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Isocrate e la storiografia greca Isocrate e la scrittura del passato Nel IV secolo a.

C la produzione oratoria greca ebbe un interesse crescente per il passato1 , citato come serie di exempla, senza criteri rigorosi, propri invece della storiografia, che in quel periodo acquistava maggiore consapevolezza e autonomia come genere letterario. Le digressioni storiche2 degli oratori attici del IV secolo sono interessate pi ad un quadro generale del passato, che alla sua ricostruzione precisa , e mostrano spesso imprecisioni, non dovute a ignoranza, ma all'uso politico degli eventi passati, per influenzare le decisioni dei cittadini, in Demostene, e per la persuasione pi occasionale e letteraria in Isocrate. Se in Demostene il passato3 si presenta in due sole forme : l'antichit mitica di Atene, esempio di grandezza, e le vicende recenti della lotta contro Filippo II di Macedonia, in Isocrate ha maggiore variet e complessit e spazia dalle vicende mitologiche , alla guerra di Troia ( che probabilmente per i Greci era un fatto realmente accaduto ) al IV secolo. Tra gli oratori attici Isocrate fa riferimento al passato in maniera pi assidua. I termini che usa per definirlo sono ta ghenomena (gli eventi accaduti) e praxeis ton progonon (le azioni dei progenitori ) . Isocrate fu uno dei principali oratori attici del IV secolo4 a. C. , fu autore di discorsi epidittici , celebrativi. In questi testi, che egli non leggeva personalmente per la debolezza della sua voce, cita molto spesso degli eventi del passato. Egli lo considera come una serie di exempla morali, che sfrutta per affermare le sue opinioni, diverse da un discorso all'altro5 , scrive alla maniera di un retore, non di uno storico. Sono gi stati rilevati gli errori e le contraddizioni del modo in cui Isocrate tratta il passato6, alquanto disinvolto e negligente. dunque probabile che
1 2 3 4 5 6 Hamilton 1979 pag. 290 Pearson 1941 , pag.210-211 Trotta 2003 Del Corno, 1992, Privitera Pretagostini 2002 Pownall, 2004 pag.26 e segg. Bradford Welles 1996, Gatti 1966

Isocrate non intendesse trattare il passato in modo veritiero, come facevano gli storici, ma intendesse svolgere una attivit diversa e non paragonabile a quella di questi ultimi. Mentre lo storico espone tutti i fatti, il retore seleziona quelli pi importanti7. Isocrate conosceva bene la differenza tra il persuadere (peithein) e l'esposizione precisa,accurata scrupolosa (akribs leghein). Intendeva svolgere la prima attivit e non la seconda , senza che ci comportasse disprezzo per la storiografia8 . Con lui si afferm nell'educazione greca

l'importanza della conoscenza del passato9 , per il suo valore paradigmatico , utile alle decisioni politiche. Egli condivise con Platone, suo contemporaneo e rivale nell'insegnamento ( e bersaglio polemico della sua orazione contro i sofisti), almeno l'idea della menzogna utile e giusta10, e forse questo metodo fu seguito da lui anche nell'esposizione del passato e della storia. Certamente sarebbe errato cercare nei discorsi di Isocrate le tracce della storiografia di IV secolo11 . Tuttavia pu essere lecito esaminare alcuni brani dei suoi discorsi per evidenziare affinit e differenze con gli storici antecedenti e successivi a lui, considerando il periodo dalla antichit mitica alla fine del V secolo. Isocrate nei suoi primi discorsi, pi vicini di quelli successivi, allo stile di Gorgia, cita a volte il passato . Nell'Elena12 egli distingue il presente, sul quale i contemporanei possono esprimere il loro giudizio , e il passato sul quale devono attenersi al giudizio dei pi saggi tra gli antichi . Cos esclude il passato come luogo di vaglio critico per i posteri , ma lo ritiene soltanto una miniera di exempla. Il Busiride13 celebra Pitagora per la sua religiosit e ricorda l'ammirazione che i suoi allievi ottenevano con il solo silenzio. Un lascito della cultura pitagorica per tutta la Magna Grecia fu la critica a ogni forma di sapere scritto, e dunque alla storiografia, che infatti fu quasi assente
7 8 9 10 11 12 13 Nicolai ,2004 p.80,81,83 Vattuone 1998b Nicolai 1992 Pownall 2004 Parmeggiani 1999 Isoc. Hel 21, Nicolai 2004 Isoc. Bus. 28-30, Nicolai 2004

