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\
POTENZA
ANNALI
della
Facoltà di Lettere e Filosofia
rs7'RA7"to
GIUSEPPE RAGONE
U na nuova atte.rtazione epigrafica della erAn Tev0a6e av a I?ocea
GIUSEPPE RAGONE
Gli scavi di Focea (od. Eski Foga) sono ripresi nel 1989, a cura di una
missione archeologica turca diretta da Omer Ózyi$itt. Un oblio
pluridecennale era seguito ai promettenti saggi condotti a più riprese
-soprattutto nelle fondazioni del tempio di Atena sull'acropoli peninsulare
di Begkaptlar - dal Sartiaux, dell'Akurgal e del Serdaro[lu, i cui risultati
erano rimasti peraltro editi solo in forma embrionale2. L'accelerato e a
tuff'oggi praticamente incontrollato sviluppo edilizio dei quartierituristi-
co-residenziali di Eski Foga ha nel frattempo pesantemente intaccato, a
Begkapr lar non meno che nella zonaistmica e sulla terraferma retrostante,
quel poco che si può immaginare o sperare soprawissuto al secolare
processo di spoliazione subito dalla città antica, prima divenuta cava di
materiale edilizio per la Focea medievale (nota ai documenti d'epoca
come Follia o Foia o Focia ueya' o uecbia o uecia ecc.), poi fonte di
"pierres errantes" per la vicina colonia genovese di Focea Nuova (Follia
1
S. MncsrLL, .[ft, 36 (1989-7990), p. 95; MJ.MeLuNx, "AJA' 95 Q99r), p.
150. Per la storia antica della città vd. in generale F.G. THrsqueN, Pbocai'ca,
Bonn 7842; A. Pepeoopoulos Krnanrus, cDutcatrcri. 'l oropucfi rcaL roroypa$ucri
peÀén1, Smyrna 7879; ATL I, pp. 437-438, 560-561; J. Kerr, Pbokaia, RE )o( 1
(1941), col. 444-448; F. Cessou., La Ionia nel mondo miceneo, Napoli 1957,
pp. 104-106; C Roeeucrc, Ionian Trade and Colonization, New York 1,959, pp.
75-76; L. Ronent, .JS" 1968, pp. Zt0-2L1; E. Axunc x, Pbokaia, in Tbe Princeton
Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 7976, pp.708-709; G.E. BeeN, Aegean
Turkqt, London 19792 (reissued by J. Murray Publ., London 1984), pp. 90-98;
F. BooENsrsDr, Die Ebktronmúnzen uon Pbokaia wtd Mytilene,Tubingen 1981,
pp. 1.9-26; F. Gner, Nordionische Kulte. Religionsgescbicbtlíche und
qigrapbiscbe Untersucbungen zu den Kulten uon Cbíos, Erytbrai, Klazomenai
und PbokAia, Rom, Schweiz. Inst., 1985, pp. 407-423, 467-470. Esulano dai
limiti della presente ricerca i temi della colonizzazione e del commercio me-
diterraneo di Focea, con la rispettiva, sterminata bibliografia.
2
Scavi Sartiaux (1,913,1920): M.F. Se.nrrarx, "CRAI, t9I4, pp.6-18; Io., De la
Nouuelle a I'Ancíenne Pbocée, Paris 1914; Io., L'arcbéologie frangaise en Asíe
Mineure et l'expansion allernande,Paris 1918, pp. 42-53; Io., .BCH, 44 (7920),
p.412; "CRAI, 1921., pp. 1L9-I29;.REG, 34 (7927), pp. XLIX-LI; Io., Eski Fooa.
Fooa Tarihi'ne Bir Bakr S, Izmir 1952 (= Ege Turizm Cemiyeti Yayr nlan , 6); A
Ser-eó, "BCH, 51 (7927), pp. 388-392 (iscrizioní); L. Rooenr, Hellenica X, Paris
'1955, pp.257-265 (iscrizioni); E. LeNcr-otz,
"AA' 7965, col.883-891; "AA, 1969,
)11
o Foiao Focia noua, nol.)a, nuou6ecc.), in una diaspora inarrestabile di
materiali antichi durata sino agli albori del nostro secolor. per giungere
pp. 377-385; "AA, 1976, pp. 480-481 (carta topografica del Sartiaux). Scavi
Akurgal (sondaggi : 7951; scavi: 1952-1.956,797 4): E. Aruncer, .AS, 5 Q95f) , pp.
20-21; -Anatolia/Anadolu' I (1956), pp. 3-I4 + tav. 2-6; .TAD,7.1 (1957), p. 39;
.Anatolía/Anadolu, 5 0960), pp.7-7;1o., Die Kunst Anatoliens, Berlin 196I, p.
1,7, 180, 283; ID., Pbokaia, in Tbe Princeton Encyclopedia of Classical Sítes,
cit., pp. 7O8-709; lo., Anadolu Uygarhklan, istanbul 79901, pp. 364-366; vd.
inoltre in breve: MJ. MnuNx, .AJA' 59 Q95r, p.236;60 (7956), pp.382-383;
63 0959), p. 85;J.M. Coor, "AR, 6 (1959-1960), pp. 40-41,; 71, (1,9C,4-1,965), p.
44; 17 Q97O-1971), p. 38. Scavi Serdaroglu (anni '50): Ù. Seno,arnoduu, Foga
Kanlartnda bulunan Arkak devir mimarhk eserlen, VI. Túrk Tarih Kongresi,
Ankara 1967, pp.35-40.In anni più recenti, lo studio del monumento fr;nerario
di TaSkule ("torre di pietra"), sito ai margini orientali del territorio di Focea, ha
in qualche misura ridefinito il problema dei rapporti della citrà di età classica
con I'incombente potenza persiana: cfr. N. CAHrrL, "Aragtrrma SonuElarr
Toplantr v,2 (1984), pp. 143-751.; "AJA,92 (1988), pp. 481-501.
