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La cultura artistica

Elisa Chiara Portale sotto Ierone II

31 La figura di Archimede è legata alle estreme vicende dell’indi- conferma i granai nei quartieri regali di Ortigia5 e la stessa epi- 32
pendenza di Siracusa e alla conquista romana della città, dal cui grafe della prua, che appellava il re «dispensatore di ricche messi
bottino l’Urbe maturerà la passione per le opere d’arte greca1. a tutta la Grecia e alle isole»; II) il piano intermedio con le cabi-
L’ultima stagione di autonomia coincide con la fioritura sotto il ne dei passeggeri e l’appartamento dell’armatore sontuosamente
regno di Ierone II (269-215 a.C.), fautore di un lungo periodo di decorati – la parte residenziale, di una qualità postulabile solo
pace e prosperità grazie all’accorta politica di alleanze esterne e a per le dimore della reggia e tutt’al più dell’alta aristocrazia; III)
efficaci misure di potenziamento dell’economia interna2. il piano superiore con ginnasi, portici con pergolati e giardini, un
La temperie della Siracusa ieroniana è illustrata dalla ma- prezioso tempio di Afrodite colmo di pitture, statue, vasellame
stodontica nave Syrakosia, la “Siracusana”, al cui impianto fu e suppellettili, una biblioteca con sala di lettura e riproduzione
preposto lo stesso Archimede, con numerosi altri tra architetti e dell’eliotropio di Acradina, bagni con acqua calda (a riproposi-
ingegneri (Archia di Corinto, Filea di Tauromenio), costruttori e zione del sistema di infrastrutture e ameni complessi sacrali e
maestranze, artigiani e artisti, personale civile e militare, e persi- ricreativi che qualificavano la capitale), nonché cisterna, acqua-
no un poeta (Archimelo di Atene) che ne celebrò in versi il varo3. rio, magazzini e stalle, scialuppe e ingegnosi apprestamenti per
Al di là della vexata quaestio sull’attendibilità della descrizione la difesa, progettati da Archimede. Il tutto era coronato da torri
del coevo (?) Moschione4, svariate corrispondenze con il quadro e strutture di protezione, mentre la prua recava l’iscrizione del
storico-culturale del regno e della capitale rendono infatti illumi- committente regale, evocando la possente cinta urbica di Siracu-
nante la testimonianza per integrare una documentazione arche- sa e i grandiosi sistemi difensivi esterno, con il castello Eurialo, e
ologica purtroppo assai lacunosa. interno all’imbocco di Ortigia, connotati da epigrafi monumen-
La tripartizione del colosso navale sembra riprodurre la strut- tali col nome del sovrano autore dell’opera fortificatoria (rispetti-
tura ideale del regno e le attrattive della capitale: I) la stiva con- vamente Ierone e Agatocle)6.
tenente un enorme carico di grano, conserve di pesce in anfora, In questa sorta di rimodulazione plastica dell’immagine della
lana e altri prodotti locali, corrispondente alla base produttiva e città, rispetto alla sfera culturale e religiosa, economico-mate-
commerciale, del cui ruolo strategico e “rappresentativo” danno riale, militare e residenziale resterebbe in ombra la dimensione
Fig. 2. A p. 00, “politica”– rilevante in una polis di antica tradizione, meno in Ierone, dal lato suo, pare aver incrementato il filone encomia-
Morgantina, Casa di
Ganimede, mosaico un monumento regale qual era la Syrakosia – se non fosse per il stico-regale (benché Cicerone non lo menzioni) aggiungendo una
con il ratto di cenno al tribunale di bordo operante secondo le leggi di Siracusa. serie di ventisette ritratti di tiranni e re della Sicilia nello stesso
Ganimede.