in quella regione. Questo discorso difende il re egiziano Busiride dalle accuse ingiuste dei poeti, e usa la sua cronologia per dimostrare la sua anteriorit ad Eracle, e per affermare che Busiride non poteva avere commesso le colpe a lui attribuite. Anche alcuni storici come Ecateo, Erodoto, Tucidide prendono le distanze dai testi poetici14 . Isocrate aggiunge un biasimo religioso per coloro che inventano leggende alle quali credono loro stessi . La difesa della giustizia degli dei compare anche nell'orazione a Demonico , che cita la scelta di Zeus15, il quale premia Eracle , e punisce duramente Tantalo, ed ambedue sono suoi figli. Nel Panegirico Isocrate loda Atene come modello ( pardeigma16 ) per la Grecia, e come legittima detentrice di un impero , poich ha gestito quest'ultimo con vantaggio dei suoi sudditi, meglio di Sparta , che ha imposto una dominazione oppressiva dopo la guerra del Peloponneso , insediando i suoi armosti nelle citt greche. Il merito di Atene di avere dato grandi benefici a tutti i Greci, poich essa istitu i Misteri Eleusini17, e consent la diffusione della agricoltura nell'Ellade. Nel Panegirico18 l'antichit del mito il motivo per il quale bisogna credere a esso, con un procedimento inverso alla critica del mito, praticata da Ecateo in poi. In quest'opera Isocrate omette gli episodi meno difendibili dell'imperialismo ateniese durante la guerra del Peloponneso, come l'asservimento di Scione e di Melo19 . L'aggressivit ateniese viene giustificata da Isocrate, poich fu esercitata contro piccole isole poco significative, mentre quella di Sparta pi biasimabile, perch fu rivolta contro le maggiori citt del Peloponneso. La debolezza dei Persiani20 attribuita da Isocrate alla loro dissolutezza (truph) ed uno dei motivi per cui i greci possono unirsi contro di loro , e sconfiggerli facilmente Alessandro Magno realizzer questa spedizione, realizzando l'idea del retore , che dunque non era completamente privo di fondamento.
14 15 16 17 18 19 20 Funke 1986 Isocr. Ad Dem., 50 Meister 1992 p.97, Morgan 1998 Isocr. Paneg. 29 Isocr. Paneg. 30 Thuc. IV,20 , Hudson Williams 1948 pag.80 Isocr. Paneg.151

Nella orazione a Nicocle21, Isocrate spiega al principe cipriota , che la conoscenza del passato sar utile a lui, per prendere decisioni nel futuro , riecheggiando forse in qualche modo lo ktema es aiei ( possesso per sempre ) di cui scriveva Tucidide , anche se con una minore pregnanza. Mentre il valore prognostico della conoscenza storica sicuro per il retore, pi incerto per lo storico, il quale dotato di un maggiore spessore conoscitivo. Il brano isocrateo uno dei primi, in cui la storia influenza il pensiero politico22 . Il discorso intitolato Nicocle, mostra gli aspetti positivi della forma di governo monarchica23 , mentre l' Evagora definisce migliore una monarchia conquistata da poco, rispetto a quella ereditata. Il Plataico, del 373a.C ricorda la partecipazione di Platea alla seconda guerra persiana , ma dimentica quella alla battaglia di Maratona del 490 a.C, e intende polemizzare con Tebe24. Nel Filippo25 Isocrate scrive di Eracle, come antenato del re macedone, e indica Argo come patria di entrambi. Atene avrebbe per lui il merito di avere conferito la immortalit all'eroe, dando accoglienza ai suoi figli, quando essi erano minacciati da Euristeo, re di Micene26. Cos essi poterono tornare nel Peloponneso , conquistare Argo e Micene e fondare Sparta. Il ritorno degli Eraclidi un racconto mitologico, ma riflette un fatto storico, cio la migrazione dei popoli dorici nella penisola ellenica tra XII e IX secolo a.C. Nell'Archidamo27 Isocrate afferma la legittimit del potere degli Spartani nel Peloponneso a causa della loro discendenza dagli Eraclidi. In quest'opera si afferma che i Messeni furono sconfitti a causa della loro empiet, poich essi uccisero Ctesifonte, e i figli di costui si rivolsero a Sparta per ottenere una vendetta ( e un responso dell'oracolo di Delfi sui Messeni anche in Pausania28). Il racconto mitico viene qui accettato in modo acritico, e il passato