3 Per Focea Vecchia e Nuova cfr. in generale'$7. Múrr-un-'WrEr..ER, .MDAI(I)'
)<)
infine, al giorno d'oggi, al noncurante sventramento o sigillamento
cementizio dei resti presumibilmente ancora celati nel sottosuolo.
In un pullulare di nuove costruzioni si sono dunque ritagliati gli
'angusti spazi riservati agli scavi dell'Ozyifit: inizialmente, nella zona
nord-est di Eski Foga (ismet Pa$a), alle spalle del moderno ospedale; poi
anche presso il centro della città, ed ultimamente nell'area del teatro, alle
pendici del Desirmenli Tepea.
Nella zona di ismet Paqa è stata individuata ed esplorata con nume-
rose trincee di scavo un'ingente discarica ceramica (una sorta di
"Testaccio" in miniatura) pertinente ad una o più fabbriche di età romana
(I-II secolo d.C.), con spessissimi e densi depositi che insistono in parte
su una necropoli di età ellenistica , riutllizzata all'inizio del I secolo d.C.
La necropoli appare a sua volta sovrapposta a tracce dell'abitato di età
classica ed arcaicat.
Altra novità interessante è venuta dalla campagna del 7990: la
riscoperta, in occasione di escavazioni per le fondamenta di un edificio
moderno al centro di Eski Foga, di un tratto - spesso ca.2,4 m. - delle mura
di Focea, pressoché scornparse nella più che millenaria vicenda di
distruzioni e di spoliazioni subita dalla città6. Sarà ora possibile valutare
meglio I'ipotesi avanzata qualche anno fa su basi esclusivamente
filologiche dal Prontera, il quale - nel persistente (all'epoca) silenzio
della documentazione archeologica - proponeva di interp retare I'erodoteo
),[0tov peyd\ou rcol eÎ' owoppoopévuv, riferito al reîXog che la tradi-
zrone vuole edificato con I'argento tartessio di Arganthònios, come
descrizione autoptica di una cinta muraria in opera poligonaleT.
Nel 1991 è stata la volta del teatro, incavato nel declivio occidentale
del DeSirmenli Tepe, la "collina del Mulino" sita nell'entroterraad est del
a
Ó. Ózvièir, 1989 Yth Phokaia Kazt Qahsmalan,.Kazr Sonuglan Toplantrsr,
| (1990), pp. L27-I53;Io., 1990 Yrh Phokaia Kaz Cahtmalan, 'l(aTl Sonuglan
12.
Toplantrsr, 13. 2 (7997), pp.99-122; Io., l99l Ytlt Phokaia Kan QahSmalan,
"Kazr Sonuqlarr Toplantrsr, 14.2 (1992), pp.L-22;1o., FoQa ve Phokia Nereye
Gidiyor!,.Ege Mimarlrk, 92. 2 Qzmn 7992), p. 20 ss.
s Ò. Òzvióir, 1989 Yth Phokaia Kan
Cah;malan, cit., pp. 729-139; pp. 740-
748tav.1-15; pp. 749-153 fig.1-10; Io., 1990 Ytlt Phokaia Kan Cah$malan, cit.,
pp. 102-104; pp. 109-110 tav. 3-4; pp. 111-119 îig. 7-76.
6
Ò. Òzvióir, 1990 Yrh Phokaia Kan Qahsmalan, cit., pp. 104-705; pp. 720-
I2l fig. 17-19. Nella c^mp^gn 7992 è stata awiata una ricognizione sistema-
tica della cinta muraria di età arcaica. Cfr. M.-H. Gnres, .AJA, 98 (1994), p.274:
"Ómer Ózyifit focused his 7992 season on the Archaic settlement and its
defensive walls, which linked the lower town to an inland acropolis. A burnt
city gate was excavated in the upper part of the fortifications. Included in its
debris were sixth-century pottery, a Lesbian amphora, fragments of an Aeolic
capital, and arrowheads, all suggesting an attack ca. 540 B.C.'. Scarsi resti
delle mura si trovano inglobati anche nella cinta di fortificazione medievale di
Eski Foga.
t HeR. I L63,3-4; F. PnoNrrne,.RA, 1981, pp. 259-260.
)51
nucleo peninsulare della città. Lo scavo del 199i (preceduto a suo tempo
da alcuni saggi del Sartiaux) ha interessato un ristretto settore del kòilon
e parte dell'anàlemmanord, nei cui pressi è emerso anche un altro
scarico o deposito ceramico di età romana, con numerose lucernes.
Proprio durante gli scavi del teatro si è verificato un interessante
rinvenimento epigrafico, noto finora soltanto attraverso una sommaria
notîzia preliminare. E' il caso di occupar.sene brevemente qui, perché
esso promette di riaprire prossimamente la discussione sul sistema
filetico di Focea, e quindi indirettamente quella più generale sulle Su\cl
nelle città ioniche d'Asia Minoree.
La notizia è apparsa, in lingua turca, nel penultimo numero (annata
1997; ediz. 7992) di "Kazr Sonuglan Toplantrsr,, gli Atti del Simposio
annuale sulle attrvità di scavo in corso in Turchialo: uoz rivista che - per
motivi soprattutto di lingua (le comunicazioni al Simposio sono preva-
lentemente in turco), ma anche di inadeguata distribuzione editoriale -
non ha avuto sinora in Italia e nel resto dell'Europa I'attenzione e la
circolazione che meriterebbe. Per giunta, la spigolatura epignfica in
questione, forse accidentalmente, non è "passata" nei rapporti sulle
attività archeologiche in Turchia pubblicati annualmente nell'"American
Journal ofArchaeology', e manca anche nelle ultime annate del "Bulletin
Épigraphique,. E' auspicabile quincli sia registrata prossimamente nella
8
Ó. Óznnr, l99l Yrh Phokaia Kan Qahsmalan, cit., pp. 1-8; pp.9-L4 tav.
