Storia Antica
Università degli studi dell'Aquila
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1. Al fatto che vi erano, durante l’inverno, piogge torrenziali e i fiumi straripavano (vi erano periodi di
siccità e periodi di abbondanza). Dunque, era necessario non sprecare l’acqua ma cercare di
conservarla e portarla, attraverso opere di canalizzazione, là dove non ce n’era.
2. Queste opere non potevano essere fatte dal singolo contadino, ma dovevano interessare tutta la
collettività. Da qui che si diffuse il capo della città, che doveva prendere in mano la situazione. Dal
tentativo di regolarizzare l’acqua nacque una sorta di gerarchia.
Al vertice c’era il re, che veniva considerato anche come divinità, che possedeva le terre e il raccolto.
Sotto di lui c’erano i funzionari, che avevano diversi compiti (fare opere di ingegneria ma riscuotere le
tasse, ad esempio). Tra questi funzionari i più importanti erano i sacerdoti, una sorta di intermediari tra
gli dèi e gli uomini (erano sempre funzionari perché erano scelti dal re). Poi c’erano i guerrieri, che
provenivano dalle famiglie più ricche e più nobili (la nobiltà nasce dal possesso della terra, chi arrivava a
prendere la terra migliore la difendeva con le armi e quindi c’era il concetto di “io sono meglio di te”
perché ho la terra migliore). Poi vi erano i mercanti, gli artigiani, i contadini e infine gli schiavi (che
erano i prigionieri di guerra o i figli degli schiavi).
Questo sistema aveva bisogno di appuntare, mettere per iscritto le tasse, la quantità di raccolto e
quindi nacque la scrittura. La scrittura, impiegata inizialmente per scopi amministrativi connessi alle
grandi organizzazioni della città, fu impiegata successivamente per redigere testi sacri, letterari e
scientifici. Scrivere era una pratica complessa che richiedeva un lungo e difficile apprendimento: solo
alcuni specialisti, gli scribi, possedevano tale sapere. Inizialmente si dipingeva (ad esempio, se
dovevano scrivere la parola “grano” dipingevano la spiga), questo sistema era chiamato
“pittogramma”. Successivamente, per poter rappresentare parole astratte, si diffusero gli
“ideogrammi” e infine l’alfabeto.
I Sumeri
La prima grande civiltà che si diffuse in Mesopotamia è quella dei Sumeri. I Sumeri erano un popolo
nomade. Non fondarono uno Stato unitario ma piuttosto città Stato con a capo un re. La più antica città
è la città di Uruk. Dai resti dei Sumeri sappiamo che sono stati una civiltà molto ricca perché nelle loro
tombe sono state ritrovate pietre preziose, attrezzi, artigianato. In Mesopotamia però non ci sono
miniere che possano procurare queste pietre e per tale motivo, innanzitutto sappiamo che avevano il
culto dei morti, credevano nell’aldilà, e facevano il commercio a lunga distanza.
Ogni città aveva la sua Zigurat, una piramide a gradoni che era un centro politico e religioso, sede del re
e dei sacerdoti.
Dopo Hammurabi i Babilonesi decaddero. Sempre in Mesopotamia arrivò un’altra popolazione, gli
Assiri, tra VIII e VII secolo a.C.. Nel corso della loro storia sottomisero il regno di Israele e costrinsero gli
Ebrei alla prima diaspora, alla prima cacciata. Conquistarono anche Babilonia e fondarono il regno
Assiro-Babilonese e conquistarono parte dell’Egitto. Gli Assiri erano un popolo crudele perché
ricorrevano molto spesso al terrore contro i nemici e raggiunsero il massimo splendore con
Assurbanipal, che si impose come un re colto e saggio: infatti, nel palazzo di Ninive, il sovrano costituì
una splendida biblioteca, ricca di testi religiosi e letterari dell’epoca. L’incapacità di integrare i popoli
sottomessi diede origine al crollo dell’impero assiro: un po’ dovunque, dall’Egitto alla Mesopotamia, si
manifestarono spinte disgregatrici che portarono alla divisione dell’impero tra Babilonesi, Medi ed
Egizi.