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Tra il 1946 e il 1966 Giovannino Guareschi scrisse

trecentoquarantasei racconti di quello che amava “Il Borgo risente dell’atmosfera surriscaldata dal clima politico “Don Camillo, adesso che siamo arrivati alla Fiera,

Don C amillo
identificare come Mondo piccolo. Una sorta di cro- nazionale, tanto che Peppone tenta addirittura di ‘arruolare’ nella però, il regime clericale lascia libero il popolo
naca umana ambientata nella Bassa parmense, sua
sua accesa campagna elettorale l’arcivescovo di Milano e chiede democratico e ognuno va per conto suo.”
terra d’origine, dall’immediato dopoguerra agli
anni Sessanta. al Cristo crocifisso dell’altar maggiore un supporto. Don Camillo
deve interviene per competenza...” “Giusto, Peppone. Il guaio è che mentre
Questa collana presenta l’adattamento a fumetti a fumetti io posso andare per conto mio, tu, dovunque vada,
dei racconti di Guareschi. Nel presente volume, Alberto Guareschi
sono presenti otto episodi in ordine cronologico vai per conto di quello coi baffi spioventi.”
dedicati alla saga di don Camillo e Peppone.

D on C a mi l l o a f u me t ti - A l la F iera di M i la n o
In questo volume:

Disoccupazione
Alla Fiera di Milano
Il muraglione
Il sogno del cappello verde
Ancora il fantasma del cappello verde
Il bianco
Gazzettino di Roccapezza
Espisodi 2 e 3

Prefazione di Giancarlo Governi

Della stessa collana


Volume 1: Il capobanda piovuto dal cielo
Volume 2: Ritorno all’ovile
Volume 3: Passa il “Giro”
Volume 4: Sciopero generale
Volume 5: Giulietta e Romeo
Volume 6: Il traditore
Volume 7: Paura
Volume 8: La gran giornata
Volume 9: Miseria
Volume 10: La “Volante”
Volume 11: Sul fiume
Volume 12: Cronaca spicciola
Volume 13: La fanciulla dai capelli rossi ISBN 978-88-6567-197-9 Alla F iera di Milano
Volume 14: Radamès

€ 12,90
w w w. re n o i rco m i c s . i t 9 788865 671979
Cara lettrice, caro lettore,

questo libro ti è offerto dalle biblioteche del Comune di Milano nell’ambito di


Milano da leggere, l’iniziativa di promozione della lettura realizzata in collabora-
zione con ATM – Azienda Trasporti Milanesi S.p.A.
Per conoscere i servizi e altre iniziative delle biblioteche: milano.biblioteche.it

L’edizione 2019 di Milano da leggere è dedicata al racconto per immagini e con-


serva la sua “cifra milanese” proponendo fumetti e graphic novel di autori, editori,
personaggi, ambientazioni in stretto legame con la città.
Si ringrazia WOW Spazio Fumetto per l’amichevole collaborazione.

Antologia di racconti milanesi da Don Camillo a fumetti


Sceneggiature di Davide Barzi dai racconti originali di Giovannino Guareschi.
Disegni di Ennio Bufi, Roberto “Dakar” Meli e Tommaso Arzeno.
Copertina di Ennio Bufi.
© Alberto e Carlotta Guareschi (per il testo)
© 2019 - RENOIR Sas
Don Camillo, Peppone e i personaggi dei racconti sono © eredi Guareschi

Il traditore, da Don Camillo a fumetti 6, 2013

San Giuseppe, da Don Camillo a fumetti 8, 2014

Alla fiera di Milano, da Don Camillo a fumetti 15, 2018

Corrierino delle famiglie – Io ti salverò, da Don Camillo a fumetti 11, 2016

Si ringraziano gli autori e l’editore per la gentile concessione dell’opera.


