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ARTE IN MESOPOTAMIA

IN BREVE
Fra il IV millennio a.C. e il V secolo a.C., nei territori bagnati dal Tigri e dell'Eufrate, fiorirono varie civiltà.
La prima fu quella dei Sumeri, che edificarono città e costruirono grandi templi chiamati Ziggurat. 
Dopo quella sumerica si affermò la civiltà babilonese, che prese il suo nome dalla capitale, Babilonia, una
città ricca di palazzi giardini. A quella babilonese seguirono la civiltà assira e quella persiana.
I resti delle antiche città e le numerose raffigurazioni a rilievo documentano la funzione e i caratteri dell'arte
presso queste popolazioni: al servizio della religione presso i Sumeri, al servizio dei sovrani presso gli altri
popoli.

QUANDO E DOVE
In Mesopotamia, attuale Iran, Siria e Libano.
Sumeri: fra la metà del III e l'inizio del II millennio (3.500-2.000 a.C.)
Babilonesi: tra il 2.000 e il 1.100 a.C., periodo di massima potenza fra il 1700 e la fine del 1500 a.C. a
Babilonia, a sud dell'odierna Baghdad. Impero Neobabilonese dal 612 a.C. al 538 a.C.
Assiri: 1100-600 a.C. con capitale Assur.
Persiani: VI-V secolo a.C. la capitale era Persepoli.

CONTESTO STORICO E FUNZIONE


I sumeri idearono la scrittura, dapprima pittografica poi ideografica, infine cuneiforme, svilupparono
l'agricoltura, studiarono l’astronomia e fondarono le prime città stato, aspetti questi che influenzarono le
civiltà successive.
Esse sono caratterizzate da alcuni elementi comuni:
- I popoli erano governati da un sovrano, che aveva anche il potere religioso, in quanto era considerato il
tramite fra la popolazione e la divinità.
- La religione era politeista, ossia venivano adorati molti dei, che impersonavano le forze della natura e a cui
la gente si rivolgeva per ottenere prosperità.
- L'arte ebbe le sue manifestazioni nelle città, che avevano un ruolo dominante sul territorio circostante.
L'arte della Mesopotamia, pur mantenendo alcuni elementi di continuità, e nel tempo diverse manifestazioni,
dovute alla successione delle popolazioni presenti nel territorio.
Mentre l'arte sumerica ebbe nella religione suo fondamento, quella assiro-babilonese e persiana furono
prevalentemente celebrative dei sovrani.

ESEMPI ARTISTICI:
-- Civiltà mesopotamiche https://www.youtube.com/watch?v=L9_6vYALMFk
-- Civiltà mesopotamiche https://www.youtube.com/watch?v=oG9L-TYCjp8
-- Nascita scrittura approfondimento https://www.youtube.com/watch?v=LnssCoF4_FU
-- Scrittura minivideo: https://www.youtube.com/watch?v=-ilZpZRBaAY
SUMERI
-- Stendardo di Ur https://www.youtube.com/watch?v=ZJjkOqVW7vc
-- Ziggurat (spagnolo) https://www.youtube.com/watch?v=7zxwlHotjhg
BABILONESI
-- Codice di Hammurabi https://www.youtube.com/watch?v=fDK-BOTb1T4
-- Porta di Ishtar https://www.youtube.com/watch?v=FtxhzgL3m3w
ASSIRI
-- Assiri (approfondimento) https://www.youtube.com/watch?v=B_gD7H0UuVE
PERSIANI
-- Persepoli https://www.youtube.com/watch?v=dfBW28iFggA
ARTE SUMERICA

Con i Sumeri sorsero le prime città, difese da mura; al loro interno l'edificio più caratteristico era la
ziggurat, un'altra costruzione a terrazze decrescenti, collegate fra loro da varie scalinate (piramide a
gradoni). Alla sommità dell'edificio si trovava il tempio, alla cui cella potevano accedere solo i sovrani e poi
i sacerdoti.
L’altezza dell'edificio, oltre a renderlo ben visibile fin da lontano, ne evidenziava anche il significato
simbolico di montagna divina che collegava la terra al cielo.
La ziggurat era costruita in mattoni, ossia blocchi regolari di argilla mescolati con paglia e asciugati al sole.
Dapprima furono mattoni crudi, in seguito entrò in uso la loro cottura per renderli più resistenti all'azione
degli agenti atmosferici. Fu questa una importante novità nei modi costruttivi.
Una famosa ziggurat era quella di Ur, di cui esistono resti imponenti.
Nell'area mesopotamica la ziggurat continuò ad essere la costruzione tipica anche nei secoli successivi.

