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ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE DEL VICINO ORIENTE

Prof Lippolis
LEZIONE 1
19/09/2022

Contesto geografico
Studieremo la Mesopotamia che corrisponde all’attuale Iraq e un pezzo della Siria. Terra compresa
tra il Tigri e l’Eufrate, il primo più ad ovest e il secondo più a est, entrambi nascono in Turchia.
Due grandi corsi d’acqua che hanno costituito la premessa per lo sviluppo della vita. C’è anche
altro che sta più ad est, a 200 km dal golfo persico i due fiumi si uniscono  i due fiumi hanno
creato la piana alluvionale costituita da limo, deve essere irrigata, clima molto caldo.
Delimitata a nord e ad est da due archi montani, ad est i monti Zagros, anche sui 3k metri,
attraversate da vallate parallele, a nord la catena del Tauro e nell’attuale Libano ci sono i monti
Amano. Limiti naturali abbastanza netti per la Mesopotamia, montagne deserto libo-arabico.
Mesopotamia: termine tardo di epoca romana, nomi diversi a seconda dei popoli che l’hanno
abitata: Assiri e Babilonesi sono del secondo millennio: in questo periodo assiria a sud e babilonia
a nord.
Nel periodo che vediamo useremo quasi sempre il termine Mesopotamia, dal 4000 al 2400 Sumer.
Compare l’impero degli accadi.

Nord Mesopotamia: Jezirah, racchiusa tra i due fiumi, quasi un’isola di terra; vicini alle montagne,
piove abbastanza, ci sono diversi fiumi. Elemento del paesaggio della Mesopotamia: siti
archeologici formati da dune di terra Tel, strutture costruite con fango e argilla, informi,
sembrano quasi delle colline, che si formano per disfacimento delle strutture. Sono più elastici,
reggono meglio gli assedi. Una casa in mattoni crudi dura circa una decina d’anni molto
economica, la tradizione è quella di ricostruire sempre nello stesso luogo sopra la casa
distruggendo le strutture antiche. Sovrapponendo i livelli per millenni di anni si creano dei livelli
sovrapposti, questi siti si scavano strato per strato. Strutture non monumentali come in Egitto
costruite con la pietra, ma dà all’archeologo la possibilità di vedere l’evoluzione, la stratigrafia dei
siti.
Un Tel nella città di Babilonia si chiama Tel Hamrah, hanno visto che a metà c’era uno strato di
terra rossa, smantellamento di una ziqqurat. Questi nomi possono dare degli spunti per la storia
dei siti.
Ci sono anche in Asia centrale, in Iran si chiamano Tepeh, in Turchia Uyuk…
Eufrate: viaggia in modo Tranquillo, rilassato, quasi pianeggiante; Tigri; è più agitato e scorre più
velocemente.
Nilo: arriva nel momento giusto, c’è già stata la semina… le piene del Tigri e dell’Eufrate arrivano a
maggio o giugno quando già le messi stanno crescendo, rischio di distruzione.

Sud della Mesopotamia: completamente diverso, un mondo in cui l’Eufrate e il tigri si univano e
creavano una regione grande come il Piemonte tutta a paludi, un ambiente in cui tutte le specie
animali potevano vivere insieme, un ecosistema fondamentale per gli Iracheni che hanno come
unica ricchezza le canne, con cui fare attrezzi, hanno la pesca, la caccia, e la terra fertile al di fuori
della palude. Terre tra le prime ad essere colonizzate.
Abitazioni tradizionali: mudhif, formati con le canne, a forma di arcate quasi come se fossero dei
tunnel. Li ritroviamo raffigurati su dei sigilli di pietra datati intorno al 3000 a.C. Sono rimaste
queste tradizioni per 5500 anni.

Mappa delle precipitazioni: stacco netto dove comincia l’Eufrate; la quantità minima di pioggia che
consente la crescita spontanea di piante (grano e orzo) è 350 mm di pioggia all’anno, altrimenti
non crescono.
Isoieta: linea immaginaria limite delle perturbazioni, al di sopra della linea crescono le messi
naturalmente senza che l’uomo debba irrigare, a sud non cresce nulla se non si irriga. Questa
fascia fertile crea la mezzaluna fertile, dove crescono spontaneamente l’orzo e il grano, dove si
situano i primi villaggi della preistoria. Nelle prime fasi della preistoria l’uomo c’è già, nel sud della
Mesopotamia non c’è ancora nulla, perché non piove abbastanza. In quel periodo non si coltiva
ancora, invenzione che arriverà dopo, uomini sono cacciatori e raccoglitori, solo in un secondo
tempo l’uomo diventa stanziale e inizia a coltivare la terra.
Fino al 6000-5500 a.C. parleremo solo di Mesopotamia del nord, poi l’uomo comincerà a
colonizzare anche la Mesopotamia del centro e del sud.
Mesopotamia del sud: povera di materiali, meno pietra e minerali, commercia con tessuti e grano.
Mesopotamia del nord: c’è più pietra ma non buonissima, c’è l’ossidiana che crea elementi belli,
sono traslucidi e sembrano quasi di metallo strumenti ideali per la caccia, scuoiare o tagliare
carne.
Molti dei siti preistorici della Mesopotamia riportano strumenti di ossidiana che vengono da due
bacini principali: bacino della Cappadocia e di Bahn. Fin dalla preistoria questi villaggi erano in
contatto tra lor, alcuni materiali erano in contatto tra loro.
C’è il bitume, petrolio che esce da pozze naturali con cui si ricava l’asfalto; in Mesopotamia era
utilizzato come collante per i muri, la via delle processioni a Babilonia era tutta asfaltata.