21 Isocr. Ad Nicocl. 35 22 Jaeger 1959 23 Nicolai 2004 pag. 41, 24 Nouhaud 1982, pag. 153 25 Isocrat. Phil. 33, Panegir. 52-66 , orazioni a cura di Ghirga e Romussi pag.123 26 Isocrat. Paneg. 54-56, Canfora 1999 pag.36 27 Isocrat.Archid. 36 e segg 28 Paus. Perieg. IV,36

assume valore, solo se legato alla attualit, e se utile per giustificarla. Infatti per Isocrate29 sarebbe una perdita di tempo ricordare eventi trascorsi, che non avessero un qualche legame con il presente. Sempre nell'Archidamo definita ridicola la scelta dei Focei30, i quali abbandonarono l'Asia per sfuggire ai Persiani, ma questa citazione si colloca solo nella parenesi agli Spartani, affinch essi sopportino ogni dolore e sventura. Nell'Areopagitico Isocrate afferma la superiorit della patrios politeia, la costituzione dei padri, e critica la democrazia radicale , che si era instaurata ad Atene , dopo la riforma di Efialte, ed era legata strettamente all'impero marittimo e alla attivit commerciale, e ai ceti popolari che lavoravano nella flotta. Isocrate evita le analisi delle cause per sostenere la sua tesi31. Del passato arcaico di Atene egli ricorda gli hektemoroi32 , i coltivatori, che

dovevano consegnare un sesto del loro raccolto al loro proprietario terriero , ma altri autori, come Aristotele e Fozio33, sostengono che essi dessero cinque sesti . Il passato vagheggiato in questa orazione vede una piena armonia tra uomini e dei . Grazie alla religiosit dei primi, i secondi donano loro la prosperit , in una visione provvidenzialistica e nostalgica, che forse ritorner in alcuni storici successivi. Il discorso sulla Pace34, rileva gli aspetti negativi dell'imperialismo ateniese, che aveva invece esaltato nel Panegirico, e contiene un giudizio ambivalente sulla politica di Pericle. Costui ritenuto il primo demagogo Ateniese, che trova una citt peggiorata rispetto ai decenni precedenti, ma la rende icca di ottomila talenti , ed molto migliore rispetto ai successivi capi democratici . La sua funzione quella di fare rilevare il contrasto con altri politici ateniesi35. Altro riferimento monetario nell'Antidosi dove sono citate le diecimila dracme, date dagli
29 30 31 32 33 34 35 Isocrat., Archid.24 Isocrat., Archid. 84 Nicolai 2004, pag. 84 Isocrat. Areopag. 31, e segg. Edizione a cura di Ghirga e Romussi pag. 217, 1993 Phot. s.v. Pelatai, Arist. Cost.2,2 Isocrat. De Pace 47, 89,126 Nouhaud 1982, pag.222