L’evocazione di una società perfettamente ordinata, governata Athenaion: una “galleria di antenati” a legittimazione della basi-
Fig. 1. Menade con
funzione di sostegno
secondo le norme avite della polis, era amplificata all’esterno, a leia, ormai configurata come potere ereditario e nobilitata grazie
architettonico in livello superiore, dal tema degli Atlanti colossali (alti 3 m cir- a intrecci genealogici che, dopo aver ricollegato il re ai più potenti
calcare, dal teatro
di Siracusa. Siracusa, ca) che reggevano una trabeazione dorica. I giganti costretti a sovrani siciliani, nella tarda fase del regno univano gli Ieronidi
Museo Archeologico supportare il peso della costruzione dovevano infatti fungere da alla stirpe di Pirro e Lanassa di Agatocle, cioè a entrambi i pre-
Regionale “Paolo Orsi”,
inv. 37379. allegoria dell’ordine cosmico, veicolando un messaggio centrale decessori sul trono13.
nell’ideologia e nell’arte promosso da Ierone7. Lo riprova la ri- Per tale grande arte, di cui già in antico la città venne depau-
Fig. 5. Statua di
Priapo in calcare, da
presa del motivo (escogitato nel 480 a.C. circa per l’Olympieion perata con il saccheggio delle truppe di Marcello e altre spoliazio-
Siracusa, viale Paolo di Agrigento) nelle costruzioni più impegnative patrocinate dal ni (le pitture sopra citate furono asportate da Verre), nonché il
Orsi. Siracusa, Museo
Archeologico Regionale re: il grande altare e l’attiguo teatro nella Neapolis, nel primo deperimento e il riciclaggio dei supporti, ci mancano riferimenti
“Paolo Orsi”, inv. 97227. caso con Atlanti, appropriati alla gigantesca ara di Zeus, lunga iconografici validi: le monete dei sovrani forniscono un riscontro
uno stadio e ornata con altre sculture architettoniche in tema ufficiale almeno per la ritrattistica14, influente anche nel propa-
(un’aquila); nel secondo con figure del thiasos dionisiaco (Menadi gandare in Grecia i meriti del re, stanti le sei (!) effigi di Ierone
e Satiri; fig. 1), adatte a inquadrare le rappresentazioni sceniche. erette nel santuario di Olimpia15.
All’accento magniloquente dell’esterno della nave ieroniana Altre testimonianze letterarie dell’arte aulica siracusana si
fanno da contrappunto le variopinte e multiformi decorazioni ricollegano alla generosità di Ierone, che Polibio definisce «il
dell’interno, pitture, intarsi e pavimenti musivi, suppellettili di più grande evergete verso i Greci e il più desideroso di fama»16,
materiali pregiati e il lussureggiante intreccio di natura e cultura e che tale si presenta anche nell’iscrizione della Syrakosia (do-
che animava la successione di passeggiate, spazi per attività fisi- nata infine a Tolemeo d’Egitto per una carestia)17. Una ricorda,
33 che e culturali, sacelli al piano superiore. Delle prime si è molto tra i donativi elargiti a Rodi dopo il catastrofico sisma del 227 34
discusso8, a proposito dell’origine di tecniche decorative destina- a.C.18, vasi preziosi per il culto (idrie e lebeti) – verosimilmente
te a notevole successo nell’ellenismo, come il mosaico a tessere prodotto delle officine toreutiche isolane – e un gruppo statuario
con piccoli pannelli (abakiskoi) figurati, che qui recavano l’inte- allegorico del popolo di Siracusa che incorona il popolo di Rodi.
ro racconto dell’Iliade. Per l’opera tessellata si è riconosciuto un L’altra riguarda la Nike d’oro regalata dal re ai Romani prostra-
plausibile riscontro nei pavimenti musivi degli andrones di una ti dalla disfatta di Canne19, insieme a soccorsi di più immediata
casa a peristilio prospiciente l’agorà di Morgantina (“Casa di Ga- utilità (vettovagliamenti e truppe ausiliarie). L’oggetto prezioso
nimede”, dal mosaico più elaborato; fig. 2), paragonabili anche ribadisce il prestigio delle officine suntuarie al servizio di Ierone,
per l’impianto raccolto e destinato a pochi ospiti selezionati9. Ma richiamate anche dall’aneddoto sulla corona aurea che servì ad
quel che conferisce un carattere differente, regale, alle decorazio- Archimede per individuare il principio del peso specifico20.