Architettura in crudo: si prende la terra purificata e impastata con dell’acqua, unita con la paglia o
a volte ghiaia e si ricava un impasto che viene messo al sole in degli stampi e resta il mattone fatto.
Possono essere di vari formati, anche molto grossi e pesanti. Erano ricoperti da uno strato uguale
di argilla e paglia, una specie di intonaco. L’argilla cruda inizialmente era usata con la tecnica del
pisè, argilla schiacciata e impilata, magari in delle casseforme. In Mesopotamia ci si trova
raramente di fronte a dei complessi monumentali ben conservati proprio per la tradizione di
abbattere e ricostruire. Scavi che si presentano su più livelli, più fasi sovrapposte.

Mattone cotto: si conserva, sono rari i casi in cui si trovano; a volte il rivestimento era di mattone
cotto. Sui mattoni cotti una delle caratteristiche era apporre delle iscrizioni da parte dei sovrani
(caratteri cuneiformi), documenti importanti perché danno delle informazioni. Per i palazzi più
piccoli usavano coperture di paglia. Mentre per i palazzi più grandi anche la legna. Solo a nord si
usa la pietra, non di ottima qualità, la usano soprattutto per i rivestimenti dei palazzi dei re.
Città del nord come Hatra (III sec. d.C.) costruita in pietra, tempio con facciata moderna,
tipicamente greca, commistione di stili.
LEZIONE 2
20/09/2022

Cosa si sapeva della Mesopotamia? Quello che dice la Bibbia, quello che riporta Erodoto nelle sue
pagine di storia. I primi viaggiatori non trovarono nulla, altre testimonianze su Babilonia, le
Ziqqurat…
Primi viaggiatori scrivono durante il 500, 600… ma non trovano nulla di concreto, fase che dura
fino all’800 segue poi l’inizio dell’archeologia, primi diplomatici, consoli o avventurieri danno
avvio agli scavi trovano oggetti con iscrizioni cuneiformi che non si sa leggere finché intorno al
1870 Rawlinson annuncia la scoperta della decifrazione del Babilonese. La Royal Society nel 1857
ha a disposizione un prisma in terracotta con un’iscrizione di un sovrano trovato durante gli scavi;
oggetti che venivano cotti e sepolti sotto i palazzi. La society invia a Rawlinson e altri questa
scoperta per decifrare la scrittura e dopo un mese arrivano le lettere dei 4 studiosi con la
traduzione che è quasi identica, vuol dire che è stato tradotto il Babilonese. Nuove scoperte che
mettono in moto le ricerche dell’occidente, si capisce che i popoli sono in contatto tra loro.
John Smith, si appassiona al cuneiforme, contratto col british per ordinare tutti i frammenti di
tavolette che arrivano dall’oriente scavate da Layard: obiettivo era trovare più tavolette possibili.
Comincia a schedarle per temi, economiche… quando arriva alle tavolette mitologiche comincia a
leggere l’incipit di un poema molto importante , la tavoletta 11su cui vi è il racconto del diluvio
universale; finanziamento per andare a Ninive a cercare il frammento mancante della tavoletta e
lo trova dopo una settimana, e ora possiamo leggere quasi per intero questo racconto.
Prime grandi capitali dell’Assiria scavate da Sir Layard che ritrova nuove statue, templi, oggetti
sacri, ibridi col corpo di animale e la testa umana.
1842: primo scavatore della città di Ninive Botta, nessun risultato eclatante.
Il nord ha strutture più monumentali fatte in pietra, poi si passa al sud dove la bibbia colloca
l’Eden, niente più di terre piatte e cumuli di terra.
Scavi francesi dei fine 800 a Tello fanno scalpore, si scopre una nuova civiltà, quella dei Sumeri.
In realtà non si chiamavano sumeri, sono chiamati così da altre popolazioni, non sappiamo come si
chiamassero tra di loro. Civiltà e cultura che compare all’improvviso, grandi innovazioni, qualcuno
ha voluto cercare al di fuori della Mesopotamia.
Il sud diventa protagonista quando i tedeschi nel 1888 e fino al 1917 arrivano a Babilonia,
cambiano il modo di fare archeologia, notevole salto di qualità.
Scavo di tipo minerario, fanno buchi e tirano fuori oggetti; la scuola tedesca non è composta da
diplomatici e avventurieri ma architetti; Robert Coldewey, interessato a capire quali costruzioni
stanno scavando, e le fasi evolutive. Mettono a punto nuove tecniche per scavare il mattone a
crudo: pulivano e rasavano la superficie, cercavano il mattome crudo e i limiti dei muri, li conosci
perché sonpo un po’ più compatti, vedi le linee di malta, si vedono dopo le piogge… Delimitati i
muri si scende livello per livello tra i muri, sapendo che quello che sta sotto è diverso da quello che
sta sopra. Ancora oggi si fa così, rischi di non vedere il muro diversamente.
Negli stessi anni lavora in oriente Gertrude Bell, prima donna a laurearsi ad oxford, va in oriente
poco più che ventenne, in Iran, Iraq… profonda conoscitrice delle lingue arabe, molto stimata dai
capitribù arabi, viene chiamata “la regina del deserto”, venerata da tutti pur essendo occidentale
per le sue capacità. Non è solo avventuriera, è appassionata di archeologia, fonda il museo di
Baghdad nel 1923. La prima a far promulgare una legge che tutela le anrtichità Irachene. Primo
direttore onorario delle antichità. Viene spostata la sede nel 1926, la Bell si suicida lasciata un po’
in disparte, non viene più considerata un punto di riferimento.
Wooley: scava a Kharkemish, attuale Siria, insieme a Lawrence d’arabiaposizione strategica, i
tedeschi stanno costruendo una base a pochi km e vogliono tenerla sotto controllo.
Max Mallowan: figura importante, scava in tanti siti tra cui Ninive, marito di Agatha Christie 
alcuni suoi gialli sono ispirati alle loro spedizioni.
A partire dagli anni 40 nuovi archeologi Iracheni. Dieci anni dopo gli americani, portano nuovi studi
antropologici dagli Stati Uniti. Sempre gli Americani scavano un nuovo sito nel 1936 a Seleucia.
Gli italiani entrano in Iraq nel 1964.
Ultima grande scoperta avvenuta durante la guerraprima dell’invasione di Saddam sotto i cortili
del palazzo vengono scoperte le tombe delle regine con grandi quantità di oro, mai esposti.