ateniesi a Pindaro per comporre un canto per la loro citt. Esempio positivo di prosperit per Isocrate la generazione ateniese che fece le guerre persiane , e che ebbe una ricchezza moderata e un sistema politico giusto. La superiorit degli antenati sui contemporanei riguarda sia quelli migliori , come gli eccellenti Milziade, Aristide e Temistocle, sia quelli meno lodevoli , che fecero la guerra del Peloponneso. Nel Panatenaico36 Isocrate dichiara la priorit di ako l'ascolto, su opsis, la visione, poich la maggior parte delle conoscenze degli uomini deriva da ci che hanno udito, non da ci che hanno visto. Il numero delle conoscenze in lui prevale sulla loro qualit. Con questa asserzione egli afferma la veridicit di quanto sostiene, ma non applica certamente il metodo storiografico di Tucidide37 , basato invece sulla autopsia ( visione diretta dei fatti ). i metodi e gli scopi dei due autori sono diversi, e li accomuna soltanto la retorica presente in entrambi. Le continuit di Isocrate con Tucidide sono soltanto stilistiche e formali38 . Un confronto tra i due autori pu riguardare il termine mythodes, l'elemento favoloso o mitico. Lo storico lo rifiuta, pur sapendo che la sua scelta anti-mitologica determiner un minore interesse da parte dei suoi ascoltatori. In Isocrate invece il mythodes39 va inteso probabilmente come un veicolo di fatti veri, ma esposti a un ampio rischio di falsificazione. Perci egli lo valorizza, e lo ritiene utile e legittimo, non pensando che esso sia soltanto invenzione o fiction. Il carattere

veritiero del mito pare in lui prevalere su quello menzognero, sebbene in ambito retorico, non rigoroso come quello storiografico. Isocrate riproduce alcuni moduli40 della retorica epidittica ateniese, che si trovano nel discorso di Pericle del II libro tucidideo41 , come la definizione di Atene, come scuola della Grecia, oppure il motivo della autoctonia ateniese. La colonizzazione delle Cicladi , ricostruita in modo diverso dai due autori42. Isocrate indica
36 37 38 39 40 41 42 Isocrat. Panath. 150 e segg. Thuc. I,22 Hudson Williams 1948 Masaracchia 2003 Isocrat. Paneg. 42-50 Thuc. II,36 Orazioni di Isocrate, Orazioni, edizione a cura di Ghirga e Romussi pagina 439

nell'ordine: quella minoica, quella caria, quella ionica, mentre Tucidide43 ritiene quella caria pi antica, e successivamente pone quella minoica, e quella ionica. La differenza dovuta alla intenzione del retore di valorizzare l'opera civilizzatrice degli Ateniesi . Nel Panatenaico Isocrate loda la politica dei primi re di Atene , come Teseo , e il loro isolazionismo, per il quale essi evitavano di attaccare le altre citt della Grecia. Questa osservazione si collega alla critica dell'imperialismo successivo della citt attica. Una tradizione antica riferisce dello studio presso Isocrate di Eforo , e di Teopompo, due dei maggiori storici del IV secolo a.C44. ; secondo un aneddoto45, risalente forse all'et ellenistica, o forse pi antico e vicino alla realt, il primo aveva bisogno di un pungolo , per la sua ritrosia, e il secondo di un freno per la sua esuberanza. Fozio riferisce invece della spartizione degli ambiti cronologici, per la quale Eforo avrebbe trattato la storia antica, e Teopompo quella pi recente46 . Tale insegnamento ha fatto pensare a una storiografia retorica ispirata dal retore. Le caratteristiche47 di questa tendenza sarebbero : attenzione agli aspetti stilistici, le finalit didattiche, l'esaltazione, nostalgica del passato, e l'interesse per i singoli personaggi della storia. Tale opinione stata confutata da studi recenti48 , i quali hanno evidenziato l'ispirazione pi tucididea che isocratea in Eforo e Teopompo. Infatti Isocrate49 voleva raccontare dei fatti del passato, in modo moderno (kains) e quelli del presente in modo arcaico . Era sua intenzione annullare la distanza tra passato e presente, con attualizzazioni forzate e menzognere. Diversa la scelta di Eforo50, che mostra la impossibilit di conoscere il passato (remoto) a causa della distanza incolmabile da esso . Egli ritiene indebite le narrazioni a questo proposito, e prende le distanze dal suo maestro . interpreta il brano isocrateo, come indicazione di metodo e di sostanza, dalla quale dissente e non come un
43 44 45 46 47 48 49 50 Thuc., I,4 Pownall 2004 Dion. Halic., Is, Diog, Laert, Nicolai,1992 Nicolai,1992, pag.161 Meister 1992 , pag. 97 Vattuone 1998 , Parmeggiani 2003 Isocrat. Paneg. 8 e segg. F GrHist. F70, F 9,11

semplice dettame stilistico51.