1-9; pp. 15-22 fig. 1-16; cfr. anche Io., lgg0 Ytlt Phokaia Kan Qaltgmalan, cit.,
pp. 100-101; p. 106; p. 722 fig.20-21.
e
C. Roeeucx, Tribal organization írt lonia,.TAPhA, 92 (7967), pp.495-507;
riediz. in C.G.'I'uou.ls (ed.), Economy and Society in the Early Greek \Vorld.
Collected Essays by Carl Roebuck. Chicago 1979, pp. 69-83 (Focea: pp. 76-
Z8); G.L. HLnc-ey, The Early loniatts, London 1,966, pp. 31-33 (Focea: p. 34);
M.B. Sarnrenrou, Zes tribus ioniennes-attiques, in \1.C. Bnrca (ed.), Europa.
Studien zur Gescbichte und Epigraphik der frúben Agdis. Festscbrift ftlr E.
Grumacb, Berlin 7967, pp. 294-302; D. Roussr..t, Tribu et cité, Paris 7976, pp.
209-220 (Focea: pp. 272-213); F Gn-rr, op. cít. (in n. 1), p. 469; M. PrÉnenr,
Modèles de repartitíon des citoyerts dans les cités ioniennes, "REA,, 87 (1985),
pp.169-190 (Focea: p. 178); N.F. Joues, Public Organization in Ancient Greece"
A Documentary Study, Philadelphia 1987, pp. 303-327 (Focea: p. 303). Cfr.
anche F. Cassom, op. cit. (inn. 1), pp. 246-256 (Focea: pp.78, I25,248-249);
M.B. SersrlARrou, I^a migration grecque en lonie, Athènes 1958, pp. 252, 254-
255, 28r, 350, 493-494, 502-503 (Focea: pp. 236-237, 298 n. 2, 41r-472, 420);
Io., The Polis-State. Definition artd Orígirz, Athens 1989 (= ME^ETHMATA,
4), p. 301 n. 5, p. 439 n. 1, ove preannunzia a più riprese I'uscita di un
volume "forthcoming" inerente le tribù e le fratrie (Pbratries and Tribes in
Greek Polis-States), volume sino ad oggi, per quanto mi risulta, non ancora
edito; Io., Betweett Memory and Obliuiott. The Transmission of Early Greek
Historícal Tradítiorts, Athens 1990 (= ME^ETHMATA, 12), pp. 746-748.
10
O. Ozvióir, l99t Ytlt Phokaia Kan Qahgmalarr, cit. (in n.4), particol. p. 3
(testo traslitterato dell'iscrizione): pp. 17-18 fig. 6-7 (foto).
254
rassegna archeologica anatolica di Stephen Mitchell, prevista per il
fascicolo ruI, Q,994-199, degli .Archaeological Reports,, e nel volume
)CLI (1991) del Supplementum Epigrapbicum Graecury aneso per il
1,994/1995.
L'epigrafe è stata rinvenuta verso I'estremità sinistra - con riferimento
agli spettatori - della gradinata inferiore del teatro (inzona "proedrica",
quindi), su una fascia o modanatura rilevata che orna il piano onzzontale
dei gradini in "pietra di Focea" (una sorta di tufo locale). Tale fascia è
parzialmente aggettante rispetto al taglio verticale dei gradini stessi, che
presenta un complesso profilo curvilineo rientrante, analogo a quello
documentato nel teatro di Eritrell. L'iscrizione, a giudicare dalle foto che
accompagnano Ia notizia p reliminare del rinvenimento 2, si estende per
I
PHYLE EUTHA[......]
oY^H ETOAT---I
11
Cfr. Ò. OzvÍóir, t99l Ytlt Phokaia Kaz Qahgmalan, cit. (in n.4), p.3
(descrizione dell'epigrafe); p. 9 rav . 1 -2 (profilo dei gradini del teatro); pp. 15-17
fig. 2-5 (vedute generali e di dettaglio della trincea di scavo).
r2
Ivi, pp. 77-t8 fig. 6-7.
t3Dalla seconda foto (ivi, p. 18 fíg.7) si rileva chiaramente la spezzatura
angolare verso il basso (v) del tratto orizzontale dell'4, tipica dell'età ellenistico-
romana.
ra
Ivi, p. 3 n. 8.
255
Chi abbia presente la docum"*"rro.," sulle tribù di Focea, già da
tempo raccolta e discussa da C. Roebuck, M.B. Sakellariou, D. Roussel,
M. Piérart eN.F.Jones15, troverà di grande interesse il dato archeologico;
in qualche misura sconcertante quello epigrafico.
L'interesse nasce dalla possibilità, che ora concretamente si offre, di
ricavare dai cunei del teatro di Focea un "tabulato" epigrafico completo
e cronologicamente coerente dell'anomalo sistema filetico della cittàt6,
risolvendo finalmente i persistenti dubbi sul numero complessivo delle
sue tribù ed eventttalmente compl etandone I'onomastica 17. L'estensione
'5 Supra, n. 9. Cfr. anche A. Connrrn, PisaPhocida oppidum (Sera., Aen., 1O,
179),in'l oroptry. Studi offerti dagli allieui a Giuseppe Nenci in occasione del suo
7O" compleanno, c. di S. ALrssRNonÍ, Galatina 7994, pp 95-108, particol. 105 ss.
t6 ^
Cfr. E. Leronr, Strutture della colonizzazione focea ht Occidente (in AA.
