Sei sulla pagina 1di 57

Arte nella mezzaluna

fertile

prof.ssa Floriana Iannone


Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Cinquemila anni fa si svilupparono le grandi civiltà


dell'antico Egitto e della Mesopotamia. Entrambe
avevano in comune la presenza di grandi umi che
rendevano fertili i terreni e servivano anche come vie di
comunicazione. Questi umi sono il Nilo in Egitto e il
Tigri e l'Eufrate in Mesopotamia.

Egitto Mesopotamia
fi
fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

“la terra tra i due umi”


fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

La Mesopotamia, letteralmente "la Terra fra i due umi",


corrispondente all'attuale Iraq,  fra il 4000-3500 a.C.
presentava  condizioni geogra che  molto differenti da
quelle attuali. Era infatti una terra molto fertile
caratterizzata da una ricca presenza di acqua e di verde.
Proprio per la facilità della sua coltivazione, era anche
nota come la "mezzaluna fertile".

"mezzaluna fertile"
fi
fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Tutto ciò rendeva quest'area un luogo perfetto per lo


sviluppo di importante civiltà. Nascono qui, infatti le
prime civiltà, l'organizzazione dei primi "regni", che si
susseguono uno dopo l'altro, combinandosi culture e
conoscenze l’uno con le altre, non annullando mai ciò
che aveva creato il regno precedente,  così come l'arte
in questo periodo varia proprio ma senza modi carsi
mai del tutto.

"primi regni""

fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Il ume tigri
fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

I popoli furono capaci di insediarsi in queste regioni,


organizzarsi socialmente ed economicamente. In
comune le due civiltà avevano anche l'organizzazione
politica e sociale: un potere centrale nelle mani si un
sovrano.

"primi regni""
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

In Mesopotamia, oltre a una crescita produttiva, ci fu


quindi un grande impulso culturale che portò alla
nascita delle prime città nella storia dell'uomo: la
cosiddetta rivoluzione urbana.

"primi regni"
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Questo è il periodo in cui l’uomo non vive più nei


villaggi, ma fonda per la prima volta nella storia delle
vere e proprie città. Nascono le leggendarie Ur, Ùruk,
Làgash, Erìdu, Umma, Nìppu, la cui memoria ricorre già
nelle Sacre Scritture.

“prime città"
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Area sacra di Eanna a Uruk - Periodo Protostorico


Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Rispetto a un insediamento agricolo preistorico, infatti,


la città non era solo più grande, ma anche e soprattutto
diversamente organizzata.
In essa, del resto, non vivevano né contadini, né
allevatori, che preferivano rimanere nei villaggi, dove
godevano di una evidente comodità nell'essere più
vicini ai campi e al bestiame.

“Più grandi e organizzate"


Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Gli abitanti delle città erano quindi artigiani, mercanti,


soldati, funzionari, magistrati e sacerdoti.

Nella città antica, si andava precisando una netta


divisione del lavoro, dalla quale è discesa in modo
praticamente diretto, una prima suddivisione in classi
sociali

“Più grandi e organizzate"


Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Al vertice di questa gerechia, vi era il sacerdote, con il


suo potere economico e politico, al quale si af ancava il
re che aveva il compito di guidare l'esercito in guerra.

“Più grandi e organizzate"

fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

C'erano poi i funzionari e gli scribi che si occupavano di


registrare i contributi versati al tempio. Seguivano i
guerrieri con il compito di difendere la città, e gli
artigiani, i tessitori, i fabbri, gli allevatori e in ne i
contadini e gli schiavi.

“I funzionari”

fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Ricostruzione gra ca di Ur, bassa Mesopotamia


fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Ogni classe trovava la proprio collocazione in uno


spazio sico ben de nito. Sorgevano interi quartieri nei
quali si concentravano, ad esempio, tutti gli artigiani di
un certo settore.

“I funzionari”
fi
fi
Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Ogni quartiere era poi collegato con gli altri


attraverso un sistema di strade il più regolare
possibile, spesso a maglia ortogonale od
organizzato intorno a luoghi-simbolo del culto
(templi) o del potere (palazzo reale).

“I luoghi del potere”


Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

L'intero abitato, in ne, era circondato da solide


mura, di mattoni crudi, che vennero poi sostituiti da
quelli cotti, più solidi e talvolta anche in pietra.
La città diventa simbolo della potenza e della
ricchezza dei suoi abitanti.