Il suo utilizzo è strettamente personale e non è consentita la riproduzione o
la diffusione ad altri in nessuna forma.
La serie Don Camillo a fumetti nasce nel 2010 su idea di Giovanni Ferrario,
art director di ReNoir Comics, con la consulenza di Mario Palmaro, scrit-
tore, docente ed esperto di Guareschi, per dare una trasposizione a fu-
metti dei racconti di Don Camillo il più fedele possibile all'idea originaria
dell'autore e per dare nuova visibilità a quei racconti che per mille motivi il
cinema non ha preso in considerazione.
Vengono coinvolti per questo i figli di Giovannino Guareschi, che mettono
a disposizione la documentazione e gli appunti del padre e sovrintendono
alla realizzazione dei fumetti.
Lo sceneggiatore Davide Barzi e i disegnatori Sergio Gerasi, Elena Pianta,
Ennio Bufi e Werner Maresta realizzano il progetto della serie e gli studi
dei personaggi, cercando di non farsi influenzare dalle versioni cinemato-
grafiche, ma risalendo alle ispirazioni dirette di Guareschi: don Camillo non
ha quindi il volto di Fernandel e anche Peppone non assomiglia a Gino
Cervi, ma a Guareschi stesso, che in un primo tempo si era proposto per la
parte per il film di Julien Duvivier.
Allo stesso modo il Mondo Piccolo non è Brescello, location dei film, ma
un melange di paesaggi, borghi, edifici della zona tra Parma e Piacenza, gli
stessi che aveva in mente Guareschi mentre scriveva i suoi racconti. Gli au-
tori dei fumetti si basano infatti sugli appunti conservati nel suo archivio e
su sopralluoghi compiuti di persona per riportare nei loro disegni quell'an-
golo d'Italia a settant'anni fa.

Il primo volume di Don Camillo a fumetti esce nel 2011, in occasione del
Salone del libro di Torino. A oggi i titoli pubblicati sono diciassette: più di
cento racconti con protagonisti don Camillo e Peppone, oltre al ciclo dei
racconti del Mondo Piccolo e a altre opere di Guareschi.
Sulle pagine della serie hanno esordito molti disegnatori che collaborano
ora con i più grandi editori italiani ed esteri, mentre il numero 10 ha visto
come guest star autori del calibro di Claudio Villa (Tex) e Giampiero Caser-
tano (Dylan Dog).
Oltre ai racconti ambientati nel Mondo Piccolo, dall’undicesimo volume
la serie inizia ad adattare altre opere di Guareschi, come il Corrierino delle
famiglie, che racconta le vicende quotidiane della famiglia dello scrittore,
e il Gazzettino di Roccapezza, una sorta di “prova generale” di don Camillo
e Peppone.

Nel 2018 alla collana si affianca il volume speciale Don Camillo – Il film a
fumetti, che, basandosi sulla sceneggiatura originale di Guareschi, riunisce i
racconti che costituiscono il film Don Camillo del 1952, arricchiti da tavole
inedite di raccordo e un dossier finale sulla lavorazione del film ricco di
materiali inediti.

La serie ha vinto il premio Fede a strisce nel 2012 e nel 2017 e ha ricevuto
nomination ai premi Micheluzzi e Boscarato. Davide Barzi, curatore della
serie, è stato insignito del Premio Mondo Piccolo - Edizione 2017 da parte
del Gruppo Amici di Giovannino Guareschi.
I fumetti di Don Camillo sono stati pubblicati anche all'estero, in Francia,
Germania e Corea del Sud, Paese dove Guareschi è molto apprezzato.
IL trad itore
Il traditore
(episodio 48)

Sceneggiatura:
Davide Barzi
Disegni:
Ennio Bufi
Prima pubblicazione del racconto originale:
Candido n. 1, 4 gennaio 1948