YY., Nuoui studi su Velia, Napoli 7970 Í= "PP" 251, pp. 19-54; qui cit. secondo la
riediz. in E. Lrponn , Colonie grecbe dell'Occidente anticq Roma 1989, pp. 111-
138), p. I23: "... abbastarua chiaramente a Focea I'esistenza di una
^pp^re
ristrettissima oligarchia, che ignora le tribù ioniche originarie e ne imita I'orga-
nizzazione con pbylai denominate dayév\, o da toponimi o pseudotoponimi,
che devono ancora riflettere vecchi insediamenti di tipo rurale e patriarcale,. A.
Mem, Elementifonnatiui degli etbne greci e assetti politico-social1, in AA. W.,
Storia e ciuiltà dei Greci,1, Milano 7978,p.56: .Phòkaia non avevaun fondatore
Codride né faceva originariamente parte della lega, ma vi entrò in piena età
aristocratica dopo Erythrài e Teos, dalle quali importò tre principi Codridi
necessari a parificarla alle altre città ioniche (Paus. VII 3,10). Si noti che [...]
Phòkaia non ha neppure le tribù ioniche classiche: queste dunque almeno nel
suo caso appaiono connesse alla appartenenza alla lega, ma non nella fase
aristocratica della sua storia".
17
Oltre alle tre tribù di cui si tratta nel presente articolo, a Focea è documen-
tata una Spórpa Xo.Lptovtg: cfr. M. PrÉru,nr, art. cit. (in n. 9), p. 178 e n. 44 ivi.
L'iscrizione che la attesta non proviene peraltro da Eski Foga (Focea Vecchia),
bensì da Yeni Foga (Focea Nuova, posta a metà strada fra Focea Vecchia e
Cuma), sicché viene attribuita da alcuni a Focea, da altri a Cuma eolica (è
registrata p. es. nelle Inschr. u. Kyme,nr.55).Tuttavia, come si è già detto (supra,
pp.251-252), i materiali litici di spoglio di Focea Vecchia furono ampiamente
riutllizzati per l'edificazione di Focea Nuova: cfr. A. Pepeoopouros-KrRaveus, op.
cit.(in n. 1), p. 52 ss.; S. RrrxecH, "BCH, 10 (1886), p.329 e n. 1 ivi. La cronologia
delle tribù focee, nonostante il carattere tardo delle testimonianze letterarie ed
epigrafiche in nostro possesso (Esichio per gli 'Apopueîg; iscrizioni di età
imperiale per i fle pLrc\eîEor e i Te u0oòeî9; la nuova iscrizione di età ellenistica di
cui si tratta in questo articolo: infra, p. 261ss.), si [a risalire ad età alto-arcaica a
causa della preesistenza di almeno due di esse - i fle prrc\eî8or e gli 'ABapueîg -
allafondazione di Lampsaco (la subcolonia focea fondata fra 650-600 a.C., nella
quale i due filetici risultano "esportati": cfr. C. RoeBucx, art. cit. lin n.9], pp.76-
77). Oltre a ciò, latradizione eponimica che tende ad omologare le tribù focee
in àmbito ionico (Pnus. \tII 3,10: infra, n. 19; il gioco eponimico "funziona" perÒ
sostanzialmente solo per i IIe pLr\eîòa.r e per gli 'ABcpveîg paceJ. Kul, art. cit.
[in n. 1], col" 444) rIfl,ette un assetto politico-sociale ancora aristocratico ed
256
dello scavo al settore centrale e di destra della ca\/ea potrà dare impor-
tanti risposte in tal senso (sempre che non si riscontrino in quest'area
gravi spoliazioni o abrasioni del rivestimento litico dei gradini).
E'opportuno richiamare in sintesi ciò che è glà noto.
La tribù dei llepurc\eîEau è documentata epigraficamente a Focea (in
un testo reintegrato per congeffura) e nella sua colonia Lampsacols. Le
attestazioni epigrafiche fanno sistema con un eponimo llépr,rc}.og, citato
da Pausaniare nel gruppo dei tre Bo.ou\eîg Codridi (Deòites, Pèriklos
)<1
ed Rbartos) che in epoca imprecisata sarebbero stati inviati a Focea da
Eritre e da Teo, per consentire l'omologazione ionica della città, fino ad
alloramantenutaaimargini della comunità "di tutti gli Ioni"20. Sussistono
peraltro incertezze sulla genesi e sulla natura di questa lTeprrcÀer"E6u
órÀú, per la quale è stato richiamato lo .stretto legame tra "villaggi" e
yévl, che è proprio di arnbienti di tradizione submicenea, specie se
attardati,, a causa della tipologia onomastica del filetico (una sorta di
nome "geneticc-r", a giudicare dal suffisso patronimico)2l.
der Zeichen kommt man nicht aus,. E' invece ancor oggi comunemente accettata
(vd. p. es. supra, n. 16; infra, n.2I) la conclusione che il Wilamowitz fa seguire
sùbito dopo: .Zugestanden ist damit, daB die Stadt im panionischen Bunde
júnger als die stidlicheren Ionierstàdte war,.