ZIGURAT DI UR
Si trova nell’attuale Iraq ed è una delle meglio conservate.
Eretta nel 2.100 a.C. circa in onore del dio della luna Nannar.
Aveva base rettangolare di 62,5x43 metri e doveva esser alta
almeno 25 metri.

ORANTI
All'interno dei templi sono state trovate piccole statue a tutto tondo,
realizzati in argilla cotta o in pietra, dalla forma geometrica e
semplificata, chiamate oranti. Hanno gli occhi grandi spalancati,
fatti di incrostazioni di pietre colorate, quali madreperla e
lapislazzuli, e le mani giunte in atteggiamento di supplica. Si ritiene
che fossero statuette votive, che dovevano pregare per chi le aveva
commissionate.
STENDARDO DI UR 
Formato da due pannelli di legno decorati con
lapislazzuli e madreperla attaccati con bitume, su un
pannello rappresenta la guerra, sull’altro la pace.
È una tavola di legno decorata su entrambi i lati, alta 20 cm
e lunga circa 50. Risale alla prima metà del III millennio
a.C. ed è opera di arte sumerica, ma non se ne conosce
esattamente la funzione originaria.
Si trova attualmente al British Museum di Londra.
Entrambi i lati la lastra è divisa in tre fasce sovrapposte, la
cui lettura si sviluppa dal basso verso l'altro.
Il primo lato, non visibile nella fotografia rappresenta la guerra. In basso i soldati sui carri da
combattimento, travolgono i nemici, schiacciandoli sotto gli animali da tiro. Nella fascia centrare i soldati
procedono in fila forniti di spade e fanno prigionieri nemici. Nella fascia in alto, al centro è collocato il re e
da entrambi i lati avanzano verso di lui i soldati con i prigionieri incatenati.
Nell'altro lato, invece, è descritta la pace attraverso vari avvenimenti in successione. Nella fascia inferiore si
vedono i servi che trasportano il bottino di guerra; e in quella centrale vengono condotti in processione gli
animali che devono essere sacrificati in quella superiore si festeggia la pace con un banchetto cerimoniale
presieduto dal sovrano.
La lavorazione realizzata con l'incastro, su un sottile strato di bitume, di materiali diversi: lapislazzuli,
madreperla, calcare. La narrazione varia a seconda delle azioni descritte: le figure con la loro disposizione
evocano un ritmo concitato nelle scene di guerra, un movimento pacato regolare nelle scene di pace, in cui
vengono descritti incedere degli animali e degli uomini.
L'opera è significativa dell'arte mesopotamica, nella quale le popolazioni avevano raggiunto alti livelli di
abilità nella lavorazione di materiali resistenti, quali l'avorio, l'osso e le pietre dure. Costituisce inoltre un
importante documento che descrive le usanze della popolazione si è in guerra che in pace, realizzato con
grande efficacia narrativa, attraverso la successione di diversi episodi.

ARTE BABILONESE e NEOBABILONESE


Ricordiamo che i babilonesi vivevano già in Mesopotamia, discendenti degli Amorrei.
Il primo impero babilonese è databile tra il 2000 e il 1.100 a.C.
Periodo di massima potenza dal XVIII al XVI secolo a.C.
Dominarono la regione fino alla fine del II millennio, quando giunsero i bellicosi Assiri.
Vi sarà poi un nuovo momento di dominio babilonese nel VI secolo a.C. prima della conquista persiana
(regno neobabilonese).
Hammurabi fu il fondatore dell'impero (1792-1750 a.C.).
Viene ricordato per aver unificato la bassa Mesopotamia (ogni città conservava però la propria lingua,
cultura e tradizione) e soprattutto per aver promulgato una raccolta di leggi (proprio per unificare quelle
genti così diverse) nota come Codice di Hammurabi, che rappresenta uno dei primi esempi di leggi scritte
della storia.
Hammurabi , pensando che il suo impero si sarebbe retto solo con l’appoggio di un’unica divinità, scelse
Marduk come dio principale di tutto l’impero, in nome del quale esigeva i tributi delle città sottomesse.