Altri invece erano di questa seconda opinione, almeno nella

testimonianza del lessicografo Arpocrazione. Eforo comincia la sua opera forse dal ritorno degli Eraclidi52 . In un suo frammento53, indica una divisione netta tra epidittica e storiografia54 , e si batte per evitare che la prima entri nella seconda. Mostra piena coscienza del modo peculiare di raccolta delle testimonianze e di critica delle fonti, proprio della storiografia55. Tuttavia vi sono degli apporti della retorica alla storiografia di IV secolo, e sono : la forma argomentativa dell'inchiesta, la generalizzazione e la esemplificazione degli eventi , con il loro significato relazionale56. Inoltre senza la retorica probabilmente non sarebbe stata superata l'idea soltanto contemporanea della storia , e non si sarebbe pensato di potere conoscere fatti antecedenti alle tre generazioni precedenti alla propria57. In Eforo il passato mitologico, e non conoscibile, quello che va dalla nascita degli dei al ritorno degli Eraclidi. Di esso si occupano i filomythountes , con i quali egli polemizza58 . La sua valutazione sulla tradizione mitica duplice , da un lato la rispetta, ritenendola portatrice di un nucleo di verit , dall'altro la critica rifiutando i suoi elementi meravigliosi e non credibili . Vi erano ancora al suo tempo , alcune persone che credevano ai miti , come scrive Isocrate nell'orazione a Demonico59. Il retore ateniese fu a Chio , negli anni 90 del IV secolo , e forse in quel periodo ebbe come allievo Teopompo60, originario di quest'isola, ma pare pi attendibile un'altra ipotesi , secondo cui quest'ultimo, esule insieme al padre ad Atene, assistette in questa citt alle lezioni isocratee. Lo storico di Chio61 rivendica la dignit del lavoro storiografico , che gli costato spese ingenti,
51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 Bruno Sunseri 1997,pag.156 F.Hartog pag. 981, Nicolai 1992. Un'opinione diversa in G.Parmeggiani RSA 1998 F.Gr.Hist. F 70, F.111 Vattuone 1998b Bruno Sunseri 1997, pag.146 Vattuone 1998b Vattuone 1994 Bruno Sunseri 1997 , pag. 165 Isocrat. Ad Dem. 50 Bettalli 2003, Pownall 1994 FgrHist 115, F 25

e fatica. Questo suo metodo ben diverso da quello isocrateo, che si limita ad accogliere le versioni tramandate del passato , senza vaglio critico. Nei frammenti dei Philippik , di Teopompo si pu forse scorgere qualche affinit con le dottrine isocratee , come l'ostilit alle democrazie, e il filo-macedonismo. Inoltre il 21 libro dell'opera di Teopompo sulle vicende siceliote62