La città simbolo di potenza dei suoi abitanti


fi

Le grandi civiltà dell’Antico Egitto

Per questa ragione la civiltà sumerica è de nita


anche “urbana” o “monumentale”. Cinte da potenti
mura rafforzate da torri, le città sumeriche sono
delle vere e proprie città-stato, ciascuna autonoma e
indipendente, molto spesso anche in guerra fra loro.

civiltà sumerica = civiltà monumentale

fi
I Sumeri

I Sumeri sono stati il primo popolo a stanziarsi nel


sud della Mesopotamia, tra il IV e il III millennio.
La mezzaluna fertile è sempre stata luogo di
passaggio e di popolamento misto.
Non è quindi facile riconoscere forme di arte da
attribuire a un solo popolo. Non è del tutto corretto,
perciò, parlare di arte dei Sumeri.

civiltà sumerica = civiltà monumentale


L’arte per i sumeri

I Sumeri furono i primi ad elaborare una vera e


propria religione. Essa si basava sull’esistenza di
varie divinità che personi cano le  forze della
natura  - Il re degli dei sumerici era Enlìl, ovvero
il Signore del Vento – e degli astri del cielo, come ad
esempio Utu, dio del Sole, e il sopracitato Nanna,
dio della Luna, o Inànna, dea del pianeta Venere.

Le forze della natura


fi
L’arte per i sumeri

Di conseguenza tutta la produzione sumerica


di sculture in terracotta (IV millennio a.C.) e in pietra
calcarea  (III millennio a.C.) ha una forte ispirazione
religiosa.
I soggetti rappresentati, infatti, sono soprattutto
divinità antropomorfe (ovvero con sembianze
umane), personaggi regali o fedeli intenti alla
preghiera.

Divinità antropomorfe - fedeli - personaggi regali


L’arte per i sumeri

Re Eannatum di Lagash. Da Girsu. 2424-2405AC. British Museum. Londr

L’arte per i sumeri

L a  s t a t u e t t a v o t i v a d i
Eannàtum, il potente re di
Lagash, risalente al
2600-2340 a.C. circa,
rappresenta il personaggio
in posizione eretta e in
atteggiamento di preghiera.
La piccola scultura, in
alabastro calcareo, con
inserti in prezioso
lapislazzuli blu per gli occhi
e i capezzoli, è di fattura
minuta e dettagliata.
L’arte per i sumeri

Gli enormi occhi


sbarrati stanno forse ad
indicare la grande
devozione religiosa,
così come la gonna a
balze sovrapposte
rimanda probabilmente
ai tipici abiti da
cerimonia del tempo.
L’arte per i sumeri

Statuetta votiva di Eannatum, re di Lagash, in atteggiamento  di preghiera, ca 2600-2340


a.C. Alabastro calcareo con lapislazzuli e madreperla, altezza 30 cm. Houston, Manil Collection.
L’arte per i sumeri

Com’è intuibile, non vi è


nei Sumeri la volontà o
il tentativo di
rappresentare la realtà.

Essi non desideravano


rendere riconoscibile il
singolo personaggio,
quanto il ruolo da lui
rappresentato (dio, re,
sacerdote, fedele..etc).

L’arte per i sumeri

Non importava la
somiglianza, piuttosto,
la ripetizione di un
rigido insieme di regole
sempre uguali, quali la
rappresentazione nella
medesima fattura degli
abiti o un particolare
atteggiamento del
soggetto.
L’arte per i sumeri

Ciò è evidente in una delle


statue di Gudèa, il più noto fra
i governatori (che i Sumeri
chiamavano Patèsi) di
Lagash, oggi conservata al
Museo del Louvre. Risalente
circa al 2120 a.C., la statua in
diorìte (tipo di roccia di
formazione vulcanica, di
colore nerastro e di
consistenza durissima.

Statuettadi Gudèa, patesi di Lagas (statua del vaso trabboccante),  dedicata alla dea
Geshtinanna, ca 2120 a.C. Diorite, altezza 62 cm. Parigi, Museo del Louvre. 
L’arte per i sumeri

Dal greco diorìzein, dividere, il nome fa riferimento alla


struttura divisa dei cristalli che la formano) mostra il
personaggio a piedi nudi uniti, rivestito con un lungo
mantello dal rigido panneggio che gli lascia scoperti
solo la spalla e il braccio destri.
L’arte per i sumeri

Tale indumento, simbolo di dignità regale, è decorato


da minute iscrizioni incise in caratteri cuneiformi, nelle
quali si esaltano la potenza del sovrano e la rarità della
diorite, a riprova della sua grande ricchezza.
L’arte per i sumeri

In mano a Gudea regge un’ampolla panciuta dalla quale


fuoriescono due rivoli d’acqua simmetrici (da cui deriva il
nome con cui è nota la statuetta Statua del vaso
traboccante), forse a simboleggiare le opere di irrigazione
che aveva realizzato e dunque emblema di benessere e
fecondità.
L’arte per i sumeri

Il volto convenzionale e inespressivo, come abbia già detto,


non ha pretese realistiche. In testa porta un turbante
pieghettato a forma di ciambella, ulteriore simbolo di
regalità, come si riscontra anche in numerose altre sculture
a lui dedicate che lo ritraggono in piedi o seduto.
L’arte per i sumeri

Nel complesso la statua dà una sensazione di grande


compattezza, nonostante le sue dimensioni di appena 62
cm.