LA PREISTORIA
Non consideriamo il Paleolitico, troppo antico, pochi resti, partiamo dal neolitico, compare
l’agricoltura, l’allevamento degli animali, l’uomo si colloca tra il 12000 a.C
Prima fase del Neolitico si chiama aceramico, periodo successivo è detto ceramico, cominciano a
definirsi i caratteri peculiari di alcune società, più recente 8000-7000.
Documentazione più antica: nord dell’Iraq grotta di Shanirad, si scava per trovare delle minuzie,
pochi materiali, magari si trova una punta di freccia; bisogna scavare lentamente, piccole porzioni,
non dimenticare nulla. Ritrovato uno scheletro che proviene dal paleolitico superiore, più antico
ancora (90k) anni fa, ritrovato un giovane ragazzo in posizione fetale. Sono stati presi dei campioni
di terra in cui erano conservati pollini di fiori, forse degli omaggi al cadavere del bambino. Forse
invece sono arrivati in altro modo; qualcuno lo cita come uno dei primi esempi conosciuti di
pratiche funerarie già codificate, una cerimonia di qualche tipo.
Ci spostiamo in Giordania, ambiente diverso, una delle due punte della mezzaluna fertile. Viene
ritrovata una torre alta 8 metri, idea di un gruppo stabile che costruisce cose che servono.
A Gerico sono ritrovati anche dei crani, veniva stesa sull’osso dell’argilla a creare simbolicamente
le fattezze del personaggio e gli occhi sono eseguiti con delle conchiglie occhi a incrostazione,
con un materiale diverso rispetto a quello della faccia. Prime attestazioni di comunità già
complesse.
Scoperta attuale quella di Gobekly tepe 9000-8000 a.C., esempio antichissimo di un
insediamento, non villaggio ma destinate a cerimonie funebri, grande complessità (siamo ancora
nel PPN)
Altro sito in Anatolia quasi coevo Catal Hoyuk, sito molto importante, scavato da un archeologo
inglese, al di fuori della Mesopotamia vera e propria ma comunque nella mezzaluna fertile.
Importante per quanto riguarda la cerimonialità, le pitture su intonaco riproducono dei rapaci che
svolazzano vicino ad altri senza testa, forse possono essere degli sciamani, rappresentazione di
danze (?) rituali specifici. Altre istallazioni sono le teste di toro o bue attaccate al pavimento o su
pedane rialzate, teschi ricoperti di argilla: ducrani, richiama concetti di forza e potenza, fertilità.
Poi ci sono tori o bufali selvatici che compaiono in scene di caccia, sussistenza di queste persone
basata sulla caccia.

Sotto l’isoieta nel nord della Mesopotamia ci sono i primi insediamenti; difficile individuare i siti
preistorici, vengono abbandonati e non più riabitati; poche macerie, magari capanne costruite su
dei muretti, siti piatti, difficili da individuare a occhio nudo, magari li si vede per la presenza di
materiali come felci e punte di freccia.

LE ORIGINI IX-VII MILLENNIO.


Nemrick: muri rasati a zero, sono conservati oggetti sul pavimento. Non c’è una collina è tutto
piatto, difficilissime da individuare.
Siti in posti strategici, vicino ai fiumi dove passano anche gli animali per abbeverarsi. Primi villaggi
vanno dalle 20-30 unità fino ai più grandi con 120-150 unità. No esigenza di avere fossati o muri
difensivi, comunità pacifiche che si scambiano materiali tra loro. Sito un po’ piu complesso,
mattoni a sigaro e compaiono anche delle pietre che sembrerebbero le basi per dei pilastri che
dovevano sorreggere le mura. Stanno cominciano ad esserci delle nuove esigenze. Case usate solo
per dormire, si sta fuori, riparo dal caldo. Forma più squadrata, non più planimetria rotonda,
prende piede il modulo quadrangolare. Sono attestate inumazioni di defunti sia all’interno che
all’esterno delle case. Tradizioni di seppellire sotto il pavimento i propri morti è tipica della
Mesopotamia.

ARCHITETTURA DEI PRIMI VILLAGGI


Architettura domestica prevalentemente circolare, molto elementare, mono e pluricellulare.
Prime case in argilla pressata, poi compaiono i protomattoni tutto in argilla cruda, pavimenti in
argilla battuta, le coperture con canne e stuoie. Si possono trovare delle pietre immerse
nell’argilla, basi di lavoro o piccoli altarini, uniche istallazioni presenti.
Quermez-Dere RAA buco nel terreno.

Industria litica
Abbondante produzione a Nemrick e Quermez, lame più diffuse sono quelle che vengono prodotte
dallo scheggiamento della pietra, produzione banale ma non facilissima. Aldilà delle forme questi
oggetti servono per tagliare e bucare.
Lavorazione dell’argilla e della pietra: teste di avvoltoi e rapaci che ci dicono due cose: produzione
specifica e particolare. Desiderio di produrre un oggetto che è più specialistico.