conservava forse tracce del panellenismo del suo maestro, il quale aveva rivolto osservazioni in questo senso non solo a Filippo, ma anche a Dionisio di Siracusa. La valutazione moralistica del passato presente certamente in Isocrate, forse in Teopompo. Quest'ultimo critica Filippo di Macedonia , per la sua dissolutezza , ma lo definisce l'uomo pi importante che l'Europa abbia conosciuto. Teopompo era noto per la sua abilit nel raccontare i miti63 , era simile a Erodoto in questa caratteristica , e aveva dedicato l'VIII libro dei suoi Philippik, ai Thaumasia ( fatti meravigliosi ) . oltre a scrivere opere storiografiche, egli ne scrisse anche altre, retoriche, che non sono state tramandate, ma che forse conservavano maggiormente i tratti dell'insegnamento isocrateo. Una fonte riferisce che fu allievo di Isocrate anche Androzione64, uno dei primi attidografi , ( sebbene non compaia nella lista degli allievi del retore nella Antidosi ) ; la storia di Atene arcaica uno dei suoi interessi. Cita spesso Solone65, come esempio di virt , come fa anche Isocrate. Clidemo66 , un altro degli attidografi, fu allievo anche di Isocrate. Ci conferma una qualche presenza di questo oratore nella storiografia del IV secolo a.C. Il suo insegnamento ravvisabile nel carattere universale delle opere di alcuni dei suoi allievi , ma non nel metodo67 da loro usato. Tra IV e III secolo un'altra corrente storiografica fu quella cosiddetta tragica68, di Duride di Samo e del suo allievo Filarco . Essa deriverebbe dall'insegnamento di Aristotele , e da un'opera
62 63 64 65 66 67 68 Vattuone 2003 , pag.533 e segg, Biraschi 1996, pag. 163, 168, Aelianus.V.H. III,18 Bettalli 2003, Natalicchio 1995 Isocrat. Antid. 231-234, Areop.16, Paerson 1941 pag.224 Fabiani 2003 Flowers 1994 Vattuone 1991

non tramandata di Teofrasto . I suoi caratteri principali sarebbero : la ricerca di piacere e di imitazione ( mimesis ed hedon), e descriverebbe gli eventi storici con vivacit ed immediatezza, come in una rappresentazione teatrale, oppure, secondo un'altra ipotesi , avrebbe i tratti della oralit69. La sua esistenza e la sua opposizione alla corrente retorica isocratea, sono per discutibili. Aristotele nella Retorica70 indica alcuni esempi di uso del passato nei discorsi , e ritiene pi attendibili i testimoni del passato poich non sono corruttibili, mostra sensibilit per un tema storiografico come la critica delle proprie fonti, gi citato da Tucidide nel suo capitolo metodico71 . In questo punto il filosofo pi rigoroso del retore. Se Isocrate trasforma il concetto di grecit da etnia a paideia72, educazione, forma di cultura acquisibile con lo studio , e l'istruzione, non fuori luogo ipotizzare una apertura universale, anche nei suoi allievi73. Timeo di Tauromenio , storico greco vissuto tra IV e III secolo a.C. Ad Atene ebbe come maestro Fileto di Mileto74 , che era stato allievo di Isocrate., e a quest'ultimo rivolge alcune critiche, come fa a molti autori greci. Dunque l'apprendimento presso alcuni retori pare un tratto costante di molti storici greci di quel periodo, ed anche precedenti al IV secolo . Infatti Tucidide ebbe forse come maestro il retore Gorgia75 di Leontini, che insegn anche ad Isocrate. Secondo un'altra opinione, uno degli insegnamenti isocratei era che il progresso letterario consisteva nel perfezionamento della forma, poich i contenuti erano gi dati dalla tradizione , e non dovevano essere cambiati76 . Dunque la separazione netta, tra storiografia e retorica, pur necessaria e indispensabile per lo statuto ontologico della prima, diventerebbe pi difficile, se si intende la retorica come la forma letteraria narrativa, ineliminabile per quasi tutti i testi della tradizione greca. L'impossibilit di separare la componente retorica dalla storiografia greca, che ha una natura
69 70 71 72 73 74 75 76 Bettalli 2003 Aristot. Rhet. 1359 b, 1370 a, Nicolai 1992 pag. 47 Thuc. I,22 Jaeger 1959 Vattuone 1998, pag. 88 Suidas, s.v.Timaios, www.ancientlibrary.com Nicolai 2004 Isocrat. Paneg.10, Nicolai 1992 pag. 71, pag. 93

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letteraria , e certe convenzioni formali ineliminabili, non implica una sua inaffidabilit , poich essa ebbe comunque un suo rigore metodico , pur nella sua dimensione narrativa.

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