In questo volume all’episodio 42 segue il 48 perché i rac-


conti dal 43 al 47 sono strettamente interconnessi l’uno
all’altro e compongono il cosiddetto “ciclo della paura”,
che va necessariamente raccolto in un unico volume, e
che quindi verrà presentato nella settima uscita della serie
Don Camillo a fumetti.
In questa storia viene raccontato per la prima volta un
viaggio a Milano, fatto che si ripeterà nella saga: Peppone
e sua moglie partono dalla stazione del Borgo, mutuata
da quella di Busseto. Appena arrivati nella “grande città”
i due prendono un taxi, un’automobile Fiat modello 1100.
Il primo esemplare di quest’auto fu la 508C Nuova Balilla
1100, del giugno 1937. Due anni dopo venne immessa sul
mercato la sua evoluzione, denominata più sinteticamen-
te Fiat 1100, ma meglio conosciuta come “Musone” per via
della massiccia calandra spartivento, che con il senno di
poi fece ribattezzare il modello precedente “Musetto”.
L’immagine della moglie di Peppone che indossa uno
scialle di volpe è ripresa da una fotografia della moglie
e della madre di Giovannino Guareschi, tratta dal libro
Giovannino nostro babbo, Rizzoli, 2009, dove lo scatto è
così commentato: “Milano, 1941. Piazza del Duomo. Ennia
sfoggia il suo Renard, la signora maestra (la madre di Gio-
vannino) in alta uniforme”.
…la riforma agraria
e il conseguente miglio-
ramento delle condizioni di vita
dei nostri braccianti e contadini
poveri, la strenua difesa del
salario e dei diritti sociali
dell’operaio…

…la tutela degli


interessi dei lavoratori del
…entro la cornice di una politi-
ceto medio e, soprattutto,
ca rivolta ad aumentare il ritmo
la lotta senza quartiere
produttivo della nazione!
contro il flagello della
disoccupazione…

Abbiamo
Parla bene, però,
sentito le
quel socialista dello
Grrr… certo, s’è parole! Adesso
Scartazzini.
letto un sacco di roba vogliamo ve-
nelle notti passate nel dere i fatti!
porcile, quando qualche
scrofa deve figliare!

vogliamo vedere se il signor Se a qualcuno


Psit psot... Scartazzini ha il diritto di chia- interessa non
mare compagni i proletari farsi ingannare,
lavoratori! non ha che da
seguirmi!

Ah…

io non ho
niente da nascondere!
La mia è la casa di un
Compagni,
galantuomo!
la verità è al
di là di questo
cancello!

29
Lo vedremo! Venga con me
una commissione di quei
lavoratori che credono
alle parole di
Scartazzini!

Qui!

Attenzione!

Ecco chi è
il compagno il signor
Scartazzini! professor Stoppa,
padrone di duemila biolche
di terra, se si vuol lavare
usa una bigoncia nel suo
palazzo! il compagno
Scartazzini no!

L’eroe dei braccianti


Scartazzini usa la
E ha bisogno
polvere profumata
dello scaldabagno
per tenersi liscia
elettrico, il proletario
la pelle!
Scartazzini, perché ha
la pelle delicata!
Ecco. Mentre il popolo
soffre, il flagellante E questa
della disoccupazione è carta speciale,
Scartazzini se ne per proletari!
sta seduto comoda-
mente a pensare ai
discorsi che farà
ai lavoratori!

…che… Cosa ci
fate in casa
…ma… mia?

Va’ a Va’ via, sporcacciona, che fino a ieri avevi


incipriarti il il vaterclò dietro il mucchio
sedere! del letame!

Traditori
del popolo!

Fermi, compagne e
compagni, fermi insomma, pare ci sia
e zitti! voluta tutta l’autorità
di Peppone e dei suoi per
impedire che il popolo
spaccasse tutto.

31
Almeno su questo sono
d’accordo con i rossi: è
vergognoso che un igno-
rante che ha sempre vis-
suto tra i maiali abbia
pretese del genere.

Questa è la
borghesia che sghi-
gnazza sugli errori
di grammatica di un
sindaco operaio.

“…la borghesia che si indigna se un allevatore di


“è la borghesia che si arroga il privi-
maiali utilizza una vasca con scaldabagno…”
legio di saper scrivere correttamente
ma si limita a scrivere lettere di
scusa o lettere anonime…”

...è la borghesia
che si arroga il pri-
vilegio di possedere
una stanza da ba-
gno, ma non
si lava.

A ogni modo,
un uomo che educa
le masse presentando
uno che ama la pulizia
come un traditore del
popolo, merita una lezione.
“Peppone, tram, autobus o filovia?”

prendiamo un
tassì, tanto qui
a milano non
ci conosce
nessuno.

Questo
mi pare che
vada bene.

Tu stai di
guardia!

33
dai, ora
cambiati tu!
Bisogna
che mi dai il
braccio. Fanno
tutti così.

