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C5

MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVIT CULTURALI SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLA TOSCANA

SEZIONE DIDATTICA SCHEDA 5 - LA SCULTURA: LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA UMANA (Diapositive 1-31) Contatti del mondo greco con il vicino Oriente e nascita della statuaria monumentale
La nascita della statuaria monumentale nel corso del VII sec. a.C. (periodo orientalizzante) non , probabilmente, che una delle conseguenze del rinnovato contatto del mondo greco con le civilt del vicino oriente, in particolare lEgitto (C5-1, pg. 2). Fino a circa la met del VII sec. a.C. (orientalizzante medio) gli artigiani greci non osano superare la piccola o media dimensione (C5-2, pgg. 4-5), continuando a realizzare statuette in bronzo a fusione piena o in terracotta da matrici cave, secondo una tradizione che perdura dal geometrico (IX-VIII secc. a.C.) e che sembra risalire ai periodi minoico (1900-1400 a.C.) e miceneo (1600-1200 a.C.). I rinnovati contatti con il mondo orientale soprattutto in aree (Creta e le Cicladi) tradizionalmente privilegiate, fin dai tempi della fioritura della civilt minoica, dagli stimolanti apporti della civilt egizia, sembrano invitare i Greci allo sfruttamento dei ricchissimi giacimenti di pietre calcaree (pi facilmente lavorabili) e di marmi bianchi (solo in un secondo momento sfruttati) per la realizzazione di statue di notevoli dimensioni.

Dedalo, mitico "creatore" della statuaria


Per unanime consenso delle fonti letterarie antiche la figura mitica e leggendaria di Dedalo (C51, pg. 2), ateniese di stirpe ma operante soprattutto a Creta e nelle Cicladi, incarna e simbolizza la fioritura della pi arcaica statuaria monumentale. Ne invalso, nei moderni studi sulla scultura greca, definire dedalico il peculiare stile che si viene definendo nel corso del VII sec. a.C. Non mancano oscillazioni in merito alla cronologia precisa dellattivit di Dedalo. Una parte della tradizione sembra fissare solidi sincronismi con le mitiche et di Teseo e di Minosse. Altre fonti sembrano invece abbassare considerevolmente la cronologia dellattivit di Dedalo, fino a farne il capostipite delle principali scuole della scultura arcaica. Lateniese Endoios sarebbe, cos, un discepolo di Dedalo allo stesso modo di Dpoinos e Skyllis, fondatori della scuola sicionia, mentre, nella descrizione diodorea (I, 98, 5-9), i capolavori dei sam Tlekles e Thedoros non sembrano distinguersi dalle opere di Dedalo. Queste ultime, del resto, ci vengono descritte, da Diodoro (IV, 76, 1-3), come tipicamente arcaiche, non facilmente distinguibili dai capolavori della scultura di VI sec. a.C. Nonostante questi limiti, la definizione di stile dedalico per la statuaria di VII sec. a.C., tenendo conto della presenza del mitico Dedalo a Creta e nelle Cicladi e quale capostipite delle principali scuole di scultura greca, si adatta bene a definire uno stile diffuso in maniera piuttosto omogenea in tutta la Grecia propria, con differenze regionali e locali ancora non molto sensibili.

Creta e la fioritura dello stile dedalico


Creta resta, nel VII sec. a.C., e nonostante tentativi di sminuirne il ruolo, lepicentro di questo stile dedalico (C5-1, pg. 5). A Creta nel corso della prima met del VII sec. a.C. si definiscono, nella piccola plastica, i canoni e le regole fondamentali della rappresentazione della figura umana, nelle sue varianti, maschile e femminile, canoni e regole tradotti, a partire dal 650 circa, nelle grandi dimensioni. E nel corso della seconda met del VII sec. a.C. che le ricerche e le sperimentazioni degli scultori portano alla definizione dei due tipi del koros e della kre, ossia del giovane uomo e della giovane

La scultura: rappresentazione della figura umana

donna, stanti, che tanta fortuna conoscono nellarte greca fino ad almeno gli inizi del V sec. a.C.

Definizione dei tipi del kouros e della kore


Per pi di un secolo e mezzo, grosso modo fra la fine del VII e gli inizi del V sec. a.C., gli scultori non osano modificare sostanzialmente lo schema-base della figura maschile o femminile immobile, un piede avanzato, le braccia parallele ai fianchi o portate al petto, la testa eretta. Gli scultori approfondiscono tuttavia e perfezionano, con caparbiet, lo studio dellanatomia del corpo umano (soprattutto nei koroi) e la resa del panneggio (soprattutto nelle krai), sia inseguendo raffinate eleganze decorativistiche che preoccupandosi di una coerente rispondenza fra struttura corporea e panneggio. Gli scultori del VII secolo, ancora alle prese con considerevoli problemi tecnici, sono ben lontani dal porsi problemi complessi di resa anatomica. Le figure umane appaiono sostanzialmente prigioniere, nella loro solida stereometria, degli originari blocchi sbozzati e squadrati: sulle quattro facce del blocco, adeguatamente definite nella loro geometria da una griglia quadrettata, gli scultori riportano il disegno, eseguito in scala minore, delle quattro vedute principali della figura. La realizzazione della statua avviene, va da s, a partire dalle quattro facce principali del blocco. Comprensibilmente, un problema che si porr con crescente urgenza Fig.1 - Hra di Samo, da agli scultori, sar quello dellincontro dei quattro piani principali. FinSamo (dedica ad Hra di un ch il problema non verr risolto le figure appariranno sempre, sopratcerto Chermyes). Parigi, tutto nella visione di tre quarti, inorganicamente spigolose. Louvre n. inv. 686. 560 a.C. circa. Limpressione di rigore geometrico confermata dalla solida costruzione triangolare dei volti maschili e femminili, dai grandi occhi. Al triangolo del volto corrisponde il doppio triangolo della parrucca a ripiani (C5-1, pg. 6) appiattita sulla fronte e ricadente, ai lati, in grosse e fitte trecce. I corpi maschili appaiono possenti, ben scanditi nella giustapposizione di masse geometriche e poco definiti nella loro anatomia. La resa anatomica si limita a solchi, del resto poco profondi, utili a definire e delimitare masse pi che a suggerire la complessit della struttura corporea umana (C51,fig. 3) (Dia 1). A una vita stretta, spesso sottolineata dal cinturone del perizoma (C5-1, fig.4), corrispondono un torso possente dalla forma geometrica, triangolare, glutei e cosce carnose progressivamente assottigliantisi. Le figure femminili appaiono avvolte in pesanti pepli, policromati e spesso riccamente decorati da sottili incisioni (C5-1, fig.1) (Dia 2). La struttura corporea non traspare giacch i pesanti tessuti sembrano tutto appiattire e uniformare, suggerendo solo il gonfiore dei seni o, viceversa, lassottigliarsi della vita in corrispondenza del cinturone. Sulle spalle si distende, di regola, un pesante mantello che sembra imprigionarle, dispensando spesso lo scultore dal distaccare le braccia dai fianchi (ci che le avrebbe rese pi fragili, compromettendone la salvaguardia). Colpisce la rigida simmetria con la quale il mantello aderisce alle spalle e ricade gi, quasi a evitare ogni movimento espansivo delle braccia.

Crisi dello stile dedalico


Lo stile dedalico non manca di far sentire il suo influsso sulla plastica degli inizi del VI sec. a.C.,

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come testimonia la statuetta plumbea del Museo Archeologico di Firenze (C5-1) (Dia 1). Ma qualcosa sembra gi muoversi in direzione di una rinnovata volont di adeguamento al dato naturale e del prevalere oramai sempre pi evidente di tendenze locali, con la nascita di scuole regionali (C5-2, fig.4).

Il "sorriso" arcaico
Con lapprossimarsi della met del VI sec. a.C. tende ad affermarsi, quasi come segno distintivo del nuovo stile, il discusso sorriso arcaico. Osservando volti arcaici, indifferentemente maschili o femminili, si ha come limpressione di una improvvisa segreta animazione: di qui luso, istintivo, del termine sorriso. Non manca chi interpreta come dato intenzionalmente espressivo il leggero incurvarsi del profilo di bocche e occhi. Naturalmente, non si pu escludere che gli antichi, osservando tali rese scultoree, non provassero, istintivamente, la nostra stessa impressione. Va tuttavia tenuto presente che il leggero incurvarsi del profilo di bocche e occhi, unitamente a una tendenza lineare e continua in tutto il corso del VI secolo ad addolcire e ammorbidire il contrasto fra masse e piani incrociantisi, va nel senso di una correzione e di un progressivo adeguamento naturalistico del rigido stereometrismo degli scultori dedalici.

Nascita di scuole regionali


Questa tendenza, valida in senso generale, si accentua in determinate aree geografiche (le Cicladi e le coste dellAnatolia), pi sensibili alla lusinga di profili sinuosi e morbidi e di masse affinate e armoniosamente proporzionate (Dia 3). LAttica e il Peloponneso rimarranno, Fig.2 - Kre di Antnor, ancora per qualche tempo, fedeli a una certa aspra rudezza di tradizione, dallAcropoli di Atene (dedica se vogliamo, dedalica (C5-2, fig.4), salvo subire soprattutto dopo il 530 probabile del ceramista Narchos). Atene, Museo a.C. (Atene in particolare) il fascino delle eleganze ioniche. dellAcropoli n. inv. 681. 520 a.C. I koroi Milani (C5-2; C5-3) (Dia 4-7), limitatamente al tipo del circa. giovane stante, illustrano bene le tendenze della plastica arcaica della Grecia continentale nel corso della seconda met del VI sec. a.C. Nelle statue maschili il dato anatomico si arricchisce progressivamente. Appare ancora evidente, tuttavia, in Attica (si veda a questo proposito lApollo Milani) e nel Peloponneso, una certa continuit con la tradizione dellalto arcaismo. Il progressivo approfondirsi delle ricerche anatomiche, grazie anche allimpiego di un materiale, il marmo (che contribuisce a esaltare gli effetti di una evoluta indagine anatomica) si traduce, rigidamente, in un complesso reticolo di solchi e incisioni (Dia 4-5). Viceversa, nelle Cicladi e sulle coste dellAnatolia a una pi rigorosa indagine anatomica si preferiscono le lusinghe del chiaroscuro, attraverso morbidi trapassi di piani accarezzati dalla luce pi che analiticamente definiti da linee marcate di una geometrica perfezione. Questa tendenza non mancher di influenzare, soprattutto dopo il 530 a.C., la plastica della Madrepatria: si consideri lApollino Milani, un documento significativo dellinflusso ionico sulla plastica della Grecia continentale alla fine del VI sec. a.C. (Dia 6-7).