ni della nave è la sistematicità del programma: un ciclo ripartito Per valutare quelle produzioni suntuarie soccorrono alcuni
in più episodi distribuiti, con sfarzo e straordinaria poliedricità, reperti, purtroppo ricontestualizzabili solo in parte: ad esempio
sulle superfici di pavimenti, pareti, soffitti (cassettoni dipinti?) e un copri-toupet in oro di gusto alessandrino, parte di un tesoretto
porte. murato intorno al 200 a.C. in una casa di Finziade, ma frutto,
Una propensione per grandi cicli pittorici è manifesta nell’arte con tutta probabilità, di un bottino depredato durante il secondo
aulica siracusana sin da Agatocle, protagonista di una serie di ta- conflitto punico21; e gli argenti di Morgantina22, forse occultati in
bulae di tema bellico10 che rivestivano le pareti interne della cella una modesta abitazione tra la caduta di Siracusa nel 212 e quella
del tempio di Athena in Ortigia11. Il complesso storico-celebrativo di Morgantina nel 21123, o risalenti a una razzia fatta a Siracusa Fig. 3. Pisside con divinità
femminile seminuda. Aidone,
richiama, per la probabile articolazione in più episodi o scene, il dal contingente ispanico che, per il suo ruolo nella conquista, fu Museo Archeologico Regionale.
ciclo iliadico pressoché coevo eseguito dal pittore Theon o Theoros ricompensato da Roma con l’assegnazione di Morgantina. Il va-
Fig. 4. Testa fittile a grandezza
di Samo12; gli autori dei cartoni riprodotti in mosaico, pittura e sellame d’argento con decorazioni incise e a rilievo con dorature, naturale, presumibilmente
rilievi o intarsi (?) sulla Syrakosia dovevano riallacciarsi appunto comprendente un set per simposio e libagioni, e gli oggetti di desti- appartenente a un busto di
divinità femminile, da Camarina.
a tale filone epico-ciclico, espressione del gusto erudito ellenistico. nazione cultuale – un’arula e una o due pissidi consacrate a (tut- Collocazione attuale ignota.
te) le divinità (fig. 3) – mostrano una rimarchevole consonanza cultuali rupestri, cui la struttura geologica del territorio siracu- te nella periferia sud-ovest della città, ma che s’immaginerebbe in 8
Portale 1995.
con le formule più sofisticate della toreutica ellenistica, insieme a sano offriva ampie possibilità di sviluppo. origine in un giardino o un parco. Nel modellato e nella torsione 9
Bell 2011b.
talune predilezioni dell’artigianato siceliota che ne denotano l’af- L’immagine più efficace, ancorché mutila, del sapiente connu- della figura, improntati al primo gusto barocco del tardo III se- 10
Cicerone, Contro Verre, II, 122.
ferenza a un milieu elitario isolano (foggia pseudo-architettonica, bio tra valori paesistici e architettonici, tra natura sacralizzata colo, esso prefigura una creazione della piccola plastica fittile di 11
Lunghezza 32 m. Cfr. Coarelli 1982; Portale c.d.s.
cornici a kyma “ieroniano” o lesbio, meandro prospettico). e costruzioni, la fornisce il colle Temenite con il grandioso insie- eccezionale livello qualitativo, il Satiro danzante da una tomba di 12
Plinio, Naturalis historia, 35, 144.
Qualche altro manufatto, sia da Siracusa sia da altri centri me teatro-santuari30, da quello porticato sulla terrazza superiore, Centuripe. I personaggi del thiasos, quali i Satiri e Menadi dell’e- 13
Portale 2004.
sotto la sua influenza, corrobora anche nella produzione fittile e alle grotte sacre (Ninfeo e Museo?) in summa cavea connesse a dificio scenico semi-rupestre del teatro, appartengono parimenti 14
Caccamo Caltabiano-Carroccio-Oteri 1997.
nella più esigua scultura in marmo l’assunzione di elementi au- due ampie stoài disposte a L, alla cavea, ai parasceni realizza- a un habitat semiselvaggio, come quello in cui Pan sorprende al 15
Pausania, 6, 12,2-5; 15,6. Cfr. Portale 2004.