LEZIONE 3
21/09/2022

Tell Maghzalya: presenza di un recinto difensivo in pietra alla base, per il resto in mattone crudo.
VIII millennio, c’era già una conflittualità tra villaggi, anche se le mura servono anche per gli
animali.
Strumentario di pietra: stesse forme, punte di lancia o freccia, lame, taglierini.
Caratteristiche delle abitazioni: linea di sviluppo regolare, si ampliano sempre di più, case grandi
(100 mq), pianta rettangolare; muri sottili di 30 cm che sono paralleli e regolari, tutto ciò che c’è
all’interno è preparazione, ciottolato. All’esterno fosse e focolari identificati durante lo scavo,
attestano l’attività produttiva (tessitura, cucitura, produzione e lavorazione di cibo, carne e pelli),
le case sono usate solo per dormire, attività all’esterno.
Manufatti: ossidiana, lame e falcetti, anche strumenti come macine e pestelli, vuol dire che si
comincia a guardare all’agricoltura, alla raccolta di determinate piante e vegetali.
Jarmo: al limite della Mesopotamia, pendici del monte Zagros molte informazioni per
architettura e materiali, scavato dalla scuola americana con grande attenzione e metodologia, anni
40 fino agli anni 80. Villaggio piccolo, forse un ettaro all’incirca. Abbandonato all’inizio del VI
millennio. Importante perché ci sono abitazioni con pianta rettangolare quadrata, planimetria
complessa, ancora case mononucleari. Muri con base in grosse pietre, grossa pietra rotonda in
mezzo, fosse nella parte bassa circolari. Struttura costituita da muretti bassi paralleli, base di una
struttura che doveva stare sopra, minicasette, dei magazzini per le provviste. I muretti servivano a
staccare dall’umidità della terra il grano.
Strumentario: introduce la ceramica, comparsa di un nuovo materiale. Non è il primo villaggio in
cui compare è uno dei più antichi documentato. Villaggi che durano secoli se non millenni (Jarmo
più di 1500 anni); la ceramica è argilla cotta, estremamente depurata che l’uomo scopre quando fa
un buco nella terra e fa un focolare, le pareti si cuociono e si induriscono materiale fragile ma
resistente in cui posso contenere dei liquidi. Servono dei formi, bisogna impastare bene, deve
essere depurata, servono degli sgrassanti, materiali che aiutano nella cottura perché non si
spacchi, forni apposta. Processo che richiede secoli. La ceramica è evidenza di una comunità
stanziaria. Le culture nomadiche si spostano utilizzando pelli e otri in cui tengono acqua e
provviste.
Strumenti in pietra avanzati, macine e pestelli per fare farina, falcetto ricoperto di bitume:
comunità che coltiva la terra, l’agricoltura è diventata la parte più importante fiancheggiata da
caccia e raccolta. Lame multiuso e soprattutto tutta una serie di figurine di ceramica: non
possiamo chiamarla arte ma risposta ad alcune esigenze, voler rappresentare concetti o idee, forse
giocattoli. Ci sono animali (cani e cinghiali), forse simbolismo e ritualità anche per gli animali.
Pochissime figure umane maschili, la maggior parte femminili; raffigurate in pose tipiche
accovacciate o sedute con le gambe incrociate, o di riposo o nel parto con forme accentuate,
seni prominenti; nessun interesse nel rendere la fisionomia, interesse nel dare l’idea di un
concetto, la fertilità e la vita. Sono le prime a essere ritrovate in molte culture, chiamate con la
dicitura di Dea madre, si pensava ad uno dei primi culti; oggi non più così, si vuol riconoscere il
ruolo della donna nella società, figura importante all’interno della società magari la capa del
villaggio o una anziana, una figura legata a qualche forma cultuale.

RIVOLUZIONE AGRICOLA
Passaggio dalla vita nomadica a quella stanziaria, con spostamenti stagionali. A un certo punto
accade un cambiamento, durato millenni: porta allo stanziamento fisso e alla nascita delle città.
Nuovi vantaggi: interessi in comune, beni in comune, possibilità di immagazzinare risorse, società
organizzata. Svantaggi: gli uomini stavano meglio prima dell’agricoltura, cacciano e raccolgono per
uno o due mesi, poi possono dedicarsi ad altro; cacciatori e raccoglitori sono più sani e sportivi, si
muovono di più; carestie ed epidemie sono tipiche delle città, l’uomo primitivo non conobbe nulla
di tutto questo. Perché allora l’uomo ad un certo punto si è radunato per vivere “peggio” in un
certo luogo. Sicuramente l’agricoltura è un’attività che vincola, l’uomo deve produrre di più per
soddisfare i bisogni delle città che crescono, sia per il commercio interno che esterno. La natura da
una mano alle regioni che sono più tranquille.
Nelle zone al limite dove piove abbastanza, soprattutto all’interno, l’agricoltura è possibile grazie
all’irrigazione artificiale, ed è sicuro che la quantità di grano arriva sempre. Soprattuo nelle zone al
sud sono possibili anche tre raccolte all’anno, sono in grado di produrre molto di più di quanto non
farebbero. Il prodotto aggiuntivo che non serve al sostentamento viene usato o come mezzo di
pagamento o serve per il commercio.
L’agricoltura non esplode ovunque allo stesso modo, è qualcosa di progressivo