La fortuna del tipo della kore in Ionia e nelle Cicladi


Comprensibilmente prediletto dagli scultori greco-orientali, per le possibilit moltiplicate di

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raffinati giuochi chiaroscurali, il tipo della kre. Al pesante peplo si sostituisce, intanto, con sempre maggiore frequenza, il leggero chitone, spesso coperto da un sottile epblema. Gi gli scultori di Samo, intorno al 570-560 a.C., animano di sottili piegoline accarezzate dalla luce i chitoni e gli epiblmata delle loro krai (fig.1) influenzando, parzialmente, la plastica di Efeso e Mileto a est e di Nasso e Atene (tramite Nasso) a ovest. Oltrepassata la met del secolo si afferma, nel mondo greco-orientale, e, dopo il 530 a.C., ad Atene il tipo canonico della kre vestita di chitone e mantello, indossato, questultimo, in modo da coprire la spalla destra e passare sotto lascella sinistra (fig.2) (Dia 8). Si introduceva cos, per la prima volta, nella plastica monumentale un elemento di prepotente dissimmetria. Lobliquit sostanziale del mantello offriva agli scultori un insperata occasione di sperimentare audaci giochi chiaroscurali, alternando pieghe oblique a pieghe verticali, solchi sottili e profondi a depressioni leggere e ampie, superfici curve a superfici piatte. Pur nella concreta realt delle scuole regionali queste tendenze sono comuni alla plastica delle isole e della Ionia e non mancheranno di accentuarsi alla fine del VI secolo determinando il sorgere di una tendenza manieristica di estenuata raffinatezza tecnica e formale (fig.3).
Fig.3 - Kre 594, dallAcropoli di Atene. Atene, Museo dellAcropoli n. inv 594. 510 a.C. circa.

L'influsso ionico dopo il 530 a.C.

Linflusso degli scultori greco-orientali, come si accennato, non mancher di farsi sentire nella Madrepatria: ad Atene, il periodo compreso fra il 530 e il 500 segna il culmine dellinfluenza ionica. Mentre laustero stile attico della prima met del VI sec. a.C. cede il passo al raffinato stile della Ionia, artisti grecoorientali si trasferiscono ad Atene protetti e invitati dai tiranni. Tra di essi, di origine probabilmente ionica Endoios, mentre non mancano maestri giunti da Paro e da Chio come Archermos. Linflusso della plastica ionica si estender progressivamente alla Beozia e alla Grecia centro-settentrionale. La severa Sparta, nel Peloponneso, accoglie artefici ionici quali Thedoros di Samo e Bathykls di Magnesia, che lasceranno unimpronta significativa nelle coeve arti minori della Laconia.

Tendenze manieristiche e severo incipiente fra 510 e 480 a.C.


La fine del VI secolo, mentre tendenze decisamente manieristiche sembrano dominare le arti figurative, vede lentamente affermarsi un movimento di reazione agli eccessi della corrente ionizzante. I decenni compresi fra il 500 e il 480 a.C. vedranno lentamente ma inesorabilmente affermarsi e definirsi nelle sue caratteristiche essenziali lo stile severo. Ad Atene, gi nel decennio 510-500, in coincidenza significativa con il mutamento costituzionale e la nascita della democrazia, allinterno stesso della corrente manieristica alcuni scultori abbandonano timidamente il sorriso arcaico conferendo a bocche e occhi quella espressione apparentemente severa che definisce il nuovo stile (fig.4) (Dia 9). Intorno al 500-490 a.C., pur senza rinunciare a decorativistiche

Fig.4 - Kre 674 (detta anche Limbronciata), dallAcropoli di Atene. Atene, Museo dellAcropoli n. inv. 674.

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eleganze di matrice tardo-arcaica, gli scultori mostrano una duplice tendenza: mentre statue di fanciulle si fanno decisamente pi rare, si tende a contenere lo slancio e lallungamento delle figure correggendolo con un sano irrobustimento della struttura corporea (fig.5). Daltra parte, la rinuncia agli effetti di puro decorativismo si traduce in una crescente semplificazione e in un rinnovato gusto per una asciutta essenzialit. A lungo andare e dopo il 480 circa, queste tendenze determineranno labbandono del tradizionale costume ionico, sostituito dal pesante peplo: appaiono cos nel periodo 480-460 a.C. quelle solenni peplophroi (fig.6) cos tipiche del pi puro stile severo.

La ponderazione
Se il tipo della kre era apparso come il pi rappresentativo del gusto del pieno e tardo arcaismo, il tipo del koros torna a essere il prediletto dagli scultori del severo. Lindagine anatomica si approfondisce grazie a un rinnovato contatto con il dato naturale. Alcune tipiche stilizzazioni arcaiche (vita stretta, glutei e cosce carnose che determinavano un caratteristico profilo ondulato con accentuate concavit e convessit) sono corrette determinando pi Fig.5 Kre 159, organiche proporzioni. La struttura corporea dallAcropoli di Atene. Atene, si fa pi potente, le masse muscolari pi rileMuseo dellAcropoli n. inv. vate. Questa radicale correzione del canone ar159. 500-490 a.C. circa. caico si accompagna, generalmente, a una predilezione per morbidi, misurati e chiaroscurati trapassi di piani che, per la prima volta, si sposa, coerentemente, a una struttura corporea anatomicamente indagata. Di pari importanza la tendenza evidente, a partire dal 480, di infondere il ritmo della vita e del movimento al tipo del koros sperimentando per la prima volta un genere elementare di ponderazione (fig.7). Il peso del corpo viene scaricato su di una gamba portante determinando la leggera flessione dellaltra gamba e originando una catena di reazioni nella struttura muscolare del torso nonch un significativo gioco di dissimmetrie (C5-5) (Dia 10-11).

Il Canone di Policleto
Policleto interverr, a partire dal 460, a perfezionare e razionalizzare le esperienze degli scultori della generazione precedente realizzando, nel celebre Dorforo (fig.8), la pi perfetta rivisitazione, ormai nel momento di trapasso fra severo e classico, del tipo del koros (C5-6). Lo scultore argivo (non si dimentichi che il Peloponneso con centri quali Argo, Corinto e Sicione fu allavanguardia nelle sperimentazioni dello stile severo) accompagn la creazione del Dorforo alla composizione di un fondamentale trattato tecnico, intitolato Canone: lo Scultore vi esemplificava, attraverso il Dorforo, soprannominato Canone, la propria idea del bello attraverso la messa a punto di una serie di precetti e la definizione di una teoria delle proporzioni ideali. Il ritmo chiastico che

Fig.6 - Peplophros. Roma, Museo Nazionale Romano (delle Terme) n. inv. 8577. Copia romana da originale del 470-460 a.C. circa.

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caratterizza, nel Dorforo, la corrispondenza fra la gamba portante e il braccio disteso, la gamba flessa e il braccio piegato al gomito doveva trovare, altres, nel trattato tecnico policleteo una adeguata teorizzazione (Dia 12-14). Lesemplarit del canone policleteo, cos profondamente aristocratico nella rigorosa matematicit, incontr il favore, come era facile aspettarsi, delle aristocrazie peloponnesiache (e non solo). Esso rappresent, tuttavia, una prigione per Policleto e per la florida scuola policletea (Dia 15), attiva nel Peloponneso fino alla met del IV sec. a.C. La critica darte antica non manc di sottolineare la monotonia e ripetitivit delle creazioni policletee. Una volta individuato il canone della bellezza ideale, non rimaneva molto spazio per lapprofondimento della ricerca e la sperimentazione. Il superamento del canone policleteo, nel senso di una rinnovata volont di esplorare e sperimentare, , come vedremo, un merito di Lisippo.

Le tendenze dell'arte attica fra severo e classicit: Mirone e Fidia (460-430 a.C.)
Se la strada imboccata da Policleto era destinata a rivelarsi senza uscita, pi libero e impetuoso lo sviluppo delle tendenze e dei movimenti artistici nella democratica Atene. Ad Atene, con la nascita delluniverso formale fidiaco, le ricerche e le sperimentazioni degli scultori non si incentrano pi, con puntigliosa Fig.7 - Koros 689 (det- insistenza, sulla chiusa figura umana, analiticamente to anche Lefebo di indagata nella sua struttura anatomica, quanto sulle Krtios), dallAcropoli interrelazioni fra il corpo umano e lo spazio circostante di Atene. Atene, Museo dellAcropoli n. inv. 689. (C5-8). Lo stesso Policleto ebbe modo di soggiornare ad Atene nel periodo 440-430 a.C. e ne rimase visiva490-480 a.C. circa. mente impressionato. Unopera emblematica della maturit dello scultore argivo, il Diadmeno, pare una concreta correzione del canone policleteo condotta sotto linflusso della rivoluzione formale fidiaca. La tendenza era gi viva, ad Atene, grosso modo negli anni in cui Policleto realizzava il Dorforo. Se di Klamis non possiamo, purtroppo, dire molto, gi Mirone (C5-4) appariva alla critica darte antica, in confronto a Policleto, pi vario nel ritmo pur se totalmente disinteressato a una ricerca di tipo espressivo (fig.9) (Dia 16-17). Fidia, invece, collaborando con Pericle allillustrazione degli alti ideali dellAtene democratica giunta al culmine della sua potenza imperiale, realizza in scultura quanto Polygnotos (C6-1, pg. 7), pittore di caratteri, esploratore del mondo interiore degli eroi del mito, aveva realizzato in pittura.

Manierismo postfidiaco (430-400 a.C.)


Accusato di aver sottratto oro alla Citt, nella realizzazione della statua criselefantina di Athna Parthnos, e processato, Fidia abbandona Atene alla vigilia dello scoppio della Guerra del Peloponneso. Rimangono gli allievi diretti: il pi tradizionalista e, talvolta, arcaizzante Alkamnes (Dia 18) e lallievo prediletto Agorkritos. Ed nellambito della bottega di Agorkritos
Fig.8 - Dorforo (portatore di lancia), da Pompei. Napoli, Museo Nazionale n. inv. 6011. Copia romana da originale di Policleto del 450440 a.C. circa.