Essa appare realizzata per essere osservata da un punto di


vista frontale, il che fa supporre che fosse destinata a
essere inserita in una nicchia delle pareti del palazzo reale
o a essere collocata su un altare.

L’arte per gli assiri

Nella porzione territoriale compresa tra il Tigri e uno dei suoi


af uenti (lo Zab), ai Sumeri successero gli Assiri. Essi
continuarono, almeno nell’arte, la tradizione dei loro grandi
predecessori.
fl

L’arte per gli assiri

Il regno Assiro pu essere identi cato in tre periodi:

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


Medioassiro (1360-1050 a.C.)

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)



fi

L’arte per gli assiri

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


In questo periodo l’Assiria vive una grande prosperità


economica, i primi sovrani (Puzur-Assur I, Ilushuma ed
Erishum) avviarono una fortunata attività commerciale
in Cappadocia; questo permise di avviare una politica
di aggressione militare in Mesopotamia e in Alta Siria.

Porrà ne a questo regno l’ascesa della I dinastia di


Babilonia, con l’aggressiva politica di Hammurabi.
fi

L’arte per gli assiri

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


Contrariamente ai Sumeri, grandi costruttori di templi,


gli Assiri si dedicarono soprattutto all’edi cazione di
grandiosi palazzi reali, decorati con colossali statue di
re e con vasti bassorilievi celebranti le loro battaglie e
le loro cacce.

Oltre ai palazzi eressero anche nuove altissime torri


ziggurat di cui restano maestose rovine a Nimrud, città
un tempo munita di cinta muraria e porte monumentali.

fi
L’arte per gli assiri

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


Osservando la
planimetria della città di
Assur possiamo notare
come essa si
presentasse cinta da
mura all’interno delle
quali vi sono collocati
templi e palazzi.
L’arte per gli assiri

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


Al periodo paleoassiro risalgono il palazzo antico, a pianta


quadrata, la Ziggurat di Assur e il tempio di Assur che si
apre a sud-est su di una corte trapezoidale, ha una pianta
rettangolare e presenta plurime entrate che introducono a
una corte centrale; lo sviluppo planimetrico complessivo e
la successione di corti che introducono assialmente
all’anticella sono un’eredità della tradizione architettonica
paleo babilonese.
L’arte per gli assiri

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


La scultura assira appare in


gran parte in funzione
dell’architettura: numerosi
nelle rovine dei palazzi di
Assur, Ninive, Nimrud, sono i
bassorilievi con scene di
caccia e di guerra in cui è
particolarmente curata la
rappresentazione degli
animali, rappresentati con
fedeltà e vivacità.
L’arte per gli assiri

Paleoassiro (1950-1750 a.C.)


La geometrizzazione delle forme


è sempre più evidente e ciò non
è affatto in contrasto con una
rappresentazione naturalistica
di molte raf gurazioni, specie
degli animali.

La schematizzazione delle
gure non è astratta dalla realtà
anatomica dell’oggetto ritratto,
in cui si trovano anche se
alterati nella loro forma
naturale, ogni muscolo e
articolazione.
fi
fi

L’arte per gli assiri

Medioassiro (1360-1050 a.C.)

L’ascesa del nuovo regno medio assiro è legata alla


gura di Assuruballit I.

Il sovrano di Assiria riesce a ridimensionare il regno di


Mitanni appro ttando dell’assassinio del re Tushratta;
successivamente il dominio medio assiro si estenderà
anche in Anatolia orientale, e sopra- tutto in
Mesopotamia meridionale, con la conquista e il
saccheggio di Babilonia.
fi
fi

L’arte per gli assiri

Medioassiro (1360-1050 a.C.)

Dell’architettura palaziale medio assira è conosciuto


ben poco, sebbene sia stata l’attività più sviluppata;
sono state messe in luce sporadiche tracce del palazzo
di Adad-Nirari

L’arte medioassira sembra essere principalmente


orientata verso la narrazione gurativa che sfrutta viva-
cità e drammaticità espressive per descrivere appieno
la dinamicità e l’impeto della rappresentazione.
.

fi
L’arte per gli assiri

Medioassiro (1360-1050 a.C.)