LEZIONE 4
26/09/22

Dopo aver visto le prime comunità neolitiche nel nord nella Mesopotamia, nel neolitico
aceramico e, con Jarmo, ceramico, analizziamo le quattro grandi culture ceramiche della
Mesopotamia a nord, centro e sud: si inizia anche a colonizzare il sud anche se non c’è
abbastanza pioggia, quindi si sviluppano sistemi di irrigazione con canali, pozzi e bacini.
Tutta la Mesopotamia viene quindi abitata e densamente popolata. Le civiltà sono
Hassuna, Samarra, Halaf e Obeid, nomi di siti archeologici. Questi furono i primi siti
scavati dagli archeologi, in cui si riconobbero materiali con caratteristiche particolari, come
la ceramica. Il nome è stato preso dal primo luogo in cui è stato trovato un nuovo tipo di
ceramica. La cultura Hassuna è la più antica e prima a comparire, da 6000 a 5300 anni a.
C., mentre quella Samarra va da 6200 a 5700 anni a. C., quella Halaf da 6000 a 5400 anni
a. C. e la Obeid da 5400 fino a 4200 anni a. C.. non si è più alla scala del singolo villaggio,
ma la stessa ceramica si trova in territori molto ampi. Anche geograficamente Hassuna e
Samarra si sovrappongono. Queste culture hanno uno studio avanzato nell’agricoltura e

dei contatti fra di loro, hanno una condizione ceramica di quantità e qualità, insuperata e
indistinguibile, motivo per cui c’è una caratterizzazione culturale.
Prima della cultura Hassuna, già il villaggio di Um Dabaghiya ha una facies protohassuna
in cui persistono motivi e tradizioni. È un villaggio ancora piccolo, da uno-due ettari, un
insediamento fisso che non si basa solo sull’agricoltura quanto più su caccia e raccolta
(non p detto che un viaggio stanziale abbia solo agricoltura): questo si capisce sull’edificio
con cellette messe in fila regolarmente con corridoi centrali, mentre le altre case sono
molto irregolari. Gli edifici più regolari sono più dei magazzini a cui veniva dedicato più
impegno e risorse, mentre le case sono più disordinate. Dall’intero dei magazzini
compaiono materiali che ci dicono le abitudini degli abitanti di questo villaggio: si sono
trovate migliaia di proiettili di fionda per la caccia e strumenti semplici per tagliare il
pellame. È evidente quindi che lavorassero sui prodotti della lavorazione della caccia.
Nell’interno delle case erano presenti pitture, in cui sono raffigurati animali come il toro
selvatico.
La cultura Hassuna è situata del centro della Mesopotamia, in cui abbiamo anche Um
Dabaghiya, Yarim Tepe e Ninive. È situata nei bassopiani del nord attorno all’attuale
Mosul (allora Ninive). Le genti Hassuna sono coltivatori in particolare di orzo, ma era
sviluppato l’allevamento. L’80% delle ossa animali era di animali addomesticati. Il nome
deriva da tell Hassuna. Il sito del villaggio di Yarim Tepe, scavato dai russi, non varia in
dimensioni e popolazione ma è più complesso, fitto e regolare, con mura dello stesso
spessore, e le case hanno planimetria complessa, con piante regolari. I muri sono in argilla
pressata, il tauf, e non ancora in mattone, e avevano l’usanza di seppellire i bambini presso
gli angoli. Le sepolture sono fatte in fosse nel terreno o in giare. Le planimetrie si
regolarizzano. I muri in argilla pressata ancora oggi viene fatta creando pareti laterali con
assi in legno, in cui vengono inserite argilla e paglia pressate. Si riconosce perché i muri
sono fatti a sezioni, con più pezzi contigui. Non cambia come durezza o resistenza rispetto
al mattone, che semplicemente è più flessibile e facile da lavorare. L’argilla veniva estratta
direttamente nel villaggio. L’impermeabilizzazione era fatta con argilla e paglia o,
soprattutto al sud, con il bitume. La ceramica di Hassuna restituisce già recipienti con
forme tipiche e specifiche eseguiti con una tecnica particolare e decorazioni. Siamo a
conoscenza di alcuni forni con forma circolare o rettangolare, mentre il pavimento era
forato e faceva passare il calore e collegava con il piano superiore in cui veniva messa
l’argilla cruda da cuocere. Se troppo cotta la ceramica diventa verde e poi nera, se troppo
poco cotta non è abbastanza resistente. La cottura ottimale si ha quando è color cuoio o
beige. Spesso vengono aggiunti minerali agli impasti o si faceva si che nella camera ci fosse
un’atmosfera ossidante per creare un colore rossastro. Siamo ancora di fronte a ceramica
modellata interamente a mano, senza tornio (un tornio in cui è posato un cerchio che viene
fatto girare per avere le mani per plasmare) o ruota lenta. Il tornio è stato introdotto molto
tardi, nel V secolo a. C.. Qui siamo di fronte ad artigiani che modella il vaso semplicemente
a mano: ci dà l’idea di quanto fossero artigiani esperti, che sapevano anche rendere pareti
sottili. La ceramica Hassuna si divide in arcaica e standard: quella arcaica ha una
decorazione molto semplice, quindi è più interessante quella standard, prodotta per un uso
comune nella vita quotidiana e decorata o con pitture o con incisioni (alcuni esemplari
hanno entrambe le tecniche). La decorazione è geometrica con zig-zag, modelli a spina di
pesce o disegni geometrici elementari. Gli esemplari panciuti con collo verticali sono tipici
di ceramica Hassuna: la ceramica inizia a diventare un fossile guida per identificare culture
e periodi in particolare. Le pareti sono sottili e le forme sono regolari. Gli husking trays
sono vassoi ovali per lo sminuzzamento della carne o come forma da pane per infornarlo:
il fondo del vassoio è fatto da listelli in argilla incisa in cui si sono create parti in rilievo
con dentini in rilievo e si è sempre pensato che fossero grattugie per sminuzzare il cibo.
Solo gli Hassuna hanno avuto un tipo di utensile simile. Ad Hassuna si sviluppano
l’archeologia e la metallurgia, in particolare per il bronzo, e compaiono anche pendenti e
sigilli, piastrine di pietra o terracotta con faccia anteriore incisa con reticolato di linee
incrociate. L’argilla veniva usata anche per sigillare le giare, come una sorta di ceralacca.
L’utilizzo dell’incisione come contrassegno per identificare da chi era posseduto un
determinato oggetto identifica l’inizio della scrittura.
La cultura Samarra è nella regione a 70 km a nord di Baghdad: siamo già all’interno del
territorio che non ha pioggia e in ci bisogna fare pratiche di irrigazioni. C’è una vera e
propria colonizzazione di un’area non colonizzabile. C’è crescita demografica dei villaggi
con abitati di dimensioni più consistenti e potenziamento del numero di insediamenti (i
cui principali sono Tell es Sawwan e Choga Mani. Tell es Sawwan, nel centro della
Mesopotamia vicino a Samarra, è uno dei più antichi dell’Iraq. Il villaggio si è regolarizzato
con mura difensive con porte e torri, le case sono raddoppiate di dimensioni (fino a 80
m2). Gli edifici hanno un modello a forma di T rovesciata, con spessore costante e pianta
allineata. All’esterno della struttura compaiono dei contrafforti: nei punti più delicati, gli
angoli deli edifici, che possono subire più danni, vengono creati contrafforti per sostenere
la struttura, ma da qui a poco la caratteristica da strutturale diventa decorativa, con
l’aumento delle lesene. È un modo per dare solidità all’oggetto, con un sistema di rilievi e
ombre. Successivamente vengono messi anche altrove e non solo negli angoli, per avere
un ritmo decorativo. Si inizia a vedere un principio di tripartizione, con gli edifici divisi in
tre parti, ma bisogna andare cauti a definirla tale. Tell es Sawwan ci ha restituito oggetti
particolari, non solo fi ceramica ma soprattutto di recipienti in alabastro, una pietra che si
trova vicino a questo sito e facile da lavorare, traslucida, con cui venivano fatti oggetti e
bicchierini. Si vede anche una figura di uomo stilizzato, quasi un’estrema anticipazione
dell’arte astratta in cui si riprendono le figure legate alla fertilità. Non si accentua la
floridezza femminile, con proporzioni minute e braccia piegate. Sono state trovate vicino
a tombe, motivo per cui si pensa possano essere offerte. Le figurine hanno occhi eseguiti
ad incrostazione e non viene scolpito: si crea un buco riempito da bitume e l’iride viene
creato con altri materiali. L’occhio è in proporzione molto più grande del resto della statua
ed è la prima cosa che suscita attenzione. È una statuaria ieratica, frontale, diretta, in cui
lo spettatore ha contatto diretto con la statua. Il fedele che prega la divinità ha le mani
giunte al petto basse e raccolte, lo sguardo basso quasi in estasi e gambe unite. Non