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Fig.10 - Hesta, Dione, Afrodite, dal frontone est del Partenone. Londra, British Museum. 440-430 a.C.

che sembrano affermarsi, ancora impercettibilmente, tendenze manieristiche. Gli scultori individuano nelle sorprendenti realizzazioni di Fidia un modello esemplare. Non rimane loro che proseguire sulla strada segnata dal maestro, approfondendo, semmai, certe ricerche e sperimentazioni fidiache. Agorkritos ma soprattutto il pi giovane Kallmachos prediligono, di gran lunga, tipi femminili, secondo una tendenza che risconFig.9 - Discobolo (lanciatore di di- triamo nella coeva ceramografia attica (C7-7). Le ricerche fidiache sco), dallEsquilino. Roma, Museo sul panneggio, in particolare certi virtuosistici effetti di trasparenza Nazionale Romano (delle Terme) n. (il cosiddetto panneggio bagnainv. 126371. Copia romana da origito) riscontrabili tuttora in alcune nale di Mirone del 450 a.C. circa. stupende figure partenoniche (fig.10), rappresentano un punto di arrivo irrinunciabile per Agorkritos e Kallmachos. Se il primo non esaspera il proprio manierismo attenendosi con maggior fedelt ai modelli fidiaci, Kallmachos figura emblematica del manierismo postfidiaco. Attivo soprattutto dopo il 420 a.C., egli il pi radicale esponente del nuovo indirizzo artistico. Soprannominato katatextechnos (=distruttore dellarte nelle minuzie), usa abbondantemente, per la prima volta, il trapano corrente per scavare profondi solchi nei panneggi delle sue figure (fig. 11) (Dia 19). Agli effetti coloristici di un violento chiaroscuro si accompagna un significativo disinteresse per la struttura corporea. Non manca chi segnala in Kallmachos il manifestarsi di tendenze decisamente arcaizzanti: il panneggio, nei suoi innaturali svolazzi, ricorda un certo gusto per il puro decorativismo riscontrato in alcune krai del tardo arcaismo.

Lo stile semplice (400-360 a.C.)


Con laffermarsi del cosiddetto stile semplice, il nuovo secolo (il IV secolo) non manca di esprimere la propria condanna de- Fig.11 - Menade danzante, bassoriliegli eccessi manieristici, per quanto certi raffinati calligrafismi persi- vo. Roma, Museo dei Conservatori n. inv. 1094. Copia romana da originale stano fino ad almeno il 380 circa.

di Kallmachos del 410-400 a.C. circa.

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Prassitele e Skopas (360-340 a.C.)


Il IV secolo dominato da personalit quali Prasstele e Skpas, per non dire di Lisippo, che non mancano di influenzare durevolmente un certo artigianato: ad Atene le stele funerarie rappresentano un documento significativo dellinflusso dei grandi maestri, come testimonia la testa di vecchio, frammento di stele funeraria attica, conservata nel Museo Archeologico di Firenze (Dia 20). Con lateniese Prassitele il nudo femminile, per la prima volta integrale, nella celebre Afrodite Cndia (fig.12) (Dia 21), diviene loggetto di una approfondita indagine anatomica. Il gusto per certe forme piene e carnose, per morbide rotondit, per delicati giochi chiaroscurali, per la virtuosistica rifinitura dellepidermide, non manca di influenzare la creazione dei tipi maschili prassitelici. Lo scultore preferisce una struttura corporea, per la prima volta, non asciutta e possente. La predilezione per curve e sinuosit si accentua nelle tipiche figure giovanili (si veda lApollo Sauroktnos) che si appoggiano ad alti sostegni determinando una accentuata obliquit generale. Skpas pone decisamente laccento sullespressivit dei volti e sul pthos realizzando teste squadrate dai grandi occhi infossati e pensosi, mentre le bocche, per la prima volta, si aprono a denunciare unintima sofferenza (fig.13).
Fig.12 - Afrodite Cndia. Roma, Musei Vaticani n. inv. 812. Copia romana da originale di Prassitele del 350-340 a.C. circa.

Lisippo (350-310 a.C.)

Lisippo, partendo da una giovanile adesione alle teorie artistiche policletee, riforma, finalmente, nel Peloponneso, il canone. Al maggiore slancio delle figure, inteso a correggere limpressione di una eccessiva massiccia costruzione delle statue policletee, corrisponde, specularmente, una predilezione per unanatomia pi asciutta e meno astrattamente rilevata. Daltra parte, alla ponderazione chiusa delle figure policletee corrisponde un movimento di conquista centrifugo dello spazio circostante (fig.14) (Dia 22). La ricerca espressiva avviata da Skpas prosegue e si accompagna a un trattamento pi naturalistico, quasi impressionistico, delle superfici (particolarmente le chiome). Alla teoria delle corrette proporzioni formulata da Policleto Lisippo risponde affermando che altri (=Policleto) hanno preso a modello luomo quale mentre lui preferiva prendere a modello luomo quale sembra essere, una coraggiosa difesa delle nuove tendenze illusionistiche che si affermeranno pienamente nellet ellenistica (III-I secc. a.C.).

La corrente lisippea e la nascita dell'universo formale ellenistico


Lisippo diverr lartista ufficiale della corte macedone, lavorando prima per Filippo II, poi per Alessandro Magno e per i Diadochi. I suoi numerosissimi allievi (Dia 23), al servizio dei Diadochi e attivi fino ai primi decenni del III sec. a.C., determiFig.13 - Testa di guerriero, dal frontone ovest del tempio di Athna Alea a Tegea. Atene, Museo Nazionale. Opera di Skpas e bottega. 350-340 a.C. circa.

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narono il sorgere di una corrente lisippea largamente dominante nel primo ellenismo. La diffusione della cultura greca conosce in questo periodo una rapida accelerazione: la lingua greca, un dialetto attico debitamente adattato, diviene la lingua comune, la cosiddetta koin, di una miriade di popoli. La corrente lisippea gioca un ruolo fondamentale nella creazione, a livello di arti figurative, di un linguaggio comune, di una vera e propria koin artistica.

Le correnti dell'arte ellenistica


I tre secoli dellellenismo (III-I secc. a.C.), lungi dal poter essere liquidati come i secoli grigi della diffusione di un linguaggio uniforme proprio perch comune, sono attraversati da correnti, movimenti e tendenze artistiche quanto mai varie e contradditorie. Sembra, oramai, che nessun limite astratto e teorico sia pi posto allattivit artistica umana. Losservazione della natura si spinge sino a un definitivo apprezzamento, come oggetto di imitazione artistica, della natura vegetale e animale (C5-7) (Dia24) nonch delle individuali fattezze umane (nascita del ritratto fisiognomico (Dia 2526)). Atene, molto conservatrice, rimane fedele a un linguaggio artistico di impronta chiaramente tardo-classica, prassitelica con influssi scopadei e lisippei Fig.14 - Apoxymenos (atleta che (Dia 27-28) che non si deterge). Roma, Musei Vaticani manca di trovare agn. inv. 1185. Copia romana da origanci e consonanze ginale di Lisippo del 330-320 a.C. con certa arte circa. alessandrina. Nei centri dellAsia Minore, soprattutto Rodi e Pergamo, nel corso del III e II sec. a.C. si affermano tendenze decisamente barocche, esasperando radicalmente il sempre vitale filone scopadeo (fig.15) (Dia 29). Ad Alessandria, sensibile alle lusinghe del filone prassitelico, si afferma una corrente realistica, se non veristica. Gli scultori indagano, con compiacimento, la vita miserabile delle classi subalterne, prediligendo soggetti di genere (la vecchia ubriaca, lanziano decrepito pescatore) nonch losservazione di certe anomalie fisiche o etniche: si considerino le frequenti statuette di bambini negri (uno splendi- Fig.15 - Laocoonte, dallEsquilino. Roma, Musei Vaticani do esemplare esposto nella sala XII del Museo Ar- n. inv. 1059, 1064, 1067. Copia di et tiberiana (14 d.C.37 d.C.), opera degli scultori rodii Agesandro, Polidoro e cheologico di Firenze (Dia 30)).
Atenodoro, da originale di scuola rodia o pergamena della met circa del II sec. a.C.

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La scultura: rappresentazione della figura umana

Il movimento di reazione neoclassica


Nella sempre tradizionale Atene, nel corso della seconda met del II sec. a.C., accolto con favore dalla critica darte coeva, si afferma un movimento di reazione neoclassica alle pretese degenerazioni barocche e patetiche nonch realiste e veriste dellarte ellenistica (Scheda 6, par.10). Gli artisti attici tornano a guardare ai modelli della classicit (Fidia, nonch i manieristi postfidiaci) mentre il prassitelismo appare tuttora vitale e, accanto alla corrente classicista, si afferma una corrente arcaistica. Il loro influsso si accrescer nel corso del I sec. a.C. e sar fondamentale nel determinare gli indirizzi dellarte romana del tempo: del resto, artisti ateniesi sono attivi a Roma gi a partire dalla seconda met del II sec. a.C. Contemporaneamente fiorisce ad Atene un artigianato artistico molto attivo, al servizio della sempre pi esigente clientela romana. Per lesportazione si realizzano copie e varianti di celebri capolavori, bassorilievi quale quello esposto nel Museo Archeologico di Firenze che riproducono parzialmente pi ampie composizioni (C5-8) (Dia 31), nonch capitelli, elementi architettonici finemente lavorati e crateri marmorei decorativi di giardini. La parabola dellarte greca sembra chiudersi con questa nostalgica rivisitazione dellarte classica. E tuttavia, le correnti pi vitali dellarte ellenistica non si estingueranno e continueranno a operare nelloriente ellenizzato, non mancando di influenzare, soprattutto in certi periodi, lo sviluppo di tendenze anticlassiche nella coeva arte romana.