La predisposizione verso il rilievo


narrativo è ampiamente documentata
nell’obelisco spezzato di Assurbelkala
rivenuto a Ninive: il sovrano è
rappresentato trionfante davanti ai nemici
che tiene legati per mezzo di un anello
ssato al naso; solo nella parte più alta
sono ricordate le divinità che, con il
periodo medio assiro, scompaiono quasi
del tutto, relegate a semplici immagini
simboliche.
fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Fra il IX e il VII sec. a.C. l’impero assiro raggiunse l’apogeo


politico e territoriale lasciando nell’architettura e nelle
straordinarie espressioni dell’arte gurativa i segni della
concezione della vita del potere e dell’universo.

fi

L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Con Adad-Ninari II e successivamente con Tukuti-Ninurta II


l’assiria, aiutata da un forte sviluppo demogra co, da inizio ad un
nuovo peri do che pone ne ad anni di grave crisi economica e
politica. L’accorto governo dei sovrani successivi riesce a gettare
le basi di una formazione imperiale che verso la ne del VII secolo
arriverà a dominare no in Egitto.
fi
fi
fi
fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Esempi di architettura assira si troviamo per lo più nelle


grandi capitali del regno (Kalku, khorsabad e Ninive);
sebbene con ben identi cate variabili, l’architettura
secolare neoassira mostra una certa omogeneità di
realizzazione che prevedeva edi ci palaziali organizzati
intorno a due corti principali (babanu e bitanu) unite da un
vano cerniera costituito dalla sala del trono a sviluppo
longitudinale con podio sul lato breve opposto alle scale.
fi
fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)


L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Così doveva apparire agli assiri tremila anni fa la loro capitale Nimrud, sulle rive del fiume Tigri

La struttura e le innovazioni architettoniche imposte da Assurnasipal II nel


palazzo Nord-Ovest di Nimrud sono alla base delle evoluzioni successive
delle fabbriche palaziali neoassire, in cui la maggiore e più rivoluzionaria
riforma artistico-architettonica risiede nella decorazione gurativa su lastre
ortostatiche con soggetti mitico-simbolici e tematiche belliche.
fi
L’arte per gli assiri

Nimrud

ll sito archeologico era già stato abbandonato e vandalizzato


in seguito all’invasione americana dal 2003: alcune statue
vennero rubate e altre parzialmente danneggiate, ma la
maggior parte dei monumenti era rimasta in piedi.

Durante la più ampia  battaglia per Mosul, una  città irachena


controllata dallo Stato Islamico dal 2014, l’esercito iracheno ha
riconquistato l’antico sito archeologico di Nimrud, attaccato e
parzialmente distrutto dallo Stato Islamico nei primi mesi del
2015.
 

L’arte per gli assiri

Nimrud

Molti dei reperti archeologici – fra cui alcune statue e un noto


edi cio religioso locale – sono stati distrutti. L’UNESCO,
l’agenzia dell’ONU che si occupa di proteggere e promuovere il
patrimonio culturale mondiale, aveva già de nito la distruzione
di Nimrud da parte dello Stato Islamico come un “crimine di
guerra”.
fi
fi
L’arte per gli assiri
Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

I lamassu (tori androcefali alati) sulla porta del palazzo di Nimrud

Questi tori androcefali si trovavano all’ingresso della sala del trono del palazzo:
si tratta di mostri metà animale metà uomo che posto a guardia delle dimore
reali. Caratteristica singolare di questi tori guardiani sono le cinque gambe, che
permettono una visione frontale del toro fermo ed una laterale del toro in
movimento, con effetto illusionistico di singolare ef cacia.
fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

L’Ekal Masharti (detto anche


forte Salmanassar) il
monumentale complesso
palaziale voluto da
Salmanassar III a Kalkhu,
misurava 350 x 250 m e si
sviluppava su grandi corti
interne af ancate da corti
minori esterne erette sul
prospetto orientale.
fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Il palazzo dalle ampie e monumentali corti potrebbe essere


stato usato, oltre che per funzioni residenziali e
amministrative , anche per radunare i soldati prima delle
annuali spedizioni militari; negli stessi testi di Esarhaddon,
che ricordano i restauri compiuti sul palazzo, l’edi cio viene
menzionato come “Ekal Masharti” (palazzo di raccolta).

fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Le decorazioni parietali che si susseguono verso la gura del re secondo


una pacata e serena atmosfera che conferisce alla gura del sovrano
sicurezza e tranquillità.
fi
fi
L’arte per gli assiri

Neoassiro (911-612 a.C. ca.)

Le dispute militari, l’incessante progressione dell’esercito assiro, gli assedi


e gli scontri rimangono isolati all’interno di un più ampio programma di
propaganda gurativa dove il sovrano vuole essere rappresentato come il
calmo regnante del proprio impero.
fi

Potrebbero piacerti anche