sappiamo se c’è un pantheon (quindi è possibile dire se è una preghiera), ma è possibile


che si adorassero forze naturali. Le figure provenienti da Choga Mami invece sono in
terracotta e di queste statue sono state conservate prevalentemente le teste. Anche qui per
fare le ciglia o tatuaggi si usava il bitume. La ceramica a Samarra è già al top come qualità:
è leggerissima, resistente, cotta perfettamente, ben decorata: le forme iniziano ad ampliarsi,
con coppe, coppette, vassoi, bicchieri e la forma più tipica, i piatti. Erano piatti ascrivibili
ai nostri piatti fondi che avevano dei motivi in mezzo che vanno da forme geometriche ad
animali la cui disposizione suggerisce un movimento rotatorio. C’è anche la
rappresentazione della svastica, uno dei simboli solari più antichi. Lo scorpione è un
animale mortale e che vive nel buio ma è un simbolo di fertilità e beneaugurante (così
come il serpente).

LEZIONE 5
27/09/2022

Cultura Halaf
Cultura che rivela una certa complessità, insediamenti regolari, estesi e complessi ma meno fitti di
abitazioni piccole, pianta circolare ricompare combinata a schemi rettangolari e quadrangolari,
forma tipica Tholos: copertura a pseudovolta, pianta circolare che può essere annessa ad altri
ambient di forma diversa (tipica a buco di serratura, annessa ad un ambiente rettangolare, che
può essere anche trasversale). Materiali soliti, argilla cruda e copertura con legni da poco anche
spiovente. La base è fatta in pietra e ciottoli. Questi edifici sono delle abitazioni? Forse magazzini o
sale di rappresentazione. Tipologia che non troviamo in altre culture. Tradizione di seppellire i
piccoli nelle case e non solo, in alcuni casi hanno trovato delle punte di freccia o altre armi,
possibile quindi che fossero magazzini, ma non solo perché ce n’erano tante. Continua lo scambio
di ossidiana, arriva dall’Anatolia e soprattutto dalla parte più orientale (lago di Han).
Manufatti: oggettini (amuleti o piastrine) fatti di conchiglia o terracotta con incisioni molto
semplici, motivi a linee intrecciate, permettono di differenziare i pezzi uno dall’altro. Hanno tutti
l’asola per appenderli al collo, iniziamo già a trovare impronte sull’argilla, utilizzati per imprimere
un marchio su qualcosa.
Siamo alle origini di un sistema di calcolo che si svilupperà sempre di più, sistema per registrare le
derrate alimentari.
Figurine sedute o accovacciate (posizione del parto?), femminili perlopiù e con tratti sessuali
molto accentuati. No interesse per la resa fisiognomica del volto. Arte mesopotamica allusiva e
astratta, simbolica, preferisce dare un’idea piuttosto che rappresentarla. Possono essere arricchite
da una decorazione pittorica, sulle gambe o sui seni, forse una collana alla base del collo
Ceramica Halaf: raggiunge gli tati più elevati di tutta la cultura preistorica: abbiamo recipienti dalle
forme molto rare e raffinate, pareti sottili e impasti perfetti, fatti di sabbia e argilla, decorati con
linee spezzate difficili da rendere, ceramica non ancora fatta al tornio; schemi decorativi ricchi
anche se geometrici. Rappresentano dei concetti o l’appartenenza a famiglie particolari.
Ceramica Halaf usata come merce di scambio, rappresenta uno status, una merce di lusso.
Compaiono motivi figurati come animali (cavalli). Ci sono i grandi piatti come nella cultura
Samarra, ma questi sono più profondi e senza motivi rotatori ma centrici.
Utilizzo di diversi colori per le decorazioni, rosso, nero, marrone soprattutto.
Disegno tipico che si ripete, teschio di toro: Bucranio, può essere più o meno stilizzato. Il bovide è
uno dei primi animali a essere addomesticato, animale forte e fecondo, sottomissione all’uomo e
forza che ha un significato particolare per queste società.