GLOSSARIO Afrodite Cndia - Capolavoro emblematico di Prassitele, realizzato, su commissione della citt di Cnido, per il locale tempio di Afrodite intorno al 350-340 a.C. Agorkritos - Scultore greco, nativo di Paro, allievo prediletto di Fidia e attivo soprattutto nel periodo 430-415 a.C. Alessandria - Capitale del regno tolemaico dEgitto, fondata da Alessandro Magno nel 331 a.C. allestremit nord-occidentale del delta del Nilo, non lontano dal villaggio egiziano di Racoti. Alessandro Magno - A. III (detto il Grande o, appunto, M.). Re di Macedonia fra il 336 e il 323 a.C., morto a Babilonia dopo la conquista dei vasti territori dellimpero persiano. Alkamnes - Scultore greco, nativo di Lemno, allievo di Fidia e attivo ad Atene nel periodo 430-415 a.C.: prediletto dal partito di Nicia, realizza statue di culto per templi la cui costruzione, avviata nel periodo 449-432 a.C., era rimasta interrotta per lo scoppio della Guerra del Peloponneso. Amicle - Villaggio della Laconia, non lontano da Sparta, sede di un celebre santuario di Apollo. Anatoliche, coste - Coste dellAsia Minore occupate, nel corso dei secoli bui del cosiddetto Medioevo Ellenico (XIVIII secc. a.C.), da genti greche parlanti diversi dialetti: eolico a nord (Troade, Lesbo), ionico al centro (Efeso, Mileto), dorico a sud (Alicarnasso, Rodi). Anticlassiche, tendenze - Ritorno, in polemica con predominanti tendenze classicistiche, ai modelli dellarte ellenistica. Antonina, et - Et degli imperatori Antonini: Antonino Pio (138-161 d.C.), Lucio Vero (161-169 d.C.), Marco Aurelio (161-180 d.C.), Commodo (180-192). Apollo Sauroktnos - Letteralmente Apollo che uccide la lucertola. Emblematico capolavoro di Prassitele degli anni intorno al 350 a.C., raffigurante un giovanile Apollo mollemente appoggiato a un alto tronco dalbero sul quale si arrampica una lucertola: il dio sta stuzzicando lanimale con la punta di una freccia. Arcaistica, corrente - Recupero e rivalutazione dellarte del tardo arcaismo, largamente permeata di ionismo. La tendenza si afferma a partire dalla fine del II sec. a.C., ad Atene, e comporta il ritorno a motivi e stilemi decorativi arcaici nellillusione di un recupero nostalgico e totalizzante dello stile arcaico. Arcaizzanti, tendenze - Ripetizione di stilemi e motivi decorativi arcaici capaci di conferire un aspetto venerabile a figure scolpite, nel corso del V e IV secc. a.C., in uno stile, per il resto, essenzialmente coerente con i canoni della classicit: si vedano, a titolo di esempio, le cariatidi dellEretteo, scolpite da Alkamnes e bottega, che rivitalizzano il tipo della kre. Archermos - Scultore originario di Chio, attivo soprattutto a Paro, Delo e Atene nel periodo compreso fra il 550 e il 520 a.C. circa. Athna Parthnos - Colosso criselefantino (=in oro e avorio su anima lignea), realizzato da Fidia per la cella del Partenone. Pare che fosse terminato gi nel 438 a.C., sei anni prima della chiusura del cantiere partenonico. Rappresentava la dea protettrice di Atene come vergine (parthnos=vergine) armata: la dea sorreggeva, nella destra protesa, la statua di una

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vittoria alata. Attica - Regione amministrata da Atene. Barocche, tendenze - Certe affinit con il barocco europeo del XVII secolo e in mancanza di un termine antico adeguato, giustificano luso del termine barocco antico per determinate correnti dellarte ellenistica. Bathykls di Magnesia - Scultore greco, originario di Magnesia sul Meandro (citt sita fra Efeso e Mileto), attivo, per quanto ne sappiamo, soprattutto a Sparta, in cui realizza il celebre trono istoriato di Apollo per il santuario del dio ad Amicle. Beozia - Regione della Grecia centro-meridionale fra Delfi e lAttica. Calligrafismo - Eleganze ornamentali che, prescindendo dal dato naturale, danno limpressione di una certa decorativa astrattezza, spesso accentuata da una particolare accuratezza grafica e/o compositiva. Canone - Dal greco kann=regolo,canna. Complesso di regole e precetti teso alla definizione di un tipo, detto appunto canonico, di bellezza ideale cui lartista si attiene scrupolosamente. Capitello - Elemento di trapasso e raccordo strutturale fra colonna e architrave. Chiaroscuro - Rilievo particolare conferito a unimmagine dipinta o scolpita dal gioco delle luci e delle ombre capaci di suggerire la rotondit di un corpo nello spazio attraverso il variare, improvviso ovvero modulato, della loro reciproca intensit. Chistico, ritmo - Composizione armonica delle membra in un corpo stante: alla gamba portante corrisponde il braccio disteso, alla gamba flessa il braccio piegato al gomito. La distribuzione incrociata delle membra ricorda, cos, la forma della lettera dellalfabeto greco chi, da cui chiasmo, ritmo chiastico. Chio - Isola dellEgeo, a sud di Lesbo, prospiciente Eritre sulla costa anatolica. Chitone - Abito, sia maschile che femminile. Il chitone maschile, corto oppure lungo sino alle caviglie, era stretto alla vita da una cintura e munito di corte maniche. Il chitone femminile, a maniche lunghe, risultava allacciato sulla parte superiore del braccio e forma pieghe sopra la cintura. Cicladi - Arcipelago dellEgeo, a nord dellisola di Creta: le Cicladi sembrano disporsi in cerchio (=kyklos) intorno allisola sacra di Delo. Clstene - Membro della nobile famiglia degli Alcmenidi, grazie allappoggio del santuario oracolare di Delfi riesce, in un primo momento, ad abbattere la tirannide di Ippia (511-510 a.C.) e, in un secondo momento, a sbarazzarsi del rivale Isgora che godeva, tra laltro, dellappoggio del re di Sparta Cleomne. Eliminato Isagora, sotto larcontato dellalcmenide Alcmeone (507-506 a.C.) C. ispira la riforma democratica degli ordinamenti cittadini. Cratere marmoreo - Elegante vaso marmoreo, di forma troncoconica, su alto piede e munito di basse anse, deriva sicuramente da prestigiosi prototipi metallici. Generalmente ornato di raffinati rilievi in uno stile, spesso, arcaizzante. Criselefantino - Letteralmente realizzato in oro e avorio. Riferito a statue, spesso colossali, realizzate in avorio e in lamine auree battute su di unanima lignea. Critica darte - Ramo della ricerca storico-artistica che si propone lanalisi e la valutazione storica e formale di unopera darte (secondo parametri diversi a seconda delle premesse estetiche o ideologiche). Decorativismo - Risalto volutamente dato, in unopera darte, ai motivi decorativi. Demetrio Falero - Uomo politico ateniese (circa 350-280 a.C.), filosofo peripatetico, amico di Teofrasto, filomacedone, govern Atene per dieci anni (317-307 a.C.) fino alla conquista della Citt per opera di Demetrio Poliorcete. Riparato ad Alessandria dEgitto, alla corte del re Tolomeo I, ivi fond la celebre Biblioteca divenendone il direttore. Diadochi - Letteralmente successori. Dopo la morte di Alessandro Magno si spartiscono le conquiste del Macedone: a Tolomeo I tocca lEgitto, a Cassandro la Macedonia, ad Antigono Monoftalmo la Siria, a Seleuco le estreme conquiste orientali. Diadmeno - Letteralmente atleta che si incorona. Opera emblematica della maturit di Policleto realizzata dopo il soggiorno ateniese dellartista. Diodoro - Storico greco nativo di Agirio, in Sicilia. Visse sotto Cesare e Augusto. Autore di una Storia Universale (Biblioteca) in quaranta libri dalle origini fino alla conquista della Britannia (54 a.C.). Dpoinos e Skyllis - Scultori greci. Secondo Plinio (XXXVI, 9) sarebbero nati a Creta intorno al 580 a.C., si sarebbero trasferiti, quindi, a Sicione fondandovi la locale scuola di scultura. Nessuna opera sopravvissuta pu essere loro attribuita. Disegnativo - Aggettivo, dipendente dalle tecniche del disegno. Dorforo - Letteralmente portatore di lancia. Opera emblematica di Policleto realizzata, intorno al 450 a.C. Rappresenterebbe, secondo unipotesi formulata nel recente passato, Achille. Efeso - Celebre citt della Ionia prospiciente lisola di Samo. Endoios - Scultore di probabile origine greco-orientale, trasferitosi dopo il 530 a.C. ad Atene ove risulta attivo per un ventennio sino alla caduta della tirannide dei figli di Pisistrato (511-510 a. C.), operando al servizio di aristocratici e ricchi meteci (=stranieri residenti) greco-orientali. Epblema - Velo sottile che ricopre parzialmente il chitone e il mantello di alcune krai arcaiche, per esempio la celebre

