Felice Larocca
585 Discussione

Le isole e i siti del Mediterraneo


591 La necropoli ipogeica di Montalè (Li Punti-Sassari). Un approfondimento
Paola Basoli
603 La necropoli a domus de janas di Oreharva: nuovi dati sull’ipogeismo
dal territorio di Orgosolo (NU) – nota preliminare
Pina Corraine - Enrico Dirminti - Giuseppa Tanda - Carla Mannu
615 L’ipogeismo in Sardegna. Nuovi dati dalla necropoli di Cannas di sotto (Carbonia)
Gianfranca Salis
629 Un ipogeo artificiale connesso con l’acqua nel santuario megalitico di Tas-Silġ
(Malta) e un confronto con altri contesti insulari del Mediterraneo centrale fra IV
e II millennio a.C.
Alberto Cazzella - Giulia Recchia
639 Changing perspectives on the hypogea of late Neolithic Malta
Eóin W. Parkinson
651 Al buio e alla luce. Grotte e strutture epigeiche dell’antica età del bronzo
nell’area etnea
Orazio Palio - Francesco Privitera - Maria Turco
665 Architettura funeraria in Sicilia nell’età del Bronzo Antico: il caso della necropoli
di Cava Cana Barbára (Augusta, SR)
Diego Barucco - Giuseppe Libra - Carlo Veca
679 Quale status per i monumenti megalitici e i defunti che li occupano? La necropoli
di Arles-Fontvieille (Francia)
Marie-Élise Porqueddu - Laurine Viel - Xavier Margarit
693 Il mondo funerario durante il Calcolitico nella provincia di Granada
Claudia Pau

Ricerche e scavi
699 The Late Copper Age Settlement Levels at the San Martino Site, Torano
di Borgorose (RI)
Elizabeth Colantoni - Gabriele Colantoni - Serena Cosentino - Gianfranco Mieli

PPE.Ati XV.indb 4 26/08/22 15:14


Indice generale

707 Osservazioni preliminari sul ripostiglio di Ripatransone (AP)


Nora Lucentini
725 Un luogo dove vivere e lavorare: l’abitato veneto di Castiglione Mantovano
Elena Maria Menotti
731 Analisi dei resti faunistici provenienti dai settori IX e XII dell’abitato dell’età
del bronzo di Sorgenti della Nova (VT)
Jacopo De Grossi Mazzorin - Younes Naime
741 Uno strumento GIS per indagare il paesaggio agro-pastorale dell’Etruria
Meridionale
Agostino Sotgia
745 Discussione
749 Recenti indagini nell’abitato sommerso del “Gran Carro” di Bolsena:
prime considerazioni sulla formazione del deposito nell’area della palafitta
Barbara Barbaro - Egidio Severi - Francesco Quondam - Pamela Fragnoli
761 Discussione
763 Nuovi aggiornamenti dal sito archeologico di Campetti, area sud-ovest,
a Veio (RM): l’organizzazione dell’abitato della prima età del ferro
Ugo Fusco - Tiziano Latini
777 Discussione
779 Il sito perilacustre di epoca protostorica di loc. Paduli (Colli sul Velino, RI).
Indagini radiometriche, archeometriche e paleobotaniche
Carlo Virili - Alessandro M. Jaia - Alessandro Zanini - Emma Cantisani -
Silvia Vettori - Lucia Vanacore - Alessia D’Auria
815 Discussione
817 L’inizio dell’occupazione dell’area funeraria di Campo Reatino (RI). Osservazioni
tipo-cronologiche, rituali e sociali (materiali e contesti dai recuperi Caprioli
e Palmegiani 1929: tombe 3-5)
Carlo Virili
829 Dinamiche di occupazione dello spazio funerario a Capua tra l’età del ferro
e l’Orientalizzante
Mattia Maturo
835 L’età del ferro nella Sardegna centro-meridionale. Le indagini dell’Università
degli Studi di Milano nel complesso pluristratificato di Monte Zara-Is Obias
(Monastir-SU)
Federica Chiesa - Matteo Bormetti - Elena Marazzi - Mattia Maturo

Apparati
843 Elenco delle abbreviazioni
845 Indice generale

PPE.Ati XV.indb 5 26/08/22 15:14


PPE.Ati XV.indb 6 26/08/22 15:14

Potrebbero piacerti anche