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inizi del III millennio a.C. Sub-Ozieri Filigosa Abealzu Eneolitico Iniziale e Medio
Civiltà Nuragica
Cultura di Su Carroppu:
Il quadro culturale più ricco e indicativo è quello sinora apparso sulle colline calcaree di Sirri-
Carbonia nel Riparo sotto roccia di Su Carroppu, una piccola e poco profonda cavità aperta a nord
per una decina di metri, che domina dall'alto di un'erta parete rocciosa un'amena e chiusa valletta,
regno ancor oggi incontrastato di pastori e di mandriani.
Sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici di grossolano impasto nerogrigiastro, in
prevalenza di forte spessore, con superficie bruna a chiazze nerastre, si riferiscono a ciotole e
pentole panciute a fondo convesso munite talora di piccole anse a maniglia orizzontale od obbliqua
forate verticalmente; presentano decorazioni, attuate mediante impressioni a crudo obblique o
verticali del bordo dentellato di conchiglie marine del
genere "Cardium".
L' industria litica appare esclusivamente in ossidiana, nelle
qualità traslucide e opache che in Sardegna si trovano nel
monte Arci.
I resti di pasto documentano un' economia basata sulla
caccia, l'allevamento, la pesca. Presenti le ossa di selvatici
quali il cervo e il cinghiale, quelle abbondanti del
"Prolagus sardus wagner, il piccolo roditore senza coda da
tempo estinto, e quelle di probabile montone.
Le sepolture erano di sicuro in grotta , dalla testimonianza
di due scheletri umani trovati in posizione contratta, con
accanto oggetti d'ornamento, diverse conchigliette di "columbella" e di "pectunculus" levigate e
forate.
STRUTTURE DOLMENICHE
Si indicano col termine "strutture dolmeniche" le costruzioni di tipo "trilitico" ovvero
composte da tre pietre ("tri" = tre ; "litos" =
pietra): due verticali (o ortostati) e la terza
sovrapposta alle precedenti (piattabanda).
MENHIR
I menhirs ("men" =
pietra ; "hir" =
lunga) sono pietre
saldamente
piantate per terra
(che ospita
l'elemento profano
uomo) e rivolte
verso il cielo
(elemento sacro)
quasi a significare
il tentativo di un
costante rapporto
fra i due elementi.
I Menhirs sono posizionati isolati o in gruppo, talora
in allineamento, presso i villaggi, in prossimità di
tombe, ma si ritrovano anche in siti con i quali al
momento non sembrano avere collegamenti diretti. Si
pensa che potessero avere una funzione
rappresentativa di tipo generale, un po' come i simboli
religiosi cristiani che si trovano un po' ovunque: le
croci in ferro o legno poste intorno ai paesi o le statue
e le edicole sistemate negli incroci delle strade
principali o dei viottoli più frequentati. Si distinguono
in aniconici, protoantropomorfi ed antropomorfi, i
primi sono pietre naturali appena sbozzate di forma
parallelepipeda o prismatica, talvolta vagamente
ogivale, i secondi tendono a restringersi alla sommità
a volte appuntita, a volte tronca, oppure ogivale con
sezione piano-convessa e ricordano vagamente la
sagoma umana, gli ultimi possono avere attributi
maschili (simbolo fallico) e femminili (coppelle in
positivo o in negativo). e sono lavorati in modo da
rappresentare la figura umana che troverà il pieno
sviluppo nell’età dei metalli con la raffigurazione di
vere e proprie statue-menhir o di betili.
Nel Neolitico Recente, detto anche periodo Ozieri o S. Michele, si diffonde l'usanza di
seppellire i morti in grotticcelle scavate nella roccia (ipogei da "ipo"= sotto e "geo" = terra)
più comunemente dette "domus de Janas" anche se, negli anni ottanta, sono state scoperte a
"Cuccuru Arrius" (Cabras) tombe ipogeiche con materiali di Cultura Bonu Ighinu che
sembrano indicare che il
fenomeno sia precedente al
Neolitico Recente.
L'accesso nei tipi più antichi è "a pozzetto"; in seguito si usa un corridoio (dromos) e, se la
roccia lo permette, i portelli d'ingresso, spesso sagomati con eleganza, vengono aperti
verticalmente su frontoni naturali. Le decorazioni sono diverse comprendendo la rifinitura
dei portelli interni ed esterni, la riproduzione di elementi architettonici come zoccoli,
paraste, pilastri con basi, architravi, il trave centrale
con i travicelli trasversali del tetto, ed altri elementi che
nell'insieme portano a rappresentare l'interno della
dimora dei vivi. Queste decorazioni non si limitavano
ai rilievi, ma potevano essere completate da colori per
evidenziare e abbellire gli ambienti (un documento
eccezionale è rappresentato dal soffitto a riquadri
restituito dalla celebre tomba di "MANDRANTINE" a
Thiesi).
Oltre agli elementi architettonici, la decorazione più ricorrente nelle domus è la "Protome
Taurina" che, isolata o ripetuta, naturalistica o stilizzata, rappresenta una divinità simbolo
della vita e della riproduzione intesa anche come rigenerazione del defunto nella vita
dell'aldilà.
Le domus sono tombe collettive dove, con accanto il corredo funebre, il defunto veniva
deposto dopo averlo lasciato all'aperto a scarnificarsi (sepoltura secondaria). Le ossa e il
corredo venivano rimossi o spianati per far luogo ad altre sepolture per cui non è facile
rilevare se le tombe siano state utilizzate per un gruppo familiare anche se questa per ora è
l'ipotesi più accreditata.
Davanti alla domus, nel "dromos" e nell'interno con molta probabilità si svolgevano riti
sacri, come fanno pensare le coppelle, i focolari scavati nei pavimenti ed altri elementi.