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Hra di Samo. Fidia - Scultore ateniese attivo, grosso modo, a partire dal 460 a.C., impegnato nel cantiere partenonico fra il 448 ed il 432 a.C. Costretto ad abbandonare Atene alla viglia dello scoppio della guerra del Peloponneso, ripara in Elide ove realizza, a Olimpia, il colosso criselefantino di Zeus. Fidiaco - Aggettivo, da Fidia. Filippo II - Re di Macedonia fra il 360 ed il 336 a.C., padre di Alessandro Magno. Fisiognomico, ritratto - Effigie tendente a riprodurre di un dato personaggio i tratti somatici e, attraverso di essi, carattere e spiritualit (dal greco physis=natura e gignskein=conoscere). Fusione piena - Tecnica applicata per la realizzazione di statuette e di votivi miniaturistici in bronzo: il bronzo fuso riempie lo stampo senza lasciare alcuna cavit interna. Genere, soggetti di - Soggetti tratti dallosservazione acuta del quotidiano, ricondotto tuttavia nellambito di un campionariato di situazioni figurate noto alla cultura coeva. Geometrico - Stile che si viene definendo nel corso dei secoli IX e VIII a.C. Predilige la ripetizione simmetrica e paratattica di motivi decorativi astratti e la riproduzione semplificata e geometrica della struttura del corpo umano e animale in statuette e votivi bronzei e fittili. Grecia centro - settentrionale-Essenzialmente la Tessaglia e le regioni immediatamente confinanti: area culturalmente attardata e fortemente influenzata, nelle arti figurative, dalla Ionia, si manterr fedele, per buona parte del V sec. a.C., a moduli tardo-arcaici di chiara matrice greco-orientale. Greco-orientali, scultori - Scultori formatisi in Ionia e nelle isole dellEgeo prospicienti le coste anatoliche. Illusionistiche, tendenze - Volont di rappresentazione del reale cos come appare e cos come i sensi, pur ingannevoli, suggeriscono. Impressionistico, trattamento - Trattamento non incisivo e metallico bens naturalisticamente sommario, soprattutto nella resa delle chiome. Ionia - Regione dellAnatolia occupata da stirpi greche parlanti un dialetto particolare, il dialetto ionico; confinanti, a nord, con lEolia e, a sud, con la regione dorica di Alicarnasso. Ioniche, eleganze - La Ionia e in genere le coste dellAnatolia e le isole prospicienti vedono fiorire, nel corso del VI sec. a.C. soprattutto, una raffinata civilt: per i Greci del continente la Ionia la patria del buon gusto. Ionismo - Influsso esercitato, a livello di arti figurative (e non solo), dalle citt della Ionia, soprattutto in certe aree geografiche e in certi periodi. Klamis - Scultore greco del periodo severo, attivo negli anni compresi fra il 467 e il 441 a.C., ad Atene, in Beozia e a Delfi: nonostante ripetuti tentativi non stato ancora possibile individuare con sicurezza, nella tradizione copistica, alcuna delle opere che vengono attribuite al maestro dello stile severo dalle fonti letterarie. Koin - Aggettivo greco, di genere femminile, comune. Indica la lingua comune, una sorta di dialetto attico rivisto e corretto, diffusa nel mondo ellenizzato dalle conquiste di Alessandro il Macedone. Koroi Milani - Originali in marmo di periodo arcaico, il cosiddetto Apollo (540-530 a.C.) ed Apollino (520-510 a.C.), donati al Museo Archeologico di Firenze dal suo direttore L.A. Milani (1854-1914). Laconia - Regione del Peloponneso meridionale amministrata da Sparta. Lisippo - Scultore greco, nativo di Sicione e attivo soprattutto nella seconda met del IV sec. a.C. Oper al servizio della corte macedone divenendo il ritrattista ufficiale di Alessandro Magno. Manierismo - Tendenze manieristiche si affermano, generalmente, in seguito a periodi particolarmente creativi e innovativi: gli artefici sispirano a una maniera considerata esemplare, approfondendo ed esasperando certe ricerche avviate dagli artefici della generazione precedente. Matrice - Negativo che consente la riproduzione, meccanica e ripetuta nel tempo, di un determinato oggetto, per esempio una statuetta fittile: con il passare del tempo la matrice si consuma sino a divenire inutilizzabile. Miceneo, periodo - Trae nome dalla citt di Micene, in Argolide e designa il periodo, grosso modo compreso fra il 1600 e il 1200 a.C., della fioritura, nel continente greco, di unevoluta civilt palaziale. Mileto - Celebre citt della Ionia a sud di Efeso. Minoico, periodo - Minosse, mitico re di Cnosso, d nome alla singolare civilt palaziale fiorita nellisola di Creta fra il 1900 e il 1400 a.C. Minori, arti - Ceramica, oreficeria, per esempio. Distinte dalle cosiddette arti maggiori (architettura, pittura su tavola o ad affresco, statuaria monumentale, toreutica). Si preferisce, a ragione, dire arti applicate. Minosse - Mitico re di Cnosso, padre di Arianna: Dedalo avrebbe costruito per il re cretese il celebre Labirinto (la dimora del mostruoso Minotauro partorito da Pasifae, moglie di Minosse, accoppiatasi con un toro). Mirone - Scultore greco, nativo di Eleutere, localit posta al confine fra Attica e Beozia, attivo per lo pi ad Atene. Opere importanti di Mirone, realizzate prima dellapertura del cantiere partenonico nel 448 a.C., si conservavano sullAcropoli di Atene (il Perseo, il gruppo di Athna e Marsia).

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Nasso - Isola delle Cicladi che esercit, per un certo tempo, il controllo dellisola sacra di Delo. Neoclassica, reazione - Condanna puristica delle presunte degenerazioni dellarte ellenistica in nome di una pregiudiziale preferenza per lo stile sublime del periodo classico. Nicia - Uomo politico ateniese (prima del 469-413 a.C.), dirige la politica di Atene dopo la morte di Pericle (429 a.C.). Nemico del demagogo Cleone, guida il partito moderato negli anni della cosiddetta Guerra Archidamica (prima fase della Guerra del Peloponneso). Favorevole a una rapida conclusione delle ostilit riesce, nel 421, a concludere la pace con Sparta. Eletto stratego per il 416-415, si oppone alla spedizione in Sicilia caldeggiata da Alcibiade: N. muore nel 413, prigioniero dei Siracusani, dopo aver assistito alla disfatta dellesercito ateniese. Nicia, Pace di - Stipulata nel 421 a.C., conclude la prima fase della Guerra del Peloponneso (la cosiddetta Guerra Archidamica). La guerra fra Atene e Sparta riprender sei anni dopo, nel 415, con la spedizione contro Siracusa. Orientalizzante, periodo - Coincide, essenzialmente, con il VII sec. a.C., periodo nel quale il mondo greco riallaccia i contatti con le civilt del Vicino Oriente venendone decisamente influenzato. Panneggio bagnato - Con tale circonlocuzione sintendono i raffinati effetti di trasparenza nel trattamento del panneggio: il panneggio, in determinati casi, aderisce allepidermide, dando limpressione di essere come bagnato. Paro - Isola delle Cicladi famosa per le cave di marmo bianco. Parrucca a ripiani - Acconciatura prediletta dagli scultori del periodo dedalico: i capelli ricadono compatti, ai lati del volto, segnati da ondulazioni orizzontali. Pthos - Sentimento intenso, intima sofferenza suggerita dallo schiudersi della bocca e dallespressione degli occhi, profondamente incavati nelle orbite. Peloponneso - Regione della Grecia separata dal continente greco propriamente detto da una sottile striscia di terra, listmo di Corinto. Epicentro della civilt micenea, sviluppatasi, soprattutto, a Pilo e in Argolide; in periodo storico vi si parla ovunque, eccetto che in Arcadia, un dialetto dorico. Tra le citt pi importanti segnaliamo: Sparta, Argo, Corinto, Sicione. Peloponneso, Guerra del - Scontro epocale fra Atene, Sparta e i rispettivi alleati, apertosi nel 431 e conclusosi con la resa incondizionata di Atene nel 404. Peplo - Veste di lana molto pesante priva di maniche, formata da un lungo rettangolo di stoffa, ripiegato pi volte, ricadente sui piedi e stretto ai fianchi da una cintura. Peplophroi - Sost. greco; letteralmente indossatrici di peplo. Pergamo - Citt della Misia (Anatolia settentrionale) non lontano dalla Trade: capitale di un regno ellenistico autonomo, sotto la dinastia degli Attlidi. Lultimo re, Attalo IV, morendo nel 133 a.C. lasci in eredit il regno ai Romani. Questi ultimi lo trasformarono nella Provincia dAsia. Pericle - Eminente uomo politico ateniese, membro, per parte di madre, della nobile famiglia degli Alcmenidi, diresse la politica di Atene, dopo lostracismo di Cimone (461 a.C.), fino alla morte, per peste, avvenuta nellautunno del 429 a.C. Perizoma - Fascia di stoffa o altro materiale cinta ai fianchi, il cui uso documentato a Creta, attraverso le arti figurative, nel periodo minoico. Policleto - Scultore argivo attivo, grosso modo, fra il 460 ed il 420 a.C. Polygnotos - Pittore greco, nativo dellisola di Taso (Egeo settentrionale), attivo ad Atene nel periodo 480-460 a.C. Ponderazione - Distribuzione del peso del corpo su di una gamba portante mentre laltra si piega allaltezza del ginocchio: lo squilibrio si ripercuote sulla struttura muscolare del torso, determinando una generale impressione di irrequietezza, pur nella sostanziale staticit dellimpostazione generale. Proporzione - Il termine italiano, di origine latina, traduce il greco symmetra=commisurazione armonica delle parti, tra di s e rispetto al tutto. Rodi - Isola prospiciente le coste meridionali dellAnatolia. Riesce a mantenere la propria indipendenza nei secoli dellellenismo. Skpas - Eminente scultore greco, nativo di Paro, impegnato dopo il 353 a.C., insieme ad altri maestri pi anziani (Timtheos) e pi giovani (Leochres e Bryaxis) nella realizzazione dei fregi scolpiti del Mausoleo di Alicarnasso. Stele funeraria - Monumento funerario consistente in una lastra litica o marmorea ornata di rilievi. Ad Atene questa classe di monumenti documentata nel periodo 560-510 a.C. circa e nel periodo 430-320 a.C. circa. Specifici provvedimenti presi alla fine del VI sec. a.C. da Clstene e alla fine del IV sec. a.C. da Demetrio Falero, contro il lusso e lostentazione di ricchezza, segnano linterruzione della produzione di stele funerarie. Stereometria - Parte della geometria che ha per oggetto lo studio e la misurazione dei solidi. Nel linguaggio storicoartistico il termine usato per definire la riproduzione semplificata e astratta della struttura del corpo umano, affidata alla giustapposizione di potenti masse geometriche. Stilizzazione - Semplificazione geometrica e astratta del dato naturale. Tlekles e Thedoros - Scultori di Samo, figli di Rhikos, operanti tra il secondo e il terzo quarto circa del VI sec. a.C. Thedoros, in particolare, sarebbe stato attivo al servizio del tiranno di Samo Policrate e del gran re di Persia Ciro. Avrebbe

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lavorato anche in Grecia, in particolare a Sparta. Teseo - Mitico re di Atene, figlio di Egeo (v. C2-2). Thedoros - Cfr. voce del glossario Tlekles e Thedoros. Tiranno - Capo carismatico che si impone, allinterno di una comunit cittadina, con la forza delle armi oppure appoggiandosi a una fazione o a un determinato ceto sociale, i nuovi ceti sociali emergenti che aspirano a un riconoscimento politico della loro posizione nella comunit. Trapano corrente - Strumento che consente agli scultori di velocizzare il loro lavoro scavando solchi profondi e ombrosi nel panneggio: a una visione distanziata produce gradevoli effetti coloristici. Veristica, corrente - Corrente viva nell Ellenismo: si compiace di osservare e riprodurre gli aspetti pi crudi della realt, ambienti umili e sordidi, anomalie fisiche, tipi etnici barbarici.