Il secondo impero babilonese iniziò con la caduta dell'impero assiro nel 612 a.C.
Il periodo di maggiore potenza del secondo impero babilonese si ebbe con il re Nabucodonosor II che
regnò dal 604 al 562 a.C. 
Il re Nabucodonosor II adornò la città di Babilonia con i giardini pensili costruiti in onore di sua moglie
Semiramide che proveniva da una terra ricca di fiori.
Questi giardini erano così belli che Babilonia fu considerata una delle sette meraviglie del mondo antico.
Alla morte di Nabucodonosor crebbero il lusso e la corruzione a Babilonia e iniziò un periodo di decadenza
per l'impero babilonese che finì nel 538 a.C. con la dominazione persiana.

ARTE BABILONESE: CODICE DI HAMMURABI


Hammurabi è autore di uno dei più antichi codici legislativi: la stele di Hammurabi, diorite (pietra nera di
origine vulcanica), h 225 cm oggi al Louvre la più ben conservata (rinvenuta nella città di Susa, attuale
Iran. Si ritiene che fosse originariamente esposta nella capitale, e che sia stata trasportata nel luogo del
ritrovamento come bottino di guerra dall'esercito elamita).
Altre copie sono state ritrovate, ma non così ben conservate.
Esse erano poste nelle diverse città: negli angoli delle strade più importanti e vicino ai templi e dove si
amministrava anche la giustizia.
282 leggi scritte in caratteri cuneiformi che Hammurabi dice gli siano state ispirate dagli dei affinché la pace
e la giustizia regnassero.
La popolazione è divisa in patrizi, liberi, plebei, schiavi.
Composta di un lungo testo in caratteri cuneiformi sormontato da un bassorilievo con il sovrano in
piedi di fronte al dio del sole e della giustizia Shamash seduto in trono che gli porge un anello simbolo di
giustizia, e il bastone simbolo di comando, mentre gli detta le leggi.
Il potere regale viene quindi dalla divinità e così anche le leggi.
Quali obiettivi intendeva raggiungere Hammurabi in questo modo?
- Tutti i popoli dell’impero babilonese sottostavano alle stesse leggi.
- Tutti i cittadini dell’impero avevano la possibilità di conoscere le leggi e di rispettarle.
- Le leggi, una volta scritte, rimanevano sempre uguali e non cambiavano se anche cambiava il re o il
giudice.
Al di sotto del bassorilievo, è scolpito, su molte colonne, il testo delle leggi che si compone di tre sezioni:
- il prologo, dove il re dice di essere stato chiamato dagli dei a guidare con giustizia e a dare delle leggi per
garantire la prosperità del suo impero;
- la parte centrale, che contiene leggi vere e proprie;