Per favore,
signor giornalaio,
mi darebbe l’Uni...
il Corriere
della Sera!

35
Signor sindaco, vorrei un consiglio. Nel Non si stupisca, Milano pullula di fotografi ambu-
prossimo numero del giornale mi piacerebbe lanti. Basta che qualcuno dica a uno di loro:
pubblicare questa fotografia. “Mi scatti quello là”.
Cosa ne dice?

Sul giornale
mia moglie in cappel-
lino con la volpe
al collo?

Si capisce. è la negativa.
Con questa se ne potrebbero
stampare diecimila copie e fare
delle cartoline da mandare
ai tuoi proletari.

Tieni, compagno
dei miei stivali. Strap-
pala pure. Noi non abbiamo
bisogno di questi
mezzucci.

Quasi, don Camillo.


Peccato che, nella confusione,
Ho agito da tu abbia sbagliato, bruciando una
signore? negativa cattiva e tenendoti Se non è che
quella buona nascosta questo…
nel portafogli.

Adesso sei
a posto.

Sembriamo
due signori. Due
veri signori…
san giuseppe
San Giuseppe
(episodio 54)

Sceneggiatura:
Davide Barzi
Disegni:
Roberto “Dakar” Meli
Prima pubblicazione del racconto originale:
Candido n. 13, 27 marzo 1948

Nella campagna elettorale per le elezioni politiche del


18 aprile 1948, il Fronte Democratico Popolare (PCI e PSI)
toglie il simbolo della falce e del martello, sostituendolo
con il volto di Garibaldi inserito in una stella. Gli uomini
che si occupano della propaganda politica, in molte occa-
sioni, scambiano Garibaldi per San Giuseppe per confon-
dere le idee a chi deve votare. De Gasperi, parlando dal
balcone di Palazzo d’Accursio a Bologna con un enorme
cartellone con Garibaldi al suo fianco, invita i comunisti e
i socialisti a non dare a intendere alle donnette che quello
lì è San Giuseppe e che la stella che sta dietro è l’aureola.
Da segnalare alcune contraddizioni nella continuity, do-
vute probabilmente alla fretta con cui talvolta Guareschi
si trova costretto a scrivere, realizzando così racconti
splendidi se presi singolarmente ma inciampando magari
in qualche incongruenza data dall’impossibilità di trovare
il tempo di fare verifiche e confronti tra racconti scritti a
distanza di anni: in questo episodio si dice che don Camil-
lo ha cinque fratelli, mentre in uno degli ultimi racconti
(il 335, Al posto del cuore non aveva un disco beat, pub-
blicato su Oggi n. 39 del 29 settembre 1966) si sostiene
che abbia tre sorelle. Peppone, invece, in San Giuseppe,
manifesta stupore guardando il Duomo come se fosse la
prima volta che lo vede, quando in realtà lo ha già visita-
to, assieme alla moglie, nel precedente n. 48, Il traditore
(presente nel volume 6 di questa collana, a cui dà il titolo).
“Gesù, indovinate cos’ho Buongiorno,
visto oggi su un muro alle signora Baccini,
Case Bruciate…” voi andrete a
votare?

Certo! Gli
americani vo-
gliono bombar-
dare ancora,
quindi voto San
Giuseppe che ci
protegga dal-
la guerra!

è venuta della
gran brava gente a
spiegarmelo, gente
timorata di Dio, e mi
hanno dato anche
un santino!

“Gesù, que-
sto è troppo,
Garibaldi spac-
ciato per San
Giuseppe!”

non ti amareggiare,
don camillo: in fondo otten-
gono il risultato di ravvivare, in
una creatura semplice, la devo-
zione per san giuseppe.

non mi pare
che la cosa abbia
eccessiva importanza,
don camillo. non è la
prima volta che il
diavolo si veste
da frate.