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DIDASCALIE DELLE DIAPOSITIVE

1) Koros postdedalico, originale greco in piombo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIV, Vetrina A. N. inv. 99044. Alt. m 0,115. Da Tigani (Samo). Mancano la mano destra, i ginocchi e i piedi. Si notino il volto triangolare e la pesante chioma, la potente ma semplificata articolazione delle membra (torso triangolare, vita stretta, cosce carnose). Si noti la forte impressione di monumentalit fornita dalla diapositiva ma contraddetta dalleffettiva, ridottissima dimensione della statuetta: in effetti caratteristica del dedalico, nel quale la tipica netta articolazione della membra fornisce al fruitore una sorprendente impressione di monumentalit (quasi mai confermata dalle effettive dimensioni dellopera). 2) Dama di Auxerre, originale greco in calcare Parigi, Louvre. N. inv. 3098. Alt. m 0,65. Integra salvo una deturpante abrasione della met sinistra del volto. Tipico prodotto del dedalico cretese databile al 640 a.C. circa. Si notino il volto triangolare, la pesante parrucca a ripiani, il mantello simmetricamente ricadente sulle spalle. La dama indossa il caratteristico pesante peplo dedalico, stretto alla vita da una cintura, ornato da sottili incisioni e ravvivato, in passato, da una vivace policromia. La struttura corporea non traspare: i pesanti tessuti sembrano tutto appiattire e uniformare, suggerendo solo il gonfiore dei seni o, viceversa, lassottigliarsi della vita in corrispondenza del cinturone. 3) Testa femminile, originale greco in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 91226. Alt. m 0,24. Tracce di rilavorazione. Mancano il naso e parte del lato sinistro del volto. Originale di scuola greco-orientale databile al 575-550 a.C. circa. Segno di alto arcaismo appare la chioma voluminosa e compatta (lunghe trecce a perle ricadenti sulle spalle). Per quanto vistose tracce di rilavorazione intorno agli occhi, alla bocca e in corrispondenza del restauro, poi eliminato, del naso impediscano una valutazione corretta del pezzo, il volto paffuto e carnoso, la morbidezza dei trapassi chiaroscurali non lasciano dubbi sullattribuzione del marmo a scuola greco-orientale. Il leggero incurvarsi del profilo di bocca e occhi (il cosiddetto sorriso arcaico), unitamente a una tendenza lineare e continua in tutto il corso del VI secolo ad addolcire e ammorbidire il contrasto fra masse e piani incrociantisi, va nel senso di una correzione e di un progressivo adeguamento naturalistico del rigido stereometrismo degli scultori dedalici. Questa tendenza, valida in senso generale, si accentua in determinate aree geografiche (le Cicladi e le coste dellAnatolia), pi sensibili alla lusinga di profili sinuosi e morbidi e di masse affinate e armoniosamente proporzionate. Certe asimmetrie nella costruzione del volto suggeriscono un rotare della testa verso destra: si tratterebbe allora, verosimilmente, non della testa di una kre bens di una Sfinge.

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4) Apollo Milani", originale greco in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 99042. Alt. m 1,39. Mancano le gambe al di sotto del ginocchio. La testa ricongiunta. Naso e mento sono di restauro. Il koros, databile al 540-530 a.C. circa, un tipico prodotto del pieno arcaismo, probabilmente di scuola attica. Il progressivo approfondirsi delle ricerche anatomiche -grazie anche allimpiego di un materiale, il marmo, che contribuisce a esaltare gli effetti di una evoluta indagine anatomica- si traduce, rigidamente, in un complesso reticolo di solchi e incisioni. Il koros denuncia gi in alcune morbidezze chiaroscurali un certo influsso della plastica ionica. 5) Apollo Milani, visione posteriore 6) Apollino Milani, originale greco in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 99043. Alt. m 0,66. Mancano la testa, le braccia nonch le gambe al di sotto del ginocchio. Il koros, databile al 520-510 a.C. circa, riconducibile a scuola beotica, significativo punto dincontro di tendenze e influssi attici e insulari, un tipico prodotto del tardo arcaismo. Agile struttura corporea accarezzata dalla luce, rifiuto di qualsiasi eccessiva astrattezza disegnativa e di una troppo insistita definizione anatomica. Linflusso della plastica ionica si fa forte nella Grecia continentale soprattutto dopo il 530 a.C. Ad Atene, nel periodo compreso fra il 530 e la fine del VI secolo, operano sicuramente artefici grecoorientali protetti e invitati dai tiranni. Linflusso della plastica ionica si estender progressivamente alla Beozia e alla Grecia centro-settentrionale. La stessa severa Sparta, nel Peloponneso, accoglie artefici ionici quali Thedoros di Samo e Bathykls di Magnesia. 7) Apollino Milani, visione posteriore 8) Kre di Antnor, originale greco in marmo Atene, Museo dellAcropoli. N. inv. 681. Alt. m 2,01. DallAcropoli. Ricomposta da pi frammenti. Mancano il naso, lavambraccio destro, le dita della mano sinistra. La kre, databile al 520 a.C. circa, viene di solito ricongiunta a una base coeva recante il nome del dedicante, Narchos il ceramista e dellartefice, Antnor figlio di Eumres. Antnor si rivela, qui, artista alquanto conservatore. La kre indossa chitone e mantello obliquo, la mano destra protesa a reggere unofferta, la mano sinistra abbassata a stringere un lembo del chitone secondo la nuova moda ionica. E tuttavia, la struttura anatomica possente e alquanto mascolina nonch un certo aspetto severo, poco propenso a inseguire ioniche eleganze, sono un chiaro retaggio del passato. Evidentemente alcuni maestri attici reagiscono in maniera critica allimperante moda ionica, anticipando per certi versi tendenze destinate a emergere con chiarezza solo un ventennio pi tardi. 9) Kre Imbronciata, originale greco in marmo Atene, Museo dellAcropoli. N. inv. 674. Alt. m 0,92. DallAcropoli. Mancano entrambi gli avambracci e le gambe sotto il ginocchio. La kre, datata al 500 a.C. circa, un tipico prodotto, probabilmente di scuola attica, del periodo di trapasso fra il tardo arcaismo e il primo severo, non ancora immune dagli influssi della corrente manieristica affermatasi dopo il 520 e, soprattutto, dopo il 510. Indossa chitone e mantello obliquo. Si noti la struttura longilinea del corpo, i delicati giochi chiaroscurali del panneggio e lespressione malinconica del volto. La fine del VI secolo, mentre tendenze decisamente manieristiche sembrano dominare le arti figurative, vede lentamente affermarsi un movimento di reazione agli eccessi della corrente ionizzante. I decenni

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compresi fra il 500 e il 480 a.C. vedranno lentamente ma inesorabilmente affermarsi e definirsi nelle sue caratteristiche essenziali lo stile severo. Ad Atene, gi nel decennio 510-500, in coincidenza significativa con il mutamento costituzionale e la nascita della democrazia, allinterno stesso della corrente manieristica alcuni scultori abbandonano timidamente il sorriso arcaico conferendo a bocche e occhi quellespressione apparentemente severa che definisce il nuovo stile. 10) Torso maschile, probabile originale greco in bronzo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIII. N. inv. 1638. Alt. m 0,94. Dal mare di Livorno. Mancano la testa, le braccia, la gamba destra e gran parte della gamba sinistra. Probabile originale del 480-470 a.C. circa. Pregevole documento del primo stile severo. Si noti il tentativo di spezzare la rigida frontalit arcaica e di sperimentare un tipo elementare di ponderazione: braccio destro proteso in avanti, gamba sinistra portante, testa rotata verso destra. Se il tipo della kre era apparso come il pi rappresentativo del gusto del pieno e tardo arcaismo, il tipo del koros torna a essere il prediletto dagli scultori del severo. Lindagine anatomica si approfondisce grazie a un rinnovato contatto con il dato naturale. Alcune tipiche stilizzazioni arcaiche sono corrette determinando pi organiche proporzioni. La struttura corporea si fa pi potente, le masse muscolari pi rilevate. Di pari importanza risulta la tendenza, evidente a partire dal 480, dinfondere il ritmo della vita e del movimento al tipo del koros sperimentando per la prima volta un genere elementare di ponderazione. Il peso del corpo viene scaricato su di una gamba portante determinando la leggera flessione dellaltra gamba e originando una catena di reazioni nella struttura muscolare del torso nonch un significativo gioco di dissimmetrie. 11) Torso maschile, visione posteriore 12) Idolino, copia o rielaborazione romana in bronzo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIII. N. inv. 1637. Alt. m 1,48. Da Pesaro. Integro: superfici parzialmente corrose e ammaccate. Copia o rielaborazione, di et augustea (27 a.C.-14 d.C.), di un tipo statuario policleteo. Si tratta, presumibilmente, di un lampadforo, di una statua porta-lampade (il tralcio di vite cui venivano appese le lampade attualmente conservato al Bargello). Nonostante questi limiti e pur in presenza di un allungamento generale delle membra e di una resa anatomica asciutta, la statua documenta bene le ricerche policletee: ponderazione e composizione chiastica delle membra. Policleto interviene, a partire dal 460, a perfezionare e razionalizzare le esperienze degli scultori della generazione precedente realizzando, nel celebre Dorforo, la pi perfetta rivisitazione, ormai nel momento di trapasso fra severo e classico, del tipo del koros. Lo scultore argivo accompagn la creazione del Dorforo alla composizione di un fondamentale trattato tecnico, intitolato Canone: lo Scultore vi esemplificava, attraverso il Dorforo, soprannominato Canone, la propria idea del bello attraverso la messa a punto di una serie di precetti e la definizione di una teoria delle proporzioni ideali. Il ritmo chiastico che caratterizza, nel Dorforo, la corrispondenza fra la gamba portante e il braccio disteso, la gamba flessa e il braccio piegato al gomito doveva trovare, altres, nel trattato tecnico policleteo unadeguata teorizzazione. 13) Idolino, visione posteriore 14) Amazzone di Policleto, bronzetto di et romana Firenze, Museo Archeologico. Non esposta. N. inv. 2293. Alt. m 0,28. Di restauro: ambedue le

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braccia e la base. Il bronzetto riproduce uno dei pi celebri capolavori dello scultore argivo realizzato per Efeso in gara con i pi famosi scultori del tempo: Policleto partecip insieme a Fidia e Kreslas a un vero e proprio concorso, risultandone il vincitore. LAmazzone di Policleto indossa un corto chitone allacciato alla spalla destra il quale lascia scoperto il seno sinistro; essa si appoggiava con lavambraccio sinistro a un sostegno mentre il braccio destro, sollevato, si piegava sulla testa. Ponderazione e composizione chiastica delle membra. 15) Narciso, copia romana in marmo Firenze, Museo Archeologico. Sezione Topografica (Roselle). N. inv. R114329. Alt. m 0,95. Mancano la testa, le braccia, le gambe da sotto il ginocchio. Copia romana da originale della fine del V sec. a.C. (410-400 a.C.) di scuola policletea. Il giovane si appoggiava a un sostegno con il braccio sinistro mentre il braccio destro si piegava dietro la schiena. Si noti la molle carnosit della struttura anatomica che si sposa bene con la posa aggraziata. Ponderazione di tipo policleteo. Lesemplarit del canone policleteo, cos profondamente aristocratico nella rigorosa matematicit, incontr il favore, come era facile aspettarsi, delle aristocrazie peloponnesiache (e non solo). Esso rappresent, tuttavia, una sorta di prigione per Policleto e per la florida scuola policletea, attiva nel Peloponneso fino alla met del IV sec. a.C. La critica darte antica non manc di sottolineare la monotonia e ripetitivit delle creazioni della scuola policletea. Una volta individuato il canone della bellezza ideale, non rimaneva molto spazio per lapprofondimento della ricerca e per la sperimentazione.