20
Dato il carattere chiaramente etiologico di questa tradizione, non ha senso
volerne indagare la cronologia in termini strettamente "storici", in quanto non
solo i nomi dei tre Baot).eî5, ma anche il loro numero, le modalità stesse della loro
immigrazione e le connesse provenienze cittadine (da Eritre e da Teo) rappre-
sentano con ogni probabilità elementi fittizi dell'crirrov. Chi ha congegnato tutta
la storia aveva però presentí dati, problemi e polemiche reali, che risultano per
noi in qualche misura cronologizzabili (l) la dubbia "purità etnica" dei Focei,
privi di chiare credenziali di "ionicità" ed insediati in un territorio originariamen-
te eolico; (2) I'anomalia del sistema filetico di Focea - chiaro relitto di un passato
pre-ionico - rispetto a quello "canonico" delle altre città ioniche; (3) I'esistenza
a Focea di gruppi civici (yévn ?) rivendicanti origine, provenienz o comunque
connessione genealogica con gruppi omologhi di Eritre e diTeo. Tuttietrequesti
elementi presuppongonouncontestostorico a I to -ar ca ico, incui: (a) esiste
ancora la possibilità teorica di ottenere I'ammissione al Panionion(ergo: il rcorvóv
non è ancora irrigidito in dodecapoli; ergo: non è stata ancora presentata e
bocciata la "candidatura" diSmirne: vd. G. RAcoNe, "RFIC, IL4,7986,pp.173-205,
particol. L9O-196); (b) ilmodello tribale ionico è ancora''canonico" e vincolante
nell'àmbito del rcoLvóv (cosa che già p^rtire dal VI secolo a.C. non è più vera:
^
cfr. M. PrÉnenr, art. cit. [in n. 9], pp. 185-187); (c) i rapporti fra le nó].e rs: coincidono
ancora sostanzialmente con i rapporti fra le rispettive aristocrazie "basilidi". Solo
in un quadro clel genere avrebbe avuto senso esperire una leggenda etiologica
come quella pervenuta a Pausania, che postula figure dipooL\rîs (Qutropcortrrîs?)
Codridi "migranti" da Eritre e da Teo a Focea, attribuendo loro nomiche valgono
aionizzare ab originè(le? alcune?) tribù palesemente non-ioniche della città ex-
eolica. Sull'inquadramento cronologico di questa tradizione vd. anche A. Mem,
art. cit. (in n. 1,6), p.56.
2t
Lacitazione nel testo è da E. Leponr, art. cit. (in n. 16), p. 136 n.49;vd. anche
ivi, p. I23. Cfr. C. Roeeucx, art. cit. (in n. 9), p.77:.The name Pericleidae has the
ring of a Greek yÉvog and may well have been made up of the followers of
Pericles, the first Ionian king of Phocaea, and their descendants. In origin, then,
the Pericleidae were a relatively smallgentilic group, not a tribe of the type found
in the primary Ionian towns,; M.B. SerrllARrou, I^a migratiort.., cíf. (in n. 9), pp.
236-237, 298 n. 2 (con vago procedimento associativo, considera Pèriklos
abbreviazione di Periklymenos, a sua volta variante di Klymenos: teonimi, gli
ultimi due, che in qualche modo "rinvierebbero" a Tebe, ad Orcomeno ed alla
Locride Ozolia, dove si trovano attestati).
258
Analogo discorso vale per la tribù degli 'ABopueîg, attestata esplici-
tamente come Oc,lrcaéc'-rv órM da un lemma di Esichiozz, con il conforto
aggiuntivo di un frammento di Eforo che menziona nel territorio di
Focea una località o un quartiere 'ABopvlg e di un frammento di Ecateo,
che documenta la precoce iterazione a Lampsaco del toponimo "ABapuo5:
(come denominazione di un promontorio; ma altre fonti parlano di
nó\rs o di Xópo)23, cui si può presumere sotteso lo stesso filetico. A rutto
questo si aggiunge di nuovo il passo di Pausania sui Boor\eis Codridi,
ove il tràdito "ABaprog, tirando un po' il collo alla grafia attestata dai
codici, è stato inteso come eponimo degli 'ABopueîg24. A causa dei chiari
riscontri toponomastici, alla 'ABopvéuv óuki si tende ad attribuire una
v alenza " territoria Ie" 25 .
22
HEsycH. s.a. 'Apc.pveús' OolrcoÉorv QuÀri; s.u."A}opvos' nó\rs Qorco.ér,ry.
23Cfr.Xrx. Hell.II'1.,29: (...)ènì rlu 'ABo.put6o. rflu Aop{.rdrou drcpo.u (...);
SrEpH. Bvz. s.u."Lpapros' nó\rs rcol Xópo <rcol> drcpa rîs floprovîs.'Hpor6ra.uò9
Eè èv rerciprq frloLv 6n 'Apapulg \éyeror (HenoonN., I, p. 96lin. 27-29 + II,
p.4651in.22 Ler.nz)'dIÀà rccl ets -os. 'ABo.pueîg roìrs rccrorroOvros (...).
Erccro.îos 6' ó Mthiotos: (Hrcnr. FGrHist 7 F 220 = frg. 233 NaNcr) èv 'Aoto.s
nepLqy{oer Ao.prldrcou d"rcpqv eÎuc[ frloru. 'Efopos (EpHon. FGrHistT} F46)6'
è, rî népnrr;1 tréyer rc\0flvoL ordv dnò rîs èv Oarrcot8L 'Apaput8os ùnò
Ocoro.Éolv rrlv Adp{rorcov rcru(\vruv. 'Ano\},óvtos <fleprcórqv E' ènì. rfl rccI
'Apapvl.6os flpa.Oóeooo.v / ìy6va>>. Toùro 6è )oforc\frg i.'nopruqpart(av loropeî
rÈ1v 'AQpo8trqv dpop$ov Èv Aap.rJ.rcírq reroùoav ròv llpto.nov dncrprz{ocro0oL
rcaì" rÈ1v yipov Anapvl6c. rcc\ÉooL, fl rccrà ncpan0opàu rcol îBo.pvlg ra).eîrc.r.