Sì, però gli


scrutinatori non
tengono conto del-
la devozione per san
Giuseppe, ma dei voti Sono
arraffati da quelli d’accordo
che lo fanno con- con Voi: il male
fondere con il è che la gente
loro dannato ingenua non lo
Garibaldi! riconosce.
…per noi
e cosa è necessario che
importa? lo non soltanto dio,
sa dio. ma anche la gente
ingenua sappia chi si
nasconde sotto le
mentite spoglie
del frate.

voi vedete
le cose dalla
vetta, in modo naturalmente,
diverso… don camillo: indicare
cosa è bene e cosa è male
è il compito dei miei
ministri.

“sì, signore, ho fatto ben così con la vecchia baccini…”


e allora, nel
dubbio, votate per
guardate, vi sconsiglio
la corona della beata
di votare san giuseppe. molto
vergine dentro la “stel-
meglio dare la preferenza
la mattutina ora pro
alla santa croce.
ah, ma voi nobis”. ci sono anche
mi prendete in le iniziali “b. m.”:
giro! mi hanno beata maria.
già spiegato che
si tratta di una cro-
ce falsificata, che
su quella vera
c’è scritto inri,
non libertas!

“così la vecchia baccini tu accusi gli


voterà per il blocco altri di usare argo-
monarchico. è sempre menti subdoli e poi ti
meglio che niente.” macchi della stessa
colpa.

gli
altri in-
gannano
la vecchia
baccini a fin
di male, io
a fin di
bene!

sei un
riprovevole pagherò quel
bugiardo. che ci sarà da pa-
gare. ora ho da fare
una cosa urgente
in piazza, c’è un
comizio del fron-
te popolare!
cristo
fu il primo
lavoratore
del mondo!

scusate! miei buoni fratelli,


scusate! do- le parole dell’oratore
mando la hanno commosso il mio
parola! cuore di cristiano!

vi guardo
e vedo tra io ho tanto
voi tutti co- pregato per la
loro che, salvezza delle
fino a poche vostre anime e dio
settimane fa, mi ha esaudito! i
ostentavano vostri capi non vi
emblemi e porgono più parole
fazzoletti di odio e violenza,
e bandiere ma d’amore e di
di colore pace, ispirate alla
rosso! più pura carità
cristiana!

dunque il miracolo è compiuto!


la follia rossa è finita! sia lodato il signore!
il comunismo è morto!
grrrrr

mpf!

x
Bandiera
mpf! rossa la trionferà!
Bandiera rossa lae morti
trionferà! sarete
voi!

non me ne
psit frega niente di
psot psit garibaldi!
psot

noi non ci
vergogniamo
mica di essere
comunisti! com-
pagni, facciamo
vedere se siamo
morti a questi
mammalucchi di
reazionari!

se non la piantate
di infastidirmi l’anima con
psit psot le direttive e le controdi-
psit psot rettive, vi agguanto per il
fondo dei calzoni e vi
butto nel po!
Qualche giorno dopo...

ma… oh, signor


sindaco! cosa non mi fidavo di
fa di bello da e cosa lasciarvi in paese solo.
queste parti? c’entro io? chissà i guai che avreste
combinato, durante
la mia assenza.

era da un
mese che dovevo
venire per affari
urgenti a milano, e
ho dovuto approfit-
tare del vostro
viaggio.

ti è seccato che sono quei disgraziati


vi abbia fatto gettare di città che fanno la tat- sissì... ciao,
la maschera, l’altro tica strategica e altre signor sindaco.
giorno? stupidaggini. e buon diver-
ci manche- timento.
rebbe che uno
dovesse aver
paura di dire che
è comunista! be’,
possiamo
arrivare fi-
no in piazza
assieme…
avete paura che il
cardinale schuster
vi scomunichi se vi
vede assieme a un
comunista?
Ecco
non posso fatto,
andare assieme a uno niente più
che ha la cimice rossa Garibaldi!
e quella porcheria lì
con dentro garibaldi
all’occhiello.

piuttosto,
avete anche un
siete qui per qual-
fratello! non basta
che parente che si
un tipo come voi in
è fatto male? no: lui è
una famiglia? è gros-
so quanto voi? un omone,
quasi una
spanna più
di me.

sì, mio
fratello.

sacr…

tutti
preti? no, sono
l’unico.

siamo
in sei fra-
telli, tutti
così.

la prima volta che voi


bolscevichi mi fate girare le
scatole, li chiamo e in mezz’ora
sfolliamo il paese.