16) Torso maschile, copia romana in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Corridoio. N. inv. 13830. Alt. m 0,87. Mancano testa, braccia e gambe. Copia da originale bronzeo del 450 a.C. circa. Il torso ampio e possente, la sicura definizione della struttura muscolare che rifugge da ogni tipo di sottolineatura eccessivamente disegnativa ma non da una certa voluta semplificazione di sapore astratto, rendono probabile lattribuzione delloriginale a Mirone. Il braccio destro, prepotentemente sollevato, contribuisce a definire, con efficacia, la spazialit della figura e ha fatto pensare al gesto trionfale di Prseo che esibisce la testa recisa di Medusa. Se la strada imboccata da Policleto era destinata a rivelarsi senza uscita, pi libero e impetuoso lo sviluppo delle tendenze e dei movimenti artistici nella democratica Atene. Ad Atene le ricerche e le sperimentazioni degli scultori non si incentrano pi, con puntigliosa insistenza, sulla chiusa figura umana, analiticamente indagata nella sua struttura anatomica, quanto sulle interrelazioni fra il corpo umano e lo spazio circostante. La tendenza era gi viva, ad Atene, grosso modo negli anni in cui Policleto realizzava il Dorforo. Se di Klamis non possiamo, purtroppo, dire molto, gi Mirone appariva alla critica darte antica, in confronto a Policleto, pi vario nel ritmo pur se totalmente disinteressato a una ricerca di tipo espressivo. 17) Torso maschile, visione posteriore 18) Cariatide, copia romana in marmo Firenze, Museo Archeologico. Non esposta. N. inv. 13708 Alt. m 2,23. Restaurata come Demetra. Di restauro: testa, braccia, ginocchio destro e piedi. Copia romana da originale del 420-415 a.C. circa. Una delle celebri cariatidi realizzate da Alkamnes e bottega per la celebre loggetta dellEretteo (=tempio di Atena Polide) sullAcropoli di Atene durante la Pace di Nicia (421-415 a.C.). Tipicamente alcameniana la ripresa di tipologie e motivi arcaici: la cariatide, che sostitu-

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isce la colonna in funzione di sostegno dellarchitrave, conosce una certa fortuna in periodo arcaico e non si distacca dal tipo della kre. Come una kre arcaica, la cariatide di Alkamnes stringe con la sinistra un lembo della veste. Si notino, inoltre, le lunghe trecce di sapore arcaico che ricadono sulle spalle e sul petto. Tipicamente alcameniano appare il peplo ombreggiato da profondi e fitti solchi. Allievo del grande Fidia Alkamnes attivo, per lo pi ad Atene, nel terzultimo e penultimo decennio del V sec. a.C., particolarmente nel periodo della Pace di Nicia. Accusato di aver sottratto oro alla Citt, nella realizzazione della statua criselefantina di Athna Parthnos, e processato, Fidia era stato costretto, come noto, ad abbandonare Atene alla vigilia della Guerra del Peloponneso. Erano rimasti gli allievi diretti: il pi tradizionalista e, talvolta, arcaizzante Alkamnes e lallievo prediletto Agorkritos. Nellambito della bottega di Agorkritos (e di Alkamnes) sembrano affermarsi, ancora impercettibilmente, tendenze manieristiche. Gli scultori individuano nelle sorprendenti realizzazioni di Fidia un modello esemplare. Non rimane loro che proseguire sulla strada segnata dal maestro, approfondendo semmai certe ricerche e sperimentazioni fidiache. 19) Menade danzante, rilievo marmoreo di et romana Roma, Museo dei Conservatori. N. inv. 1094. Alt. m 1,43. Copia romana parziale da originale di Kallmachos del periodo 410-400 a.C. La menade, vestita di chitone, allacciato alla spalla destra e cinto alla vita, e di mantello, la chioma racchiusa in un skkos (una specie di cuffia), impugna nella destra un coltello e nella sinistra un pezzo di carne animale appena tagliata. Si noti il manieristico trattamento del panneggio, inorganicamente svolazzante. Kallmachos figura emblematica del manierismo postfidiaco. Attivo soprattutto dopo il 420 a.C., egli il pi radicale esponente del nuovo indirizzo artistico. Soprannominato katatextechnos (=distruttore dellarte nelle minuzie), usa abbondantemente, per la prima volta, il trapano corrente per scavare profondi solchi nei panneggi delle sue figure. Agli effetti coloristici di un violento chiaroscuro saccompagna un significativo disinteresse per la struttura corporea. Non manca chi segnala in Kallmachos il manifestarsi di tendenze decisamente arcaizzanti: il panneggio, nei suoi innaturali svolazzi, ricorda un certo gusto per il puro decorativismo riscontrato in alcune krai del tardo arcaismo. 20) Testa di vecchio, originale greco in marmo Firenze, Museo Archeologico. Piano II, Sala X. N. inv. 13780. Alt. m 0,27. Tracce di rilavorazione. Frammento di stele funeraria attica databile al 340 a.C. circa. La bella testa di vecchio attribuita al cosiddetto Maestro dellIlisso, artigiano ateniese molto dotato, aggiornato sugli sviluppi della plastica coeva, influenzato, soprattutto, da Lisippo e Skpas. Si notino il trattamento quasi impressionistico delle chiome, lespressione pensosa, lo sguardo profondo. Il vecchio, raffigurato stante e appoggiato a un bastone oppure seduto, doveva fronteggiare la figura del defunto, probabilmente un giovane, stringendogli la mano destra (dexosis) oppure contemplandolo silenziosamente. Il IV secolo dominato da personalit quali Prassitele, Skpas e Lisippo, che non mancano dinfluenzare durevolmente un certo artigianato: ad Atene le stele funerarie rappresentano un documento significativo dellinflusso dei grandi maestri. 21) Afrodite Cndia di Prassitele, copia romana in marmo Roma, Musei Vaticani. N. inv. 812. Alt. m 2,05. Ricomposta e variamente integrata. Copia romana delloriginale marmoreo realizzato dallo scultore ateniese per il santuario di Afrodite nellisola di Cnido, nel 350-340 a.C. circa. La dea, completamente nuda, si prepara al bagno lasciando ricadere le vesti sulla hydra posta alla sua sinistra che funge, tra laltro, da vero e proprio soste-

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gno per la figura. Con lateniese Prassitele il nudo femminile, per la prima volta integrale nella celebre Afrodite Cndia, diviene loggetto di una approfondita indagine anatomica. Il gusto per certe forme piene e carnose, per morbide rotondit, per delicati giochi chiaroscurali, per la virtuosistica rifinitura dellepidermide, non manca di influenzare la creazione degli stessi tipi maschili prassitelici. Lo scultore preferisce una struttura corporea, per la prima volta, non asciutta e possente. La predilezione per curve e sinuosit si accentua nelle tipiche figure giovanili, che si appoggiano ad alti sostegni determinando una accentuata obliquit generale. 22) Apoxymenos di Lisippo, copia romana in marmo Roma, Musei Vaticani. N. inv. 1185. Alt. m 2,05. Ricomposto e variamente integrato. Copia romana da originale bronzeo del 330-320 a.C. circa. Opera emblematica della maturit di Lisippo, Latleta che si deterge con lo strigile rappresenta una radicale rottura con la tradizione policletea, sempre viva nel Peloponneso alla met del IV sec. a.C. Al maggiore slancio delle figure, inteso a correggere limpressione di una eccessiva massiccia costruzione delle statue policletee, corrisponde, specularmente, una predilezione per unanatomia pi asciutta e meno astrattamente rilevata. Daltra parte, alla ponderazione chiusa delle figure policletee corrisponde un movimento di conquista centrifugo dello spazio circostante. La ricerca espressiva avviata da Skpas prosegue e si accompagna a un trattamento pi naturalistico, quasi impressionistico, delle superfici (particolarmente le chiome). Alla teoria delle corrette proporzioni formulata da Policleto Lisippo risponde affermando che altri (=Policleto) hanno preso a modello luomo quale mentre lui preferiva prendere a modello luomo quale sembra essere, una coraggiosa difesa delle nuove tendenze illusionistiche che si affermeranno pienamente nellet ellenistica (III-I secc. a.C.). 23) Tyche di Antiochia, bronzetto di et romana Firenze, Museo Archeologico. N. inv. 2341. Piano I, Sala XII, Vetrina B, secondo ripiano dal basso. Alt. m 0,19. Mancano la figura giovanile di Oronte (la personificazione del fiume di Antiochia) che spuntava dalla roccia subito sotto la figura di Tyche nonch lattributo stretto dalla mano destra di Tyche (una spiga). Si tratta della riproduzione in scala ridotta del colosso di Euthychdes (allievo di Lisippo) attivo ad Antiochia intorno al 300 a.C. circa. Il bronzetto raffigura la personificazione della Fortuna (=Tyche) di Antiochia, capitale del regno dei Selucidi, posta alla foce del fiume Oronte (attuale Turchia centromeridionale). La dea, avvolta nel mantello, siede, accavallando le gambe, su uno spuntone roccioso: porta la corona turrita (qualificante attributo di ogni personificazione di una comunit cittadina), si appoggia con la sinistra allo spuntone roccioso e stringeva nella destra una spiga, simbolo di prosperit. Tipicamente lisippeo appare il libero atteggiarsi della figura nello spazio lungo una molteplicit sorprendente di direttrici di movimento. I numerosissimi allievi di Lisippo, al servizio dei Diadochi e attivi fino ai primi decenni del III sec. a.C. determinarono il sorgere di una corrente lisippea largamente dominante nel primo ellenismo. La diffusione della cultura greca conosce in questo periodo una rapida accelerazione: la lingua greca, un dialetto attico debitamente adattato, diviene la lingua comune, la cosiddetta koin, di una quantit di popoli. La corrente lisippea gioca un ruolo fondamentale nella creazione, a livello di arti figurative, di un linguaggio comune, di una vera e propria koin artistica. 24) Protome equina, originale greco o copia romana in bronzo Firenze, Museo Archeologico. N. inv. 1639. Piano I, Sala XIII. Alt. m 0,81. Mancano i finimenti metallici. Si conservano tracce della doratura. Originale del periodo tardo-ellenistico oppure co-