Tel Hassan
Zona centro-nord Iraq, idea di una fattoria o casa più complessa, aria adibita ad animali e
stoccaggio, sale centrali di accoglienza per gli ospiti.

Cultura Ubaid
VI-V millennio, sud estremo della mesopotamia, ancora molto ricco di paludi limacciose, area
molto ricca di acqua. I primi insediamenti sorgono su collinette naturali o su isole artificiali, grandi
vantaggi: zone ricche di animali, subito fuori dalle paludi l’uomo puù coltivare, vicini alle zone
agricole e di pascolo, ricchezza per le zone di caccia. Sistema che facilita la nascita delle civiltà.
Cultura Ubaid che si espande in largo soprattutto seguendo la mezzaluna fertile, fino all’Eufrate e
al Mediterraneo. Primi ritrovamenti di oggetti, ceramica e non solo, tipici della cultura Ubaid, nel
golfo e fino a sud.
Ordine cronologico su base calcolitica, che sostituisce al nord quello che conosciamo al sud. Il libro
di testo usa la periodizzazione tipica del sud.
Cultura Ubaid dura circa un millennio, periodizzazione divisa inizialmente in due e poi in 4, negli
anni 80 i francesi hanno aggiunto l’Ubaid 0, ancora più antica dell’Ubaid 1.
Alcuni caratteri simili alla cultura Samarra.
Strumenti dei siti Ubaid: falcetti in terracotta, usa e getta, si usavano poche volte e poi si
buttavano. Alcuni riparati con il bitume. Siamo di fronte a comunità che coltivano la terra, ormai
l’agricoltura è la fonte principale di sopravvivenza, lo dicono anche gli scavi: i francesi hanno
scoperto sculture a celle, forse magazzini o granai, testimonianza che l’area era tutta coltivata.
Quet Qasim: ambiente centrale di dimensioni maggiori e delle ale laterali, case tripartite. Stesso
impianto anche a Tel Oueili, grande ambiente centrale
Eridu
Estremo sud, all’epoca era sul mare, vicinissima alla costa, poi è stata creata una nuova piana.
Più livelli sovrapposti, edifici che nascono in epoca Ubaid e poi vengono continuamente ricostruiti
uno sull’altro, arrivano fino alla fine del terzo millennio a.C.  Ziqqurat, ingloba tutte le precedenti
fasi nel suo nucleo, no tombe ma basamenti tutti pieni e in cima c’è il tempio.
In epoca Ubaid cominciamo a vedere alcuni edifici importanti per la società che vengono ricostruiti
sempre nello stesso luogo e che sono stati interpretati come edifici sacri, sono centrali per la
comunità. Sappiamo che in mesopotamia è Dio che sceglie dove scendere in terra, quella è la sua
casa, gli uomini devo ricostruire il tempio sempre nello stesso luogo. Due aspetti che raffiorzano
l’idea che sia un tempio: da uno di questi livelli sono emerse delle lische di pesce e anche delle
figurine a forma di pesce, il dio protettore di Eridu è il dio delle acque, rappresentato anche a
forma di capra e pesce

Non avremo case di dimensioni mastodontiche.


Cratteristiche dei templi:
 Tripartizione;
 alternanza di nicchie e lesene, muro non liscio all’esterno, caratteristica tipida dell case
importanti, indicatore di status
 Kisu: pedana su cui sorge il tempio, isolarlo e staccarlo dal terreno contaminato della città,
verrà monumentalizzato in seguito. Compare una scala e un percorso obbligato.

Per entrare nel tempio e vedere la divinità bisogna fare un percorso a gomito, non è permesso
vedere la divinità da fuori, bisogna entrare. Templi accessibili solo a poche persone.
Ambienti a -U con le scale che portano al tetto piatto, spazio utilizzato per le osservazioni
astronomiche.
Molti edifici hanno il problema della risalita dell’acqua, si spaccano i mattoni e i muri crollano,
forse anche per salvare gli edifici dalle inondazioni innalzano gli edifici.