meno male. il
padreterno ne ha fatta una ecco la
buona. si potrebbe vederlo questo sua stanza,
vostro fratello? è davvero valuta tu!
più grosso di voi?

certo!
no, è
che uomo!
roba su-
quello se
perficia-
dà un cazzot-
le.
to a uno lo
spacca. c’è meno male.
pericolo che c’è bisogno di uomini
resti offe- così, in un mondo di
so dalla mezze calzette. più sono
ferita? piccoli e deboli e più
sono cattivi.

vacca miseria!
è roba da far venire
il mal di testa a forza
di guardare!

è bello sì.
peccato che
quando verranno
i russi lo butte-
ranno giù.

ma che e ci sono
russi! non diciamo pure gli alpini!
e quelli chi sono?
stupidaggini!

quelli del fronte…

le solite
provocazioni
guerrafon-
daie! però marciano
mica male...
vacca miseria! sì, fino al ginocchio!
questi sono davvero vuoi vedere, rosso?
in gamba!

stump
stan
g

guarda che
quelli là avevano compagni un corno! veramente tu
tutti il garibaldi al- il vero comunista porta al- non porti niente.
l’occhiello. erano l’occhiello la sua brava ci-
tuoi compagni. mice come la porto io!

non sali qui?

no, più
lontano
vi sto,
meglio
è!
ALLA FIERA DI MILANO (2° PARTE)
Alla Fiera di Milano (2° parte)
(episodio 104b)
Sceneggiatura:
Davide Barzi
Disegni:
Tommaso Arzeno
Prima pubblicazione del racconto originale:
Candido n. 16, 22 aprile 1951

Nell’aprile del 1920 sono un migliaio gli espositori, di


cui un quarto provenienti dall’estero, che compongono
la prima Fiera Campionaria di Milano. Negli anni, la Fiera
si è trasferita, si è espansa ed è stata ricostruita dopo
i bombardamenti dovuti alla guerra. Nel 1951, anno di
pubblicazione del racconto originale, per la prima vol-
ta è ospite anche l’Unione Sovietica; la novità, in piena
guerra fredda, trasforma la Fiera di Milano nel punto di
incontro commerciale tra Est e Ovest.
Peppone, quando stuzzica don Camillo di fronte al pa-
diglione della Russia con la domanda “Avete passato la
cortina di ferro?”, si riferisce all’espressione usata nel
1946 dall’allora premier inglese Winston Churchill, per
indicare il distacco ideologico e territoriale tra i Paesi
dell’Europa orientale e occidentale. Tale modo di dire si
è poi diffuso nel linguaggio popolare.
Tra le varie meraviglie che attirano l’attenzione (e l’amor
di patria) dei protagonisti, vi è la piccola utilitaria pro-
dotta da Fiat tra il 1936 e il 1955: la 500 soprannominata
Topolino, una “vettura piccola, economica, in grado di
essere venduta a 5.000 lire” come richiesto dai dirigenti
dell’azienda dell’epoca. Don Camillo e Peppone passa-
no poi alle mitragliatrici Breda-SAFAT, utilizzate inizial-
mente a bordo dei bombardieri della Regia Aeronautica
durante la Seconda guerra mondiale e successivamente
smontate per essere utilizzate a terra in difesa degli ae-
roporti, fissate su adeguate strutture per poterle mano-
vrare. È poi curioso notare che in quegli anni la Pirelli,
azienda leader nel settore pneumatici, produce anche
oggetti di uso quotidiano, come le borse dell’acqua cal-
da. Ma è una macchina agricola quella che più di tutto
focalizza l’attenzione di Peppone, che al suo cospetto
si leva addirittura il cappello: il trattore Super Landini,
all’epoca tra i più innovativi e maggiormente utilizzati
per l’aratura.
Ahi! Ma che
diavolo...

Mmm... ho
idea che
il diavolo
qui c'entri
poco...

Che mi
pestiate i calli al
paese, passi, ma che
veniate a pestarmeli Che tu mi sia
anche a Milano sempre tra i piedi
è troppo! al paese, passi, ma
che tu venga a im-
picciarmi la strada
anche a Milano
è troppo!
Adesso che siamo
arrivati alla fiera,
però, il regime clericale
lascia libero il popolo
democratico e ognuno
va per conto suo.