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pia romana da originale ellenistico. Equanto resta di un probabile monumento equestre (una quadriga?). Si noti il trattamento veristico delle superfici con il reticolo delle vene ben evidenziato. Nel periodo ellenistico nessun limite astratto e teorico sembra sia pi posto allattivit artistica umana. Losservazione della natura si spinge sino a un definitivo apprezzamento, come oggetto di imitazione artistica, della natura vegetale e animale nonch delle individuali fattezze umane (nascita del ritratto fisiognomico; v. Dia 25-26, 28). 25) Ritratto di Omero, copia romana in bronzo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XIII. N. inv. 1646. Alt. m 0,41. Dal mare della Meloria (v. Dia 26). Le superfici sono fortemente corrose per la lunga permanenza in mare. Copia romana da originale databile al 200 a.C. o poco dopo, di probabile scuola asiana (Rodi?). Si tratta, evidentemente, di un ritratto di ricostruzione: il poeta, cieco, vi raffigurato con gli occhi parzialmente chiusi, il volto spirituale e ispirato, segnato da rughe e profondi solchi, ombreggiato dai folti riccioli della barba e della chioma. 26) Ritratto di Apollonio Rodio, copia romana in bronzo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, sala XIII. N. inv. 1647. Alt. m 0,43. Dal mare della Meloria (v. Dia 25). Le superfici sono fortemente corrose per la lunga permanenza in mare. Copia romana da originale della fine del III sec. a.C. (Apollonio Rodio soggiorna a Rodi, al termine della sua vita, negli ultimi anni del III sec. a.C.) di probabile scuola rodia. Il poeta epico, lOmero della poesia ellenistica, vi raffigurato pensoso, il profilo secco e asciutto, la barba corta e la chioma non folta aderente al cranio. 27) Minerva dArezzo, copia romana in bronzo Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XI. N. inv. 248. Alt. m 1,55. Da Arezzo, in unarea non lontana dal fro dellantica citt. Di restauro: braccio destro e gran parte del corpo subito sotto lgida. Copia romana di una variante della prima et ellenistica (inizio del III sec. a.C.) di un tipo riconducibile a Prassitele o alla sua cerchia. La dea Athna porta un elmo corinzio sollevato a scoprire il volto e indossa ungida simmetrica (una specie di corazza squamata a protezione del petto munita, al centro, di una maschera gorgonica). Atene, molto conservatrice, rimane fedele a un linguaggio artistico dimpronta chiaramente tardo-classica, prassitelica con influssi scopadei e lisippei che non manca di trovare agganci e consonanze con certa arte alessandrina. 28) Il filosofo Ermarco seduto, copia romana in marmo Firenze, Museo Archeologico. Non esposto. N. inv. 70989-92250. Alt. m 1,04. Manca la mano destra. Copia di et antonina da originale di scuola attica della met circa del III sec. a.C. Ermarco, discepolo del filosofo Epicuro, alla morte del maestro nel 270 a.C. assume la direzione (=scolarcato) del Giardino (la scuola di Epicuro aperta nella casa del filosofo ateniese): lErmarco meditante di Firenze faceva parte di un gruppo di almeno tre statue comprendente, oltre a Ermarco, Epicuro e Metrdoro (morto nel 278-277 a.C.), gruppo esposto verosimilmente nel Giardino. I tre filosofi erano rappresentati seduti, avvolti nel mantello, il volto ombreggiato dai riccioli della chioma e della barba, assorto in profondi pensieri. 29) Testa di satiro auleta, copia romana in marmo Firenze, Museo Archeologico. Non esposta. N. inv. 13731. Alt. m 0,35. Abrasioni e scheggiature. Copia romana da originale bronzeo di scuola rodia o pergamena del III-II secc. a.C. Il satiro,

sorprendente per vitalit espressiva, il volto incorniciato dai riccioli irrequieti della barba e della folta chioma, sta suonando il doppio flauto (lo strumento musicale, ovviamente, non si conservato ma se ne osservano tracce significative nella cavit della bocca). Lespressione del volto, singolarmente nobile, ricorda in parte il ritratto di Socrate eseguito da Lisippo: non si dimentichi che gli antichi rintracciavano nel volto del filosofo ateniese tratti silenici. Nei centri dellAsia Minore, soprattutto Rodi e Pergamo, nel corso del III e II sec. a.C. saffermano tendenze decisamente barocche, esasperando radicalmente il sempre vitale filone scopadeo. 30) Testina di negro, bronzetto originale Firenze, Museo Archeologico. Piano I, Sala XII, Vetrina B, terzo ripiano dal basso. N. inv. 2288. Alt. m 0,065. Mancano ansa, collo e bocca trilobata. Tipico prodotto di bottega alessandrina del II sec. a.C. circa. La testina di giovane negro (nubiano?) non altro che la parte espansa (il corpo) di un vasetto miniaturistico (una brocchetta). Ad Alessandria, sensibile alle lusinghe del filone prassitelico, si afferma una corrente realistica, se non veristica. Gli scultori indagano, con compiacimento, la vita miserabile delle classi subalterne, prediligendo soggetti di genere (la vecchia ubriaca, lanziano decrepito pescatore), nonch losservazione di certe anomalie fisiche o etniche. 31) Rilievo neoattico, in marmo Firenze, Museo Archeologico, prestito di Elisa Frontali Milani. Piano II, Sala IX. Senza n. inv. Alt. conservata m 0,39, lung. conservata m 0,58. Frammentario, superfici abrase. Copia parziale eseguita, probabilmente, da officina attica, del rilievo con strage dei figli di Nobe che decorava il trono dello Zeus criselefantino di Fidia a Olimpia (dopo il 431 a.C.). Una Nibide in fuga e un Nibide raggiunto da una freccia di Apollo o di Artemide. Nella sempre tradizionale Atene, nel corso della seconda met del II sec. a.C., accolto con favore dalla critica darte coeva, si afferma un movimento di reazione neoclassica alle pretese degenerazioni barocche e patetiche nonch realiste e veriste dellarte ellenistica. Gli artefici attici tornano a guardare ai modelli della classicit (Fidia, nonch i manieristi postfidiaci) mentre il prassitelismo appare tuttora vitale e, accanto alla corrente classicista, safferma una corrente arcaistica. Il loro influsso si accrescer nel corso del I sec. a.C. e sar fondamentale nel determinare gli indirizzi dellarte romana del tempo.

Ciclostilato a cura della Sezione Didattica della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Toscana, via della Pergola, 65 - Firenze

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Scheda di verifica n. 1
LO STILE DEDALICO

Koros postdedalico, in piombo. Firenze, Museo Archeologico n. inv. 99044. 610 a.C. circa.

1) In che senso la plastica greca di VII sec. a.C. pu essere definita dedalica? Chi Dedalo? 2) Quale ruolo giocano i rinnovati contatti del mondo greco con le civilt del Vicino Oriente nella nascita della prima statuaria monumentale greca? 3) L'isola di Creta rappresenta l'epicentro dello stile dedalico. Perch? 4) Considera attentamente il koros postdedalico conservato nel Museo Archeologico di Firenze. Sapresti definire le caratteristiche essenziali dello stile dedalico? 5) Perch, nonostante le limitate proporzioni, le sculture dedaliche danno (specie se riprodotte) un'impressione di monumentalit?

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Scheda di verifica n. 2
LO STILE ARCAICO

Apollo Milani, in marmo. Firenze, Museo Archeologico n. inv. 99042. 540-530 a.C. circa.

1) Considera attentamente lApollo Milani conservato nel Museo Archeologico di Firenze. Quali ti sembrano le principali conquiste della plastica greca di periodo arcaico e in che direzione muovono le ricerche degli scultori arcaici? 2) Che cosa si intende per sorriso arcaico ? 3) In che senso si pu parlare, per il periodo arcaico, di scuole regionali? 4) Quali sono le tendenze della plastica della Madrepatria nella seconda met del VI sec. a.C.? In che senso si pu parlare di influenza ionica?

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Scheda di verifica n. 3
LA PONDERAZIONE

Torso maschile. Firenze, Museo Archeologico, n.inv.1638.

1) Che cosa si intende per ponderazione? 2) Quando e come nella plastica della Madrepatria cominciano a manifestarsi tendenze severe? 3) In che senso si parla di stile severo? Sapresti darne una definizione?

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Scheda di verifica n. 4
POLICLETO

Idolino, in bronzo. Firenze, Museo Archeologico n. inv. 1637. Copia o rielaborazione di et augustea (27 a.C.-14 d.C.) di un tipo statuario policleteo.

1) Che cosa rappresentava il Dorforo? 2) Qual il significato della parola canone? In che senso si parla di canone policleteo? 3) Policleto interviene a razionalizzare le esperienze degli scultori della generazione precedente. In che senso? 4) Il soggiorno ateniese di Policleto segna una svolta significativa nella carriera dello scultore argivo. Perch?

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Scheda di verifica n. 5
MIRONE

Torso maschile, in marmo. Firenze, Museo Archeologico n. inv. 13830. Copia romana da originale bronzeo del 450 a.C. circa.

1) Secondo la testimonianza di Plinio il Vecchio Mirone appariva ritmicamente pi vario rispetto a Policleto. Perch? 2) In che direzione muovono le ricerche degli scultori attici del periodo di trapasso fra il severo e la classicit?

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Scheda di verifica n. 6
LISIPPO

Apoxymenos di Lisippo, in marmo. Roma, Musei Vaticani n. inv. 1185. Copia romana da originale bronzeo del 330-320 a.C. circa.

1) Lisippo riforma nel Peloponneso il canone di Policleto. Come? 2) Io prendo a modello gli uomini quali appaiono e non quali sono. Secondo voi che cosa intendeva dire Lisippo con queste parole? 3) In che senso la rivoluzione formale lisippea gioca un ruolo fondamentale nel determinare (per lo meno agli inizi) gli indirizzi della plastica di periodo ellenistico?

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Scheda di verifica n. 7
LA CORRENTE BAROCCA

Laocoonte, in marmo. Roma, Musei Vaticani n. inv. 1059, 1064, 1067. Copia di et tiberiana (14 d.C.-37 d.C.) da originale di scuola rodia o pergamena della met circa del II sec. a.C.

1) Qual il significato storico-artistico del termine pthos? 2) In che senso si pu parlare di barocco antico? Secondo voi perch gli storici dellarte antica ricorrono, talvolta, a termini propri del linguaggio storico-artistico moderno? 3) Considerate attentamente il Laocoonte dei Musei Vaticani. Quali vi sembrano i tratti pi rivoluzionari del barocco antico?

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