[Torr 6è rcl nó\ts, rccÌ Xópo., rco.l rírpcl. Eúpqrcr 6è rcoÌ 6Là ro0 -n- Anapu[g,
cls nopà 'Aprepr6ógp rQ y€oypcóqù' rò è0vrrcòv 'Apcpuaiog rcal 0r1trurcòv
'Apo.pua[q; Ap. RH. I932-933: lin un elenco di località toccate dagli Argonauti]
IIe prórqv 6' ènl rfl rca[ 'Apaput6o5 {paOóeooov / ly6vo (a1éry re no.prlpe rpov
Ilrrúe Lau; Scuor. Ap. RH. 932-933 a:'Apapvt}os' i 'Apopulg nó\rs rîs Aapr!ó-
rou.'Ouopdo0rl 6è anò crLrtog roro.úrr1s... [segue I'episodio della nascita di
Priapoì...rcoI 6Là roîrro 'Ana.pvlòo rc\r10Qvor."Tor€.pov òè rcarà peró0eoru roù
ororXetou ercÀri0q 'Apaputg; ScHor-. Ap. RH. 932-933 b' (...) fì 6è 'Apapulg roù
'EÀÀqonóurou, Íì rò na\o.ròy 'Anopvì"g èrccrXdiro, ós eipqrcru, dnò ro0
'AQpo6[rqv èvraù0o rercoùso.y ròv llp[onov àrapvqoo.o0oL ròv naiòa ELà rò
dnpenès roù olEotou; Er. M. ed Er. GsN. s.a. 'ABapuì6o' (...) 'Apapuì"s òè nó\Ls
Aopufdrcou. Ouopóo0q 6e èrc ldnò Er. M.ìroLcrúrqs q.trtas ... [nascita di Priapol
... rco.ì. d.nò roúrou 'Anapvt8a [rcÀqffiuar add. Er. M.]ro.I rccrrà èucr\].ayÈ1u roir
ororXetou 'ABapvt8o; Trmoprn. inArnrN. II62C: (...) óuerotlscil.rà ú6vol6è rcoI
nepì" AóprJ.rorcov èv rfr 'ABapvf,6L (...).
'a Suprn, n. 19. Cfr. G.L. Hrric-Ey, op. cit. (in n.9), p. 763n.77: "Pausanias
(7.3.10) has "ABopros: for "APo.pvos: but "ABopuos should be read,.
2t
Cfr. M.B. Sexsu-enrou, LA migration..., cit. (in n. 9), pp. 411-472 (vd. citaz.
infra, n. 31);C. Roesucr, art. cit. (in n.9), p.77:.Probably the colonyAbarnus, in
the Hellespont, owes its name to colonists of this tribe'; E. Lerone, loc. cit.(supra,
n i6); N.F. JoNes, op. cit.(in n. 9), p. 303: "Though conceivably the name of a
(territorial?) phyle itself, Ephoros'Abarnis might also be taken as a region within
the Phokaid,. Cfr. ora A. CoRnnrn, art. cit. (in n. 15), pp. 105-106.
259
Appaiono problematici, invece, i dati inerenti laterza tribù di Focea.
Qui la singola attestazione epigrafica sinora superstite - di provenienza
locale focea e databile all'inizio del II secolo d.C. - ci è pervenuta per
tradizione indiretta, attraverso i mille rivoli delle scbedae epigrafiche
germinate dagli apografi perduti di Ciriaco de' Pizzicolli di Ancona6.
Con tutte le incertezze di lettura e di affidabilità del testo che una simile
trafila comporta.
Nel caso specifico, I'iscrizione era stata vista e copiata personalmente
da Ciriacoèv rî rcarò 'luvtov Ooxo.[q, nell'anno 1437. Ma, perduto in
séguito il fascicolo originale dei Commentariiegeo-cicladici nei quali
I'apografo era contenuto, la sua esistenza ci è oggi nota solo attraverso
due codici indirettamente esemplati sugli autografi delPizzicolli (cod.
Med. Laur. 59,17;cod. Ricc. 996)27,nonchéda alcune scbedae chedaessi
furono derivate nel Rinascimento ed oltre.
'6 Cfr. CIG lI, nr.3475 G IGR fV, nr. I32r. L'iscrizione è registrata come /.
Pb.6 nella piccola silloge di Inscbriften uon Phokaia aggiunta a F. Gnar', op. cit.
(in n. 1), pp. 467-470. A questa singola attestazione epigrafica sembra ora da
aggiungere la menzione catoniana dei Teutanes quidam, Graece loquentes di
Pisa in Spsv. ad Aen.X,179, secondo I'interpretazione di A. ConnErn, art. cit. (in
n. 15), p. 101 ss.
z7
Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, plut. 59, nr. 17. Questo codíce
contiene una sezione continuativa (fol. 130'-735') di apografi ciriacani di prove-
nienzaegeo-anatolica, con tale ordine di sequenza: Smirne - Sardi - Focea - Cuma
eolica lin realtà Aigai d'Eolide] - Chio - Cizico - Atene - Tralleis. Le iscrizioni di area
foceo-cumea (fol. 132'-133') sono: (1) Ev rfr rccrà 'luvtov éorcatg' f1 Teu0c6Éoru
fu$ OMoutcru MóoXou OuycrrÉpo. rc.r.\.; (Z)'Ev rn aurî nókr Aùrorcpóropo.
)eóórf,ptou )eouflpov fÍeptLvorco. rc.r.\.; (3)'Ev rn cùrn
Ko.tooo.pa. Aoúrcuov
nó),er A0qvctrF Oorraeis d.nò rrîv no\eptr,ru Eerdrrlu; (4)'Ev Kúpn rfl Ato},t8r'
'AnóÀÀovr Xprlorqpl,tou OrMro.upos 'Arrd.\ou. Tutti gli apografi risalgono agli
anni 143O-1431: cfr. S. Penruccr, .Journal of Ancient Topography / Rivista di
Topografia Antica, 1 (1991), p. 150; G. Recorur, Umanesimo e 'filologia geogra-
frcA" ..., cit. (in n. 3), passim. Nella silloge del cod. Ricc. 996 (Firenze, Biblioteca
Riccardiana) la sezione di derivazione ciriacana (foL 58'-72) reca I'intestazione
Ex Cycladu(m) nxonunlentis Veteribus p(er) Cyrtacu(m) Anconita[numJ etc.