Giusto. il guaio è che mentre


io posso andare per conto mio, tu,
dovunque vada, vai per conto di
quello coi baffi spioventi.
Umpf!
Ehm... Oh,
reverendo!
Avete passato
la cortina di
ferro?

interessante.
Però credevo che ci
fosse anche qualcosa
d'altro da vedere.

E poi sentiremo
No, signor prete, cosa racconterete a quei
adesso siete qui e disgraziati che aspettano il
dovete vedere tutto! resoconto in paese!

Accidenti!

Noi comunisti
siamo fatti così! E
non è ancora niente:
fuori di qui, ci sono altri
due padiglioni russi pieni
zeppi di macchine
meravigliose.
E poi come farete a raccon-
Guarda! tare ai vostri clienti la vecchia sto-
Fazzoletti! riella dei sovietici che non co-
noscono le biciclette?

Mi dispiace.
Come farete
adesso a spiegare
che i russi si
soffiano il naso
con le dita?

Sono belle,
Cosa ne
non c'è niente da
pensate,
dire. E solide anche:
reverendo?
non saranno meno di
trenta chili l'una. Si
vede che loro hanno
le materie prime e
non debbono fare
economia.

Bene, se non c'è Adesso? Ma


Peppone,
altro, se ci spicciamo se non abbiamo
proprio da un
riusciamo a prendere ancora visto
prete devi pren-
il treno delle dieci niente!
dere lezioni di
e mezza. Beviamoci
comunismo?
un caffè e filiamo
alla stazione.

Come può un compa-


gno di sicura fede dire impicciatevi
che non ha ancora visto degli affari
niente dopo aver visitato vostri!
il padiglione dell'URSS?
E sull'abbigliamento,
non ne parliamo
neanche.

Non c'è
male...

in fatto di
mobili, vedete, gli
italiani bisogna
lasciarli
stare!

E la Breda
è sempre
la Breda!

la fiat E la Pirelli
è sempre è sempre la
la fiat! Pirelli!

E per quan- E i trattori


to riguarda il Landini, poi...
Massì...
mangiare e il
bere, ma chi
ci batte?

Voi preti,
Ha un l'orgoglio
colorino nazionale l'ave-
simpatico... te sotto la
suola delle
scarpe!
Un mio amico francese ha visto la Fiera ed Gli stranieri riman-
è rimasto sbalordito. Ha detto che non avrebbe gono sbalorditi,
mai immaginato che in italia fossimo tanto mentre certi italiani
avanti, come tecnica e organizzazione... riescono al massi-
mo a dire che è una
cosa “carina”...

Lasciamo perdere, reve- Aspetta, aspetta,


rendo. Qui è questione di darei volentieri
essere italiani con la coda un'altra guarda-
o senza. Andiamo. tina al reparto
russo...

Andate
all'inferno
voi e la
Russia!
io ti salverò
Io ti salverò
Sceneggiatura:
Davide Barzi
Disegni:
Ennio Bufi
Prima pubblicazione del racconto originale:
Candido n. 48, 27 novembre 1949

Nonostante altri numeri di questa serie abbiano già presentato


protagonisti diversi dai soliti don Camillo e Peppone, nel caso di
questo racconto avviene una novità assoluta: stavolta i personaggi
principali sono lo stesso Giovannino Guareschi e sua figlia Carlotta,
la “Pasionaria”. Per la prima volta infatti viene trasposto a fumetti un
racconto tratto non dal Mondo piccolo, bensì dalla serie Corrierino
delle famiglie, pubblicata prima su Candido e poi dal 1964 col nome
Telecorrierino delle famiglie sul settimanale Oggi.
Il primo dettaglio che rivela l’assoluta unicità di questo racconto
è la presenza di una bicromia: al posto del tipico grigio, gli autori
hanno scelto di utilizzare un diverso colore per far emergere me-
glio il piano emotivo. La tinta beige, che richiama il colore del pane,
dei dolci e del fango, è il cardine attorno al quale ruota tutta la
vicenda.
Il titolo del racconto, Io ti salverò, è la citazione di un film di
Alfred Hitchcock. Le due trame sono molto diverse tra loro, ma
non è raro che Guareschi nei suoi racconti faccia delle assonanze
con titoli di film o di libri.
Sempre per citare il cinema, la chiusura dell’ultima tavola richiama
la scena finale di Tempi moderni, con la Pasionaria che si allontana
dal lettore come Charlie Chaplin e Paulette Goddard che si incam-
minano verso l’orizzonte.
Guarda,
babbo!

