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SUCELLUS

era del bronzo e del ferro, Roma 1980; M. Orlandi, L'epoca preromana a Subia- p. 125, n. 67. — Applique: P. Wuilleumier, A. Audin, Médaillons d'applique
co, in // Sacro Speco, s.l. 1982-83 pp. 1-16; id., Orígini di Subiaco e sue gallo-romains de la vallée du Rhone, Parigi 1952, p. 75, fig. 104. — Immagine
vicende storiche, in // Convento di S. Francesco in Subiaco, Subiaco 1984, pp. rupestre: A. Kolling, in Die Romer an Mosel und Saar, Magonza 1983, p.
57-61; M. A. Tomei, La villa di Nerone a Subiaco. Scavi e ricerche, in Archeo- 165, n. I05b. ,,-, „
logia Laziale VI (QuadAEI, 8), Roma 1984, pp. 250-259; ead., Subiaco. La 3 (G. BARATÍA)
Collezione Ceselli nel mañanero di S. Scolaslica. Materiali di eiá romana [Subia-
co] 1989; M. G. Fiore Cavaliere (ed.), Sublaqueum-Subiaco. Tra Nerone e
S. Benedetto, Roma 1994. - Per i sarcofagi conservan nel Monastero di S U D A R A B I C A , ARTE (v. vol. Vil, p. 540). -
S. Scolastica: F. Maíz, Die dionysischen Sarkophage, II, Berlino 1968, p. 194, II recente awio di scavi sistematici nello Yemen ha ri-
n. 78; B. Andreae, Die antiken Sarkophagreliefs, II. Die romischen Jagdsarko-
phage, II, Berlino 1980, p. 40 ss., tav. vi, 5. — Sulla cristianizzazione dell'a- messo in discussione la cronologia del periodo preislami-
rea e sulle catacombe: C. Rivera, Per la storia dei precursor: di S. Benedetw co e consente di tracciare un nuovo profilo storico abba-
nella provincia Valeria, in Convegno siorico di Monlecassino, Roma 1932, p. stanza orgánico dell'arte e dell'architettura sudarabica.
25 ss.; L. Gasperini, Le piú antiche memorie cristiane di Subiaco, Subiaco
'963, P- 57 ss. - Arcinazzo: E. Lissi, Ahipiani di Arcinazzo. Campagne I tentativi di sintesi oggi disponibili risalgono alia fine
di ¡cavo nell'area della villa delta di Traiano, in NSc, 1960, p. 393 ss. (con degli anni '50 (J. Pirenne, A. Grohmann) ma, risenten-
confronti e bibl. prec.); M. Leppert, 23 Kaiservillen..., cit., p. 414; R. Lancia-
ni, L'antica Roma, Bari I98i 2 , p. 214 ss; M. A. Tomei, La villa delta di
do troppo delle gravi divergenze cronologiche sorte al-
Traiano ad Arcinazzo, in Archeologia Laziale VII (QuaAEI, n), Roma 1985, lora tra i sudarabisti, sonó ormai da considerarsi supe-
p. 178-184; L. Cesa, Ahipiani di Arcinazzo. La villa impértale, Roma 1987. rati. Dovendo infatti giustificare innanzitutto le diffe-
(M. A. TOMEI) renti posizioni cronologiche, quei lavori mettevano in
primo piano i rapporti dell'arte s. con le altre culture,
S U C E L L U S (v. vol. vil, p. 539). - É stato ap- trascurando di rilevare e di spiegare quello che é il piú
profondito lo studio delle raffigurazioni del dio; l'icono- importante ed evidente carattere dell'arte s., cioé la sua
grafia piü ricorrente lo ritrae come un uomo maturo originalitá. Ecco come i risultati delle piú recenti indagi-
con barba e capigliatura ricciuta, generalmente stante, ni storiche prospettano il quadro cronológico dello Ye-
vestito di una túnica manicata trattenuta in vita da una men preislamico: fase i: periodo della protostoria suda-
cintura e di un mantello; talvolta indossa pantaloni. Suoi rabica (c.a 1200-700 a.C.); fase 2: periodo dei mukarrib
attributi sonó il martello, la patera, la botte, l'anfora, di Saba (c.a 700-400 a.C.); fase 3: periodo dei re di Saba
il cañe, la falce, il serpente, il gallo e la siringa. Le (c.a 400-115 a.C.); fase 4: periodo dei re di Saba e dhü-
immagini sonó per lo piú in pietra o in bronzo; queste Raydan (115 a.C.-3OO d.C.); fase 5: periodo dell'impero
ultime, come nel caso di una statuetta da Bonn, lo raffi- himyarita (300-628 d.C.). Grazie a questo schema (peral-
gurano qualche volta coperto únicamente da una pelle tro non da tutti condiviso) é possibile oggi concentrare
di animale, lupo o felino, che fa supporre, anche se solo l'attenzione sui caratteri piú proprí e distintivi dell'arte
nella forma, un tentativo di assimilazione con Eracle. yemenita antica.
Inoltre soltanto in questo tipo di immagini la túnica Architettura. — La maggior parte degli insediamenti
del dio appare ornata da segni a forma di croce o circola- sudarabici situati lungo i margini desertici dello Yemen
ri. Piú raramente sonó state rinvenute immagini di terra-
cotta, come, p.es., nella zona di Treviri, o appliques raf-
figuranti il dio. Tra queste é particularmente significati-
vo l'esemplare rinvenuto a Vichy poiché associa all'imma-
gine di S. un'iscrizione che lo menziona. Intorno a Saar-
brücken si sonó trovati rilievi rupestri raffiguranti questa
divinitá, come quello di S. Ingbert. Inoltre S. é noto
anche per dieci iscrizioni incise (oltre che sull'applique
di cui si é detto) su altari, su anelli, su una tabula ama-
ta., su un blocco di pietra.
Le ipotesi interpretative sul ruólo e sulle funzioni del
dio sonó numeróse. A S. é stato spesso attribuito un ruólo
di divinitá ctonia ed é stato posto in relazione con Dis
Pater e con l'etrusco Charun. E piü probabile pero che
si tratti di una divinitá legata alia vegetazione, alia fertili-
tá, ai campi e ai boschi. Questo spiegherebbe la sua assi-
milazione con Silvanus in ambiente gallo-romano. In qualitá
di dio della vegetazione S. é particolarmente legato alia
viticultura, specialmente nel territorio degli Edui e lungo
la Mosella.
BIBL.: S. Reinach, Bronzes figures de la Gaule romaine, Parigi 1889, p. 156
s.; A. Michaelis, Das Felsrelief am pompasen Bronn bei Lemberg, in Jahrbuch
der Gesellschafl für lothringische Geschichte und Altertumskunde, 1895, VII, pp.
128-163; M. Chassaing, Une passion: l'archéologie. Le dieu au maillet, Orbec
1986; M. Green, The Gods of the Cehs, Glouchester 1986, p. 136 ss.; S. Deyts,
L. Roussel, Une inscription a Sucellus découverte á Ancey-Málain (Cdte-d'Or),
in RAE, XL, 1989, pp. 243-247; Á. M. Nagy, in LIMC, VII, Monaco 1994,
s.v., pp. 820-823.
Statuetta da Bonn: S. Reinach, op. cit., p. 181. - Statuette in terracotta: 643. - ARTE SUDARABICA. Pianta di Khirbat Sa'üd
K. J. Gilíes, in zooo Jahre Weinkuhur an Mosel-Saar-Ruwer, Treviri 1987, (da Raydan — rielab. Sponer)

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