(fol. 58), ripetuta a fol. 62' nella forma Ex Cycladunl fttonunxentis ueteribtu
entta qigra(m)nxata per Cyt"iacum AncfonitanumJ. Anche qui compaiono
apografi inerenti Focea e "Cuma" (: Aigai), in parte recuperati e riediti a partire
dalle schede e dai Conxnxentariidel'|.43l, in parte provenienti da nuove scoperte
del periodo 1445-1446 (S. Pnnruccr, art. cit., pp. L55-L5O.In particolare,afol.59'-
60" si ripete identico il vecchio gruppo di tre iscrizioni focee già presente nel cod.
Med. Laur.59,L7, cui si aggiunge ora I'iscrizione funeraria di una Aurelia Politta
(= Inscbr. u. Kyme, nr.74), forse pertinente a Cuma, ma comunque ritrovata in
reimpiego apud pbocearn noua(m) genue(n)siu(m) Colonia(m).
28
Nel lemma di CIG II, nr. 34t5 il Boeckh indica come sua fonte il volume
Miscellanea eruditae antiquitatrsdiJacob Spon. Si tratta, per la precisione, diJ.
SnoN, Miscellanea entditae antiquitatis: in quibus marrnorA, statuae, musiua,
toreumata, gernrnae, numismata, GrT.ltero, Ursino, Boissardo, Reinesio, aliisque
260
Dunque il testo epigrafico in questione è pervenuto al CIG, come
tanti altri, solo attraverso una complicata nepunéreLo antiquarta e
codicologicaa. E'bastato poi un ulteriore passaggio dal corpus alle IGR
per conferirgli - obliterata ormai I'obliqua trafila delle sue trasla zioni
precedenti - una solidità di "dato" epigrafico che esso, oggettivamente,
non merita.
Eccolo quale emerge - con ingannevole "oggettività" lapidea - dal
quarto volume delle IGR e dai ponderosi in folio del Corpus:
f1 Teu0a6éc,ru fu\i12e
QÀ.aouioy MóoXo[ul OuyorÉpa "Appuou,
rÈ1u rco\oup,évqv' Aploruou, à,pytépenv
'Aolos yaoù roù èv EQéoq, npúrovw, ore$ouq$ópov
6fs, rcoì" téperau rîs Mcooo.\log, àyuvo1éruv3o, rlu
antiquorumrnonurnentorumcollectoribusignota, €tbucusqu.eineditarefeluntur
ac íllustrantur, Lugduni 1685. Ivi a p. 349 è riportato il testo dell'iscrizione (nr.
l)OOilII, con provenienza Phoceae, quae nunc Foja ueccbi*, non longè à.
Smynta), seguito da traduzione latina e breve commento. La mancanza della
dicitura excripsi chiarisce che non si tratta di apografo dello Spon (che fu in
Oriente con George \f'heler nel1675-76),m di una "scheda" epigraficaricavata
da fonti di seconda mano. Fra le fonti della Miscellanea, come risulta dalla
prefazione al volume e dall'insieme dei lemmi preposti alle epigrafi, ci sono
schedari epigrafici, comunicazioni ed apografi di antiquari dilettanti, codici (fra
cui un Mediceus Laurentianus), opere a stampa ecc. E'significativo il fatto che
I'iscrizione focea riportata sùbito dopo dallo Spon (p. 350, nr. I)OO(fV; indica-
zione di provenienza: ibidem) sia appunto quella che nel cod. Med. Laur.59,17
segue il decreto onorifico della Teu0a6Éo;v óuM (srzprA, n.27, nr. 2: epigrafe di
Settimio severo). rn IGR fV, nr. 1325 resta solo la provenienza pboceae, senza
alcuna indicazione bibliografica, a parre il rimando a CIG II, nr. 3415.
2e
C. Roe sucK, art. cit. (in n. 9), pp. 76-77 traslittera erronamente il filetico come
Teutbeadae, trascinandosi appresso D. Roussrr, op. cit. (in n.9), p. 2'!,2, che
traspone Teutbéadai. Entrambi gli autori sono stati suggestionati forse dal
riaccostamento al toponimo acheo Teuthea (infra, p. 26r. Anche così, comun-
que, non si spiegherebbe la terminazione -ae/-ai, che sembra presupporre un
tipo flessionale -ó6qs/-d6ou. Laformarealmente attestata, il gen. plur. Te u0o.6éolu,
rimanda chiaramente ad un nom. plur. Teu0o6eîs e quindi ad un nom. sing.
Teu0a8eÚs (come nel filetico 'ABopueîg, che Esichio attesta nel sing. 'ABapueug).
Solo accentando estrosamente Teu0a8erîv si potrebbe risalire ad un pencolante
Teu0o6e o[ (ma a questo punto perché non Teu0a8eo[ ?), che però - a parte la
mancanza di contrazione - non darebbe adito comunque a traslitterazioni del
tipo Teuthead,aeo Teuthéadai. Cft. A. ConnErn, art. cir. (in n. 15), p. 105 n. 38.
30
Per la titolatura di Flavia Ammion Aristion cfr. L. RoneRr, op. cít. (in n. 2),
pp. Z6t-265; vd. anche F. Gner, op. cit" (in n. 1), pp. 420-421; M.D. Cerr,rpexrrr, .f
sacerdoti del koinòn d'Asia (I sec. a.C.-III sec. d.C.). Contributo allo studío della
romanizzazíone delle élites protinciali nell'Oriente greco, Pisa 7994 (= Studi
Ellenistici VII), pp. 55-56 nrr. J4a-c, p. 179II (ulteriore bibliografia e stemma
familiare).
261
é\o.ouiou Epporcp<irou yuuoîrca, dperfrs tvercev
rcal rfls nepl tòv B[ou rcoop[rólrqrós re rcal àyuetag.
***
A questo punto, è il caso di chiedersi come si ponga, rispetto al
panorama di matrice antiquaria già noto, il nuovo dato epigrafico
emerso in sede archeologica: PHYLE EUTHAI......l / OT^H EYOAT---1.