Uh?

97
Bisognerà pen-
sare a quella là.
Comprale qualco-
sina altrimenti
poi fa il muso
lungo.

ci darebbe anche que-


sta? Quando si hanno
delle mamme biso-
gna pensarci.

Buon-
giorno! La saludi
anca mi!

Guarda,
babbo!

Uh?
Un'altra
pasticce-
ria?

98
“No, il signore che
ci ha salutato!”

99
“E il pane è dentro la pozzanghera!”
Era andato
a comprare il
pane e adesso
loro lo aspetta-
no a casa! E lui
non viene!

comunque
ha smesso
di piovere,
hai visto?

Non si sa. È
uno che passava
Chi per strada. Milano
è? è grande e basta
che uno cambi
bottega e subito
nessuno lo co-
nosce più.

Ecco, ora
riprende a piovere!
Andiamo a portare le
paste alla mamma e
ad Albertino!

100
E intanto
loro aspettano
che torni col
pane e lui non
viene.

Adesso gli danno


un po’ di medicina,
lui riprende le
Verrà più forze e poi monta
tardi! in tram e torna
a casa!

Non ti
ho convinta,
lo so…
Giovannino,
ho dimenticato
di prendere il
pane: fa’ una
corsa giù.

D… d’accordo…

vado me! io non


casco e poi, anche
se casco, me mi
conoscono
tutti!

102
Tra il 1946 e il 1966 Giovannino Guareschi scrisse
trecentoquarantasei racconti di quello che amava “Il Borgo risente dell’atmosfera surriscaldata dal clima politico “Don Camillo, adesso che siamo arrivati alla Fiera,

Don C amillo
identificare come Mondo piccolo. Una sorta di cro- nazionale, tanto che Peppone tenta addirittura di ‘arruolare’ nella però, il regime clericale lascia libero il popolo
naca umana ambientata nella Bassa parmense, sua
sua accesa campagna elettorale l’arcivescovo di Milano e chiede democratico e ognuno va per conto suo.”
terra d’origine, dall’immediato dopoguerra agli
anni Sessanta. al Cristo crocifisso dell’altar maggiore un supporto. Don Camillo
deve intervenire per competenza...” “Giusto, Peppone. Il guaio è che mentre
Questa collana presenta l’adattamento a fumetti a fumetti io posso andare per conto mio, tu, dovunque vada,
dei racconti di Guareschi. Nel presente volume, Alberto Guareschi
sono presenti otto episodi in ordine cronologico vai per conto di quello coi baffi spioventi.”
dedicati alla saga di don Camillo e Peppone.

D on C a mi l l o a f u me t ti - A l la F iera di M i la n o
In questo volume:

Disoccupazione
Alla Fiera di Milano
Il muraglione
Il sogno del cappello verde
Ancora il fantasma del cappello verde
Il bianco
Gazzettino di Roccapezza
Espisodi 2 e 3

Prefazione di Giancarlo Governi

Della stessa collana


Volume 1: Il capobanda piovuto dal cielo
Volume 2: Ritorno all’ovile
Volume 3: Passa il “Giro”
Volume 4: Sciopero generale
Volume 5: Giulietta e Romeo
Volume 6: Il traditore
Volume 7: Paura
Volume 8: La gran giornata
Volume 9: Miseria
Volume 10: La “Volante”
Volume 11: Sul fiume
Volume 12: Cronaca spicciola
Volume 13: La fanciulla dai capelli rossi ISBN 978-88-6567-197-9 Alla F iera di Milano
Volume 14: Radamès

€ 12,90
w w w. re n o i rco m i c s . i t 9 788865 671979

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