lici, specie di impronta alessandrina, rielaborati in una peculiare ti modellando la roccia e adattandola al costruito dell’edificio bagno una Ninfa, in un’altra creazione coroplastica di cui esisto- 16
Polibio, Storie, 5, 8,6.
versione locale della koiné ellenistica, con maggior enfasi degli scenico, fino al complesso del Grande Altare di Zeus: il tutto in- no più varianti tra fine III e fine II secolo a.C. 17
Portale 2004.
elementi tradizionali nei manufatti di destinazione sacrale24. frammezzato da grotticelle e pareti rupestri costellate di pina- La dea sul coperchio della pisside dal tesoro di Morgantina, se- 18
Polibio, Storie, 5, 88-90.
Così, una testa rinvenuta presso le mura di Camarina (fig. 4), per- kes votivi. Le sculture in forma di rilievi incassati nella roccia duta su una roccia con un bimbo e la cornucopia a esplicitare un 19
Livio, 22, 37,5.
tinente a un busto di divinità femminile, tipica classe siceliota, (raffiguranti eroi-cavalieri, Ninfe, Cibele, ecc.), o integrate nelle messaggio di abbondanza e fertilità, costituisce il corrispettivo 20
Vitruvio, De architectura, 9, 3.
rivela nella pettinatura “a melone” con treccia avvolta sul capo partizioni architettoniche (come le Menadi e i Satiri-Telamoni), “di lusso” per tale imagerie, che dobbiamo comunque vedere in- 21
La Torre 2008.
e crocchia con riccioletti calamistrati l’influenza dell’iconografia o disposte entro ingrottamenti o contro fondali articolati (quali, terrelata alla sfera cultuale, ove la devozione per le divinità della 22
Guzzo 2002.
delle regine tolemaiche (Arsinoe II), seppure il volto più austero nel secolo successivo, le statue di Ninfe nel Ninfeo superiore)31, natura e dei santuari immersi nel paesaggio (o in un giardino fog- 23
Bell 1997.
reinterpreti il modello in senso classicheggiante25. Analoga infles- “animavano” tali spazi pervasi di sacralità naturale, in una ver- giato a mo’ di locus amenus) era elemento di richiamo per strati 24
Bonacasa-Joly 1985.
sione mostra qualcuno dei busti a torso modellato e con acconcia- sione originale e precoce di un gusto che connota anche altri am- più larghi della popolazione. Lo mostrano gli innumerevoli incas- 25
Pisani 2011.
tura “a melone” o a crocchia, noti soprattutto a Morgantina, ma bienti del mondo ellenistico (specie Rodi e Alessandria) e per cui si per pinakes votivi sulle pareti rocciose del Temenite e i piccoli 26
Bell 1981 e 2012.
dipendenti da archetipi di Siracusa, improntati a modelli adotta- si può speculare su una possibile connessione con la poesia buco- sacrifici (thysiai) nei pressi e a ridosso del Grande Altare ieronia- 27
Scheda 0000.
ti altresì nella monetazione siracusana, sin da Pirro, per le teste lica, fiorita proprio per merito di un siracusano, Teocrito, vissuto no: proprio in questa compenetrazione tra valori monumentali e 28
Scheda 0000.
di giovani dee. Parallelamente, l’intero repertorio dell’artigiana- a lungo tra Coo e Alessandria, ma nutrito di tradizioni segnata- architetture di prestigio, arte di rappresentanza, forme “minori” 29
Portale 2009.

35 to votivo e funerario viene rifoggiato con nuovi tipi pienamente mente siceliote e siracusane. di devozione, tradizioni religiose locali e gusto idillico si registra 30
Voza 1999. 36
ellenistici26. Le stesse “Tanagrine”, ormai prodotte con schemi Di recente, Malcom Bell32 ha proposto una chiave di lettura una sintesi particolarmente riuscita delle diverse componenti del- 31
Ciurcina 2006.
originali, discostandosi dall’iniziale ripetizione di archetipi attici, unitaria per la poesia di Teocrito, sin dall’encomio di Ierone33, la cultura ieroniana. 32
Bell 2011a.
assumono fogge dell’abbigliamento e stilemi con tangenze con i e la politica culturale del sovrano tesa a corroborare il rilancio È del resto probabile che alla base della sensibilità moderna per 33
Teocrito, Idilli, 16.