Sarà opportuno schematizzate rn breve le alternative logiche che
teoricamente si offrono.
A) L'apografo originario di Ciriaco era sbagliato. L'Anconitano - non
immune da "sviste" epigrafiche anche gravi, stante la sua conoscenza
allegramente dilettantistica della lingua e della paleografia greca- aveva
letto TEYOAAEON invece di EYOAAEON.
B) Nel leggere e traslitterare I'iscrizione del teatro,l'Ozyiptt non ha
rilevato (o semplicemente non ha congetturato) una lettera obliterata
precedente il gruppo ETBA (unT, evidentemente, da restituireJ o [Tl);
o comunque ha tralasciato di segnalare la possibilità di una lacuna [.] in
questo punto.
C) La traslitterazione dell'Ózyilit è giusta ed accurata; ma lo sono
anche i dilavati epigoni codicologici dell'apografo ciriacano perduto. In
tal caso, si deve concludere che a Focea esistevano, I'una accanto
all'altra, una Eù0a6éov óuXú ed una Teu0oEÉcrlu Su\ri.
262
Procuste il terzo re (Aeotrqs) menzionato nel solito passo di Pausania,
dall'altro chiamando in causa la Teuthea d'Acaia o la Teuthis d'Arcadia,
per spiegare toponimicamente il termine e per chiarire in aggiunta
I'origine di quegli oscuri coloni fle\onourr{ouou che, a dire di Nicolao
Damasceno, si sarebbero associati ai Focesi ed agli Ateniesi nel porto di
Thòrikos, per partecipare all'awentura della fondazione di Focea32.
Può sembrare paradossale; ma fru il vecchio dato antiquario ed il
nuovo dato epigrafico ci sono maggiori possibilità che il primo prevalga
sul secondo (e non solo per il "peso" numerico dei tanti adepti - anche
autorevoli - della Teu0o6Éory óuÀú).
Il fatto è che appare francamente più difficile ammettere (A) che non
(B); o - che è lo stesso - più facile postulare I'esistenza del non visto
(ragionamento B) che non dimostrare I'inesistenza del visto (ragiona-
mento A).
Fuordi teorema, risulta arduo spiegare - sul piano logico, paleografico
e persino "ottico" - come un T si sia potuto intrudere indebitamente, in
un lontano giorno del 1437, nell'apografo vergato con accuîatezza
presumibilmente pedissequ a dalP izzicolli (awe zzo, per malcerta cono-
scenza del greco, a riprodurre con precisione calligrafica "segni" e
caratteri, per poi divinare il senso generale delle epigrafi, talora persino
traducendole in un estroso latino); mentre si può più agevolmente
ammettere che altri abbia poruto, nel 1991, per occasionale e spiegabile
indisponibilità "sul campo" del dato epigrafico-antiquario parallelo,
p.237: "Il semble que la tribu en question Íscil.la tribù dei Te r.r0aEeîsl et celle des
Abameis aient pris leurs noms de toponymes d'origine non grecque. Mais cette
hypothèse n'implique pas forcément que lesdites tribus aient encadré des
élements indigènes,; a p. 4\2, dopo aver confermato il carattere indigeno della
coppia onomastica 'Apapvlg-'ABopveîg, ed aver elencato una serie di elementi
che .nous autorise a voir dans la racine teut(b)- un élément de la langue des
Pélasges', afferma: .Cepedant íl ne s'ensuit pas forcément que les Abameis et les
Teuthadeis aient englobé des élements indigènes devenus citoyens de Phocée,
car il se peut aussi bien que les noms en question aient désigné des Grecs,
habitant en des lieux (quartiers de la ville ou localités sur le territoire de Phocée?)
du nom d'Abamis, et de *Teutha, ou *Teuthas, ou *Teuthadeis,.
12
Nrc. Dtu. FGrHist 90 F 5'11= ,*r"rpta de insidiis, pp. 17-18); analisi della
tradizione in F. Cassou, op. cit. (in n. 1), pp. 104-106; Io., .SIFC, 26(1952),pp.1.41.-
748.Per la tesi dell'origine peloponnesiaca deiTeu0c8eîg vd. K. Lrrrc, Phyle, RE
)O( 1 (1941), col. 1001; ma cfr. F. Cessora, op. cit.,p.78 "A proposito diTeutrante,
va pure ricordata unaTeu0a6éotv Su)q di Focea (...) che si richiama a miti, e anche
a toponimi, deil'Arcadia e dell'Acaia Peloponnesiaca,,; p. 725 "I Teutranti (...)
sono molto probabilmente (...) invasori indeuropei, anzi illirici, insediati sulle
coste anatoliche (senza dubbio dopo il 1200 a.C.): di questo è0vos teutranio, o
per lo meno di qualche eroe ad esso collegato, si conserva forse il ricordo nella
Teu0o6éorv QuM di Focea (...). fa coincidenza con toponimi e nomi di persona
peloponnesiaci sarebbe dovuta, anziché a rapporti di età micenea (...) alla
infiltrazione di elementi illirici nella penisola greca,.
263
omettere di segnalare diacriticamente prima di EYOAT---] I'abrasione di
una singola lettera Tro [T], o il uacuumcorrispondente [.].
13 Mentre questo
articolo era in corso di stampa, I'iscrizione del teatro di
Foceaèstataregistratain"Bull.Épigr., 1994,nr.489(.REG,707,1994,p.566).ta
trascrizione datane da C. Bruxne e A. PeN.ryorou è óúlq (sic, n. d. A.) EùOcr[--],
senza alcun emendamento. Per un aggiornamento sulla bibliografia focea vd.
ora R. PEnosoN-BENorr, Focea e il mare, ín Sur les pas d,es Grecs en Occident, l;tx-
en-Provence 1995 (= Études Massaliètes, 4), pp. 403-418.
264