ARTE NEOBABILONESE: LA PORTA DI ISHTAR


Tipica dell'arte babilonese fu la grandiosità delle soluzioni architettoniche, espressa in particolare nella città
di Babilonia, la capitale del regno, ricca di palazzi e giardini e circondata da mura imponenti. 
L'arte babilonese si caratterizza anche per il colore, presente nei mattoni smaltati che rivestivano gli edifici. 
All'inizio del VI secolo a.C. venne riedificata Babilonia, (l'antica capitale del tempo di Hammurabi) sotto
il regno di Nabucodonosor II (604-562 a.C.) che aveva due cinte murarie merlettate e nove porte (col nome
di nove divinità) monumentali: la più celebre è la porta della dea Ishtar, VII-VI secolo a.C..
Costruita con mattoni smaltati policromi (oggi completamente ricostruita a Berlino presso il Pergamon
Museum). I muri ai lati dell'entrata erano decorati da figure di animali reali e fantastici di grandi dimensioni
(leoni-dea Ishtar, tori- dio Adad, draghi-dio Marduk) in terracotta smaltata rosso, giallo, bianco su fondo blu.
Erano simbolici guardiani posti a presidio degli accessi della città.
All'interno della città sorgevano i giardini pensili di Semiramide e una Ziggurat gigantesca, forse è questa la
torre di Babele narrata nella Bibbia nel libro della Genesi.
ARTE ASSIRA
Gli Assiri attirati dalle ricchezze dell'impero babilonese invasero il territorio intorno al 1100 a.C..
Iniziò da questo momento l'impero sotto Assurbanipal e Ninive divenne la nuova capitale.
Erano un popolo feroce e spietato, usavano armi in ferro, molto più resistenti rispetto a quelle
di bronzo impiegate dai propri nemici. Inoltre avevano inventato geniali macchine da guerra come i carri
da combattimento trainati dai cavalli. I cavalli furono usati in battaglia per la prima volta da questa
popolazione.
Assurbanipal amava la cultura, raccolse tutti i testi scritti in Mesopotamia e li conservò nella sua biblioteca.

Appartengono all'arte assira alcune raffigurazioni a bassorilievo su pietra, che presentano i sovrani in azioni
di guerra o di caccia. Si caratterizzano per la resa minuta di particolari, come armi, vestiti, finimenti dei
particolari, ottenuti attraverso la tecnica dell'incisione; questi rilievi sono un documento dei costumi,
dell'abbigliamento e delle acconciature in uso presso il popolo assiro.
La produzione artistica si concentra soprattutto sulla figura del sovrano: vengono esaltati forza, coraggio e
capacità di dominio.

CACCIA DI ASSURBANIPAL
Palazzo Reale di Ninive, metà VII secolo a.C.,
alabastro, Londra, British Museum.
In origine decorava una delle sale interne del Palazzo
Reale a Ninive. La lastra faceva parte di una lunga
fascia orizzontale che è andata in buona parte
perduta.
Il rilievo raffigura il re assiro Assurbanipal
impegnato nella caccia al leone.
Questi rilievi erano dipinti a vivaci colori.
La caccia avveniva nei giardini del suo palazzo,
all'interno di un recinto adibito a tale fine e alla
presenza di molte persone che vi assistevano come ad uno spettacolo. Il sovrano è raffigurato a cavallo
nell'atto di sollevare, senza compiere alcuno sforzo, la lancia con la quale si accinge a colpire una fiera che
si avventa contro di lui. Alle spalle del re un leone, ferito e trafitto da molte frecce, si lancia contro un
cavallo.
La caccia di Assurbanipal è scolpita a bassorilievo, con le figure che emergono leggermente dal fondo di
una lastra in alabastro gessoso.
Sia il re sia gli animali sono collocati sullo stesso piano: all'anonimo artista non interessa quindi la
resa della profondità spaziale.
Caratteristica è la rappresentazione di profilo (causa dell'incapacità a rendere la tridimensionalità): innaturale
posizione della zampa del leone, schiacciata e rovesciata all'indietro (così l'animale è rappresentato nella sua
interezza e vi è, anche se prospetticamente errato, il piano posteriore).
Sono completamente assenti particolari che descrivano l'ambiente naturale circostante, cosicché l'attenzione
dell'osservatore si concentra esclusivamente sul soggetto rappresentato. Le figure sono descritte con una
straordinaria attenzione per i dettagli: la barba del re, la sua capigliatura, i finimenti dei cavalli e le criniere
delle bestie feroci sono ritratti con molta cura.
La funzione di quest'opera era sia decorativa sia celebrativa del potere di Assurbanipal.
Infatti i re assiri usavano arricchire i loro palazzi decorandoli con rilievi che narravano le maggiori imprese
dei sovrani.
La grande attenzione prestata ai particolari e la notevole cura con cui viene reso l'abbigliamento di
Assurbanipal sottolineano l'intenzione di esaltare la sua ricchezza e il suo prestigio. L'intento era dunque
quello di abbellire e impreziosire le dimore dei sovrani e contemporaneamente suscitare l'ammirazione dei
sudditi con la magnificenza del potere regale.
Inoltre il re è ritratto in atteggiamento vittorioso, in tutta la sua forza e potenza. Questo denota anche una
intenzione celebrativa e propagandistica: infatti rilievi del palazzo di Ninive non mostravano solo scene di
caccia, ma anche scene di guerra vittoriosa.
Il fine era sempre lo stesso: celebrare la potenza militare del sovrano, ritratto al culmine della gloria, e di
conseguenza esaltare la grandezza dell'impero assiro.
I rilievi provenienti dai palazzi dei re assiri sono anche significativi documenti storici. Gli edifici, le navi, i
carri, gli ornamenti dei cavalli, le armi e i costumi sono dettagliatamente descritti e forniscono un'idea molto
precisa di come dovevano essere nella realtà.