“vasi delle regine” tolemaici o con esemplari di raffinato artigia- dell’agricoltura e la ristrutturazione economico-produttiva attra- i valori paesistici stia l’espansione urbana dei decenni precedenti, 34
Varrone, De re rustica, 1, 8,1; Columella, 1, 1, 8; Plinio, Naturalis historia, 18,
nato, come la “danzatrice Baker” (tardo III secolo a.C.). Che fino verso il trattato di agronomia redatto dal Re medesimo34 e il noto la trasformazione nei rapporti con la campagna e il territorio e l’e- 4, 22.
agli ultimi anni del III secolo a.C. sia viva l’influenza dei modelli sistema fiscale35; parallelo sarebbe lo sviluppo nelle arti figurative norme dilatazione della compagine fisica della città, che finiva ora 35
Cicerone, Contro Verre, II, 3.
aulici tolemaici lo mostra anche un ritratto femminile in marmo del filone “bucolico” individuabile nella predilezione di soggetti per inglobare e ricreare in parte con l’artificio quella natura incon-
da Siracusa27 ispirato dalle effigi della regina Arsinoe III; ma trat- come le divinità agresti (Ninfe, Pan, Priapo) ricorrenti nei pae- taminata e abitata da sacri numi, sede atavica di attività cultuali,
tandosi di un pezzo isolato è difficile chiarirne la destinazione. saggi teocritei. che già le faceva cintura. Non a caso, si tratta di un fenomeno che
Più caratteristiche delle officine siracusane sono le sculture Innegabilmente la cura dell’agricoltura e lo sfruttamento accomuna, con modalità diverse ma con significative convergen-
nel finissimo calcare biancastro, lavorato quasi fosse una materia razionale delle risorse primarie sono un tratto qualificante del ze, le grandi metropoli ellenistiche. Anche sotto questo profilo la
plastica e rifinito con il colore. La qualità è spesso rimarchevole regno ieroniano, specie dopo la precoce rinuncia a un modello città natale di Archimede e l’altra sua città elettiva, Alessandria,
e se ne registra un ampio apprezzamento, dai centri più vicini militaristico di regalità. Quel che emerge sul versante artistico parlano nella seconda metà del III secolo una lingua comune, ma
come Acre28 ad altri come Messana o Alesa sulla costa tirrenica29, pare tuttavia una nuova valorizzazione del dato paesistico attra- ciascuna con il proprio inconfondibile accento.
per statue e pinakes di soggetto divino destinati a contesti cul- verso un più efficace dialogo con il tessuto monumentale, e anzi
tuali (Apollo, Artemide, Ninfe). Oltre alla cifra stilistica, uno de- la riconfigurazione di quest’ultimo in scenari urbanistici che com- 1
Livio, 25, 40,1.
gli aspetti più rilevanti è quella compenetrazione natura-cultura prendono al loro interno, all’interno cioè della città fisica e delle 2
Lehmler 2005.
cui si è fatto cenno a proposito dell’articolata organizzazione del sue grandiose scenografie, le stesse realtà rupestri e paesistiche 3
Spada 2002; Bonino 2003; Castagnino Berlinghieri 2010.
ponte superiore della Syrakosia. Esaminate generalmente come “primordiali”, pervase di sacralità naturale (e già così percepite 4
In Ateneo, 5, 206d-209e.
disiecta membra, anche per le circostanze disparate dei rinveni- nella tradizione religiosa locale). 5
Livio, 24, 21, 11-12.
menti, tali opere paiono infatti correlarsi non di rado a complessi Non stupisce se in contesti del genere si siano potuti sperimen- 6
Diodoro, 16, 83,2. Cfr. Lehmler 2005; Portale c.d.s.
architettonici inseriti in un’ambientazione naturale o a contesti tare temi come il magnifico Priapo (fig. 5), rinvenuto fortuitamen- 7
Campagna 2004.

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