Uruk
Un po’ più al nord, chiamata anche l’alta terrazza di Anu (il dio del cielo), al di sotto della terrazza
hanno intercettato edifici Ubaid.
Architettura tripartita non è esclusiva del tempio o degli edifici centrali, in questo sito fattoria con
questo impianto ad aula centrale (soggiorno) e aree laterali

LEZIONE 6
28/09/2022
Ceramica Ubaid: più minimal, tratti meno creativi, caratteristici i tratti della metà superiore dei
vasi.
Decorazione geometrica, molto stilizzata, ceramica dall’impasto fine, cottura più approssimativa e
non completa, la ceramica ubaid inizia ad essere una produzione di massa, bene di consumo,
bisogna produrla in grande quantità. Si distingue dalle altre dalla cottura e dal colore, ma anche
dagli schemi decorativi.
Alcuni vasi di forma particolare, per versare dei liquidi particolari.
La cultura Ubaid si diffonde anche sull’altipiano iranico, stessi motivi decorativi degli altri vasi.
Ceramica di Susa: caratteristiche analoghe.
Arte figurativa Ubaid: caratteristiche le statuette in argilla cotta, figurine ofidie (aspetto di rettile),
hanno la faccia allungata, occhi quasi da alieno, forma di stilizzazione che sottolinea una pratica
tipica di alcuni villaggi Ubaid; partica di fasciare da piccoli i bambini per fargli crescere il teschio
all’indietro. Cominciano a volersi distinguere dagli altri, non tutti gli scheletri hanno i crani
allungati, qualcosa che afferma lo status dei personaggi nella società (perlopiù egualitaria). Ne
sono state trovate circa un centinaio. Rappresentano figure femminili, genitali molto evidenti,
mani non giunte ma sull’addome, riferimento al concetto di fertilità, “la nutrice” porta in braccio
un bambino.
Palline sulle spalle di alcuni personaggi: forse rimando ai processi di scarnificazione, mettere parti
del corpo in rilievo. Una figura maschile, in mano ha uno scettro, ha cranio allungato e pastiglie
sulle spalle. Sono tutti elementi identificativi della cultura Ubaid
 Bent nails (pestelli di terracotta), no chiodi infilati nei muri, forse pestelli per polverizzare
pigmenti.
 Labrets: utilizzati come piercing di labbra e orecchie, somiglianza a oggetti che ancora oggi
hanno gli indigeni, in osso di balena.
 Sigilli: forma a collinetta, possono essere anche più schiacciati quasi a cilindro.
Rappresentazioni che fanno pensare a ritualità, sempre volto allungato, potrebbero
rimandare a una categoria di persone. Scene di caccia, personaggi che danzano e a lato di
una giara con due cannucce che bevono qualcosa. Il sigillo non è ancora un oggetto in cui
ognuno disegna ciò che vuole però possiamo presupporre che ci sia una distinzione
gerarchica o per compiti all’interno dell’amministrazione.

ETA’ PROTOURBANA (Uruk)


In termini di tempo siamo tra il 4000 e il 3000, 2900,3100, circa un millennio, il IV millennio. Siamo
nel tardo calcolitico o periodo Uruk diviso in periodo uruk antico, medio e moderno. Vediamo
perlopiù il periodo tardo-Uruk. Non stiamo più parlando di culture, aspetti su larga scala ma di una
cultura diffusa in più centri di cui uno è quello guida, Uruk. Decine di migliaia di abitanti, non
paragonabili agli altri insediamenti. I primi testi sono di tipo economico, registrazioni perlopiù.
Abbiamo poche informazioni, lo possiamo dedurre solo da quello che vediamo e dall’archeologia.
Oltre agli insediamenti Uruk ci sono anche altri insediamenti che si sviluppano
indipendentemente.
Pianta della città di Uruk: scavata dai Tedeschi a partire dagli anni 20 del novecento. Per il periodo
che ci interessa teniamo in considerazione la ziqqurat di Anu ed Eanna, le mura sono leggermente
più tarde anche se le mura di Uruk compaiono fin dall’inizio dell’epopea di Gilgamesh, riferimento
a un tempo antico ma le mura rimaste sono più recenti. Già in quest’epoca la città si estendeva su
un’area anche di 50-60 ettari e fino a 90000 abitanti.
Andiamo a vedere due complessi religiosi, monumentali; in questo periodo la ziqqurat è ancora
un’alta terrazza, di sicuro però un edificio religioso. L’altro è dedicato alla dea della fertilità Eanna.
Punto problematico: è tipico delle città mesopotamiche essere la casa di un solo grade Dio, (ce ne
sono più di mille ma 15 quelli importanti) il tempio principale è dedicato a un solo Dio, la città
sorge dove il dio ha scelto di risiedere. Qui invece ne abbiamo due, perché? Forse perché la città
sorge dalla fusione di due città separate da un fiume, restano entrambi gli edifici religiosi.
Radicali trasformazioni, società stanziali, legate al territorio ma indipendenti da esso, zona che non
consente l’agricoltura senza irrigazione, temperature molto alte. In sole tre settimane di raccolta
un raccoglitore nella regione sud dell’Anatolia può raccogliere il sufficiente per la famiglia per un
anno.
L’agricoltura offre dei vantaggi, una persona sa che è in grado di mettere da parte una quantità
precisa di cibo oppure anche di più. Società che arriva a mettere via un surplus alimentario serve
per commerciare oppure per pagare degli specialisti, è proprio in questo periodo che si sviluppa
una specializzazione dei mestieri: artigiano della pietra, amministratore del tempio… si crea una
gerarchia lavorativa. Non ancora una figura che potremmo chiamare re, non ci sono palazzi ma
una figura che compare spesso nelle decorazioni, il re-sacerdote a capo della società Uruk
unisce gli aspetti religiosi e laici, in cima a questa piramide c’è questa figura di “sovrano
sacerdote”.
Rivoluzione urbana: Gordon Child, non vuol dire qualcosa di improvviso che succede di colpo.
Decalogo di punti per definire la città, alcuni di questi si ritrovano nelle prime città, propone uno
studio comparato tra le prime civiltà della Mesopotamia e le altre arte figurata complessa,
strutture monumentali, scrittura e religione affermate

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