LAMASSU
Importante l'attività edilizia dei sovrani (civile e religiosa) a
carattere propagandistico e autocelebrativo, come la Reggia di
Sargon II (721-705 a.C.) a Khorsabad in Iraq.
Monumentale dimora con alte mura di cinta comprendeva 200
stanze e 30 cortili e una Ziggurat a sette piani. Soffitti a volta, pareti
formate da bassorilievi in pietra con scene di caccia e processioni di
cortigiani. Sculture monumentali in alabastro con funzione di
guardiani erano poste ai lati dei portali di ingresso dell'edificio: a
tutto tondo, altezza 4 m, raffiguravano i Lamassu.
Questi erano creature demoniache dall'aspetto di tori
androcefali, cioè a testa umana, con cinque zampe e possenti ali,
volto maschile dalla lunga capigliatura, barba e copricapo
cilindrico.
Incutevano timore e rispetto nei sudditi.
Ha cinque zampe per permetterne una visione completa sia di fianco che di fronte.
ARTE PERSIANA
Nel 539 a.C. Ciro il Grande, re di Persia, entra in Babilonia.
Era un uomo generoso e clemente, rispettoso delle fedi religiose delle popolazioni sottomesse.
Ciro, seguito poi dal figlio Cambise, fonda uno dei più vasti imperi del mondo antico, giungendo fino a
conquistare l'Egitto.
Dario poi tentò la conquista della Grecia, ma nel 490 a.C. viene fermato a Maratona.
Suo figlio Serse riprende il progetto del padre, invade la Grecia, conquista e distrugge Atene ma viene
battuto a Salamina nel 480 a.C. e a Platea nel 479 a.C.
È la fine dei tentativi persiani di penetrare l'Europa.

In Persia sorgevano splendide città: Susa e Persepoli.


Riprendono la monumentalità architettonica mesopotamica e l'uso delle costruzioni a terrazze, ma usano
anche componenti egizie come le sale a colonne.
Decorazione formata da rappresentazioni processionale di soldati, delegazioni, etc…

Religione: il Dio creatore del mondo è Ahura- Mazda, accanto a lui vengono adorati gli dei del sole, della
luna, della terra, dell'acqua, del fuoco e del vento.
In onore degli dei venivano compiuti sacrifici di sangue dei sacerdoti, i Magi.
Essi inoltre interpretavano i sogni, incoronavano il re, educavano i giovani, custodivano le tombe regali (il
sovrano imbalsamato ero disteso su un giaciglio d'oro).

PALAZZO DI DARIO VI-V secolo a.C., Persepoli (nell’attuale Iran)


Dell'arte persiana rimangono i resti delle città reali, tra le quali dominava Persepoli, con il Palazzo del re
Dario.
L'edificio era immenso, a pianta quadrata, con basamenti e scale ornate da bassorilievi.
Le figure sono viste di profilo e hanno caratteri di uniformità e di ripetizione ritmica.
Nei rilievi dell'antica Persia infatti i motivi originari delle diverse culture succedutesi nel tempo furono
rielaborati in forma semplificata e con caratteri di regolarità ritmica.
I rilievi, che coprivano intere pareti, erano finalizzati a decorare i palazzi del sovrano e a celebrarne il
potere.

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